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DAB: LE EMITTENTI RADIOFONICHE DELL'EMILIA-ROMAGNA VERSO IL DIGITALE TERRESTRE atti del seminario tenutosi il 9 giugno 2005 a Bologna presso la sede di Legacoop Emilia-Romagna
LETTERA D’INVITO: GIOVEDÌ 9 GIUGNO, ORE 10,00 SALA "A" TORRE LEGACOOP - VIALE ALDO MORO 16 - BOLOGNA Legacoop Bologna, Legacoop Emilia-Romagna, Mediacoop indicono una giornata seminariale sul tema: DAB: le emittenti radiofoniche dell'Emilia-Romagna verso il digitale terrestre. Interverrà a dare il saluto ai partecipanti il Presidente di Legacoop Emilia Romagna Egidio Checcoli Introduce e coordina: Paolo Soglia - Città del Capo Radio Metropolitana il digitale terrestre: rischi e opportunità per il settore radiofonico locale Interventi di: Pierpaolo Busi - ufficio promozione Legacoop Bologna Strumenti e risorse per la realizzazione di Società Consortili Lelio Grassucci – Presidente Nazionale Mediacoop Progetti e condizioni per la costruzione di reti regionali multimediali Frank Dunne - giornalista, collabora con The Independent - FIFA Magazine - Financial Times Quali contenuti per il DAB? L’esperienza inglese Seguirà una tavola rotonda: sono invitati a partecipare tutti gli interessati, in particolare gli operatori del settore radiofonico locale Organizzazione: info@bolognamultimediale.com informazioni: Lorenzo Berardi 333-8963173
ELENCO PRESENZE: RADIO & OPERATORI Rete Alfa Bruno Suzzi Andrea Musi Radio International Paolo Pedrini Teleradiocittà Radio Bruno Giorgio Conti Pierluigi Senatore Radio Budrio Mara Generali Radio Kronos Domenico Mucignat Radio Sound Pc Rita Nigrelli Radio Tau Giorgio Armagni Radio 12 Luigi Furlotti Fashion FM Michele Fenati Radio Centrale Franco Botta AERANTI Fabio Carera Radio Neon (web radio) Piero Ingrosso STAMPA Università Modena-Reggio Vito Di Marco Radio Bruno Micaela Romagnoli Città del Capo Radio Giovanni Dognini Metropolitana Bibì Bellini Il Domani Sergio Caserta Luca Molinari Sabato Sera Michele Zacchi L’Ammazzacaffè Carlo Brandonisio & Francesco Bedussi Legacoop Giordano Masetti
IN APERTURA I PARTECIPANTI HANNO RICEVUTO IL SALUTO DEL PRESIDENTE DI LEGACOOP EMILIA- ROMAGNA EGIDIO CHECCOLI. Egidio Checcoli ha ricordato l’importanza della presenza cooperativa nella nascita del sistema radiotelevisivo locale regionale. Nel corso del tempo tuttavia questo forte legame si è attenuato: questo anche a causa di una non sempre sufficiente attenzione posta dall’associazione allo sviluppo del settore. A questo proposito ha giudicato molto positivamente la nascita e lo sviluppo di Mediacoop, struttura associativa che si propone la ricomposizione e l’affermazione dei valori rappresentati dalla comunicazione cooperativa, locale e no-profit. Nell’augurarsi che occasioni come queste contribuiscano a un rinnovato rapporto di collaborazione, il Presidente di Legacoop Emilia-Romagna ha assicurato ai partecipanti che l’associazione sosterrà il cammino delle cooperative e dei Consorzi nella sfida all’innovazione e nel passaggio al Digitale. In particolare Checcoli ha riaffermato la necessità di attivare strumenti finanziari che consentano alle piccole e medie imprese del settore di effettuare gli investimenti necessari. Questo potrà avvenire sia attivando gli strumenti propri della cooperazione, ovvero i Consorzi Fidi, sia utilizzando al meglio le risorse messe a disposizione a livello Regionale dal Foncoper, che possono ora essere assegnate con estrema celerità. In conclusione il Presidente di Legacoop Emilia-Romagna ha ringraziato i partecipanti, assumendo l’impegno di seguire con attenzione lo sviluppo del dibattito, in un rinnovato spirito di collaborazione con il mondo della comunicazione locale.
