CURRICOLO DEL NIDO ANNO EDUCATIVO 2022/2023 - Dentro fuori oltre, con le famiglie per i bambini - Comune di Venezia.
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Comune di Venezia Settore Servizi Educativi ASILO NIDO “CILIEGIO” Dentro fuori oltre, con le famiglie per i bambini CURRICOLO DEL NIDO ANNO EDUCATIVO 2022/2023 1/33
IL NIDO, PATRIMONIO DEL PASSATO PROSPETTIVE PER IL FUTURO I primi servizi pubblici rivolti ai bambini sotto i tre anni sono nati in Italia alla fine degli anni ‘60 dall’Opera Nazionale della Maternità e dell’Infanzia (OMNI), istituti prettamente a carattere assistenziale. Con la L.1044/1971 vengono istituiti in Italia gli asili nido comunali con il concorso dello stato. Tale legge ha generato esperienze radicate nella volontà/necessità di tante donne che aspiravano ad una conciliazione tra essere madre e lavoratrice. Nel nostro paese esiste ancora una disomogeneità nella presenza dei servizi educativi 0/3 presenti soprattutto al nord. Questa discrepanza è tutt’oggi al centro del dibattito nazionale tant’è che vi è l’intenzione di favorire una graduale diffusione dei servizi 0/3 con l’obiettivo di raggiungere il 75 % di copertura dei comuni (D. Lgs 65/2017). Nel quadro anche delle politiche Europee il nido e tutti i servizi educativi 0/3 sono considerati un elemento di primaria importanza per il riconoscimento dei Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza al fine di investire sul futuro delle prossime generazioni. Le politiche rivolte all’Infanzia sono indicate come la strada maestra per creare comunità solidali, giuste ed eque, attente all’educazione, impegnate a promuovere il dialogo e la coesione sociale, riferendosi ai valori della Costituzione italiana, della Convenzione ONU sui diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza, alle indicazioni della Commissione Europea. Venivano gettate così le basi per un'esperienza culturale innovativa nell'educazione della prima infanzia che coniugava la risposta ai bisogni della famiglia con un servizio rivolto all'educazione dei bambini, rifiutando l'impostazione esclusivamente igienico-sanitaria per giungere alla consapevolezza che il nido non possa essere una replica del contesto familiare. Si avviarono così nuove pratiche e nuove riflessioni anche grazie alle ricerche delle Neuroscienze che hanno fatto emergere il ruolo dei fattori ambientali sullo sviluppo delle reti neuronali del bambino e come i primi 1000 giorni di vita siano quelli più determinanti per lo sviluppo successivo. Oggi la cultura dell'Infanzia maturata nel nostro paese mantiene la caratteristica dinamica del dibattito svolto in stretta relazione tra il mondo dei servizi educativi e il mondo della ricerca e delle università. La L. 107/2015 e il D. Lgs. 65/2017 hanno confermato il carattere educativo dei servizi 0/3 riconoscendo e istituendo il “Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita ai 6 anni” con la finalità di garantire a tutte le bambine e a tutti i bambini pari opportunità di sviluppo delle proprie potenzialità sociali, cognitive, emotive, affettive, relazionali in un ambiente professionalmente qualificato, superando disuguaglianze e barriere fisiche, territoriali, economiche, sociali, etniche e culturali attraverso il superamento della dicotomia tra servizi educativi per la prima infanzia e la scuola dell’infanzia. Su questa scia sono i recenti decreti ministeriali: D.M.334/2021 “Linee pedagogiche per il sistema integrato zerosei” e D.M. 43/2022 “Orientamenti Nazionali per i Servizi Educativi per l’Infanzia”. I nidi sparsi nel territorio veneziano, per la maggior parte a partecipazione diretta, hanno una propria carta dei servizi e offrono a tutti i bambini e bambine un luogo pensato per accoglierli e accompagnare la loro crescita e le loro potenzialità riconoscendo e rispettando la varietà dei ritmi di sviluppo individuale nel dare risposte ai loro bisogni di cura e promuovendo la socialità. Sono ambienti accoglienti e inclusivi che affiancano e sostengono la famiglia. L’ingresso al nido costituisce il primo incontro con un contesto fisico e sociale diverso dall'ambiente familiare, primo nucleo di rapporti affettivi, un mondo nuovo da scoprire, 2/33
nuove relazioni da costruire con altri adulti e con altri bambini, un luogo di molteplici opportunità. La famiglia, inoltre, nella condivisione di cura, educazione del bambino con gli educatori e nell'incontro con altri genitori, può maturare nuove riflessioni anche sul proprio ruolo educativo. Per questo motivo il servizio dell'Infanzia costituisce un'importante tappa nell'elaborazione della funzione genitoriale, un'opportunità di scambi e confronti tra persone che stanno attraversando la stessa esperienza di vita. 1. DOVE SIAMO, IL PERSONALE DEL NIDO, NUMERI UTILI 1.1 DOVE SIAMO Campo dei Nicoli, Castello 1017/A Tel: 0415222747 1.2. IL PERSONALE DEL NIDO Il nido è autorizzato ad accogliere 40 bambini. Quest’anno è attivato per 36 bambini, 24 medi-grandi e 12 piccoli, ospitati in due sezioni distinte. Al piano terra si trova la sezione dei piccoli (6-15 mesi) e al primo piano la sezione dei medi- grandi (15-36 mesi). All’interno del nido sono presenti le seguenti figure professionali: - personale docente, nello specifico 7 educatrici che esplicano compiti educativi e di cura - personale ausiliario, 3 figure professionali con compiti di pulizia e sorveglianza -personale di cucina, un cuoca per la preparazione dei pasti e merende 1.3. NUMERI UTILI Servizi Educativi Centro Storico e isole 3/33
Calle Cavalli n.4084, S.Marco Venezia Orario di apertura pubblico lunedì, mercoledì e venerdì ore 9.00-12.00 Tel. 0412748251/9582 Mail: servizieducativi.csi@comune.venezia.it 2. CURRICOLO DEL QUOTIDIANO L’organizzazione degli spazi, dei tempi e dei gruppi di apprendimento rappresentano la “tra- ma visibile” del curricolo del nido, agevolano il buon funzionamento della vita quotidiana e il benessere dei bambini dando ordine e prevedibilità alle esperienze. Per progettare/ripro- gettare gli spazi e i tempi è necessario il coinvolgimento di tutti (educatori, ausiliari…) affin- ché le scelte attuate dal gruppo di lavoro siano riconosciute e valorizzate. Il tempo è una parte variabile importante nella progettazione poiché deve tener conto dei tempi dei bambi- ni ma anche degli aspetti istituzionali e gestionali. Le routine svolgono una funzione regolati- va dei ritmi della giornata e permettono ai bambini di anticipare e controllare gli eventi, per sostenere la progressiva conquista dell’autonomia. 2.1. L’AMBIENTE ACCOGLIENTE DEL NIDO Per garantire un ambiente di crescita inclusivo e tale da consentire lo sviluppo delle potenzialità di tutti i bambini, l’organizzazione deve essere attenta al clima sociale per promuovere il benessere dei bambini e degli adulti. La progettazione e l’organizzazione dell’ambiente costituiscono un aspetto fondamentale dell’azione educativa. Lo spazio è luogo di relazione, di dialogo, in grado di influenzare le esperienze dei bambini e di offrire stimoli ed opportunità di conoscenza. Dev’essere prevedibile, definito da angoli ben precisi, con arredi riconoscibili, per consentire al bambino di orientarsi e di riconoscere materiali ed attività proposte, in totale sicurezza e autonomia. Si tratta quindi di uno spazio vissuto in cui esprimere le proprie emozioni, lasciare traccia di sé e costruire memoria e sen- so di appartenenza. Il nido Ciliegio è strutturato in due piani. Al piano terra si trovano: - l’atrio di accesso, che rappresenta uno spazio soglia finalizzato sia all’accoglienza che al ri- congiungimento con la famiglia e segnala simbolicamente il passaggio tra i due contesti di 4/33
