Dal cibo alle parole Guida informativa per accompagnare bimbi e genitori - Centro Mosaico Ancona

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Dal cibo alle parole Guida informativa per accompagnare bimbi e genitori - Centro Mosaico Ancona
Dal cibo alle parole

     Guida informativa per accompagnare bimbi e genitori.

                  Università Politecnica delle Marche
                    CdL in Logopedia a.a. 2018/19
                       Dott.ssa Rebecca Senesi
Dal cibo alle parole Guida informativa per accompagnare bimbi e genitori - Centro Mosaico Ancona
I ndice

Prefazione: perché una guida informativa? .................................. 3

Introduzione ......................................................................................... 4

Iter alimentare ...................................................................................... 5

  1. Allattamento ...................................................................................... 5

  2. Stimolazione orale ............................................................................. 9

  3. Svezzamento ..................................................................................... 10

  4. Ausili nutritivi .................................................................................. 13

Abitudini viziate .................................................................................. 15

A tavola .................................................................................................. 18

Bibliografia .......................................................................................... 20

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Perché?
La bocca simboleggia la principale interfaccia tra l’individuo e l’ambiente.
Numerose sono le funzioni ad essa correlate:

      Respirazione;                            Deglutizione;
      Alimentazione;                           Mimica facciale.
      Articolazione del linguaggio;

Nel bambino le abilità di alimentazione sono le più importanti poiché
pongono le basi per un equilibrato sviluppo di tutte le strutture e funzioni
connesse alla sfera oro-facciale.
Questa guida nasce dalla necessità di far fronte ai sempre più diffusi
disturbi di alimentazione che coinvolgono la popolazione pediatrica
che si interfaccia oggigiorno agli studi logopedici: circa il 25-45% dei
bambini in età prescolare. Data la profonda interconnessione tra le
funzioni orali, fondamentale risulta educare le famiglie e i loro bambini
all’oralità: un compito lungo e complesso che ha come scopo quello di
favorire la conoscenza della bocca e delle sue funzioni, rendendo autonomo
il bambino nell’alimentazione, nell’accettazione del cibo, nell’acquisire il
linguaggio e tutte quelle abilità orali non linguistiche.
Mi auguro che le prossime pagine rappresentino spunti e consigli utili per
tutti i genitori così che possano accompagnare l’armonica crescita dei loro
piccoli!

Buona lettura,

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Introduzione
Nel periodo 0-3 anni si sviluppano tutte le abilità motorie e sensoriali della
funzione alimentare: è il cosiddetto periodo critico dell’alimentazione.
Come tutte le funzioni evolutive, anche quella alimentare progredisce
attraverso tappe specifiche che il bambino raggiunge in un tempo definito,
ma caratterizzato da variabilità interindividuale. In essa si intrecciano
aspetti neurologici, fisici, psicologici e sociali che vanno sostenuti e aiutati
attraverso l’intervento dell’adulto, responsabile dell’ambiente in cui il
bambino cresce tramite l’esposizione del piccolo ad esperienze adeguate
per lo sviluppo delle abilità sensoriali, motorie e gustative proprie della
funzione alimentare. Questa si sviluppa di pari passo con le altre abilità
motorie, come il controllo del capo, portare le manine alla bocca, stare
seduto o camminare. L’evoluzione di tali competenze motorie globali è di
supporto allo sviluppo delle tappe della funzione alimentare e di quella del
linguaggio: più il bambino acquisisce stabilità corporea più è in grado di
attivarsi attraverso movimenti fini, cioè piccoli e precisi come quelli
necessari per la produzione del linguaggio. Le abilità di alimentazione sono
fondamentali per un’adeguata articolazione
dei suoni del linguaggio, tanto da essere
definite come abilità di pre-linguaggio.
Centrale è il ruolo della famiglia nell’aiutare
il bambino a percorrere le tappe evolutive e
identificare segnali precoci di ritardi o
alterazioni nello sviluppo delle funzioni
orali, alimentari o articolatorie-linguistiche.

