Dobbiamo abbandonare l'intuizionismo morale? Effetti di incorniciamento e dilemmi morali

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Dobbiamo abbandonare l'intuizionismo morale? Effetti di incorniciamento e dilemmi morali
RIVISTA INTERNAZIONALE DI FILOSOFIA E PSICOLOGIA                                                ISSN 2039-4667; E-ISSN 2239-2629
 DOI: 10.4453/rifp.2019.0005                                                                           Vol. 10 (2019), n. 1, pp. 65-77

      TEMI ED EVENTI

Dobbiamo abbandonare l’intuizionismo morale?
Effetti di incorniciamento e dilemmi morali
Chiara Corona(α)
Ricevuto: 30 novembre 2018; accettato: 11 aprile 2019

█ Riassunto Gli sviluppi recenti nell’ambito della ricerca sui processi decisionali relativi ai cosiddetti effetti
di incorniciamento (framing effects) hanno ricevuto particolare attenzione da parte di quell’ambito della
filosofia morale che si occupa di spiegare i dilemmi morali classici legati al famoso problema del carrello
(trolley problem). Alcuni filosofi sostengono che illusioni cognitive come l’effetto di incorniciamento met-
tano seriamente in discussione alcuni punti di vista classici della filosofia morale come, per esempio, l’etica
normativa e l’intuizionismo morale. L’obiettivo di questo articolo è cercare di mostrare se, alla luce della
ricerca empirica sugli effetti di incorniciamento, possiamo mantenere un punto di vista intuizionista o
meno e, più in generale, che cosa implichino questo genere di dati per la filosofia morale.
PAROLE CHIAVE: Filosofia morale; Intuizionismo; Effetti di inconiciamento; Dilemmi morali; Teoria del
prospetto

█ Abstract Should we Abandon Moral Intuitionism? Framing Effects and Moral Dilemmas - Recent devel-
opments in experimental research on decision-making have received attention from moral philosophers
trying to explain classical moral dilemmas. The class of cognitive illusions known as framing effects have
received particular attention because they appear to play a role in explaining the famous trolley-problem.
Some philosophers maintain that cognitive illusions such as framing effects seriously undermine classical
point of views in moral philosophy such as normative ethics and moral intuitionism. This essay investigates
whether, in light of empirical research on framing effects, we can still maintain an intuitionist point of
view, and what the available data imply in general for moral philosophy.
KEYWORDS: Moral Philosophy; Intuitionism; Framing Effects; Moral Dilemmas; Prospect Theory

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NEGLI ULTIMI ANNI GLI STUDI nell’ambito                                  esempio, la dottrina del fare e permettere,
dell’economia cognitiva e sperimentale hanno                             l’intuizionismo morale e la possibilità per
contribuito a gettare nuova luce su alcuni pro-                          un’etica normativa stessa, sono state fortemente
blemi considerati standard nella filosofia mora-                         messe in discussione dal successo degli studi
le. La discussione di alcuni dilemmi morali clas-                        sperimentali.
sici, come il cosiddetto “problema del carrello”                             I traguardi della ricerca empirica sul ra-
(trolley problem) di Philippa Foot e alcune que-                         gionamento e sulla presa di decisione hanno
stioni generali all’interno dell’etica, quali, per                       consentito di migliorare la nostra compren-

