Civiconumero - CN13_ CULTURA ESTATE - SCRITTURA ARTE LIBRI - CivicoNumero13

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CN13_ CULTURA

                      ESTATE

Civiconumero
      13             SCRITTURA
                          ARTE
                          LIBRI

CHIARA FAMBRI
Civiconumero - CN13_ CULTURA ESTATE - SCRITTURA ARTE LIBRI - CivicoNumero13
in copertina foto di

                                   Chiara Fambri

CN13
CULTURA

 CivicoNumero13 è un
 magazine nato su              la nostra squadra
 Instagram dall’ unione di
 donne il cui obiettivo è
 condividere saperi, talento
 e generose porzioni di vera   Sandra Milillo
 Bellezza, quella che          Sabrina Bassi
 alberga nelle menti e nei     Ester De Petris
 cuori di chi                  Elisa Macchinelli
  “SA GUARDARE “               Rachele Pavone

                                       cn13
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Sofia Del Borrello   articoli
nuvole_di_parole
                           di

Ramona Lucarelli
the_eat_culture

Rossana Orsi
rossana_orsi

Genny Zanetti
brontosaura87

Viviana Zardet
i_am_viviana

Nausica Capriotti
nausicaasocialweb
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6.   I vampiri esistono

  8.   Chagall

10.    Scrittura

 12.   La Biennale di Venezia
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16.   Eccomi

18.   La poesia di Gio Evan

22.   Felicità
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Sofia Del Borrello

Lo so con assoluta
certezza: i vampiri
esistono
                                                        .
  Ne avevo sposato uno. Ma non scriverò una storia
     gotica, questa purtroppo è storia quotidiana di
  moltissime donne(e uomini, perché no); la storia di
 chi sa che le ferite che più dolgono non sono quasi
     mai quelle inflitte al corpo, visto che l’anima sa
                             soffrire più delle membra.
                                                        .

                                                     @_3mily24
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Ho scelto il mio compagno di vita seguendo come esempio mio
padre, e mio padre è un narcisista patologico. Allora,
naturalmente, non lo sapevo: vedevo in lui un modello di forza, di
solidità e di fierezza. Premetto che tutti possiamo avere in noi
del sano e onesto narcisismo necessario per volerci bene. Altra
cosa è il narcisismo “patologico”: chi ne soffre non si vuole bene,
non è in grado di amare nessuno, neanche se stesso. È
condannato a vita a perseguitare e controllare le persone che
ritiene gli siano indispensabili per sentirsi appagato. È un
professionista nel manipolare, ed è in grado di costruire
menzogne perfette pur di ottenere ciò che vuole. Ma non è
interessato al bene di chi dice di amare: ciò che vuole rientra
tutto nell’ambito dell’ “io”: pur di ottenere ciò che gli serve,
controlla e schiaccia chi gli sta accanto. Chiama “sana gelosia" ciò
che in realtà è mania di controllo, amore ciò che è in realtà
possesso, affetto ciò che è costante desiderio di attenzioni.

Sono stata, per anni, una sorvegliata speciale: pur di veder felice
il mio uomo, perché davvero lo amavo, ho accettato denigrazioni,
oppressioni e menzogne quotidiane, mettendomi continuamente
da parte. Sono vissuta in cattività, chiusa in una gabbia dorata:
ma che importanza volete che abbia il materiale delle sbarre?
Ferro arrugginito o oro, sempre sbarre sono. Come ne sono
uscita non riesco a condensarlo in uno scritto dai caratteri
contati: troppe pagine dense di soffocamenti, di catene tra
carezze fredde, date per piegare e reprimere. Ho scritto un libro
per liberarmene. Ma a volte penso che neanche quello possa
bastare.
I vampiri esistono. Purtroppo.
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“Per anni il suo amore ha influenzato
la mia pittura” così scriveva Marc
Chagall dell'amatissima prima moglie
Bella Rosenfeld
                          Ramona Lucarelli
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È il 1909 quando i due si
incontrano sotto il cielo di
Vitebsk. Bella parla di un amore a
prima vista. Lei è una fanciulla
appena quattordicenne dalla pelle
d'avorio e gli occhi neri, lui più
grande di lei è ancora un
riccioluto artista squattrinato
dallo “sguardo di una volpe negli
occhi azzurro-cielo”.
 Il loro è stato un amore sincero, tenero, fatto di lunghi anni
di scambi epistolari. Nel 1915 Marc fa ritorno a Vitebsk dove
sposa Bella, che nel frattempo si è laureata in letteratura e ha
intrapreso una brillante carriera di attrice di teatro. Il loro
amore è in grado di farli volare.

