Civiconumero - CN13_ CULTURA ESTATE - SCRITTURA ARTE LIBRI - CivicoNumero13
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in copertina foto di Chiara Fambri CN13 CULTURA CivicoNumero13 è un magazine nato su la nostra squadra Instagram dall’ unione di donne il cui obiettivo è condividere saperi, talento e generose porzioni di vera Sandra Milillo Bellezza, quella che Sabrina Bassi alberga nelle menti e nei Ester De Petris cuori di chi Elisa Macchinelli “SA GUARDARE “ Rachele Pavone cn13
Sofia Del Borrello articoli nuvole_di_parole di Ramona Lucarelli the_eat_culture Rossana Orsi rossana_orsi Genny Zanetti brontosaura87 Viviana Zardet i_am_viviana Nausica Capriotti nausicaasocialweb
Sofia Del Borrello Lo so con assoluta certezza: i vampiri esistono . Ne avevo sposato uno. Ma non scriverò una storia gotica, questa purtroppo è storia quotidiana di moltissime donne(e uomini, perché no); la storia di chi sa che le ferite che più dolgono non sono quasi mai quelle inflitte al corpo, visto che l’anima sa soffrire più delle membra. . @_3mily24
Ho scelto il mio compagno di vita seguendo come esempio mio padre, e mio padre è un narcisista patologico. Allora, naturalmente, non lo sapevo: vedevo in lui un modello di forza, di solidità e di fierezza. Premetto che tutti possiamo avere in noi del sano e onesto narcisismo necessario per volerci bene. Altra cosa è il narcisismo “patologico”: chi ne soffre non si vuole bene, non è in grado di amare nessuno, neanche se stesso. È condannato a vita a perseguitare e controllare le persone che ritiene gli siano indispensabili per sentirsi appagato. È un professionista nel manipolare, ed è in grado di costruire menzogne perfette pur di ottenere ciò che vuole. Ma non è interessato al bene di chi dice di amare: ciò che vuole rientra tutto nell’ambito dell’ “io”: pur di ottenere ciò che gli serve, controlla e schiaccia chi gli sta accanto. Chiama “sana gelosia" ciò che in realtà è mania di controllo, amore ciò che è in realtà possesso, affetto ciò che è costante desiderio di attenzioni. Sono stata, per anni, una sorvegliata speciale: pur di veder felice il mio uomo, perché davvero lo amavo, ho accettato denigrazioni, oppressioni e menzogne quotidiane, mettendomi continuamente da parte. Sono vissuta in cattività, chiusa in una gabbia dorata: ma che importanza volete che abbia il materiale delle sbarre? Ferro arrugginito o oro, sempre sbarre sono. Come ne sono uscita non riesco a condensarlo in uno scritto dai caratteri contati: troppe pagine dense di soffocamenti, di catene tra carezze fredde, date per piegare e reprimere. Ho scritto un libro per liberarmene. Ma a volte penso che neanche quello possa bastare. I vampiri esistono. Purtroppo.
“Per anni il suo amore ha influenzato la mia pittura” così scriveva Marc Chagall dell'amatissima prima moglie Bella Rosenfeld Ramona Lucarelli
È il 1909 quando i due si incontrano sotto il cielo di Vitebsk. Bella parla di un amore a prima vista. Lei è una fanciulla appena quattordicenne dalla pelle d'avorio e gli occhi neri, lui più grande di lei è ancora un riccioluto artista squattrinato dallo “sguardo di una volpe negli occhi azzurro-cielo”. Il loro è stato un amore sincero, tenero, fatto di lunghi anni di scambi epistolari. Nel 1915 Marc fa ritorno a Vitebsk dove sposa Bella, che nel frattempo si è laureata in letteratura e ha intrapreso una brillante carriera di attrice di teatro. Il loro amore è in grado di farli volare. Ne La passeggiata è Bella la donna in volo, la donna che ha corrisposto quell'amore con pari intensità. Sono giovani, sorridenti e innamorati. È il 1917: Marc le stringe la mano con la sinistra mentre con la destra protegge un uccellino, simbolo di leggerezza e innocenza; ai loro piedi, tra i resti di un picnic, una bottiglia di vino ricorda la loro passione. Lui la ancora alla terra e lei lo conduce al cielo come in un magico tempo sospeso che racconta il loro amore, il loro “angolo di pace”. Tutto è diventato tenebra il 2 settembre del 1944 quando Bella muore per un'infezione virale e Marc si sveglia da quel sogno d'amore che è stata la loro vita insieme.
