COLORAZIONE ED OSSERVAZIONE DEI MICRORGANISMI - GIOVANNI DI BONAVENTURA, PH.D. CI "MICROBIOLOGIA E MICROBIOLOGIA CLINICA" CDS MEDICINA E CHIRURGIA ...

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COLORAZIONE ED OSSERVAZIONE DEI MICRORGANISMI - GIOVANNI DI BONAVENTURA, PH.D. CI "MICROBIOLOGIA E MICROBIOLOGIA CLINICA" CDS MEDICINA E CHIRURGIA ...
Colorazione ed osservazione
     dei microrganismi
 Giovanni Di Bonaventura, Ph.D.

 CI «Microbiologia e Microbiologia Clinica»
 CdS Medicina e Chirurgia
 Università “G. d’Annunzio”, Chieti-Pescara
 AA 2019-2020
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Le colorazioni in Microbiologia
Perché colorare ?

▪ La cellula batterica è trasparente     contrasto insufficiente tra cellula
  batterica ed ambiente circostante.
▪ L’utilizzo dei coloranti consente:
    ▪ forte contrasto tra i microrganismi ed il fondo
    ▪ differenziazione di vari tipi morfologici (forma, organizzazione,
      colorazione Gram)
    ▪ evidenziazione di alcune strutture cellulari (flagelli, capsule, endospore)
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Le colorazioni in Microbiologia
    I coloranti

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▪    i batteri hanno carica superficiale negativa
                                                                     -        -
▪    i coloranti sono usati sottoforma di sali (presenza di gruppi cromofori ionici)

     Coloranti basici (ioni positivi)

            Blu di metilene
            Fucsina basica              + cromofori attratti da componenti acidi
            Cristal violetto              (superficie, proteine, acidi nucleici)
                                          COLORAZIONE DIRETTA
     Coloranti acidi (ioni negativi)

            Eosina
            Nigrosina                   -   cromofori repellono la cellula batterica
                                            (non penetrano la cellula)
                                            COLORAZIONE INDIRETTA o NEGATIVA
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Le colorazioni in Microbiologia
Preparativa

 ▪ Preparazione di soluzioni coloranti
     ▪ soluzione alcolica al 10% (colorante come sale):
        ▪ 10 g sostanza colorante + 100 ml alcool assoluto
    ▪ soluzione idroalcolica al 10% (colorante subisce dissociazione elettrolitica):
        ▪ 10 ml soluzione alcolica colorante + 90 ml H2O distillata
 ▪ Reagenti per colorazioni
    ▪ Mordenzanti: sostanze che fissano il colorante od amplificano l’ingombro del
      campione (fenolo, soluzione iodo-iodurata o liquido di Lugol)
    ▪ Differenziatori: sostanze decoloranti (alcool-acetone, acido solforico al 20%)
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Le colorazioni in Microbiologia
Tipologie

• Colorazioni progressive: si eseguono con soluzioni molto diluite di colorante,
  interrompendo tempestivamente la colorazione.
• Colorazioni regressive: si esegue una iper-colorazione, quindi una decolorazione
  (differenziatore) la cui azione deve essere interrotta tempestivamente.

• Colorazioni semplici:
    • un colorante basico viene applicato al campione per un tempo variabile; l’eccesso di
      colorante viene eliminato tramite risciacquo con acqua
    • consente di rilevare la morfologia e l’organizzazione cellulare
    • esempi: blu di metilene, carbolfucsina
• Colorazioni differenziali:
    • utilizzo di due o più coloranti ed altri reagenti (mordenzanti, differenziatori)
    • consente di distinguere due (o più) differenti tipologie di microrganismi o loro strutture
    • esempi: Gram, Ziehl-Neelsen
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Tecniche di colorazione
Colorazioni differenziali

   ▪ Colorazione di Gram
   ▪ Colorazione per bacilli acido-resistenti:
      ▪ Metodo di Ziehl-Neelsen
      ▪ Metodo a freddo di Kinyoun
      ▪ Metodo della fluorescenza con auramina

