CREDIT CRUNCH E MISURE DI CONTRASTO - SITUAZIONE E PROPOSTE PER IL SISTEMA INDUSTRIALE PUGLIESE
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ANDAMENTO DELL’ECONOMIA PUGLIESE NEL PRIMO SEMESTRE DEL 2008 Nei primi nove mesi del 2008 l'attività produttiva in Puglia ha mostrato segnali di ulteriore rallentamento. La produzione industriale ha risentito del calo della domanda interna. Le vendite all'estero hanno evidenziato una dinamica nel complesso sostenuta per effetto dell'andamento particolarmente favorevole di alcuni comparti: chimico, mezzi di trasporto, macchine e apparecchi meccanici. Continuano tuttavia le difficoltà dei settori della moda e del mobile. L'attività del settore delle costruzioni si è mantenuta sui livelli dell'anno precedente. Le vendite al dettaglio della grande distribuzione hanno registrato un rallentamento mentre quelle di autovetture una sensibile flessione. Il comparto turistico ha mostrato invece un andamento positivo, evidenziando un'accelerazione degli arrivi e delle presenze. L'occupazione ha proseguito la fase di crescita avviata nel secondo semestre del 2005, sebbene a un ritmo inferiore rispetto al 2007. Per la prima volta dal 2004, il tasso di disoccupazione è aumentato. Nei primi otto mesi dell'anno i prestiti bancari alle imprese e alle famiglie, includendo quelli ceduti attraverso operazioni di cartolarizzazione, hanno continuato a crescere a ritmi sostenuti. Nel primo semestre dell'anno la rischiosità dei prestiti si è mantenuta su livelli contenuti. Il peggioramento delle aspettative si è riflesso in una riduzione della spesa per investimenti nell’anno in corso rispetto a quella programmata. Per il 2009 le imprese prevedono una riduzione degli investimenti rispetto al 2008. Fonte: L’economia della Puglia nel primo semestre del 2008, novembre 2008, Banca d’Italia. CLIMA ECONOMICO In Puglia, il Clima Economico cala fortemente nel terzo trimestre 2008: l’indice scende da 87,7 a 77,8 in linea con gli andamenti osservati per l’intero Mezzogiorno. La diminuzione dell’indicatore riflette un maggior pessimismo sia delle imprese, sia dei consumatori. Industria manifatturiera Il clima di fiducia delle imprese manifatturiere operanti nella regione Puglia scende da 90,7 a 87,4 sui minimi dal secondo trimestre del 2005. Il dato risulta in linea con gli andamenti medi del Mezzogiorno. Costruzioni In base alle valutazioni degli imprenditori edili pugliesi, il settore costruzioni è attraversato da un clima di forte pessimismo. L’indicatore di fiducia scende infatti a 97,6 da 111,8 a fronte di un forte calo sia dei giudizi sui piani di costruzione sia delle attese sui livelli occupazionali. Consumatori Il clima di fiducia rilevato presso i consumatori della Puglia evidenzia una flessione, passando da 102,2 a 99,3. Il calo è leggermente inferiore rispetto a quello registrato nella media delle regioni del Mezzogiorno. 2
Fonte: Congiuntura Mezzogiorno. Rapporto sulle regioni meridionali: Puglia. III trimestre 2008, ISAE, OBI, SRM.. 3
IL CREDITO ALLE IMPRESE PUGLIESI A giugno di quest’anno i finanziamenti bancari alle imprese sono aumentati del 12,2 per cento, in lieve rallentamento rispetto al 2007 (15,1 per cento). È proseguita a ritmi elevati la crescita dei prestiti ai settori dei servizi e delle costruzioni (rispettivamente 13,9 e 12,6 per cento), sebbene in rallentamento rispetto al 2007 (15,7 e 19,8 per cento). Come lo scorso anno, i finanziamenti al settore manifatturiero sono aumentati in misura inferiore (8,2 per cento). La crescita dei prestiti alle imprese ha riguardato in misura più intensa la componente a breve termine (15,5 per cento), aumentata ad un ritmo analogo a quello del 2007, mentre i finanziamenti a medio e lungo termine hanno registrato un incremento del 9,9 per cento, in rallentamento rispetto al 2007 (14,2 per cento). A fronte della forte crescita del credito alle imprese medie e grandi, si evidenziano segnali di rallentamento per le piccole imprese. _______ medie e grandi ---------- piccole Dal sondaggio condotto dalla Banca d’Italia sul campione di imprese dell’industria in senso stretto con almeno 20 addetti, emergono segnali di un inasprimento delle condizioni di accesso al credito. Tale inasprimento avrebbe comportato un aumento del costo del credito per i prestiti preesistenti per la gran parte delle imprese intervistate, mentre per una quota esigua si sarebbe manifestato tramite la richiesta di rientro delle posizioni debitorie in essere. Le condizioni di accesso al credito per nuovi finanziamenti sono peggiorate per circa la metà del campione, in prevalenza a causa di un aumento dei costi e delle garanzie richieste. Tassi di interesse bancari Nel primo semestre del 2008 il tasso di interesse sulle operazioni autoliquidanti e a revoca è aumentato in media di 0,2 punti percentuali rispetto al 2007, attestandosi all’8,3 per cento. Anche il tasso di interesse annuo effettivo globale sulle nuove operazioni a medio e lungo termine alle 4