la scrittura PER ROSSANA ORSI Si . strofinano - di lycra e cotone - fragili e sospirose mentre le pupille scorrono frenetiche le pagine. Si deducono - attraverso il vero e falso - sottili e suadenti mentre l'indiscreto attende la luce del giorno. Si confessano - esili e in esilio - confortando e spiegando a modo loro mentre lo scheletro di adagia sotto la coperta. Si raccolgono - in marzo e in settembre - tra peschi e castagne mentre il piede poggia a cavallo del suo stesso passo. Si limano - con destrezza e indulgenza - ad ogni ciglia sgualcita ad ogni richiamo di forza l'energia risale dallo stelo delle braccia e torna a casa sul viso che mostra senza far pagare il biglietto la sua galleria di palpebre
Scrittura: per me è un tramite, l'avverto costantemente, qui e oltre, da nessuna parte, ora e sempre, un dono e un misfatto che da me mi rende altro. Sabrina Bassi
La Biennale d'arte di Venezia è sempre uno spettacolo per l'anima. Se ne esce ogni volta più consapevoli, più adulti, più saggi, persino ristorati. Sì, perché la location ed i contenuti permettono per una giornata di estraniarsi dal quotidiano, di sentirsi quasi su di un altro pianeta. Il tema varia ad ogni edizione e di conseguenza le esposizioni, che sono divise in padiglioni per ogni Stato partecipante, ai quali si aggiunge un padiglione extra, che è quello dedicato alla meravigliosa città ospitante Venezia. Le sedi principali sono due e belle grandi, i giardini della Biennale e l'Arsenale, non troppo distante, ma per i mesi interessati dalla manifestazione, potete trovare eventi e installazioni collaterali in tutta la città.
Il tema di quest'anno è Un’espressione della lingua MAY YOU LIVE inglese a lungo erroneamente attribuita a IN un’antica maledizione cinese, che evoca periodi INTERESTING di incertezza, crisi e disordini, TIMES tempi scombussolati e interessanti, appunto. Potete decidere voi se l'arte o i tempi in cui vivete sono definibili interessanti, ma certamente le esposizioni vi daranno molto da riflettere e non lasceranno indifferenti; saranno a volte toccanti, altre grottesche, altre ancora giocose, ma sempre pregne di significato.
L'arsenale merita una visita anche solo per la bellezza degli esterni e del paesaggio circostante, una parte di Venezia molto suggestiva. Quello che mi ha colpito di quest'edizione è stata la ricorrente ricerca dell'estetica, del dettaglio nell'affrontare tematiche attualissime molto delicate e complesse come il cambio climatico, l'accettazione di sé e della sessualità, la paura del diverso, del futuro, la migrazione, ecc. L'arte provoca reazioni ed emozioni soggettive, non si può pertanto avere il medesimo feddback in ogni edizione visitata, per quanto mi riguarda e devo dire ho letto molte recensioni positive finora, questa edizione è molto ben organizzata e focalizzata sul tema.
Ho trovato molto utili i vari libretti esplicativi delle opere, sia perché per alcune era pressoché fondamentale una didascalia, sia perché mi piace raccoglierli per poi approfondire con calma la vita ed il lavoro degli artisti che più mi hanno colpita. Consiglio a tutti una gita nella bella e maestosa Venezia, accompagnata da un'esperienza indimenticabile alla Biennale.
