CITTÀ DI GROSSETO ASSOCIAZIONE CONTROLLO DEL VICINATO - ACDV
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Antonfrancesco Vivarelli Colonna Sindaco di Grosseto I l tema della sicurezza dei cittadini rappresenta una delle colonne portanti del mandato di questa amministra- zione e fin da subito ci siamo attivati affinchè venissero messe in campo concrete attività destinate proprio alla tutela della sicurezza dei cittadini e della città. Rispetto al passato è stato introdotto un assessorato con delega alla Sicurezza, così da ascoltare da vicino le istanze della cittadinanza su un tema delicato e molto sentito. Dopo anni di lavoro Grosseto conta oggi su un sistema di 345 telecamere di videosorveglianza di ultima gene- razione, con la creazione anche di zone “chiuse” per il controllo degli accessi e delle uscite dei veicoli dalle strade, attraverso il sistema di lettura targhe Targamanent ideato dalla società in house Netspring, con progetti innovativi a un costo più accessibile. Queste tecnologie sono oggi di esempio in tutta Italia e sono state richieste e installate in tutta la provincia di Grosseto, perché volute dagli altri Comuni maremmani. Sono inoltre a dispo- sizione della Questura e delle Forze dell'ordine per le indagini, tanto che già in molti casi sono servite a determi- nare una svolta risolutiva in casi di cronaca, come furti e addirittura omicidi. Inoltre, in funzione in città, c'è anche lo strumento del Targasystem che permette di agire sulla sicurezza stradale attraverso il controllo di assicurazioni e revisioni. Intensificati anche i controlli per chi guida in stato di ebbrezza, al cellulare o senza cintura di sicurezza. Tutto ciò sotto è stato reso possibile grazie alla riorganizzazione del Corpo di Polizia municipale e alla continua attività di aggiornamento e formazione degli agenti: l'organico è stato negli ultimi tempi rafforzato anche attra- verso nuove assunzioni a tempo indeterminato e a tempo determinato. L'opera di riorganizzazione ha riguardato anche gli spazi: è stata creata la Casa della sicurezza, con tutti i servizi legati al settore racchiusi in un'unica sede, quella di via Zanardelli, così da garantire più efficienza e dare risposte immediate ed esaustive al cittadino nei vari settori legati alla materia. E ancora: il Nucleo operativo sicurezza (Nos) è attivo sul territorio, così come il Nucleo cinofilo anti-droga ed è entrato in funzione anche il Gabinetto di fotosegnalamento. In questi anni hanno presidiato i luoghi più sensibili, dalle Mura medicee, alle spiagge, fino ai parcheggi (parcheggiatori abusivi, ospedale e via Don Minzoni). Il problema dell'abusivismo è stato pratica- mente eliminato dal litorale. C'è poi il vigile di quartiere, altra figura su cui questa Amministrazione comunale ha investito, anche con il contributo dei finanziamenti regionali. Tanti gli accordi sottoscritti con la Prefettura, che confermano la collaborazione tra Enti per il bene del territorio: ultima novità il rinnovo del Patto Grosseto Sicura, che – dopo i primi due anni di sperimentazione – ha già dato i suoi frutti, con un netto calo del numero dei reati. Si è infatti registrato tra il 2018 e il 2019, un calo del 33% sia per quanto riguarda le rapine che i furti. Allo stesso tempo sono diminuiti anche i delitti, intesi come illeciti legati alla sicurezza, del 20%. Si continua inoltre a lavorare sulla sicurezza percepita in città e sul territorio con il progetto Urban Safety Profile, la ricerca, condotta dall’Università di Siena, attraverso il dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e neuro- scienze, in stretta collaborazione con l’Amministrazione del capoluogo maremmano e la Fondazione Polo uni- versitario grossetano e la Polizia municipale. Indispensabile è stata inoltre l'azione coordinata assieme al mondo del volontariato: ci sono le Guardie ambientali volontarie (Gav), particolarmente attente all'ambiente e alle riserve naturali, i vigili volontari a cavallo che per- lustrano le spiagge e le pinete della costa, il controllo di vicinato che ha coinvolto i cittadini, e la collaborazione con le associazioni per la gestione dell'Emergenza Coronavirus. l'ultimo anno ha infatti presentato una situazione inedita da gestire, cui l'Amministrazione comunale ha fatto
fronte con l'operatività del personale della Polizia municipale e della Protezione civile. Proprio in relazione al mondo del volontariato, poi, è nata la volontà in Città di aderire ed estendere la “rete di amicizia” comunale, e con l’aiuto indispensabile del formatore nazionale referente provinciale ACDV, Alberto Lazzeretti, coordinatore dello storico gruppo CDV “Amici dell’Amiata”, e del consigliere nazionale Col. Enzo Musardo, anch’egli formatore, siamo riusciti ad avere, ad oggi, ben 17 Gruppi del buon vicinato “Grosseto Sicura” sul territorio comunale. Sergio Rubegni, coordinatore del progetto che fu redatto con Barbara Bonari di Opificio delle Idee per Grosseto nel 2016, si è posto da subito come promotore e coordinatore, tanto che è stato poi accreditato come referente per il Comune di Grosseto, ed autorizzato, proprio da parte dell’Associazione Nazionale, che aveva già in atto un protocollo di intesa con Comune e Prefettura, relativo al primo gruppo creato sul territorio del nostro Comune, “squadre basse-cernaia-chiocciolaia” (2015), coordinato da Luigi Ciccone. Il progetto è stato sposato sin dal 2016 dal Comune di Grosseto e fu pensato e costruito proprio per aumentare la percezione di sicurezza dei cittadini, attraverso la loro reciproca collaborazione ed il loro coinvolgimento di- retto, in stretta collaborazione con la Polizia Municipale e con le Forze dell’Ordine. Ogni azione fu volta alla creazione di una rete di amicizia e di comunicazione tra i propri componenti, per poter proficuamente contribuire, come risorsa di supporto, all’incessante impegno profuso da parte delle Forze dell’Ordine, con particolare rife- rimento alla nostra infaticabile Polizia Municipale, ovviamente.