(α)
 Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione, Università degli Studi di Torino, via S. Ottavio, 20 -
10124 Torino (I)
E-mail: coronachiara092@gmail.com ()
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sione del modo in cui i contesti influenzano         compito decisionale in questione, il problema
le nostre intuizioni e decisioni morali. In par-     della malattia asiatica. Si tratta di un compito
ticolare la ricerca sugli effetti di incornicia-     sperimentale ideato dal premio Nobel Daniel
mento (framing effects) nei dilemmi etici ha         Kahneman e dal suo ormai scomparso collega
contribuito al dibattito riguardo la validità        Amos Tversky che mostra gli esiti dell’effetto di
dell’utilizzo di esperimenti mentali e delle in-     incorniciamento quando si chiede alle persone
tuizioni come sostegno di alcuni argomenti           di prendere decisioni in merito a vite umane. In
morali. I filosofi hanno ampiamente utilizza-        secondo luogo, si cercherà di mostrare come la
to gli esperimenti mentali in ambito morale          teoria che prevede tale effetto (la teoria del pro-
per mostrare quanto sia importante che le            spetto) possa essere applicata per spiegare un
nostre teorie siano in accordo con le nostre         dilemma di decisione, il problema del salvatag-
intuizioni riguardo potenziali casi reali. Tut-      gio di Philippa Foot, a fronte di un approccio
tavia, recentemente alcuni filosofi cognitivi-       intuizionista. In terzo luogo si discuterà una
sti hanno cominciato a mostrare come il no-          proposta recente riguardo il modo in cui gli ef-
stro giudizio sia soggetto a bias, errori siste-     fetti di incorniciamento influenzano le nostre
matici ampiamente prevedibili, che ci sugge-         intuizioni morali e si accennerà più in generale
riscono di abbandonare l’appello alle intui-         ai problemi che l’etica deve affrontare a fronte
zioni morali.                                        dei recenti dati sperimentali.
    Tra i citati bias cognitivi uno dei più di-
scussi è il cosiddetto effetto di incorniciamen-     █ Il problema della malattia asiatica: che
to, “scoperto” nel 1981 da Daniel Kahneman             cos’è un effetto di incorniciamento
e Amos Tversky nei loro studi sulla presa di
decisione in condizioni di rischio e ampia-             Problema 1: Immagina che gli Stati Uniti si
mente replicato fino a oggi.                            stiano preparando all’arrivo di una malattia
    In psicologia morale gli effetti di incorni-        asiatica insolita, la quale ucciderebbe 600
ciamento si riscontrano quando le intuizioni            persone. Vengono proposti due programmi
morali delle persone vengono modificate da              alternativi per fronteggiare la malattia. As-
differenze che dovrebbero essere irrilevanti            sumi che l’esatta stima scientifica delle con-
dal punto di vista morale perché influenzate            seguenze dei due programmi sia la seguente:
dal modo in cui viene presentato uno scena-
rio. Per esempio, nel famoso problema del            - A: Se viene adottato il programma A, 200
carrello un soggetto sarà sicuramente più ten-         persone verranno salvate.
tato di tirare la leva e far andare il treno verso   - B: Se viene adottato il programma B, c’è
una sola persona se un’opzione gli viene pre-          1/3 di probabilità che 600 persone venga-
sentata come “salva cinque persone” piutto-            no salvate e 2/3 di probabilità che nessu-
sto che come “uccidi una persona” (sebbene             no venga salvato.
l’azione da svolgere sia la stessa e il risultato
in termini di vite salvate sia identico). Ciò            Quale dei due programmi sarebbe prefe-
che è particolarmente rilevante, come accen-         ribile?
navamo, è che dei fattori che in apparenza
sono irrilevanti sembrano essere in grado di            Problema 2: Immagina che gli Stati Uniti si
modificare le intuizioni morali delle persone.          stiano preparando per l’arrivo di una malat-
Negli ultimi anni vari filosofi hanno sostenu-          tia asiatica insolita, la quale ucciderebbe
to l’idea che la giustificazione delle nostre in-       600 persone. Vengono proposti due pro-
tuizioni morali in particolare sia minacciata           grammi alternativi per fronteggiare la ma-
da fattori come gli effetti di incorniciamento.         lattia. Assumi che l’esatta stima scientifica
    Al fine di discutere questo problema si è           delle conseguenze dei due programmi sia la
scelto di presentare prima di tutto il più famoso       seguente:
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- C: Se viene adottato il programma C, 400                 Il risultato è robusto, ed è stato replicato in
  persone moriranno.                                   molti altri studi.3 Si tratta di quanto viene
- D: Se viene adottato il programma D, c’è             chiamato preference reversal,4 un ribaltamento
  1/3 di probabilità che nessuno muoia e 2/3           di preferenze da prospetto positivo a prospetto
  di probabilità che 600 persone muoiano.              negativo e mostra che l’assioma dell’invarianza
                                                       è violato. Infatti, quando il problema è presen-
    Quale dei due programmi sarebbe prefe-             tato in termini di vite salvate viene preferita
ribile?1                                               l’opzione sicura (A) all’opzione rischiosa (B),
                                                       mentre quando il problema viene presentato in
    I due problemi sopra riportati costituiscono       termini di vite perse, viene preferita l’opzione
uno degli ormai più celebri compiti sperimenta-        rischiosa (D) all’opzione sicura (C). Dunque,
li sulla presa di decisione ideati da Daniel Kah-      sebbene i due problemi siano effettivamente
neman e Amos Tversky. Al compito partecipa-            identici,5 abbiamo un cambio di preferenze
no due gruppi di soggetti ai quali vengono pre-        con un ribaltamento dall’avversione al rischio
sentati rispettivamente il Problema 1 e il Pro-        (Problema 1) alla propensione al rischio (Pro-
blema 2. Sebbene i programmi siano descritti in        blema 2).
maniera differente, A e B in termini di vite sal-          Il bias trovato è quello che viene definito
vate, C e D in termini di vite perdute, i risultati    un effetto di incorniciamento (framing effect),
dei programmi A (200/600 vite salvate) e C             per il quale diverse formulazioni di uno stes-
(400/600 vite perse) coincidono, così come             so problema decisionale portano a preferenze
quelli dei programmi B (1/3 di probabilità di          differenti da parte dei partecipanti al compi-
salvare 600 vite e 2/3 di non salvare nessuno) e       to. Perché avviene ciò?
D (1/3 di probabilità che nessuno muoia e 2/3              In primo luogo vediamo come si dovrebbe
di probabilità che muoiano tutti). Il compito          ragionare “razionalmente” secondo la teoria
che devono svolgere i soggetti è sempre un             classica della decisione razionale, ovvero se-
compito di decisione forzata: i partecipanti si ri-    condo la teoria dell’utilità attesa. Il parteci-
trovano varie opzioni possibili tra cui dover          pante in caso di prospetto positivo dovrebbe
scegliere e non esiste un’opzione per l’indecisio-     ragionare più o meno in questi termini:
ne, si deve scegliere necessariamente una delle
opzioni cui ci si trova davanti.                          Opzione A = 200
    Uno degli assiomi fondamentali della teoria           Opzione B = (1/3 x 600 = 200) +
della decisione razionale è l’assioma dell’inva-          (2/3 x 0 = 0) = 200+0 = 200
rianza o di estensionalità,2 per il quale differenti
rappresentazioni (formulazioni, descrizioni)               La persona in questione dovrebbe essere
dello stesso problema di decisione devono pro-         perfettamente in grado di notare che, opzione
durre la stessa preferenza. Nel nostro caso ab-        sicura (A) e opzione rischiosa (B) in termini di
biamo che l’opzione A della formulazione posi-         utilità portano allo stesso risultato: salvare 200
tiva (delle vite salvate) corrisponde all’opzione      persone. Dunque la scelta avversa al rischio
C della formulazione negativa (delle vite perse)       (l’opzione sicura A) dovrebbe essere quella più
e che le opzioni di rischio B e D corrispondono.       attraente, ed effettivamente è quella che viene
Per l’assioma dell’invarianza dunque, le due           scelta dalla maggior parte dei partecipanti. In
formulazioni dello stesso problema, che da ora         caso di prospetto negativo invece, il nostro deci-
in avanti chiameremo prospetti, dovrebbero ge-         sore dovrebbe ragionare più o meno in questi
nerare le stesse preferenze. I risultati sperimen-     termini per la teoria dell’utilità:
tali tuttavia, mostrano il contrario: nel Proble-
ma 1, il 72% dei partecipanti sceglie A e il 28%          Opzione C = - 400
sceglie B; nel Problema 2, il 22% sceglie C e il          Opzione D = (1/3 x 0 = 0) +
78% sceglie D.                                            [2/3 x (-600) = -400] = 0 -400 = -400
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    Constatando dunque che le due opzioni in           cinque persone che rischiano di affogare
termini di utilità (ancora una volta) sono equi-       in un posto o di salvare una singola per-
valenti (effettivamente rappresentano una ri-          sona che è in pericolo di annegare altrove.
formulazione, in termini di vite perse, delle op-      Non puoi salvare tutti e sei.
zioni A e B). In questo caso tuttavia, la maggior
parte delle persone sceglie l’opzione rischiosa.       Salvataggio II: Puoi salvare cinque perso-
    Come accennato poco sopra, ciò che ac-             ne solamente guidando verso di loro e
cade è che in caso di prospetto positivo viene         quindi uccidendo qualcuno che (per una
preferita l’opzione sicura, tuttavia in caso di        ragione non specificata) è intrappolato
prospetto negativo viene preferita l’opzione di        sulla strada. Se decidi di non intraprende-
rischio. Per Kahneman e Tversky gli indivi-            re il salvataggio la persona intrappolata in
dui, nella fase di valutazione delle opzioni di        seguito verrà liberata ma le cinque perso-
un problema decisionale, inquadrano le op-             ne annegheranno.
zioni fissando un punto di riferimento e, in
base a questo, stabiliscono un ordine di pre-           Nel primo problema decisionale la nostra
ferenze che determinerà le scelte conseguen-        scelta verte tra un corso di azioni che salverà
ti. Il risultato è che a seconda di come uno        cinque persone e lascerà morire una persona
stesso problema decisionale viene formulato         e un corso di azioni che salverà una persona e
(in termini negativi o positivi, cioè di tasso di   lascerà morire cinque persone. Nel secondo
sopravvivenza o di mortalità nel nostro caso)       problema decisionale invece la nostra scelta
i partecipanti ai compiti prendono decisioni        verte tra un corso di azioni che salverà cinque
differenti. Solitamente, i risultati di compiti     persone e ne ucciderà una o un corso di non-
del tipo di quelli della malattia asiatica ven-     azioni dalle quali deriverà l’aver lasciato mo-
gono interpretati, in linea col programma eu-       rire cinque persone e l’aver lasciato che una
ristiche e bias, in termini di Teoria del Pro-      persona si salvi. Se esiste una differenza mo-
spetto, la teoria ideata dagli stessi Kahneman      rale tra ‘’uccidere’’ e “lasciar morire” sembra
e Tversky nel 1979,6 che si propone di descri-      che intuitivamente nel primo caso saremmo
vere l’atteggiamento dei decisori nei confron-      disposti a lasciar morire una persona per sal-
ti del rischio.                                     varne cinque, mentre nel secondo caso non
    Nei prossimi paragrafi vedremo come i ri-       saremmo disposti a ucciderla per salvare le
sultati da loro ottenuti possano essere appli-      altre cinque.
cati a un ben noto dilemma morale e quali               Una posizione deontologica classica che
siano le conseguenze cui vanno incontro le          tenta di fornire una spiegazione per questo
nostre intuizioni.                                  problema è la dottrina del fare e permettere
                                                    (the doctrine of doing and allowing). Per colo-
█ Il problema del salvataggio e la teoria del       ro che difendono questa posizione8 la diffe-
  prospetto                                         renza esiste ed è proprio questa ciò che giu-
                                                    stifica le nostre intuizioni riguardo i due pro-
    C’è una differenza morale tra uccidere e        blemi. I difensori di posizioni di questo gene-
lasciar morire? La domanda è l’incipit di un        re infatti distinguono l’azione che causa un
famoso saggio di Philippa Foot7 in cui              male dall’inazione che non impedisce quel
l’autrice propone come esperimento mentale          male (permettendolo), ossia che lascia che
un dilemma che potremmo sintetizzare nel            quel male accada.
modo seguente.                                          Un argomento classico per la dottrina del
    Si scelga l’azione più appropriata nei due      fare e permettere è quello di Warren Quinn,9 il
seguenti scenari:                                   quale cerca di riconciliare le nostre intuizioni
                                                    – soprattutto riguardo problemi come quello
     Salvataggio I: Puoi scegliere tra salvare      del salvataggio – con la dottrina sostenendo
Dobbiamo abbandonare l’intuizionismo morale?                                                           69

