Dobbiamo abbandonare l'intuizionismo morale? Effetti di incorniciamento e dilemmi morali
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RIVISTA INTERNAZIONALE DI FILOSOFIA E PSICOLOGIA ISSN 2039-4667; E-ISSN 2239-2629 DOI: 10.4453/rifp.2019.0005 Vol. 10 (2019), n. 1, pp. 65-77 TEMI ED EVENTI Dobbiamo abbandonare l’intuizionismo morale? Effetti di incorniciamento e dilemmi morali Chiara Corona(α) Ricevuto: 30 novembre 2018; accettato: 11 aprile 2019 █ Riassunto Gli sviluppi recenti nell’ambito della ricerca sui processi decisionali relativi ai cosiddetti effetti di incorniciamento (framing effects) hanno ricevuto particolare attenzione da parte di quell’ambito della filosofia morale che si occupa di spiegare i dilemmi morali classici legati al famoso problema del carrello (trolley problem). Alcuni filosofi sostengono che illusioni cognitive come l’effetto di incorniciamento met- tano seriamente in discussione alcuni punti di vista classici della filosofia morale come, per esempio, l’etica normativa e l’intuizionismo morale. L’obiettivo di questo articolo è cercare di mostrare se, alla luce della ricerca empirica sugli effetti di incorniciamento, possiamo mantenere un punto di vista intuizionista o meno e, più in generale, che cosa implichino questo genere di dati per la filosofia morale. PAROLE CHIAVE: Filosofia morale; Intuizionismo; Effetti di inconiciamento; Dilemmi morali; Teoria del prospetto █ Abstract Should we Abandon Moral Intuitionism? Framing Effects and Moral Dilemmas - Recent devel- opments in experimental research on decision-making have received attention from moral philosophers trying to explain classical moral dilemmas. The class of cognitive illusions known as framing effects have received particular attention because they appear to play a role in explaining the famous trolley-problem. Some philosophers maintain that cognitive illusions such as framing effects seriously undermine classical point of views in moral philosophy such as normative ethics and moral intuitionism. This essay investigates whether, in light of empirical research on framing effects, we can still maintain an intuitionist point of view, and what the available data imply in general for moral philosophy. KEYWORDS: Moral Philosophy; Intuitionism; Framing Effects; Moral Dilemmas; Prospect Theory NEGLI ULTIMI ANNI GLI STUDI nell’ambito esempio, la dottrina del fare e permettere, dell’economia cognitiva e sperimentale hanno l’intuizionismo morale e la possibilità per contribuito a gettare nuova luce su alcuni pro- un’etica normativa stessa, sono state fortemente blemi considerati standard nella filosofia mora- messe in discussione dal successo degli studi le. La discussione di alcuni dilemmi morali clas- sperimentali. sici, come il cosiddetto “problema del carrello” I traguardi della ricerca empirica sul ra- (trolley problem) di Philippa Foot e alcune que- gionamento e sulla presa di decisione hanno stioni generali all’interno dell’etica, quali, per consentito di migliorare la nostra compren- (α) Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione, Università degli Studi di Torino, via S. Ottavio, 20 - 10124 Torino (I) E-mail: coronachiara092@gmail.com () Creative Commons - Attribuzione - 4.0 Internazionale
66 Corona sione del modo in cui i contesti influenzano compito decisionale in questione, il problema le nostre intuizioni e decisioni morali. In par- della malattia asiatica. Si tratta di un compito ticolare la ricerca sugli effetti di incornicia- sperimentale ideato dal premio Nobel Daniel mento (framing effects) nei dilemmi etici ha Kahneman e dal suo ormai scomparso collega contribuito al dibattito riguardo la validità Amos Tversky che mostra gli esiti dell’effetto di dell’utilizzo di esperimenti mentali e delle in- incorniciamento quando si chiede alle persone tuizioni come sostegno di alcuni argomenti di prendere decisioni in merito a vite umane. In morali. I filosofi hanno ampiamente utilizza- secondo luogo, si cercherà di mostrare come la to gli esperimenti mentali in ambito morale teoria che prevede tale effetto (la teoria del pro- per mostrare quanto sia importante che le spetto) possa essere applicata per spiegare un nostre teorie siano in accordo con le nostre dilemma di decisione, il problema del salvatag- intuizioni riguardo potenziali casi reali. Tut- gio di Philippa Foot, a fronte di un approccio tavia, recentemente alcuni filosofi cognitivi- intuizionista. In terzo luogo si discuterà una sti hanno cominciato a mostrare come il no- proposta recente riguardo il modo in cui gli ef- stro giudizio sia soggetto a bias, errori siste- fetti di incorniciamento influenzano le nostre matici ampiamente prevedibili, che ci sugge- intuizioni morali e si accennerà più in generale riscono di abbandonare l’appello alle intui- ai problemi che l’etica deve affrontare a fronte zioni morali. dei recenti dati sperimentali. Tra i citati bias cognitivi uno dei più di- scussi è il cosiddetto effetto di incorniciamen- █ Il problema della malattia asiatica: che to, “scoperto” nel 1981 da Daniel Kahneman cos’è un effetto di incorniciamento e Amos Tversky nei loro studi sulla presa di decisione in condizioni di rischio e ampia- Problema 1: Immagina che gli Stati Uniti si mente replicato fino a oggi. stiano preparando all’arrivo di una malattia In psicologia morale gli effetti di incorni- asiatica insolita, la quale ucciderebbe 600 ciamento si riscontrano quando le intuizioni persone. Vengono proposti due programmi morali delle persone vengono modificate da alternativi per fronteggiare la malattia. As- differenze che dovrebbero essere irrilevanti sumi che l’esatta stima scientifica delle con- dal punto di vista morale perché influenzate seguenze dei due programmi sia la seguente: dal modo in cui viene presentato uno scena- rio. Per esempio, nel famoso problema del - A: Se viene adottato il programma A, 200 carrello un soggetto sarà