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1.        Iter alimentare
Le funzioni orali di suzione e deglutizione hanno inizio prima della nascita:
già al terzo mese di gravidanza il feto inizia a succhiare le dita delle mani o
dei piedi e deglutire liquido amniotico. Queste abilità precoci fanno parte
del nostro corredo genetico e sono definite attività riflesse che permettono
al neonato di alimentarsi e sopravvivere nei primi mesi della sua vita
extrauterina.

           1.1        Allattamento
1                                 L’alimentazione del neonato ha inizio con
                                  l’allattamento al seno. Il riflesso della suzione
                                  è costituito da movimenti peristaltici della lingua
                                  che spingono il capezzolo contro il palato e
                                  orientano il getto nella parte posteriore della
                                  lingua. Inizialmente la suzione non è perfetta, la
                                  bocca non aderisce bene al seno, il movimento
linguale antero-posteriore non è forte e tonico, per cui il bambino
succhiando può perdere del latte dalla bocca e deglutire molta aria,
provocando possibili coliche o eruttazioni. I                              Il neonato presenta
primi tentativi di attacco al seno possono                        scarsa stabilità, non riesce a
                                                              sostenere il capo ed il busto; è il
dunque essere inefficaci dal punto di vista
                                                               corpo della mamma, anche con
nutrizionale, ma sono utilissimi perché
                                                                   l’aiuto di un cuscino, che lo
favoriscono un incremento degli ormoni                           stabilizza affinché la suzione
coinvolti nella produzione lattea e sono                                 possa essere efficace.

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1. Immagine tratta da A. Cerchiari, Viaggio nella funzione alimentare del bambino da 0 a 3 anni. Parise
Adriano Editore Stampatore srl.
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importanti per il futuro successo dell’allattamento:
l’attività   riflessa   della   suzione,    ripetuta
quotidianamente più volte, attraverso l’esperienza,
diventa un’abilità appresa a livello cerebrale.
L’OMS e tutte le Organizzazioni che si occupano di
salute, alimentazione e prevenzione dell’infanzia
raccomandano nelle loro Linee Guida
l’allattamento al seno come alimentazione
esclusiva nei primi 6 mesi di vita poiché
comporta benefici sia per il bambino che per la
mamma:

 Soddisfa completamente il neonato         Alta digeribilità che riduce il
  per nutrizione e idratazione;              rischio di coliche, vomito, reflusso
                                             patologico, diarrea e costipazione
 È fonte di protezione                      cronica;
  immunitaria;
                                            Contiene acidi grassi fondamentali
 Favorisce il corretto sviluppo delle       per lo sviluppo delle strutture
  strutture ossee e muscolari                cerebrali del bambino;
  della cavità orale: mascella,
  mandibola, bocca, lingua, palato          Riduce le infezioni delle vie
  duro, allineamento dei denti               respiratorie, dell’orecchio medio e le
  prevenendo problemi di                     apnee notturne;
  malocclusione;
                                            Nella mamma riduce il rischio di
 Diminuisce la possibilità di               tumore al seno, ovaio e endometrio,
  sviluppare abitudini orali viziate         di malattie cardiocircolatorie, di
  (succhiare il dito, il ciuccio,            anemia, favorisce i cambiamenti del
  respirazione orale);                       post-partum e rilascio di ormoni
                                             rilassanti;
 Riduce il rischio di diabete
  giovanile, obesità infantile,             Le interazioni sensoriali tra mamma e
  leucemia, malattie                         neonato creano un legame affettivo
  cardiovascolari e sindrome della           speciale, favoriscono la reciprocità.
  morte in culla (SIDS);

