Connected & Social Tv 2018 Circolazione/Complessità - Alberto Marinelli Sapienza - Università di Roma
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Connected & Social Tv 2018 Circolazione/Complessità Alberto Marinelli Sapienza – Università di Roma 1
Il flusso diviene circolare • L’estrema segmentazione dei gusti e delle pratiche di consumo impone alle media companies di imparare a promuovere e gestire insieme con le audience una esperienza di flusso radicalmente differente rispetto a quella esemplificata dal potere di definizione proprio della forma broadcast. • “il flusso odierno è più circolare, con ciascuna piattaforma che incoraggia gli spettatori ad accedere a un’altra che, si spera, chiederà loro di tornare al prodotto in onda. Il fatto che i network investano nella circolazione continua dei propri prodotti su più piattaforme non vuole affatto dire che il flusso non conta più, come dovrebbe essere evidente da tutti i materiali che i network e i loro conglomerati mediali confezionano rispetto ai diversi segmenti della narrazione (Gillan, 2011: 76, tr. nostra). 2
Il ruolo della piracy culture • Le pratiche di pirateria hanno contribuito a rilegittimare il medium televisivo, trasformando audience tendenzialmente passive in active seekers che selezionano attentamente i contenuti televisivi di qualità cui sono interessati, li condividono e li promuovono, recuperando in parte la logica delle fandom communities. • … if mass involvement in piracy changes how content circulates, what content circulates, and how active the audience can be in the entire process, it is conceivable that the social status of television is open to change as well (Strangelove, 2015: 71). 3
La televisione come engagement medium • La televisione classica disponeva di una configurazione formale talmente potente (disciplinante) da poter quasi ignorare il telespettatore. • La nuova televisione richiede engagement da parte delle audience. – perché le funzioni di control e choice sono definitivamente nelle mani di chi guarda la televisione – perché la possibilità di valorizzare (economicamente) contenuti che non possono più essere presupposti come uniformi e universalmente acquisiti riposa sul coinvolgimento dello spettatore 4
La televisione come engagement medium • “Non è un processo che avviene di fronte al televisore. Né è la semplice descrizione del modo in cui uno spettatore guarda la televisione, o di ciò che prova mentre la guarda. L’engagement descrive, piuttosto, l’ampio sistema di investimenti materiali, emozionali, intellettuali, sociali e psicologici che uno spettatore forma attraverso le sue interazioni con l’expanded television text (Askwith 2007: 154, tr. nostra) 5
La televisione come engagement medium • Concepire la tv come un engagement medium comporta, inoltre, una netta inversione rispetto al modo in cui la televisione broadcast osserva le audience e le valorizza nel proprio business model. • “Un modello di questo tipo deve intendere la televisione non come un modo per aggregare audience che, successivamente, verranno vendute agli inserzionisti pubblicitari, ma come un medium che attinge a piattaforme mediali, contenuti, prodotti, attività e spazi sociali per fornire alle audience un ampio range di opportunità per interagire con il contenuto televisivo” (Askwith 2007: 4, tr. nostra). 6
La circolazione tende a divenire il nuovo regime del flusso televisivo 1. Nel senso di pratiche che consentono di attualizzare il personcasting sui diversi schermi che l’utente ha a disposizione; schermi che si alternano, si sovrappongono e si richiamano nella composizione del flusso a seconda dei momenti della giornata, della tipologia di contenuto, dei device momentaneamente disponibili e del loro potenziale di connettività e condivisione. 2. Nel senso di pratiche che, sulla scorta delle culture partecipative, considerano il contenuto mediale non come un oggetto in sé chiuso ma come una forma espressiva che trova una estensione in termini di conversazioni, riscritture, condivisioni che ne alimentano la circolazione e la continua ridefinizione attraverso il lavoro interpretativo delle audience. 7
Circulation/Spreadability • «Spreadability refers to the technical resources that make it easier to circulate some kinds of content than others, the economic structures that support or restrict circulation, the attributes of a media text that might appeal to a community’ s motivation for sharing material, and the social networks that link people through the exchange of meaningful bytes». • «In other words we refer to the circulation in terms of digital life of a content that is definitely spreadable» • Circulation, then, is “a mix of top-down and bottom-up forces [which] determine how material is shared across and among cultures in far more participatory (and messier) ways” (Jenkins, Ford, Green 2013). 8