IL DIGITALE TERRESTRE: RISCHI E OPPORTUNITA’ PER IL SETTORE RADIOFONICO LOCALE - relazione introduttiva di Paolo Soglia -
La nostra riflessione parte dalle analisi compiute in questi anni sul digitale terrestre radiofonico. Prendiamo l’ultimo documento realizzato da AERANTI, associazione alla quale aderiamo, in sintesi questo studio sostiene che: 1) il DAB è una tecnologia datata che non si è radicata in alcun paese, compresi quelli in cui è stata massiccia la sua sperimentazione (a questo proposito sentiremo l’intervento di Frank Dunne sul DAB in Inghilterra). 2) Le possibilità multimediali del DAB non sono interessanti per lo specifico radiofonico in quanto immagini e dati non si sposano con una fruizione tendenzialmente mobile e unisensoriale del mezzo radio. 3) L’AGCOM impone alle emittenti di trasmettere in digitale quanto già trasmettono in analogico e sullo stesso bacino: questo comporta una duplicazione dei costi do gestione. 4) Vi è una sostanziale carenza di banda che impedisce una ripartizione delle frequenze tale da soddisfare tutti gli attuali operatori analogici, nazionali e locali. 5) La Trasmissione in banda L per tutti è sicuramente più democratica, ma anche molto più costosa perché comporta l’attivazione di più impianti rispetto alla banda terza. Premesso che non abbiamo motivo per non prendere molto sul serio queste analisi, risulta tuttavia assai difficile arrivare alle conclusioni a cui arrivano le nostre associazioni, che dopo queste fosche considerazioni invitano le emittenti ad essere pienamente protagoniste di questa nuova tecnologia. In sostanza il ragionamento è questo: bisogna assolutamente che le emittenti realizzino società consortili per trasmettere in digitale, altrimenti questo spazio verrà occupato da altri soggetti. In parole povere si tratta di una misura protezionistica, del tutto legittima, ma che vede prevalere un approccio tutto difensivo e di natura tattica relegando in secondo piano il tema dell’innovazione. L’idea di realizzare questo incontro è nata proprio da qui, dalla sensazione che forse stiamo vivendo questa vicenda del DAB solo come un problema, col rischio di non rintracciarne eventuali opportunità. Andiamo ora ad analizzare che cosa potrebbe produrre quest’incontro: 1) Un primo risultato l’abbiamo già raggiunto: è la prima volta da diversi anni che tanti operatori del settore, con storie e finalità molto diverse tra loro, si ritrovano per discutere di innovazione e di multimedialità e non solo di stringenti problematiche tecniche o amministrative. 2) La necessità di realizzare dei Consorzi ci pone nella condizione di verificare le disponibilità di servizi presenti sul territorio. Premesso che non rientra nelle finalità di questo incontro la proposta di realizzare alcun Consorzio, è evidente a tutti che le emittenti qui presenti, assieme ad altre, in assoluta autonomia e seguendo i criteri di affinità che più le aggradano, possono aver bisogno di consulenze e servizi. Legacoop
ha una certa esperienza in Consorzi ed è proprio su questo tema che verterà l’intervento di Pierpaolo Busi, responsabile promozione di Legacoop Bologna. Ogni impresa radiofonica, che sia cooperativa, srl, spa o semplice associazione, avrà modo di farsi un’idea dei servizi consulenziali che l’associazione è in grado di offrire. Assieme alle consulenze legate alle problematiche normative e statutarie e allo start- up, vogliamo capire quali strumenti finanziari possano essere attivati per sostenere i costi degli investimenti che dovranno realizzare i futuri consorzi. 3) Con questo incontro possiamo inoltre verificare se esistono le basi per manifestare alle istituzioni (penso innanzitutto alla Regione Emilia-Romagna) l’intenzione da parte degli operatori di svolgere un ruolo attivo nella partita dell’innovazione digitale e dello sviluppo di nuove reti multimediali. Da troppo tempo nell’immaginario collettivo (e in quello mediatico-istituzionale in particolare) la radiofonia è congelata alle categorie degli anni settanta, quella delle radio libere: con tutto il rispetto che si deve a quella storia, bisogna pur rilevare che sono passati trent’anni e la realtà del settore è molto cambiata: c’è la necessità di far percepire appieno questo cambiamento. Se non saremo in grado di modificare quest’immaginario correremo sempre di più il rischio di essere marginalizzati e verremo percepiti esclusivamente come un problema: penso ai temi legati all’impatto elettromagnetico, certamente da affrontare seriamente, ma che spesso vengono strumentalizzati per ignoranza e basso calcolo politico, col risultato di creare allarmismi anche in situazioni a scarsissimo impatto ambientale o, peggio, di porre le basi per speculazioni immobiliari sui siti e sugli impianti. Abbiamo quindi chiesto al Presidente nazionale di Mediacoop Lelio Grassucci di essere presente al nostro incontro per approfondire con lui un tema più volte sollevato: la necessità di elaborare delle piattaforme che possano essere inserite nella discussione sul futuro sistema regionale delle comunicazioni. 4) Infine, con quest’incontro ci proponiamo di cominciare a pensare, in piena libertà e senza alcuna costrizione di carattere amministrativo, se possono esistere contenuti o servizi innovativi da sviluppare con la tecnologia digitale. Per avere una traccia di discussione abbiamo chiesto a Frank Dunne, giornalista che collabora con alcuni prestigiosi quotidiani inglesi - e che in questo periodo si è molto occupato dello sviluppo italiano del digitale televisivo in particolare per quanto riguarda la questione dei diritti legati al calcio – un resoconto sullo sviluppo del DAB in Inghilterra. Al termine degli interventi abbiamo previsto una tavola rotonda, molto aperta e informale, nella speranza che siano gli stessi operatori oggi intervenuti ad animarla. Mi auguro quindi che quest’incontro non resti un episodio isolato ma che contribuisca, perlomeno, a sviluppare un dibattito facilitando la costruzione di nuove reti.