vita del bambino: la famiglia e il nido. In questa zona sono collocati gli armadietti di ciascun bambino e una bacheca per le comunicazioni con i genitori - la cucina con annessa dispensa - spogliatoio e servizi igienici ad uso degli operatori di cucina - spogliatoio e servizi igienici del personale docente e degli operatori scolastici - l’ufficio del personale - bagno con fasciatoio per il cambio - stanza nanna della sezione dei piccoli - la sezione dei piccoli con accesso diretto al giardino, in cui sono allestiti angoli con finalità specifica: angolo del morbido, della motricità, della lettura e dell’ascolto di storie e l’angolo della pappa. 5/33
Al primo piano si trovano: - la sezione dei medi-grandi che presenta un grande salone strutturato in angoli specifici: l’angolo del gioco simbolico, dei travestimenti, delle costruzioni, della lettura e della motrici - tà 6/33
- l’atelier per laboratori ed esperienze grafico-pittoriche e manipolative - bagno dotato di 4 wc, fasciatoio e lavelli - zona pappa con tavoli e sedie a misura di bambini 7/33
- zona nanna - stanza polifunzionale Si tratta di una stanza povera di arredi ma ricca in opportunità. É uno spazio vuoto da riem- pire con creatività e competenze. Può prestarsi, con pochi materiali e strumen ti, al gioco del- la crema da spalmarsi sulla pelle per la costruzione del sé corporeo e sulle bambole, al gioco euristico con materiali di riciclo e naturale e ancora alla lettura di albi illustrati e all’esperien- za con gli scatoloni e la carta da strappare, appallottolare… - il giardino. La presenza di uno spazio esterno è indubbiamente un presupposto di qualità per un nido, un valore aggiunto di grande rilevanza. Il nido Ciliegio dispone di un ampio giardino con manto erboso e alberi secolari che consente ai bambini di esplorare, correre, arrampicarsi, esprimere la propria fisicità e percepire il proprio sé corporeo. Il giardino viene vissuto in ogni stagione, il più possibile quotidianamente. Il gioco all’aperto infatti offre al bambino un contesto privilegiato di apprendimento rispetto alla sezione ed è per questo che si cerca in ambito educativo, di valorizzare il più possibile l’approccio di outdoor education e la costru- zione del primo rapporto bambino- natura. 8/33
2.2. IL TEMPO - VARIABILE PEDAGOGICA L’organizzazione del tempo quotidiano comporta una ricerca di equilibrio dei bisogni ed interessi del singolo con le esigenze del servizio, deve avere come obiettivo la promozione del benessere del bambino, degli educatori, degli operatori e dei genitori. Tempi distesi consentono ai bambini e agli adulti di vivere esperienze ricche e di stabilire relazioni significative. L'Asilo Nido Ciliegio, così come gli altri Asili del Comune di Venezia ha iniziato le attività educative il giorno 7 settembre 2022 e si le concluderà il 30 giugno 2023. Di seguito il calendario delle festività e sospensioni previste per l’anno scolastico 2022/2023 ai sensi della Delibera della Giunta Regionale del Veneto deliberazione n. 487 del 29/04/2022: Inizio attività educativa: mercoledì 7 settembre 2022. Festività obbligatorie: • tutte le domeniche • il 1° novembre, solennità di tutti i Santi • l’8 dicembre, Immacolata Concezione • il 25 dicembre, Natale • il 26 dicembre, Santo Stefano • il 1° gennaio, Capodanno • il 6 gennaio, Epifania • il lunedì dopo Pasqua • il 25 aprile, anniversario della Liberazione • il 1° maggio, festa del Lavoro • il 2 giugno, festa nazionale della Repubblica 9/33
• la festa del Santo Patrono. Sospensione delle lezioni: • 31 ottobre 2022 (ponte solennità di tutti i Santi) • dall’8 dicembre al 10 dicembre 2022 (ponte dell’Immacolata) • dal 24 dicembre 2022 al 7 gennaio 2023 (vacanze natalizie) • dal 20 febbraio al 22 febbraio 2023 (carnevale e Mercoledì delle Ceneri) • dal 6 aprile all’8 aprile 2023 (vacanze pasquali) • 24 aprile 2023 (ponte anniversario della Liberazione) • 3 giugno 2023 (ponte festa nazionale della Repubblica). Fine attività educativa: venerdì 30 giugno 2023. Durante la prima settimana di settembre il personale educatore partecipa ad alcune giornate di aggiornamento e formazione, organizzate dall’ente. L’orario scolastico è per tutti i servizi dell'infanzia comunali dalle ore 7:30 alle ore 17, dal lunedì al venerdì. L’orario di entrata va dalle 7.30 alle ore 9.00. La prima uscita è prevista dopo il pranzo alle 12.30, la seconda dopo la merenda del pome- riggio alle 15.30. 7.30 - 9.00 accoglienza 9.00 - 10.00 merenda e cambio pannolini 10.00 - 11.00 esperienze didattiche, laboratori e nanna per i più piccoli 11.00 - 12.00 pranzo 12.30 - 13.00 prima uscita dei bambini 13.00 - 14.30 riposo pomeridiano 14.30 - 15.30 cambio e merenda 15.30 - 17.00 gioco ed uscita. Nel mese di luglio è attivo il Nido Estivo ovvero un servizio che utilizza un accorpamento tra nidi comunali per proporre occasioni di relazione e di gioco anche durante l’estate. Il nido è dotato di una cucina interna alla quale arrivano direttamente le derrate alimentari che il cuoco provvede a lavorare in base al menù previsto nella giornata. Il menù viene redatto da una dietista e successivamente viene vidimato dal Servizio SIAN dell’ASL; esso è pertanto equilibrato e studiato per rispondere alle esigenze di crescita e sviluppo dei bambini. E’ articolato stagionalmente in cinque settimane. Qualora i bambini presentassero 10/33