Circulation/Narrative complexity • Eterotopia e Eterocronia contraddistinguono la circolazione e dunque la digital life dei contenuti • I contenuti digitali sono costantemente cercabili, accessibili e consumabili • La complessità narrativa dei contenuti mediali contemporanei esalta la loro caratteristica di – oggetti senza confini (cioè permeabili rispetto ai frame dei singoli media da cui originano) – e senza fine (rispetto alla persistenza nel tempo e nello spazio), • La complessità narrativa assicura una digital life ai contenuti in quanto sempre esplorabili, completabili, spreadable e condivisibili da parte delle engaged audience. (Marinelli, Andò 2016) 9
Circulation/Narrative complexity • «Soprattutto (ma non soltanto) nell’era digitale, un programma televisivo è l’origine di una rete intertestuale che ne espande il perimetro, rendendo labile il confine tra la visione di una serie e il consumo dei para-testi da essa derivati. Allo stesso modo, più che un racconto lineare, il testo seriale è una raccolta in espansione di materiale narrativo che può essere consumato nei modi e nei tempi più diversi» • … qualsiasi testo assume un significato soltanto quando viene fatto circolare … Per comprendere la testualità della televisione dobbiamo spingere lo sguardo al di là dello schermo televisivo, e considerare i diversi contesti in cui questi testi vengono fruiti, e ricomposti in forma seriale, attraverso le diverse pratiche del coinvolgimento culturale (Mittel 2015: 20 tr. it. 2017)10
The digital life of content The digital life of content and its circulation depend on both producers and consumers. • Producers provide multiple “touch points” to make the content accessible, thereby focusing on multi-platform storytelling and audience engagement strategies. • Consumers manage and improve the circulation of content by appropriating and sharing online meanings and pleasures connected to the consumption experience (Fiske, 1992), and by expanding the television text beyond its pre-defined boundaries. Television flow can now be effectively understood as a content circulation process that takes place within a networked media space. (Marinelli, Andò 2016) 11
Lo storyworld delle serie tv • Nello storytelling delle serie Tv l’investimento creativo e produttivo in direzione della complessità è del tutto evidente perché l’obiettivo è quello di dare vita a «un mondo narrativo duraturo, popolato da un gruppo coerente di personaggi che vivono una catena di eventi in un certo arco di tempo» . • La tensione creativa è orientata a definire un mondo narrativo ampio, policentrico (storyworld) in cui le singole storie (episodi) rilasciate in forma serializzata entrano a far parte; un universo complesso che può essere esplorato attraverso altre storie e altre piattaforme mediali (transmedia), che privilegia l’apertura e supera nella sua strutturazione la netta distinzione tra trama orizzontale e verticale che ha caratterizzato per decenni i modelli della fiction Tv 12
Lo storyworld delle serie Tv • Anche se rischiano sempre di trasformare il pubblico in «narratologi dilettanti», che indagano la coerenza interna della storyworld, le serie Tv trasformano questo esercizio interpretativo in una nuova, ulteriore fonte di engagement. • «Non si possono guardare queste serie come se fossero semplicemente delle finestre su universi narrative realistici in cui cercare un po’ di evasione: le serie complesse ci chiedono di guardare la cornice della finestra, riflettendo sul perché inquadri determinate parti del racconto e sull’eventualità che il vetro stia deformando la nostra visione dei fatti» (Mittel 101-102) 13
Lo storyworld delle serie Tv • Nel nuovo ecosistema televisivo una serie è economicamente sostenibile se incontra l’attenzione e il sostegno - che trova espressione anche in acquisto di dvd e in abbonamenti ai servizi VoD – di un pubblico anche relativamente piccolo, ma costante e fidelizzato. • La facilità di distribuzione nel mercato internazionale e la valorizzazione on demand secondo la logica del box set che sfrutta il principio della «coda lunga» (Anderson, 2006) garantisce risorse aggiuntive. • E infine, tutti i brand televisivi hanno compreso che una parte del loro prestigio è affidato alla presenza nella loro offerta di serie Tv high-concept, che suscitano l’interesse di audience molto attive nelle conversazioni sui social media e in grado di esercitare influenza. 14