   ▪ Colorazione della capsula (inchiostro di china)
   ▪ Colorazione di flagelli (Leifson)
   ▪ Colorazione di spore
   ▪ Colorazione di lieviti e funghi
   ▪ Colorazione di spirochete
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Le colorazioni in microbiologia
Allestimento di un preparato (fissazione)                                          1
Prima di poter essere colorato, il preparato deve essere fissato al
supporto. La tecnica più utilizzata è la fissazione FISICA:
1. Con un’ansa, «stendere» il campione su un vetrino per microscopia:
    ▪ sospensione cellulare (brodocoltura), oppure
    ▪ colonie da terreno agarizzato (stemperare in soluzione tampone)
2. Lasciare essiccare il preparato all’aria
3. Esporre il vetrino (lato non contenente il campione) direttamente alla
   fiamma di un «becco bunsen»
L’esposizione diretta al calore può alterare la morfologia cellulare (artefatti)

Fissazione CHIMICA: il fissativo (acetone, etanolo, acido acetico,
glutaraldeide, formaldeide) penetra nella cellula preservandone le                     2
strutture intracellulari, grazie alla stabilizzazione di lipidi e proteine.
La fissazione:
▪ impedisce che il campione venga rimosso dal vetrino durante i lavaggi
▪ uccide i microrganismi (sicurezza per operatore)
▪ facilita la penetrazione del colorante nel preparato
▪ inattiva gli enzimi che potrebbero degradare le strutture cellulari (autolisi)           3
▪ preserva le strutture intracellulari (solo fissazione chimica)
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Colorazione di Gram

              ▪ Messa a punto dal batteriologo danese Hans Christian
                Joachim Gram (13 Settembre 1853), nel tentativo di
                differenziare Klebsiella pneumoniae da Streptococcus
                pneumoniae
              ▪ La colorazione di Gram è la tecnica più frequentemente
                utilizzata in diagnostica ed è in grado di suddividere i
                batteri in due gruppi sulla base della loro differente
                struttura parietale: Gram-positivi (Gram+) e Gram-
                negativi (Gram-)
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Colorazione di Gram
Tecnica

                                       1. Fissare il campione
                                       2. Coprire con cristalvioletto per 1-2 min
                                       3. Lavare con acqua; non asciugare
                                       4. Coprire con la soluzione iodio-iodurata
                                          di Lugol per 1-2 min
                                       5. Lavare con acqua; non asciugare
                                       6. Decolorare per 10 s con alcool-acetone
                                       7. Lavare con acqua; non asciugare
                                       8. Coprire con safranina (2.5% in alcool
                                          95%) per 1-2 min
                                       9. Lavare con acqua e lasciare asciugare

      Colorazione di Gram: colorazione regressiva e differenziale
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Colorazione di Gram
Principio
Colorazione di Gram
  Osservazione microscopica                                     Staphylococcus epidermidis

▪ I batteri Gram+ (es. Staphylococcus spp, Streptococcus
  spp, etc) appaiono colorati in blu/porpora

▪ I batteri Gram- (es. E. coli, P. aeruginosa, Neisseriaceae,
  etc.) appaiono colorati in rosso

▪ Nel caso di infezioni polimicrobiche (ossia sostenute da
  più specie), il campo microscopico può presentare
  evidenze sia per Gram+ che per Gram-

                                                                Escherichia coli

                            Infezione «polimicrobica»
Colorazione di Gram
 Utilità clinica

▪ Idoneità del campione da sottoporre a coltura
▪ Diagnosi eziologica presuntiva (suggestiva)
    ▪ meningiti e polmoniti batteriche, batteriuria, gonorrea ed infezioni piogene
▪ Suggerire la necessità di attuare tecniche di coltivazione “non routinarie”
    ▪ anaerobi, funghi
▪ Ausilio nella interpretazione dell’esame colturale
   ▪ angina di Vincent (spirochete, fusobatteri)
   ▪ paziente antibiotizzato
▪ Informazioni sulla natura dell’infezione
    ▪ infezioni poli/mono-microbiche

L’esecuzione di una colorazione di Gram può, in alcuni casi, salvare la vita del paziente !
Colorazione di Gram
  Casi particolari

La colorazione di Gram, classicamente utilizzata per i batteri,
può occasionalmente rivelare la presenza anche di altri
microrganismi:

▪ Trichomonas vaginalis (protozoo) è Gram+

▪ Candida albicans (lievito), Aspergillus fumigatus (muffa)
  sono Gram+

▪ Occasionalmente, anche Mycobacterium tuberculosis è
  Gram+ (oppure Gram-variabile)
Mycobacterium spp.
Parete cellulare
 La colorazione di Gram non è applicabile a tutti i batteri.