allergie e/o intolleranze alimentati e appartenenti ad altre religioni, è possibile richiedere, con la presentazione della documentazione opportuna, la dieta specifica. Dal 2010 la Regione Veneto ha aggiornato e rivisto la questione inerente la prevenzione delle malattie nelle comunità infantili e scolastiche, provvedendo così alla stesura e alla diffusione del “Manuale per la prevenzione delle malattie infettive nelle comunità infantili e scolastiche.” I servizi educativi del Comune di Venezia si attengono a quanto stabilito nel manuale citato, (è possibile consultarlo direttamente al nido il fascicolo). Nello specifico “le malattie infettive possono diffondersi nella collettività con tempi e modalità diverse a seconda dell’agente infettivo; l’allontanamento del bambino dalla frequenza della comunità consente di limitare la trasmissione diretta o indiretta dell’agente infettivo. I genitori non devono accompagnare il figlio all’asilo nido quando presenta sintomi di malattia acuta in atto: febbre a 37,5°° C o più, vomito, diarrea, manifestazioni cutanee, congiuntivite, parassitosi. Qualora insorga una malattia acuta o si verifichi un trauma durante l’attività al nido, un educatore avvisa tempestivamente il genitore o l’adulto di riferimento delegato affinché provveda al rientro in famiglia o al trasporto presso strutture sanitarie. In caso di aggravamento delle condizioni del bambino e in caso di irreperibilità del genitore, potrà essere attivato il Servizio di Emergenza 118” (tratto da “Manuale delle malattie infettive nelle comunità infantili e scolastiche”). Non ci sono ad oggi restrizioni legate al Covid-19, se non che in caso di positività, è richiesto che la famiglia informi il nido e la referente covid (mail referentecovid.educativo@comune.venezia.it); il rientro al nido sarà poi possibile solo esibendo direttamente copia del tampone negativo all’educatrice che accoglie il bambino. Il rientro a scuola, dopo qualsiasi tipo di assenza, prevede da parte del genitore la compila- zione dell'auto-dichiarazione attestante l’assenza per motivi famigliari (vacanze) o patologie non riconducibili al Covid-19. E’ buona prassi che la famiglia informi le educatrici telefonica- mente al mattino dalle 7.30 alle 9 circa l’assenza dei loro figli. 3. CURRICOLO E PROGETTUALITÀ Ogni bambino è unico e irripetibile. Nei primi sei anni di vita cresce in modo particolare e dinamico sul piano corporeo, sociale, cognitivo, linguistico. Il percorso di sviluppo in questa fascia d’età non segue un andamento lineare, ma è fortemente influenzato dal contesto e si caratterizza per accelerazioni, pause, talvolta anche regressioni. I bambini conoscono il mondo attraverso il gioco e lo spirito di iniziativa, intraprendono varie attività ed esperienze mossi dal bisogno di movimento e di azione, dal desiderio di esplorare e conoscere, dal bisogno di esprimersi secondo diversi linguaggi. Le dimensioni corporee, cognitive, affettive e sociali risultano fortemente intrecciate. L’esperienza al nido diventa allora un’opportunità per la crescita del bambino. In questo contesto ha occasione di esprimere ed elaborare i propri vissuti, gestire i conflitti, costruire la propria identità, strutturare un’immagine di sé positiva, accedere all’intelligenza rappresentativa e simbolica e dare significato alle esperienze vissute, imparando ad apprendere con gli altri e dagli altri. 11/33
Riconoscere le potenzialità dei bambini ci consente di definire la professionalità dell’educatore. Fondamentali sono l'osservazione e l'ascolto attivo che orientano l'educatore a modulare gli interventi per accompagnare i bambini nelle loro esperienze, nelle loro dinamiche di interazione e sostenerle nell'acquisizione di nuove abilità e competenze. La pratica osservativa riconosce e rispetta i tanti modi originali e unici dei bambini e consente di ripensare e di esplorare interventi adeguati a ciascuna situazione. Considerare la centralità del gioco nei contesti 0-6 significa predisporre spazi adeguati e concedere tempi dilatati a quest’attività, arricchirla attraverso proposte di esperienze educative finalizzate ad espandere contenuti e trame. 3.1. FINALITÀ EDUCATIVE, OBIETTIVI FORMATIVI PRIORITARI L’asilo nido promuove i diritti dei bambini e delle bambine e la loro partecipazione attiva all’interno di un contesto educativo a misura di bambino pensato esclusivamente per loro. Dalle indicazioni nazionali il servizio di nido persegue diverse finalità che orientano l’azione educativa e progettuale per i bambini in un’ottica 0-6 di cui al termine dell’esperienza nido ciascun bambino e ciascuna bambina potrà raggiungere delle possibili conquiste. Gli apprendimenti non si sviluppano in modo frammentario né lineare, ma in un continuum in cui ciascuna conquista genera nuove situazioni di apprendimento, in una dinamica evolu- tiva costruttiva e ricorsiva. SCOPO DELL’EDUCAZIONE 0- FINALITA’ DEI SERVIZI CONQUISTE POSSIBILI 6 EDUCATIVI PER L’INFANZIA Orientamenti nazionali per i Orientamenti nazionali per Linee pedagogiche per il servizi educativi per i servizi educativi per sistema integrato 0-6 l’infanzia l’infanzia - la crescita armonica e il - contribuire alla - riconoscere il proprio benessere psicofisico; costruzione dell’identità con corpo, le sue potenzialità, - la costruzione l’affermazione del primo le sue parti; dell’autostima; senso del sé, del benessere - utilizzare il corpo per - l’elaborazione di una e della sicurezza in un entrare in contatto con il identità di genere, libera da ambiente allargato, mondo fisico e sociale; stereotipi; rispettoso, nel quale si sia - discriminare e - la progressiva conquista di riconosciuti e si impari a riconoscere le qualità autonomia non solo nel senso riconoscere gli altri; sensoriali di oggetti e di essere in grado di fare da - sviluppare l’autonomia, in materiali, maturando solo, ma come capacità di un ambiente che incoraggi i progressivamente il senso autodirezione, iniziativa, cura bambini nel perseguire la del bello insito nell’ordine, di sé; progressiva padronanza del nell’armonia, nel ritmo, - l’evoluzione delle relazioni proprio corpo e delle nell’accostamento di sociali secondo modalità emozioni, senza fretta, nella suoni, odori, colori, sapori, amicali, partecipative e convinzione che procedere forme, movimenti; cooperative; nell’autonomia favorisce la - ascoltare, comprendere e - lo sviluppo della capacità di consapevolezza di sé, comunicare, verbalmente collaborare con gli altri per l’apertura agli altri, la voglia e non, in modo da entrare un obiettivo comune, quale di fare e di imparare; in dialogo con gli altri; primo e fondamentale passo - mantenere vivi la curiosità, - scoprire il piacere di di un’educazione alla il desiderio e la motivazione lasciare traccia di sé 12/33