(Traccia dell’intervento per la tavola rotonda) DAB: come far diventare un problema una opportunità I consorzi (operatori di rete) 1) Uno dei limiti storici allo sviluppo dell’editoria radiofonica locale è l’estrema frammentazione, la proliferazione di operatori di piccole e piccolissime dimensione non coordinati tra loro. La necessità di costituire dei Consorzi, a prescindere dalle fortune del DAB, è un’occasione straordinaria per creare reti e fare ricomposizione. 2) I Consorzi non si devono limitare alla sperimentazione del DAB. Essi possono e debbono darsi compiti più ampi: possono realizzare e gestire nuove postazioni e impianti, diventando interlocutori delle istituzioni locali nell’ambito del riordino territoriale sei siti radioelettrici, sia digitali che analogici. Possono affiancare alla struttura gestionale prevista per gli operatore di rete una struttura redazionale e una promozionale/commerciale: questo consentirebbe di sviluppare meglio determinate produzioni e di ottimizzare la raccolta pubblicitaria, consentendo di aprire alle emittenti locali mercati ora non raggiungibili. 3) Avere a che fare con un centinaio di operatori in regione significa avere a che fare con un settore fortemente disaggregato, poco distinguibile e scarsamente rappresentabile. Questo comporta un modestissimo impatto relazionale con le istituzioni regionali. Basti pensare che lo stesso Corecom ha difficoltà nel realizzare e tenere aggiornata la mappa del settore, reperendo informazioni che ne descrivano le caratteristiche qualitative e dimensionali. Se la maggior parte delle emittenti fossero raggruppate in Consorzi, questi stessi potrebbero darsi una struttura di rappresentanza per tutelare al meglio gli interessi comuni in sede regionale, e le emittenti potrebbero disporre finalmente di uno strumento locale ampiamente rappresentativo. I prodotti (fornitori di contenuti) Vanno debitamente esplorate tutte le possibilità connesse alla produzione e alla distribuzione di contenuti audio digitali. Il Legislatore ha ingessato la tecnologia digitale immaginando unicamente la trasmissione di un flusso audio continuativo così come avviene per le trasmissioni analogiche fm. In sostanza risulterebbe modificata solo la tecnica distributiva/ricettiva ma non la natura del contenuto. Vanno invece esplorate anche altre possibilità: non è detto che da questa ricerca non escano nuove idee di prodotto a cui saranno confacenti nuove modalità di distribuzione. Paolo Soglia Presidente Not Available soc. coop. Città del Capo Radio Metropolitana
STRUMENTI E RISORSE PER LA REALIZZAZIONE DI SOCIETÀ CONSORTILI Relazione di Pier Paolo Busi Ufficio Promozione di Legacoop Bologna
Un tema particolarmente sensibile a Legacoop è la libertà e il pluralismo dei mezzi di comunicazione che sono una naturale precondizione al realizzarsi di una società democratica. Infatti il concentrarsi dei media condiziona fortemente il diritto ad una informazione libera. Il quadro giuridico del sistema Radio Televisivo è stato fortemente modificato dall’entrata in vigore della Legge Gasparri (N112/04) e dal regolamento del 6 Marzo 2005 che norma l’avvio delle trasmissioni radiofoniche terrestri in tecnica digitale, ciò in attuazione Art 24 della Legge 112/04 e che introduce tra l’altro il bando di assegnazione delle frequenze. Oltre all’innovazione legislativa il mercato delle comunicazioni si sta’ rapidamente trasformando in seguito all’introduzione della tecnologia digitale. Alcuni punti di criticità: 1) la convergenza della tecnologia verso il digitale porterà a processi di concentrazione dei media; 2) la convergenza tecnologica aumenterò l’offerta comunicativa e di intrattenimento veicolata tramite canali diversi quali internet, il digitale televisivo, il satellitare, ecc 3) il passaggio al digitale non deve tradursi in processi di omologazione dei contenuti, anzi favorire la crescita dei contenuti significa rafforzare il pluralismo comunicativo, infatti i mezzi di comunicazione