COMPROMISSIO LA MISSIONE DI FRANCESCO E QUELLA DELLA CHIESA - NIGRIZIA.IT - Fondazione Nigrizia
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ANNO 139 NIGRIZIA.IT N°10 OTTOBRE 2021 € 4,00 Il mensile dell’Africa e del mondo nero Poste Italiane S.p.A. sped. Abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n° 46) art. 1 comma 1 DCB VERONA COMPROMISSIO LA MISSIONE DI FRANCESCO E QUELLA DELLA CHIESA
L'editoriale LA CHIESA “IN USCITA” DI BERGOGLIO “CHIUSA” NELLE DIOCESI In questa stagione della storia umana, così segnata dalla pandemia, l’ottobre missionario è un appuntamento da non perdere, un’occasione per operare un sano discernimento come Chiesa italiana. Siamo tutti consapevoli della bella avventura intrapresa da missionari e missionarie che, alla prova dei fatti, rappresentano il valore aggiunto delle comunità cristiane e, in termini generali, della nostra società. Senza voler fare confronti con altre nazioni, possiamo dire che tanti di loro hanno scritto pagine incancellabili di bene in giro per il mondo. Molti sono anche martiri se non della fede, della carità. Altri hanno conosciuto la sofferenza della malattia e tutti hanno dovuto superare la difficoltà dell’appartenenza a un paese straniero, anni Ad Gentes luce distante dal loro immaginario. Ognuno ha scoperto che non andava soltanto a portare il Verbo, ma È il decreto del concilio Vaticano II anche a imparare. La loro testimonianza ha fatto sì che molte delle sull'attività missionaria della Chiesa. nostre parrocchie si aprissero alla scelta preferenziale dei poveri, alla Approvato con 2.394 voti a favore e 5 contrari dai vescovi riuniti in concilio, pastorale d’insieme, al senso dello scambio e, dunque, della cooperazione, fu promulgato da papa Paolo VI all’esercizio delle responsabilità laicali, all’umiltà del mettersi dentro il 7 dicembre 1965. le realtà concrete della vita umana, all’impegno per la giustizia contro Il titolo Ad Gentes (dal latino, “alle le storture del sistema economico prevalente, in un mondo sempre più nazioni”) proviene dalle prime parole segnato dalle diseguaglianze. del decreto stesso, che tratta dell'attività missionaria della Chiesa. Invita Detto questo, la percezione è che in Italia si continui a vivere di rendita i missionari a una sempre maggiore e questo nonostante l’indirizzo ad gentes impresso da papa Francesco il inculturazione, esortandoli a vivere quale, nel suo magistero, ha predicato l’istanza di una Chiesa in uscita, con i popoli presso cui arrivano. in periferia e dalla parte dei poveri, nel contesto della Casa comune. Incoraggia il coordinamento tra Gli insegnamenti di Bergoglio, condivisi nella Evangelii gaudium, nella i missionari e le altre organizzazioni umanitarie che lavorano in missione Laudato si’, come anche nella Fratelli tutti, hanno sì trovato grande risonanza nel mondo missionario, ma continuano a incontrare resistenze nel consesso ecclesiale. Si ha la sensazione che vi sia una sorta di corto circuito tra il magistero papale e la pastorale ordinaria delle nostre diocesi. Basti pensare al dilagare della cultura dello scarto o alla globalizzazione dell’indifferenza, stigmatizzate in più circostanze dal papa. Quelle spinte respingenti e pressanti che contaminano le società europee e, dunque, anche quella italiana – rendendole incapaci d’interpretare, ad esempio, il fenomeno della mobilità umana – sono sintomatiche di un deficit di conoscenza e consapevolezza del bene comune, dunque del vangelo. L’affermazione dell’ideologia sovranista, presente a volte anche in ambienti di matrice cattolica, la dice lunga. Se a tutto questo aggiungiamo il preoccupante calo nel nostro paese delle vocazioni missionarie, non è possibile fare finta di niente. Sia chiaro: è in causa l’essere stesso della Chiesa. L’augurio è che il cammino sinodale, intrapreso dalla Chiesa italiana, tenga conto di questo imperativo evangelico. Il dovere di “andare”. 3
In rilievo Manifestazione NELLA STRADA INTITOLATA AD ATWOLI KENYA > LA STORIA DEL SINDACALISTA FRANCIS ATWOLI IP OV ER I MI F AN N O Il sindacalista FRANCIS ATWOLI 14 RICCO di Bianca Saini