Fausto Turbanti Assessore alla Sicurezza, Polizia municipale, Protezione civile Circolazione urbana, Viabilità, Traffico e trasporti U na delle mission di questa amministrazione è proprio quella di garantire, nelle more del dettato normativo e in stretta collaborazione con le forze dell'ordine deputate a questo, un livello accettabile di sicurezza urbana e aumentare nei cittadini la percezione di tranquillità. E ci stiamo adoperando per trovare stru- menti diversi e variegati che diano un contributo in questa direzione. In questo momento siamo anche divenuti terreno di ricerca in un progetto condotto dall'Università di Siena at- traverso il dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e neuroscienze, in stretta collaborazione con il Comune del capoluogo maremmano e la Fondazione polo universitario grossetano. Si chiama “Urban Safety Profile” il progetto di ricerca sul tema della sicurezza percepita dai cittadini che ha lo scopo di mettere a disposizione delle amministrazioni locali una modalità operativa per l'analisi della sicurezza urbana, la progettazione di interventi in tema di politiche di sicurezza e la valutazione delle loro ricadute. Siamo onorati di essere 'terreno di ricerca' per studiosi che si occupano, con competenze ed esperienza, di temi tanto delicati e sentiti dalla popolazione, come quello della sicurezza; il fatto di essere sotto la lente di ingrandi- mento per attività di studio su questo argomento è sicuramente un valore aggiunto rispetto alla nostra azione di governo. Il progetto si articola sui tre livelli di intervento, a partire dall'analisi dello scenario territoriale, attraverso i dati delle statistiche ufficiali riguardanti tutti gli ambiti che a vario titolo incidono sulla tematica della sicurezza, ma anche attraverso la collocazione del territorio rispetto al contesto nazionale e una valutazione della sicurezza per- cepita nel contesto urbano. La seconda tappa sarà la progettazione di interventi in tema di politiche della sicurezza e infine la valutazione delle ricadute delle politiche della sicurezza progettate. Il piano di lavoro prevede quindi la firma di uno specifico Protocollo d'intesa, grazie al quale il Comune potrà rivestire un ruolo strategico e di ri- ferimento, anche per gli organi statali territoriali, per una migliore governance delle politiche di sicurezza; questo accordo consentirà infine di disporre di modalità operative per l'analisi della sicurezza urbana, con la conseguente possibilità di progettare e applicare, in modo diretto e incisivo, gli interventi più appropriati, valutandone poi le effettive ricadute e gli effetti positivi sui residenti. La prima fase del progetto è già stata conclusa ed ha avuto ad oggetto le interviste a un campione casuale di cit- tadini distribuiti in cinque diverse zone della città. I risultati sono già stati presentati in Comune dal Prof. Fabio Ferretti del Dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e neuroscienze dell'Universitàù di Siena. A causa dell'emergenza Coronavirus purtroppo il progetto ha subito un arresto ma sta ripartendo ed i prossimi passi consisteranno nello sperimentare una serie di azioni con i cittadini e la Polizia Municipale. Gli interventi da realizzare nel biennio 2021-2022, nell’ambito della nuova convenzione con l'Università di Siena, consisteranno nella realizzazione di opportune check-list per la registrazione dell’attività svolta dalla polizia di prossimità e individuazione di una batteria di indicatori da utilizzare per il monitoraggio e la valutazione, realiz- zazione di un Audit o Focus Group con i cittadini e rappresentanti delle categorie produttive del quartiere Centro, individuazione di un’attività rivolta ai cittadini tra quelle proposte nella seconda fase del progetto interrotto nel 2020 a causa della Pandemia.