che è necessaria una giustificazione morale             qualcuno sicuramente morirà a causa della
più forte per uccidere piuttosto che per la-            malattia e bisogna decidere quanti verranno
sciar morire. Come egli stesso ha sottolineato          salvati; nel Problema 2 lo stato di riferimento
«nel Salvataggio I, sembriamo perfettamente             è differente, nessuno muore per la malattia,
giustificati nell’azione di salvare i cinque an-        perciò il miglior esito possibile (l’opzione mi-
che se comporta il fallire nel salvare il singo-        gliore) è mantenere questo status, cioè che
lo. Nel Salvataggio II, tuttavia, il poter proce-       nessuno muoia. La situazione finale in cui ci
dere nel corso di azioni indicato è tutt’altro          si ritrova è la stessa: si è certi di salvare due-
che ovvio. La dottrina intende catturare e              cento vite o di non salvarle, oppure (detta in
spiegare le coppie di casi come questi, in cui          altri termini ) si è certi di perdere quattrocen-
le considerazioni conseguenti apparentemen-             to vite o di non perderle, e tuttavia le prefe-
te vengono mantenute identiche (per esem-               renze dei soggetti sono differenti. Come ha
pio, cinque vite vs una vita) ma siamo inclini          sostenuto Daniel Kahneman se la Teoria del
a verdetti morali fortemente differenti».10             Prospetto portasse una bandiera, avrebbe
    Dunque Quinn sostiene che le persone                questa effige (cfr. Figura 1):
abbiano questa intuizione nei confronti dei                Figura 1. Funzione di valore della Teoria
due problemi, perché (come lui) “abbraccia-
no” la dottrina del fare e permettere, tuttavia
Tamara Horowitz11 ha fornito un resoconto
abbastanza differente a riguardo.
    Le scelte nel problema del salvataggio sa-
rebbero spiegabili in termini di teoria del pro-
spetto. La teoria di Kahneman e Tversky di-
stingue due fasi nel processo di scelta: (1) una
fase di framing ed editing (ovvero di “incorni-
ciamento”), seguita da (2) una fase di valuta-
zione.12 Nella fase di incorniciamento, in buo-
na sostanza il soggetto inquadra le azioni, le
circostanze e gli esiti delle possibili scelte. Nel-
la fase di valutazione i soggetti si comportano
come se calcolassero un valore (un’utilità) in
base ai risultati potenziali delle rispettive pro-
babilità dei prospetti che si trovano davanti, e
in seguito scelgono l’alternativa con un’utilità           del Prospetto (fonte: D. KAHNEMAN, Pen-
più elevata. La valutazione viene effettuata ri-           sieri lenti e veloci, cit., p. 312).
spetto a un punto di riferimento neutro, che
solitamente è lo status quo, ma può anche es-               La figura qui riportata è una funzione
sere il risultato che ci si aspetta o il risultato      sigmoidea, con andamento a “S” , il che rap-
cui si ritiene di avere diritto.13 Se i risultati so-   presenta una sensibilità decrescente sia per i
no migliori del punto di riferimento sono gua-          guadagni che per le perdite. In primo luogo è
dagni, se sono inferiori sono perdite.                  concava per i guadagni e convessa per le per-
    Il concetto fondamentale che va chiarito            dite; ciò significa che in valore soggettivo, la
qui è quello di punto di riferimento: ovvero lo         differenza tra un guadagno di dieci e venti è
stato di riferimento rispetto al quale sono va-         maggiore della differenza tra un guadagno di
lutati guadagni e perdite. Quello che accade            centodieci e centoventi (e la stessa relazione
in casi come quello della malattia asiatica è           vale anche per le perdite). In secondo luogo,
sostanzialmente che i soggetti fanno riferi-            l’andamento della funzione mostra che il di-
mento a uno stato differente: nel Problema 1            spiacere per le perdite è maggiore di quanto
70                                                                                               Corona

sia il piacere per i guadagni: quella che viene
chiamata avversione alle perdite. Un agente
sembra non essere indifferente al punto di
riferimento: il modo in cui gli esiti vengono
inquadrati (framed) è rilevante.