imprese nel primo semestre del 2008 è cresciuto in media di 0,2 punti percentuali rispetto alla media del 2007, attestandosi al 6,1 per cento. I prestiti in sofferenza La rischiosità dei prestiti bancari nel primo semestre del 2008 è rimasta stabile e su livelli contenuti. Il flusso annuale delle nuove sofferenze in rapporto ai prestiti in essere alla fine dei dodici mesi precedenti è risultato a giugno pari all’1,3 per cento, il medesimo valore di dicembre. L’indicatore non ha registrato variazioni rispetto a dicembre sia con riferimento ai prestiti alle famiglie (0,8 per cento) che con riferimento alle imprese (1,8 per cento). L’ammontare dei finanziamenti diretti a clienti in temporanea difficoltà (incagli) a fine giugno è aumentato dell’1,1 per cento rispetto a dodici mesi prima (5,3 per cento nel 2007). In presenza di una flessione dell’1,6 per cento di quelli riferiti alle imprese, gli incagli verso il settore delle famiglie sono aumentati dell’11,0 per cento. 5
Fonte: L’economia della Puglia nel primo semestre del 2008, novembre 2008, Banca d’Italia. LA SITUAZIONE FINANZIARIA DELLE IMPRESE INDUSTRIALI ANNO 2007 6
Il rapporto fra la posizione finanziaria netta delle imprese, misurata dal saldo tra l’ammontare dei debiti e dei crediti finanziari alla fine di ciascun periodo, e il margine operativo lordo, dopo essere passato dall’1,8 per cento in media nel quadriennio 1995-98 al 2,2 per cento nel quadriennio successivo, si è infatti mantenuto stabile nell’ultimo periodo. Alla riduzione delle risorse generate mediante l’autofinanziamento si è infatti associata una più marcata riduzione del fabbisogno finanziario (dal 4,5 al 2,0 per cento), per effetto del calo degli investimenti e del capitale circolante netto. Ne è risultata una riduzione del fabbisogno di capitale esterno che ha indotto un rallentamento nel flusso dei debiti bancari e delle altre fonti esterne di capitale. Il grado di indebitamento complessivo delle imprese pugliesi, misurato dalla leva finanziaria (o leverage, calcolata come rapporto tra i debiti finanziari e la somma degli stessi con il patrimonio valutato ai prezzi di mercato), dopo l’aumento registrato tra il 1999 e il 2002, è ritornato su livelli 7
analoghi a quelli di inizio periodo, pari a circa il 50 per cento, contro una media nazionale del 41 per cento (Fonte: Relazione annuale sul 2007, maggio 2008, Banca d’Italia). La maggiore crescita nell’ultimo periodo dell’indebitamento bancario a medio e a lungo termine rispetto a quello a breve ha determinato un allungamento della scadenza media dei prestiti bancari che si è riflessa nella riduzione della quota di debiti bancari con scadenza entro l’esercizio successivo dal 69 al 64 per cento del totale. L’allungamento delle scadenze ha permesso di migliorare il grado di equilibrio finanziario a breve termine delle imprese. Il rapporto fra la posizione finanziaria netta entro l’esercizio successivo e il margine operativo netto, si è infatti ridotto dall’1,9 all’1,6 per cento. Fonte: L’economia della Puglia nell’anno 2007 , Banca d’Italia. NOTA I dati utilizzati, gli unici disponibili, nonché i più aggiornati, sono finalizzati a definire la consistenza dell’indebitamento delle imprese e il relativo fabbisogno finanziario cui è necessario far fronte con le proposte di seguito riportate. Resta inteso che i dati raccolti fotografano la situazione economico finanziaria delle imprese prima che quest’ultima si deteriorasse ulteriormente in seguito all’aggravarsi della crisi finanziaria nel corso delle ultime settimane. LE CRITICITÀ DELLE IMPRESE PUGLIESI 8