SICUREZZA DELLE CITTA’ E DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA Anna Coluccia Prof. Ordinario di Criminologia Università di Siena I l coinvolgimento dei cittadini nella gestione della sicurezza attraverso la messa in campo di una pluralità di strumenti caratterizza l’essenza di un sistema organizzativo che voglia rappresentarsi secondo il modello di Governance ancorchè di Government. In effetti i due termini, Governance e Government, sono entrati a pieno titolo nel linguaggio del Governo della “cosa” pubblica e, una volta esperito il proprio discorso ermeneutico nella discussione del vocabolario delle Scienze Politiche, hanno trovato realizzazione in tutti i sistemi organiz- zativi post-moderni. La Governance rappresenta il superamento del sistema gerarchico tipico degli ordinamenti che si ispirano alle teoriche della Government, sistema quest’ultimo che poggia i propri principi su modalità sistemiche gerarchiche ed esecutive che risultano essere diametralmente opposte alla sintassi della Governance. Ma quale è la differenza sostanziale tra i due principi che nel tempo hanno abitato l’impostazione strutturale nei sistemi di Governo degli Enti pubblici? Lo schema che qui riportiamo offre, ictu oculi, una sintesi efficace della rappresentazione dei significati operativi che esprimono i termini di Government e Governance; e come è possibile leggere, vediamo come al sistema ge- rarchico, tipico del modello di Government, si contrappone lo strumento del coinvolgimento sociale, proprio perché chiama in causa gli attori sociali legittimati a partecipare alla mission dell’ Istituzione di riferimento, nel nostro specifico il “comune”. Pensiamo al campo della sicurezza, all’importanza che oggi hanno acquisito attori sociali quali i Comitati di partecipazione dei Cittadini differentemente declinati, le varie Associazioni di auto- aiuto, ecc. GOVERNMENT GOVERNANCE Gerarchia Partecipazione sociale Top/Down Negoziazione Centro/Periferia Coordinamento Direttività Orientamento – Direzione soft Monocausalità Pluricausalità Semplicità Complessità In questa sede ben possiamo citare i Comitati di Vicinato, che rappresentano una vera e sincera manifestazione della “sovrana” dignità dei cittadini, allocuzione che afferma il noto filosofo morale del diritto Ronald Dworkin, il quale ha interpretato e definito l’eguaglianza come la virtù sovrana. A pieno titolo quindi possiamo dire che l’implementazione e la considerazione verso tali strumenti di Governance esprimono l’intima ratio dell’interesse che i delegati, ossia Sindaci, Amministatori pubblici, nutrono versus i cittadini interpretati, questi ultimi non nella mera accezione di soggetti deleganti il cui ruolo si definisce e si con- clude con l’indicazione elettorale dei soggetti delegati, ma come soggetti partecipi alla gestione della “Cosa Pub- blica”. Una politica quindi di democrazia partecipativa, proprio come delineata dalla nostra Carta Costituzionale e dal Trattato di Lisbona, ove viene stabilita la complementarietà tra democrazia rappresentativa e democrazia parte- cipativa. Concetto quest’ultimo che trova la propria sintesi esplicativa all’art. 10 del citato Trattato, ove si stabi- lisce che è conferito ai cittadini “il diritto di partecipare alla vita Democratica dell’Unione” e ove viene ulteriormente ribadito che “le decisioni sono prese nella maniera più possibile aperta e vicina ai cittadini”. Il
Trattato di Lisbona sancisce in maniera ineludibile il principio di sussidiarietà come elemento caratterizzante i sistemi che si ispirano alla concettualizzazione della democrazia partecipativa. Ed è in questa prospettiva che legittimamente si inserisce l’impegno degli Enti Pubblici, e nello specifico del- l’Amministrazione Grossetana, ad avvalersi nel Governo della Sicurezza del modello di Sicurezza. Il progetto di Grosseto Sicura - nelle sue differenti modulazioni progettuali, quali quelle del “Buon vicinato” o di “Urban Safety Profile” - accoglie tali concetti sul piano epistemologico. E, ancora una volta, chiedo aiuto alle riflessioni del filosofo francese Louis Dumont, che ci offre una riflessione circa l’evoluzione della rappresentazione della persona nella società post seconda Guerra Mondiale, spiegando come i vari Stati sono passati dalla visione dell’Homo Hierarchicus, inserito cioè in una società catastale, all’- Homo Equalis, visto nella eguaglianza dei diritti e dei doveri. Lo stesso giurista Stefano Rodotà, rifacendosi pro- prio a Dumont, afferma che oggi viviamo all’interno di una visione della persona come Homo Dignus. Un cambiamento quindi antropologico, che non poteva che essere poi utilizzato nella costruzione delle politiche di sicurezza urbana, che vede il cittadino appropriarsi di un ruolo sociale, di un ruolo partecipativo, essenziale ai fini del raggiungimento del bene comune. Infine, potremmo dire che mai come in questa contemporaneità, il Civismo (la matrice deriva dal latino “Civis”, cittadino) si è riempito del suo significato etimologico più profondo, inteso come la “Nobiltà di sentimenti civili, alto senso dei propri doveri di cittadino e di concittadino, che spinge a trascurare o sacrificare il benessere proprio per l’utilità comune”, come il più nobile dei dizionari italiani“Treccani” spiega.
SULL’IMPORTANZA DEL SENSO DI COLLETTIVITÀ NELLA SICUREZZA PERCEPITA Fabio Ferretti Prof. Associato Università di Siena Da quando Shaw & McKay, padri della teoria della disorganizzazione sociale, applicarono i concetti della human ecology allo studio della delinquenza in ambito urbano, tale apporoccio ha vissuto alterne fortune nella ricerca criminologica. La conclusione dello studio enunciava che le condizioni ecologiche esistenti in un’area ad alta delinquenza contribuiscono ad una rottura dell’ordine sociale, portando ad una prima formulazione della teoria che non approfondiva l’importanza dei legami sociali e delle conseguenti forme di controllo sociale informale di cui le reti sociali sono il presupposto. Ricordando che il controllo sociale informale consiste in quello spettro di azioni messe in atto dai cittadini per segnalare e contrastare comportamenti ritenuti inaccettabili, si dovrà attendere fino all’inizio degli anni ’90 per una riformulazione della teoria della disorganizzazione sociale che enfatizzasse l’importanza delle reti