                                                         Figura 3. Deviazione dal punto di riferimen-
                                                         to (fonte: T. HOROWITZ, Philosophical Intui-
     Figura 2. Funzione dei pesi decisionali del-        tions and Psychological Theory, cit., p. 378).
     la Teoria del Prospetto (fonte: D. KAHNE-
     MAN, A. TVERSKY, Prospect Theory. An Ana-
     lysis of Decision under Risk, cit., pag. 283).

    Come si può vedere (cfr. Figura 2), i pesi
decisionali non seguono l’andamento delle
probabilità, non sono lineari. Cioè la proba-
bilità che i soggetti assegnano a un certo
evento o esito non è la probabilità oggettiva
di quell’evento o esito. È proprio a causa della
non-linearità della funzione di valore e della
funzione dei pesi che i soggetti sono esposti
agli effetti di incorniciamento: se le funzioni
fossero lineari, la preferenza tra opzioni sa-
rebbe indipendente dal framing.14
    Se applichiamo la teoria al problema del             Figura 4. Deviazione dal punto di riferimen-
salvataggio avremo che le differenti intuizioni          to (fonte: T. HOROWITZ, Philosophical Intui-
riguardo ciò che è moralmente corretto nelle             tions and Psychological Theory, cit., p. 379).
due situazioni, derivano da un cambiamento
nella scelta dell’esito neutrale. Nel decidere se         Se tutto ciò è corretto, sostiene Horowitz,
uccidere una persona o lasciarla morire un            «allora l’intuizione che c’è una differenza
decisore prende la persona in vita come sta-          nella forza delle ragioni non dovrebbe essere
tus quo e sceglie questo come esito neutrale.         spiegata in termini della differenza che viene
Dunque uccidere una persona viene visto               percepita tra azione e inazione ma piuttosto
come una deviazione negativa dal punto di             in termini delle differenti risposte ai guada-
riferimento. Ma nel decidere se salvare una           gni e alle perdite».15 Il vantaggio di utilizzare
persona che altrimenti morirebbe, il decisore         una spiegazione di questo genere è che fa leva
pensa che la persona morta sia lo status quo e        su una teoria psicologica che ha ampia forza
sceglie questo come esito neutrale. Quindi            predittiva, e riesce a spiegare anche molti al-
salvare la persona rappresenta una deviazio-          tri atteggiamenti degli esseri umani nei con-
ne positiva (cfr. Figura 3 e Figura 4).               fronti delle decisioni.
Dobbiamo abbandonare l’intuizionismo morale?                                                          71

     Se Horowitz ha ragione e le nostre decisioni    per cui: le persone sono giustificate ad avere
nel problema del salvataggio possono essere          credenze morali indipendentemente dal fatto
spiegate dalla teoria del prospetto, allora cosa     che siano in grado di inferire tali credenze da
ne è delle posizioni à la Quinn e, più in genera-    qualsiasi altra credenza.
le, cosa ne è delle nostre intuizioni morali?            Secondo Sinnott-Armstrong nell’ambito
                                                     dell’epistemologia morale anche una nozione
█ Le nostre intuizioni morali sono in pericolo?      debole di intuizionismo delle credenze può
                                                     generare il problema del regresso scettico. In-
    La corrente di pensiero che si occupa di         fatti, secondo Sinnott-Armstrong «alcune
difendere le nostre credenze morali a partire        persone sono giustificate in maniera episte-
dalle intuizioni è l’ormai classico intuizioni-      micamente adeguata ad avere alcune creden-
smo morale. Una delle caratteristiche peculia-       ze morali indipendentemente dal fatto che
ri dell’intuizionismo morale è proprio la sua        tali persone siano in grado di inferire tali cre-
epistemologia. Seguendo Price16 l’intuizione         denze morali da qualsiasi altra credenza».17
può essere distinta dalle altre forme di cono-           Per evitare lo scetticismo18 l’intuizionista ha
scenza (come la deduzione o la coscienza             bisogno di affermare anche che alcune creden-
immediata) in quanto è apprendimento im-             ze morali sono giustificate indipendentemente
mediato tramite comprensione ovvero la               dall’abilità di un certo soggetto S di inferire tali
modalità in cui, senza la mediazione di alcun        credenze da qualsiasi altra credenza. Tra gli in-
processo di ragionamento, ci si rivelerebbero        tuizionisti che difendono questa asserzione tro-
verità auto-evidenti e idee generali e astratte.     viamo gli affidabilisti per i quali una credenza
    Sebbene ci siano varie declinazioni dell’in-     morale è giustificata quando risulta da un pro-
tuizionismo nell’ambito dell’epistemologia mo-       cesso che è effettivamente affidabile, anche se S
rale, tale corrente di pensiero viene utilizzata     non ha alcuna ragione per credere che il proces-
sostanzialmente per contrastare il regresso scet-    so sia affidabile.19 Se è così, se un qualche pro-
tico. Grossomodo, in epistemologia, diciamo          cesso affidabile è indipendente dalle nostre abi-
che un soggetto S è giustificato a credere una       lità inferenziali, allora ci sono alcune credenze
certa proposizione p solo se S ha una buona ra-      morali che sono giustificate in maniera non in-
gione per credere che p. Avere una buona ra-         ferenziale. Questo genere di intuizionismo può
gione per essere giustificati epistemicamente a      essere definito normativo ed epistemico in
credere che p, in generale, significa che tale ra-   quanto ci dice quand’è che una credenza è giu-
gione deve essere costituita da premesse per le      stificata.
quali S è già in possesso di una giustificazione.        Ciò che viene naturale chiedersi, a questo
    Gli argomenti scettici fanno leva sul fatto      punto è: quand’è che un processo è effetti-
che la giustificazione richiede una catena in-       vamente affidabile? Secondo Sinnott-Arm-
ferenziale potenzialmente infinita (motivo           strong20 i recenti dati provenienti dalla psico-
per cui nessuno sarebbe mai veramente giu-           logia empirica e dall’economia sperimentale
stificato a credere niente in maniera definiti-      mostrerebbero che la maggior parte delle no-
va) e lo stesso genere di regresso si applica        stre credenze morali sono false, in quanto si
alle credenze morali. Generalmente, la mossa         formerebbero attraverso processi non affida-
che si fa in epistemologia per bloccare il re-       bili. Tra i processi non affidabili Sinnott-
gresso scettico è di tipo fondazionalista: se S      Armstrong21 colloca le illusioni. Tali illusioni
può risalire a una premessa che è giustificato       possono essere almeno di tre tipi: possono
a credere senza essere in grado di inferire          essere dovute al contesto, a generalizzazioni
quella premessa da un’altra, allora non c’è al-      imprecise, a semplificazioni e all’utilizzo di
cuna nuova premessa da giustificare e il re-         euristiche.22 Dal momento che euristiche e
gresso si blocca. L’intuizionismo morale ap-         illusioni cognitive sembrano rientrare tra i
plica il fondazionalismo alle credenze morali,       fattori che distorcono il nostro giudizio allo-
72                                                                                           Corona

