Dal cibo alle parole Guida informativa per accompagnare bimbi e genitori - Centro Mosaico Ancona
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Dal cibo alle parole Guida informativa per accompagnare bimbi e genitori. Università Politecnica delle Marche CdL in Logopedia a.a. 2018/19 Dott.ssa Rebecca Senesi
I ndice Prefazione: perché una guida informativa? .................................. 3 Introduzione ......................................................................................... 4 Iter alimentare ...................................................................................... 5 1. Allattamento ...................................................................................... 5 2. Stimolazione orale ............................................................................. 9 3. Svezzamento ..................................................................................... 10 4. Ausili nutritivi .................................................................................. 13 Abitudini viziate .................................................................................. 15 A tavola .................................................................................................. 18 Bibliografia .......................................................................................... 20 2
Perché? La bocca simboleggia la principale interfaccia tra l’individuo e l’ambiente. Numerose sono le funzioni ad essa correlate: Respirazione; Deglutizione; Alimentazione; Mimica facciale. Articolazione del linguaggio; Nel bambino le abilità di alimentazione sono le più importanti poiché pongono le basi per un equilibrato sviluppo di tutte le strutture e funzioni connesse alla sfera oro-facciale. Questa guida nasce dalla necessità di far fronte ai sempre più diffusi disturbi di alimentazione che coinvolgono la popolazione pediatrica che si interfaccia oggigiorno agli studi logopedici: circa il 25-45% dei bambini in età prescolare. Data la profonda interconnessione tra le funzioni orali, fondamentale risulta educare le famiglie e i loro bambini all’oralità: un compito lungo e complesso che ha come scopo quello di favorire la conoscenza della bocca e delle sue funzioni, rendendo autonomo il bambino nell’alimentazione, nell’accettazione del cibo, nell’acquisire il linguaggio e tutte quelle abilità orali non linguistiche. Mi auguro che le prossime pagine rappresentino spunti e consigli utili per tutti i genitori così che possano accompagnare l’armonica crescita dei loro piccoli! Buona lettura, 3
Introduzione Nel periodo 0-3 anni si sviluppano tutte le abilità motorie e sensoriali della funzione alimentare: è il cosiddetto periodo critico dell’alimentazione. Come tutte le funzioni evolutive, anche quella alimentare progredisce attraverso tappe specifiche che il bambino raggiunge in un tempo definito, ma caratterizzato da variabilità interindividuale. In essa si intrecciano aspetti neurologici, fisici, psicologici e sociali che vanno sostenuti e aiutati attraverso l’intervento dell’adulto, responsabile dell’ambiente in cui il bambino cresce tramite l’esposizione del piccolo ad esperienze adeguate per lo sviluppo delle abilità sensoriali, motorie e gustative proprie della funzione alimentare. Questa si sviluppa di pari passo con le altre abilità motorie, come il controllo del capo, portare le manine alla bocca, stare seduto o camminare. L’evoluzione di tali competenze motorie globali è di supporto allo sviluppo delle tappe della funzione alimentare e di quella del linguaggio: più il bambino acquisisce stabilità corporea più è in grado di attivarsi attraverso movimenti fini, cioè piccoli e precisi come quelli necessari per la produzione del linguaggio. Le abilità di alimentazione sono fondamentali per un’adeguata articolazione dei suoni del linguaggio, tanto da essere definite come abilità di pre-linguaggio. Centrale è il ruolo della famiglia nell’aiutare il bambino a percorrere le tappe evolutive e identificare segnali precoci di ritardi o alterazioni nello sviluppo delle funzioni orali, alimentari o articolatorie-linguistiche. 4