formali ed informali quale mezzo di deterrenza allo sviluppo della criminalità in un’area. Collocando la social disorga- nization theory in una più ampia teoria sistemica della comunità, Bursick e Grasmick sottolineano come la forza delle relazioni sociali all’interno della collettività rappresenti un elemento di primaria importanza e come l’in- stabilità residenziale produca effetti nocivi su questi legami, esitando in una minore capacità dei cittadini di eser- citare il controllo sociale all’interno della comunità. L’evoluzione delle teorie ed il loro progressivo adattamento allo studio dei fenomeni criminali in ambiente urbano hanno portato gli studiosi a sviluppare approcci diversi per l’interpretazione della relazione tra le caratteristiche delle reti sociali ed il livello di criminalità. Questi diversi approcci sono stati utilizzati non solo per testare l’ipotesi che una maggiore strutturazione dei legami sociali favorisse una riduzione dell’attività criminale, ma anche per verificare se la qualità di queste reti di relazioni fosse capace di determinare diversi livelli di insicurezza e di paura. Il rapporto tra la qualità delle reti sociali e la sicurezza è stato studiato anche attraverso misure riguardanti la coesione sociale. La coesione sociale è riferita al senso individuale di appartenenza ad un gruppo (sense of be- longing) e la gratificazione che ne deriva (feelings of morale), definizione che circoscrive maggiormente la rete delle relazioni sociali. La coesione sociale è generata da alti livelli di fiducia tra i residenti e la fiducia si sviluppa da aspettative condivise di comportamento. Il senso di insicurezza è stato studiato anche in relazione al cosiddetto Human Territorial Functioning, inteso come forma di controllo sociale informale. Il concetto di Territorial Functioning si rappresenta come una forma di difesa del territorio ritenuto di proprio dominio dall’intrusione di estranei attraverso, per esempio, l’apposizione di segnaletiche (Marking behavior), ma anche attraverso comportamenti umani che evidenziano la presenza sul territorio (p.e., manutenzione dei giardini o delle abitazioni, Territorial behavior), oppure direttamente attraverso la consapevolezza del legame dei soggetti al proprio ambiente o la percezione di determinate situazioni (Cogni- tions, Attitudes). Ma l’approccio teorico che forse ha riscontrato il maggiore interesse dal punto di vista applicativo, è quello del- l’efficacia collettiva. Accogliendo i principi della teoria della disorganizzazione sociale, l’efficacia collettiva en- fatizza l’importanza delle relazioni sociali nel determinare un ambiente sfavorevole al crimine o al disordine, ma soprattutto introduce il concetto che tali relazioni devono effettivamente produrre forme di controllo sociale informale affinché sia possibile ottenere un risultato significativo nel controllo della criminalità. L’efficacia collettiva è definita dall’esistenza e forza delle relazioni reciproche all’interno di una collettività (di nuovo social cohesion), unitamente alla volontà di intervenire a favore del bene comune (social informal control/willingness to intervene). È evidente come secondo tale definizione la fiducia reciproca e la solidarietà
tra gli individui, in altri termini la coesione sociale, siano i requisiti necessari affinché sia possibile esercitare una qualche forma di controllo informale sociale sul territorio. Quella dell’efficacia collettiva è una teoria che supera gli aspetti più fragili del capitale sociale. Il principio che i soli legami e relazioni sociali ai diversi livelli della comunità (individuale, familiare, associativo, …) siano in grado di produrre un effetto positivo sulla delinquenza (approccio tipico delle ricerche basate sul capitale sociale) non è sufficiente a spiegare bassi livelli di criminalità; in altri termini, aspettative condivise di controllo sociale possono esistere anche in assenza di forti legami tra i residenti. L’efficacia collettiva utilizza la coesione sociale al posto della rete di forti legami tra individui ed organizzazioni proprio perché i processi sociali nelle società moderne non riguardano più “enclaves” o gruppi di soggetti, ma sono molto più pervasive e sempre meno slegate dalle sole relazioni individuali. L’efficacia collettiva è task-spe- cific, è legata ad un compito condiviso, ovvero si basa sul concetto che la condivisione di norme, valori ed aspet- tative sia in grado di generare il mutuo coinvolgimento dei residenti nel mantenere il controllo sociale su un territorio urbano. Alti livelli di efficacia collettiva sono in grado di spiegare ridotti livelli di criminalità, anche nel caso di reati particolarmente violenti come l’omicidio. Un interessante studio di Swatt e colleghi evidenzia come l’efficacia collettiva sia anche un valido predittore della paura del crimine e dell’insicurezza, sottolineando come questa re- lazione tenda a modularsi diversamente in quartieri con differenti caratteristiche. Stante la correlazione efficacia collettiva-insicurezza, quest’ultima evidenza rappresenta una conferma dei fattori individuati dagli autori che hanno sviluppato questa teoria, fattori riconducibili alla stabilità residenziale degli individui nel quartiere, alla concentrazione di soggetti in condizioni sociali ed economiche svantaggiate e al- l’eterogeneità della composizione etnica nel contesto urbano. A questo punto delle riflessioni conclusive ci sembra quanto mai opportuno richiamare la definizione di Amerio e Roccato, che rappresentano l’insicurezza come la confluenza di percezioni, valutazioni, sensazioni, emozioni e preoccupazioni emergenti nelle relazioni del proprio ambiente materiale, sociale e simbolico, un misto di stati emotivi e vissuti cognitivi dell’individuo tra i quali la paura del crimine in senso stretto non sembra neppure avere un ruolo predominante. E questo è esattamente quello che il lavoro svolto a Grosseto sull’Urban Safety Profile ha fatto emergere, confermando gli orientamenti della letteratura sull’argomento: la percezione individuale di sicurezza/insicurezza sembra trovare le sue radici prima di tutto nelle caratteristiche ecologiche e nelle relazioni sociali, in misura inferiore nell’oggettiva valutazione della rischiosità criminale dell’ambiente nel quale l’indi- viduo vive la propria esistenza.