Ciò che emerge dalle analisi svolte nei paragrafi precedenti è sostanzialmente una crescente sofferenza per le imprese industriali della nostra regione dovuta all’inasprimento, nel corso degli ultimi mesi, della crisi finanziaria internazionale. Sofferenza che si traduce in: § razionamento delle linee di credito ordinarie o peggioramento delle condizioni a cui vengono concesse (maggiori tassi di interesse); § estrema difficoltà nel reperire nuove risorse dal sistema bancario per finanziare gli investimenti; § eccessiva esposizione debitoria a breve termine delle imprese. In particolare le imprese avvertono con sempre maggiore urgenza la necessità di un consolidamento delle loro passività a breve termine per poter liberare risorse da destinare alla gestione corrente e in parte anche a nuovi programmi di investimento. Giova ricordare, inoltre, che un importante fattore di indebolimento dell’equilibrio finanziario delle imprese italiane e della loro capacità di investimento è costituito dai ritardi di pagamento della pubblica amministrazione. Per porre rimedio a tale situazione ed evitare che la crisi finanziaria contagi gravemente l’economia reale occorre dare pronta risposta alle criticità evidenziate tramite l’azione congiunta dello Stato, della Regione e dei Consorzi di Garanzia Fidi. Nell’ambito degli strumenti per favorire gli investimenti e lo sviluppo delle piccole imprese assume importanza centrale il ruolo dei Confidi, che negli ultimi cinquanta anni sono stati partner delle piccole e medie imprese italiane, contribuendo al miglioramento delle loro possibilità e condizioni di accesso al credito. IL RUOLO DEI CONFIDI Negli ultimi anni, lo scenario normativo e operativo dei confidi è profondamente mutato. Le nuove disposizioni di vigilanza della Banca d’Italia, che attuano i principi sanciti dall’accordo di Basilea 2, prevedono soluzioni innovative attraverso cui le banche, a seconda dell’approccio per la misurazione del rischio di credito utilizzato (Standardizzato, IRB di base o IRB avanzato) e della natura giuridica del Confidi, possono far valere a fini patrimoniali la copertura del rischio di credito fornita dal Confidi. La legge di riforma del settore (decreto legge 269 del 30 settembre 2003 convertito nella legge 236 del 24 novembre 2003) e i suoi recenti provvedimenti attuativi hanno previsto la possibilità per i Confidi di trasformarsi in banche di credito cooperativo ovvero, qua lora superino i 75 milioni di euro di volume di attività finanziaria, di trasformarsi in intermediari finanziari vigilati iscritti nell’Elenco Speciale di cui all’art. 107 del TUB (oggi i confidi sono iscritti nell’apposita sezione dell’Elenco Generale di cui all’art. 106 del TUB prevista dall’art. 155, comma 4 del TUB). A seguito di tale riforma, i maggiori Confidi italiani stanno affrontando una profonda fase di evoluzione che li condurrà, entro il 2009, a trasformarsi in intermediari vigilati. Tale trasformazione determinerà, nell’interesse delle PMI, evidenti vantaggi in termini di riconoscimento delle garanzie come strumento di mitigazione del rischio di credito ai sensi di Basilea 2 a fronte però di rilevanti sforzi per adeguare la struttura organizza tiva e patrimoniale. Nella nostra Regione sono attivi, per il settore industriale, due Consorzi Fidi di emanazione confindustriale, il primo con sede a Lecce denominato Eurofidi Puglia, il secondo con sede a Bari denominato Fidindustria. 9
Il primo conta 280 consorziati, gli istituti bancari convenzionati sono 6, i Fondi di Garanzia ammontano a circa 1/mln di euro, gli affidamenti in essere sono 5,5/mln di euro; il secondo ha 600 consorziati, 12 convenzioni bancarie, Fondi di Garanzia pari a 1,8/mln di euro e affidamenti pari a circa 15/mln di euro. Ciò che penalizza maggiormente gli organismi pugliesi, è la richiesta pressante di maggiori garanzie consortili per supportare i maggiori rischi delle imprese consorziate. Come è storicamente noto, le imprese della nostra Regione sono quelle di minori dimensioni, meno redditizie, meno patrimonializzate e conseguentemente più rischiose rispetto al quelle del centro nord e sono gravate, altresì, di un maggiore indebitamento sul fatturato per lo più concentrato nelle esposizione a breve termine. Alla luce di tali situazioni emerge come le realtà consortili indicate in premessa, abbiano avuto storicamente una insufficiente capacità contrattuale ed operativa rispetto al reale fabbisogno delle imprese industriali pugliesi in quanto: § gli stanziamenti regionali hanno riguardato in misura assolutamente prevalente il settore artigiano a discapito dell’industria, settore di prevalente competenza normativa dello Stato; § i parametri utilizzati nell’allocazione delle risorse per i confidi, basati principalmente sul fondo rischi esistente, sul numero