COMMUNITY BASED ADVOCACY PROJECT: VOCI PER R- ESISTERE - L'analisi dei dati di un anno di ricerca partecipata - Gennaio 2020 - febbraio 2021
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COMMUNITY BASED ADVOCACY PROJECT: VOCI PER R- ESISTERE L’analisi dei dati di un anno di ricerca partecipata - Gennaio 2020 - febbraio 2021
COMMUNITY BASED ADVOCACY PROJECT: VOCI PER R- ESISTERE L’analisi dei dati di un anno di ricerca partecipata - Gennaio 2020 - febbraio 2021 A cura di Elena Carletti, Elda Goci, Daniela Zitarosa Con la collaborazione delle Advocacy Antenne e del team INTERSOS Capitanata: Glory Akande, Michel Armand Atangana Eyada, Yaya Bah, Youssif Bamba, Prince Kwarkye Berkoh, Elena Carletti, Mamadou Dia, Elda Goci, Queen Ohmera, Matthew Ojugbeli, Adesola Oluwapelumi Oladokun, Abdinasir Abubakar Osman, Alice Silvestro, Souleye Wague, Mutah Zakariya, Daniela Zitarosa.
Progetto realizzato in collaborazione con ASGI e con il supporto di Open Society Foundations Foto di Bruno Pitzalis 4
SOMMARIO Introduzione 1.1 Breve panoramica sul contesto di riferimento ............................... 7 1.2 Gli insediamenti informali della Capitanata ................................. 9 1.3. L’intervento di INTERSOS in Capitanata ............................. 11 1.4 Il Community Based Advocacy Project. .............................. 12 1.5 Lo scopo di questo report ............................. 13 2. Metodologia : principi alla base del progetto .............................. 14 2.1 Che cosa vuol dire approccio community-based? ...................... 15 2.2 La ricerca partecipata (Participatory Action Research) ......... 16 2.3 Empowerment. .............................. 17 2.4 I principi base del progetto .............................. 18 2. 5 L’Advocacy come motore di un cambiamento ............................. 19 3. Il progetto Community based advocacy in Capitanata: implementazione .............................. 20 3.1 Obiettivi generici e specifici ........................... 21 3.2 Prima fase del progetto: analisi del contesto ......................... 22 3.3 Individuazione dei possibili candidati .............................. 22 3.3.1 Questionario .............................. 24 3.3.2 Intervista ............................. 26 3.4 Formazione equipe .............................. 32 3.5 Pianificazione delle attività .............................. 34 3.6 Scelta degli strumenti ........................... 36 3.6.1 Interviste individuali .............................. 38 3.6.2 Focus group .............................. 39 4. Il lavoro sul campo dell’equipe di ricerca .............................. 40 4.1 Caratteristiche socio-anagrafiche delle persone coinvolte ........... 41 4.2 Analisi del materiale raccolto .............................. 44 5. Risposte e soluzioni generate dal processo partecipativo........... 52 6. Monitoraggio e valutazione delle attività .............................. 54 7. Conclusioni e...what next? ............................. 56 5
L’Italia è il paese maggiormente colpito dallo sfruttamento lavorativo in agricoltura. 400-430.000 persone esposte allo sfruttamento lavorativo agricolo tassi di irregolarità del 39% 132.000 persone in condizione di grave vulnerabilità sociale e forte sofferenza occupazionale. 6
Introduzione 1.1 BREVE PANORAMICA SUL CONTESTO DI RIFERIMENTO Secondo i dati forniti dall’istituto ISPI nell’ultimo report da- Ancora diversa e specifica è la situazione che si delinea sto- tato al 31 gennaio 2020 si stima che in Italia il numero degli ricamente nella regione pugliese,dove sono evidenti gli effetti stranieri irregolarmente presenti si aggiri a circa 600.000. ed i risultati di una legislazione nazionale in materia di immi- Non diversa la stima presentata all’interno del report sull’im- grazione inefficace e fallimentare, unita alla non volontà di migrazione della fondazione ISMU che - facendo una somma attuare procedimenti reali di regolarizzazione e la previsione tra gli irregolari presenti al 1° gennaio 2019 e coloro i quali di canali d’ingresso legali1. La situazione dei rifugiati e dei ri- hanno ricevuto un diniego alla propria domanda d’asilo da chiedenti asilo in Italia ha subito profondi condizionamenti sia inizio 2019 fino al 15 maggio 2020, più i casi in attesa di a livello sociale che giuridico ed è il prodotto di una legislazio- esito sempre al 15 maggio - porta il totale a circa 690 mila ne pluriennale non efficace che incide profondamente sulla persone. condizione di regolarità di soggiorno delle persone stranie- re, con naturali effetti e conseguenze anche sulla sfera della La condizione di incertezza giuridica connessa e consequen- vita privata, sociale e lavorativa di queste persone. Inoltre, ziale a cause che non saranno trattate in questo report, fa l’epidemia causata dalla diffusione del virus SARS- CoV-2 sì che la maggior parte di queste persone presenti in Italia ha ovviamente determinato importanti cambiamenti anche in siano maggiormente esposte a situazioni di sfruttamento in ambito lavorativo, oltre che sulla qualità della vita sia da un diversi ambiti; uno di questi è senza dubbio quello del settore punto di vista fisico che psichico. lavorativo nello specifico nel settore agricolo; è ben noto in- fatti che le persone straniere impiegate in agricoltura versano Per un’analisi più approfondita su come il coronavirus abbia in condizioni di precarietà lavorativa ed abitativa. Altrettanto influito ed impattato sulla saluta psichica e fisica delle perso- noti sono i fenomeni consolidati di sfruttamento lavorativo ne che vivono negli insediamenti informali, si veda il rapporto che, ai danni di tali persone, si realizzano nel settore agrico- di INTERSOS “La pandemia diseguale” pubblicato nel mese lo delle Regioni Italiane - non solo quelle del Sud - e che, di marzo 20212. nel recente passato, hanno fatto sì che emergessero anche condizioni di riduzione in schiavitù. Ed è infatti l’Italia il paese Pur in mancanza di dati certi, è stimabile che dei circa 40.000 maggiormente colpito dallo sfruttamento lavorativo in agri- lavoratori agricoli stagionali occupati nel corso di un anno coltura. Secondo i dati ricavabili dal Report dell’Osservato- in Puglia, almeno la metà operi nella Provincia di Foggia; di rio Placido Rizzotto del 2018, in Italia sono 400-430.000 le questi un numero sempre più un elevato di persone è co- persone esposte allo sfruttamento lavorativo agricolo, con stretta per vari motivi a stanziare stabilmente o per significa- tassi di irregolarità del 39% e con più di 132.000 persone tivi periodi dell’anno all’interno di insediamenti informali privi in condizione di grave vulnerabilità sociale e forte sofferenza delle condizioni minime per una vita dignitosa.La maggior occupazionale. parte delle persone straniere che sostano sul territorio della 1. Per un’analisi dei provvedimenti di regolarizzazione delle persone straniere presenti in Italia si veda, si veda “ Cronaca di una sanatoria in tempo di emergenza sanitaria: genesi, finalità e limiti”. William Chiaromonte e Madia D’Onghia - Diritto immigrazione e cittadinanza - fascicolo n.3/2020 2. https://www.intersos.org/pandemia-diseguale 7