sicuramente più ten- persone verranno salvate. tato di tirare la leva e far andare il treno verso - B: Se viene adottato il programma B, c’è una sola persona se un’opzione gli viene pre- 1/3 di probabilità che 600 persone venga- sentata come “salva cinque persone” piutto- no salvate e 2/3 di probabilità che nessu- sto che come “uccidi una persona” (sebbene no venga salvato. l’azione da svolgere sia la stessa e il risultato in termini di vite salvate sia identico). Ciò Quale dei due programmi sarebbe prefe- che è particolarmente rilevante, come accen- ribile? navamo, è che dei fattori che in apparenza sono irrilevanti sembrano essere in grado di Problema 2: Immagina che gli Stati Uniti si modificare le intuizioni morali delle persone. stiano preparando per l’arrivo di una malat- Negli ultimi anni vari filosofi hanno sostenu- tia asiatica insolita, la quale ucciderebbe to l’idea che la giustificazione delle nostre in- 600 persone. Vengono proposti due pro- tuizioni morali in particolare sia minacciata grammi alternativi per fronteggiare la ma- da fattori come gli effetti di incorniciamento. lattia. Assumi che l’esatta stima scientifica Al fine di discutere questo problema si è delle conseguenze dei due programmi sia la scelto di presentare prima di tutto il più famoso seguente:
Dobbiamo abbandonare l’intuizionismo morale? 67 - C: Se viene adottato il programma C, 400 Il risultato è robusto, ed è stato replicato in persone moriranno. molti altri studi.3 Si tratta di quanto viene - D: Se viene adottato il programma D, c’è chiamato preference reversal,4 un ribaltamento 1/3 di probabilità che nessuno muoia e 2/3 di preferenze da prospetto positivo a prospetto di probabilità che 600 persone muoiano. negativo e mostra che l’assioma dell’invarianza è violato. Infatti, quando il problema è presen- Quale dei due programmi sarebbe prefe- tato in termini di vite salvate viene preferita ribile?1 l’opzione sicura (A) all’opzione rischiosa (B), mentre quando il problema viene presentato in I due problemi sopra riportati costituiscono termini di vite perse, viene preferita l’opzione uno degli ormai più celebri compiti sperimenta- rischiosa (D) all’opzione sicura (C). Dunque, li sulla presa di decisione ideati da Daniel Kah- sebbene i due problemi siano effettivamente neman e Amos Tversky. Al compito partecipa- identici,5 abbiamo un cambio di preferenze no due gruppi di soggetti ai quali vengono pre- con un ribaltamento dall’avversione al rischio sentati rispettivamente il Problema 1 e il Pro- (Problema 1) alla propensione al rischio (Pro- blema 2. Sebbene i programmi siano descritti in blema 2). maniera differente, A e B in termini di vite sal- Il bias trovato è quello che viene definito vate, C e D in termini di vite perdute, i risultati un effetto di incorniciamento (framing effect), dei programmi A (200/600 vite salvate) e C per il quale diverse formulazioni di uno stes- (400/600 vite perse) coincidono, così come so problema decisionale portano a preferenze quelli dei programmi B (1/3 di probabilità di differenti da parte dei partecipanti al compi- salvare 600 vite e 2/3 di non salvare nessuno) e to. Perché avviene ciò? D (1/3 di probabilità che nessuno muoia e 2/3 In primo luogo vediamo come si dovrebbe di probabilità che muoiano tutti). Il compito ragionare “razionalmente” secondo la teoria che devono svolgere i soggetti è sempre un classica della decisione razionale, ovvero se- compito di decisione forzata: i partecipanti si ri- condo la teoria dell’utilità attesa. Il parteci- trovano varie opzioni possibili tra cui dover pante in caso di prospetto positivo dovrebbe scegliere e non esiste un’opzione per l’indecisio- ragionare più o meno in questi termini: ne, si deve scegliere necessariamente una delle opzioni cui ci si trova davanti. Opzione A = 200 Uno degli assiomi fondamentali della teoria Opzione B = (1/3 x 600 = 200) + della decisione razionale è l’assioma dell’inva- (2/3 x 0 = 0) = 200+0 = 200 rianza o di estensionalità,2 per il quale differenti rappresentazioni (formulazioni, descrizioni) La persona in questione dovrebbe essere dello stesso problema di decisione devono pro- perfettamente in grado di notare che, opzione durre la stessa preferenza. Nel nostro caso ab- sicura (A) e opzione rischiosa (B) in termini di biamo che l’opzione A della formulazione posi- utilità portano allo stesso risultato: salvare 200 tiva (delle vite salvate) corrisponde all’opzione persone. Dunque la scelta avversa al rischio C della formulazione negativa (delle vite perse) (l’opzione sicura A) dovrebbe essere quella più e che le opzioni di rischio B e D corrispondono. attraente, ed effettivamente è quella che viene Per l’assioma dell’invarianza dunque, le due scelta dalla maggior parte dei partecipanti. In formulazioni dello stesso problema, che da ora caso di prospetto negativo invece, il nostro deci- in avanti chiameremo prospetti, dovrebbero ge- sore dovrebbe ragionare più o meno in questi nerare le stesse preferenze. I risultati sperimen- termini per la teoria dell’utilità: tali tuttavia, mostrano il contrario: nel Proble- ma 1, il 72% dei partecipanti sceglie A e il 28% Opzione C = - 400 sceglie B; nel Problema 2, il 22% sceglie C e il Opzione D = (1/3 x 0 = 0) + 78% sceglie D. [2/3 x (-600) = -400] = 0 -400 = -400
