Dipartimento della sanità e della socialità

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Dipartimento della sanità e della socialità

             DEMOGRAFIA, BISOGNI DI CURA, RETI SANITARIE:
       PROSPETTIVE PER LE PERSONE ANZIANE IN SVIZZERA E IN TICINO

                 Politiche socio-sanitarie per le persone anziane

  Intervento introduttivo della Consigliere di stato Patrizia Pesenti

Signore e signori,

ho il piacere di dare a tutti voi il benvenuto a questo pomeriggio di studio.
Il Dipartimento della sanità e della socialità ha voluto organizzare questo
momento di riflessione, riunendo politici, operatori, rappresentanti di enti
e associazioni attivi nell’offerta di servizi per la popolazione anziana.
Abbiamo voluto coinvolgere alcuni esperti che recentemente si sono
profilati a livello svizzero con studi, analisi ed esperienze sui bisogni
socio-sanitari derivanti dall’invecchiamento della popolazione.

Vi presento quindi i relatori, che ringrazio per la loro disponibilità:
• Herman-Michel Hagmann, demografo, presidente dell’Institut âges et
   génération de Sion, direttore del Centre medico-social de Sierre e
   Presidente della commissione di pianificazione degli istituti per anziani
   del canton Vallese.
• Valérie Hugentobler, autrice dello studio “Les besoins en soins des
   personnes âgées en Suisse” realizzato con François Höpflinger per
   conto dell’Osservatorio svizzero della salute. La signora Hugentobler è
   pure collaboratrice scientifica dell’Institut âges et génération de Sion.
• Ruedi Gilgen, medico geriatra del Waidspital di Zurigo, un relatore
   con un’esperienza sul campo.

Ringrazio pure:
• Martino Rossi, direttore della Divisione dell’azione sociale,
• Carlo Denti, capo Sezione sostegno a enti e attività sociali
• i loro collaboratori per aver reso possibile questa giornata ma
   soprattutto per lavorare costantemente su questo tema, al fianco di
   enti e associazioni che assicurano strutture e servizi a favore degli
   anziani.

     www.ti.ch
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Insieme oggi parleremo dei bisogni della popolazione anziana, di
pianificazione di risposte socio-sanitarie, in particolare per quella fascia di
popolazione più fragile, oltre agli 80 anni che abbisogna di maggiori
attenzioni.
Non parleremo di finanziamento: sulle conseguenze nel settore anziani
del preventivo 2004 si esprimerà il Parlamento ed eventualmente i
cittadini, qualora fosse lanciato il referendum contro il decreto legislativo
concernente il blocco dei sussidi del DSS a enti, istituti, associazioni,
fondazioni e aziende autonome a livello iscritto nel preventivo 2004.

LA POLITICA DEGLI ANZIANI IERI, OGGI, DOMANI

Negli ultimi decenni, la politica a favore degli anziani è stata
potenziata e diversificata alla luce delle nuove realtà demografiche,
dell’allungamento della durata della vita e dell’aumento del numero degli
anziani nella popolazione, con l'affermarsi di patologie, come le demenze
senili, che toccano un numero di persone sempre più elevato.
Questa politica si rivolge a circa 54 mila ticinesi, con l’offerta di servizi
e con prestazioni sociali individuali per gli anziani meno abbienti
(prestazioni complementari, sussidi LAMal, aiuti diretti al mantenimento a
domicilio).
Nel 2010 il Ticino potrebbe contare quasi 70 mila anziani.

Una politica differenziata risponde alla nuova realtà sociale e sanitaria
caratterizzata:
• dal profilo sociale, dal miglioramento del benessere materiale
   dell’anziano, grazie agli effetti della previdenza sociale
• dal profilo sanitario, da più qualità e anni di vita ma anche più
   patologie invalidanti.

Uno degli obiettivi più importanti è certamente la promozione
dell’autonomia quale importante fattore di benessere, di integrazione
nella società, ma anche come valorizzazione delle risorse accumulate in
conoscenze e in esperienze di vita.