 Mycobacterium tuberculosis (tubercolosi) e M. leprae (lebbra, Hansen’s disease)
 posseggono una struttura parietale caratteristica:
    • la natura “cerosa” dell’involucro esterno (grosse quantità di glicolipidi, scarso
      petidoglicano) infatti rende la cellula altamente impermeabile ai coloranti
 Colorazioni «dedicate»:
    • Ziehl-Neelsen (colorazione «a caldo»)
    • Kinyoun (coloreazione «a freddo»)
Colorazione di Ziehl-Neelsen
Tecnica

1. versare la fucsina fenicata (fucsina basica in acqua, alcool e
   fenolo)

2. far evaporare il colorante alla fiamma per 5 min; lavare con
   acqua

3. decolorare (2 min, circa) con alcool-acido fino alla scomparsa
   del colorante; lavare con acqua

4. contrastare con blu di metilene per 1-2 min; lavare con acqua
Colorazione di Ziehl-Neelsen
 Osservazione microscopica

▪ Gli organismi acido-resistenti (AFB, Acid-Fast Bacilli) appaiono colorati in rosso
▪ Gli organismi non acido-resistenti risulteranno colorati in blu

                                                                    Bonanno R. – Pol. Univ. Messina
Le colorazioni in Microbiologia
Colorazioni speciali

Nella colorazione negativa il colorante acido (nero
nigrosina, inchiostro India) non è in grado di penetrare
nella cellula batterica, quindi colorerà soltanto l’ambiente
extracellulare. Evidenzia organismi o strutture non
colorabili con tecniche classiche (es., spirochete, capsula
cellulare). Il campione NON viene fissato (no artefatti).

La colorazione delle spore (Schaffer-Fulton stain) richiede
calore per facilitare la penetrazione del colorante (verde di
malachite, fucsina fenicata) attraverso gli involucri sporali.

La colorazione dei flagelli (Leison stain) impiega un
mordenzante (sali dell’acido tannico) che, precipitando alla
superficie flagellare, ne aumenta lo spessore. Il diametro
flagellare è, di norma, pari a 12-30 nm (minore potere di
risoluzione del microscopio ottico).
Le colorazioni in Microbiologia
Colorazione di flagelli

                                                            Colorazione di Leifson. Cellule politriche di
                                                            Helicobacter pylori.
                                                            Le frecce indicano i flagelli: alcuni ancora in
                                                            contatto con il corpo cellulare, altri liberi.

       (Di Bonaventura et al., J. Clin. Microbiol., 1997)
Osservare «l’invisibile»
Microscopio
Osservazione al microscopio
   Microscopio ottico

• L’immagine viene ingrandita sia a livello delle lenti dell’obiettivo
  che attraverso quelle dell’oculare:

                                                               Necessario per
                                                               osservazione di
                                                               batteri e funghi

La risoluzione (R) è la capacità delle lenti di distinguere due punti vicini:
     •    il microscopio ottico ha un potere di risoluzione di 0.2 µm, cioè in grado di distinguere due
          punti se distanti almeno 0.2 µm
     •    luce a lunghezza d’onda minore fornisce una maggiore risoluzione: R = 0.5 λ / n sinα
         (λ: lunghezza d’onda; n: indice di rifrazione; α: angolo del cono luminoso)
Osservazione al microscopio
   Microscopio ottico

▪ L’indice di rifrazione di un mezzo misura la sua capacità di deviare la luce.
▪ In aria, la luce potrebbe deviare il suo cammino così tanto da non essere intercettata
  dalle piccole lenti di ingrandimento.
▪ Per questo, l’osservazione viene effettuata in immersione, ossia in un mezzo (olio) in
  grado di ridurre la deviazione (rifrazione) della luce.
Osservazione al microscopio
   Campo chiaro e campo scuro

