DIDATTICA DELLA MATEMATICA - 3 Lezione 6/10/2017
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NOTA BENE INIZIALE La presente lezione fa riferimento al testo consigliato • «Lo sviluppo della conoscenza numerica» di Lucangeli, Iannitti, Vettore e al seguente testo: • «L’intelligenza numerica-Abilità cognitive e metacognitive dai tre ai sei anni» di Lucangeli, Poli, Molin
L’acquisizione del numero Per decenni è prevalsa l’ipotesi del celebre psicologo svizzero Jean Piaget (1896-1980) secondo cui la competenza numerica dipende dalle strutture dell’intelligenza generale. Più precisamente, l’autore ritiene che l’idea di numerosità non possa emergere prima dei 6-7 anni, poiché costruita sullo sviluppo di capacità tipiche del pensiero operatorio, quali la conservazione della quantità e l’astrazione dalle proprietà percettive.
Conservazione della quantità È la capacità di astrarsi da indizi superficiali quali la forma o la densità dello spazio occupato dagli oggetti di più insiemi per stabilire relazioni di confronto di tipo quantitativo. Esempi: 1) si parte da due bicchieri A e B che hanno la stessa acqua, poi , davanti al bambino, si versa l'acqua del bicchiere B in un terzo contenitore molto più alto e stretto(C1) o molto più largo e basso (C2); si chiede al bambino se nei bicchieri A e C1/C2 c'è la stessa quantità d'acqua. 2) Partendo dalla situazione iniziale precedente si versa l’acqua del bicchiere B in 2 o 3 bicchieri più piccoli (D1,D2,D3) ; si chiede al bambino se ne bicchieri A e D1+D2+D3 c'è la stessa quantità d'acqua. Piaget ha mostrato che i bambini di 4-5 anni sono fortemente influenzati dagli indizi di tipo percettivo, rendendo evidente che essi non sono in grado di coordinare contemporaneamente più relazioni quantitative. Verso i 6 anni il bambino comprende la situazione ma, nel caso 2, si lascia ancora influenzare dalle illusioni percettive. Secondo Piaget la consapevolezza che la quantità si conserva viene raggiunta intorno ai 7 anni .
Astrazione dalle proprietà percettive Saper valutare la dimensione numerica di un insieme, senza lasciarsi confondere dai caratteri fisici degli oggetti dell’insieme. Esempio: confrontare un insieme con due elefanti e uno con tre ciliegie; chiedere al bambino: quali sono di più? Nei bambini più piccoli, quando la dimensione numerica e quella fisica sono incongruenti, si genera un conflitto di risposta (effetto Stroop numerico)
Gli studi di Piaget hanno influenzato i programmi per la scuola dell’infanzia Nel 1958 sono definiti gli "Orientamenti per la Scuola Materna" (D.P.d.R. 11 giugno 1958, n. 784). A. Moro, ministro della Pubblica Istruzione Compaiono i seguenti temi: -Educazione religiosa -Vita morale e sociale -Educazione fisica e igienica -Educazione intellettuale -Educazione linguistica -Disegno libero -Canto corale -Giuoco e lavoro Nel tema Educazione intellettuale compare solo un cenno sull’aspetto delle quantità: molti, pochi, uno, prime quantità numeriche
Nel 1969 sono promulgati, con il D.P.R. 10 settembre 1969, n. 647, gli "Orientamenti dell'attività educativa" M. Ferrari Aggradi, ministro della Pubblica Istruzione. Anche in essi non compare alcun tema che si riferisca esplicitamente al numero. Ecco infatti l’elenco dei temi: - Educazione religiosa; - Educazione affettiva, morale e sociale; - Gioco ed attività costruttive e di vita pratica; - Educazione intellettuale; - Educazione linguistica; - Libera espressione grafico pittorica e plastica; - Educazione musicale; - Educazione fisica; - Educazione sanitaria.
L’intelligenza numerica preverbale A partire dagli anni ottanta numerosi studi hanno permesso di concludere che fin dalla nascita il bambino è in grado di discriminare il numero di oggetti di insiemi presentati visivamente (superando pertanto la concezione piagetiana che subordina l’acquisizione del numero al raggiungimento di altre capacità) Il bambino cioè ha come innata la capacità di discriminare la numerosità di un insieme, cioè quella che in matematica viene chiamata cardinalità. (vedi appendice) Perché numerosità e non quantità? Per evitare confusione, infatti la quantità è stimabile anche senza numeri, come ad esempio quando si deve stabilire in quale contenitore c’è maggiore quantità di liquido.
Nel libro «Da dove viene la matematica» di George Lakoff e Rafael E.Nunez vengono dettagliate le abilità numeriche con cui i bambini vengono alla luce e descritti i relativi esperimenti. 1. A tre o quattro giorni dalla nascita un bambino può distinguere tra collezioni di due o tre oggetti. In certe condizioni, i bambini possono anche distinguere tre oggetti da quattro. 2. Dai quattro mesi e mezzo il bambino ‘può dire’ che uno più uno fa due e che due meno uno fa uno. 3. Un po’ più tardi il bambino ‘può dire’ che due più uno fa tre e che tre meno uno fa due. 4. I bambini possono discriminare anche numeri di suoni: a tre o quattro giorni possono distinguere tra suoni di due o tre sillabe. 5. A circa sette mesi i bambini possono riconoscere l’equivalenza numerica tra raggruppamenti di oggetti e battiti nello stesso numero.