capitana è impiegata nel lavoro agricolo senza la stipula di un regolare contratto di lavoro ed un numero altrettanto alto di persone è impiegato nel settore agricolo con contratti che sono apparentemente regolari ma che presentano nella real- tà importanti elementi di irregolarità, creando e generando il cosiddetto fenomeno del lavoro “ grigio”. Il fenomeno dello sfruttamento lavorativo nelle Regioni del sud Italia, e non solo, è ampiamente documentato da rap- porti autorevoli in materia, i quali delineano una situazione complessa di sfruttamento lavorativo nel settore del lavoro agricolo nella raccolta - d’estate del pomodoro - e degli ortaggi quali cavoli, finocchi e carciofi per i mesi invernali. La mancanza di un canale di collocamento formale all’inter- no degli insediamenti alimenta il fenomeno dell’intermedia- zione da parte dei privati, con conseguenti abusi volti a sfrut- tare la vulnerabilità dei lavoratori presenti. I migranti iniziano la giornata lavorativa, che dura in alcuni casi per oltre 12 ore (in particolare nei periodi estivi), intorno alle 5.00, percepen- do una paga che, nella maggior parte dei casi, si aggira fra i 3.50 e 4.50 euro l’ora. Dalla retribuzione totale giornaliera, spesso, vanno detratti i costi di trasporto, vitto e alloggio che in base al contratto provinciale sarebbero a carico del datore di lavoro.3 3. Rapporto Campagne d’odio INTERSOS https://www.intersos.org/wp-content/uploads/2019/09/ Rapporto-Campagne-d-odio.pdf Foto in alto: Poggio Imperiale (FG), estate 2020 Foto a destra: Esercizi commerciali informali - Ex Pista - Borgo Mezzanone (FG) 8
1.2 GLI INSEDIAMENTI 1.2 La provincia di Foggia registra da più di vent’anni una consistente INFORMALI DELLA presenza di lavoratori e lavoratrici GLI INSEDIAMENTI migranti sul territorio, aumentata CAPITANATA costantemente negli ultimi die- ci anni. Tale presenza è connes- INFORMALI DELLA sa, come brevemente descritto, dall’”offerta” di lavoro nel settore “...ci si trova di fronte ad una agricolo; infatti, nei mesi estivi della CAPITANATA raccolta dei pomodori il numero di piccola città, per certi aspetti braccianti stranieri si attesta fra le autosufficiente.” 10.000 e le 12.000 persone nell’a- rea della capitanata. Oltre l’impo- nente flusso stagionale di braccianti provenienti da altre aree dal mese di luglio fino a ottobre, si registra in ogni caso una presenza stabile di 5.000 e le 6.500 lavoratori e lavo- ratrici, che rimane sul territorio tutto l’anno. Il dato stimato relativo agli insediamenti informali che ha se- guito INTERSOS negli anni, attesta una presenza di 6.500 migranti nel periodo di massima affluenza e di circa 2.000 – 2.200 migranti presen- ti lungo tutto l’arco dell’anno. Nel contesto foggiano, la quasi to- talità dei braccianti stranieri vive nei tre più grandi insediamenti informali della capitanata ovvero l’insedia- mento presso l’ex Pista di Borgo Mezzanone, quello a Rignano e quello a Borgo Tre Titoli. Oltre a questi insediamenti, nella Provincia sono dislocati numerosi casolari sparsi nelle campagne distanti fino ad 80 km da Foggia: nello specifico si tratta dell’area di Poggio Imperia- le, che dista circa 50 km da Foggia, dove ci sono disparati casolari che ospitano tra le 50 e 200 persone; l’insediamento di Borgo Cicerone, il quale dista circa 22 km da Fog- gia, in direzione San Marco in La- mis, dove dimorano circa tra le 40 e 150 persone; i casolari dell’area di Palmori, una frazione del Comu- ne di Lucera che dista circa 20 km da Foggia e che ospita 80 – 250, a seconda della stagione, e l’insedia- mento della contrada San Matteo 9
e San Domenico, nei pressi di Nonostante le condizioni di vita estremamente difficili che caratterizzano que- San Severo, poco più di 20 km sti luoghi, è interessante evidenziarne anche la dimensione organizzativa, dal dalla città di Foggia. L’unico ad punto di vista sociale ed economico. essere locato nei pressi della Difatti, soprattutto in insediamenti molto estesi come quello dell’ex Pista di cittadina è l’ex fabbrica Dau- Borgo Mezzanone, ci si trova di fronte ad una piccola città, per certi aspetti nialat, dove vivono tra le 100 e autosufficiente, in cui è possibile osservare una fitta rete di attività economiche, 200 persone. alimentate anche da scambi con l’esterno. Tali attività riguardano il settore alimentare e di ristorazione, meccanico (so- I vari insediamenti si differen- prattutto per automobili), di abbigliamento e di beni di prima necessità, nonché ziano di poco l’uno dall’altro e della cura del corpo (parrucchieri). L’offerta di questi servizi all’interno dell’inse- sono accomunati dalle condi- diamento, oltre a sopperire almeno in parte alla lontananza dal centro abitato, zioni di degrado e promiscuità, costituisce una fonte di entrate non indifferente per chi li gestisce e dimostra sprovvisti di servizi igienico sa- la capacità di una comunità di auto-organizzarsi, anche in un contesto la cui nitari minimi, in una condizione esistenza non è formalmente riconosciuta. di precarietà lavorativa diffusa ed in alcuni casi aggravata da Essendo luoghi in cui vi è un’alta mobilità ed essendo molto estesi, è presso- uno status giuridico incerto o di ché impossibile dare una stima il più precisa possibile rispetto al numero delle irregolarità, che accentua ulte- persone che vivono presso gli insediamenti. Ed è dunque anche impossibile riormente i profili di vulnerabi- avere una panoramica circa i profili delle nazionalià e delle fasce d’età maggir- lità. Le persone che vi vivono, mente presenti. I dati che saranno presentati nel seguente report sono frutto per le caratteristiche di questi di interviste e questionari elaborati in seno del progetto -nella sua fase iniziale luoghi, patiscono una condi- dalle due esperte di ricerca partecipata - ed in seguito dal team di ricerca che zione di grave emarginazione, si è creato per il progetto stesso. a causa della quasi completa esclusione dalla vita sociale Per quel che riguarda invece le stime elaborate dall’ intervento socio sanitario delle comunità locali e dal dif- di INTERSOS per il 2018 in relazione alle utenze presso l’ambulatorio mo- ficile accesso alla rete territo- bile medico, il dato è che le nazionalità maggiormente presenti, escludendo riale dei servizi. L’ex pista è gli stranieri provenienti dall’Europa dell’est e dal Marocco, sono quella sene- l’unico insediamento informale galese, gambiana, nigeriana e ghanese, ed in minor misura quella maliana e collegato con i trasporti pub- somala e che la fascia d’età più rappresentata è quella fra i 18 e i 29 anni, il blici alla città più vicina, Foggia 58%, seguita dalla fascia dei 30-39 anni, che rappresentano il 29,9% della ma per raggiungere la fermata popolazione presa in esame.4 dell’autobus che è sita a Borgo Mezzanone, non c’è possibilità 4. Rapporto Campagne d’odio INTERSOS https://www.intersos.org/wp-content/ di raggiungerla se non attraver- uploads/2019/09/Rapporto-Campagne-d-odio.pdf sando a piedi la campagna. Foto sotto: Esercizi commerciali informali - Ex Pista - Borgo Mezzanone (FG) 10