digitali non garantiranno automaticamente una scelta più ampia; 4) l’utente finale avrà un rapporto sempre più personale con il mezzo informativo (telefono, tv, radio, pc, ecc) favorendo interattività e diversificazione nell’utilizzo del canale comunicativo. Rispetto a questo quadro vi è una alterità del mezzo radiofonico, che non sembra al momento trovare veri vantaggi nel passaggio al digitale. La radio viene ascoltata mediamente ogni giorno da 35 milioni di italiani, con un forte presenza delle fasce giovanili comprese tra i 15-40 anni, il 51% ascolta la radio in automobile, la media di ascolto giornaliera è di tre ore pro-capite, ecc. Da questi dati emerge come la radio sia un mezzo che privilegia come canale sensoriale quello uditivo, che si ascolta principalmente in automobile, ecc, tutti fattori di non privilegiano un utilizzo massiccio degli strumenti multimediali previsti dal DAB, come le bande dati e l’invio di immagini e testi. Infatti il digitale è interattivo, privilegia più canali sensoriali, ed inoltre non vi quasi diffusione nel nostro paese di autoradio che consentano la ricezione del Dab. Inoltre il passaggio al digitale presuppone, almeno nell’immediato, un aumento dei costi gestionali e di investimento senza un diretto aumento dei ricavi. Pesa, poi, sul digitale radiofonico la concorrenza delle altre reti di comunicazione. Ed infine, la stessa utenza non sembra particolarmente disponibile a passare al Dab. Quindi il passaggio al digitale radiofonico non prevede un aumento di quote di mercato rispetto agli altri media. Da questo scenario emerge una difficoltà vera da parte dell’emittenza radiofonica locale fortemente frammentata ad affrontare, con esigue risorse, il passaggio al digitale, che la maggior parte degli operatori del settore della comunicazione, concorda nel definire come ineluttabile. Tale passaggio, può dunque essere vissuto, non tanto come opportunità ma come un onere, o peggio come minaccia per il pluralismo del settore radiofonico locale. Tuttavia non siamo più agli anni ’70 al tempo delle radio libere, occorre fare un salto di qualità imprenditoriale.
L’attuale sistema radiofonico deve essere consapevole di questa sfida altrimenti si rischia di favorire processi di concentrazione, oppure il rafforzarsi di altri operatori che utilizzano la tecnologia digitale su altre reti. L’attuale regolamento vuole essere una barriera all’entrata di nuovi fornitori di contenuti, privilegiando gli operatori radiofonici esistenti. tuttavia al di là delle questioni tecniche e procedurali credo importante che l’emittenza radiofonica locale faccia rete, trovando al proprio interno modalità di collaborazioni innovative, sfruttando l’occasione data dal digitale per costruire politiche comuni, eventualmente dotandosi di strumenti consortili che possano operare in questi campi: • gestione degli impianti e dei siti di trasmissione; • gestione di servizi comuni (assistenza tecnica, logistica, etc.); • allargamento della raccolta pubblicitaria proponendosi anche agli investitori nazionali; • Formazione del personale attraverso la costruzione di figure professionali tecniche e manageriali; • Definizione di una politica di integrazione dei media; • Costruzione di un percorso di accesso al credito e alle opportunità finanziarie; Oggi vi è un eccessiva frammentazione nel settore radiofonico locale, e questo è una ricchezza ma è pure un limite nei processi di innovazione, nelle politiche commerciali, nei processi di integrazione imprenditoriale ecc Occorre una strategia che sappia cogliere la ricchezza e il pluralismo del settore radiofonico locale, per indirizzarlo verso un rafforzamento imprenditoriale, ad es introducendo nella legislazione regionale in materia di comunicazione, oggi datata, incentivi per favorire il passaggio al digitale, per sperimentare forme di e-governament, valorizzando quelle esperienze redazionali, oggi presenti in campo radiofonico. Come Legacoop vogliamo favorire questo processo di rafforzamento imprenditoriale, aiutando ad es. l’emittenza radiofonica locale a sperimentare forme consortili, per partecipare al bado di assegnazione delle frequenze digitali, mettendo a disposizione la nostra realtà di servizi, favorendo l’utilizzo di strumenti finanziari come i consorzi fidi per l’accesso al credito. Pier Paolo Busi Ufficio promozione Legacoop Bologna