Andrea Vasellini Avvocato Vice coordinatore comunale Grosseto «Tutto ciò che è necessario per il trionfo del male, è che gli uomini di bene non facciano nulla» Cit.Edmund Burke. G ià questo aforisma di Burke potrebbe da solo riassumere le motivazioni che hanno portato alla nascita ed alla crescita dei Gruppi del buon vicinato a Grosseto. L’essere umano moderno, inteso anche come animale sociale vive oggi un sempre maggiore isolamento. Viviamo una dicotomia, la globalizzazione, e forme di multiculturalismo più o meno forzato, tendono ad appiattire i vari popoli a consumatori apolidi, senza alcun riferimento socio culturale, identità nazionale, religiosa, culturale e sociale. Milioni di persone in contatto tramite social con altri individui dall’altra parte del mondo che non comunicano con i propri vicini. Immersi, in un contesto sempre più eterogeneo, gli individui sono sempre più portati ad un isolamento non tro- vando portatori di interessi condivisi. Tale isolamento si traduce anche in una mancanza di coscienza sociale che è alla base del contrasto al crimine. L’indifferenza diffusa alle vicende del proprio vicino porta a tollerare eventi criminosi più o meno gravi che col- piscono la collettività. Se la collettività è disorganizzata, fragile perché i suoi membri non sono solidali fra loro, diventa terreno fertile per il crimine. In criminologia si parla spesso della teoria della finestra rotta (broken window theory). In un ambiente trascurato e disordinato, non si fa caso ad un vetro rotto: diventa cosa “normale”. Allo stesso modo in un contesto sociale di degrado e indifferenza non si fa caso a eventi criminosi e tale tolleranza porta con il tempo a sempre più gravi crimini, poiché l’assenza di una condanna sociale rende tacitamente accettate tali condotte. Ciò può portare ad- dirittura al non denunciare nemmeno determinati eventi criminosi. Il primo passo da compiere è quindi impedire l’isolamento fra i membri della stessa collettività. Il buon vicinato non è altro che una espressione di solidarietà sociale fra cittadini. Il Comitato di Controllo di vi- cinato è il mezzo per riavvicinare i cittadini e recuperare la loro coscienza sociale. Riflesso del ritrovato dialogo fra i vicini è anche una percezione del crimine non alterata ma oggettiva. È dato di fatto che un individuo da solo vive la percezione del crimine in modo distorto, amplificandolo per paura o non riuscendo a definirne le cause e le modalità, avendone una visione limitata al solo proprio punto di vista. Vivareli Colonna, dell’Assessore Fausto Turbanti, e la Prefettura nella figura della massima Autorità dello Stato, che hanno sposato tale pratica con Protocollo di Intesa, e col riconoscimento dei vari gruppi che di volta in volta si formano, si riappropriano quindi di un legame inscindibile col cittadino. L’ultimo nucleo CDV che si è formato (Via Roma), è costituito a larga maggioranza dalle donne, a testimonianza del fatto che tale attività non è appannaggio e interesse del solo sesso maschile. Il percorso non è ancora terminato, la “semina” continua, la collaborazione e la sinergia tra Cittadini e Istituzioni ha dato i suoi frutti.Grazie al dialogo all’interno ai Gruppi ed ai Nuclei del Buon Vicinato, si acquisisce una sempre maggiore consapevolezza della effettiva portata di taluni eventi criminosi, riuscendo a contestualizzarli anche dal punto di vista eziologico e non solo geografico. Non si è davanti ad un tentativo di usurpazione di pub- bliche funzioni, ovvero ad un intervento in stile “ronde”. L’obiettivo è ben più profondo, ovvero, recuperare e riscoprire la coesione sociale. Solo così si ha senso di ap- partenenza da parte degli individui. Si promuovono vere relazioni sociali basate sulla solidarietà verso chi è più fragile o ha determinati problemi. Questo avviene in modo strutturato, ordinato e consente anche una sintesi di eventuali criticità che in determinate parti della collettività possono presentarsi. Sintesi equivale a semplificare e velocizzare. Il comitato di Controllo del vicinato in tal senso diventa un prezioso strumento anche per le istituzioni poiché filtrando le varie istanze
degli individui consente di fornire informazioni in modo efficace e pertinente. Non solo, viene a costituirsi anche una memoria storica di eventuali fenomeni criminosi in determinati contesti. Questo può aiutare le forze dell’or- dine a individuare e reprimere più efficacemente tali crimini. La giornata di oggi ed il convegno “Grosseto Sicura” assumono pertanto un profondo significato, perché segnano un punto di arrivo nella crescita del coordinamento comunale CDV GROSSETO, il quale ha dimostrato il proprio valore sul piano sociale, tanto da rapportarsi con le istituzioni quale espressione della collettività. Tuttavia, si è anche difronte ad un nuovo inizio, che vede il comitato e i cittadini sempre più vicini alle istituzioni uniti e coesi per una società migliore.