“si è ritenuto 1.3 necessario sviluppare L’INTERVENTO un progetto in cui lavoratori migranti DI INTERSOS IN venissero coinvolti come soggetti attivi CAPITANATA del cambiamento” Con il progetto “CAPITANATA” INTER- covid-19, tenuto conto del contesto di volti non come beneficiari passivi ma SOS è attivo nella Provincia di Foggia intervento, quali la diffusione delle in- come soggetti attivi di cambiamento, dal 2018, perseguendo attività di assi- formazioni sanitarie relative alle misure al fine di individuare correttamente i stenza sociosanitaria alle persone – in di prevenzione dal virus SARS – CO- principali problemi e le possibili solu- maggioranza impiegate nel lavoro del VID-19 ed attività di sorveglianza sa- zioni, nonché per promuovere la loro settore agricolo – che vivono presso gli nitaria ovvero individuazione precoce responsabilizzazione. insediamenti informali della Provincia di casi sintomatici e/o di casi che do- di Foggia, attraverso due unità mobili vessero necessitare di quarantena e/o mediche. isolamento fiduciario. A causa dello scoppio dell’emergenza La presenza costante e pluriennale di da Coronavirus ufficializzata a marzo INTERSOS in Puglia, ha permesso di 2020, INTERSOS ha intensificato le poter effettuare svariate analisi con i attività di monitoraggio e assistenza diversi attori sociali, con le parti inte- sociosanitaria e ha necessariamente ressate e le istituzioni locali in merito 5. Il progetto è stato finanziato da rimodulato le attività pur mantenendo ai precedenti tentativi di affrontare lo fondi Fami Emergenziali della Com- la struttura del progetto degli anni pas- sfruttamento all’interno degli insedia- missione Europea e si chiama “Su. sati, ossia: informazione sul diritto alla menti informali e le ragioni che hanno Pr.Eme. Italia – Sud Protagonista nel salute di ogni individuo e orientamento determinato queste condizioni. A se- superamento delle Emergenze in am- circa le modalità di accesso a questo guito della molteplici riflessioni sono bito di grave sfruttamento e di gravi per aumentare l’inclusione e fruibilità, stati sottolineati due principali punti di marginalità degli stranieri regolar- visite mediche di medicina generale, debolezza: la mancanza di coesione e mente presenti nelle 5 regioni meno attività di advocacy riferita all’Azienda un approccio orizzontale tra l’azione sviluppate” Sanitaria Locale di Foggia, rafforza- sociale e il tentativo locale di risponde- mento della Rete delle associazioni re al problema; la mancanza di infor- operanti sul territorio, alfabetizzazione mazioni dettagliate da utilizzare nelle sanitaria con sessioni di prevenzione advocacy a livello locale e nazionale, della salute. da realizzare con network concreti, e A partire da marzo e per tutta la durata un approccio globale, non limitato a delle c.d. “fase 1” e “fase 2” nazionali una singola disciplina (es. assistenza in risposta all’emergenza COVID-19, il sanitaria di base, sindacati). progetto è entrato in convenzione con l’Autorità Sanitaria Regionale attraverso In considerazione delle riflessioni effet- AReSS Puglia.5 Considerata l’emer- tuate e le cicliche analisi del contesto e genza sanitaria, sono state dunque dei bisogni che emergono, si è ritenu- poste in essere attività ad hoc per la to necessario sviluppare un progetto in prevenzione e screening sanitario per cui lavoratori migranti venissero coin- 11
“invertire 1.4 la logica secondo cui popolazioni IL COMMUNITY in condizioni di vulnerabilità, BASED ADVOCACY debbano affidare PROJECT ad altri le loro prospettive di cambiamento” Il progetto di advocacy dal basso, og- fine di supportarle nella realizzazione getto del presente report, ha dunque di azioni di advocacy dal basso, attra- preso avvio a fine gennaio 2020 sulle verso sessioni formative sui metodi e spalle del progetto medico socio-sani- gli strumenti della ricerca partecipata, tario di INTERSOS. invertendo in questo modo la logica secondo cui le popolazioni in condizio- L’idea progettuale sviluppata dal par- ni di vulnerabilità, debbano affidare ad tenariato con l’Associazione Studi altri l’elaborazione e la presentazione Giuridici per l’Immigrazione (ASGI), è delle proprie istanze, dei bisogni emer- nata per promuovere il miglioramento genti e delle prospettive di cambia- delle condizioni di vita e lavorative dei mento della propria condizione. mente qualche difficoltà, soprattutto in lavoratori e delle lavoratrici che lavora- considerazione del fatto che il progetto no e vivono nella provincia di Foggia e Al fine di tentare di invertire tale logica, vede alla base un principio di parteci- offrire alla comunità di riferimento una si è indagato su più livelli: pazione continua, ma hanno anche diversa prospettiva rispetto alle moda- portato nuovi stimoli e spunti di rifles- lità di richiesta ed attuazione del cam- Quello relazionale, relativo tanto al vis- sione da cui partire. biamento. suto quotidiano nell’insediamento e alle reti di relazioni che in esso si strut- In ogni caso, è stata perseguita per Nello specifico, si è voluto promuo- turano, quanto ai contatti con il territo- tutte le azioni di progetto, tale rappor- vere la riappropriazione da parte della rio circostante; to circolare: comunità dei propri spazi e metodi di auto-espressione e della propria voce Quello dell’inclusione sociale e abitati- • Riflessione di gruppo sulle proble- come strumento efficace di autode- va, in termini di partecipazione alla vita matiche emerse maggiormente rap- terminazione, al fine di mettere in atto comunitaria, accesso a servizi e condi- presentative per le persone beneficia- azioni di advocacy congiunte, rivolte visione di spazi e attività; rie dirette ed indirette del progetto; alle autorità competenti sul