68 Corona Constatando dunque che le due opzioni in cinque persone che rischiano di affogare termini di utilità (ancora una volta) sono equi- in un posto o di salvare una singola per- valenti (effettivamente rappresentano una ri- sona che è in pericolo di annegare altrove. formulazione, in termini di vite perse, delle op- Non puoi salvare tutti e sei. zioni A e B). In questo caso tuttavia, la maggior parte delle persone sceglie l’opzione rischiosa. Salvataggio II: Puoi salvare cinque perso- Come accennato poco sopra, ciò che ac- ne solamente guidando verso di loro e cade è che in caso di prospetto positivo viene quindi uccidendo qualcuno che (per una preferita l’opzione sicura, tuttavia in caso di ragione non specificata) è intrappolato prospetto negativo viene preferita l’opzione di sulla strada. Se decidi di non intraprende- rischio. Per Kahneman e Tversky gli indivi- re il salvataggio la persona intrappolata in dui, nella fase di valutazione delle opzioni di seguito verrà liberata ma le cinque perso- un problema decisionale, inquadrano le op- ne annegheranno. zioni fissando un punto di riferimento e, in base a questo, stabiliscono un ordine di pre- Nel primo problema decisionale la nostra ferenze che determinerà le scelte conseguen- scelta verte tra un corso di azioni che salverà ti. Il risultato è che a seconda di come uno cinque persone e lascerà morire una persona stesso problema decisionale viene formulato e un corso di azioni che salverà una persona e (in termini negativi o positivi, cioè di tasso di lascerà morire cinque persone. Nel secondo sopravvivenza o di mortalità nel nostro caso) problema decisionale invece la nostra scelta i partecipanti ai compiti prendono decisioni verte tra un corso di azioni che salverà cinque differenti. Solitamente, i risultati di compiti persone e ne ucciderà una o un corso di non- del tipo di quelli della malattia asiatica ven- azioni dalle quali deriverà l’aver lasciato mo- gono interpretati, in linea col programma eu- rire cinque persone e l’aver lasciato che una ristiche e bias, in termini di Teoria del Pro- persona si salvi. Se esiste una differenza mo- spetto, la teoria ideata dagli stessi Kahneman rale tra ‘’uccidere’’ e “lasciar morire” sembra e Tversky nel 1979,6 che si propone di descri- che intuitivamente nel primo caso saremmo vere l’atteggiamento dei decisori nei confron- disposti a lasciar morire una persona per sal- ti del rischio. varne cinque, mentre nel secondo caso non Nei prossimi paragrafi vedremo come i ri- saremmo disposti a ucciderla per salvare le sultati da loro ottenuti possano essere appli- altre cinque. cati a un ben noto dilemma morale e quali Una posizione deontologica classica che siano le conseguenze cui vanno incontro le tenta di fornire una spiegazione per questo nostre intuizioni. problema è la dottrina del fare e permettere (the doctrine of doing and allowing). Per colo- █ Il problema del salvataggio e la teoria del ro che difendono questa posizione8 la diffe- prospetto renza esiste ed è proprio questa ciò che giu- stifica le nostre intuizioni riguardo i due pro- C’è una differenza morale tra uccidere e blemi. I difensori di posizioni di questo gene- lasciar morire? La domanda è l’incipit di un re infatti distinguono l’azione che causa un famoso saggio di Philippa Foot7 in cui male dall’inazione che non impedisce quel l’autrice propone come esperimento mentale male (permettendolo), ossia che lascia che un dilemma che potremmo sintetizzare nel quel male accada. modo seguente. Un argomento classico per la dottrina del Si scelga l’azione più appropriata nei due fare e permettere è quello di Warren Quinn,9 il seguenti scenari: quale cerca di riconciliare le nostre intuizioni – soprattutto riguardo problemi come quello Salvataggio I: Puoi scegliere tra salvare del salvataggio – con la dottrina sostenendo
Dobbiamo abbandonare l’intuizionismo morale? 69 che è necessaria una giustificazione morale qualcuno sicuramente morirà a causa della più forte per uccidere piuttosto che per la- malattia e bisogna decidere quanti verranno sciar morire. Come egli stesso ha sottolineato salvati; nel Problema 2 lo stato di riferimento «nel Salvataggio I, sembriamo perfettamente è differente, nessuno muore per la malattia, giustificati nell’azione di salvare i cinque an- perciò il miglior esito possibile (l’opzione mi- che se comporta il fallire nel salvare il singo- gliore) è mantenere questo status, cioè che lo. Nel Salvataggio II, tuttavia, il poter proce- nessuno muoia. La situazione finale in cui ci dere nel corso di azioni indicato è tutt’altro si ritrova è la stessa: si è certi di salvare due- che ovvio. La dottrina intende catturare e cento vite o di non salvarle, oppure (detta in spiegare le coppie di casi come questi, in cui altri termini ) si è certi di perdere quattrocen- le considerazioni conseguenti apparentemen- to vite o di non perderle, e tuttavia le prefe- te vengono mantenute identiche (per esem- renze dei soggetti sono differenti. Come ha pio, cinque vite vs una vita) ma siamo inclini sostenuto Daniel Kahneman se la Teoria del a verdetti morali fortemente differenti».10 Prospetto portasse una bandiera, avrebbe Dunque Quinn sostiene che le persone questa effige (cfr. Figura 1): abbiano questa intuizione nei confronti dei Figura 1. Funzione di valore della Teoria due problemi, perché (come lui) “abbraccia- no” la dottrina del fare e permettere, tuttavia Tamara Horowitz11 ha fornito un resoconto abbastanza differente a riguardo. Le scelte nel problema del salvataggio sa- rebbero spiegabili in termini di teoria del pro- spetto. La teoria di Kahneman e Tversky di- stingue due fasi nel processo di scelta: (1) una fase di framing ed editing (ovvero di “incorni- ciamento”), seguita da (2) una fase di valuta- zione.12 Nella fase di incorniciamento, in buo- na sostanza il soggetto inquadra le azioni, le circostanze e gli esiti delle possibili scelte. Nel- la fase di valutazione i soggetti si comportano come se calcolassero un valore (un’utilità) in base ai risultati potenziali delle rispettive pro- babilità dei prospetti che si trovano davanti, e in seguito scelgono l’alternativa con un’utilità del Prospetto (fonte: D. KAHNEMAN, Pen- più elevata. La valutazione viene effettuata ri- sieri lenti e veloci, cit., p. 312). spetto a un punto di riferimento neutro, che solitamente è lo status quo, ma può anche es- La figura qui riportata è una funzione sere il risultato che ci si aspetta o il risultato sigmoidea, con andamento a “S” , il che rap- cui si ritiene di avere diritto.13 Se i risultati so- presenta una sensibilità decrescente sia per i no migliori del punto di riferimento sono gua- guadagni che per le perdite. In primo luogo è dagni, se sono inferiori sono perdite. concava per i guadagni e convessa per le per- Il concetto fondamentale che va chiarito dite; ciò significa che in valore soggettivo, la qui è quello di punto di riferimento: ovvero lo differenza tra un guadagno di dieci e venti è stato di riferimento rispetto al quale sono va- maggiore della differenza tra un guadagno di lutati guadagni e perdite. Quello che accade centodieci e centoventi (e la stessa relazione in casi come quello della malattia asiatica è vale anche per le perdite). In secondo luogo, sostanzialmente che i soggetti fanno riferi- l’andamento della funzione mostra che il di- mento a uno stato differente: nel Problema 1 spiacere per le perdite è maggiore di quanto