ra, se ricaviamo dei giudizi in circostanze in       problemi strettamente morali, secondo Sin-
cui queste sono all’opera, non siamo episte-         nott-Armstrong, poiché ai partecipanti al
micamente giustificati ad avere una certa            compito non viene detto nulla riguardo
credenza p.                                          l’influenza che i diversi modi di presentazio-
    Per ovviare al problema della giustifica-        ne del problema hanno sulla loro scelta, allora
zione delle credenze morali l’autore propone         le decisioni prese dai partecipanti al compito
di utilizzare un criterio “indiretto”: si fa ap-     diventano decisioni morali. In secondo luo-
pello a dei casi non-morali per sviluppare dei       go, la sola differenza tra ogni coppia di deci-
principi epistemici che consentano la giusti-        sioni riguarda come i programmi sono incor-
ficazione e in seguito si applicano tali princi-     niciati, descritti: dunque la descrizione sem-
pi epistemici anche ai casi morali. Il criterio      bra inficiare le credenze morali. Tuttavia, di
da lui proposto è quello di conferma; ci sono        regola, se le opzioni portano a esiti identici (o
casi di credenze morali per i quali vi è neces-      almeno apparentemente tali), le descrizioni
sità che una conferma sia disponibile. Tali          non possono inficiare che cosa sia realmente
casi sono quelli in cui il nostro giudizio po-       moralmente corretto o sbagliato. Quindi, i
trebbe essere falsato in quanto fazioso, o di        risultati sperimentali suggeriscono che tali
parte, quando il nostro giudizio è offuscato da      credenze morali non sono affidabili.
emozioni, illusioni o quando le nostre creden-           E ancora, seguendo Horowitz, se non c’è
ze sono state ricavate da fonti non affidabili. Il   alcuna ragione per scegliere un riferimento
citato caso dell’effetto di incorniciamento rien-    piuttosto che un altro, ma la scelta è dettata
trerebbe in questo genere di casi, in particolar     da come sono descritti i problemi, allora le
modo in quello di illusione (cognitiva).             nostre intuizioni morali sembrano essere ar-
L’argomento di Walter Sinnott-Armstrong23 a          bitrarie e ingiustificate. Non solo, se anche ci
sostegno della sua tesi è il seguente:               fosse una ragione per scegliere un riferimento
                                                     piuttosto che l’altro, allora noi dovremmo
(1) Se le nostre intuizioni morali si sono           avere accesso a quella ragione o non averlo.
    formate in circostanze in cui non sono af-       Se lo avessimo significa che abbiamo fatto
    fidabili, e se dovessimo saperlo, allora le      un’inferenza per trarre quella credenza mora-
    nostre intuizioni morali non sono giusti-        le, e se non lo avessimo allora non saremmo
    ficate senza una conferma inferenziale.          giustificati nella nostra credenza morale.26
(2) Se le intuizioni morali sono soggette a ef-          Dal momento che gli effetti di incorni-
    fetti di framing, allora non sono affidabili     ciamento spesso portano a incoerenza e erro-
    in quelle circostanze.                           re, sembra che non possiamo essere giustifi-
(3) Le intuizioni morali sono soggette a ef-         cati nel fidarci di un’intuizione morale che
    fetti di framing in molte circostanze.           dipende da tali effetti a meno che noi non
(4) Noi dovremmo saperlo (3).                        possiamo almeno essere consapevoli che que-
(5) Quindi, le nostre intuizioni morali in           sta intuizione è un’intuizione in cui il punto
    quelle circostanze non sono giustificate         di riferimento è ragionevole. Quindi, dal
    senza una conferma inferenziale.24               momento che gli effetti di incorniciamento
                                                     possono spiegare le nostre intuizioni, la posi-
    A questo argomento sono state mosse di-          zione di Horowitz crea un serio problema per
verse obiezioni;25 tuttavia alla luce della consa-   l’intuizionismo morale.
pevolezza di questioni come quelle sollevate             A prescindere da quale spiegazione si
dalla Horowitz, sembra abbastanza convincen-         scelga, il problema epistemologico rimane. Se
te a livello intuitivo. Vediamo il perché.           il processo che ha formato una determinata
    In primo luogo, sebbene il problema della        credenza non è affidabile, allora colui che
malattia asiatica e l’effetto di incorniciamen-      crede non è autorizzato ad avere quella cre-
to riguardino problemi di scelta in sé e non         denza (salvo conferma inferenziale). Che ci si
Dobbiamo abbandonare l’intuizionismo morale?                                                      73