territorio, e aumentare il livello di consapevolezza Quello dello status giuridico, da cui • Raccolta dei dati, a seguito di work- delle istituzioni circa le condizioni di dipende innanzitutto il riconoscimen- shop specifici sugli strumenti; vita all’interno degli insediamenti. to dell’esistenza sul territorio e che, conseguentemente, condiziona qual- • Riflessione condivisa rispetto alle Sulla base di tali premesse, INTER- siasi scelta la persona voglia fare per possibili azioni di intervento. SOS ha elaborato un progetto com- concretizzare il proprio progetto per- munity-based, attuato attraverso le sonale. Tale modo di operare può aiutare inol- modalità della ricerca partecipata. A causa dell’emergenza sanitaria da tre nello sviluppare una strategia di Nel concreto, si è immaginato il coin- Coronavirus, il progetto di advocacy sensibilizzazione della comunità e co- volgimento di otto persone dimoranti ha inevitabilmente subito delle battu- struire procedure di protezione basate presso gli insediamenti informali, al te d’arresto che hanno creato inizial- sulla comunità e soluzioni sostenibili. 12
1.5 LO SCOPO DI QUESTO REPORT L’obiettivo di questo report è di fornire un quadro generale ed esaustivo del con- testo generale che ha dato vita al progetto e della metodologia seguita per con- durre la ricerca nonché di riportare il risultato della ricerca condotta delle otto antenne coinvolte direttamente nel progetto. Nello specifico il report intende: • PRESENTARE LE CARATTERISTICHE DEMOGRAFICHE, ANALISI DEI BISOGNI E PRINCIPALI VULNERABILITÀ DELLA POPOLAZIONE PRESA IN ESAME; • PRESENTARE LE AZIONI INTRAPRESE A SEGUITO DELLA RICERCA EFFETTUATA SUL CAMPO INSIEME ALLE 8 ANTENNE; • PRESENTARE LE CONCLUSIONI, GLI OUTPUTS E I FEEDBACKS DEL PROGETTO. 13
“...innescare un processo virtuoso all’interno delle comunità in un’ottica di autosufficienza ed indipendenza” 14
Metodologia : principi alla base del progetto 2.1 CHE COSA VUOL DIRE APPROCCIO COMMUNITY-BASED? Il Community-based approach è una strategia di azione che all’interno di una cornice di valori di base comuni, in cui ven- parte dalla valorizzazione della comunità in cui si intende av- ga data priorità al rispetto della vita e dei diritti delle persone, viare un processo di cambiamento. delle differenze e all’inclusività e partecipazione come chiavi Implica, pertanto, il coinvolgimento attivo delle persone che per agevolare un vero percorso di empowerment. ne fanno parte, il riconoscimento delle loro capacità e risor- se quali strumenti principali con cui realizzare gli obiettivi di Nel caso specifico del progetto realizzato da INTERSOS, la miglioramento delle condizioni di vita della popolazione di scelta dell’approccio community based è stata ritenuta la riferimento. più appropriata sulla base delle seguenti considerazioni di merito: Dal punto di vista degli operatori, significa mantenere l’equi- librio fra una presenza costante e supportiva e un atteggia- 1. La realtà degli insediamenti informali è fra quelle più colpite mento volto a promuovere l’indipendenza e l’autosufficienza da una deprivazione dei diritti, della marginalità e dell’esclu- di qualsiasi iniziativa possa nascere, puntando all’impatto sione delle persone che vi vivono da tutti i processi decisio- delle azioni sul lungo termine6. nali. Per quanto si tratti senza dubbio di un contesto in cui persistono dimensioni complicate, in cui convivono anche Ciò presuppone una conoscenza accurata del territorio e del profili di illegittimità, è d’altro canto riduttivo continuare ad contesto di riferimento, delle dinamiche politico/sociali che lo immaginarlo come uno spazio in cui le proposte e le soluzio- animano e della gestione dei rapporti all’interno della comu- ni possano arrivare solo dall’esterno; nità, per esempio in termini etnico-culturali e di genere. 2. Sebbene possa essere fuorviante parlare di un’unica Il Community-based approach, dunque, può innescare un comunità, considerando la composizione etnico-culturale processo virtuoso all’interno delle comunità, per interveni- molto variegata, la conformazione sociale dell’insediamento re su problematiche già esistenti e prevenirne di nuove, in di Borgo Mezzanone è senza dubbio molto simile a quella un’ottica di autosufficienza ed indipendenza rispetto ad in- di una città, in cui esistono regole non scritte e, chi più chi terventi esterni. È una modalità di programmazione e azione meno, si condivide una condizione esistenziale di disagio e che rende protagoniste le persone direttamente coinvolte, deprivazione. Questo implica la possibilità di agire a livello restituendo loro la dignità e la consapevolezza di poter ge- collettivo, di portare avanti istanze che possano godere di stire autonomamente le dinamiche interne alla comunità di un ampio appoggio in quanto espressione di un sentimento appartenenza. generalizzato; Il lavoro congiunto di operatori e comunità si deve muovere 3. Gli interventi esterni, per quanto efficaci nell’immediato, 6.UNHCR, A Community-based Approach in UNHCR Operations, 2008; MSF, Involving Communities. Guidance document for approaching and cooperating with communities. 15
“un intervento 2.2 esterno non può sempre LA RICERCA PARTECI- cogliere i reali bisogni PATA (PARTICIPATORY delle persone ACTION RESEARCH) interessate” non possono avere lo stesso impatto Se il Community-based approach degli strumenti necessari per ragiona- e la stessa lungimiranza di un movi- rappresenta la cornice entro la quale re sui fenomeni e restituirne una loro mento che nasce dall’interno di una si è scelto di costruire il progetto, i rielaborazione; comunità e che si autoalimenta della metodi e gli strumenti utilizzati si rifan- sua stessa linfa vitale. no al modello della ricerca partecipa- Il rapporto fra teoria, esperienza e ta, o Participatory Action Research azione, che muta in virtù dell’impor- Questo perché un intervento esterno, (PAR). tanza conferita all’azione, in termini per quanto preceduto da uno studio di impatto concreto della ricerca sulla accurato del contesto e da una valu- Si tratta di una modalità di condurre condizione delle persone coinvolte; tazione minuziosa delle condizioni di la ricerca che si basa su un rapporto Il riconoscimento delle dinamiche di partenza, non può sempre cogliere i circolare costante fra la riflessione, potere che normalmente si instaurano reali bisogni delle persone interessate, la raccolta dei dati e l’azione, intesa nel rapporto fra gli attori della ricerca e che talvolta rimangono inespressi o come intervento diretto nella e con la che, invece, in questo modello parte- nascosti. popolazione coinvolta7. cipativo lasciano spazio ad una