70 Corona sia il piacere per i guadagni: quella che viene chiamata avversione alle perdite. Un agente sembra non essere indifferente al punto di riferimento: il modo in cui gli esiti vengono inquadrati (framed) è rilevante. Figura 3. Deviazione dal punto di riferimen- to (fonte: T. HOROWITZ, Philosophical Intui- Figura 2. Funzione dei pesi decisionali del- tions and Psychological Theory, cit., p. 378). la Teoria del Prospetto (fonte: D. KAHNE- MAN, A. TVERSKY, Prospect Theory. An Ana- lysis of Decision under Risk, cit., pag. 283). Come si può vedere (cfr. Figura 2), i pesi decisionali non seguono l’andamento delle probabilità, non sono lineari. Cioè la proba- bilità che i soggetti assegnano a un certo evento o esito non è la probabilità oggettiva di quell’evento o esito. È proprio a causa della non-linearità della funzione di valore e della funzione dei pesi che i soggetti sono esposti agli effetti di incorniciamento: se le funzioni fossero lineari, la preferenza tra opzioni sa- rebbe indipendente dal framing.14 Se applichiamo la teoria al problema del Figura 4. Deviazione dal punto di riferimen- salvataggio avremo che le differenti intuizioni to (fonte: T. HOROWITZ, Philosophical Intui- riguardo ciò che è moralmente corretto nelle tions and Psychological Theory, cit., p. 379). due situazioni, derivano da un cambiamento nella scelta dell’esito neutrale. Nel decidere se Se tutto ciò è corretto, sostiene Horowitz, uccidere una persona o lasciarla morire un «allora l’intuizione che c’è una differenza decisore prende la persona in vita come sta- nella forza delle ragioni non dovrebbe essere tus quo e sceglie questo come esito neutrale. spiegata in termini della differenza che viene Dunque uccidere una persona viene visto percepita tra azione e inazione ma piuttosto come una deviazione negativa dal punto di in termini delle differenti risposte ai guada- riferimento. Ma nel decidere se salvare una gni e alle perdite».15 Il vantaggio di utilizzare persona che altrimenti morirebbe, il decisore una spiegazione di questo genere è che fa leva pensa che la persona morta sia lo status quo e su una teoria psicologica che ha ampia forza sceglie questo come esito neutrale. Quindi predittiva, e riesce a spiegare anche molti al- salvare la persona rappresenta una deviazio- tri atteggiamenti degli esseri umani nei con- ne positiva (cfr. Figura 3 e Figura 4). fronti delle decisioni.
Dobbiamo abbandonare l’intuizionismo morale? 71 Se Horowitz ha ragione e le nostre decisioni per cui: le persone sono giustificate ad avere nel problema del salvataggio possono essere credenze morali indipendentemente dal fatto spiegate dalla teoria del prospetto, allora cosa che siano in grado di inferire tali credenze da ne è delle posizioni à la Quinn e, più in genera- qualsiasi altra credenza. le, cosa ne è delle nostre intuizioni morali? Secondo Sinnott-Armstrong nell’ambito dell’epistemologia morale anche una nozione █ Le nostre intuizioni morali sono in pericolo? debole di intuizionismo delle credenze può generare il problema del regresso scettico. In- La corrente di pensiero che si occupa di fatti, secondo Sinnott-Armstrong «alcune difendere le nostre credenze morali a partire persone sono giustificate in maniera episte- dalle intuizioni è l’ormai classico intuizioni- micamente adeguata ad avere alcune creden- smo morale. Una delle caratteristiche peculia- ze morali indipendentemente dal fatto che ri dell’intuizionismo morale è proprio la sua tali persone siano in grado di inferire tali cre- epistemologia. Seguendo Price16 l’intuizione denze morali da qualsiasi altra credenza».17 può essere distinta dalle altre forme di cono- Per evitare lo scetticismo18 l’intuizionista ha scenza (come la deduzione o la coscienza bisogno di affermare anche che alcune creden- immediata) in quanto è apprendimento im- ze morali sono giustificate indipendentemente mediato tramite comprensione ovvero la dall’abilità di un certo soggetto S di inferire tali modalità in cui, senza la mediazione di alcun credenze da qualsiasi altra credenza. Tra gli in- processo di ragionamento, ci si rivelerebbero tuizionisti che difendono questa asserzione tro- verità auto-evidenti e idee generali e astratte. viamo gli affidabilisti per i quali una credenza Sebbene ci siano varie declinazioni dell’in- morale è giustificata quando risulta da un pro- tuizionismo nell’ambito dell’epistemologia mo- cesso che è effettivamente affidabile, anche se S rale, tale corrente di pensiero viene utilizzata non ha alcuna ragione per credere che il proces- sostanzialmente per contrastare il regresso scet- so sia affidabile.19 Se è così, se un qualche pro- tico. Grossomodo, in epistemologia, diciamo cesso affidabile è indipendente dalle nostre abi- che un soggetto S è giustificato a credere una lità inferenziali, allora ci sono alcune credenze certa proposizione p solo se S ha una buona ra- morali che sono giustificate in maniera non in- gione per credere che p. Avere una buona ra- ferenziale. Questo genere di intuizionismo può gione per