1. Iter alimentare Le funzioni orali di suzione e deglutizione hanno inizio prima della nascita: già al terzo mese di gravidanza il feto inizia a succhiare le dita delle mani o dei piedi e deglutire liquido amniotico. Queste abilità precoci fanno parte del nostro corredo genetico e sono definite attività riflesse che permettono al neonato di alimentarsi e sopravvivere nei primi mesi della sua vita extrauterina. 1.1 Allattamento 1 L’alimentazione del neonato ha inizio con l’allattamento al seno. Il riflesso della suzione è costituito da movimenti peristaltici della lingua che spingono il capezzolo contro il palato e orientano il getto nella parte posteriore della lingua. Inizialmente la suzione non è perfetta, la bocca non aderisce bene al seno, il movimento linguale antero-posteriore non è forte e tonico, per cui il bambino succhiando può perdere del latte dalla bocca e deglutire molta aria, provocando possibili coliche o eruttazioni. I Il neonato presenta primi tentativi di attacco al seno possono scarsa stabilità, non riesce a sostenere il capo ed il busto; è il dunque essere inefficaci dal punto di vista corpo della mamma, anche con nutrizionale, ma sono utilissimi perché l’aiuto di un cuscino, che lo favoriscono un incremento degli ormoni stabilizza affinché la suzione coinvolti nella produzione lattea e sono possa essere efficace. ___________________________________ 1. Immagine tratta da A. Cerchiari, Viaggio nella funzione alimentare del bambino da 0 a 3 anni. Parise Adriano Editore Stampatore srl. 5
importanti per il futuro successo dell’allattamento: l’attività riflessa della suzione, ripetuta quotidianamente più volte, attraverso l’esperienza, diventa un’abilità appresa a livello cerebrale. L’OMS e tutte le Organizzazioni che si occupano di salute, alimentazione e prevenzione dell’infanzia raccomandano nelle loro Linee Guida l’allattamento al seno come alimentazione esclusiva nei primi 6 mesi di vita poiché comporta benefici sia per il bambino che per la mamma: Soddisfa completamente il neonato Alta digeribilità che riduce il per nutrizione e idratazione; rischio di coliche, vomito, reflusso patologico, diarrea e costipazione È fonte di protezione cronica; immunitaria; Contiene acidi grassi fondamentali Favorisce il corretto sviluppo delle per lo sviluppo delle strutture strutture ossee e muscolari cerebrali del bambino; della cavità orale: mascella, mandibola, bocca, lingua, palato Riduce le infezioni delle vie duro, allineamento dei denti respiratorie, dell’orecchio medio e le prevenendo problemi di apnee notturne; malocclusione; Nella mamma riduce il rischio di Diminuisce la possibilità di tumore al seno, ovaio e endometrio, sviluppare abitudini orali viziate di malattie cardiocircolatorie, di (succhiare il dito, il ciuccio, anemia, favorisce i cambiamenti del respirazione orale); post-partum e rilascio di ormoni rilassanti; Riduce il rischio di diabete giovanile, obesità infantile, Le interazioni sensoriali tra mamma e leucemia, malattie neonato creano un legame affettivo cardiovascolari e sindrome della speciale, favoriscono la reciprocità. morte in culla (SIDS); 6
L’uso del biberon In molti casi il latte materno non rappresenta affiancato alla nutrizione al l’unica forma di nutrimento, ma viene seno influisce sulla accompagnato o sostituito da latte produzione del latte: il artificiale somministrato tramite bambino, saziato dal latte in formula, succhierà meno il biberon. seno diminuendo la montata lattea materna. L’abilità di succhiare al biberon è diversa da quella del seno: il neonato non è ancora maturo per questa attività, può mostrare maggiore difficoltà di attacco alla tettarella, perdita di latte dai lati della bocca e maggiore quantità di aria ingurgitata. Inoltre, la suzione al biberon non promuove quegli stessi aspetti benefici sulla struttura oro-facciale che apporta l’allattamento al seno: numerosi sono gli studi che identificano l’uso del biberon come causa di alterazioni dei muscoli oro-facciali e di