cittadinanza; ad apprendere, attraverso la nell’ambiente, modificarlo, - lo sviluppo delle piacevolezza e le sfide delle creare attraverso il competenze comunicative e prime esperienze di movimento, l’utilizzo della linguistiche e delle molteplici imparare ad imparare e la voce, la produzione di forme espressive e percezione di quello che si ritmi e suoni, il segno rappresentative; sa fare, che ancora non si sa grafico, la pittura, la - l’avvio del pensiero critico, fare e di quello che si prova manipolazione dei diversi attraverso l’estensione dei piacere a fare; materiali plastici, processi cognitivi, riflessivi e - imparare a vivere insieme assemblaggi, composizioni, metacognitivi. in serenità ed armonia, costruzioni; attraverso le prime - osservare la realtà esperienze in una comunità circostante e porsi che sostiene la spinta domande, fare ipotesi, naturale alla socialità, il fare tentare risposte; insieme e il rispetto delle - relazionarsi con l’altro, differenze. condividere, collaborare, stringere amicizie, compiere le prime negoziazioni, interiorizzare regole e limiti imposti dal rispetto dell’ambiente e dell’altro da sé. 3.2. LA CENTRALITÀ DEI BAMBINI: SCELTE PEDAGOGICHE E STRATEGIE EDUCATIVE “ I giochi dei bambini non sono dei giochi, bisogna invece valutarli come le loro azioni più serie “ M. de Montaigne Nel gioco il bambino impara come funziona e come stare al mondo. Sperimenta le proprie potenzialità, i propri limiti, le capacità cognitive, scopre se stesso ed il proprio corpo, entra in relazione con oggetti e persone ed impara a rispettare regole ed ambiente. Il gioco privilegiato dal bambino è quello libero, perché fantasioso, soddisfacente, spontaneo, non guidato e diretto dagli adulti che spesso continuano a considerare il gioco esclusivamente come svago o attività superficiale, per la quale non occorrono nè competenze nè impegno. Il gioco invece è una vera e propria forma di apprendimento e rappresenta una tappa evolutiva fondamentale nello sviluppo del bambino assieme all’imitazione. Permette al bambino fin dai primi mesi di vita di percepire lo spazio, di rafforzare l’autostima, di sviluppare le competenze motorie muovendosi in libertà e consapevolezza. Il nido rappresenta in tal senso il contesto ideale di crescita dove è possibile sperimentare il gioco libero, partendo dalla curiosità e dall’interesse individuale del bambino, ma anche le esperienze strutturate, in cui materiali, tempi e finalità sono predisposti dall’educatrice. L’educatrice ha un ruolo decentrato. Deve osservare i bambini, coglierne percorsi e progressi, entrare in relazione, qualora lo ritenga opportuno, con interventi intenzionali, mirati, atti a proporre e a sostenere l’emergere delle potenzialità dei bambini, rimanendo nel contempo 13/33
una base sicura ed accogliente. L’ AMBIENTAMENTO Da qualche anno il nido Ciliegio sceglie, tra le varie modalità previste dal regolamento, di adottare, seppur con delle modifiche, “l’ambientamento svedese”, detto anche dei tre giorni o partecipato. Secondo questo metodo, il bambino ed il genitore trascorrono, per tre giorni consecutivi, tutta la giornata al nido. Il collegio invece, per motivi logistici ed organizzativi, ha ritenuto opportuno ridurre l’orario di permanenza a circa 3 ore durante la mattinata, pur continuando ad avere la presenza di bambini e famiglie per i 3 giorni stabiliti. Il quarto giorno, al mattino, ci si saluta ed avviene il vero e proprio distacco. L’aspetto innovativo e fondamentale è che l’ambientamento avvenga “assieme”, vale a dire con il genitore, con le educatrici e con i bambini. In tal modo il bambino ha la possibilità di cominciare ad interiorizzare le routines, sperimentare e conoscere gli spazi sostenuto emotivamente da mamma o papà. I genitori hanno l’opportunità di vivere in prima persona il contesto del nido conoscendo ambiente, routines, attività e iniziando così ad instaurare una relazione di fiducia ed alleanza con le educatrici, fondamentale per il benessere psicofisico del bambino al nido. Riassumendo quindi, l’ambientamento partecipato o dei 3 giorni prevede un piccolo gruppo di bambini al nido per 3 giorni consecutivi più 2 giorni di consolidamento. Per i primi 3 giorni il genitore e il bambino partecipano assieme a tutti i momenti della mattinata. - Primo giorno: il genitore si occupa del bambino e l’educatrice osserva; - secondo giorno: l’educatrice entra in relazione con entrambi; - terzo giorno: l’educatrice diventa protagonista ed il genitore osserva. PROGETTAZIONE EDUCATIVA SEZIONE PICCOLI “AMICI ANIMALI” La sezione dei piccoli è composta attualmente da 10 bambini, 6 con età compresa tra i 14 e i 16 mesi mentre 4 sotto i 12 mesi. Nel mese di gennaio si ambienteranno altri 2 bambini. Le educatrici della sezione piccoli dopo l’osservazione dei bambini in questi primi mesi hanno notato una spiccata curiosità verso gli animali, per questo motivo hanno deciso di proporre una progettazione educativa che approfondisca la conoscenza del mondo animale in tutte le sue caratteristiche: versi, abitudini, andatura, habitat. L’argomento viene sviluppato tramite laboratori che interesseranno i seguenti ambiti: - grafico-pittorico - musicale - motorio - sensoriale - linguistico. Inoltre sono utilizzati dei libri per approfondire la tematica. Verranno proposte delle uscite nel territorio per osservare e conoscere gli animali che popolano la nostra zona. 14/33
PROGETTAZIONE EDUCATIVA SEZIONE GRANDI “EMOZIONI IN GIOCO” La sezione grandi è attualmente composta da 23 bambini, di età compresa tra i 19 e i 35 mesi, 11 dei quali già frequentanti lo scorso anno la sezione dei piccoli-medi. Tra settembre e novembre sono stati ambientati 14 nuovi bambini. La sezione si presenta eterogenea per età. Al suo interno è infatti possibile individuare un gruppo di bambini piccoli (6 intorno ai 19 mesi) e un gruppo di bambini medi-grandi (tra i 24 e i 35 mesi). In questi mesi, osservando i bambini, abbiamo rilevato come bisogno emergente quello di acquisire competenze emotive e sociali che consentano di entrare in relazione con l’Altro in modo rispettoso e gentile. Riteniamo che, se da un lato sia una competenza che dal punto di vista evolutiva va acquisita in questa fascia d’età, dall’altro ciò possa essere in parte attribuibile all’eterogeneità della sezione. Proporre esperienze volte specificatamente al riconoscimento delle proprie e delle altrui emozioni ci è apparso pertanto di fondamentale importanza al fine di mantenere all’interno della sezione un clima sereno che produca ben-essere e favorisca gli apprendimenti poiché, apprendimento ed emozioni sono strettamente connessi (D. Lucangeli). Lavorare con e sulle emozioni è un compito complesso che richiede osservazione, ascolto attivo, fare spazio all’altro, alle sue emozioni, alle nostre personali emozioni (riconoscimento e gestione), dare forma ad un pensiero e mettere parole adeguate per rispecchiarle. Non si limita ad un progetto ma è trasversale alla quotidianità vissuta dai bambini al Nido, infatti, l’emozione ha un ruolo centrale nella relazione educativa. Un bambino nella fascia 0-3 necessita del supporto e del contenimento dell’adulto per imparare nel tempo ad autoregolarsi emotivamente. Senza regolazione da parte dell’adulto, i bambini difficilmente potranno imparare da soli modalità equilibrate di gestione emotiva. La capacità autoregolativa si sviluppa attraverso il rispecchiamento emotivo e l’indicazione di valide alternative di comportamento. Un’adeguata regolazione emotiva da parte dell’adulto permette la costruzione di un buon legame di attaccamento ed il conseguente sviluppo di una buona autostima. “L’adulto deve fare bene l’adulto se si vuole che il bambino impari a fare bene il bambino” Giuseppe Nicolodi 15/33