essere giustificati epistemicamente a essere definito normativo ed epistemico in credere che p, in generale, significa che tale ra- quanto ci dice quand’è che una credenza è giu- gione deve essere costituita da premesse per le stificata. quali S è già in possesso di una giustificazione. Ciò che viene naturale chiedersi, a questo Gli argomenti scettici fanno leva sul fatto punto è: quand’è che un processo è effetti- che la giustificazione richiede una catena in- vamente affidabile? Secondo Sinnott-Arm- ferenziale potenzialmente infinita (motivo strong20 i recenti dati provenienti dalla psico- per cui nessuno sarebbe mai veramente giu- logia empirica e dall’economia sperimentale stificato a credere niente in maniera definiti- mostrerebbero che la maggior parte delle no- va) e lo stesso genere di regresso si applica stre credenze morali sono false, in quanto si alle credenze morali. Generalmente, la mossa formerebbero attraverso processi non affida- che si fa in epistemologia per bloccare il re- bili. Tra i processi non affidabili Sinnott- gresso scettico è di tipo fondazionalista: se S Armstrong21 colloca le illusioni. Tali illusioni può risalire a una premessa che è giustificato possono essere almeno di tre tipi: possono a credere senza essere in grado di inferire essere dovute al contesto, a generalizzazioni quella premessa da un’altra, allora non c’è al- imprecise, a semplificazioni e all’utilizzo di cuna nuova premessa da giustificare e il re- euristiche.22 Dal momento che euristiche e gresso si blocca. L’intuizionismo morale ap- illusioni cognitive sembrano rientrare tra i plica il fondazionalismo alle credenze morali, fattori che distorcono il nostro giudizio allo-
72 Corona ra, se ricaviamo dei giudizi in circostanze in problemi strettamente morali, secondo Sin- cui queste sono all’opera, non siamo episte- nott-Armstrong, poiché ai partecipanti al micamente giustificati ad avere una certa compito non viene detto nulla riguardo credenza p. l’influenza che i diversi modi di presentazio- Per ovviare al problema della giustifica- ne del problema hanno sulla loro scelta, allora zione delle credenze morali l’autore propone le decisioni prese dai partecipanti al compito di utilizzare un criterio “indiretto”: si fa ap- diventano decisioni morali. In secondo luo- pello a dei casi non-morali per sviluppare dei go, la sola differenza tra ogni coppia di deci- principi epistemici che consentano la giusti- sioni riguarda come i programmi sono incor- ficazione e in seguito si applicano tali princi- niciati, descritti: dunque la descrizione sem- pi epistemici anche ai casi morali. Il criterio bra inficiare le credenze morali. Tuttavia, di da lui proposto è quello di conferma; ci sono regola, se le opzioni portano a esiti identici (o casi di credenze morali per i quali vi è neces- almeno apparentemente tali), le descrizioni sità che una conferma sia disponibile. Tali non possono inficiare che cosa sia realmente casi sono quelli in cui il nostro giudizio po- moralmente corretto o sbagliato. Quindi, i trebbe essere falsato in quanto fazioso, o di risultati sperimentali suggeriscono che tali parte, quando il nostro giudizio è offuscato da credenze morali non sono affidabili. emozioni, illusioni o quando le nostre creden- E ancora, seguendo Horowitz, se non c’è ze sono state ricavate da fonti non affidabili. Il alcuna ragione per scegliere un riferimento citato caso dell’effetto di incorniciamento rien- piuttosto che un altro, ma la scelta è dettata trerebbe in questo genere di casi, in particolar da come sono descritti i problemi, allora le modo in quello di illusione (cognitiva). nostre intuizioni morali sembrano essere ar- L’argomento di Walter Sinnott-Armstrong23 a bitrarie e ingiustificate. Non solo, se anche ci sostegno della sua tesi è il seguente: fosse una ragione per scegliere un riferimento piuttosto che l’altro, allora noi dovremmo (1) Se le nostre intuizioni morali si sono avere accesso a quella ragione o non averlo. formate in circostanze in cui non sono af- Se lo avessimo significa che abbiamo fatto fidabili, e se dovessimo saperlo, allora le un’inferenza per trarre quella credenza mora- nostre intuizioni morali non sono giusti- le, e se non lo avessimo allora non saremmo ficate senza una conferma inferenziale. giustificati nella nostra credenza morale.26 (2) Se le intuizioni morali sono soggette a ef- Dal momento che gli effetti di incorni- fetti di framing, allora non sono affidabili ciamento spesso portano a incoerenza e erro- in quelle circostanze. re, sembra che non possiamo essere giustifi- (3) Le intuizioni morali sono soggette a ef- cati nel fidarci di un’intuizione morale che fetti di framing in molte circostanze. dipende da tali effetti a meno che noi non (4) Noi dovremmo saperlo (3). possiamo almeno essere consapevoli che que- (5) Quindi, le nostre intuizioni morali in sta intuizione è un’intuizione in cui il punto quelle circostanze non sono giustificate di riferimento è ragionevole. Quindi, dal senza una conferma inferenziale.24 momento che gli effetti di incorniciamento possono spiegare le nostre intuizioni, la posi- A questo argomento sono state mosse di- zione di Horowitz crea un serio problema per verse obiezioni;25 tuttavia alla luce della consa- l’intuizionismo morale. pevolezza di questioni come quelle sollevate A prescindere da quale spiegazione si dalla Horowitz, sembra abbastanza convincen- scelga, il problema epistemologico rimane. Se te a livello intuitivo. Vediamo il perché. il processo che ha formato una determinata In primo luogo, sebbene il problema della credenza non è affidabile, allora colui che malattia asiatica e l’effetto di incorniciamen- crede non è autorizzato ad avere quella cre- to riguardino problemi di scelta in sé e non denza (salvo conferma inferenziale). Che ci si