malocclusioni delle arcate dentali poiché esso determina una suzione tramite la muscolatura orale con movimenti della lingua anomali che influenzano anche la conformazione palatale. L’alterazione motoria e muscolare orale sviluppata dall’uso di biberon con tettarelle sbagliate può affliggere negativamente le funzioni di masticazione, respirazione, deglutizione ed articolazione dei suoni del linguaggio negli anni successivi. A tal proposito, fondamentale è la scelta della tettarella da usare! Esistono in commercio modelli creati appositamente per somigliare al seno materno così che il bambino possa trarne 2 gli stessi benefici. Inoltre, la perdita di contatto ___________________________________ 2. Immagine tratta da A. Cerchiari, Viaggio nella funzione alimentare del bambino da 0 a 3 anni. Parise Adriano Editore Stampatore srl. 7
fisico con il seno della mamma può essere Scegliere biberon con il compensata con il contatto pelle-a-pelle, marchio Bisfenolo 0% o in carezze e coccole. vetro; Cambiare la tettarella al Se il neonato compie difficoltà ad attaccarsi al maturare della suzione; seno, può essere comunque allattato con il Non modificare la latte materno garantendo molti dei benefici tettarella allargando i fori. che l’allattamento al seno comporta. La produzione di latte deve essere iniziata e/o mantenuta attraverso l’ausilio del tiralatte cercando di stimolare il seno proprio come farebbe un neonato. È utile somministrare il latte tirato con un biberon la cui tettarella sia il più simile possibile al seno materno così da poter aumentare le possibilità che il bambino si attacchi, o riattacchi al seno. Con il passare dei mesi l’attività di suzione della lingua nella funzione della suzione si evolve dando luogo a movimenti più complessi: al movimento antero-posteriore si aggiunge quello dall’alto in basso che permetterà di gestire i cibi più consistenti. 8
1.2 Stimolazione orale Ogni nuova abilità che il bambino si appresta ad apprendere è costituita da una componente sensoriale e una motoria: l’abilità motoria verrà acquisita tanto più sarà tollerata la matrice sensoriale ad essa legata. Il bambino, appena nato, è immerso in un mondo di sensazioni nuove; tutto ciò che viene in contatto con i suoi cinque sensi è fonte di esperienza sensoriale, e, tra tutti, la bocca rappresenta la prima fonte di conoscenza. Alla nascita, il bambino è dotato di ipersensibilità e non accetta di buon grado tutti gli stimoli: una delle prime esperienze sensoriali che compie è il contatto pelle a pelle con il seno materno. Con il succedersi delle esperienze, tali sensazioni vengono accettate e vissute sempre più con piacere. Intorno ai 3 mesi il bambino riesce a portarsi volontariamente le mani alla bocca, e, quotidianamente, tenderà a succhiare le manine, il dito o oggetti: tale funzione esplorativa è basilare per lo svezzamento. Difatti, tali esperienze abituano le mucose orali ad accettare stimoli e consistenze differenti all’interno della bocca. È importante, dunque, favorire occasioni che decrescano la sua ipersensibilità e garantiscano un adeguato sviluppo sensoriale stimolando il bambino con giochi per la bocca, massaggiagengive, spazzolini etc. Questo gioco permette al piccolo di avvicinarsi a cibi di consistenza più solida e pone le basi per lo sviluppo del riflesso del morso, preliminare per la masticazione. 9
1.3 Svezzamento In virtù dell’esperienza sensoriale fatta nei primi mesi di vita e delle più evolute attività motorie della lingua, labbra, mandibola e guance, intorno ai 6 mesi il bambino è maturo anche a livello gastrico per assumere nuovi alimenti di qualità e consistenza diverse dal latte liquido: ha inizio lo svezzamento. Il momento dello svezzamento è individuale e va iniziato solo quando il bambino segnala di essere pronto, ecco elencati alcuni segnali: Mostra interesse per cibi diversi: osserva i familiari mentre mangiano, segue le traiettorie delle loro posate dal piatto alla bocca, si protende per afferrare il loro cibo; È in grado di mantenere la posizione seduta, sostenere il capo e prendere