LELIO GRASSUCCI, PRESIDENTE NAZIONALE DI MEDIACOOP, NON HA LASCIATO UNA SCHEDA DEL SUO INTERVENTO AL SEMINARIO. I CONTENUTI ESPRESSI POSSONO TUTTAVIA ESSERE BEN RIASSUNTI DAI DUE CONTRIBUTI CHE SEGUONO: 1) Comunicato stampa Editoria: Grassucci (Mediacoop), necessaria profonda revisione del SIC; la Bonaiuti diventi una legge per lo sviluppo del settore ed il riequilibrio delle risorse. 2) “Riforma dell’editoria, revisione della legislazione regionale, innovazione tecnologica, idee e ragionamenti attorno ad ipotesi di reti regionali multimediali della comunicazione” Dalla relazione di Lelio Grassucci alla Direzione nazionale Mediacoop Ravenna, 18 e 19/02/2005
1) COMUNICATO STAMPA Editoria: Grassucci (Mediacoop), necessaria profonda revisione del SIC; la Bonaiuti diventi una legge per lo sviluppo del settore ed il riequilibrio delle risorse Roma, 31 maggio 2005 - “L’analisi del Sole-24 Ore sulle risorse a disposizione della comunicazione e la direzione dei suoi flussi verso il duopolio televisivo mette in luce la necessità che l’Autorità Garante delle Comunicazioni definisca urgentemente il valore del SIC e adotti le necessarie misure per garantire il rispetto dei limiti di accesso previsti dalla generosa normativa in materia”. È quanto afferma Lelio Grassucci, Presidente di Mediacoop, Associazione delle Cooperative Editoriali e della Comunicazione, commentando i dati pubblicati dal quotidiano economico. “Ma questo” -aggiunge Grassucci- “non è sufficiente: occorre anche, come Mediacoop aveva segnalato fin dal suo Congresso costitutivo e ribadito in successive occasioni di dibattito, una profonda revisione del SIC che, fin dall’inizio, era stato definito farraginoso, convenzionale e lontano da ogni parvenza di scientificità”. I dati relativi alla pubblicità istituzionale della Presidenza del Consiglio, ricordati sempre dal Sole-24 ore, testimoniano che nel primo trimestre dell’anno essa è stata diretta ad esclusivo vantaggio della TV e soprattutto di Mediaset. “Il problema del mancato rispetto della ripartizione tra i media prevista dalla legge” - sottolinea il Presidente di Mediacoop- “è più generale e riguarda tutta la pubblicità istituzionale, centrale e periferica”. “Detto per inciso” -prosegue Grassucci- “in questo quadro, a tutt’oggi il Governo non ha ancora provveduto ad erogare l’anticipazione dei contributi per il 2004 al 50% come previsto dalla legge”. A giudizio del Presidente di Mediacoop “l’idea del Governo, e di una parte della maggioranza, di definire la cosiddetta legge Bonaiuti a costo zero e senza alcun intervento di riordino del sistema italiano della comunicazione è del tutto improponibile: il DDL Bonaiuti deve diventare una legge per lo sviluppo dell’editoria e del riequilibrio delle risorse in favore dei soggetti piccoli e medi e soprattutto dell’editoria di idee, valori e testimonianze”. Grassucci fa rilevare che “il prossimo DPEF, e la conseguente legge finanziaria, devono provvedere a garantire le risorse necessarie, anche per consentire il rispetto dei tempi di erogazione”, aggiungendo che “il discorso sulla Bonaiuti deve, dunque, essere del tutto riaperto” e che “non possono essere ignorate le istanze, avanzate in fase di audizione da Mediacoop e dai Media Non Profit, che sia l’opposizione sia gran parte della maggioranza avevano condiviso”. Per sollecitare Governo e Parlamento a definire ed operare una svolta nella direzione auspicata, Mediacoop e Media Non Profit hanno convocato un’iniziativa nazionale che avrà luogo a Roma, martedì 21 giugno, dalle ore 10 alle 13, presso il cinema Capranichetta, piazza Montecitorio.
