COMUNITÀ ENERGETICHE LA CONDIVISIONE COME RISORSA VERSO LA TRANSIZIONE ECOLOGICA
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COMUNITÀ ENERGETICHE LA CONDIVISIONE COME RISORSA VERSO LA TRANSIZIONE ECOLOGICA www.comunitaterritoriali.it
La transizione energetica viene oggi intesa come costruzione di un nuovo modello di organizzazione sociale basato sulla produzione e sul consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili. Perché sia effettiva, devono essere In tale contesto, la nascita e lo sviluppo di nuove forme di azioni condivise e di economie collaborative, unite alle crescenti opportunità offerte dalle nuove tecnologie digitali, costituiscono il fulcro della transizione energetica. Cogliendo tali nuove opportunità, i cittadini di tutto il mondo si stanno già unendo per diventare attori protagonisti nel settore energetico, attraverso azioni dirette e partecipate che mirano alla costruzione di una società più equa e sostenibile. Questa tendenza è in crescita: in vista della riduzione delle emissioni di carbonio nel settore elettrico prevista per il 2050, si stima che 264 milioni di cittadini dell’Unione Europea si uniranno al mercato dell’energia come prosumer, generando fino al 45% dell’elettricità rinnovabile complessiva del sistema. Con il termine prosumer viene indicato l’utente che non si limita al ruolo passivo di consumatore (consumer), ma partecipa attivamente alle diverse fasi del processo produttivo (producer). In pratica, il prosumer è colui che possiede un proprio impianto di produzione di energia, della quale ne consuma una parte.
La rimanente quota di energia può essere immessa in rete, scambiata con i consumatori fisicamente prossimi al prosumer o anche accumulata in un apposito sistema e dunque restituita alle unità di consumo nel momento più opportuno. Decentramento e localizzazione della produzione energetica sono i principi su cui si fonda una comunità energetica che, attraverso il coinvolgimento di cittadini, attività commerciali e imprese del territorio, risulta in grado di produrre, consumare e scambiare energia in un’ottica di autoconsumo e condivisione. Il concetto di autoconsumo si riferisce alla possibilità di consumare in loco l’energia elettrica prodotta da un impianto di generazione locale per far fronte ai propri fabbisogni energetici. Produrre, immagazzinare e consumare energia elettrica nello stesso sito prodotta da un impianto di generazione locale permette al prosumer di contribuire attivamente alla transizione energetica e allo sviluppo sostenibile del Paese, favorendo l’efficienza energetica e promuovendo lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Oggi l’autoconsumo può essere attuato non solo in forma individuale ma anche in forma collettiva all’interno di condomini o comunità energetiche locali. LE MAGGIORI COMUNITÀ ENERGETICHE IN EUROPA E NEL MONDO - Grupo Creluz, Rio Grande do Sul (Brasile) - anno 1999 - Bioenergy Village Jühnde, Germany – anno 2004 - ACCESS Project Isole Mull e Iona, Scozia – anno 2015
LA NORMATIVA EUROPEA SULLE CER Nel 2019, l’Unione Europea ha concluso la approvazione del pacchetto "Energia pulita per tutti gli europei" (CEP - Clean Energy Package), composto da otto Direttive che regolavano temi energetici. Le direttive UE, stabilite dal CEP, dovrebbero poi essere seguite dalle leggi nazionali sui rispettivi temi. Il termine per il recepimento delle direttive da parte degli Stati membri dell’UE (e quindi anche per l’Italia), è giugno 2021. Importanti, in tale contesto, sono: • la Direttiva sulle energie rinnovabili (Direttiva UE 2018/2001), in cui sono riportate le definizioni di autoconsumo collettivo e di Comunità di Energia Rinnovabile (CER); • la Direttiva sul mercato interno dell’energia elettrica (Direttiva UE 2019/944) che definisce la Comunità Energetica dei Cittadini (CEC). Nel caso della Direttiva sull’energia elettrica 2019/944, che ha istituito la CEC, il termine di recepimento era fissato al 31 dicembre 2020; mentre per la Direttiva sulle energie rinnovabili 2018/2001, che istituisce la CER, il termine di recepimento è il 30 giugno 2021. Le principali differenze tra le CER e CEC sono: a) la CER si basa sul principio di autonomia tra i membri e sulla necessità di prossimità con gli impianti di generazione. La CER può gestire l’energia in diverse forme (elettricità, calore, gas) a patto che siano generate da una fonte rinnovabile. b) La CEC non prevede i principi di autonomia e prossimità e può gestire solo l’elettricità, prodotta sia da fonte rinnovabile, sia fossile. Le Direttive, in modo concorde, definiscono la comunità energetica come “un soggetto giuridico” fondato sulla “partecipazione aperta e volontaria”, il cui scopo prioritario è il raggiungimento di benefici ambientali, economici e sociali per i suoi membri o soci o al territorio in cui opera.