il cibo con le manine e portarlo alla bocca; Non si accontenta più del solo latte materno o artificiale: il bambino inizia ad avere esigenze diverse dal punto di vista nutrizionale e di crescita. Le prime pappe hanno più che uno scopo Il bimbo che inizia lo nutritivo uno scopo educativo: servono ad svezzamento viene fatto abituare il bambino a nuovi sapori e nuove sedere ed accuratamente assicurato al seggiolone in consistenze, sono delle piccole aggiunte alla posizione semiseduta con il sua dieta. Lo svezzamento ha inizio tavolino che chiude gradualmente poiché occorre dare al anteriormente. bambino il tempo di abituarsi al cambiamento: imparare a mangiare dei cibi solidi non è un compito facile, il piccolo deve sviluppare un meccanismo di alimentazione del tutto nuovo passando dalla sequenza suzione-deglutizione a quella di schiacciamento- deglutizione, inoltre, interrompere improvvisamente la suzione del latte potrebbe scaturire nel bambino l’impressione di abbandono. Dunque, si 10
inizierà con piccoli assaggi di alimenti omogeneizzati a purea poiché più facili da gestire e da digerire. Quantità e consistenze degli alimenti si modificheranno progressivamente in modo da adattarsi alle sue capacità e alla sua fame. Perché si possa sviluppare un atteggiamento sano nei confronti del cibo è necessario rispettare i segnali dati dal bambino: inizialmente potrà non accettare i nuovi cibi, ma è importante che il genitore torni ad offrire nuovamente l’esperienza qualche giorno più avanti così da sviluppare le nuove abilità. Per accettare nuovi cibi ci vuole del tempo, essi vanno riproposti più volte . È utile sfruttare la curiosità del bambino e usare la sua abilità di giocare con le manine offrendogli pezzetti di cibo da afferrare, succhiare e portare alla bocca autonomamente o lasciargli mettere le mani nella pappa: questa nuova esperienza sarà per il bambino un gioco. È importante che faccia esperienza anche con le mani e che si abitui a sporcarsi, fa parte dell’autoregolazione della sua sensibilità non solo a livello orale ma anche degli arti superiori. Inoltre, permetterà di farlo crescere con un atteggiamento sereno e tranquillo nei È utile fornire al piccolo confronti del pasto. un cucchiaino personale durante Dai 6 ai 9 mesi le esperienze di cibi nuovi si il pasto: favorisce lo sviluppo della susseguono, dai cibi omogeneizzati alle coordinazione occhi-mano-bocca, rende il bimbo partecipe e pappe di consistenza cremosa e poi con i sempre più autonomo. grumi, mentre il latte somministrato va via via limitandosi al mattino e alla sera prima di 11
andare a dormire. Il bambino inizia così a sentire la necessità di dissetarsi per compensare la diminuita somministrazione del latte. Possono verificarsi Intorno ai 7/9 mesi il piccolo diminuisce la episodi di tosse o vomito in spinta della lingua in suzione sviluppando reazione alle nuove consistenze l’abilità del morso attraverso movimenti di e per via di abilità non ancora apertura e chiusura della mandibola, perfette. È necessario sorvegliare il bambino con schiacciando, l’una sull’altra, le sue gengive naturalezza senza bloccare la che iniziano a gonfiarsi per l’eruzione dei sua evoluzione. primi dentini che non servono a masticare, bensì a mordere. Il piccolo sperimenterà questa abilità di morso e schiacciamento fino a 2 anni facendo esperienza di tutti cibi solido- morbidi. Con l’esercizio la forza della mandibola aumenta così come la muscolatura della masticazione, l’abilità della lingua nel gestire piccoli pezzetti all’interno della bocca diviene sempre più precisa e l’articolazione temporo-mandibolare più competente, ponendo così le basi per la produzione del linguaggio articolato. È proprio in questo periodo che il vocabolario del bambino va incontro ad una vera e propria esplosione! Dai cibi solidi-morbidi il bambino potrà passare ai cibi solido duri che richiedono una masticazione più continuativa, coordinata e di tipo rotatorio. All’età di tre anni il bambino completa le tappe di sviluppo alimentare che, nel corso degli anni successivi, subiranno ancora dei piccoli perfezionamenti per raggiungere il modello adulto. 12