Barbara Bonari Vice Coordinatore comunale CDVGR Presidente Opificio delle Idee per Grosseto C orreva l’anno 2016 quando, a seguito di incontro con Sergio Rubegni, decidemmo di lanciare la Best Practice dei Gruppi del Buon Vicinato nella Città di Grosseto e di impegnarci a farla attecchire come progetto pilota dell’Associazione Culturale Opificio delle Idee per Grosseto. La prima critica e il primo scoglio da superare, fu la quasi ferrea convinzione da parte delle persone con cui ci rapportavamo, che non potesse mettere radici ed espandersi in un centro urbano, ma solo nei paesi e nell’hinter- land, proprio a causa della diversa percezione del rapporto umano e sociale. Accettammo tale sfida contattando l’Associazione Controllo del Vicinato, i loro referenti, formatori e dirigenti. Cercammo anzitutto di “seminare” il territorio cittadino con incontri, contatti, riunioni, pubblicità tramite i media e i social, tempo da dedicare a questo progetto, affinché si creasse un nuovo tessuto sociale, ovvero dei nuclei che si fossero potuti riappropriare del senso di umanità, solidarietà, rapporto di aiuto reciproco non a scambio oneroso, senso del volontariato, coesione in poche parole……riscoperta dei valori di una volta. Valori che non devono morire ma che devono essere trasmessi, indipendentemente dal circuito chiuso della famiglia, e che pos- sano essere appannaggio e vessillo dell’Umanità. Il primo gruppo urbano nasce in zona caratterizzata da anni di manifestazioni sgradevoli e anche illegali, che ve- dono come teatro un parco di fatto abbandonato, e quindi luogo ideale per chi cerca uno spazio che considera si- curo, piuttosto interno e quindi lontano da molti occhi, nel quale vengono depositati rifiuti, oggetti rubati, e sporcizia di ogni genere per la ovvia logica che degrado chiama degrado. Tutto ciò non sfugge però agli abitanti del quartiere e quando li contattiamo per illustrare loro tali “Buone Regole”, aderiscono e …..sarà solo l’inizio di questo percorso che porta alla creazioni di Gruppi al cui interno si strutturano in Referente e Vice e che al momento registra ben 17 nuclei in città e altri 5 in provincia ed è ancora in crescita. I cittadini che aderiscono riscoprono oltre ad un gruppo che li unisce per un obiettivo comune ovvero la sicurezza partecipata (contribuire con gli organi competenti ad eliminare il degrado ambientale e sociale dal quartiere in cui vivono, mediante la prevenzione), anche quei valori di cui sopra e un avvicinamento alle Istituzioni che prima vivevano come entità astratte e lontane, insensibili ai problemi e disagi che vivevano. Le Istituzioni quali il Comune di Grosseto nella figura del suo Sindaco Antonfrancesco Vivareli Colonna, del- l’Assessore Fausto Turbanti, e la Prefettura nella figura della massima Autorità dello Stato, che hanno sposato tale pratica con Protocollo di Intesa, e col riconoscimento dei vari gruppi che di volta in volta si formano, si riap- propriano quindi di un legame inscindibile col cittadino. L’ultimo nucleo CDV che si è formato (Via Roma), è costituito a larga maggioranza dalle donne, a testimonianza del fatto che tale attività non è appannaggio e interesse del solo sesso maschile. Il percorso non è ancora terminato, la “semina” continua, la collaborazione e la sinergia tra Cittadini e Istituzioni ha dato i suoi frutti.
Contattateci tramite il sito web www.acdv.it oppure scriveteci a segreteria.organizzativa@acdv.it Associazione Controllo del Vicinato, Via San Giuseppe, 31 – 21047, Saronno (Va). www.acdv.it © Associazione Controllo del Vicinato 2019 to 2020 – Tutte le immagini, i testi e il logo sono protetti da copyright. Licenza Creative Commons 3.0: quest’opera è stata rilasciata con licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 3.0 Unported. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/ o spedisci una lettera a Creative Commons, 171 Second Street, Suite 300, San Francisco, California, 94105, USA.
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Associazione Controllo del Vicinato - ACdV Chi siamo e cosa facciamo CHI SIAMO L’Associazione Controllo del Vicinato è composta da una rete territoriale di volontari e specialisti volontari che forniscono consulenza e supporto gratuito alle Amministrazioni comunali, alle associazioni locali e a privati cittadini che intendono sviluppare nel proprio territorio programmi di sicurezza partecipata e organizzare gruppi di Controllo del Vicinato. I VOLONTARI Amministrazioni comunali, associazioni locali e privati cittadini, compatibilmente con la disponibilità di volontari dell’Associazione nel loro territorio, possono chiedere supporto sia nelle fasi iniziali di realizzazione del Programma sia successivamente. Nelle fasi iniziali i nostri volontari possono partecipare ad incontri informativi con Amministratori comunali, rappresentanti delle Forze dell’Ordine, associazioni locali e di categoria per illustrare il Programma di Controllo del Vicinato. I volontari sono anche disponibili a partecipare ad assemblee pubbliche e a incontri tra privati cittadini. I SERVIZI L’Associazione mette a disposizione delle Amministrazioni comunali e dei gruppi di Controllo del Vicinato già esistenti o in via di costituzione documenti, materiale informativo, modulistica e manuali sulla sicurezza residenziale. Fornisce, inoltre, a spese dei richiedenti, adesivi e spille con il logo dell’Associazione. Per i Coordinatori dei gruppi di Controllo del Vicinato già costituiti sono disponibili percorsi formativi che spaziano dai rudimenti delle teorie criminologiche (prevenzione situazionale) a consigli pratici sulla prevenzione passiva per rendere più sicura la propria casa e quelle delle famiglie che rappresentano. Associazione Controllo del Vicinato, Via San Giuseppe, 31 – 21047, Saronno (Va). www.acdv.it © Associazione Controllo del Vicinato 2019 to 2020 – Tutte le immagini, i testi e il logo sono protetti da copyright. Licenza Creative Commons 3.0: quest’opera è stata rilasciata con licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 3.0 Unported. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/ o spedisci una lettera a Creative Commons, 171 Second Street, Suite 300, San Francisco, California, 94105, USA. Pag.1 / 15