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L’uso del biberon                     In molti casi il latte materno non rappresenta
affiancato alla nutrizione al         l’unica forma di nutrimento, ma viene
seno influisce sulla                  accompagnato            o     sostituito      da      latte
produzione del latte: il
                                      artificiale          somministrato               tramite
bambino, saziato dal latte in
formula, succhierà meno il            biberon.
seno diminuendo la montata
lattea materna.                       L’abilità di succhiare al biberon è diversa da
                                      quella del seno: il neonato non è ancora
maturo per questa attività, può mostrare maggiore difficoltà di attacco alla
tettarella, perdita di latte dai lati della bocca e maggiore quantità di aria
ingurgitata. Inoltre, la suzione al biberon non promuove quegli stessi
aspetti benefici sulla struttura oro-facciale che apporta l’allattamento al
seno: numerosi sono gli studi che identificano l’uso del biberon come causa
di alterazioni dei muscoli oro-facciali e di malocclusioni delle arcate
dentali poiché esso determina una suzione tramite la muscolatura orale
con movimenti della lingua anomali che influenzano anche la
conformazione palatale. L’alterazione motoria e muscolare orale
sviluppata dall’uso di biberon con tettarelle sbagliate può affliggere
                                   negativamente le funzioni di masticazione,
                                   respirazione, deglutizione ed articolazione dei
                                   suoni del linguaggio negli anni successivi. A tal
                                   proposito, fondamentale è la scelta della
                                   tettarella da usare! Esistono in commercio
                                   modelli creati appositamente per somigliare al
                                   seno materno così che il bambino possa trarne
2                                  gli stessi benefici. Inoltre, la perdita di contatto

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2. Immagine tratta da A. Cerchiari, Viaggio nella funzione alimentare del bambino da 0 a 3 anni. Parise
Adriano Editore Stampatore srl.

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fisico con il seno della mamma può essere
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compensata con il contatto pelle-a-pelle,
                                                             marchio Bisfenolo 0% o in
carezze e coccole.                                                                 vetro;
                                                              Cambiare la tettarella al
Se il neonato compie difficoltà ad attaccarsi al
                                                               maturare della suzione;
seno, può essere comunque allattato con il                           Non modificare la
latte materno garantendo molti dei benefici                  tettarella allargando i fori.

che l’allattamento al seno comporta. La
produzione di latte deve essere iniziata e/o mantenuta attraverso l’ausilio
del tiralatte cercando di stimolare il seno proprio come farebbe un neonato.
È utile somministrare il latte tirato con un biberon la cui tettarella sia il più
simile possibile al seno materno così da poter aumentare le possibilità che
il bambino si attacchi, o riattacchi al seno.

Con il passare dei mesi l’attività di suzione della lingua nella funzione della
suzione si evolve dando luogo a movimenti più complessi: al movimento
antero-posteriore si aggiunge quello dall’alto in basso che permetterà di
gestire i cibi più consistenti.

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1.2 Stimolazione orale
                                    Ogni nuova abilità che il bambino si appresta
                                    ad    apprendere   è   costituita   da   una
                                    componente sensoriale e una motoria:
                                    l’abilità motoria verrà acquisita tanto più
                                    sarà tollerata la matrice sensoriale ad essa
                                    legata. Il bambino, appena nato, è immerso
                                    in un mondo di sensazioni nuove; tutto ciò
                                    che viene in contatto con i suoi cinque sensi
è fonte di esperienza sensoriale, e, tra tutti, la bocca rappresenta la prima
fonte di conoscenza. Alla nascita, il bambino è dotato di ipersensibilità e
non accetta di buon grado tutti gli stimoli: una delle prime esperienze
sensoriali che compie è il contatto pelle a pelle con il seno materno. Con il
succedersi delle esperienze, tali sensazioni vengono accettate e vissute
sempre più con piacere. Intorno ai 3 mesi il bambino riesce a portarsi
volontariamente le mani alla bocca, e, quotidianamente, tenderà a
succhiare le manine, il dito o oggetti: tale funzione esplorativa è basilare
per lo svezzamento. Difatti, tali esperienze abituano le mucose orali ad
accettare stimoli e consistenze differenti all’interno della bocca. È
importante, dunque, favorire occasioni che
decrescano     la        sua     ipersensibilità   e
garantiscano        un         adeguato    sviluppo
sensoriale stimolando il bambino con giochi
per la bocca, massaggiagengive, spazzolini
etc. Questo gioco permette al piccolo di
avvicinarsi a cibi di consistenza più solida e
pone le basi per lo sviluppo del riflesso del
morso, preliminare per la masticazione.