1.4 Ausili nutritivi Con lo svezzamento il bambino sperimenta nuovi ausili per la nutrizione diversi dal biberon, per forma, utilizzo e materiale: cucchiai, forchette, bicchieri, tazze con beccuccio. La prima grande scoperta per il bambino è l’esperienza di ricevere o portare il cucchiaino in bocca: deve prima di tutto accettarlo sensorialmente per poi poter apprendere l’abilità di aprire e chiudere la bocca e di ripulire il cucchiaio. Inizialmente è consigliabile utilizzare un cucchiaino in silicone di facile accettazione perché dello stesso materiale delle tettarelle del biberon, e, appena possibile, introdurne uno in plastica dura o metallo. Dai 6 agli 8 mesi il bambino è piuttosto passivo durante il pasto e necessita di essere imboccato, ma occorre sempre incoraggiarlo ad intervenire fornendogli un piccolo cucchiaio dal manico rotondo e largo quanto basta da poter sostenere la grossolana presa della sua manina. Nelle sue prime esperienze predomineranno ancora gli schemi motori tipici della suzione non appena il cucchiaio si avvicinerà alla bocca o al labbro inferiore, per questo spesso il cibo inserito in bocca verrà sputato fuori. Con il passare del tempo le abilità aumentano, il bambino riconosce visivamente il cucchiaio, anticipa l’apertura della bocca e perfeziona l’abilità di usare il labbro superiore per ripulire tutto il cucchiaio. Allo stesso tempo, dai 6 mesi, il bambino è pronto ad iniziare l’esperienza dell’assunzione di liquidi dal bicchiere. Così come per il cucchiaio, nei primi approcci al bicchiere la modalità di suzione predominerà con una 13
chiusura labiale minima e un’ampia escursione della mandibola che comportano una sostanziale perdita di liquido dalle labbra. La suzione potrebbe essere tanto forte da necessitare una salda presa del bicchiere da parte del genitore. La somministrazione di liquidi può essere integrata ancora con il biberon: si può lasciare che il bambino si abitui a poco a poco all’idea di abbandonare il biberon per bere usandolo esclusivamente per il latte. L’aumento della stabilità, fornito dai Consigliabile fornire movimenti coordinati della lingua e della al piccolo un bicchiere provvisto di coperchio e beccuccio: favorisce mandibola, permette al bambino di portare l’autonomia nel bere e il il labbro superiore a chiudere sul bordo del progressivo abbandono del bicchiere mentre il labbro inferiore si colloca biberon dato che il beccuccio è sul margine inferiore perdendo così una via di mezzo tra il succhiare e il bere vero e proprio. progressivamente una minor quantità di liquido. A partire dai 2 anni il bambino usa un maturo modello di suzione, i muscoli di apertura e chiusura della mandibola lavorano in modo coordinato e non sarà più necessario alcun aiuto esterno. 14
2. Abitudini viziate La suzione, oltre alla sua funzione alimentare, rappresenta per il bambino una vera e propria forma di piacere; è un automatismo innato che lo rilassa e lo calma. In tal caso viene definita suzione non nutritiva e può manifestarsi tramite la suzione delle dita, della lingua o delle labbra, dei capelli o di oggetti transizionali come il ciuccio, il biberon o la copertina. Si tratta di “abitudini” che si manifestano nella prima infanzia, ma che, se persistenti, degenerano in “vizi”: di qui il termine abitudini viziate. L’utilizzo di biberon o succhietti nei tempi e modi adeguati non è deleterio per il bambino, è importante, però, che questi vengano gradualmente abbandonanti entro i 2 anni poiché un loro prolungato utilizzo interferisce con lo sviluppo corretto delle strutture oro-facciali e delle abilità di alimentazione e di linguaggio, causando il mantenimento di schemi motori di bocca e lingua ormai infantili per il piccolo che non ha più la necessità di succhiare. Di seguito elencate le possibili alterazioni della sfera orale: Modifiche nella conformazione del palato Tendenza alla respirazione orale e (troppo stretto e profondo) e della conseguente maggior frequenza di dentizione (insorgenza di malocclusioni); infiammazioni ed infezioni di naso e gola; Alterata posizione linguale: interposta tra i denti o abbassata sul pavimento della Maggior frequenza di episodi di otite; bocca; Inibisce l’esplorazione sensoriale orale; Disturbi della masticazione e deglutizione (deglutizione infantile); Privilegia il persistere di alimentazione liquida o semiliquida: il bambino fa Inattività e ipotonia dei muscoli della fatica ad accettare nuovi sapori perché lingua che determinano alterazioni del meno abile nella gestione del cibo; linguaggio: rotacismo, sigmatismo; 15