Utilizziamo albi illustrati di qualità a tema emozioni che offrono al bambino la possibilità di conoscere e di sperimentare senza forzature, attraverso l’uso di immagini e di parole, emozioni diverse all’interno di uno spazio protetto. “Se riesci a tradurre in parole ciò che senti, ti appartiene” Daniel Goleman PROGETTO D’INTERSEZIONE I progetti di intersezione al nido garantiscono apertura, continuità ed esperienze nuove. Pur ritenendo fondamentale la stabilità, lavorare per sezioni aperte consente di: - favorire la percezione di un unica comunità educante; - stimolare la comunicazione, il confronto, la relazione sia tra gli educatori e tra i bambini. I bambini più piccoli osservano ed imitano i comportamenti dei compagni più grandi, i quali d’altro canto, in presenza dei bambini più piccoli, tendono ad assumere naturalmente atteggiamenti di maggior attenzione, sensibilità e collaborazione. Quest’anno il progetto di intersezione comincerà a partire dal mese di febbraio. Il mercoledì di ogni settimana, dalle 10:15 alle 11:15, un gruppo di bambini della sezione medi-grandi si incontreranno con un gruppo di bambini della sezione piccoli per partecipare assieme ad alcuni laboratori, sia legati al tema della progettazione che ad esperienze che quotidianamente vengono proposte al nido. I nostri progetti sperimentali sono: • Psicomotricità relazionale • Progetto musicale • Controllo sfinterico 16/33
Psicomotricità Relazionale Il bambino trascorre il periodo dai 2 ai 3 anni a potenziare, diversificare e progredire le conquiste motorie precedenti. Sviluppa l’area della motricità aumentando la qualità e la quantità di movimenti, affinA i processi di simbolizzazione, apre nuove comunicazioni con i coetanei e gli adulti in modo sempre più personalizzato e aumenta il proprio spazio vitale alla ricerca di momenti di autonomia. Lo spazio, il tempo e l’attività motoria e psichica dedicata a questa fase di consolidamento e crescita si esprime attraverso il gioco psicomotorio che si suddivide in tre tipologie: Il gioco sensomotorio • per un uso ed una consapevolezza del proprio corpo • per sviluppare le competenze motorie relative all’età • per sviluppare capacità di organizzazione riferite allo spazio e al tempo • per sviluppare l’autonomia Il gioco simbolico • per esprimere e sviluppare la propria creatività • per rappresentare la realtà attraverso i simboli • per esprimere i propri stati d’animo e riconoscere quelli degli altri • per sviluppare il gioco “del come se” • per anticipare simbolicamente i bisogni e le paure Il gioco di socializzazione • per sviluppare lo stare insieme e la collaborazione • per condividere oggetti, spazi e situazioni di gioco • per rispettare regole e consegne. Metodologia Lo psicomotricista, dopo aver presentato le regole che ripete ad ogni inizio seduta, canta una canzoncina e poi invita i bambini ad entrare nella stanza del gioco. Il bambino sceglie liberamente, secondo le sue modalità e tempi se giocare da solo, a coppia o a piccoli gruppi. Lo psicomotricista, partendo dalle proposte spontanee del bambino, si inserisce proponendo oggetti e giochi che andranno ad ampliare il movimento e l’espressione del sé. Attraverso la condivisione del gioco si crea un clima di fiducia che aiuta lo sviluppo psicomotorio armonico e il superamento di eventuali difficoltà. Inizialmente viene lasciato molto spazio al gioco di movimento e alla relazione corporea che permettono di sperimentare il piacere del corpo e di scoprire nuove modalità di movimento così da rinforzare il proprio schema corporeo. 17/33
In seguito il gioco evolve verso aspetti simbolici, il bambino investe lo spazio, gli oggetti, l’adulto e gli altri bambini di un ampia varietà di significati simbolici che potranno favorire lo sblocco di eventuali conflitti e far evolvere verso tappe successive di crescita. Verso la fine della seduta e con l’evolversi del percorso aumenta il gioco di socializzazione, gli oggetti proposti potranno essere utilizzati per costruire e condividere spazi, i ruoli e le potenzialità dei bambini saranno funzionali ala gruppo; lo psicomotricista assume un ruolo sempre più marginale. Al termine della seduta lo psicomotricista chiede di riordinare il materiale e con la canzoncina si conclude il gioco. Organizzazione Il progetto viene proposto, da febbraio a maggio, al gruppo dei grandi in una stanza libera da oggetti a parte un tappeto a terra, un cubo, un triangolo morbido e un cuscino colorato del psicomotricista. I gruppi, composti da 10/12 bambini, parteciperanno alle 10 sedute di 40 minuti che si svolgeranno settimanalmente. Materiali I materiali proposti sono: palle, cerchi, corde, stoffe, cuscini, scatoloni e carta. Nei primi incontri per favorire il gioco psicomotorio si propongono palle, cerchi, corde, poi gli scatoloni, le stoffe e la carta facilitano il gioco simbolico, i materiali possono essere proposti singolarmente o insieme a seconda del percorso del gruppo. Nelle ultime sedute i bambini hanno a disposizione tutti i materiali per favorire le costruzioni e il gioco di socializzazione. Osservazione e documentazione Ogni seduta è documentata con delle foto utilizzate per la presentazione del percorso alle famiglie. In alcune sedute è presente un osservatore che realizza delle foto più mirate e condividere con lo psicomotricista le dinamiche relazionali del singoli e del gruppo. 18/33