condi- Difatti, gli stessi abitanti degli inse- visione dei ruoli e, dunque, del potere diamenti coinvolti nel progetto hanno Ciò implica che, a fronte di un progetto e della responsabilità, ponendo le basi espresso una certa sfiducia nei con- preliminare che definisce il tema e gli per un processo reale di advocacy. fronti di proposte progettuali volte al obiettivi dello studio, è necessario sot- cambiamento, quando questo cam- toporre a continua riflessione e “verifi- A partire da questi punti-chiave, la ri- biamento non viene ricercato nelle ca” i metodi, gli strumenti e le conside- cerca azione partecipata, nella corni- persone direttamente interessate razioni via via emergenti, valutandone ce del community-based approach, rischiando in questo modo di proporre l’appropriatezza rispetto agli obiettivi si è ritenuto potesse essere il modello soluzioni inefficaci. ed al punto di vista dei partecipanti. più adatto per sviluppare la ricerca in Si tratta, dunque, di un modello di ri- oggetto, proprio per la sua vocazione Proporre il Community-based appro- cerca collettiva, che coinvolge in tutte trasformativa e l’attenzione al coinvol- ach come modalità di realizzazione le fasi progettuali ed operative tanto gimento diretto dei partecipanti. del progetto è sembrata la risposta i ricercatori, quanto le persone a più più appropriata alle criticità insite in livelli coinvolte nel fenomeno che si in- un qualsiasi intervento proposto da un tende approfondire. attore esterno e finalizzato al cambia- mento. Pertanto, i presupposti teorici da cui muove tale modello partecipativo Nello specifico, si è ritenuta la modalità sono fondamentalmente tre: più efficace con cui gli abitanti dell’in- 7. Participatory action research. Fran sediamento potessero riappropriarsi Il ruolo della ricerca come fonte di co- Baum, Colin MacDougall, Danielle della propria voce per reclamare i loro noscenza per tutti coloro che vi pren- Smith. J Epidemiol Community stessi diritti. dono parte, attraverso la condivisione Health 2006;60:854–857. 16
2.3 EMPOWERMENT Nell’ambito di un Progetto di advocacy, dei nodi cruciali nel progetto di ad- è stato complesso ma fondamentale parlare di potere delle persone significa vocacy realizzato da INTERSOS e ha riflettere sulla necessità di ottenere, parlare della loro capacità di fare scelte condotto la riflessione su diversi binari. nella loro nuova veste, fiducia e rico- consapevoli ed informate e, sulla base noscimento da parte della comunità, di ciò, agire nella libertà del proprio 1. È stato inevitabile partire dall’ana- nell’ottica di immaginare insieme azio- pensiero. lisi dei rapporti di potere interni all’in- ni trasformative e durature. Dunque, l’empowerment non è qual- sediamento e delle conseguenze di cosa che può essere “concesso” a essi sulla vita degli abitanti: le forme di 4. In tal senso, si è cercato di favori- qualcuno, ma è il processo attraverso leadership, i meccanismi di scelta dei re quanto più possibile l’autonomia il quale i componenti della comunità leader e di condivisione delle decisio- di riflessione e azione delle antenne, possono analizzare la loro situazione, ni, le modalità di gestione dell’“ordine rispetto alle advocacy officers, sot- valorizzare le conoscenze e le risorse pubblico” e della sicurezza, la rappre- tolineando il valore insostituibile della in loro possesso, rafforzare la capacità sentanza con le istituzioni e, in gene- loro esperienza e, dunque, della loro di reclamare i loro diritti e agire per rag- rale, all’esterno. capacità di comprendere le dinamiche giungere i propri obiettivi. interne all’insediamento. Si tratta di un percorso che va verso 2. Da ciò, si è avanzata l’ipotesi che, il cambiamento e che necessita di per avviare un reale processo di cam- Uno degli obiettivi del progetto, d’al- riconoscimento dall’esterno, ma in- biamento, fosse necessario prendere tronde, era riuscire a superare l’imma- nanzitutto di coesione all’interno della in considerazione il potere della cono- gine dell’operatore umanitario come comunità stessa, rispetto agli obiettivi scenza e della consapevolezza, come intermediario indispensabile fra la co- che ci si propone di raggiungere. strumenti per assicurarsi la libertà da munità ed il cambiamento, puntando Questa idea di potere non sempre qualsiasi tentativo di sopraffazione o invece sulle risorse già in essa presenti coincide con quella su cui si basano i abuso. ed arricchendole di strumenti utili a ren- rapporti sociali all’interno delle comu- dere le azioni il più efficaci e durature nità: spesso, il potere è associato alla 3. Rispetto al ruolo delle otto antenne, possibile. forza, all’influenza che alcuni individui o gruppi riescono ad esercitare su altri, alla capacità di imporre decisioni che valgono per tutta la comunità. Ciò rende necessario lavorare sull’im- “...la conoscenza maginario collettivo, cercare di com- prendere quali forme di potere pos- e la consapevolezza(...) sano risultare nocive per le persone come strumenti per assicurarsi interessate e quali, invece, possano tracciare il percorso verso la realizza- la libertà” zione di obiettivi comuni. Quello dell’empowerment è stato uno 17
2.4 I PRINCIPI BASE DEL PROGETTO I principi posti alla base del progetto e, dunque, di qualsiasi attività o azione intraprese, si basano sull’i- dea del rispetto dei diritti, delle differenze e della sto- ria individuale di qualsiasi persona coinvolta. Nella pratica, soprattutto nella prima fase esplorativa del progetto, ma anche in quelle successive di im- plementazione, ciò ha significato tenere conto della molteplicità di vissuti, situazioni e contesti potenzial- mente raggiungibili e, di conseguenza, dei comporta- menti da tenere per garantirne la tutela. Si è cercato, quanto più possibile, di riproporre la di- versità etnico-culturale dell’insediamento all’interno del gruppo di lavoro, sebbene sia stato impossibile garantire la rappresentatività di tutti i gruppi etnici presenti. Allo stesso modo ci si è comportati relativamente alla rappresentanza di genere, riuscendo ad avere una componente femminile nell’équipe, sebbene in minoranza. Tale dato, tuttavia, rispecchia la realtà della condi- zione femminile all’interno dell’insediamento, tanto in termini di presenza quantitativa delle donne rispetto agli uomini, quanto per il ruolo che esse rivestono e che le pone spesso in un atteggiamento passivo e difensivo. “...tenere conto della molteplicità di vissuti, situazioni e contesti...” 18