Descrizione degli esperimenti (1) (Antell e Keating, 1983) • Alcune diapositive vengono proiettate su uno schermo davanti a bambini in braccio alle loro madri. • Si monitora il tempo che il bambino guarda ciascuna diapositiva, prima di distogliere lo sguardo. Questo comportamento è chiamato tecnicamente assuefazione. • Se le diapositive presentano una stessa situazione (ad es. due punti più o meno distanti) il bambino smette di fissare, riiniziando immediatamente quando si presenta una situazione diversa (ad es. tre punti) In tale modo si è rilevato che i neonati riconoscono la numerosità.
Osservazioni • Quello che il neonato riconosce non è la numerosità assoluta ( cioè, ad es. , che due rappresenta sempre la stessa numerosità), ma percepisce come differenti due numerosità distinte • Sono stati compiuti ulteriori esperimenti con materiale diversamente congegnato e si è potuto concludere che le reazioni dei bambini sono effettivamente legate alla numerosità e non ad altri stimoli (forma, colore…)
Descrizione degli esperimenti (2) (Wynn, 1992) Per quanto riguarda le operazioni di addizione e sottrazione i bambini vengono testati utilizzando il paradigma della violazione dell’aspettativa; un esperimento è il seguente: • Un pupazzo viene posto sulla scena • Si copre la scena con uno schermo e si pone, in modo evidente al bambino, un altro pupazzo dietro lo schermo, poi lo schermo viene tolto. • Se il bambino vede due pupazzi distoglie subito lo sguardo, se c’è un solo pupazzo guarda la scena per un tempo più lungo. • Analogamente accade se si parte da due pupazzi e se ne toglie uno
Subitizing • Un bambino appena nato non sa determinare il numero di elementi di un insieme, ma sa discriminare la numerosità. • Come può un neonato categorizzare il mondo in termini di numerosità? È un processo di percezione visiva chiamato subitizing o immediatizzazione, che consente di determinare la numerosità di un insieme visivo di oggetti in modo immediato, senza contare; il numero massimo di oggetti percepibili in questo modo sembra essere di quattro circa. PROVATE
Quanti sono?
La capacità di confrontare numerosità • È una capacità biologicamente fondamentale • Risulta difficile dimostrarne il carattere innato, perché la prova decisiva sarebbe la formulazione verbale • Gli indizi percettivi possono avere la meglio su quelli numerici (vedi Piaget) • I tempi di raffronto dipendono dalla distanza: maggiore è la distanza tra i numeri più veloce è la risposta
Il modulo numerico Il neuropsicologo Brian Butterworth (che scrisse un saggio dal titolo ‘The Mathematical Brain’, in Italia edito nel 1999 dalla Rizzoli con il titolo "Intelligenza matematica. Vincere la paura dei numeri scoprendo le doti innate della mente") è un sostenitore della tesi innatista del ‘cervello matematico’. Egli ritiene infatti che i nostri cervelli possiedano dei circuiti specializzati per categorizzare il mondo in termini di numerosità; secondo la sua tesi le capacità numeriche costituiscono un ‘modulo cognitivo’ in cui le abilità matematiche sono geneticamente codificate e presenti fin dalla nascita. Le differenze individuali, che riguardano capacità più avanzate, insorgono successivamente e sono riconducibili agli strumenti concettuali forniti.
Grazie quindi alle scoperte sopra esposte , è stata definitivamente superata la credenza che l’acquisizione dei concetti numerici si verifichi tardi nello sviluppo del bambino; si ritiene comunque che prima dei sei anni la rappresentazione di numerosità sia facilmente sviata da indizi percettivi. Tutto ciò ha prodotto un cambiamento negli orientamenti per la scuola dell’infanzia. Nelle indicazioni curricolari del 1991, tra i campi di esperienza educativa compare : Lo spazio, l’ordine, la misura.
Orientamenti 1991 Sotto tale voce leggiamo: Intorno a tre anni il bambino esprime le prime intuizioni numeriche, come valutazioni approssimate della quantità nel contare gli oggetti, nel confrontare le quantità e le grandezze direttamente, mentre trova difficoltà ad ordinarle serialmente. Incomincia inoltre ad avvertire, esprimendole linguisticamente, alcune collocazioni spaziali e a riconoscere alcune proprietà comuni degli oggetti. Verso i sei anni -operando con oggetti, disegni, persone, ecc.- è in grado di contarli, di valutarne la quantità e di eseguirne operazioni sempre sul piano concreto, di ordinare più oggetti per grandezza, lunghezza e altezza, di classificarli per forma e colore, di localizzare le persone nello spazio, di rappresentare dei percorsi e di eseguirli anche su semplice consegna verbale.
Orientamenti 1991 E ancora: La scuola materna svolge la sua azione in due fondamentali direzioni: - raggruppare, ordinare, contare, misurare: ricorso a modi più o meno sistematici di confrontare e ordinare, in rapporto a diverse proprietà, grandezze ed eventi; uso di oggetti o sequenze o simboli per la registrazione; impiego diretto di alcuni semplici strumenti di misura; quantificazioni, numerazioni, confronti; - localizzare: ricorso a modi, spontanei o guidati, di esplorare il proprio ambiente, viverlo, percorrerlo, occuparlo, osservarlo, rappresentarlo; ricorso a parole, costruzioni, modelli, schemi, disegni; costruzione di sistemi di riferimenti che aiutano il bambino a guardare la realtà da più punti di vista, coordinandoli gradualmente fra loro. E' anche opportuno sviluppare la capacità di porre in relazione, come: formulare previsioni e prime ipotesi; individuare, costruire ed utilizzare relazioni e classificazioni; costruire corrispondenze e rapporti di complementazione, unione, intersezione ed inclusioni tra classi; riconoscere invarianti; utilizzare strumenti di rappresentazione; operare riflessioni e spiegazione su numeri, sistemi di riferimento, modalità di rappresentazione e così via. A ciò si aggiunge l'opportunità di sviluppare le capacità di progettare e inventare, come: la creazione di progetti e forme, derivati dalla realtà o del tutto nuovi, di oggetti e spazi dell'ambiente; l'ideazione di storie; la realizzazione di giochi con regole più o meno formalizzate e condivise; le rappresentazioni spontanee o ricavate da quelle in uso e così via.