degli associati, sul numero delle operazioni garantite e sul frazionamento del credito hanno fortemente limitato la capacità di utilizzo delle risorse pubbliche stanziate. Entrambe le condizioni hanno bloccato la dotazione patrimoniale dei confidi industriali, i quali risultano attualmente non in grado di far fronte al reale fabbisogno finanziario delle imprese pugliesi del settore. PROPOSTA Alla luce di quanto sopra esposto e soprattutto della necessità di far fronte al processo di consolidamento delle passività a breve delle imprese (vedi tab. 4), in un contesto di grave rischio di credit crunch, risulta quindi di prioritaria importanza che la Regione si adoperi per consentire un rafforzamento dei confidi industriali pugliesi, muovendosi in tre direzioni: 1. creare un Fondo di Garanzia pari ad almeno 200 milioni di euro da destinare ai confidi industriali non più secondo i parametri sin qui adottati, ma tenendo conto dell’effettivo fabbisogno delle imprese del settore di appartenenza; 2. istituire un apposito Fondo di Garanzia pari a 200 milioni, da affidare ad un pool di banche, destinato a contro garantire o co-garantire tutte le operazioni creditizie che saranno assistite dalla garanzia dei confidi; 3. affidare il Fondo di Garanzia di cui al punto 1 ai confidi che perseguiranno un progetto di trasformazione in intermediari finanziari di cui all’art. 107 del TUB oppure in banche di garanzia. La quantificazione dei Fondi di cui ai punti 1 e 2, è funzionale alla dimensione dell’indebitamento a breve delle imprese del settore industriale, quantificato in 8,2 miliardi di euro, e, per un verso, al fabbisogno di garanzie per la trasformazione dell’indebitamento da breve a medio/lungo termine e per l’altro, al fabbisogno di controgaranzie necessarie per accrescere presso il sistema bancario la consistenza della garanzie consortile a beneficio delle imprese. 10
La trasformazione dell’indebitamento da breve a m/l periodo consentirà alle imprese di avviare un indispensabile processo di riorganizzazione, anche patrimoniale, in vista di nuovi investimenti, liberando nel contempo le indispensabili risorse per la gestione ordinaria. TABELLA 1 Finanziamenti bancari ai settori produttivi: ripartizione per branca produttiva Situazione al 31.12.2007 Dati in miliardi di euro ITALIA Peso su tot SUD Peso su tot Agricoltura, Silvicoltura e Pesca 36 5% 7,7 7% Artigianato 58 7% 8,5 8% Commercio ed alberghiero 170 21% 30,7 28% Edilizia 122 15% 21,7 20% Industria e servizi industriali 340 43% 38 36% Finanziamenti totali 800 107 Fonte: nostra stima su dati Osservatorio Bankimprese (Rapporto annuale, Luglio 2008) TABELLA 2 Finanziamenti bancari ai settori produttivi: ripartizione per branca produttiva. Regione Puglia Situazione al 30.06.2008 Dati in miliardi di euro SUD Peso su tot PUGLIA Peso su tot Agricoltura, Silvicoltura e Pesca 7,7 7% 1,7 7% Artigianato 8,5 8% 1,8 8% Commercio ed alberghiero 30,7 29% 6,6 29% Edilizia 21,7 20% 4,7 20% Industria e servizi industriali 38 36% 8,2 36% Finanziamenti totali 107 23 Fonte: nostra stima su dati Osservatorio Bankimprese e Banca d’Italia Nota: in assenza di dati sulla Puglia si è proceduto a ribaltare le percentuali calcolate per il Sud alla realtà pugliese. Sull’artigianato esiste un dato puntuale calcolato da Artingiancassa (Rapporto Artigiancassa sul credito e sulla ricchezza finanziaria delle imprese artigiane. 2007.) che quantifica in 2 miliardi di 11
euro l’indebitamento complessivo delle imprese artigiane pugliesi, comunque non distante dalla nostra stima riportata in tabella. TABELLA 3 Finanziamenti bancari alle imprese per durata. TABELLA 4 Finanziamenti bancari a breve. Regione Puglia. Situazione al 31.12.2007 Dati in miliardi di euro quota a breve PUGLIA termine Agricoltura, Silvicoltura e Pesca 1,7 1,1 Artigianato 1,8 1,2 Commercio ed alberghiero 6,6 4,2 Edilizia 4,7 3,0 Industria e servizi industriali 8,2 5,2 Totale 23 14,7 Fonte: nostra stima su dati Banca d’Italia Nota: i dati relativi alle imprese della Regione Puglia non differiscono rispetto alla tendenza nazionale che evidenzia una netta prevalenza dei debiti a breve scadenza sul totale della massa debitoria delle imprese. 12
In particolare i debiti con scadenza entro l’esercizio successivo rappresentano il 64% del totale. Tale percentuale è stata assunta per la stima dei finanziamenti bancari a breve termine per le imprese pugliesi. 13
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