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1.3 Svezzamento
In virtù dell’esperienza sensoriale fatta nei primi mesi di vita e delle più
evolute attività motorie della lingua, labbra, mandibola e guance, intorno
ai 6 mesi il bambino è maturo anche a livello gastrico per assumere nuovi
alimenti di qualità e consistenza diverse dal latte liquido: ha inizio lo
svezzamento. Il momento dello svezzamento è individuale e va iniziato solo
quando il bambino segnala di essere pronto, ecco elencati alcuni segnali:
    Mostra interesse per cibi diversi: osserva i familiari mentre
       mangiano, segue le traiettorie delle loro posate dal piatto alla bocca,
       si protende per afferrare il loro cibo;
    È in grado di mantenere la posizione seduta, sostenere il capo
       e prendere il cibo con le manine e portarlo alla bocca;
    Non si accontenta più del solo latte materno o artificiale: il
       bambino inizia ad avere esigenze diverse dal punto di vista
       nutrizionale e di crescita.

                                Le prime pappe hanno più che uno scopo
 Il bimbo che inizia lo
                                nutritivo uno scopo educativo: servono ad
 svezzamento viene fatto
                                abituare il bambino a nuovi sapori e nuove
 sedere ed accuratamente
 assicurato al seggiolone in    consistenze, sono delle piccole aggiunte alla
 posizione semiseduta con il    sua dieta. Lo svezzamento ha inizio
 tavolino che chiude
                                gradualmente      poiché   occorre   dare   al
 anteriormente.
                                bambino      il   tempo    di   abituarsi   al
cambiamento: imparare a mangiare dei cibi solidi non è un compito facile,
il piccolo deve sviluppare un meccanismo di alimentazione del tutto nuovo
passando dalla sequenza suzione-deglutizione a quella di schiacciamento-
deglutizione, inoltre, interrompere improvvisamente la suzione del latte
potrebbe scaturire nel bambino l’impressione di abbandono. Dunque, si

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inizierà con piccoli assaggi di alimenti omogeneizzati a purea poiché più
facili da gestire e da digerire. Quantità e consistenze degli alimenti si
modificheranno progressivamente in modo da adattarsi alle sue capacità e
alla sua fame. Perché si possa sviluppare un atteggiamento sano nei
confronti del cibo è necessario rispettare i segnali dati dal bambino:
inizialmente potrà non accettare i nuovi cibi, ma è importante che il
genitore torni ad offrire nuovamente l’esperienza qualche giorno più
avanti così da sviluppare le nuove abilità. Per accettare nuovi cibi ci vuole
del tempo, essi vanno riproposti più volte .
È utile sfruttare la curiosità del bambino e usare la sua abilità di giocare
                                   con le manine offrendogli pezzetti di
                                   cibo da afferrare, succhiare e portare
                                   alla bocca autonomamente o lasciargli
                                   mettere le mani nella pappa: questa
                                   nuova esperienza sarà per il bambino
                                   un gioco. È importante che faccia
                                   esperienza anche con le mani e che si
                                   abitui      a    sporcarsi,         fa      parte
                                   dell’autoregolazione            della         sua
                                   sensibilità non solo a livello orale ma
                                   anche degli arti superiori. Inoltre,
                                   permetterà di farlo crescere con un
atteggiamento    sereno    e   tranquillo   nei
                                                              È utile fornire al piccolo
confronti del pasto.
                                                    un cucchiaino personale durante
Dai 6 ai 9 mesi le esperienze di cibi nuovi si     il pasto: favorisce lo sviluppo della
susseguono, dai cibi omogeneizzati alle            coordinazione occhi-mano-bocca,
                                                           rende il bimbo partecipe e
pappe di consistenza cremosa e poi con i
                                                               sempre più autonomo.
grumi, mentre il latte somministrato va via
via limitandosi al mattino e alla sera prima di

                                    11
andare a dormire. Il bambino inizia così a sentire la necessità di dissetarsi
per compensare la diminuita somministrazione del latte.