Fino ai giorni nostri: indicazioni nazionali del 2012 Sotto la voce ‘La conoscenza del mondo’ compare esplicitamente: Numero e spazio • La familiarità con i numeri può nascere a partire da quelli che si usano nella vita di ogni giorno; poi, ragionando sulle quantità e sulla numerosità di oggetti diversi, i bambini costruiscono le prime fondamentali competenze sul contare oggetti o eventi, accompagnandole con i gesti dell’indicare, del togliere e dell’aggiungere. Si avviano così alla conoscenza del numero e della struttura delle prime operazioni, suddividono in parti i materiali e realizzano elementari attività di misura. Gradualmente, avviando i primi processi di astrazione, imparano a rappresentare con simboli semplici i risultati delle loro esperienze. • Muovendosi nello spazio, i bambini scelgono ed eseguono i percorsi più idonei per raggiungere una meta prefissata scoprendo concetti geometrici come quelli di direzione e di angolo. Sanno descrivere le forme di oggetti tridimensionali, riconoscendo le forme geometriche e individuandone le proprietà (ad esempio, riconoscendo nel “quadrato” una proprietà dell’oggetto e non l’oggetto stesso). • Operano e giocano con materiali strutturati, costruzioni, giochi da tavolo di vario tipo.
Traguardi per lo sviluppo della competenza (nella scuola dell’infanzia) • Il bambino raggruppa e ordina oggetti e materiali secondo criteri diversi, ne identifica alcune proprietà, confronta e valuta quantità; utilizza simboli per registrarle; esegue misurazioni usando strumenti alla sua portata. • Sa collocare le azioni quotidiane nel tempo della giornata e della settimana. • Riferisce correttamente eventi del passato recente; sa dire cosa potrà succedere in un futuro immediato e prossimo. • Ha familiarità sia con le strategie del contare e dell’operare con i numeri sia con quelle necessarie per eseguire le prime misurazioni di lunghezze, pesi, e altre quantità. • Individua le posizioni di oggetti e persone nello spazio, usando termini come avanti/dietro, sopra/sotto, destra/sinistra, ecc.; segue correttamente un percorso sulla base di indicazioni verbali.
L’acquisizione delle parole-numero • Lo sviluppo dell’abilità di conteggio • La lettura dei numeri • La scrittura dei numeri
Lo sviluppo dell’abilità di conteggio L’abilità di conteggio è composta di tre sottoabilità: 1)Conoscere la sequenza dei numeri Si possono distinguere tre livelli evolutivi: • La sequenza dei numeri è usata come stringa di parole. • Si distinguono le parole, ma la sequenza viene prodotta solo in avanti a partire da uno. • La sequenza è bidirezionale, producibile a partire da un numero qualsiasi della serie, ordinata in modo stabile.
2) Eseguire il confronto secondo un processo iterativo Ciascuna parola-numero , selezionata con un ordine corretto, va collegata a uno e un solo oggetto dell’insieme; è il concetto di corrispondenza biunivoca, che compare molto presto nell’esperienza del bambino, che già a due anni è in grado di mettere, ad esempio, ogni tazza sul suo piattino 3) Identificare la parola che esprime il risultato dell’operazione eseguita Si intende con questo riconoscere il valore cardinale dell’ultimo numero pronunciato. Il bambino deve capire che l’ultima parola-numero pronunciata nel conteggio corrisponde alla numerosità dell’insieme contato; i bambini di 3-4 anni possono farlo come imitazione dell’adulto, senza avere però avere reale comprensione del ruolo di tale parola. Spesso a questa età i bambini pensano che le parole-numero siano come etichette da attaccare agli oggetti; se ad uno di essi assegna cinque, il cinque identifica esattamente quell’oggetto e non può rappresentare altro. Dal punto di vista evolutivo il valore cardinale delle parole-numero viene acquisito verso i 5 anni.
Imparare a contare rappresenta il primo collegamento tra la competenza numerica innata e quella acquisita dall’interazione con l’ambiente di appartenenza. Come avviene tale collegamento?
Gelman e Gallistel (1979) L’acquisizione dell’abilità di conteggio verbale è guidata dalla conoscenza innata di alcuni principi basati sulla competenza numerica non verbale; si ipotizza cioè l’esistenza di una struttura innata che orienta i comportamenti e gli apprendimenti e consente di apprendere a contare. I principi sono i seguenti: • Il principio di iniettività • Il principio dell’ordine stabile • Il principio di cardinalità • Il principio di astrazione • Il principio di irrilevanza dell’ordine La padronanza dei principi della conta comincia, in genere, dai 2-3 anni e si completa intorno ai 5. Il principio cardinale viene acquisito per ultimo.