Dobbiamo abbandonare l’intuizionismo morale? 73 appoggi o meno al criterio della conferma in- diamo in macchina, tuttavia il numero di ferenziale, il punto di vista affidabilista sem- percorsi per arrivare a destinazione è poten- bra essere seriamente compromesso. zialmente illimitato. In base a cosa scegliere- Per capire se lo siano o meno anche le in- mo di svoltare a destra a un incrocio piutto- tuizioni morali in generale (la premessa 3 sto che a sinistra? Perché cercheremo un par- dell’argomento) bisogna addentrarsi ancora cheggio in una determinata zona piuttosto una volta nella ricerca empirica e affrontare che in un’altra? Nelle attività di tutti i giorni, due questioni per gradi. In primo luogo si come guidare, scegliere per quale partito vo- pone la questione che riguarda la realtà degli tare o, più in generale, a quali persone crede- effetti di incorniciamento in sé. Seppur gli re non abbiamo a disposizione informazioni esperimenti tipo-malattia asiatica – e i relati- numeriche precise. Dunque: cosa accade se vi effetti – siano stati ampliamente replicati presentiamo a dei soggetti problemi decisio- dagli anni ’80 del secolo passato a oggi, è be- nali in cui la scelta tra opzioni è basata ne ricordare che il dibattito è ancora vivo. sull’esperienza piuttosto che sulla descrizione? Le ricerche sugli effetti di incorniciamen- Molte attività comuni, possono essere defini- to convergono sul fatto che gli esseri umani, te come dei problemi decisionali basati su un di fronte a problemi decisionali equivalenti feedback abbastanza ridotto (small feedback- presentati per via descrittiva, esibiscono un based decision)28 o, più semplicemente, come ribaltamento di preferenze (il già citato prefe- decisioni basate sull’esperienza (experience- rence reversal). Tuttavia rimane aperta la based choice).29 questione su come nasca questo genere di ri- In vari studi30 con un semplice paradigma baltamento. Sostanzialmente, abbiamo colo- sperimentale è stata “ricreata in laboratorio” ro che pensano che il bias sia il frutto di una la situazione in cui si prendono decisioni a manipolazione sperimentale, un artefatto da partire dall’esperienza piuttosto che dalle de- laboratorio, e coloro che pensano che il bias scrizioni. In tali circostanze le persone sem- ci sia ma che vada spiegato meglio, tenendo brano non essere esposte all’effetto di incor- conto del fatto che quando si studia la valu- niciamento. tazione di determinate informazioni (esiti) e Quando i partecipanti a un compito di il manifestarsi di una certa gerarchia di prefe- decisione apprendono le informazioni per via renze negli esseri umani, è necessario chia- esperienziale non solo non sembrano essere mare in causa anche l’impatto di un determi- esposti all’effetto, ma anzi la loro propensio- nato insieme di esperienze sui processi cogni- ne/avversione al rischio sembra ribaltarsi ri- tivi del soggetto intervistato. spetto al quadro che si ha con le informazioni Un punto che è stato recentemente solle- apprese per via descrittiva. vato per esempio è il fatto che i problemi de- Per spiegare questo quadro di risultati cisionali sono sempre presentati sotto forma (quello che in generale viene chiamato de- di informazione scritta.27 Tuttavia, nella vita scription-experience gap), sono state proposte di tutti i giorni, è piuttosto ovvio che la mag- diverse soluzioni.31 Al momento, i fattori che gior parte delle azioni che dobbiamo effet- spiegano il gap in maniera più verosimile sem- tuare non presentano degli esiti precisi ma brano essere due: (1) il fare affidamento su siano piuttosto collocate in ambienti di incer- campionamenti piccoli, che comporterebbe sti- tezza, in cui abbiamo poche decisioni a di- me non accurate e una sottostima degli eventi sposizione e delle quali non conosciamo bene rari; (2) l’impatto delle informazioni acquisite i risultati. Come ci comportiamo in questi più di recente (recency-effect) che, assumendo contesti? Pensiamo a un compito frequente più importanza nella valutazione rispetto a come il mettersi alla guida per arrivare a la- quelle meno recenti, sarebbero ulteriore causa voro. Abbiamo un numero limitato di marce di errore. La discussione approfondita di questa e una destinazione ben precisa quando ci se- posizione si colloca oltre i nostri fini in questo
74 Corona lavoro. Sembra tuttavia utile menzionare alme- psicologi hanno cominciato a nutrire interes- no un’ulteriore questione. se specifico per i fattori sottostanti alle intui- Se mettere in luce la differenza che esiste zioni morali,38 e anche se la strada è ancora quando si acquisiscono informazioni a parti- lunga la disciplina continua ad avere sviluppi re dall’esperienza piuttosto che per via de- promettenti.39 scrittiva possa servire a spiegare il compor- Per suffragare la terza premessa dell’argo- tamento dei soggetti è questione ancora da mento di Sinnott-Armstrong, e dunque deci- accertare.32 Certo è che il gap tra esperienza e dere come dovremmo trattare le nostre intui- descrizione indica che il modo in cui si impa- zioni morali, l’apporto dei dati sperimentali ra una determinata informazione influenza i sembra essere diventato di importanza fon- nostri processi cognitivi. Dal momento che damentale. l’uomo è l’unico essere vivente in grado di Se accettiamo che alcuni fattori cognitivi processare informazioni espresse simbolica- possano influenzare una decisione di tipo mente e in maniera astratta, i dati ottenuti morale (dal momento che le nostre decisioni spesso vengono confrontati con gli esseri vi- sembrano essere condizionate dalla modalità venti che possono prendere decisioni solo per di presentazione di uno stesso problema deci- via esperienziale: gli animali. sionale) allora dovremmo almeno accettare Di recente gli studi sugli effetti di incorni- che i risultati della ricerca sperimentale sono ciamento si sono concentrati sul nostro pa- di fondamentale importanza anche per la fi- rente più prossimo del regno animale: ovvero losofia morale. su bonobo, scimpanzé e, più