2.5 L’ADVOCACY COME MOTORE DI UN CAMBIA- MENTO Con il termine Advocacy si indica il processo con cui una persona o un gruppo di persone cercano di dare appoggio ad una politica sociale per apportare dei cambiamenti e spingere affinché i decisori politici si esprimano in una direzione piuttosto che un’altra. Parlare di advocacy ma dal basso ha l’obiettivo di far sì che la spinta del cambiamento che si vuole ot- tenere arrivi da chi vive il problema sul quale si sta ponendo l’accento e lo affronta giornalmente in pri- ma persona. L’idea è dunque quella di arrivare ad influenzare le politiche e le istituzioni che hanno effettivamente il potere di portare un cambiamento. Un’azione di advocacy può essere considerata il risultato dell’apporto di più voci, che muovendosi insieme verso la difesa delle stesse istanze, hanno un’unica direzione. In base a questo principio è stata condotta tutta l’at- tività di ricerca presentata in questo report: raccogliere i dati relativi alle problematiche espres- se dalla maggior parte delle persone interessate, af- finché si facciano esse stesse promotrici dei cambia- menti da adottare. “L’advocacy dal basso fa sì che la spinta del cambiamento arrivi da chi vive il problema e lo affronta giornalmente in prima persona” 19
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Il progetto Community based advocacy in Capitanata : implementazione 3.1 OBIETTIVI GENERICI E SPECIFICI Come già accennato nella parte introduttiva, il progetto ponenti estranei al contesto. E’ stato importante acquisire Community based advocacy è nato con l’obiettivo di questi elementi di conoscenza preliminare, per poter con- promuovere un miglioramento delle condizioni di vita de- durre l’osservazione in modo più consapevole e rispettoso. gli abitanti degli insediamenti informali, attraverso il coin- volgimento diretto della comunità nella progettazione ed 2 - Selezione dell’equipe: elaborazione dei criteri per la implementazione di azioni di advocacy, in risposta alle selezione dei partecipanti e l’istituzione dell’equipe. A segui- istanze ritenute più urgenti. to organizzazione realizzazione di workshop di formazione Nello specifico, questo obiettivo si è tradotto nella realizza- tecnica sugli strumenti della ricerca partecipata e workshop zione di una ricerca partecipata all’interno dell’ex Pista di di formazione socio-legale a cura di ASGI. Borgo Mezzanone, condotta da un’équipe costituita da otto abitanti dell’insediamento, che hanno assunto il ruolo di an- 3 - Elaborazione partecipata degli strumenti da poter tenne, ossia di recettori delle istanze di tutta la comunità. Tali utilizzare per la raccolta dati sulle tematiche eviden- istanze hanno costituito la base da cui partire per avviare ziate dall’equipe di ricerca. una riflessione sui cambiamenti da attuare, sugli strumenti più efficaci per mettere in pratica il cambiamento e su quali attori coinvolgere per realizzarlo. Per il raggiungimento di tale obiettivo, le fasi del progetto sono state le seguenti: 1 - Analisi del contesto: Conoscenza del territorio e della comunità e avvio dei primi colloqui informali conoscitivi con le ragazze e i ragazzi che vivono negli insediamenti e con l’ausilio dei mediatori linguistici interculturali INTERSOS e della ricercatrice - Sociologa dell’Università di Bari. L’insediamento di Borgo Mezzanone ha subito notevoli cam- biamenti nel corso degli anni, espandendosi a ritmi velocis- simi per accogliere i numeri sempre crescenti di lavoratori stagionali. Questo processo di espansione ha portato alla creazione di una struttura sociale organizzata, dal punto di vista relazionale, gerarchico ed economico, con le sue regole interne ed i suoi processi di inclusione ed esclusione di com- 21
3.2 3.3 PRIMA FASE INDIVIDUAZIONE DEL PROGETTO: DEI POSSIBILI ANALISI DEL CANDIDATI CONTESTO Il primo step nella realizzazione di un community-based ap- Una volta stabilito il primo contatto con la comunità, il proach è l’analisi del contesto (situation analysis), che con- secondo passaggio è stato l’individuazione delle otto siste in una fase di osservazione dell’ambiente nel quale si antenne da coinvolgere nel progetto. intende intervenire, della sua conformazione, delle dinamiche Si specifica sin da ora che, per la scelta dei possibi- interne e degli equilibri sui quali si reggono le relazioni fra le li candidati, non è stato possibile attuare una forma di persone. campionamento rappresentativo della popolazione di riferimento. Nell’ambito dell’ advocacy project la situation analysis ha occupato i primi mesi di attività - da fine giugno a inizio set- Ciò significa che, per quanto si sia cercato di rispettare il tembre - ed è stata funzionale all’ingresso sul campo della più possibile la varietà etnico/culturale della popolazio- ricercatrice e all’individuazione delle otto antenne e necessa- ne, non se ne è potuta riprodurre in scala la distribuzio- ria per permettere una reciproca conoscenza e la creazione ne, sia per la difficoltà di ottenere un censimento preci- di un essenziale rapporto di fiducia. so, sia per la necessità di tenere conto di altre variabili in In questo lavoro di conoscenza e graduale riconoscimento, base alle quali scegliere le persone da coinvolgere. è stato fondamentale il coinvolgimento degli operatori e dei mediatori INTERSOS, nel ruolo di gatekeeper. Proprio in quest’ottica, si è optato per un campionamen- to a scelta ragionata8, seguendo i criteri generali della Nello specifico i mediatori INTERSOS sono stati fondamen- varietà etnico/culturale e di genere, e quelli specifici del tali per l’ingresso vero e proprio negli insediamenti informali, ruolo richiesto alle antenne. che necessita dell’accompagnamento di persone esperte e già riconosciute dalla comunità di riferimento , come garanti Dal punto di vista del profilo professionale, le cosiddet- per la ricercatrice agli occhi degli abitanti. Infatti, la costruzio- te antenne sono state concepite come figure coinvol- ne di relazioni può richiedere molto tempo in questi contesti, te nella ricerca dalla progettazione, alla realizzazione e perché minata dalla sfiducia accumulata nel tempo e dalla diffusione dei risultati, accompagnati da monitoraggio e paura di poter subire ulteriori delusioni. confronto costanti con l’équipe di riferimento. Grazie a questo primo passaggio è stato anche possibile individuare figure intermedie cioè testimoni privilegiati, con Data la responsabilità connessa alla complessità del la- un’esperienza rilevante all’interno degli insediamenti, ma che voro, sono stati individuati alcuni criteri per la selezione non potessero essere inclusi nel progetto come antenne in dei partecipanti, valutati attraverso colloqui conoscitivi, quanto privi degli altri requisiti richiesti. ovvero: • Possesso di una buona conoscenza della lingua Il secondo step di questa fase preliminare è stato l’approfon- italiana; dimento della conoscenza di persone individuate come pos- • Condizione di soggiorno regolare (necessaria per la sibili componenti dell’équipe di ricerca, attraverso interviste stipula del contratto di lavoro); informali che mirassero a verificare l’attitudine delle persone • Assenza di particolari situazioni di vulnerabilità me- incontrate a farsi portavoce delle istanze e dei desideri di diche e/o personali che potessero influire e/o compro- tutta la comunità di riferimento. mettere le attività da svolgere nell’ambito del progetto; 22