La teoria di Karen Fuson Anche Fuson conferma l’importanza delle competenze innate, tuttavia attribuisce pari valore alle competenze apprese. Secondo l’autrice, il bambino forma la propria conoscenza del numero attraverso la relazione con ciò che lo circonda. (vedi ‘Numeri e forme’ pag.112-113) Per tale ragione sottolinea i contesti diversi in cui le parole numero sono utilizzate; non sempre, inoltre, tali contesti si riferiscono alla numerosità. Solo attraverso ripetuti esercizi e per imitazione il bambino gradualmente comprende il senso del contare e connette tra loro i diversi significati. Da ciò si evince il ruolo cruciale dell’interazione con l’ambiente. Esaminiamo i contesti:
Karen Fuson: i contesti • il contesto cardinale, in cui la parola-numero fa riferimento all’intera collezione di elementi discreti e dice di quanti elementi è costituita; • il contesto ordinale, dove la parola-numero fa riferimento ad un elemento collocato all’interno di una serie ordinata di elementi discreti e indica quale posizione vi occupa; • il contesto di misura, dove la parola-numero è in relazione ad una grandezza continua e indica quante unità di misura sono necessarie per “riempire” la grandezza; • il contesto sequenza, in cui l’enunciazione è condotta senza riferire le parole-numero a oggetti o altro (le parole-numero sono usate in modo simile alle lettere nella recita dell’alfabeto); • il contesto conta, dove l’enunciazione è condotta con riferimento a oggetti posti in corrispondenza uno a uno con le parole-numero; • il contesto simbolico, in cui la parola-numero è intesa come oggetto di scrittura o di lettura; • il contesto non numerico, in cui la parola-numero è usata come etichetta, identificando un attributo in un oggetto.
http://www.necessitaeducativespeciali.it/old/allegati/Lucangelibin_nuovo.pdf
Karen Fuson Inizialmente il bambino utilizza le parole numero solo all’interno dei contesti e non riesce a fare collegamenti; progressivamente acquisisce ed integra i diversi significati fino a riconoscere il valore cardinale del numero e a capire che si passa da un numero al successivo nella sequenza aggiungendo ‘più uno’. L’evoluzione dell’abilità di conteggio implica l’integrazione dei seguenti contesti: a) contesto di sequenza, b) contesto di conta c) contesto cardinale
Per descrivere tale evoluzione Fuson individua cinque livelli 1. La sequenza dei numeri è usata come stringa di parole 2. Le parole-numero vengono usate in sequenza unidirezionale, in avanti a partire da uno. 3. La sequenza è producibile a partire da un numero qualsiasi della serie stessa. 4. Le parole numero sono trattate come entità distinte, che non devono più ricorrere ad elementi concreti di corrispondenza biunivoca. 5. La sequenza è usata come catena bidirezionale.
La teoria di Steffe, Cobb, von Glasersfeld Gli autori, prendendo le mosse dalla teoria dei contesti diversi, focalizzano la loro attenzione sulla costruzione dell’oggetto del contare: il bambino ‘costruisce’ gli ‘item-unità’ (che corrispondono alle parole-numero) rappresentandoseli come oggetti concreti, percepibili direttamente; poi pian piano il concetto di numero viene interiorizzato e il livello di astrazione del conteggio aumenta. Tale evoluzione è descritta attraverso cinque stadi. 1) Stadio dello schema di conta percettivo che comprende due livelli - Conta di item-unità percettivi: le parole-numero acquisiscono significato solo in presenza di oggetti concreti - Conta di item-unità figurali: se gli oggetti sono nascosti il bambino è capace di tenerli presenti mentalmente
La teoria di Steffe, Cobb, von Glasersfeld 2) Stadio dello schema di conta figurativo: - Conta di item-unità motori: gli atti della conta sostituiscono sia le immagini concrete che quelle mentali. - Conta di item-unità verbali: l’oggetto della conta è la parola-numero 3) Stadio della serie iniziale dei numeri: il bambino ha interiorizzato lo schema di conta e comprende il valore astratto delle unità; la parola numero è numerosità e comprende le unità che lo precedono ( conta di item-unità astratti) 4) Stadio dei numeri con relazioni implicite di inclusione: il bambino costruisce il concetto di ‘unità composita’ ( ad es. cinque è incluso nel 6) 5) Stadio dei numeri con relazioni esplicite di inclusione: la serie numerica è formata da unità ‘iterate ed incluse. Ad es. ‘quattro’ può essere considerato sia come unità ripetuta quattro volte, sia come unità che comprende i numeri da 1 a 4
La lettura dei numeri • La lettura precede la scrittura ed evolve gradualmente, ma il riconoscimento del simbolo scritto non implica necessariamente l’acquisizione della corretta rappresentazione della quantità corrispondente (semantica del numero), acquisizione che avviene per fasi. • Per quanto riguarda il riconoscimento dei numeri scritti si possono distinguere tre fasi: - Il bambino non associa correttamente il nome corretto al numero scritto e lo può confondere con le lettere dell’alfabeto - I bambini riconoscono i numeri più semplici e frequenti - Intorno ai 5-6 anni i bambini sanno riconoscere i numeri almeno entro il 10, anche se qualche confusione può permanere.