in generale, su Se la risoluzione di problemi come quello primati non-umani. Alcuni studi effettuati su del salvataggio di Philippa Foot non risiede bonobo e scimpanzé33 mostrano che le scim- (come ha mostrato Horowitz) nell’appello mie (o almeno alcune tipologie di queste) alla dottrina del fare e permettere, quanto sembrano esibire lo stesso bias degli esseri piuttosto nella spiegazione dell’effetto di in- umani. Se ci si attiene ai risultati ottenuti da corniciamento, a prescindere o meno che si queste ricerche bisognerebbe cominciare a abbandoni l’intuizionismo, bisogna quanto- sostenere l’ipotesi che l’architettura cognitiva meno ammettere che anche la psicologia co- responsabile delle scelte in condizioni di ri- gnitiva possiede un ruolo nello spiegare i di- schio sia comune tra noi, gli altri primati e lemmi morali. possibilmente anche agli altri animali,34 e che dunque sia una struttura abbastanza antica █ Conclusioni dal punto di vista evolutivo. Tuttavia altri studi comparati hanno mostrato risultati Sebbene alcune questioni riguardo gli ef- contrastanti35 e dunque il dibattito sulla real- fetti di incorniciamento sembrano essere an- tà degli effetti incorniciamento in sé ancora cora in discussione, l’effetto è stato ampia- deve esaurirsi. mente replicato e le illusioni cognitive sem- Il secondo problema si pone nello specifi- brano mostrarci che le nostre intuizioni vacil- co riguardo al rapporto tra effetti di incorni- lano. E tuttavia, se le nostre intuizioni sono ciamento e giudizi morali. Anche in questo messe in discussione, allora anche le nostre in- caso dobbiamo guardare alla ricerca empiri- tuizioni morali vacillano. ca, dal momento che negli ultimi anni anche In qualche modo le recenti ricerche empi- l’etica si è trasformata (per così dire) in etica riche ci mostrano che le nostre preferenze sperimentale. Petrinovich e O’Neill36 hanno non sono stabili, ma piuttosto suscettibili alla riscontrato effetti di incorniciamento in di- modalità di presentazione dell’informazione. verse varianti del problema del carrello; anche Con ciò non si vuole dire che è messa in di- Haidt e Baron37 hanno riscontrato l’effetto in scussione qualsiasi capacità di avere credenze altre tipologie di dilemmi morali. Filosofi e morali stabili, quanto piuttosto che le posi-
Dobbiamo abbandonare l’intuizionismo morale? 75 zioni che cercano di difendere le nostre cre- zational Behavior and Human Decision Process- denze morali a partire dall’accordo con le in- es», vol. LXXV, n. 1, 1998, pp. 23-55; A. STEIGER, tuizioni sembrano essere almeno parzialmen- A. KUHLBERGER, A Meta-Analytic Re-Appraisal of te compromesse. Se fattori come le ormai ben the Framing Effect, in: «Zeitschrift für Psycholo- note illusioni cognitive possono intaccare le gie», vol. CCXXVI, n. 1, 2018, pp. 45-55. 4 nostre intuizioni, allora anche le credenze D. KAHNEMAN, A. TVERSKY, The Framing of De- cision and the Psychology of Choice, cit., p. 456. morali basate su queste intuizioni sono intac- 5 Cfr. ivi, p. 453 - trad. it. mia. cate, e l’intuizionismo morale stesso deve es- 6 Cfr. D. KAHNEMAN, A. TVERSKY, Prospect Theo- sere abbandonato. In particolar modo dilem- ry. An Analysis of Decision under Risk, in: «Econ- mi come il problema del carrello o il problema ometrica», vol. XLVII, n. 2, 1979, pp. 263-291. del salvataggio non sarebbero trattabili per via 7 Cfr. P. FOOT, Killing and Letting Die, in: J.L. intuizionista, in quanto i dati empirici ci mo- GARFIELD, P. HENNESSEY (eds.), Abortion: Moral strano che le nostre intuizioni morali possono and Legal Perspectives, University of Amherst essere fortemente distorte da fattori che non Press, Amherst 1984, pp. 177-185. 8 sono moralmente rilevanti, quali ad esempio il Cfr. P. FOOT, The Problem of Abortion and the modo in cui è descritto un certo problema, la Doctrine of Double Effect (1967), in: P. FOOT, Vir- disposizione delle parole, etc. tues and Vices and Other Essays, University of Cal- ifornia Press, Berkeley (CA) 2002, pp. 19-32; W.S. Infine, la discussione tra etica e psicologia QUINN, Actions, Intentions, and Consequences: The cognitiva solleva un problema più generale. Doctrine of Doing and Allowing (1989), in: B. Spesso le illusioni cognitive sono state para- STEINBONCK, A. NORCROSS (eds.), Killing and gonate alle illusioni percettive, perché sem- Letting Die, Fordham University Press, New York brano, così come queste ultime, in qualche 1994, pp. 355-382; S.C. RICKLESS, The Doctrine of modo reali e inevitabili. In linea più generale Doing and Allowing, in: «The Philosophical Re- quello che sembrano mostrarci gli effetti di in- view», vol. CVI, n. 4, 1997, pp. 555-575. 9 corniciamento, le illusioni cognitive e gli studi W.S. QUINN, Actions, Intentions, and Conse- sul ragionamento e sulla presa di decisione quences, cit., p. 358 - trad. it. mia. 10 umana è che siamo, per usare un’espressione di Ibidem. 11 Dan Ariely, previdibilmente irrazionali. Ma se Cfr. T. HOROWITZ, Philosophical Intuitions and Psychological Theory, in: «Ethics», vol. CVIII, n. gli studi ci dimostrano che siamo, almeno in 2, 1998, pp. 367-385. parte, irrazionali, come facciamo allora a “es- 12 Cfr. D. KAHNEMAN, A. TVERSKY, Prospect Theo- sere morali” più in generale? ry. An Analysis of Decision under Risk, cit. 13 Cfr. D. KAHNEMAN, Thinking, Fast and Slow, █ Note Farrar, Straus & Giroux, New York 2011 (trad. it. Pensieri lenti e veloci, traduzione di L. SERRA, 1 Cfr. D. KAHNEMAN, A. TVERSKY, The Framing of Mondadori, Milano 2012). 14 Decision and the Psychology of Choice, in: «Sci- Cfr. D. KAHNEMAN, A. TVERSKY, Prospect Theo- ence», vol. CCXXI, n. 4481, 1981, pp. 453-458, ry. An Analysis of Decision under Risk, cit. 15 qui p. 453 - trad. it. mia. T. HOROWITZ, Philosophical Intuitions and Psy- 2 Cfr. K.J. ARROW, Risk Perception in Psychology chological Theory, cit., p. 378 - trad. it. mia. 16 and Economics, in: «Economic Inquiry», vol. XX, Cfr. R. PRICE, A Review of the Principle Ques- n. 1, 1982, pp. 1-9. tions in Morals (1758), in: D.D. RAPHAEL 3 Per una rassegna classica completa cfr. I.P. LEV- (ed.), The British Moralists 1650-1800, vol. II, IN, S.L. SCHNEIDER, G.J. GAETH, All Frames Are Clarendon Press, Oxford 1969, pp. 131-198. 17 Not Created Equal: A Typology and Critical Anal- Cfr. W. SINNOTT-ARMSTRONG, Moral Intui- ysis of Framing Effects, in: «Organizational Be- tionism Meets Empirical Psychology, in: T. HOR- havior and Human Decision Processes», vol. GAN, M. TIMMONS (ed.), Metaethics after Moore, LXXVI, n. 2, 1998, pp. 149-188; per una metana- Oxford Scholarship, Oxford 2006, pp. 339-365, lisi cfr. A. KUHLBERGER, The Influence of Framing qui p. 341 - trad. it. mia. 18 in Risky Decisions: A Meta-Analysis, in: «Organi- Cfr. W. SINNOTT-ARMSTRONG, Framing Moral