NIGRIZIA OTTOBRE 2021 È il segretario generale della Cotu-K, la maggior centrale sindacale L O SCORSO MAGGIO LA STRADA DI UN del paese, i cui iscritti sono QUARTIERE RESIDENZIALE DI NAIROBI È STA- TA INTITOLATA A FRANCIS ATWOLI, SEGRE- tra i lavoratori peggio pagati. TARIO GENERALE DELLA COTU-K – CENTRAL ORGANIZATION OF THE TRADE UNIONS – la mag- E lui è un controverso gior centrale sindacale del paese. milionario a cui è stata L’insegna è stata vandalizzata all’indomani dell’inaugurazione e bruciata dopo che era stata intitolata perfino una strada reinstallata, poche settimane più tardi. Ora a sua salvaguardia sembra siano stati posti uomini delle di Nairobi. forze di sicurezza e una telecamera di sorveglian- Strette le sue connessioni za, disposizioni che pure hanno suscitato critiche per l’uso ingiustificato di fondi pubblici. con la politica L’episodio sarebbe da considerarsi come mera cronaca locale se non si prestasse a far luce su alcuni interessanti aspetti della vita pubblica kenyana. Intanto ci si chiede perché tanta oppo- sizione al cambio di nome di una via, prima deno- minata Dik Dik dalla più piccola razza di antilopi. La protesta avrebbe radici in una disposizione, ri- salente al giugno del 2017, del comitato nazionale competente per la toponomastica che ammette l’uso solo di nomi di persone decedute e ricono- La corsa sciute universalmente come esempi per il paese. VIGNETTA DI ERIC JACOB A questa ragione, diciamo così legale e burocrati- NGAMMAU SULLA CONFERMA ca, si sommano però altre cause ben più rilevanti, DI FRANCIS ATWOLI eminentemente politiche. ALLA GUIDA DEL COTU-K Attivisti della società civile puntano il dito, in- fatti, sulla mancata partecipazione alla decisione. Sostengono che, secondo la legge, anche la po- polazione avrebbe dovuto essere coinvolta nella discussione. Invece, il cambio di nome è stato de- ciso senza confronto dall’amministrazione della contea di Nairobi. Sembra che sia stato voluto dal- la stessa governatrice ad interim, Ann Kanunu, che si dice molto sorpresa dalla rabbia popolare. A suo parere, infatti, riconosce «l’amore e la devo- zione altruistici per il paese del signor Atwoli». Uomo controverso Il quale, invece, è un signore molto controverso. I suoi critici sottolineano che, da quando rappre- senta i lavoratori kenyani, le loro condizioni di vita non sono migliorate per nulla. Inoltre è tutt’altro che sopra le parti. È molto schierato al fianco del governo. In questo momento è tra i maggiori TWITTER 15
Africa 54 Africa LO SVILUPPO DELL’EMIRATO ISLAMICO Sahelistan, il fronte del caos L’annunciato ritiro delle truppe francesi dal Sahel potrebbe acuire una situazione di crisi. Ma anche nella galassia jihadista ci sono posizioni diverse tra chi vuole trattare con i governi e chi no. Nel frattempo emerge il nuovo ruolo nell’area di Russia, Turchia, Cina, India ed Emirati Arabi Uniti di Andrea de Georgio 18
Africa 54 Algeria-Marocco ROTTURA DELLE RELAZIONI DIPLOMATICHE Uno strappo “muscolare” di Luciano Ardesi Le due ex colonie francesi sono ai ferri corti. Il rischio è una escalation che potrebbe portare a un conflitto. Algeri accusa Rabat di sobillare pure due movimenti indipendentisti della Cabilia, ritenuti terroristici L A ROTTURA DELLE RELAZIONI DIPLOMATICHE CON IL MAROCCO DECISA DALL’ALGERIA IL 24 AGOSTO SCORSO NON È IL PRODOTTO DI UN IM- PROVVISO EVENTO TRAUMATICO, MA LA SOM- MA DI CRISI CHE SI SONO ACCUMULATE NEL TEMPO. Non a caso il ministro degli esteri algerino Ram- tane Lamamra nel darne l’annuncio è risalito fino alla “guerra delle sabbie”, quando nel 1963 il Ma- rocco invase la frontiera sud dell’Algeria, da poco IL PRESIDENTE ALGERINO indipendente. Nella memoria collettiva degli al- ABDELMADJID TEBBOUNE gerini è la “pugnalata alle spalle” che da allora non si è più rimarginata. Una disputa in crescendo La situazione precipita tra luglio e agosto, con la 22
NIGRIZIA OTTOBRE 2021 MOZAMBICO. PICCOLE FATTORIE CONVIVONO CON LA PIANTAGIONE DEL GRUPPO BANANALANDIA AFRICA TERRA CONTESA 36