COMUNITÀ ENERGETICHE IN ITALIA: L'ADEGUAMENTO ALLA DIRETTIVA EUROPEA L'Italia dovrà adeguarsi alla direttiva europea e regolamentare con apposita normativa nazionale l'organizzazione delle comunità energetiche per l'autoconsumo, la produzione e la vendita di energia. Il termine fissato per il completo adeguamento dell'Italia è giugno 2021, entro il quale si dovrà garantire non solo di aver di recepito la direttiva con una normativa precisa, ma anche di aver fissato nuovi obiettivi di produzione energetica sostenibile per il futuro. La regolamentazione italiana in materia di autoconsumo collettivo e comunità energetiche rinnovabili consiste nell’articolo 42-bis, inserito nel Decreto Milleproroghe (convertito nella legge n. 8/2020 in 29 febbraio 2020). La regolamentazione attuale cerca di collettare dati ed elementi utili all’attuazione delle Direttive, oltre a consentire investimenti visti gli obiettivi stabiliti nel Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC). La delibera 318/2020/R/EEL di ARERA chiarisce e disciplina la differenza tra comunità energetiche e autoconsumo collettivo, rappresentando un importante passo in avanti per l'adeguamento alla normativa comunitaria.
ALCUNE ESPERIENZE DI COMUNITÀ ENERGETICHE IN ITALIA In Italia ci sono già alcuni esperimenti di comunità energetiche nati da iniziative locali e regionali. - Pinerolo: il caso Piemonte La comunità energetica di Pinerolo si chiama Territorio Sostenibile, nella regione Piemonte ed è uno dei primi esperimenti più riusciti in Italia. La zona di Pinerolo si estende su circa 1.300 km quadrati, per una popolazione di 150 mila abitanti. La comunità energetica è nata con la sottoscrizione di un protocollo di intesa tra un gruppo di Comuni locali che aveva lo scopo di creare la prima Oil Free Zone in Italia. L’obiettivo attuale è quello di arrivare ad un’autosufficienza energetica con fonti rinnovabili, con una produzione locale di energia, autoconsumo e autoscambio di energia pulita. I vantaggi per la comunità sono ambientali ed economici, grazie al risparmio economico dei cittadini e al fatto che la comunità energetica una volta avviata completamente diventerà un motore per lo sviluppo del territorio. La Regione Piemonte ha messo a disposizione dei Comuni favorevoli allo sviluppo delle comunità energetiche 50.000 euro. Ad ogni richiedente sarà destinata una somma tra i 5 e i 10 mila euro fino ad esaurimento della dotazione. - Puglia: passaggio alle rinnovabili In Puglia è stata la Regione a muoversi per agevolare il passaggio alle energie rinnovabili. Con la legge n.45 del 2019 la Regione ha stabilito che i Comuni che vogliono costituire una comunità energetica devono adottare un protocollo d’intesa secondo i criteri forniti dal provvedimento regionale. La Regione si impegna a sostenere con futuri incentivi economici la costituzione delle comunità energetiche. L’obiettivo è favorire le aree più critiche e svantaggiate del territorio.
PER INFORMAZIONI, DOMANDE, APPROFONDIMENTI www.comunitaterritoriali.it CONSULTA ANCHE LA SEZIONE NORMATIVA (CON TUTTI I PROVVEDIMENTI E LEDELIBERE ADOTTATE IN MATERIA) IL DOCUMENTO DI ENEA: https://www.enea.it/it/seguici/pubblicazioni/edizi oni-enea/2020/le-comunita-energetiche-in-italia
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