 Possono verificarsi
                                        Intorno ai 7/9 mesi il piccolo diminuisce la
 episodi di tosse o vomito in           spinta della lingua in suzione sviluppando
 reazione alle nuove consistenze        l’abilità del morso attraverso movimenti di
 e per via di abilità non ancora
                                        apertura     e   chiusura   della   mandibola,
 perfette. È necessario
 sorvegliare il bambino con             schiacciando, l’una sull’altra, le sue gengive
 naturalezza senza bloccare la          che iniziano a gonfiarsi per l’eruzione dei
 sua evoluzione.
                                        primi dentini che non servono a masticare,
bensì a mordere. Il piccolo sperimenterà questa abilità di morso e
schiacciamento fino a 2 anni facendo esperienza di tutti cibi solido-
morbidi. Con l’esercizio la forza della mandibola aumenta così come la
muscolatura della masticazione, l’abilità della lingua nel gestire piccoli
pezzetti all’interno della bocca diviene sempre più precisa e l’articolazione
temporo-mandibolare più competente, ponendo così le basi per la
produzione del linguaggio articolato. È proprio in questo periodo che il
vocabolario del bambino va incontro ad una vera e propria esplosione! Dai
cibi solidi-morbidi il bambino potrà
passare     ai        cibi   solido     duri   che
richiedono         una       masticazione      più
continuativa, coordinata e di tipo
rotatorio. All’età di tre anni il bambino
completa         le     tappe      di    sviluppo
alimentare che, nel corso degli anni
successivi, subiranno ancora dei piccoli
perfezionamenti per raggiungere il
modello adulto.

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1.4 Ausili nutritivi
                                 Con      lo   svezzamento     il   bambino
                                 sperimenta nuovi ausili per la nutrizione
                                 diversi dal biberon, per forma, utilizzo e
                                 materiale: cucchiai, forchette, bicchieri,
                                 tazze con beccuccio.
                                 La prima grande scoperta per il bambino
                                 è l’esperienza di ricevere o portare il
                                 cucchiaino in bocca: deve prima di tutto
accettarlo sensorialmente per poi poter apprendere l’abilità di aprire e
chiudere la bocca e di ripulire il cucchiaio. Inizialmente è consigliabile
utilizzare un cucchiaino in silicone di facile accettazione perché dello
stesso materiale delle tettarelle del biberon, e, appena possibile,
introdurne uno in plastica dura o metallo. Dai 6 agli 8 mesi il bambino è
piuttosto passivo durante il pasto e necessita di essere imboccato, ma
occorre sempre incoraggiarlo ad intervenire fornendogli un piccolo
cucchiaio dal manico rotondo e largo quanto basta da poter sostenere la
grossolana presa della sua manina. Nelle sue prime esperienze
predomineranno ancora gli schemi motori tipici della suzione non appena
il cucchiaio si avvicinerà alla bocca o al labbro inferiore, per questo spesso
il cibo inserito in bocca verrà sputato fuori. Con il passare del tempo le
abilità aumentano, il bambino riconosce visivamente il cucchiaio, anticipa
l’apertura della bocca e perfeziona l’abilità di usare il labbro superiore per
ripulire tutto il cucchiaio.
Allo stesso tempo, dai 6 mesi, il bambino è pronto ad iniziare l’esperienza
dell’assunzione di liquidi dal bicchiere. Così come per il cucchiaio, nei
primi approcci al bicchiere la modalità di suzione predominerà con una