• Buona conoscenza degli insediamenti, dell’organizzazio- zione degli insediamenti; ne e delle dinamiche su cui si basa la convivenza al loro interno; • Presenza di almeno due partecipanti donne;. Al netto dell’imprescindibilità di alcuni dei criteri sopracitati, si è • Consapevolezza delle condizioni socio-politiche dell’am- cercato di mantenere un atteggiamento flessibile e di ascolto, biente in cui vivono, conoscenza della situazione politica soprattutto al fine di cogliere attitudini e capacità funzionali alla italiana e delle maggiori criticità nell’ambito immigrazione; realizzazione del progetto. Inoltre, un’eccessiva rigidità avrebbe • Interesse rispetto alle questioni politiche e ai movimenti reso questa fase di ricerca e conoscenza ancora più comples- ad essi connessi; sa, considerando le criticità emerse in corso di svolgimento. Una volta stabiliti i criteri di selezione, si sono sviluppati gli stru- • Totale estraneità da attività di traffico e/o sfruttamento; menti di somministrazione per la raccolta delle prime informa- zioni essenziali nella ricerca delle persone da inserire nel gruppo • Possesso di buone capacità di community mobilization; di ricerca. Per cercare di avere un campione il più ampio possibile rispetto • Capacità di farsi portavoce delle istanze comuni, di al numero di persone dimoranti presso l’insediamento, in con- guadagnarsi la fiducia ed il rispetto degli altri e di non farsi siderazione anche delle difficoltà dovute dal coronavirus, ed in influenzare da dinamiche interne all’insediamento; considerazione del fatto che il progetto stesso ha previsto la possibilità di cambiare strumenti di raccolta dati a seconda di • Appartenenza a gruppi etnico/religiosi eterogenei, per quello più funzionale rispetto alle dinamiche del luogo, sono sta- garantire il più possibile una rappresentanza della popola- te utilizzati sia i questionari che le interviste. Moschea centrale nell’insediamento dell’ex Pista di Borgo Mezzanone 8. Nel campionamento a scelta ragionata, le unità campionarie si ottengono non in base a criteri di casualità, ma su una selezione soggettivamente impostata. La scelta del campione si fonda sul giudizio del ricercatore, il quale conosce il fenomeno e con criteri più o meno personali cerca di estrarre un campione della popolazione. 23
FASCE D’ETÀ 14 Tot.46 11 9 5 4 2 1 18-21 22-25 26-30 31-40 41-50 Maschi Femmine 3.3.1 QUESTIONARIO Il primo passo è stato costituito dalla somministrazione di un questionario molto semplice per raccogliere informazioni basilari. Si tratta di un questionario ana- grafico che ha registrato la provenienza dei partecipanti, l’età e la situazione giuridica dei possibili candidati, poiché al fine di poter stipulare un contratto con questi era fondamentale il possesso di un PDS. In ultimo luogo è stato essenziale indagare sulla permanenza dei possibili candi- dati in Italia con particolare attenzione alla permanenza nell’insediamento. Il questionario è stato somministrato a n. 46 persone, di cui si fornisce una descrizione attraverso grafici riassuntivi delle informazioni rilevate. Come possiamo notare dal grafico, viene confermato il trend per cui le fasce d’età più rappresentative sono quelle fra i 22 e i 40 anni. Infatti, sono state incontrate: n. 4 persone nella fascia d’età 18-21 anni, n. 5 persone in quella 22-25 anni, n. 23 persone in quella 26-30 anni, n.11persone in quella 31-40 anni e n. 3 in quella 41-50 anni. 24
NAZIONALITÀ NIGERIA 16 PERSONE DI CUI 11 DONNE SENEGAL 13 PERSONE GAMBIA 6 PERSONE GHANA 3 PERSONE GUINEA BISSAU 1 PERSONA CAMERUN 1 PERSONA COSTA D’AVORIO GUINEA CONAKRY 1 PERSONA NIGER SOMALIA 1 PERSONA PAKISTAN Per quanto riguarda le nazionalità, viene confermato il dato di Nigeria, Senegal, Gambia e Ghana come i paesi maggiormente rappresentati. Dal grafico si può notare come la totalità delle donne coinvolte in questa prima fase fosse di nazionalità nigeriana. Nello specifico, sono state registrate n. 16 persone della Nigeria, n. 13 del Sene- gal, n. 6 dal Gambia, n. 3 dal Ghana, n. 1 dalla Guinea Bissau, n. 1 dal Camerun, n. 1 dalla Guinea Conakry, n. 1 dal Niger, n.1 dalla Costa d’Avorio, n. 1 dal Paki- stan, n. 1 dalla Somalia. 43% DOCUMENTI CON Rispetto alla situazione giuridi- DOCUMENTI VALIDI 57% ca, il 57% delle persone coin- SENZA volte non era in possesso di DOCUMENTI documenti validi. VALIDI 25
FASCE D’ETÀ Tot.20 7 5 5 1 1 1 22-25 26-30 31-40 41-50 Maschi Femmine 3.3.2 INTERVISTA Successivamente, sono state individuate n. 20 persone alle quali si è propos- to di svolgere delle interviste individuali, per garantire una conoscenza più approfondita e comprendere l’eventuale interesse a prendere parte al progetto. Nello specifico, le interviste avevano lo scopo di indagare sia la sfera personale sia la conoscenza della comunità e del territorio e sono state molto utili per studiare la popolazione più a fondo e capire meglio quali fossero le qualità necessarie per una scelta delle antenne il più possibile adeguata. Di seguito una breve descrizione delle caratteristiche socio-anagrafiche delle 20 persone intervistate. Rispetto alle fasce d’età, sono state intervistate n. 5 persone nella fascia 22-25 anni, n. 6 persone in quella 26-30 anni, n. 7 persone in quella 31-40 anni, n. 2 persone in quella 41-50 anni. 26
NAZIONALITÀ b. a. g. f. e. c. h. i. b. d. Rispetto alle nazionalità, sono state intervistate n. 6 persone del Senegal (a), n. 4 del Gambia (b), n. 3 della Nigeria (c), n. 2 del Somalia (d), n. 1 del Camerun (e), del Ghana (f), della Guinea Conakry(g), del Niger (h) e della Sudan (i). DOCUMENTI La situazione giuridica degli intervistati vede: 9 PRIVE DI DOCUMENTI VALIDI PERMESSO DI SOGGIORNO 1 per ASILO POLITICO PERMESSI di SOGGIORNO 6 per PROTEZIONE PDS per 3 LAVORO PERMESSO DI SOGGIORNO 1 per SOGGIORNANTE DI LUNGO PERIODO 27
Di seguito la per- PERMANENZA N° NELL’INSEDIAMENTO INTERVISTATI manenza in Italia e nell’insediamento dei 20 intervistati. 11ANNO ANNO 8 1 ANNO E MEZZO 2 2 ANNI 5 Foto di Bruno Pitzalis 3 ANNI 1 4 ANNI 3 5 ANNI 1 6 ANNI 2 11 ANNI 1 TOTALE 23 COMPLESSIVO 28