appoggi o meno al criterio della conferma in-      diamo in macchina, tuttavia il numero di
ferenziale, il punto di vista affidabilista sem-   percorsi per arrivare a destinazione è poten-
bra essere seriamente compromesso.                 zialmente illimitato. In base a cosa scegliere-
    Per capire se lo siano o meno anche le in-     mo di svoltare a destra a un incrocio piutto-
tuizioni morali in generale (la premessa 3         sto che a sinistra? Perché cercheremo un par-
dell’argomento) bisogna addentrarsi ancora         cheggio in una determinata zona piuttosto
una volta nella ricerca empirica e affrontare      che in un’altra? Nelle attività di tutti i giorni,
due questioni per gradi. In primo luogo si         come guidare, scegliere per quale partito vo-
pone la questione che riguarda la realtà degli     tare o, più in generale, a quali persone crede-
effetti di incorniciamento in sé. Seppur gli       re non abbiamo a disposizione informazioni
esperimenti tipo-malattia asiatica – e i relati-   numeriche precise. Dunque: cosa accade se
vi effetti – siano stati ampliamente replicati     presentiamo a dei soggetti problemi decisio-
dagli anni ’80 del secolo passato a oggi, è be-    nali in cui la scelta tra opzioni è basata
ne ricordare che il dibattito è ancora vivo.       sull’esperienza piuttosto che sulla descrizione?
    Le ricerche sugli effetti di incorniciamen-    Molte attività comuni, possono essere defini-
to convergono sul fatto che gli esseri umani,      te come dei problemi decisionali basati su un
di fronte a problemi decisionali equivalenti       feedback abbastanza ridotto (small feedback-
presentati per via descrittiva, esibiscono un      based decision)28 o, più semplicemente, come
ribaltamento di preferenze (il già citato prefe-   decisioni basate sull’esperienza (experience-
rence reversal). Tuttavia rimane aperta la         based choice).29
questione su come nasca questo genere di ri-           In vari studi30 con un semplice paradigma
baltamento. Sostanzialmente, abbiamo colo-         sperimentale è stata “ricreata in laboratorio”
ro che pensano che il bias sia il frutto di una    la situazione in cui si prendono decisioni a
manipolazione sperimentale, un artefatto da        partire dall’esperienza piuttosto che dalle de-
laboratorio, e coloro che pensano che il bias      scrizioni. In tali circostanze le persone sem-
ci sia ma che vada spiegato meglio, tenendo        brano non essere esposte all’effetto di incor-
conto del fatto che quando si studia la valu-      niciamento.
tazione di determinate informazioni (esiti) e          Quando i partecipanti a un compito di
il manifestarsi di una certa gerarchia di prefe-   decisione apprendono le informazioni per via
renze negli esseri umani, è necessario chia-       esperienziale non solo non sembrano essere
mare in causa anche l’impatto di un determi-       esposti all’effetto, ma anzi la loro propensio-
nato insieme di esperienze sui processi cogni-     ne/avversione al rischio sembra ribaltarsi ri-
tivi del soggetto intervistato.                    spetto al quadro che si ha con le informazioni
    Un punto che è stato recentemente solle-       apprese per via descrittiva.
vato per esempio è il fatto che i problemi de-         Per spiegare questo quadro di risultati
cisionali sono sempre presentati sotto forma       (quello che in generale viene chiamato de-
di informazione scritta.27 Tuttavia, nella vita    scription-experience gap), sono state proposte
di tutti i giorni, è piuttosto ovvio che la mag-   diverse soluzioni.31 Al momento, i fattori che
gior parte delle azioni che dobbiamo effet-        spiegano il gap in maniera più verosimile sem-
tuare non presentano degli esiti precisi ma        brano essere due: (1) il fare affidamento su
siano piuttosto collocate in ambienti di incer-    campionamenti piccoli, che comporterebbe sti-
tezza, in cui abbiamo poche decisioni a di-        me non accurate e una sottostima degli eventi
sposizione e delle quali non conosciamo bene       rari; (2) l’impatto delle informazioni acquisite
i risultati. Come ci comportiamo in questi         più di recente (recency-effect) che, assumendo
contesti? Pensiamo a un compito frequente          più importanza nella valutazione rispetto a
come il mettersi alla guida per arrivare a la-     quelle meno recenti, sarebbero ulteriore causa
voro. Abbiamo un numero limitato di marce          di errore. La discussione approfondita di questa
e una destinazione ben precisa quando ci se-       posizione si colloca oltre i nostri fini in questo
74                                                                                            Corona

lavoro. Sembra tuttavia utile menzionare alme-       psicologi hanno cominciato a nutrire interes-
no un’ulteriore questione.                           se specifico per i fattori sottostanti alle intui-
    Se mettere in luce la differenza che esiste      zioni morali,38 e anche se la strada è ancora
quando si acquisiscono informazioni a parti-         lunga la disciplina continua ad avere sviluppi
re dall’esperienza piuttosto che per via de-         promettenti.39
scrittiva possa servire a spiegare il compor-            Per suffragare la terza premessa dell’argo-
tamento dei soggetti è questione ancora da           mento di Sinnott-Armstrong, e dunque deci-
accertare.32 Certo è che il gap tra esperienza e     dere come dovremmo trattare le nostre intui-
descrizione indica che il modo in cui si impa-       zioni morali, l’apporto dei dati sperimentali
ra una determinata informazione influenza i          sembra essere diventato di importanza fon-
nostri processi cognitivi. Dal momento che           damentale.
l’uomo è l’unico essere vivente in grado di              Se accettiamo che alcuni fattori cognitivi
processare informazioni espresse simbolica-          possano influenzare una decisione di tipo
mente e in maniera astratta, i dati ottenuti         morale (dal momento che le nostre decisioni
spesso vengono confrontati con gli esseri vi-        sembrano essere condizionate dalla modalità
venti che possono prendere decisioni solo per        di presentazione di uno stesso problema deci-
via esperienziale: gli animali.                      sionale) allora dovremmo almeno accettare
    Di recente gli studi sugli effetti di incorni-   che i risultati della ricerca sperimentale sono
ciamento si sono concentrati sul nostro pa-          di fondamentale importanza anche per la fi-
rente più prossimo del regno animale: ovvero         losofia morale.
su bonobo, scimpanzé e, più in generale, su              Se la risoluzione di problemi come quello
primati non-umani. Alcuni studi effettuati su        del salvataggio di Philippa Foot non risiede
bonobo e scimpanzé33 mostrano che le scim-           (come ha mostrato Horowitz) nell’appello
mie (o almeno alcune tipologie di queste)            alla dottrina del fare e permettere, quanto
sembrano esibire lo stesso bias degli esseri         piuttosto nella spiegazione dell’effetto di in-
umani. Se ci si attiene ai risultati ottenuti da     corniciamento, a prescindere o meno che si
queste ricerche bisognerebbe cominciare a            abbandoni l’intuizionismo, bisogna quanto-
sostenere l’ipotesi che l’architettura cognitiva     meno ammettere che anche la psicologia co-
responsabile delle scelte in condizioni di ri-       gnitiva possiede un ruolo nello spiegare i di-
schio sia comune tra noi, gli altri primati e        lemmi morali.
possibilmente anche agli altri animali,34 e che
dunque sia una struttura abbastanza antica           █ Conclusioni
dal punto di vista evolutivo. Tuttavia altri
studi comparati hanno mostrato risultati                 Sebbene alcune questioni riguardo gli ef-
contrastanti35 e dunque il dibattito sulla real-     fetti di incorniciamento sembrano essere an-
tà degli effetti incorniciamento in sé ancora        cora in discussione, l’effetto è stato ampia-
deve esaurirsi.                                      mente replicato e le illusioni cognitive sem-
    Il secondo problema si pone nello specifi-       brano mostrarci che le nostre intuizioni vacil-
co riguardo al rapporto tra effetti di incorni-      lano. E tuttavia, se le nostre intuizioni sono
ciamento e giudizi morali. Anche in questo           messe in discussione, allora anche le nostre in-
caso dobbiamo guardare alla ricerca empiri-          tuizioni morali vacillano.
ca, dal momento che negli ultimi anni anche              In qualche modo le recenti ricerche empi-
l’etica si è trasformata (per così dire) in etica    riche ci mostrano che le nostre preferenze
sperimentale. Petrinovich e O’Neill36 hanno          non sono stabili, ma piuttosto suscettibili alla
riscontrato effetti di incorniciamento in di-        modalità di presentazione dell’informazione.
verse varianti del problema del carrello; anche      Con ciò non si vuole dire che è messa in di-
Haidt e Baron37 hanno riscontrato l’effetto in       scussione qualsiasi capacità di avere credenze
altre tipologie di dilemmi morali. Filosofi e        morali stabili, quanto piuttosto che le posi-
Dobbiamo abbandonare l’intuizionismo morale?                                                          75