Controllo sfinterico Il raggiungimento del controllo sfinterico nella vita di una bambina e di un bambino é un grande evento e traguardo da condividere, elaborare e coordinare con le famiglie alle quali si anticipa il progetto già durante il colloquio per l’ambientamento. La maturazione fisiologica necessaria per il controllo sfinterico é assolutamente soggettiva ma generalmente il bambino/a acquisirà la padronanza dello stimolo dopo i 18/24 mesi, periodo in cui inseriremo il progetto. Alla maturazione fisiologica si aggiungeranno altri fattori come lo sviluppo del linguaggio, la capacità di imitazione, la volontà di interrompere il gioco per andare in bagno. Pur rispettando i tempi del bambini/a i genitori e le educatrici possono orientare e guidare verso questa autonomia fondamentale per la crescita. Metodologia Terminati gli ambientamenti e assestato il gruppo si realizza un incontro con le famiglie per: • individuare quando il bambino/a sono pronti • il momento migliore per incominciare • le modalità comuni da adottare. Per evitare di anticipare o ritardare una tappa così importante vanno osservati e condivisi alcuni segnali sul piano fisico, cognitivo ed emotivo. Condivideremo con le famiglie una lista di riferimento per osservare: • la frequenza con cui fa la pipi, é via via più sporadica, è asciutto dopo il sonnellino • movimenti intestinali regolari e prevedibili • dimostra disagio con il pannolino sporco o bagnato • é incuriosito dal bagno e a casa dai genitori che vanno in bagno • si dimostra consapevole, o a gesti o verbalmente, di aver fatto la pipì o cacca • esprime i suoi bisogni • chiede le mutandine da grandi • esprime attraverso il gioco simbolico interesse per il controllo sfinterico per esempio sedendo la bambolina sul vasino • cerca di spogliarsi, togliersi il pannolini • interrompe quello che sta facendo per andare in bagno • incomincia ad essere consapevole delle parti del proprio corpo. Durante la fase di osservazione si inseriranno dei libretti che riprendono il tema, la storia del Pesciolino Rosso e con i bambini si prepara un pesce rosso da lasciare in bagno che aspetta “il regalo” del bambino/a. Si invita il bambino/a in bagno per osservare i suoi pari o i genitori e magari provare ad imitarli sedendosi anche lui sul vasino, durante il cambio si dà ancora più importanza a nominare come prodotto che “arriva” dal bambino/a. 19/33
Condivise le osservazioni e stabilito che il bambino/a è pronto per questa nuova autonomia, si sceglie il momento opportuno per iniziare che è preferibile non coincida con un buon stato di salute, con un clima il più possibile sereno sia in famiglia che al nido evitando momenti stressanti o di cambiamento come l’ambientamento, la nascita di una sorellina, il cambio casa o il rientro da lunghe vacanze. Nel fine settimana la famiglia toglie il pannolino al bambino/a, prepara con lui i cambi da portare al Nido, insieme si vanno a comprare le mutandine. Il lunedì si arriva al nido senza pannolino che si utilizza solo al sonnellino pomeridiano e durante la notte. È un grande giorno da condividere con tutto il gruppo: oggi diventi un pochino più grande! I primi giorni si accompagna spesso con regolarità al bagno, ogni qualvolta si bagna o fa anche solo una goccia di pipì viene rinforzato positivamente. Il pesciolino rosso diventa un amico che lo accompagna durante l’attesa, la storia aiuta a a ridurre l’ansia degli insuccessi e delle difficoltà che si incontrano durante il percorso. Sono molti i vestiti da lavare, i laghetti da asciugare... il bambino/a se inizialmente accetta positivamente la novità, poi potrebbe anche rifiutarsi… diamogli tempo... il controllo sarà parziale, per la cacca bisognerà dare più tempo. In questa fase il confronto e il sostegno alle famiglie sono determinanti, va ricordato che il percorso varia sia nei tempi che nei modi da bambino a bambino, si possono rivedere e cercare nuove strategie ma non si può tornare indietro, ripensarci… potrebbe essere negativo per l’autostima del bambini/a. Storia del Pesciolino Rosso Seduto sul vasino chiamo il pesciolino che venga a prendersi il suo regalino che bravo/a sono stato/a la pipì e la cacca ho regalato era bella e giusta perché il pesciolino faccia una casa robusta Un pezzo di carta per pulirmi il culetto e spedirla al mio amichetto con l’acqua di getto Mi tiro su le mutandine e i pantaloni torno a giocare con i miei amiconi. 20/33
Progetto musicale Suoni e rumori La musica è un linguaggio insito nella natura umana. Fin dalla prima infanzia i bambini manifestano una musicalità innata. Il bambino per nove mesi nel ventre materno è immerso in un “mare” di suoni e rumori, in rumorosità ritmiche che accompagnano la sua crescita, lo contengono e lo cullano. Appena nato, le prime esperienze sonore sono rappresentate dal battito del cuore della mamma, dal timbro e musicalità della sua voce, dai suoni e rumori dell’ambiente che lo circonda. Da alcuni studi è emerso che tutti i bambini nei primi anni di vita sono in grado di riconoscere una sequenza di suoni, e sono attratti da oggetti che producono suoni e melodie. Che a loro volta producono suoni con evidente piacere, prima con la voce e poi con tutti gli oggetti che capitano loro tra le mani. Anche attraverso l’imitazione. Il bambino produce suoni per richiamare l’attenzione, per affermare la propria identità, per esprimersi, per costruire una relazione con l’ambiente. Il bambino si ritrova in un universo sonoro fatto di ritmo, tempo, movimento che plasma i modi d’essere, i rapporti con l’altro, la percezione del corpo, delle emozioni e sentimenti. E’ importante quindi cercare di sviluppare fin dai primi anni questa musicalità innata, facendola diventare una vera e propria modalità comunicativa per i bambini. Le ricerche scientifiche evidenziano infatti che la musica incrementa nei bambini lo sviluppo cognitivo, promuove l’integrazione della componente logica, di quella percettivo-motoria e affettivo-sociale. La musica inoltre attiva l’interazione tra i due emisferi del cervello, migliorando la capacità di apprendimento si registra nella primissima infanzia, periodo in cui viene a formarsi un alto numero di connessioni sinaptiche all’interno della corteccia cerebrale, un periodo di assorbimento e di apprendimento irripetibile. Spesso i bambini subiscono passivamente stimolazioni sonore anziché parteciparvi attivamente. Si è pensato di predisporre un ambiente ricco di stimoli sonori e musicali che possano arricchire la loro naturale predisposizione musicale e permettere loro di sviluppare un ricco patrimonio sensoriale. Predisporremo una stanza appositamente per creare un atelier musicale dove i bambini attraverso la componente occhio-mano-movimento-esperienza uditiva possono fare esperienze di scoperta dei suoni, sperimentare, distinguere le tipologie dei suoni, affinare l’udito, e la coordinazione motoria. Una stanza sonora dove i bambini possano sperimentare i suoni che si percepiscono con l’apparato uditivo ma anche con il tatto, (manipolazione) la vista e con tutto il corpo: suoni che ci toccano, ci attraversano, ci provocano delle sensazioni e emozioni. Una stanza sonora dove condurre i bambini a compiere una ricerca autonoma, che parte da esperienze spontanee di esplorazione e di scoperta di oggetti sonori per passare più gradualmente ad esperienze sempre più intenzionali e precise. Per stimolare i bambini dal punto di vista sonoro- uditivo proponiamo attività specifiche, come ad esempio il cestino dei tesori, il gioco euristico e il gioco simbolico, declinate per la sperimentazione musicale. 21/33