76 Corona Intuitions, in: W. SINNOTT-ARMSTRONG (ed.), gy and Rationality of Decisions from Experience, in: Moral Psychology, vol. II: The Cognitive Science of «Synthese», vol. CLXXXVII, n. 1, 2012, pp. 269- Morality: Intuition and Diversity, MIT Press, 292; R. HERTWIG, I. EREV, G. BARRON, E.U. WE- Cambridge (MA) 2008, pp. 47-76. BER, Decisions from Experience and the Effect of Rare 19 Cfr. R. SCHAFER-LANDAU, Moral Realism: A De- Events in Risky Choice, cit.; R. HAU, T.J. PLESKAC, J. fence, Oxford University Press, Oxford 2003. KIEFER, R. HERTWIG, The Description-Experience 20 Cfr. W. SINNOTT-ARMSTRONG, Moral Intuition- Gap in Risky Choice: The Role of Sample Size and ism Meets Empirical Psychology, cit.; W. SINNOTT- Experienced Probabilities, in: «Journal of Behav- ARMSTRONG, Framing Moral Intuitions, cit. ioral Decision Making», vol. XXI, n. 5, 2008, pp. 21 Cfr. W. SINNOTT-ARMSTRONG, Moral Intui- 493-518; R. HERTWIG, I. EREV, The Description- tionism Meets Empirical Psychology, cit. Experience Gap in Risky Choice, in: «Trends in 22 Con il termine “euristica” in psicologia e Cognitive Sciences», vol. XIII, n. 12, 2009, pp. nell’economia comportamentale si fa riferimento 517-523. 31 a una procedura decisionale intuitiva e involonta- Cfr. R. HERTWIG, I. EREV, The Description- ria, che ci aiuta a decidere in maniera rapida e in- Experience Gap in Risky Choice, cit. 32 tuitiva. Cfr., per esempio, C. GONZALEZ, K. MEHLHORN, 23 Cfr. W. SINNOTT-ARMSTRONG, Framing Moral Framing from Experience: Cognitive Processes and Intuitions, cit.; W. SINNOTT-ARMSTRONG, Emotion Predictions of Risky Choice, in: «Cognitive Science», and Reliability in Moral Psychology, in: «Emotion vol. XL, n. 5, 2015, pp. 1163-1191. 33 Review», vol. III, n. 3, 2011, pp. 288-289. Cfr. C. KRUPENYE, A.G. ROSATI, B. HARE, 24 W. SINNOTT-ARMSTRONG, Framing Moral In- Bonobos and Chimpanzees Exhibit Human-like tuitions, cit., p. 52 - trad. it. mia. Framing Effects, in: «Biology Letters», n. 11, 25 Si veda, per esempio, N. BALLANTYNE, J.C. 2015 – doi: 10.1098/rsbl.2014.0527. 34 THUROW, Moral Intuitionism Defeated?, in: Cfr. B. MARSH, A. KALCELNIK, Framing Effects «American Philosophical Quarterly», vol. L, n. 4, and Risky Decisions in Starlings, in: «Proceedings 2013, pp. 411-422; J. DEMAREE-COTTON, Do of the National Academy of Sciences», vol. Framing Effects Make Moral Intuitions Unrelia- XCIX, n. 5, 2002, pp. 3352-3355. 35 ble?, in: «Philosophical Psychology», vol. XXIX, Cfr. A. SILBERBERG, Human Risky Choice in a Re- n. 1, 2016, pp. 1-22. peated-gambles Procedure: An Up-linkage Replication 26 Cfr. W. SINNOTT-ARMSTRONG, Moral Intui- of Lakshminarayanan, Chen and Santos, in: «Ani- tionism Meets Empirical Psychology, cit. mal Cognition», vol. XVI, n. 6, 2011, pp. 907-914. 27 36 Per una rassegna in cui si mette in luce questo Cfr. L. PETRINOVICH, P. O’NEILL, Influence of problema si può consultare E.U. WEBER, S. SHAF- Wording and Framing Effects on Moral Intuitions, IR, A. BLAIS, Predicting Risk Sensitivity in Humans in: «Ethology and Sociobiology», vol. XVII, n. 3, and Lower Animals: Risk as Variance or Coefficient 1996, pp. 145-171. 37 of Variation, in: «Psychological Review», vol. Cfr. J. HAIDT, J. BARON, Social Roles and the CXI, n. 2, 2004, pp. 430-445. Moral Judgement of Acts and Omissions, in: «Eu- 28 I. EREV, G. BARRON, Small Feedback-based Deci- ropean Journal of Social Psychology», vol. XXVI, sions and Their Limited Correspondence to Descrip- n. 2, 1996, pp. 201-218. 38 tion-based Decisions, in: «Journal of Behavioral De- Cfr. N. GOLD, B.D. PULFORD, A.M. COLMAN, Do cision Making», vol. XVI, n. 3, 2003, pp. 215-233. as I Say, Don’t Do as I Do: Differences in Moral Judg- 29 Cfr. R. HERTWIG, I. EREV, G. BARRON, E.U. ments Do not Translate into Differences in Decisions WEBER, Decisions from Experience and the Effect of in Real-life Trolley Problems, in: «Journal of Eco- Rare Events in Risky Choice, in: «Psychological nomic Psychology», vol. XLVII, 2015, pp. 50-61; Science», vol. XV, n. 8, 2004, pp. 534-539. J.D. GREENE, L.E. NYSTROM, A.D. ENGELL, J.M. 30 Cfr. I. EREV, G. BARRON, Small Feedback-based DARLEY, J.D. COHEN, The Neural Bases of Cogni- Decisions and Their Limited Correspondence to De- tive Conflict and Control in Moral Judgment, in: scription-based Decisions, cit.; E.U. WEBER, S. SHAF- «Neuron», vol. XLIV, n. 2, 2004, pp. 389-400; J.D. IR, A. BLAIS, Predicting Risk Sensitivity in Humans GREENE, S.A. MORELLI, K. LOWENBERG, L.E. NYS- and Lower Animals: Risk as Variance or Coefficient TROM, J.D. COHEN, Cognitive Load Selectively In- of Variation, in: «Psychological Review», vol. CXI, terferes with Utilitarian Moral Judgment, in: n. 2, 2004, pp. 430-445; R. HERTWIG, The Psycholo- «Cognition», vol. CVII, n. 3, 2008, pp. 1144-1154.
Dobbiamo abbandonare l’intuizionismo morale? 77 39 Cfr., per esempio, J. ANDOW, Are Intuitions About «Review of Philosophy and Psychology», vol. IX, n. Moral Relevance Susceptible to Framing Effects?, in: 1, 2018, pp. 115-141. _____
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