Il lessico dei numeri Con tale espressione ci si riferisce al ‘nome’ diverso che ogni cifra assume a seconda della posizione che occupa: -numeri primitivi: le unità (da 1 a 9); i ‘teens’ (da 10 a 19; le decine (da 20 a 90) - Elementi miscellanei: -cento, -mila; -milioni Il bambino che sbaglia a dire il nome dei numero commette errori lessicali
La comprensione simbolica dei numeri Bialystok individua tre stadi per il suo sviluppo: 1. Stadio dell’apprendimento delle forme orali delle notazioni numeriche: acquisizione della sequenza come fosse una filastrocca 2. Stadio della rappresentazione formale: il bambino impara a riconoscere la scrittura dei numeri parlati 3. Stadio della rappresentazione simbolica: il bambino è in grado di attribuire al numero il corretto valore quantitativo
La scrittura dei numeri L’acquisizione del numero scritto richiede la competenza simbolica, che viene conquistata dal bambino con due processi basilari: - la produzione di significanti individuali(simboli), di tipo personale, stabiliti dal singolo soggetto; - la produzione di significanti collettivi (segni)connessi al significato da una convenzione sociale e perciò esterni al soggetto
La notazione numerica Tra i ricercatori non è ravvisabile una convergenza su quale sia il percorso attraverso il quale il bambino conquista la competenza nel numero scritto e il rapporto corretto tra numero scritto e suo significato. Si possono comunque distinguere quattro categorie di rappresentazione grafica della quantità, che rendono evidente una evoluzione 1) idiosincratica: notazioni incomprensibili per un osservatore esterno 2) pittografica : si riproducono figurativamente gli oggetti della collezione 3) iconica: segni grafici posti in corrispondenza biunivoca con gli oggetti 4) simbolica: formata da numeri arabici
La notazione numerica …e tre tipologie di notazione numerica: 1) Notazione con grado informativo nullo (per un osservatore esterno, ma portatore di significati per il bambino) 2) Notazione basata sulla corrispondenza biunivoca 3) Notazione convenzionale
Difficoltà • Un problema che incontrano i bambini nel loro approccio iniziale al numero scritto è legato alla difficoltà di collegare il simbolo aritmetico convenzionale con il suo significato in termini quantitativi . • È pertanto indispensabile guidare il bambino, già nei suoi primi approcci con la matematica scritta, alla comprensione profonda del significato dei simboli aritmetici per evitare che si instauri un utilizzo rigido dei simboli.
Le diverse teorie relative alla costruzione del concetto di numero concordano sul fatto che il periodo che va dai due agli otto anni è cruciale per lo sviluppo della conoscenza numerica. Cosa può fare la scuola dell’infanzia?
Dalle Indicazioni nazionali La familiarità con i numeri può nascere a partire da quelli che si usano nella vita di ogni giorno; poi, ragionando sulle quantità e sulla numerosità di oggetti diversi, i bambini costruiscono le prime fondamentali competenze sul contare oggetti o eventi, accompagnandole con i gesti dell’indicare, del togliere e dell’aggiungere. Si avviano così alla conoscenza del numero e della struttura delle prime operazioni, suddividono in parti i materiali e realizzano elementari attività di misura. Gradualmente, avviando i primi processi di astrazione, imparano a rappresentare con simboli semplici i risultati delle loro esperienze.
Occasioni di esperienza matematica «Il compito affascinante della scuola dell’infanzia è quello di offrire occasioni di esperienza matematica, che facciano leva sull’esperienza matematica occasionale del bambino, completandola e rafforzandola. Esperienza perché si tratta di partire dalle cose per sviluppare discorsi, prima con il contatto diretto, poi attraverso le rappresentazioni, e in prima persona. … Poiché i concetti matematici elementari sono nati dall’azione umana e dall’osservazione, nonostante la loro astrazione si ha l’opportunità di ripartire dai sensi e dagli esempi. Esperienza matematica, perché si tratta specificamente di esperire concetti matematici, usandoli o vedendoli nella pratica, accompagnati da un adulto che svolge un ruolo di guida nella riflessione che esalta le potenzialità di una data esperienza.» (‘Numeri e forme’ pag. 142)
Aree specifiche di intervento • Processi lessicali • Processi semantici • Processi sintattici • Processi di counting
Processi lessicali • Dare un nome ai numeri, cioè attribuire un’etichetta verbale alla quantità • Leggere i numeri • Scrivere i numeri in codice arabico
Esempi di attività Il supporto ritmico favorisce la Cantilene e filastrocche memorizzazione e il recupero con i numeri dell’informazione Accompagnare il nome Per avviare all’incremento dei numeri con le dita e numerico per aggiunta di una osservare che le quantità unità aumentano «Cercate i numeri Per consolidare la lettura dei intorno a voi» numeri Per osservare se i bambini hanno «Scrivi solo i numeri acquisito il concetto di numero piccoli» grande o piccolo rispetto alla «Scrivi solo i numeri quantità o se permane il grandi» riferimento percettivo alle dimensioni
Processi semantici Tale area riguarda la capacità di comprendere il significato dei numeri attraverso una rappresentazione mentale di tipo quantitativo che abbia come risultato finale la corrispondenza numero-quantità. A tale scopo è necessario indurre la riflessione sull’indipendenza della numerosità da altri attributi, come ad esempio le dimensioni. È importante anche lavorare • sulle stime di numerosità, capacità innata per le piccole quantità e quindi facilmente sviluppabili; • sui concetti di incremento e decremento.
Esempi di attività • Confrontare due o più gruppi in base alla numerosità e indipendentemente dalle dimensioni. • Riconoscere tanti, pochi, uno. • Ritrovare nella vita quotidiana oggetti che presentano la numerosità che si sta esaminando (es. due occhi ; le tre ruote di un triciclo….). • Promuovere , attraverso raggruppamenti disposti in maniera diversa dal punto di vista spaziale, il riconoscimento immediato della quantità.
Il cinque Qual è il modo più comodo per capire subito quanti sono gli oggetti senza contarli?
Ora proviamo a costruire le configurazioni per i numeri: • sei • sette • otto • nove
Un gioco
Processi sintattici Il problema della sintassi riguarda la notazione posizionale dei numeri, cioè le particolari relazioni spaziali tra le cifre. Tale problema non viene affrontato di fatto nella scuola dell’infanzia, ma, come anticipazione del significato della posizione delle cifre che ne modifica il valore, si possono introdurre riflessioni sulla differenziazione per attributi, per funzioni, per dimensioni. Si possono anche introdurre i concetti di primo, secondo, ultimo e grande, medio, piccolo come precursori del valore della posizione
Esempi di attività • Da un insieme di oggetti scegliere quelli che hanno un particolare attributo. • Da un insieme di oggetti scegliere quelli che svolgono una particolare funzione. • Differenziare l’unità dall’insieme (es. pecore- gregge). • Individuare in una terna il primo, il secondo e l’ultimo o il grande, il medio e il piccolo.