zioni che cercano di difendere le nostre cre-         zational Behavior and Human Decision Process-
denze morali a partire dall’accordo con le in-        es», vol. LXXV, n. 1, 1998, pp. 23-55; A. STEIGER,
tuizioni sembrano essere almeno parzialmen-           A. KUHLBERGER, A Meta-Analytic Re-Appraisal of
te compromesse. Se fattori come le ormai ben          the Framing Effect, in: «Zeitschrift für Psycholo-
note illusioni cognitive possono intaccare le         gie», vol. CCXXVI, n. 1, 2018, pp. 45-55.
                                                      4
nostre intuizioni, allora anche le credenze             D. KAHNEMAN, A. TVERSKY, The Framing of De-
                                                      cision and the Psychology of Choice, cit., p. 456.
morali basate su queste intuizioni sono intac-        5
                                                        Cfr. ivi, p. 453 - trad. it. mia.
cate, e l’intuizionismo morale stesso deve es-        6
                                                        Cfr. D. KAHNEMAN, A. TVERSKY, Prospect Theo-
sere abbandonato. In particolar modo dilem-           ry. An Analysis of Decision under Risk, in: «Econ-
mi come il problema del carrello o il problema        ometrica», vol. XLVII, n. 2, 1979, pp. 263-291.
del salvataggio non sarebbero trattabili per via      7
                                                         Cfr. P. FOOT, Killing and Letting Die, in: J.L.
intuizionista, in quanto i dati empirici ci mo-       GARFIELD, P. HENNESSEY (eds.), Abortion: Moral
strano che le nostre intuizioni morali possono        and Legal Perspectives, University of Amherst
essere fortemente distorte da fattori che non         Press, Amherst 1984, pp. 177-185.
                                                      8
sono moralmente rilevanti, quali ad esempio il           Cfr. P. FOOT, The Problem of Abortion and the
modo in cui è descritto un certo problema, la         Doctrine of Double Effect (1967), in: P. FOOT, Vir-
disposizione delle parole, etc.                       tues and Vices and Other Essays, University of Cal-
                                                      ifornia Press, Berkeley (CA) 2002, pp. 19-32; W.S.
    Infine, la discussione tra etica e psicologia     QUINN, Actions, Intentions, and Consequences: The
cognitiva solleva un problema più generale.           Doctrine of Doing and Allowing (1989), in: B.
Spesso le illusioni cognitive sono state para-        STEINBONCK, A. NORCROSS (eds.), Killing and
gonate alle illusioni percettive, perché sem-         Letting Die, Fordham University Press, New York
brano, così come queste ultime, in qualche            1994, pp. 355-382; S.C. RICKLESS, The Doctrine of
modo reali e inevitabili. In linea più generale       Doing and Allowing, in: «The Philosophical Re-
quello che sembrano mostrarci gli effetti di in-      view», vol. CVI, n. 4, 1997, pp. 555-575.
                                                      9
corniciamento, le illusioni cognitive e gli studi        W.S. QUINN, Actions, Intentions, and Conse-
sul ragionamento e sulla presa di decisione           quences, cit., p. 358 - trad. it. mia.
                                                      10
umana è che siamo, per usare un’espressione di           Ibidem.
                                                      11
Dan Ariely, previdibilmente irrazionali. Ma se           Cfr. T. HOROWITZ, Philosophical Intuitions and
                                                      Psychological Theory, in: «Ethics», vol. CVIII, n.
gli studi ci dimostrano che siamo, almeno in          2, 1998, pp. 367-385.
parte, irrazionali, come facciamo allora a “es-       12
                                                         Cfr. D. KAHNEMAN, A. TVERSKY, Prospect Theo-
sere morali” più in generale?                         ry. An Analysis of Decision under Risk, cit.
                                                      13
                                                          Cfr. D. KAHNEMAN, Thinking, Fast and Slow,
█ Note                                                Farrar, Straus & Giroux, New York 2011 (trad. it.
                                                      Pensieri lenti e veloci, traduzione di L. SERRA,
1
  Cfr. D. KAHNEMAN, A. TVERSKY, The Framing of        Mondadori, Milano 2012).
                                                      14
Decision and the Psychology of Choice, in: «Sci-         Cfr. D. KAHNEMAN, A. TVERSKY, Prospect Theo-
ence», vol. CCXXI, n. 4481, 1981, pp. 453-458,        ry. An Analysis of Decision under Risk, cit.
                                                      15
qui p. 453 - trad. it. mia.                              T. HOROWITZ, Philosophical Intuitions and Psy-
2
  Cfr. K.J. ARROW, Risk Perception in Psychology      chological Theory, cit., p. 378 - trad. it. mia.
                                                      16
and Economics, in: «Economic Inquiry», vol. XX,           Cfr. R. PRICE, A Review of the Principle Ques-
n. 1, 1982, pp. 1-9.                                  tions in Morals (1758), in: D.D. RAPHAEL
3
  Per una rassegna classica completa cfr. I.P. LEV-   (ed.), The British Moralists 1650-1800, vol. II,
IN, S.L. SCHNEIDER, G.J. GAETH, All Frames Are        Clarendon Press, Oxford 1969, pp. 131-198.
                                                      17
Not Created Equal: A Typology and Critical Anal-          Cfr. W. SINNOTT-ARMSTRONG, Moral Intui-
ysis of Framing Effects, in: «Organizational Be-      tionism Meets Empirical Psychology, in: T. HOR-
havior and Human Decision Processes», vol.            GAN, M. TIMMONS (ed.), Metaethics after Moore,
LXXVI, n. 2, 1998, pp. 149-188; per una metana-       Oxford Scholarship, Oxford 2006, pp. 339-365,
lisi cfr. A. KUHLBERGER, The Influence of Framing     qui p. 341 - trad. it. mia.
                                                      18
in Risky Decisions: A Meta-Analysis, in: «Organi-        Cfr. W. SINNOTT-ARMSTRONG, Framing Moral
76                                                                                                  Corona