2) “Riforma dell’editoria, revisione della legislazione regionale, innovazione tecnologica, idee e ragionamenti attorno ad ipotesi di reti regionali multimediali della comunicazione” Dalla relazione di Lelio Grassucci alla Direzione nazionale Mediacoop Ravenna, 18 e 19/02/2005 La riforma delle legislazioni regionali Tra le Regioni Italiane sta maturando il convincimento di riformare la legislazione sulla comunicazione. Con la riforma costituzionale del 2001 (v. nuovo articolo 117), infatti, è diventata materia di legislazione concorrente anche “l’ordinamento della comunicazione “. Le Regioni, perciò, hanno oggi la possibilità di intervenire in materia in modo organico, anche se sulla base di norme generali statali (cd. Leggi cornice). Con la approvazione della cosiddetta Gasparri, definita legge di sistema in materia di assetto radiotelevisivo e della RAI ( legge n. 112 del 3 maggio 2004) e della presentazione del Bonaiuti sull’editoria (DDL A.C. 4163) le Regioni sono in grado, all’interno di tali cornici, di intervenire a pieno titolo su tutta l’area della comunicazione. Contrariamente ai convincimenti di molti, anche a livello istituzionale, il processo di transizione dalla tecnologia analogica a quella digitale nel mercato radiotelevisivo, ritenuto ormai da tutti inevitabile, sta accelerando. Le conseguenze, auspicate o temute, sono pertanto alle porte. In questa sede non appaia superfluo ricordare, tra di esse: 1) l’abbassamento delle barriere all’ingresso per nuovi editori; 2) la decomponibilità a livello territoriale; 3) la distinzione tra chi trasporta il segnale e gestisce la rete e chi realizza i contenuti; 4) la customerizzazione della informazione. Nell’era del digitale il ruolo del servizio pubblico diventa duplice: essere un operatore di rete, per la quale deve garantire pluralismo attraverso un elevato numero dei programmi e trasparenza e non discriminazione nell’accesso; essere un soggetto efficiente e soprattutto efficace di produzione di contenuti. In questo ambito ciascuna articolazione regionale dovrà redigere progetti di sussidiarietà multimediale, valorizzando eventuali consorzi regionali di emittenti locali. Una nuova prospettiva per l’emittenza locale; la costruzione di progetti regionali integrati e multimediali Al di là delle più o meno educate diatribe sullo spostamento di reti RAI e dei suoi centri di produzione nei siti più diversi le Regioni assumono o possono assumere un ruolo importante nella definizione del sistema della informazione. È del tutto evidente come dai processi in corso possa aprirsi una nuova prospettiva per le emittenti locali. Non possiamo farci sfuggire questa occasione. Per esse, infatti, può essere possibile valorizzare il complesso del parco frequenze, trovare collaborazione e sinergie con la struttura pubblica, individuare, attraverso progetti di sussidiarietà multimediali, nuovi spazi nella utilizzazione della rete e nella produzione di contenuti. Di fronte a tali sconvolgimenti la legislazione regionale, ivi compresa quella emiliana (n. 39 del 20 ottobre 1992 recante “Norme per l’attività di comunicazione della Regione e per il sostegno del sistema dell’informazione operante in Emilia-Romagna”), è del tutto superata e priva di finanziamenti. La prossima legislatura dovrebbe vedere impegnate Giunte e Consigli Regionali a riscriverla e finanziarla adeguatamente.
Alla base della nuove leggi dovrebbe essere posto un “progetto regionale integrato e multimediale della comunicazione” e ciò con una idea del servizio pubblico multimediale integrativo e non sostitutivo dei soggetti privati, meglio se privato-sociali. Mediacoop intende aprire, in tale direzione, un confronto approfondito con le Regioni allo scopo di garantire una legislazione funzionale alla costruzione di tali sistemi. Per quel che riguarda, più specificamente, il nostro mondo occorre ragionare attorno a quattro questioni: 1) è pensabile costruire consorzi regionale di emittenti locali ovvero potenziare e rimissionare quelli esistenti per farli diventare soggetti importanti dei sistemi regionali della comunicazione? 2) è pensabile e quali sono le condizioni per avviare processi di innovazione tecnologica? 3) è pensabile strutturare un soggetto consortile e multimediale di produzione di contenuti, anche in considerazione della cosiddetta sussidiarietà multimediale? 4) al di là della differenza dei linguaggi, è pensabile trovare collaborazione e sinergie tra TV, radio e carta stampata? Lelio Grassucci Presidente Mediacoop