Oggi si vive più a lungo e meglio. Ma quando l’autonomia viene
progressivamente meno, quando l’età porta con sé patologie invalidanti,
occorre poter contare su una solida rete socio-sanitaria che possa venire
in aiuto. Gli anziani non sono un gruppo di popolazione omogenea: nelle
diverse fasi dell’anzianità si presentano bisogni individuali diversi.
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Nel corso della legislatura 1999-2003, abbiamo sviluppato una politica
differenziata puntando su indirizzi che abbiamo ritenuto essenziali e
complementari.
• Miglioramento della rete socio-sanitaria destinata agli anziani per
    favorire la loro permanenza a domicilio (la consulenza sociale,
    l'attivazione di servizi per la distribuzione dei pasti e dei mezzi ausiliari
    a domicilio, l'aiuto soggettivo al mantenimento a domicilio e per
    l'abolizione di barriere architettoniche, la messa a disposizione di
    centri diurni, centri diurni terapeutici, potenziando i servizi di
    assistenza e cura a domicilio, quelli d'appoggio e di volontariato).
• Assicurare la continuità dell'intervento a domicilio con quello
    ospedaliero creando delle stazioni intermedie: unità di soggiorno
    temporaneo nelle case per anziani, ed in via sperimentale a Cevio
    (con l'intenzione di estenderla a Sonvico e alla ex clinica di Arzo)
    dell'unità ad alto contenuto sanitario.
• Riconversione di strutture ospedaliere in case per anziani per
    rispondere a un bisogno immediato di posti per anziani non più
    autosufficienti, bisogno che in alcune zone del nostro cantone si era
    fatto acuto; queste riconversioni hanno permesso di colmare un
    fabbisogno scoperto di posti conseguente alla moratoria per la
    costruzione di nuove case per anziani decisa dal Parlamento nel 1997
    per puntare maggiormente sul potenziamento dell’assistenza e cura a
    domicilio.
• Sostegno al rinnovamento di una ventina di istituti già esistenti,
    migliorando così la qualità nell’accoglienza.

UNA POLITICA DIFFERENZIATA BASATA SULLA COMPLEMENTARIETÀ

Nelle linee direttive per la legislatura 2003-2007, ribadiremo gli indirizzi
di politica a favore degli anziani, dando continuità a questa politica che
finora si è rivelata buona.

Possiamo dire che finora abbiamo potuto dare agli anziani del nostro
cantone cure di qualità. E la solidarietà necessaria a vivere la vecchiaia
con dignità.
L’abbiamo fatto grazie alla preziosa complementarietà di servizi pubblici
e privati, una rete fatta anche di volontariato, che estende la solidarietà
familiare a quella della società.
Questa carta vincente ha assicurato progettualità, servizi e cure di
qualità, attenzione alla dignità della persona anziana.
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PIANIFICARE PER NON SPRECARE RISORSE

Governare vuol dire anticipare, nel limite del possibile, le risposte a
problemi emergenti. In questo senso la pianificazione è uno strumento
politico di cruciale importanza.
Pianificare vuol dire valutare le possibilità del settore in funzione
dell’evoluzione del bisogno, ma soprattutto vuol dire non sprecare
risorse disponibili e fare in modo che le risorse siano utilizzate per
rispondere ai bisogni della popolazione.
Pianificare per anticipare le risposta ai bisogni di domani che possiamo
valutare già oggi. Non possiamo farci cogliere impreparati.

A livello cantonale in questi anni abbiamo lavorato molto per allestire
scenari compatibili con le risorse esistenti sul territorio: ospedali, cliniche
private, clinica psichiatrica cantonale, case per anziani, servizi di
assistenza e cura a domicilio, servizi e istituti per integrazione degli
invalidi adulti.

Abbiamo coordinato la politica a favore degli anziani con le altre politiche
pubbliche e altre pianificazioni settoriali.
Martino Rossi vi illustrerà gli scenari per la pianificazione 2000-2010 della
capacità di accoglienza degli istituti per anziani, pianificazione
attualmente al vaglio del Consiglio di Stato.

Nelle varie fasi di progettazione e di sviluppo della politica a favore degli
anziani, abbiamo associato e consultato tutti gli enti e le associazioni che
concorrono all’offerta sul territorio di strutture e servizi di qualità
nell’assistenza e la cura di persone anziane. Lo ha fatto in particolare
attraverso le Conferenze consultive.
In futuro assoceremo anche gli stessi anziani, attraverso il Consiglio
degli anziani. Organismo consultivo appositamente creato per rafforzare
la partecipazione degli anziani alle politiche e alle decisioni che toccano
la terza e la quarta età.

Quante saranno e soprattutto come vivranno le persone anziane nel 2010
e poi nel 2020? Oggi una persona di più di 65 anni ha davanti a sé in
media ancora 17 anni di vita se è uomo, 20 se è donna: 4 anni in più
rispetto a chi aveva 65 anni nel 1960.
Come saranno gli anni di vita in più? Cosa fare e come fare per prevenire
la limitazione delle capacità, per assicurare qualità di vita agli anni in più?
Quale è la risposta giusta al momento giusto ai bisogni delle persone
anziane?
E’ a queste domande che la giornata di oggi vorrebbe rispondere.
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Risposte per nulla scontate, per nulla immediate, ma certamente risposte
che scaturiranno dalle vostre esperienze concrete, risposte che potranno
perfezionare la progettualità che Cantone, Comuni, Enti e associazioni
hanno sinora sviluppato e consolidato.

Ho quindi il piacere di aprire questa giornata dando la parola a Roberto
Perucchi, segretario della Associazione dei Comuni in ambito
sociosanitario, partner dello Stato nel finanziamento e nella promozione
della politica a favore degli anziani.

                                                        Patrizia Pesenti,
                                                      Consigliere di Stato
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