Processi di counting Il counting è la capacità che permette di rispondere alla domanda «Quanti sono?»; • richiede l’integrazione dei diversi aspetti inclusi nel numero • prevede l’acquisizione delle abilità introdotte precedentemente e sintetizzate nei principi di Gelman e Gallistel
Esempi di attività • Sviluppare la corrispondenza biunivoca, es. far corrispondere ad ogni bambino il suo cappello. • Attività di riconoscimento della quantità. • Rinforzo della sequenza corretta. • Quanti siamo oggi in classe? Quanti sono gli assenti?.....
Secondo Ana Millan Gasca nella scuola dell’infanzia è possibile spingersi anche più avanti: • risolvere piccoli problemi (fare semplici addizioni o sottrazioni, confrontare); • esplorare oralmente le relazioni tra numeri almeno fino a 10 (precedente, successivo, maggiore di); • vedere i numeri nascosti nei numeri : decomporre i numeri maggiori di 5 in 5 + qualcosa e i maggiori di 10 in 10 + qualcosa; • osservare i numeri intorno a sé, anche in prezzi e denaro in euro, in codici di identificazione, per trasmettere informazioni di vario genere; • racconti sull’origine del contare e sui numeri. (Numeri e forme, pag. 164)
Dal modulo numerico all’aritmetica dei numeri naturali e oltre
Come si passa dalle abilità numeriche innate ad una comprensione profonda della matematica? Secondo alcuni studi recenti nel campo delle scienze cognitive sembra che la struttura cognitiva della matematica faccia uso di un apparato concettuale che costituisce il pensiero quotidiano ordinario. Quanto segue è una sintesi dell’ipotesi proposta da George Lakoff e Rafael E.Núñez nel testo già citato «Da dove viene la matematica» , che riguarda in particolare l’estensione del modulo numerico innato all’aritmetica
Lakoff-Núñez Gli autori dettagliano così le capacità necessarie per contare sulle dita: • Capacità di raggruppare: per distinguere ciò che stiamo contando • Capacità di ordinare: gli oggetti devono essere posti in successione • Capacità di formare coppie: per la corrispondenza biunivoca • Capacità di memoria: per separare gli oggetti già contati dagli altri • Assegnazione di un numero cardinale • Capacità di indipendenza dall’ordine • Capacità di raggruppamento combinatorio: per unire gruppi • Capacità di simbolizzare: per associare simboli tangibili o parole a numeri, che sono entità concettuali
Lakoff-Núñez Per caratterizzare le operazioni aritmetiche e le loro proprietà sono necessarie capacità cognitive più ricche: • la capacità di metaforizzare: saper concettualizzare i numeri cardinali e le operazioni aritmetiche con le proprie esperienze di vario tipo; • la capacità di fare miscele concettuali: saper formare corrispondenze tra domini concettuali e utilizzare insieme metafore concettuali diverse, per formare metafore complesse La metafora concettuale e la miscela concettuale sono meccanismi cognitivi basilari che permettono di passare dall’aritmetica innata e dal semplice contare all’aritmetica dei numeri naturali.
Lakoff-Núñez La metafora concettuale Studi recenti hanno mostrato che i concetti astratti sono compresi in termini di concetti più concreti attraverso le metafore; spesso vengono usate inconsciamente e automaticamente, sono cioè parte dell’inconscio cognitivo. L’emotività , ad esempio, viene compresa in termini di calore: ‘Si conoscono, ma non hanno ancora rotto il ghiaccio’. La somiglianza è concettualizzata in termini di vicinanza fisica: ’Questi colori sono molto vicini’ , ‘Negli anni i nostri gusti sono andati divergendo’. Le metafore concettuali, quindi, fanno parte del nostro modo di pensare.
Lakoff-Núñez La metafora concettuale La metafora concettuale, quindi, è un meccanismo cognitivo che permette di ragionare su un tipo di cose come se fosse un altro; essa si basa, cioè, su due domini concettuali, dove un dominio viene compreso nei termini di un altro. • Il dominio concettuale da cui sono tratte le espressioni metaforiche è detto dominio sorgente. • Il dominio concettuale che si tenta di capire è detto dominio obiettivo. Le metafore concettuali impiegano tipicamente un concetto astratto come obiettivo e un concetto concreto o fisico come sorgente. Il processo metaforico va tipicamente dal concreto all'astratto, e non nella direzione opposta; di conseguenza, i concetti astratti sono compresi in termini di concetti-campione concreti.
Lakoff-Núñez Le metafore fondanti dell’aritmetica • L’aritmetica come collezione di oggetti • L’aritmetica come costruzione di oggetti • La metafora dell’asta di misurazione • L’aritmetica come moto lungo un percorso
Lakoff-Núñez Nell’esperienza quotidiana, un gruppo di tre oggetti viene subitizzato in modo automatico e inconscio come il numero tre; se un elemento viene tolto il gruppo restante viene subitizzato come due. Si osservano correlazioni regolari tra l‘azione di aggiungere ad una collezione di oggetti e l’operazione di addizione, come tra il togliere e la sottrazione. Si ipotizza che tali correlazioni tra operazioni fisiche senso-motorie e operazioni aritmetiche costituiscano una metafora concettuale, appresa in età precoce, prima di qualsiasi esperienza nell’aritmetica formale.