DOSSIER Il consueto schema interpretativo – fondato sullo spartiacque forti/deboli, che ne sottintende un altro cattivi/buoni – è troppo schematico e non basta a comprendere come si muovono i principali attori intorno al problema della terra: comunità, stato, società private. Quali leggi regolano il possesso della terra, quali i meccanismi dell’accaparramento, quali strumenti di difesa possono utilizzare le comunità locali, quali posti di lavoro genera l’agrobusiness. Sono alcuni dei temi che affrontiamo in queste pagine 38 48 Risico fondiario Il mercato della terra CON QUALE DIRITTO GIOCO DI SOCIETÀ 42 52 Accaparramento Come reagiscono IL TASTO DOLENTE le comunità IN PIAZZA E IN TRIBUNALE NATIONAL GEOGRAPHIC di MARTA GATTI 37
Chiesa è missione 24 ottobre > Giornata missionaria mondiale 2021 “C’è bisogno urgente di missionari di speranza” Non sono tempi facili per le vocazioni missionarie e per la comunità cristiana. Ma il messaggio di papa Francesco ci esorta a camminare, da testimoni e profeti, con la gente delle periferie di Giulio Albanese Viaggio di papa Francesco in Mozambico nel 2019 PROPONE UNA CHIESA MISSIONARIA, CAPACE DI RISPONDERE A POVERTÀ, GUERRE E CORRUZIONE 56
NIGRIZIA OTTOBRE 2021 Missionari in America Latina I MISSIONARI COMBONIANI IN BRASILE HANNO ASSUNTO LA PRIORITÀ DELLA DIFESA DEI DIRITTI SOCIO-AMBIENTALI C OM’È TRADIZIONE, ANCHE QUEST’ANNO PAPA FRANCESCO HA RIVOLTO ALLA COMUNITÀ ECCLESIALE UN MESSAGGIO in occasione della Giornata missionaria mondiale (Gmm) che si celebra nella penultima domenica di ottobre, quest’anno il 24. Si tratta di una circostanza privilegiata per fare memoria della missione, nella cristiana certezza, come egli scrive nell’incipit della sua missiva che «quando sperimentiamo la forza dell’amore di Dio, quando riconosciamo la sua presenza di Padre nella nostra vita personale e comunitaria, non possiamo fare a meno di annunciare e condividere ciò che abbiamo visto e ascoltato». È dunque evidente che mai come oggi, in una stagione della storia umana profondamente segnata dalle diseguaglianze, parafrasando la prima Lettera di Pietro, occorre essere «pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi» (3,15). Dal punto di vista dei significati, sono molteplici le declinazioni di questa domenica che rappresenta il vertice del mese di ottobre, il mese missionario. Anzitutto perché il ministero petrino di papa Francesco ha una forte valenza ad gentes, essendo incentrato sulla trilogia dell’evangelizzazione Il pontefice disegnata nei vangeli. Essa consiste nell’affermazione della «Chiesa in uscita» perché l’andare verso ogni propone genere di alterità è la legge della fede cristiana; un una Chiesa movimento che spinge i credenti a collocarsi in missionaria “periferia”, locus per eccellenza della missione; dalla parte dei “poveri”, dunque di coloro che vivono nei che è al fianco bassifondi del nostro tempo. È sufficiente riflettere delle lotte contro su quanto sta avvenendo in Afghanistan, dove un la distruzione gran numero di persone soffre pene inenarrabili, espressione eloquente della “cultura dello scarto”. dell’ambiente Per non parlare delle guerre dimenticate che indotta insanguinano l’Africa subsahariana e che molto dal capitalismo raramente vengono mediatizzate. che crea Scoraggiamento e disincanto disoccupazione Al cospetto di tanta umanità dolente che viene e diseguaglianze immolata sull’altare dell’egoismo umano, non è lecito stare alla finestra. Infatti, come scrive papa sociali Francesco, «tutto in Cristo ci ricorda che il mondo in cui viviamo e il suo bisogno di redenzione non gli sono estranei e ci chiama anche a sentirci parte attiva di questa missione: “Andate ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli” (Mt 22,9). Nessuno è estraneo, nessuno può sentirsi estraneo o lontano rispetto a questo amore di L’INDRO - COMBONIANI.ORG compassione». Francesco, facendosi interprete delle istanze poste dal dettato conciliare, quello del Vaticano II, che purtroppo – ahinoi – per lunghi anni abbiamo, per così dire, lasciato peccaminosamente nel cassetto, ci offre ancora una volta un’ermeneutica 57