I «paratesti orientativi» vanno online • L’accessibilità ubiqua della rete e la disponibilità del pubblico ad apportare e condividere «paratesti orientativi» - dalle semplici conversazioni sui social a UGC più complessi come mappe, liste, immagini, gif animate, meme, montaggi video, recap, wiki – cambia radicalmente l’esperienza di consumo dei contenuti televisivi, aprendo lo spazio della social Tv. • Allo stesso tempo, però la presenza su Internet di una quantità di risorse destinate a coinvolgere le audience e a sostenerle nell’abilità interpretativa, contribuisce ad arricchire la complessità dei formati testuali. • «Le serie tv non sono quindi trattate come un testo isolato e autoconclusivo né dagli ideatori né dai fan, ma al contrario esistono all’interno di un paesaggio mediale in cui i paratesti online sono potenzialmente sempre accessibili agli spettatori» (Mittel 432) 15
Storyworld + Transmedia logic Applicare la transmedia logic nella gestione del prodotto significa progettare una nuova forma di intrattenimento che sia adeguata ai bisogni espressi dalle audience che vivono nell’era dei media convergenti, arricchendo l’originaria esperienza di consumo di un testo su una singola piattaforma attraverso l’espansione del suo storyworld con una serie di testi – e dispositivi comunicativi – differenti, su una molteplicità di piattaforme, mantenendo al tempo stesso intatta la struttura narrativa originaria. 16
« The television show itself is just the most prominent point of entry into a much larger entertainment experience that utilizes a wide range of textual extensions, branded products, activities and other touchpoints which allow viewers to perpetually engage with the show at multiple levels.» (Askwith 2007)
Lost: The Expanded Television Text Producers Audience/Fan videoclip ARG videogames websites mobisodes Social Wiki message Network Sites boards Lostpedia books magazines podcast Audience -Fan/Producers screenings conventions fundraising
Expanded access Repackaged contents clip shows, sintesi, Lost in 8:15, ... Narrative extensions The Lost Video Diaries (mobisodes), Lost: Missing Pieces (mobisodes), Mysteries of the Universe (webisodes)
Websites Alternate Reality Games
Lost: The Board Game Lost: The Mobile Game Lost: Via Domus
Filming material (bloopers, making of) Commentaries Podcast Magazine Books
Message Boards Conventions Social Network Sites Lostpedia Websites
Fuori e dentro il canone: «What Is» e «What If» • Transmedialità «What is» : siamo all’interno del canone narrativo e le azioni sono dirette a far acquisire alle audience una maggiore padronanza dell’universo finzionale: le estensioni, pertanto sono rivolte soprattutto al fandom investigativo e, come nel caso degli enigmi di Lost, tendono a assicurare nuovi informazioni che aiutano nella composizione del puzzle. • Nel caso della transmedialità «What If», invece, l’obiettivo è quello di lasciare spazio alle storie alternative che le audience possono creare sulla base del loro engagement verso i personaggi o lo stile complessivo della serie. La maggior parte della produttività della fan base più coinvolta e partecipe si esprime in forme non canoniche (remix, fan fiction, gif e meme) 24
Transmedia distribution/transmedia engagement • La transmedia distribution si limita a a assecondare l’autonomia della audience nella creazione del flusso televisivo (personcasting), moltiplicando i luoghi (le piattaforme) in cui il prodotto è reso disponibile: dal box set, al web, alle varie modalità tecnologiche di video on demand. • Tutte le estensioni testuali (transmediali) gestite lato producer (top- down) servono a rafforzare e consolidare questa opportunità di contatto diretto e personale con il contenuto desiderato e a ampliare la permanenza all’interno del perimetro dello storyworld, secondo modalità continuamente espanse ma industrialmente controllabili. • Le zone di tensione riguardano le minacce alla “proprietà” del contenuto, alimentate dalle pratiche delle audience (cut, remix, share) e dal ricorso a piattaforme come YouTube, che hanno rappresentato una sorta di luogo terzo, ambiente di confine tra distribuzione autorizzata e non autorizzata (UGC). 25
Transmedia distribution/transmedia engagement • L’industria televisiva sta imparando ad applicare la transmedia logic per incorporare e mettare a valore le pratiche delle engaged audience. • La strategia che punta al transmedia engagement è inevitabile ma è anche percepita come potenzialmente rischiosa perché comporta un diverso bilanciamento di potere tra producer televisivi e audience nella definizione dello stesso contenuto e nelle opportunità della sua circolazione. 26
Transmedia distribution/transmedia engagement For media institutions, the key thing to recognize is that you no longer have a monopoly over the communication channels, and you no longer—if you ever had—have control over your audiences… Media institutions are starting to adjust to this changed context, but old mental habits die hard, and there is not yet a full recognition of what they need to do to respect and engage an audience that has other options and other capacities than before. (Jenkins et al., 2017: 1067) 27
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