Lakoff-Núñez 1)L’aritmetica come collezione di oggetti Dominio sorgente: collezione di Dominio obiettivo: l’aritmetica oggetti Collezione di oggetti della stessa Numeri grandezza La grandezza della collezione La grandezza del numero Più grande Maggiore Più piccolo Minore La collezione più piccola L’unità Mettere insieme collezioni Addizione Togliere una collezione più piccola da Sottrazione una più grande
Lakoff-Núñez Conseguenze della metafora • Tutte le proprietà dell’addizione e della sottrazione • La relazione d’ordine • La legge di tricotomia Es.: la proprietà commutativa Aggiungere la collezione A alla Addizionare A a B dà lo stesso risultato collezione B dà lo stesso risultato di addizionare B ad A che aggiungere la collezione B alla collezione A N.B.: esempi evidenti di questa metafora si trovano anche nel linguaggio quotidiano: • si usa la parola aggiungere sia per operazioni concrete che per operazioni aritmetiche; • si usa più grande o più piccolo sia per oggetti concreti che per numeri
Lakoff-Núñez La moltiplicazione e la divisione Per questa operazione è necessario riferirsi contemporaneamente a numeri e collezioni: bisogna infatti eseguire operazioni sulle collezioni un certo numero di volte. Il meccanismo cognitivo che permette di estendere la metafora «l’aritmetica è collezione di oggetti» da addizione e sottrazione a moltiplicazione e divisione è la miscela metaforica: il dominio sorgente è la miscela collezione di oggetti-aritmetica, il dominio obiettivo è sempre l’aritmetica. Due sono i modi di pensare moltiplicazione e divisione Moltiplicazione Divisione • Per unione: n collezioni di m • Per suddivisione: suddividere oggetti una collezione in n piccole • Addizione ripetuta: si aggiungono collezioni di m oggetti per n volte m oggetti • Sottrazione ripetuta: si tolgono ripetutamente per n volte m oggetti
Lakoff-Núñez Dominio sorgente: Dominio obiettivo: miscela collezione di oggetti- aritmetica aritmetica L’unione di A sottocollezioni di grandezza B per formare un’unica collezione di grandezza C Oppure ∙ = Aggiungere A volte collezioni di grandezza B per ottenere una collezione di grandezza C La suddivisione di una collezione di grandezza C in A collezioni di grandezza B Oppure La sottrazione ripetuta di collezioni di : = grandezza B da una collezione iniziale di grandezza C finché la collezione è esaurita; la sottrazione avviene A volte Conseguentemente derivano le relative proprietà delle due operazioni
Lakoff-Núñez Lo zero Nella nostra esperienza quotidiana cosa succede quando da una collezione togliamo tutti gli oggetti? Quello che rimane non è una collezione, è un’assenza, ma se vogliamo che il risultato sia un numero dobbiamo concettualizzare tale assenza come una collezione, la collezione vuota. LA METAFORA DELLA COLLEZIONE ZERO La mancanza di oggetti per La collezione vuota formare una collezione Tale metafora è una metafora artificiale, una metafora che crea un’entità; grazie ad essa la collezione vuota corrisponde ad un numero che chiamiamo zero.
Lakoff-Núñez Lo zero Da tutto ciò consegue la neutralità dello zero rispetto all’addizione : Aggiungere una collezione di grandezza A alla collezione Addizionare A a 0 dà A vuota produce una collezione di grandezza A Togliere una collezione di grandezza A da una collezione Sottrarre A da A dà 0 di grandezza A da la collezione vuota
Lakoff-Núñez 2)L’aritmetica è costruzione di oggetti Spesso si dice: • Mettendo insieme 2 e 3 si ottiene 5 • Si può fattorizzare 35 in 7 per 5 Come si può comprendere un numero che è un concetto astratto come composto da o ottenuto mettendo insieme? Si concettualizzano i numeri come interi costituiti da parti e le parti sono altri numeri messi insieme dalle operazioni aritmetiche. Ciò è possibile grazie alla metafora che andiamo ad esaminare
Lakoff-Núñez L’aritmetica è costruzione di oggetti Dominio sorgente: costruzione di Dominio obiettivo: l’aritmetica oggetti Oggetti (che consistono di parti ultime Numeri di grandezza unitaria) La grandezza dell’oggetto La grandezza del numero Più grande Maggiore Più piccolo Minore Atti di costruzione di oggetti Operazioni aritmetiche Il più piccolo oggetto intero L’unità Mettere insieme oggetti con altri Addizione oggetti per formare oggetti più grandi Prendere oggetti più piccoli da oggetti Sottrazione più grandi per formare altri oggetti
Lakoff-Núñez Conseguenze della metafora Tutto quanto deriva dalla prima metafora, comprese le sue estensioni (cioè le due forme della moltiplicazione e della divisione e la metafora artificiale dello zero), si può desumere anche in questa, ma tale metafora da origine a nuovi numeri: le frazioni e l’esistenza dell’inverso moltiplicativo Una parte di un oggetto unitario (ottenuta suddividendo l’oggetto Una frazione semplice (1/n) in n parti) Un oggetto nuovo ottenuto Una frazione complessa (m/n) unendo m parti dell’oggetto diviso in n parti Se si divide l’oggetto unitario in n 1 ∙ =1 parti e poi si riuniscono tutte le parti si ottiene l’oggetto unitario di prima
Lakoff-Núñez 3)La metafora dell’asta di misurazione Il metodo più antico per misurare è quello di usare un’asta o uno spago o addirittura parti del corpo ( es. pollici!)che sono versioni fisiche dell’oggetto segmento della geometria; in questo contesto li chiamiamo segmenti tangibili. Se posizioniamo due segmenti tangibili sulla stessa linea e con le estremità che si toccano otteniamo un nuovo segmento tangibile. L’italiano non ha per tale idea una singola parola, come accade in alcune altre lingue, e comunque tale idea è un naturale concetto umano