Il cestino del tesoro sonoro/musicale Il cestino del tesoro declinato in chiave sonoro/musicale. Verrà proposto alla sezione dei piccoli. L'educatrice sistema in un posto raccolto e tranquillo su un tappeto con dei cuscini, il cestino contenente materiali vari o oggetti sonori. Preceduto dal suono di un triangolo, il gruppo di bambini viene invitato ad entrare e lasciato libero di esplorare e manipolare i vari oggetti o materiali. L'educatrice ascolta e osserva i bambini, sostiene e valorizza le loro produzioni sonore. A tal proposito, il cestino dei tesori offre al bambino piccolo la possibilità di agire in uno spazio esclusivo con gli oggetti del mondo reale capaci di catturare la sua attenzione e dei quali può fare esperienza attraverso il tatto, la vista, il gusto, l’olfatto, l’udito e il movimento. All'interno, possiamo predisporre oggetti sonori già pronti, come ad esempio: - maracas per bambini - nacchere - bastoncini per la pioggia - campanellini Oggetti sonori di recupero, come ad esempio: - due cucchiai di metallo (da battere) - due piccoli coperchi di pentola (da battere) - alcuni coperchi per marmellate o sughi (da schiacciare) - bottiglie sonore da scuotere… 22/33
Gioco euristico musicale Al gruppo dei medi verrà proposta la conoscenza della qualità dei suoni attraverso il gioco euristico. La proposta è quella di offrire delle esperienze sensoriali e sonore dando ai bambini la possibilità di esplorare, manipolare e utilizzare diversi oggetti realizzati con materiale di recupero che producono suoni e rumori. Oggetti sonori di recupero, come ad esempio: - un mazzo di piccole chiavi (da scuotere) - un tagliauova (da pizzicare) - due cucchiai di metallo (da battere) - una grattugia per mele ( da grattare con un cucchiaino da caffè) - due piccoli coperchi di pentola ( da battere) - tubo di cartone (tipo Scottex) da soffiare e con il quale si può amplificare la voce - una piccola sveglia meccanica (da ascoltare) - alcuni coperchi per marmellate o sughi (da schiacciare). Oppure oggetti da costruire, come ad esempio: - scatoline di metallo, di legno o di cartone riempite con diversi materiali come riso, lentic- chie, pastina, conchiglie (da scuotere) - filo sonoro ottenuto infilando e fissando ad una cordicella alcuni campanelli (da scuote- re) - scatolina clic-clac ottenuta attaccando con l’adesivo due coperchi per marmellata (da schiacciare) - sacchettini di stoffa riempiti con materiali diversi come carta da forno, carta delle uova di pasqua, bottoni, campanelli e tappi di bottigliette di birra...(da scuotere e da schiaccia- re) - bottiglie sonore da scuotere Con il gruppo dei grandi, questi materiali possono essere sostituiti con strumenti musicali per permettere ai bambini di passare da un’esplorazione autonoma e spontanea ad una più intenzionale, finalizzata anche alla produzione di suoni. A tale proposito vengono presentati ai bambini strumenti musicali veri e propri e oggetti di uso comune. I bambini hanno la possibilità di osservare l’educatrice mentre li utilizza e successivamente manipolarli liberamente sperimentando nuovi e personali modi di utilizzo. La melodia e il ritmo fanno da sfondo, ascolto di brevi brani musicali. Tutto ciò per favorire l’ascolto attivo. 23/33
3.3. IL TERZO EDUCATORE... L'AMBIENTE Il nido deve essere e rappresentare un ambiente in grado di stimolare , di offrire possibilità di crescita, di esplorazione, di ricerca e di risoluzione. Deve favorire l’auto-apprendimento e l’avvio del pensiero critico. Con queste premesse risulta evidente che parlare di organizzazione degli spazi al nido non significa esclusivamente posizionare arredi e materiali in modo “corretto” e funzionale, ma pensare ad un contesto cognitivo, di relazione, finalizzato all’educazione e alla comunicazione e soprattutto al benessere del bambino. Un luogo quindi che metta il bambino nella condizione di fare da sé, bene organizzato, in cui ci si possa muovere, scegliendo lo spazio che in quel momento si preferisce e i materiali in modo autonomo e consapevole. L’ambientamento rappresenta il primo momento in cui il bambino si distacca dalla famiglia ed entra in comunità. E’ un cambiamento di abitudini , di rapporti, di ritmi che necessita di gradualità per essere accettato. Al fine di agevolare e favorire questo passaggio, è di fondamentale importanza l’organizzazione degli spazi, soprattutto in questo momento in cui il bambino e le famiglie necessitano di accoglienza e rassicurazione. Lo spazio deve essere quindi stabile, cioè strutturato in angoli facilmente identificabili, sicuro, per consentire al bambino la crescita esplorativa, permettendogli di provare, riprovare, sperimentare e costruire. Favorisce la relazione, il rispetto dell’altro, ma anche il dialogo e l’incontro tra gli adulti che lo abitano, perché, ed è sempre importante ricordarlo, accogliere un bambino significa accogliere un’intera famiglia. Il nido, inoltre, prevede e valorizza gli spazi personali. Ogni bambino ha il proprio armadietto, il proprio lettino, il proprio spazio fisico in cui muoversi, al fine di conservare la sua unicità, pur appartenendo ad un gruppo, ad una piccola collettività. Infine lo spazio documenta le esperienze, con l’obiettivo di creare una narrazione, un racconto da poter rileggere nel tempo, ma anche per consentire uno sguardo concreto sul proprio figlio quando è al nido, lontano da casa. Lavorare sugli spazi al nido è quindi ricerca, riflessione e confronto continui e costanti nel tempo. Perché, se è vero che lo spazio deve essere definito e rassicurante, è altrettanto vero che una sua peculiarità fondamentale è la modulabilità, vale a dire la possibilità di variazioni e cambiamenti in itinere. Lo spazio si modifica quando e là dove si rilevino “errori” (e i bambino sono i primi a farcelo capire, con risposte e modalità più o meno esplicite), e in corso d’anno, quando i bisogni e le richieste evolvono. Partendo poi dalla rilevazione dei bisogni formativi dei bambini, dopo un’attenta osservazione, ogni anno le educatrici elaborano la progettazione di sezione, con la quale si delineano scelte, strategie educative e si formulano risposte distinte ed individualizzate poiché ogni bambino è un individuo a sé, con esigenze, tempi e ritmi diversi. In base alla scelta della progettazione, anche lo spazio al nido cambia, si modifica e si adegua alla proposta, sia nel caso si tratti ad esempio dell’allestimento di una stanza immersiva o della realizzazione di sfondi integratori, contesti che uniscono l’uno con l’altro i vari elementi del progetto (tempi, spazi, vissuti), o ancora della realizzazione di spazi sperimentali, come la stanza ispirata al metodo Snozelen, finalizzata a stimolare contemporaneamente i cinque sensi, già sperimentata al nido con grande successo. 24/33