Tali disfunzioni emergeranno col tempo determinando la necessità di intervento da parte di specialisti, con un maggior dispendio in termini di costi fisici, economici e temporali. Risulta importante, dunque, prevenire tali alterazioni per rendere lo sviluppo del bambino quanto più equilibrato possibile tramite alcuni accorgimenti: Succhietto Biberon Introdurlo dopo il primo mese di vita, Evitare tettarelle troppo lunghe, troppo quando l’allattamento al seno è stabilizzato rigide o dalla conformazione non perché influisce sulla produzione lattea; anatomica; Non offrirlo durante il giorno perché Non lasciare che il bambino abbia distrae il bambino dai giochi, dalle libero accesso al biberon e lo usi per curiosità quotidiane e inibisce la fase di addormentarsi; conoscenza orale, preferibile durante il momento del sonno; Non inserire al suo interno altre bevande diverse dal latte; Piccole dimensioni: deve permettere i movimenti linguali endorali; Non lasciarlo al bambino mentre parla: limita i movimenti della lingua e la abitua ad una posizione scorretta durante la produzione delle parole. Se tali ausili non nutritivi vengono utilizzati con criterio e non in modo intensivo, il distacco da parte del bambino avviene in maniera naturale e serena. Quando però divengono abitudini viziate, toglierli richiede un grande impegno per i genitori e per il bambino, come nel caso del succhietto. Occorre prendersi del tempo, il succhietto non può sparire da un momento all’altro. La suzione aiuta il bambino a trovare una condizione di benessere, ma, man mano che il piccolo cresce, si possono sperimentare con lui modi più maturi per consolarlo e rassicurarlo poiché si sviluppano sempre più le 16
sue abilità socio-relazionali e comunicative: un 3 bacio, una coccola, parole dolci, una ninnananna, distrarsi con giochi che gradisce, permettono al bambino di acquisire un maggior controllo delle proprie emozioni. È necessario avere fiducia nel bambino, evitando di esprimere emozioni o commenti negativi quando usa il succhietto e non chiedendogli direttamente di smettere. Il bambino deve partecipare alla decisione di abbandonare il ciuccio, è importante che viva questo momento con la consapevolezza che il passaggio all’età dei grandi sia stata una scelta anche sua: utili possono essere storie o filastrocche in cui il bambino può immedesimarsi, sentendo di essere lui stesso e non l’adulto a prendere una decisione. Racconti consigliati Di seguito riportati alcuni testi, sottoforma di storie per piccoli, per accompagnare piacevolmente le famiglie in questo grande passo: “Basta ciuccio!” di Alice Le hènand e Thierry Bedouet, La Margherita Edizioni; “Voglio il mio ciuccio” di Tony Ross, Lapis Edizioni; “Il mio ciuccio per te” di Lapis edizioni, della collana “I senza parole”; “Anna dorme senza ciuccio” di Kathleen Amant, Clavis Prima; “Mattia si succhia il pollice” Clavis Prima Infanzia edizioni; “Io sono grande Ciao, ciao, ciuccio” di Emanuela Bussolati; “Capitan Ciuccio” di Valentina Rizzi, bibliolibrò edizioni; “Filastrocca del ciuccio dispettoso” di Storie piccoline; “Il ciuccio di Valdemar” di Maria Jonsson, beisler editore; “Alice e il ciuccio” di Marta Monelli, Zelig editore; “Togliamo il ciuccio” di Paola Perrone (Immagine 3). 17