DIGITAL AUDIO BROADCASTING IN THE UK Presentation by Frank Dunne 9 giugno 2005, Legacoop, Bologna
I fatti Il Regno Unito è il paese leader nel mondo nello sviluppo del DAB. 85% della popolazione del Regno Unito può attualmente ricevere il DAB, e il target è 90% entro tre anni (come punto di paragone, Classic FM, il più grande canali commerciale analogico raggiunge l’89%). I servizi vengono trasmessi da 46 multiplex regionali e due nazionali. Il DAB è irradiata nel regno unito usando la frequenza VHF III Fino a marzo 2005, sono state vendute 1,530,000 radio digitali (incluso in auto, domestico, e portatili) in 6,500 punti di vendita. (una stima: vi sono più di due millioni di ascoltatori) Vi sono 421 canali trasmessi in digitale (fra servizi locali, regionali e nazionali – quindi nessuno può riceverli tutti), fra i quali 227 trasmettono solo in digitale Fondamentale allo sviluppo è l’appoggio del governo e il forte interesse della BBC Gli investimenti totali fin’ora, incluse le spese dello stato e dei privati, si aggirano intorno a €145 milioni in 5 anni La BBC trasmette 11 canali nazionali fra i quali 6 sono esclusivamente in digitale. BBC 7, la più popolare fra questi, usa l’archivio della BBC per trasmettere delle commedie, programmi comici, e musica di vari tipi Nel Regno Unito c’è una singola autorità, l’Ofcom, responsabile dello sviluppo del settore (Come punto di paragone: la Germania ha 16 autorità federali che gestiscono ognuno a modo proprio lo sviluppo, quindi la crescita è meno consistente.) Costi di “start-up” partono mediamente da €70,000, e un’azienda tipicamente punta su un pareggio dei conti entro 5 anni Adesso c’è un alto livello di riconoscimento del prodotto fra i consumatori grazie a campagne massicce di pubblicità attraverso tutti i media. C’è anche un apposito sito internet, www.digitalradionow.com che fornisce informazioni su tutti gli aspetti importanti – con l’inserimento del codice postale il sito può fornirti con il tipo di prodotto più adatto alle tue esigenze, il marchio, il prezzo, un link all’azienda costruttrice, un elenco dei punti di vendita che hai in zona (con una mappa che spiega come arrivare) Mike Spencer, direttore di marketing del Digital Radio Development Bureau, l’associazione di operatori del settore dice: “La chiave a tutto è il contenuto – la gente sceglie il DAB per una più ampia scelta di canali e per avere tanti canali che trasmettono esclusivamente in digitale. Ci sono e ci saranno altri servizi multimediali che saranno utili e interessanti ma non è quest’aspetto che funziona come il “driver” – il motore – del prodotto nel Regno Unito.”
Nell ricerca post-acquisto, gli utenti s’esprimono un alto livello di soddisfazione con i testi e dati trasmessi sullo schermo. Però, nella ricerca pre-acquisto, la scelta di canali e la migliore qualità audio sono sempre citate come le motivazioni per l’acquisto. Case study Un esempio di una radio DAB: “Passion for the Planet” E’ una radio dedicata alla salute e l’ambiente, che trasmette musica, notizie e interviste, e che trasmette solo in digitale Lanciato nel 2002, adesso trasmette su 6 multiplex con un bacino potenziale di 13 milioni di ascoltatori nel Sud-Est dell’Inghilterra. L’ascolto medio settimanale è intorno a 45,000 - I costi iniziali (incluso la ricerca di mercato e l’acquisto della licenza) sono stati poco meno di €140,000 - I costi mensili per la trasmissione sono € 5,000 (pagabili agli operatori dei multiplex) - Tutte le trasmissioni sono prodotti in-house quindi i costi dei contenuti sono in realtà solo i costi del personale, che s’agirono intorno a €115,000 all’anno (lo staff e composto da due persone permanenti e tre freelance) - I ricavi nel 2004 della raccolta pubblicitaria sono stati €72,000, però sta incrementando rapidamente in linea con il rapido tasso di penetrazione del digitale - Nessun’inserzionista fin’ora ha usato i servizi di testo e dati - Il business plan prevedeva il pareggio dei conti entro 5 anni dal lancio, cioè, a fine 2007 – attualmente l’azienda è più avanzata del previsto Chantal Cooke, la fondatrice della radio, dice: “Nel breve termine ci sono vantaggi nell’avere una radio sia in analogico che in digitale ma il digitale è il futuro, fra qualche anno l’analogico sarò obsoleto e abbiamo deciso che non aveva senso per una nuova azienda investire nell’analogico.” “Il Regno Unito è molto più avanzato rispetto gli altri paesi europei perchè abbiamo capito che il successo del DAB risiede nell’offrire qualcosa di nuovo, qualcosa diverso, e non semplicemente nel replicare quello che viene offerto in FM. La raccolta pubblicitaria è un successo perchè offriamo un prodotto unico. Tanti dei nostri inserzionisti non avevano mai usato la radio prima perchè non esisteva un canale come il nostro. Per esempio, un azienda che produce una medicina alternativa sa che se vende tramite la nostra radio raggiunge subito un mercato ben preciso e che tutti gli ascoltatori rientrono in quel mercato.” www.passionfortheplanet.com