Afroculture DAKAR > INIZIATIVA Il primo canto della Divina Commedia, DELL’ISTITUTO ITALIANO tradotto in lingua wolof dallo scrittore DI CULTURA italo-senegalese Pap Khouma, è il cardine di un evento che fa dialogare due mondi attraverso la poesia, le arti visuali, il teatro WOLOF D AL 18 AL 22 OTTOBRE SI CELEBRA LA SETTIMANA DELLA LINGUA ITALIANA NEL MONDO E DANTE ALIGHIERI, di cui ricorrono quest’anno i 700 anni dalla morte, sarà al centro delle celebrazioni. A Dakar, l’Istituto italiano di cultura ha costruito un progetto che fa dialogare poesia, arti visuali e teatro, mettendo in connessione la lingua del sommo poeta fiorentino con il wolof, l’idioma ufficiale del Senegal. Tutto parte da un’idea di Cristina Di Giorgio, dell’Istituto italiano di Dakar. L’anno scorso, più o meno in questo periodo, Di Giorgio ha chiesto allo scrittore italo- senegalese Pap Khouma di tradurre in wolof il primo canto della Divina Commedia. Dopo qualche esitazione Khouma ha accettato l’incarico gettandosi a capofitto in questa traduzione insolita e temeraria. «Una sfida letteraria singolare», come lui stesso la ha definita, che lo ha posto di fronte a una serie di complesse questioni di metodo e contenuto. Safara In primo luogo perché il wolof è una lingua orale: non ha una grammatica e una scrittura codificate in modo unanime. Poi, per la difficoltà di trovare una corrispondenza puntuale tra i concetti e le LINGUA parole di Dante, e il vocabolario wolof, in particolare nella sua forma pura, ossia libera dei prestiti del francese e dell’arabo. In wolof, per esempio, non esiste un termine per “dire” le montagne nel senso che correntemente in italiano si dà a questa parola, probabilmente perché il territorio è pianeggiante e le uniche alture sono morbide colline. In wolof e nelle religioni animiste del territorio considerato non c’è nemmeno un corrispettivo preciso per il concetto di Inferno, che non a caso Khouma ha deciso di rendere alla fine con safara, parola che indica il fuoco. La lupa, altro concetto inesistente in wolof, è stata opportunamente trasformata in uno sciacallo, che è al contrario un animale localmente ben conosciuto. DI Un altro nodo critico, infine, è stato rappresentato dalla metrica: come renderla in wolof? Kohuma ha deciso di mettere da parte la terzina dantesca, sorvolare sulle rime, sforzandosi tuttavia di creare un effetto ritmico e declamatorio, orecchiabile anche per DANTE chi non parla e non conosce la lingua senegalese. Dopo un certo numero di mesi, molti confronti con studiosi di letteratura e di lingua ed esperti di wolof, la traduzione è stata consegnata a Di Giorgio, che l’ha inviata a Mauro Petroni, creativo italiano da tempo residente a Dakar, curatore della sezione Off della Biennale d’arte Dak’Art, profondo conoscitore della scena di Stefania Ragusa artistica senegalese. Questi l’ha girata a sua volta a sette artisti 70
Afroculture THE SKY OVER KIBERA > INTERVISTA AL REGISTA MARCO MARTINELLI UNA SCENA DEL DOCU-FILM Nel docu-film, l’Inferno dantesco è ambientato in una baraccopoli di Nairobi e interpretato da 150 ragazzi che ci vivono. «Ma i bambini scatenati nelle danze ci mostrano il paradiso dentro all’inferno» di Anna Jannello LA “SELVA OSCURA” IL REGISTA MARCO I L CIELO SOPRA KIBERA È AZZURRO TERSO, APPENA SOLCATO DA NUVOLE VAPOROSE. COSÌ LO VEDIAMO NELLA SCENA INIZIALE di The sky over Kibera, docu-film interpretato da 150 ragazzi che vivono, giocano, vanno a MARTINELLI scuola in questa immensa baraccopoli di Nairobi, oltre mezzo milione di abitanti. Molto spesso si perdono. Scampoli di cielo appariranno ancora in altre sequenze del film in cui il regista Marco Martinelli, fondatore nel 1983 del Teatro delle Albe di Ravenna, riprende la messa in scena – lui preferisce dire “messa in vita” – dell’Inferno dantesco ambientata nella “selva oscura” di Kibera. Che in lingua swahili significa proprio selva perché in origine era una collina boscosa. Come è nata l’avventura in Kenya? In un bar milanese. A marzo 2017 sono stato contattato dalla Fondazione Avsi, ong che opera in questo paese da oltre 30 anni in campo educativo. Avevano letto il mio libro Aristofane a Scampia e mi hanno chiesto di ripetere una esperienza simile a Nairobi dove gestiscono tre scuole primarie e un liceo. Dopo il primo viaggio esplorativo sono tornato altre quattro volte a Kibera, con Laura Redaelli come assistente, per lavorare con i ragazzi. L’idea del film è arrivata prima dell’ultimo viaggio, nell’ottobre 2018: Avsi metteva a disposizione una troupe per le riprese dello spettacolo. Invece del teatro filmato, spesso noioso, ho 72
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