3. A tavola L’atto alimentare non si esaurisce mai nella mera dimensione fisiologica, esso rappresenta uno scambio affettivo, una vera e propria forma di comunicazione tra il bambino e il suo ambiente famigliare e come tale deve essere vissuto come un momento di piacere e condivisione emozionale. Spesso un grande problema è rappresentato dal comportamento del piccolo durante i pasti: rifiuta il cibo, si allontana dal tavolo per riprendere a giocare, disturba il pasto della famiglia, e, molto spesso, si attuano strategie sbagliate, come distrarre il bambino con la TV o lo smartphone mentre il genitore lo imbocca. Ma così facendo il bambino riceve un messaggio errato: vive il pasto come momento in cui poter richiamare l’attenzione e l’interesse dell’adulto. Per un Il cibo non deve divenire bambino di questa età non è facile e piacevole una minaccia, un ricatto, un star seduto a tavola per tutto il pasto, occorre premio o proibito per punizione, creare un’atmosfera tranquilla e serena in cui ma un momento di condivisione poter accompagnare gradualmente il che il bambino vive con benessere. bambino a tutti quegli aspetti sociali legati all’ora del pasto: Stabilire delle routine: il pasto deve essere un momento ben preciso della giornata, sarebbe opportuno che tutti mangiassero insieme alla stessa ora seduti alla stessa tavola, trasmettendo il messaggio che quando ci si alza da tavola il pasto è finito; Insegnare le buone maniere con l’esempio piuttosto che con le esortazioni: igiene delle mani, uso delle posate, stare seduti composti, non parlare con la bocca piena; 18
Rendere il bambino protagonista del pasto: coinvolgerlo nel momento della spesa, nella preparazione del cibo, nell’apparecchiare la tavola e fornirlo di tutti gli ausili necessari per mangiare e bere. Non facilitarlo troppo o sostituirsi a lui in tutto, bisogna dargli la sensazione che mangiare è un’attività che svolge perché vuole il cibo che è un’azione attiva e non da accettare passivamente; Il bambino tende a mangiare per imitazione dunque le abitudini alimentari famigliari rappresentano un modello di riferimento: seguire lo stesso tipo di dieta, quanto più variegata per alimenti e modalità di cottura, presentando cibi appetitosi anche per gli occhi che attireranno maggiormente l’attenzione del piccolo; Se il bambino rifiuta nuovi alimenti non costringerlo o promettergli un premio in cambio: gli alimenti devono essere riproposti più volte a distanza di tempo e in modalità diverse, il consumo ripetuto aumenta il gusto del bambino per quell’alimento; Eliminare ogni fonte di distrazione come TV, smartphone, giochi etc. Lasciate i bambini liberi di sperimentare e conoscere gli alimenti presenti sulla tavola attraverso i sensi: la cucina è un luogo per imparare cose nuove stando vicino alla mamma o al papà! 19
Bibliografia e Sitografia A. Cattaneo, B. Ramella, L. Gisoldi, “10 regole importanti per il pasto”, A.L.P. A. Cerchiari, Overview sulla disfagia pediatrica. Revisione della letteratura. A. Cerchiari, Viaggio nella funzione alimentare del bambino da 0 a 3 anni. Parise Adriano Editore Stampatore srl. A. Cerchiari, 2002. La valutazione delle abilità di alimentazione nella disfagia infantile. Roma: Edizioni S.E.Cu.P. Srl. Cerchiari F. Di Maria, F. Lo Iacono. L’allattamento: prevenzione naturale delle disfunzioni della motricità oro-facciale. FLI Sicilia. L. Piermarini. “Speciale autosvezzamento” dalla rivista Uppa.it. M. Cavallo, A. Manassero, L. Pagliero, I. Vernero, O. Schindler, 2011. L’educazione della bocca nel bambino. Torino: Omega edizioni. N. Bonisoli, F. Nardi, I. Pilati, T. Menegus, Lo sviluppo alimentare del bambino da 0 a 6 anni, FLI Triveneto. O. Schindler, O. Ruoppolo, A. Schindler, 2011. Deglutologia, Ed. Omega, Torino. Ospedale pediatrico bambin Gesù. Questo io non lo mangio! Progetto nutribus. S. Magnani, 2012. La bocca del bambino. Introduzione alla disprassia orale in età evolutiva. Roma: Tracce. Collana monotematica di logopedia. “Ragazzi a tavola”, Associazione Pollicino e Centro Crisi genitori Onlus. “Quando e perché togliere il ciuccio: quello che devi sapere”, www.logopoli.it 20
Logopedista dott.ssa Rebecca Senesi 327 7322676 peteccasenesi@gmail.com P.IVA 02026210431 21
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