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chiusura labiale minima e un’ampia escursione
della mandibola che comportano una sostanziale
perdita di liquido dalle labbra. La suzione
potrebbe essere tanto forte da necessitare una
salda presa del bicchiere da parte del genitore. La
somministrazione di liquidi può essere integrata
ancora con il biberon: si può lasciare che il
bambino si abitui a poco a poco all’idea di
abbandonare il biberon per bere usandolo
esclusivamente per il latte.
                                        L’aumento     della   stabilità,   fornito   dai
Consigliabile fornire
                                        movimenti coordinati della lingua e della
al piccolo un bicchiere provvisto
di coperchio e beccuccio: favorisce
                                        mandibola, permette al bambino di portare
l’autonomia nel bere e il               il labbro superiore a chiudere sul bordo del
progressivo abbandono del               bicchiere mentre il labbro inferiore si colloca
biberon dato che il beccuccio è
                                        sul   margine    inferiore    perdendo       così
una via di mezzo tra il succhiare
e il bere vero e proprio.               progressivamente una minor quantità di
                                      liquido. A partire dai 2 anni il bambino usa un
maturo modello di suzione, i muscoli di apertura e chiusura della
mandibola lavorano in modo coordinato e non sarà più necessario alcun
aiuto esterno.

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2.         Abitudini viziate
La suzione, oltre alla sua funzione alimentare,
rappresenta per il bambino una vera e propria
forma di piacere; è un automatismo innato che
lo rilassa e lo calma. In tal caso viene definita
suzione non nutritiva e può manifestarsi tramite
la suzione delle dita, della lingua o delle labbra,
dei capelli o di oggetti transizionali come il
ciuccio, il biberon o la copertina. Si tratta di
“abitudini” che si manifestano nella prima infanzia, ma che, se persistenti,
degenerano       in    “vizi”:    di    qui     il   termine      abitudini        viziate.
L’utilizzo di biberon o succhietti nei tempi e modi adeguati non è deleterio
per il bambino, è importante, però, che questi vengano gradualmente
abbandonanti entro i 2 anni poiché un loro prolungato utilizzo interferisce
con lo sviluppo corretto delle strutture oro-facciali e delle abilità di
alimentazione e di linguaggio, causando il mantenimento di schemi motori
di bocca e lingua ormai infantili per il piccolo che non ha più la necessità
di succhiare. Di seguito elencate le possibili alterazioni della sfera orale:

 Modifiche nella conformazione del palato          Tendenza alla respirazione orale e
  (troppo stretto e profondo) e della                conseguente maggior frequenza di
  dentizione (insorgenza di malocclusioni);          infiammazioni ed infezioni di naso e
                                                     gola;
 Alterata posizione linguale: interposta
  tra i denti o abbassata sul pavimento della       Maggior frequenza di episodi di otite;
  bocca;
                                                    Inibisce l’esplorazione sensoriale orale;
 Disturbi   della  masticazione      e
  deglutizione (deglutizione infantile);            Privilegia il persistere di alimentazione
                                                     liquida o semiliquida: il bambino fa
 Inattività e ipotonia dei muscoli della            fatica ad accettare nuovi sapori perché
  lingua che determinano alterazioni del             meno abile nella gestione del cibo;
  linguaggio: rotacismo, sigmatismo;

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Tali disfunzioni emergeranno col tempo determinando la necessità di
intervento da parte di specialisti, con un maggior dispendio in termini di
costi fisici, economici e temporali. Risulta importante, dunque, prevenire
tali alterazioni per rendere lo sviluppo del bambino quanto più equilibrato
possibile tramite alcuni accorgimenti:

                Succhietto                                      Biberon
 Introdurlo dopo il primo mese di vita,            Evitare tettarelle troppo lunghe, troppo
  quando l’allattamento al seno è stabilizzato       rigide o dalla conformazione non
  perché influisce sulla produzione lattea;          anatomica;

 Non offrirlo durante il giorno perché             Non lasciare che il bambino abbia
  distrae il bambino dai giochi, dalle               libero accesso al biberon e lo usi per
  curiosità quotidiane e inibisce la fase di         addormentarsi;
  conoscenza orale, preferibile durante il
  momento              del          sonno;          Non inserire al suo interno altre
                                                     bevande    diverse   dal    latte;
 Piccole dimensioni: deve permettere i
  movimenti      linguali     endorali;

 Non lasciarlo al bambino mentre parla:
  limita i movimenti della lingua e la abitua
  ad una posizione scorretta durante la
  produzione delle parole.