Spazi quindi dinamici, modificabili che si arricchiscono cambiano, seguendo lo sviluppo e la crescita dei bambini, pensati ed organizzati per essere vissuti e abitati, dove i bambini lasciano le prime tracce di sé, comunicando le proprie emozioni e affermando la propria identità . 4. INCLUSIONE AL NIDO Per promuovere l’inclusione di tutti i bambini e le bambine il nido persegue gli obiettivi definiti nel recente Decreto Legislativo n. 66/2017. Lo scopo è quello di dare l'opportunità a ciascuno di riconoscersi e di essere riconosciuto come membro attivo della comunità e di essere pienamente coinvolto nelle attività che in essa si svolgono con la collaborazione delle famiglie. Il nido è inclusivo “quando valorizza le differenze, riconosce e sviluppa potenzialità e attitudini, risponde adeguatamente alle caratteristiche e ai bisogni individuali, mette la persona al centro e fa sentire ciascuno attivo e partecipe al proprio percorso di vita” (Linee pedagogiche nel sistema integrato zero sei, Miur). Il nostro nido desidera, pertanto, partendo dalla storia di vita di ciascuno, proteggere e accogliere tutti i bambini e bambine valorizzando le loro potenzialità nel rispetto del loro diritto di accomodamento ragionevole e di autodeterminazione. Il nido vive l’ambientamento del bambino con disabilità come un’esperienza di arricchimento; cura l’accoglienza dei bambini che sono in situazione di disagio socio- economico o che provengono da altri paesi promuovendone un buon ambientamento all’interno della comunità scolastica in un clima di massimo rispetto e collaborazione. Accogliere e valorizzare le differenze per il nostro nido significa anche prestare attenzione ai problemi di salute (somministrazione farmaci salvavita) e all’alimentazione (intolleranze e allergie). In entrambi le situazioni, ciascun bambino potrà ricevere in tutta sicurezza il menù personalizzato o la terapia farmacologica di modo che gli possa essere garantita la sua partecipazione attiva all’interno del nido. 4.1. DIMENSIONE INTERCULTURALE E MULTILINGUE La vita al nido è in questi ultimi tempi è sempre più connotata dalla presenza di bambini provenienti da culture diverse. L'ambientamento, di solito, viene visto come necessità e non costituisce un elemento che appartiene ad etnie e paesi diversi da quelli definiti "occidentali". Le educatrici tengono in considerazione la cultura, i valori e la religione di tutti i bambini, come già si afferma nell'articolo 29 della Convenzione sui Diritti dell'Infanzia, redatto dall'O.N.U. nel1989. Inevitabile è la componente linguistica, intesa sia come cognitiva, sia come espressivo-comunicativa; per ovviare le difficoltà di relazioni linguistiche si coinvolge in fase iniziale anche il mediatore linguistico. Si desidera infatti favorire lo scambio nella relazione tra bambini e famiglie di culture diverse, quello tra famiglie ed educatrici con scambio di informazioni che riguardano, da una parte le loro tradizioni, gli usi, la cultura e dall'altra le abitudini dell'asilo, per favorire il dimensionamento di stereotipi tra culture diverse. 25/33
4.2. DIMENSIONE DELLA DISABILITÀ Il Piano educativo individualizzato è parte integrante del Piano Individuale, come previsto dalla Legge 328 del 2000. Le educatrici del collegio, avvalendosi dell’osservazione sistematica e della collaborazione della famiglia, della coordinatrice pedagogica e dei servizi socio-sanitari e riabilitativi coinvolti, elaborano il Piano educativo individualizzato, documento che si pone l’obiettivo di individuare strumenti, strategie e modalità per realizzare un ambiente di apprendimento nelle dimensioni della relazione, della socializzazione, della comunicazione, dell'interazione, dell'orientamento e delle autonomie. Descrive, inoltre, gli interventi integrati predisposti per il bambino con disabilità tenuto conto dei suoi bisogni educativi speciali. Il PEI prevede la partecipazione attiva delle famiglie e dei servizi specialistici che si incontro in GLO (gruppo di lavoro operativo) a inizio anno per formulare la sua stesura, a metà anno per un aggiornamento e a fine anno per procedere a una verifica finale degli obiettivi raggiunti. La scuola collabora attivamente e costantemente con le famiglie coinvolte nel percorso di crescita del loro figlio. Nello specifico, si attiva un percorso di condivisione e confronto assiduo attraverso colloqui programmati nel corso dell'anno scolastico, se necessario anche in collaborazione con esperti esterni. 4.3. DIMENSIONE DEL DISAGIO SOCIALE: DISUGUAGLIANZA E POVERTÀ EDUCATIVA E' una condizione particolarmente presente, poiché lo stesso regolamento ne regola l'accesso. Gli aspetti vengono evidenziati secondo due "filoni" dello svantaggio sociale e di quello più propriamente culturale. Soprattutto il nido costituisce un primo impatto per le famiglie svantaggiate proprio perché esso rappresenta un luogo all'interno del quale vengono a contatto famiglie con potenzialità culturali diverse, potenzialità economiche variegate e stili diversi di relazione. Le finalità degli interventi utilizzati al nido possono essere così definite: a) ridurre massimamente le condizioni di "invisibilità" dei bambini, b) favorire il controllo emotivo, c) accogliere il bambino e la famiglia insieme, d) cercare di aiutare a far proprie le regole pur mantenendo elasticità verso approcci diversi, e) orientare le famiglie attraverso esperienze educativo-didattiche verso altre famiglie, f) fornire aiuto sul piano dell'informazione. Per offrire degli interventi mirati sono previsti degli incontri, nel corso dell'anno, tra le educatrici e le strutture che seguono queste situazioni, il pediatra di riferimento, la psicopedagogista del nido. 5. ALLEANZE EDUCATIVE Per favorire lo sviluppo e la crescita individuale di tutte le figure coinvolte nella pratica educativa, sia che si tratti di bambini che di adulti, è fondamentale instaurare una relazione circolare, di fiducia e di ascolto reciproco con la famiglia . A tal fine, si rivela altamente necessario sostenere il ruolo del genitore, genitore che spesso si approccia alla nuova esperienza con un carico di ansie, dubbi e domande che vanno ascoltate ed accolte. Sin dal primo momento risultano indispensabili comprensione, apertura e collaborazione, oltre alla condivisione di obiettivi comuni. 26/33
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