Il campione viene fissato e colorato.
CHIARO
▪ il campione è visualizzato grazie alla luce che passa
  direttamente dal condensatore al vetrino
▪ la luce riflessa dal campione NON entra
  nell’obiettivo
▪ gli oggetti scuri sono visibili su fondo luminoso

SCURO
▪ viene usato un condensatore che impedisce alla
   luce trasmessa di illuminare direttamente il
   campione: questo è raggiunto dalla luce diffusa
   solo se obliqua e risulta stagliato su uno sfondo
   nero.
▪ la luce NON attraversa il campione: studio dei
   contorni ma non dei dettagli interni.
▪ potere risoluzione = 10x campo chiaro.
Osservazione al microscopio
   Contrasto di fase

▪ Il campione viene fissato e colorato.

▪ Il principio di base è l'amplificazione delle differenze
  di fase di fasci paralleli di luce che attraversano
  oggetti di densità diversa: la luce «in fase» risulta più
  chiara rispetto a quella «fuori fase».

▪ Accentuata diffrazione della luce che attraversa il
  campione.

▪ In tal modo, si creano immagini tridimensionali del
  campione, permettendo analisi dettagliate delle sue
  strutture interne.
Osservazione al microscopio
Microscopia in fluorescenza

• Utilizza la luce UV: ad una  pari a 200-400 nm le strutture sono analizzate in base
  alla fluorescenza che emettono nello spettro visibile.
• Fluorescenza: capacità di alcuni composti (fluorocromi) di assorbire radiazioni
  elettromagnetiche di una certa  e di emettere una frazione dell’energia assorbita
  con radiazione elettromagnetiche a  superiore a quella assorbita.
• I fluorocromi possono essere coniugati a Ab, per la ricerca specifica di Ag
  (immunofluorescenza).
• Tecnica impiegata soprattutto per la ricerca di microrganismi difficilmente coltivabili:
     • virus influenzali, Adenovirus, Coronavirus, Treponema pallidum, Borrelia burgdorferi
Osservazione al microscopio
Microscopia in fluorescenza

Adenovirus                         Coronavirus
                                                               Giardia intestinalis

             Mycobacterium tuberculosis          Candida albicans
Osservazione al microscopio
Microscopia in fluorescenza (CLSM) – osservazione di biofilm batterici

  Biofilms formato da Pseudomonas aeruginosa isolato da paziente FC: I biofilms, formati a seguito
  di incubazione a 37°C per 24 h, sono stati marcati con: Syto-9 [6 µM] (fluorescenza verde:
  cellule vitali) + Ioduro di Propidio [30 µM] (fluorescenza rossa: cellule morte).

  (Images from Di Bonaventura’s lab – UdA)
Osservazione al microscopio
   Microscopio elettronico

▪ Il campione viene disidratato, incluso in
  resina, colorato con sali di metalli
  pesante e sezionato all’ultramicrotomo

▪ Utilizza un fascio di elettroni al posto
  della luce (λ = 0.005 nm)

▪ Potere risoluzione 1.000 volte maggiore
  vs ottico

▪ Il fascio elettronico è focalizzato, nel
  vuoto, sul campione da magneti (lenti
  elettromagnetiche):
     ▪ Trasmissione (TEM): sezione sottile
     ▪ Scansione (SEM): 3D
Osservazione al microscopio
Microscopio elettronico – SEM e TEM

          SEM. Rhabdovirus     SEM. Escherichia coli

                             TEM. Vibrio cholerae su mucosa intestinale

       TEM. Orthomyxovirus
Osservazione al microscopio

                                                                                 (Images from Di Bonaventura’s lab – UdA)
   Microscopio elettronico – SEM di biofilm batterici e fungini

  Myroides odoratimimus
                                Pseudomonas aeruginosa

Trychosporon asahii                                      Staphylococcus aureus
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(Prof. Giovanni Di Bonaventura; gdibonaventura@unich.it)
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