Lakoff-Núñez Dominio sorgente: uso di un’asta Dominio obiettivo: l’aritmetica di misurazione Segmenti tangibili Numeri Il segmento tangibile di base Uno La lunghezza del segmento La grandezza del numero tangibile Più lungo Maggiore Più corto Minore Unire, con le estremità che si toccano segmenti tangibili, per Addizione ottenere un nuovo segmento tangibile Togliere segmenti tangibili più corti da altri più lunghi per Sottrazione ottenere nuovi segmenti tangibili
Lakoff-Núñez Conseguenze della metafora Tutto quanto deriva dalle metafore precedenti si può desumere anche in questa: proprietà, moltiplicazione e divisione, lo zero e anche le frazioni ( basta dividere il segmento tangibile in n parti), ma la novità è che i segmenti tangibili sono oggetti unidimensionali e continui. Nella metafora ogni numero razionale è espresso da uno e un solo segmento tangibile, ma accade anche il viceversa ? Per ogni segmento tangibile esiste un numero che gli corrisponde? Tale questione è antica: fu affrontata la prima volta nella civiltà che è stata la culla della matematica, il mondo greco. Un esempio classico di tale questione è il problema della diagonale del quadrato
Lakoff-Núñez La diagonale del quadrato Riformuliamo il problema in termini ‘moderni’: il quadrato in figura ha come lato un segmento di misura 1; la sua diagonale a quale numero corrisponde? Nella scuola pitagorica, dove il problema fu affrontato per la prima volta, non si trovò risposta a tale domanda, perché erano accettati solo i numeri naturali e i loro rapporti, che comunque non erano ancora considerati numeri; per tale ragione fu per secoli privilegiata la geometria, poiché il mondo del calcolo allora conosciuto non era in grado di esprimere tutto ciò che in geometria si poteva costruire
Lakoff-Núñez Ma Eudosso (370 a.C.), usando implicitamente la miscela concettuale Numero/Segmento tangibile, osservò che doveva esistere un numero corrispondente alla misura della diagonale, quel numero che noi oggi chiamiamo 2 , ma dobbiamo aspettare alcuni secoli prima che questi numeri (che oggi chiamiamo numeri irrazionali) avessero piena cittadinanza nel mondo del calcolo. Sono stati comunque la metafora dell’asta di misurazione e la miscela Numero/Segmento tangibile a dare origine agli irrazionali
Lakoff-Núñez 4) L’aritmetica come moto lungo un percorso Quando ci muoviamo in linea retta da un punto ad un altro formiamo un segmento tangibile: l’origine del moto corrisponde ad una estremità mentre l’altro estremità è il punto finale del moto e il percorso del moto corrisponde al resto. C’è quindi una correlazione naturale con la metafora dell’asta di misurazione
Lakoff-Núñez Dominio sorgente: moto Dominio obiettivo: aritmetica lungo un percorso L’inizio del percorso Zero Posizioni di punti su un percorso Numeri Posizione di un punto ‘speciale’ Uno Più lontano dall’origine di Maggiore Più vicino all’origine di Minore Allontanarsi dalla posizione di un punto A di una distanza che è la stessa di quella Addizione che ha un punto B dall’origine Muoversi verso l’origine da A di una distanza che è la stessa di quella del Sottrazione punto B dall’origine.
Lakoff-Núñez Conseguenze della metafora • Anche in questo caso si possono ricavare tutte le proprietà dell’addizione e della sottrazione, ma per la moltiplicazione e la divisione possono essere ottenute solo come iterazioni della addizione e della sottrazione. • C’è però una differenza sostanziale: in tutte le altre metafore lo zero si ottiene da una metafora che crea un oggetto ‘strano’ come ad es. la collezione vuota; qui invece l’origine è la posizione naturale di un punto e lo zero è il numero che corrisponde a tale posizione; non c’è quindi nessuna costruzione artificiale. • Inoltre questa metafora fornisce un’estensione naturale ai numeri negativi, basta muoversi non più su una semiretta ma su una retta in cui l’origine è un punto ben preciso .
Lakoff-Núñez La comprensione dei numeri come posizione di punti è entrata nel linguaggio quotidiano: • Conta fino a 50, partendo da 5 • Conta fino a 20 senza saltare alcun numero • Chi è più vicino a 30? 24 o 35? • Conta all’indietro a partire da 45
Lakoff-Núñez Visione d’insieme La ragione per cui i quattro domini (collezione di oggetti, costruzione di oggetti, asta di misurazione, moto lungo un percorso)si collegano tutti così bene all’aritmetica innata risiede nel fatto che esistono relazioni strutturali tra essi. • La costruzione di oggetti non si può fare senza mettere insieme le parti di una collezione. • L’utilizzo di un’asta di misurazione presuppone la costruzione di un oggetto lineare • Un percorso di un moto è una unione di segmenti tangibili
Appendice: la cardinalità di un insieme Due insiemi A e B si dicono equipotenti se possono essere messi in corrispondenza biunivoca, se esiste cioè almeno una legge che associa ad ogni elemento di A uno ed un solo elemento di B e viceversa: a 2 1 3 b c e 5 4 d
La cardinalità di un insieme Dato un insieme A, consideriamo tutti gli insiemi ad esso equipotenti. La caratteristica comune a tutti questi insiemi viene chiamata cardinalità. La cardinalità è quindi espressione della quantità, della numerosità e i numeri naturali sono il linguaggio adatto per rappresentare il nuovo concetto, che si esprime con il simbolo: # Es.: #A=5
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