PERMANENZA N° Di queste 66, per IN ITALIA INTERVISTATI 23 si è indagata anche la con- 21ANNI ANNO 1 dizione abitativa e il periodo 3 ANNI 3 di permanenza in Italia. 3 ANNI E MEZZO 1 Foto di Bruno Pitzalis 4 ANNI 4 5 ANNI 3 6 ANNI 4 9 ANNI 1 10 ANNI 2 11 ANNI 1 12 ANNI 2 16 ANNI 1 TOTALE 23 COMPLESSIVO 29
CONCLUSIONE “Costruire una partnership inclusiva permette DELLA PRIMA FASE il radicarsi di un DI SELEZIONE metodo di cambiamento.” Questa prima fase del progetto è stata interessante e com- un ambiente partecipativo e accogliente. plessa al tempo stesso, poiché ha mostrato simultanea- mente i punti di forza e le criticità del progetto in corso: Alla luce delle criticità emerse in questa fase, è stato im- portante considerare che costruire un rapporto di fiducia I colloqui conoscitivi hanno permesso di cogliere il livello e una partnership inclusiva con la comunità di interesse diffuso di insoddisfazione e voglia di cambiamento, rispet- richiede molto tempo e risorse. Un approccio community to alle condizioni di vita nell’insediamento. Inoltre, è stato il based, per la sua stessa natura, può essere spesso per- primo momento di condivisione partecipata dell’idea pro- cepito come un dispendio eccessivo di tempo, poiché non gettuale, con la raccolta di feedback rispetto ad obiettivi, sempre ha un impatto rapido e visibile sulla comunità in- strumenti e possibile impatto della ricerca e delle azioni teressata. sulla popolazione. Tuttavia, si tratta di un investimento che permette il radi- Le criticità emerse sono state innanzitutto la difficoltà di carsi di un metodo, di un procedimento riproducibile in superare la naturale diffidenza rispetto a proposte proget- situazioni diverse, ma con lo stesso fine del cambiamento. tuali provenienti dall’esterno, causata da esperienze nega- In tal modo, invece di soluzioni rapide, ma non basate su tive pregresse che hanno lasciato un segno negativo nelle una riflessione realmente maturata e condivisa, si possono persone coinvolte; inoltre, l’impegno richiesto e la collabo- costruire risposte sostenibili e più durature nel tempo, per- razione con INTERSOS hanno sollevato talvolta dubbi rel- ché portate avanti dalla stessa comunità con mezzi ormai ativi alla propria posizione all’interno dell’insediamento, ad acquisiti. una possibile compromissione del loro ruolo e della fiducia riposta in loro dagli altri abitanti. Ciò non toglie l’obbligo, da parte di chi propone il proget- to, di considerare la condizione di vulnerabilità e stress I colloqui conoscitivi sono serviti anche, ove possibile, delle persone coinvolte, che può comportare una maggio- a chiarire tali dubbi e a favorire la condivisione di nuove re flessibilità nella gestione della partecipazione, dei tempi proposte e prospettive, al fine di impostare sin da subito e delle risorse da mettere in campo. 30
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“Persone 3.4 senza documenti, le cui vite restano FORMAZIONE bloccate EQUIPE in una morsa di invisibilità” Delle 66 persone ne sono state individuate n. 10 che to all’assenza totale delle istituzioni e alla sensazione di mostravano di possedere i requisiti richiesti per il ruolo di immobilità e sfiducia in un cambiamento che provenga antenne. A queste, è stato somministrato un ulteriore ques- dall’esterno. tionario, che oltre a recuperare le informazioni anagrafiche Tale sensazione ha rafforzato l’ispirazione partecipativa di base, mirava a ricostruire, seppur brevemente, il percor- del progetto, poiché non viene richiesto solo un interven- so di accoglienza in Italia, eventuali problemi riscontrati to immediato su problemi imminenti, ma il riconoscimento nelle procedure relative ai documenti e proposte o rifles- dell’esistenza di una comunità, con i suoi bisogni, le sue sioni sull’idea progettuale proposta. proposte e la sua capacità di mobilitarsi per difendere le proprie istanze. Il maggiore discrimine nella scelta dei partecipanti è stato il possesso di documenti in corso di validità, il che ha por- Rispetto alle modalità con cui condurre il progetto, ciò che è tato all’esclusione automatica di molti dalla rosa dei poten- emerso è stato il bisogno di condividere esperienze comuni ziali candidati, sebbene in più di un caso ci fosse una forte attraverso il dialogo, possibilmente anche un confronto a motivazione a partecipare. più voci, attraverso il quale individuare possibili strategie di azione e di soluzione delle problematiche evidenziate La permanenza nell’insediamento e, di conseguenza, Sono stati evidenziati diversi possibili temi su cui discutere, l’esperienza maturata in esso, è stato un importante ele- ma è emerso fra tutti all’unanimità quello dei documen- mento di valutazione, ma non un discrimine troppo rigido. ti, come fonte principale di in/sicurezza per gli abitanti dell’insediamento; è stata evidenziata la forte incidenza di L’aspetto da tenere in considerazione è stato soprattutto persone senza documenti, o con documenti scaduti e pro- il livello di consapevolezza del contesto di riferimento, cedimenti aperti da anni, le cui vite restano bloccate in una in termini di problematiche, di equilibri interni e di possibili morsa di invisibilità. azioni da intraprendere; non sempre il livello di tale com- petenza è direttamente proporzionale al tempo trascorso In effetti, il problema dei documenti è stato un punto di all’interno di un determinato contesto, è importante l’atte- partenza molto importante su cui raccogliere opinioni ed ggiamento con cui la persona decide di vivere e osservare esperienze degli abitanti dell’insediamento, ma, come ver- determinate dinamiche e quale ruolo sceglie di assumere rà argomentato nei paragrafi successivi, ha poi aperto altre rispetto ad esse, attivo o passivo. strade nella riflessione sulla negazione di altri diritti sociali fondamentali. Dai colloqui conoscitivi con i candidati e le candidate al ruolo di antenne sono emerse le prime riflessioni relative A seguito di questo processo di selezione, durato circa due al progetto proposto, in termini di possibile impatto sulla mesi, si è arrivati alla costituzione dell’équipe di lavoro. Le popolazione e di strumenti con cui realizzarlo. persone scelte come antenne hanno mostrato tutte una forte motivazione alla partecipazione attiva, alla mobili- L’idea progettuale ha riscosso interesse nelle persone in- tazione della comunità per la denuncia ed il cambiamento, tervistate, come possibile risposta all’insoddisfazione che ponendosi come possibili figure di riferimento per gli abi- da tempo affligge la popolazione dell’insediamento, rispet- tanti dell’insediamento. 32
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