Ne La passeggiata è Bella la donna in volo, la donna che ha
corrisposto quell'amore con pari intensità. Sono giovani,
sorridenti e innamorati. È il 1917: Marc le stringe la mano con
la sinistra mentre con la destra protegge un uccellino,
simbolo di leggerezza e innocenza; ai loro piedi, tra i resti di
un picnic, una bottiglia di vino ricorda la loro passione.

Lui la ancora alla terra e lei lo conduce al cielo come in un
magico tempo sospeso che racconta il loro amore, il loro
“angolo di pace”. Tutto è diventato tenebra il 2 settembre del
1944 quando Bella muore per un'infezione virale e Marc si
sveglia da quel sogno d'amore che è stata la loro vita insieme.
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la scrittura
                             PER ROSSANA
                                       ORSI
Si . strofinano
- di lycra e cotone -
fragili e sospirose
mentre le pupille scorrono frenetiche le
pagine.
Si deducono
- attraverso il vero e falso -
sottili e suadenti
mentre l'indiscreto attende la luce del giorno.
Si confessano
- esili e in esilio -
confortando e spiegando a modo loro
mentre lo scheletro di adagia sotto la coperta.
Si raccolgono
- in marzo e in settembre -
tra peschi e castagne
mentre il piede poggia a cavallo del suo
stesso passo.
Si limano
- con destrezza e indulgenza -
ad ogni ciglia sgualcita
ad ogni richiamo di forza
l'energia risale dallo stelo delle braccia
e torna a casa
sul viso che mostra
senza far pagare il biglietto
la sua galleria di palpebre
Scrittura:
 per me è un tramite,
       l'avverto
costantemente, qui e
  oltre, da nessuna
 parte, ora e sempre,
un dono e un misfatto
 che da me mi rende
          altro.

                        Sabrina Bassi
La Biennale d'arte di Venezia è sempre uno spettacolo per
l'anima. Se ne esce ogni volta più
consapevoli, più adulti, più saggi, persino ristorati. Sì,
perché la location ed i contenuti permettono per
una giornata di estraniarsi dal quotidiano, di sentirsi
quasi su di un altro pianeta.
Il tema varia ad ogni edizione e di conseguenza le
esposizioni, che sono divise in padiglioni per ogni
Stato partecipante, ai quali si aggiunge un padiglione
extra, che è quello dedicato alla meravigliosa città
ospitante Venezia.
Le sedi principali sono due e belle grandi, i giardini della
Biennale e l'Arsenale, non troppo distante, ma
per i mesi interessati dalla manifestazione, potete trovare
eventi e installazioni collaterali in tutta la città.
Il tema di quest'anno è
                             Un’espressione della lingua
MAY YOU LIVE                         inglese a lungo
                             erroneamente attribuita a
IN                              un’antica maledizione
                              cinese, che evoca periodi
INTERESTING                      di incertezza, crisi e
                                        disordini,
TIMES                          tempi scombussolati e
                                interessanti, appunto.

   Potete decidere voi se l'arte o i tempi in cui vivete
   sono definibili interessanti, ma certamente le
   esposizioni vi daranno molto da riflettere e non
   lasceranno indifferenti; saranno a volte toccanti,
   altre
   grottesche, altre ancora giocose, ma sempre pregne
   di significato.
L'arsenale merita una visita anche solo per la
bellezza degli esterni e del paesaggio
circostante, una
parte di Venezia molto suggestiva.
Quello che mi ha colpito di quest'edizione è
stata la ricorrente ricerca dell'estetica, del
dettaglio
nell'affrontare tematiche attualissime molto
delicate e complesse come il cambio climatico,
l'accettazione
di sé e della sessualità, la paura del diverso, del
futuro, la migrazione, ecc.
L'arte provoca reazioni ed emozioni soggettive,
non si può pertanto avere il medesimo
feddback in ogni
edizione visitata, per quanto mi riguarda e
devo dire ho letto molte recensioni positive
finora, questa
edizione è molto ben organizzata e focalizzata
sul tema.
Ho trovato molto utili i vari libretti esplicativi
delle opere, sia perché per alcune era
pressoché
fondamentale una didascalia, sia perché mi
piace raccoglierli per poi approfondire con
calma la vita ed il
lavoro degli artisti che più mi hanno colpita.

 Consiglio a tutti una gita nella bella e
 maestosa Venezia, accompagnata da
 un'esperienza
 indimenticabile alla Biennale.
Eccomi
Eccomi è una parola bellissima, è una
parola che amo tantissimo : ha in sé una
dolcezza tutta sua, un sapore umile che
toglie ogni disagio a chi la riceve. Eccomi è
una parola che si offre, è il suono di un
gesto buono che verrà.

Eccomi è la mia presenza : ecco, sono qui,
sono presente, sono viva e tu ora sei al
sicuro

                              Viviana Zardet

                   CN13
Eccomi è la mia risposta ad ogni chiamata
irresistibile : eccomi è per ogni mio rientro a
casa; è per chi chiama mamma o chiama il
mio nome... Eccomi è per il mare al suo
richiamo profondo... È per le prove a cui non
posso sottrarmi... È per una spiaggia da
pulire, per un gatto un po' selvaggio... È per
chi mi guarda e chiede aiuto e mi interroga...