Intuitions, in: W. SINNOTT-ARMSTRONG (ed.),             gy and Rationality of Decisions from Experience, in:
Moral Psychology, vol. II: The Cognitive Science of     «Synthese», vol. CLXXXVII, n. 1, 2012, pp. 269-
Morality: Intuition and Diversity, MIT Press,           292; R. HERTWIG, I. EREV, G. BARRON, E.U. WE-
Cambridge (MA) 2008, pp. 47-76.                         BER, Decisions from Experience and the Effect of Rare
19
   Cfr. R. SCHAFER-LANDAU, Moral Realism: A De-         Events in Risky Choice, cit.; R. HAU, T.J. PLESKAC, J.
fence, Oxford University Press, Oxford 2003.            KIEFER, R. HERTWIG, The Description-Experience
20
   Cfr. W. SINNOTT-ARMSTRONG, Moral Intuition-          Gap in Risky Choice: The Role of Sample Size and
ism Meets Empirical Psychology, cit.; W. SINNOTT-       Experienced Probabilities, in: «Journal of Behav-
ARMSTRONG, Framing Moral Intuitions, cit.               ioral Decision Making», vol. XXI, n. 5, 2008, pp.
21
   Cfr. W. SINNOTT-ARMSTRONG, Moral Intui-              493-518; R. HERTWIG, I. EREV, The Description-
tionism Meets Empirical Psychology, cit.                Experience Gap in Risky Choice, in: «Trends in
22
    Con il termine “euristica” in psicologia e          Cognitive Sciences», vol. XIII, n. 12, 2009, pp.
nell’economia comportamentale si fa riferimento         517-523.
                                                        31
a una procedura decisionale intuitiva e involonta-         Cfr. R. HERTWIG, I. EREV, The Description-
ria, che ci aiuta a decidere in maniera rapida e in-    Experience Gap in Risky Choice, cit.
                                                        32
tuitiva.                                                   Cfr., per esempio, C. GONZALEZ, K. MEHLHORN,
23
   Cfr. W. SINNOTT-ARMSTRONG, Framing Moral             Framing from Experience: Cognitive Processes and
Intuitions, cit.; W. SINNOTT-ARMSTRONG, Emotion         Predictions of Risky Choice, in: «Cognitive Science»,
and Reliability in Moral Psychology, in: «Emotion       vol. XL, n. 5, 2015, pp. 1163-1191.
                                                        33
Review», vol. III, n. 3, 2011, pp. 288-289.                 Cfr. C. KRUPENYE, A.G. ROSATI, B. HARE,
24
   W. SINNOTT-ARMSTRONG, Framing Moral In-              Bonobos and Chimpanzees Exhibit Human-like
tuitions, cit., p. 52 - trad. it. mia.                  Framing Effects, in: «Biology Letters», n. 11,
25
    Si veda, per esempio, N. BALLANTYNE, J.C.           2015 – doi: 10.1098/rsbl.2014.0527.
                                                        34
THUROW, Moral Intuitionism Defeated?, in:                  Cfr. B. MARSH, A. KALCELNIK, Framing Effects
«American Philosophical Quarterly», vol. L, n. 4,       and Risky Decisions in Starlings, in: «Proceedings
2013, pp. 411-422; J. DEMAREE-COTTON, Do                of the National Academy of Sciences», vol.
Framing Effects Make Moral Intuitions Unrelia-          XCIX, n. 5, 2002, pp. 3352-3355.
                                                        35
ble?, in: «Philosophical Psychology», vol. XXIX,           Cfr. A. SILBERBERG, Human Risky Choice in a Re-
n. 1, 2016, pp. 1-22.                                   peated-gambles Procedure: An Up-linkage Replication
26
   Cfr. W. SINNOTT-ARMSTRONG, Moral Intui-              of Lakshminarayanan, Chen and Santos, in: «Ani-
tionism Meets Empirical Psychology, cit.                mal Cognition», vol. XVI, n. 6, 2011, pp. 907-914.
27                                                      36
   Per una rassegna in cui si mette in luce questo         Cfr. L. PETRINOVICH, P. O’NEILL, Influence of
problema si può consultare E.U. WEBER, S. SHAF-         Wording and Framing Effects on Moral Intuitions,
IR, A. BLAIS, Predicting Risk Sensitivity in Humans     in: «Ethology and Sociobiology», vol. XVII, n. 3,
and Lower Animals: Risk as Variance or Coefficient      1996, pp. 145-171.
                                                        37
of Variation, in: «Psychological Review», vol.             Cfr. J. HAIDT, J. BARON, Social Roles and the
CXI, n. 2, 2004, pp. 430-445.                           Moral Judgement of Acts and Omissions, in: «Eu-
28
   I. EREV, G. BARRON, Small Feedback-based Deci-       ropean Journal of Social Psychology», vol. XXVI,
sions and Their Limited Correspondence to Descrip-      n. 2, 1996, pp. 201-218.
                                                        38
tion-based Decisions, in: «Journal of Behavioral De-       Cfr. N. GOLD, B.D. PULFORD, A.M. COLMAN, Do
cision Making», vol. XVI, n. 3, 2003, pp. 215-233.      as I Say, Don’t Do as I Do: Differences in Moral Judg-
29
   Cfr. R. HERTWIG, I. EREV, G. BARRON, E.U.            ments Do not Translate into Differences in Decisions
WEBER, Decisions from Experience and the Effect of      in Real-life Trolley Problems, in: «Journal of Eco-
Rare Events in Risky Choice, in: «Psychological         nomic Psychology», vol. XLVII, 2015, pp. 50-61;
Science», vol. XV, n. 8, 2004, pp. 534-539.             J.D. GREENE, L.E. NYSTROM, A.D. ENGELL, J.M.
30
   Cfr. I. EREV, G. BARRON, Small Feedback-based        DARLEY, J.D. COHEN, The Neural Bases of Cogni-
Decisions and Their Limited Correspondence to De-       tive Conflict and Control in Moral Judgment, in:
scription-based Decisions, cit.; E.U. WEBER, S. SHAF-   «Neuron», vol. XLIV, n. 2, 2004, pp. 389-400; J.D.
IR, A. BLAIS, Predicting Risk Sensitivity in Humans     GREENE, S.A. MORELLI, K. LOWENBERG, L.E. NYS-
and Lower Animals: Risk as Variance or Coefficient      TROM, J.D. COHEN, Cognitive Load Selectively In-
of Variation, in: «Psychological Review», vol. CXI,     terferes with Utilitarian Moral Judgment, in:
n. 2, 2004, pp. 430-445; R. HERTWIG, The Psycholo-      «Cognition», vol. CVII, n. 3, 2008, pp. 1144-1154.
Dobbiamo abbandonare l’intuizionismo morale?                                                          77

39
  Cfr., per esempio, J. ANDOW, Are Intuitions About    «Review of Philosophy and Psychology», vol. IX, n.
Moral Relevance Susceptible to Framing Effects?, in:   1, 2018, pp. 115-141.
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