Il futuro La crescità del DAB è rapida. La previsione è di 2.6 millioni di radio vendute entro fine anno Fondamentale è la diminuzione dei prezzi. Nel 2002 una radio digitale basic costava intorno a €145, adesso un prodotto simile costa intorno a €75 Tanti modelli già offrono servizi come “pause” e “rewind”, fra poco l’utente avrà una EPG, Electronic Programme Guide (Guida Elettronica ai Programmi), come standard, che gli consente programmare facilmente l’intera settimana. Ci sono esperimenti nello scaricare dei file musicali e entro 5 anni sarà possibile guardare il video di un nuovo album sullo schermo Riassunto Il Regno Unito è il leader mondiale nello sviluppo del DAB. Fondamentale a questo sviluppo è stato l’appoggio (e gli investimenti) del governo e il ruolo determinante della BBC La chiave, secondo gli operatori, è capire il vero punto di forza del prodotto, che non risiede nell’aspetto multimediale del DAB ma nel contenuto: canali e programmi originali e unicamente sul DAB Gli operatori britannici puntano sul “break-even”, il pareggio dei conti, entro 5 anni su un investimento iniziale che parte da €70,000 I canali DAB attirano gli inserzionisti pubblicitari perchè offrono prodotti di nicchia per un mercato target ben definito Siti internet utili www.drdb.org – associazione di operatori Organizzazioni www.bbc.co.uk/digitalradio/ digital radio at the BBC www.capitalradio.com Capital Radio www.digitalradio.de DAB radio in Germany www.thedigitalradiogroup.co.uk DRG - local DAB radio in London www.digitalradionow.com The DRDB's consumer site www.emapdigitalradio.com Emap - local DAB around the UK www.getdabdigitalradio.com MXR regional DAB around the UK www.now -digital.com Now Digital local DAB around the UK www.ntl.com NTL Guide to Digital Radio www.oneradiodab.com Score digital consumer site www.rab.co.uk For advertising enquiries www.ofcom.org.uk Licenses and regulates independent radio www.scoredigital.co.uk digital radio in Scotland & N Ireland www.ukdigitalradio.c om Digital One, national commercial multiple operator
www.uniqueinteractive.co.uk Dab technical innovations www.worlddab.org dab around the world Fornitori di tecnologia www.radioscape.com RadioScape www.frontier-silicon.com Frontier Silicon www.sonarics.com Sonarics Labs Aziende produttrice Acoustic Solutions - in home www.acousticsolutions.net/dabarticle Alba - portable www.alba-radio.co.uk Alpine - in car www.alpine-europe.com Arcam - in home www.arcam.co.uk Aria Digital - portable www.ariadigital.co.uk Blaupunkt - in car www.blaupunkt.co.uk Bush - in home & portable www.bush-radio.co.uk Cambridge Audio - in home www.cambridgeaudio.com Clarion - in car www.clarion-eu.com/uk Cymbol - in home www.cymbol-hifi.co.uk Genus - portable www.genusdigital.com/ - in home, in car & Goodmans www.goodmansdigital.co.uk portable Grundig (Dixons - portable www.dixons.co.uk exclusives) Hitachi - in home & portable www.hitachidigitalmedia.com Hitachi (Dixons - in home www.dixons.co.uk exclusives) Intempo Digital - portable www.intempo-digital.co.uk JVC - in car www.jvcmobile.co.uk Kenwood - in car www.kenwood-electronics.co.uk Kiiro - in home www.kiiro.co.uk Ministry of Sound - portable www.ministryofsound.com/audio Morphy Richards - portable www.morphyrichards.co.uk Onkyo - in home www.onkyo.co.uk Panasonic - in car www.panasonic.co.uk/ Perstel - portable www.perstel.co.uk Philips - portable www.philips.co.uk Pioneer - in car www.pioneer-eur.com PURE Digital - in home www.pure-digital.com Revo Digital - in car www.revo.co.uk Roberts Radio - portable www.robertsradio.co.uk Samsung - in home www.samsungelectronics.co.uk/ Sony - in home www.sony.co.uk Steepletone - portable www.qe01.dial.pipex.com/index.htm TAGMcLaren - in home www.tagmclarenaudio.com TEAC - in home www.teac.co.uk VDOdayton - in car www.vdodayton.com Fonte: DRDB – Bologna, 9 giugno 2005
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