Eccomi Eccomi è una parola bellissima, è una parola che amo tantissimo : ha in sé una dolcezza tutta sua, un sapore umile che toglie ogni disagio a chi la riceve. Eccomi è una parola che si offre, è il suono di un gesto buono che verrà. Eccomi è la mia presenza : ecco, sono qui, sono presente, sono viva e tu ora sei al sicuro Viviana Zardet CN13
Eccomi è la mia risposta ad ogni chiamata irresistibile : eccomi è per ogni mio rientro a casa; è per chi chiama mamma o chiama il mio nome... Eccomi è per il mare al suo richiamo profondo... È per le prove a cui non posso sottrarmi... È per una spiaggia da pulire, per un gatto un po' selvaggio... È per chi mi guarda e chiede aiuto e mi interroga... Eccomi è un movimento generoso. Presuppone lo spostamento dalla mia sedia, dalle mie convinzioni, dalla mia confusione, dal mio io, per essere altrove per altri, per altro. Eccomi. Eccomi è per tutti e per tutto. Penso sia una parola profondamente "ecologica", che con poche lettere, descrive il relazionarsi pacifico e rispettoso con tutto ciò che ci circonda e a cui ci rivolgiamo. Eccomi, detto piano o con entusiasmo, diventa a poco a poco nelle nostre giornate nutrimento per il nostro cuore , per quel seme di virtù ecologica che abbiamo tanto bisogno di tornare a coltivare dentro di noi
Gio Evan è il poeta della porta accanto. Un giorno qualunque leggo su Instagram un post del mio amico Carlo nel quale racconta con tenerezza i consigli di suo padre Sara Cartelli
mio padre mi diceva che per fare felice una donna non ci vuole molto ma ci vuole molto cioè, si spiegava meglio non ci vuole molto impegno ma ci vuole molta passione non ci vogliono molti soldi ma ci vuole molta creatività per vedere se la donna che hai accanto sta bene tu portala a passeggiare mi diceva portala nei vicoli della città portala a guardare le cose piccole come le vecchiette che annaffiano dai balconi che poi le passeggiate aiutano pure ad innamorarsi di più mi diceva perché quando si cammina i pensieri stupidi scorrono via e rimane solo il presente la bellezza del giorno voi due
Sara Cartelli poi portala a fare un aperitivo mi diceva quella sarà la prova del nove fate un bell’ aperitivo insieme riposatevi dalla passeggiata bevete e mangiate ridete, diamine falla ridere, e se dopo l’aperitivo ti dice “io ho ancora fame, andiamo a cena?” allora significa che quella persona sta davvero bene con te è felice mi diceva perché una donna quando sta bene ha sempre fame
E niente, mi commuovo. Vado avanti nella lettura e mi commuovo ancora un po' perché quello che leggo lo sento vero, parla della vita che conosco. Quando lo stesso Carlo mi confessa che quelle splendide parole non sono di suo padre ma di Gio Evan voglio immediatamente leggere qualsiasi cosa abbia scritto. Gio Evan fa questo effetto. È capace di mettere in versi la vita di tutti i giorni. Il suo fare poesia è immediato, diretto, empatico. Per lungo tempo la poesia è stata elitaria: difficile, lontana, a volte chiusa in un linguaggio incapace di arrivare alla maggior parte delle persone. Al contrario il magnetismo delle sue parole è forte sin dal titolo: “Capita a volte che ti penso sempre”. La raccolta rompe questi tabù. Sfugge ad ogni classificazione, d’altronde lui stesso non è solo scrittore ma anche performer e cantautore. Attraverso la poesia Evan scrive il proprio inno alla vita, all’amore e all’amicizia. Con le sue micropoesie cerca di raggiungere il mondo intero. Sfogliando il libro si ha la sensazione che ci sia riuscito: scatti rubati di sue poesie attaccate agli alberi, sui muri, scritte su tovaglioli o sulle panchine si alternano ai testi scelti per la raccolta. Capita a volte che ti penso sempre è un libro per chi vede la poesia in ogni piccola cosa. E se ve ne innamorerete sappiate che è già pronta la sua ultima raccolta “Ormai tra noi è tutto infinito” edita da Fabbri Editori. Tempo di lettura una poesia di Gio Evan al giorno
Nausica Capriotti La felicità l'ho trovata qui. Seduta sul bancale di legno del terrazzo, mentre guardo la luce lunga delle 5 entrare in casa dalla finestra, e rimanere. La felicità, se guardi bene, la trovi nascosta tra gli intagli di luce e ombra disegnati in trasparenza da questa foglia, che non sa di quanta bellezza sia capace. Claudia Sportelli
Sandra Milillo La felicità, ti dico, è qui, ora, nel silenzio tondo che avvolge l'avvicinarsi del tramonto e non lascia spazio al dubbio. La felicità, mi chiedi? Sta qui, la senti? È nel respiro lento della natura assonnata che si avvicina al risveglio
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