Eccomi è un movimento generoso.
Presuppone lo spostamento dalla mia sedia,
dalle mie convinzioni, dalla mia confusione,
dal mio io, per essere altrove per altri, per
altro.

Eccomi.

Eccomi è per tutti e per tutto. Penso sia una
parola profondamente "ecologica", che con
poche lettere, descrive il relazionarsi pacifico
e rispettoso con tutto ciò che ci circonda e a
cui ci rivolgiamo.

Eccomi, detto piano o con entusiasmo,
diventa a poco a poco nelle nostre giornate
nutrimento per il nostro cuore , per quel
seme di virtù ecologica che abbiamo tanto
bisogno di tornare a coltivare dentro di noi
Gio Evan è il poeta della
         porta accanto. Un giorno
         qualunque leggo su
         Instagram un post del
         mio amico Carlo nel
         quale racconta con
         tenerezza i consigli di
         suo padre

Sara Cartelli
mio padre mi diceva
che per fare felice una donna
non ci vuole molto
ma ci vuole molto
cioè, si spiegava meglio
non ci vuole molto impegno
ma ci vuole molta passione
non ci vogliono molti soldi
ma ci vuole molta creatività
per vedere se la donna
che hai accanto sta bene
tu portala a passeggiare
mi diceva
portala nei vicoli della città
portala a guardare le cose piccole come le
vecchiette che annaffiano dai balconi
che poi le passeggiate
aiutano pure ad innamorarsi di più
mi diceva
perché quando si cammina
i pensieri stupidi scorrono via
e rimane solo il presente
la bellezza del giorno
voi due
Sara Cartelli

                poi portala a fare un aperitivo
                mi diceva
                quella sarà la prova del nove
                fate un bell’ aperitivo insieme
                riposatevi dalla passeggiata
                bevete e mangiate
                ridete, diamine falla ridere,
                e se dopo l’aperitivo ti dice
                “io ho ancora fame, andiamo a cena?”
                allora significa che quella persona
                sta davvero bene con te
                è felice
                mi diceva
                perché una donna
                quando sta bene
                ha sempre fame
E niente, mi commuovo. Vado avanti nella lettura e mi
commuovo ancora un po' perché quello che leggo lo
sento vero, parla della vita che conosco. Quando lo
stesso Carlo mi confessa che quelle splendide parole
non sono di suo padre ma di Gio Evan voglio
immediatamente leggere qualsiasi cosa abbia scritto.
Gio Evan fa questo effetto. È capace di mettere in
versi la vita di tutti i giorni. Il suo fare poesia è
immediato, diretto, empatico. Per lungo tempo la
poesia è stata elitaria: difficile, lontana, a volte chiusa
in un linguaggio incapace di arrivare alla maggior
parte delle persone. Al contrario il magnetismo delle
sue parole è forte sin dal titolo: “Capita a volte che ti
penso sempre”. La raccolta rompe questi tabù. Sfugge
ad ogni classificazione, d’altronde lui stesso non è
solo
scrittore ma anche performer e cantautore.
Attraverso la poesia Evan scrive il proprio inno alla
vita, all’amore e all’amicizia. Con le sue micropoesie
cerca di raggiungere il mondo intero. Sfogliando il
libro si ha la sensazione che ci sia riuscito: scatti
rubati di sue poesie attaccate agli alberi, sui muri,
scritte su tovaglioli o sulle panchine si alternano ai
testi scelti per la raccolta.

 Capita a volte che ti penso sempre è un libro per chi
vede la poesia in ogni piccola cosa. E se ve ne
innamorerete sappiate che è già pronta la sua ultima
raccolta “Ormai tra noi è tutto infinito” edita da
Fabbri Editori.

Tempo di lettura una poesia di Gio Evan al giorno
Nausica Capriotti

La felicità l'ho trovata qui.
Seduta sul bancale di legno del
terrazzo, mentre guardo la luce
lunga delle 5 entrare in casa dalla
finestra, e rimanere.

La felicità, se guardi bene, la trovi
nascosta tra gli intagli di luce e
ombra disegnati in trasparenza
da questa foglia, che non sa di
quanta bellezza sia capace.

                                        Claudia Sportelli
Sandra Milillo

                 La felicità, ti dico, è qui, ora, nel
                 silenzio tondo che avvolge
                 l'avvicinarsi del tramonto e non
                 lascia spazio al dubbio.

                 La felicità, mi chiedi?
                 Sta qui, la senti? È nel respiro
                 lento della natura assonnata che si
                 avvicina al risveglio
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