                                           Se tali ausili non nutritivi vengono
                                           utilizzati con criterio e non in modo
                                           intensivo, il distacco da parte del
                                           bambino avviene in maniera naturale e
                                           serena.        Quando       però     divengono
                                           abitudini viziate, toglierli richiede un
                                           grande impegno per i genitori e per il
                                           bambino, come nel caso del succhietto.
Occorre prendersi del tempo, il succhietto non può sparire da un momento
all’altro. La suzione aiuta il bambino a trovare una condizione di benessere,
ma, man mano che il piccolo cresce, si possono sperimentare con lui modi
più maturi per consolarlo e rassicurarlo poiché si sviluppano sempre più le

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sue abilità socio-relazionali e comunicative: un                                    3
bacio,    una      coccola,     parole       dolci,     una
ninnananna, distrarsi con giochi che gradisce,
permettono al bambino di acquisire un maggior
controllo delle proprie emozioni. È necessario
avere fiducia nel bambino, evitando di esprimere
emozioni o commenti negativi quando usa il
succhietto e non chiedendogli direttamente di
smettere. Il bambino deve partecipare alla
decisione     di    abbandonare         il   ciuccio,     è
importante che viva questo momento con la consapevolezza che il
passaggio all’età dei grandi sia stata una scelta anche sua: utili possono
essere storie o filastrocche in cui il bambino può immedesimarsi, sentendo
di essere lui stesso e non l’adulto a prendere una decisione.

Racconti consigliati

Di seguito riportati alcuni testi, sottoforma di storie per piccoli, per
accompagnare piacevolmente le famiglie in questo grande passo:

      “Basta ciuccio!” di Alice Le hènand e Thierry Bedouet, La Margherita Edizioni;
      “Voglio il mio ciuccio” di Tony Ross, Lapis Edizioni;
      “Il mio ciuccio per te” di Lapis edizioni, della collana “I senza parole”;
      “Anna dorme senza ciuccio” di Kathleen Amant, Clavis Prima;
      “Mattia si succhia il pollice” Clavis Prima Infanzia edizioni;
      “Io sono grande Ciao, ciao, ciuccio” di Emanuela Bussolati;
      “Capitan Ciuccio” di Valentina Rizzi, bibliolibrò edizioni;
      “Filastrocca del ciuccio dispettoso” di Storie piccoline;
      “Il ciuccio di Valdemar” di Maria Jonsson, beisler editore;
      “Alice e il ciuccio” di Marta Monelli, Zelig editore;
      “Togliamo il ciuccio” di Paola Perrone (Immagine 3).

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3.         A tavola
L’atto alimentare non si esaurisce mai nella mera dimensione fisiologica,
esso rappresenta uno scambio affettivo, una vera e propria forma di
comunicazione tra il bambino e il suo ambiente famigliare e come tale deve
essere vissuto come un momento di piacere e condivisione emozionale.
Spesso un grande problema è rappresentato dal comportamento del
piccolo durante i pasti: rifiuta il cibo, si allontana dal tavolo per riprendere
a giocare, disturba il pasto della famiglia, e, molto spesso, si attuano
strategie sbagliate, come distrarre il bambino con la TV o lo smartphone
mentre il genitore lo imbocca. Ma così facendo il bambino riceve un
messaggio errato: vive il pasto come momento in cui poter richiamare
l’attenzione e l’interesse dell’adulto. Per un
                                                                Il cibo non deve divenire
bambino di questa età non è facile e piacevole
                                                             una minaccia, un ricatto, un
star seduto a tavola per tutto il pasto, occorre         premio o proibito per punizione,
creare un’atmosfera tranquilla e serena in cui           ma un momento di condivisione

poter      accompagnare       gradualmente       il              che il bambino vive con
                                                                              benessere.
bambino a tutti quegli aspetti sociali legati
all’ora del pasto:

    Stabilire delle routine: il pasto deve essere un momento ben preciso
        della giornata, sarebbe opportuno che tutti mangiassero insieme alla
        stessa ora seduti alla stessa tavola, trasmettendo il messaggio che
        quando ci si alza da tavola il pasto è finito;
    Insegnare le buone maniere con l’esempio piuttosto che con le
        esortazioni: igiene delle mani, uso delle posate, stare seduti composti,
        non parlare con la bocca piena;

                                       18
 Rendere il bambino protagonista del pasto: coinvolgerlo nel
  momento della spesa, nella preparazione del cibo, nell’apparecchiare
  la tavola e fornirlo di tutti gli ausili necessari per mangiare e bere.
  Non facilitarlo troppo o sostituirsi a lui in tutto, bisogna dargli la
  sensazione che mangiare è un’attività che svolge perché vuole il cibo
  che è un’azione attiva e non da accettare passivamente;
 Il bambino tende a mangiare per imitazione dunque le abitudini
  alimentari famigliari rappresentano un modello di riferimento:
  seguire lo stesso tipo di dieta, quanto più variegata per alimenti e
  modalità di cottura, presentando cibi appetitosi anche per gli occhi
  che attireranno maggiormente l’attenzione del piccolo;
 Se il bambino rifiuta nuovi alimenti non costringerlo o promettergli
  un premio in cambio: gli alimenti devono essere riproposti più
  volte a distanza di tempo e in modalità diverse, il consumo ripetuto
  aumenta il gusto del bambino per quell’alimento;
 Eliminare ogni fonte di distrazione come TV, smartphone, giochi
  etc. Lasciate i bambini liberi di sperimentare e conoscere gli alimenti
  presenti sulla tavola attraverso i sensi: la cucina è un luogo per
  imparare cose nuove stando vicino alla mamma o al papà!

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Bibliografia e Sitografia
A. Cattaneo, B. Ramella, L. Gisoldi, “10 regole importanti per il pasto”, A.L.P.
A. Cerchiari, Overview sulla disfagia pediatrica. Revisione della letteratura.

A. Cerchiari, Viaggio nella funzione alimentare del bambino da 0 a 3 anni. Parise
Adriano Editore Stampatore srl.
A. Cerchiari, 2002. La valutazione delle abilità di alimentazione nella disfagia infantile.
Roma: Edizioni S.E.Cu.P. Srl. Cerchiari
F. Di Maria, F. Lo Iacono. L’allattamento: prevenzione naturale delle disfunzioni della
motricità oro-facciale. FLI Sicilia.
L. Piermarini. “Speciale autosvezzamento” dalla rivista Uppa.it.
M. Cavallo, A. Manassero, L. Pagliero, I. Vernero, O. Schindler, 2011. L’educazione della
bocca nel bambino. Torino: Omega edizioni.
N. Bonisoli, F. Nardi, I. Pilati, T. Menegus, Lo sviluppo alimentare del bambino da 0 a 6
anni, FLI Triveneto.
O. Schindler, O. Ruoppolo, A. Schindler, 2011. Deglutologia, Ed. Omega, Torino.
Ospedale pediatrico bambin Gesù. Questo io non lo mangio! Progetto nutribus.
S. Magnani, 2012. La bocca del bambino. Introduzione alla disprassia orale in età
evolutiva. Roma: Tracce. Collana monotematica di logopedia.
“Ragazzi a tavola”, Associazione Pollicino e Centro Crisi genitori Onlus.
“Quando e perché togliere il ciuccio: quello che devi sapere”, www.logopoli.it

                                           20
Logopedista
dott.ssa Rebecca Senesi
       327 7322676
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   P.IVA 02026210431

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