Associazione Controllo del Vicinato - ACdV Origine e diffusione del Programma UN’IDEA CHE Il Controllo del Vicinato (Neighbourhood Watch) nasce negli Stati Uniti negli anni 60/ 70 e approda in VIENE DA Gran Bretagna nel 1982 nella cittadina di LONTANO Mollington, vicino a Liverpool. Da allora il Programma si è largamente diffuso in tutta la Gran Bretagna e, lentamente, in quasi tutti i paesi dell’Europa continentale, inclusi alcuni paesi dell’Europa dell’Est. Si stima che, ad oggi, in tutto il mondo siano più di dieci milioni le famiglie che hanno aderito a questo Programma. L’ARRIVO DEL In Italia cominciano a formarsi i primi gruppi e ad apparire i primi cartelli gialli già nel 2008, a PROGRAMMA IN Caronno Pertusella in provincia di Varese. ITALIA Seguono a ruota Rodano e Parabiago in provincia di Milano, Levata-Curtatone in provincia di Mantova e in molte altre città medio-piccole. L’elenco completo dei Comuni che hanno aderito all’iniziativa è disponibile sul sito web dell’Associazione: www.acdv.it. Nel luglio del 2013 viene fondata a Saronno l’Associazione Controllo del Vicinato, composta da volontari che svolgevano il compito di Coordinatori di gruppi già esistenti o impegnati a costituirne di nuovi in altre città. Nello stesso mese viene inaugurato il nuovo sito web dell’Associazione. La costituzione di un’associazione nazionale ha fornito ai gruppi già esistenti la possibilità di scambiarsi informazioni, documenti e buone pratiche di prevenzione per affrontare il problema dei furti nelle case, oltre ad adottare un unico standard. In questi anni l’Associazione è diventata rapidamente un punto di riferimento per le Amministrazioni comunali e le Associazione Controllo del Vicinato, Via San Giuseppe, 31 – 21047, Saronno (Va). www.acdv.it © Associazione Controllo del Vicinato 2019 to 2020 – Tutte le immagini, i testi e il logo sono protetti da copyright. Licenza Creative Commons 3.0: quest’opera è stata rilasciata con licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 3.0 Unported. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/ o spedisci una lettera a Creative Commons, 171 Second Street, Suite 300, San Francisco, California, 94105, USA. Pag.2 / 15
Associazione Controllo del Vicinato - ACdV associazioni di cittadini desiderose di implementare il Programma nel proprio Comune. Il Programma di Controllo del Vicinato si è diffuso in Italia in modo lento ma costante, soprattutto attraverso il passaparola tra sindaci. Ad oggi (ottobre 2020), sono 450 i Comuni che lo hanno già adottato e un numero in continua ascesa di nuovi Comuni che intendono adottarlo nel corso del 2020. COORDINAMENTO Nell’ottobre 2014, per iniziativa di un’associazione gemella austriaca, EUROPEO proNACHBAR, si è tenuta a Vienna la prima Conferenza Europea delle associazioni del Controllo del Vicinato. Vi hanno partecipato 23 associazioni, in rappresentanza di 20 paesi europei. In quella occasione è stata fondata la European Neighbourhood Watch Association (EUNWA) con lo scopo di coordinare l’azione delle associazioni a livello europeo. Come funziona il Controllo del Vicinato? ORGANIZZARSI Il Programma prevede l’auto-organizzazione tra TRA VICINI vicini per sorvegliare informalmente l’area intorno alle proprie abitazioni e gli spazi pubblici più prossimi. L’attività dei gruppi di Controllo del Vicinato è segnalata da appositi cartelli che hanno lo scopo di comunicare a chiunque passi nella zona interessata che la sua presenza non passerà inosservata e che il vicinato è attento e consapevole a ciò che avviene all’interno della propria area. Partecipare ad un gruppo di Controllo del Vicinato non comporta alcun rischio da parte dei residenti, non richiede alcun atto di eroismo né alcuna attività di pattugliamento. Associazione Controllo del Vicinato, Via San Giuseppe, 31 – 21047, Saronno (Va). www.acdv.it © Associazione Controllo del Vicinato 2019 to 2020 – Tutte le immagini, i testi e il logo sono protetti da copyright. Licenza Creative Commons 3.0: quest’opera è stata rilasciata con licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 3.0 Unported. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/ o spedisci una lettera a Creative Commons, 171 Second Street, Suite 300, San Francisco, California, 94105, USA. Pag.3 / 15
Associazione Controllo del Vicinato - ACdV I residenti continuano a svolgere le proprie attività, ma con una diversa consapevolezza di quello che avviene nel proprio ambiente. Dove il Programma del Controllo del Vicinato è attivo, i molti occhi dei residenti sugli spazi pubblici e privati rappresentano un deterrente contro i furti nelle case e un disincentivo per altri comportamenti illegali (graffiti, scippi, truffe, vandalismi, ecc.). Il Programma prevede, oltre alla sorveglianza della propria area, l’individuazione delle vulnerabilità strutturali, ambientali e comportamentali che rappresentano sempre delle opportunità per gli autori di reato. La collaborazione e la fiducia tra vicini sono fondamentali perché s’instauri un clima di sicurezza che sarà percepito da tutti i residenti (anche da coloro che non partecipano al Programma) e particolarmente dalle fasce più vulnerabili, come anziani e persone sole. Il senso di vicinanza, unito alla certezza che i nostri vicini non resteranno chiusi in casa di fronte ad un’emergenza, trasmette un forte senso di appartenenza e di sicurezza e rafforza i legami tra i membri della comunità. A BENEFICIO Anche le Forze dell’Ordine beneficeranno dei risultati di questo Programma. Un dialogo DELLE FORZE continuo e sensibile tra queste e i residenti DELL’ORDINE produrrà una migliore qualità delle segnalazioni da parte dei cittadini e, in definitiva, una migliore capacità di valutazione ed intervento da parte delle Forze dell'Ordine. Associazione Controllo del Vicinato, Via San Giuseppe, 31 – 21047, Saronno (Va). www.acdv.it © Associazione Controllo del Vicinato 2019 to 2020 – Tutte le immagini, i testi e il logo sono protetti da copyright. Licenza Creative Commons 3.0: quest’opera è stata rilasciata con licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 3.0 Unported. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/ o spedisci una lettera a Creative Commons, 171 Second Street, Suite 300, San Francisco, California, 94105, USA. Pag.4 / 15
Associazione Controllo del Vicinato - ACdV Le radici teoriche del Controllo del Vicinato Il Controllo del Vicinato affonda le sue radici LA TEORIA teoriche nella Prevenzione Situazionale, i cui fondamenti scientifici sono basati sulle teorie dell'Opportunità, dell'Attività Routinaria e della Scelta Razionale e sulla teoria delle Finestre Rotte. Lo scopo della Prevenzione Situazionale è di adottare misure di prevenzione finalizzate a ridurre l’opportunità dell'evento criminale. Queste misure sono tanto più efficaci quanto più specifico è il reato su cui si vuole intervenire e quanto più precisa è la conoscenza della situazione in cui si agisce. La teoria si concentra prevalentemente su: • L’opportunità che rende possibile il reato predatorio. • Le precondizioni dell’evento, piuttosto che sugli autori del reato. • La prevenzione dell’evento, piuttosto che l’arresto e la punizione del colpevole. La Teoria dell’Attività Routinaria, sviluppata da Lawrence Cohen e Marcus Felson, fa capo alla criminologia ambientale, che a sua volta si focalizza sulle condizioni e sullo spazio in cui si verifica un evento criminale. Secondo questa teoria, un crimine (nel nostro caso un reato predatorio) si può verificare solo se sono compresenti tre condizioni: • La disponibilità di un bersaglio (la nostra casa). • L’assenza di un controllore capace (la nostra scarsa sorveglianza). • La presenza di un aggressore motivato (il ladro). Associazione Controllo del Vicinato, Via San Giuseppe, 31 – 21047, Saronno (Va). www.acdv.it © Associazione Controllo del Vicinato 2019 to 2020 – Tutte le immagini, i testi e il logo sono protetti da copyright. Licenza Creative Commons 3.0: quest’opera è stata rilasciata con licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 3.0 Unported. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/ o spedisci una lettera a Creative Commons, 171 Second Street, Suite 300, San Francisco, California, 94105, USA. Pag.5 / 15
Associazione Controllo del Vicinato - ACdV Il Controllo del Vicinato agisce esclusivamente sull’assenza di un controllore capace, restituendo ai residenti la capacità di controllare il proprio ambiente, e sul bersaglio disponibile, rafforzando gli obiettivi attraverso l’individuazione delle vulnerabilità strutturali, ambientali e comportamentali e la messa a punto di misure di prevenzione passiva mirate, con lo scopo di ridurre le opportunità per i ladri. Mentre lascia il compito di reprimere l’aggressore alle Forze dell'Ordine. La teoria delle Finestre Rotte afferma che mantenere e controllare ambienti urbani, reprimendo i piccoli reati, gli atti vandalici, la deturpazione dei luoghi, il bere in pubblico, la sosta selvaggia o l'evasione nel pagamento di parcheggi, mezzi pubblici o pedaggi, contribuisce a creare un clima di ordine e legalità e riduce il rischio di crimini più gravi. L'esistenza di una finestra rotta (da cui il nome della teoria) potrebbe generare fenomeni di emulazione, portando qualcun altro a rompere un lampione o un idrante, dando così inizio a una spirale di degrado urbano e sociale. Associazione Controllo del Vicinato, Via San Giuseppe, 31 – 21047, Saronno (Va). www.acdv.it © Associazione Controllo del Vicinato 2019 to 2020 – Tutte le immagini, i testi e il logo sono protetti da copyright. Licenza Creative Commons 3.0: quest’opera è stata rilasciata con licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 3.0 Unported. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/ o spedisci una lettera a Creative Commons, 171 Second Street, Suite 300, San Francisco, California, 94105, USA. Pag.6 / 15
Associazione Controllo del Vicinato - ACdV Come partecipare al Programma La premessa per organizzare un gruppo di I VICINI SONO IL Controllo del Vicinato è quella di accordarsi tra MIGLIOR vicini per sorvegliare in modo informale i propri ANTIFURTO spazi privati e gli spazi pubblici più prossimi, per creare un vicinato organizzato e solidale. Questa attività deve essere largamente pubblicizzata, anche con l’installazione di appositi cartelli, in modo che i malintenzionati ricevano il chiaro messaggio che in quella zona essi non passeranno inosservati e che non si esiterà a chiamare le Forze dell'Ordine in caso di comportamenti sospetti. METTERSI I vicini, organizzati in gruppi di controllo, sono incoraggiati a scambiarsi i numeri di telefono e INSIEME gli indirizzi email in modo da favorire lo scambio rapido di messaggi ed avvisi. I vicini aderenti a un gruppo di Controllo del Vicinato sono incoraggiati a collaborare tra di loro e a essere reattivi ad allarmi che suonano, cani che abbaiano insistentemente, invocazioni di aiuto. A volte basta affacciarsi alla finestra o accendere le luci per segnalare che il vicinato è attivo per dissuadere ladri e malviventi. È altrettanto importante avvisare rapidamente le Forze dell'Ordine e i propri vicini di ogni anomalia o criticità che si individua nella propria area. La rapidità delle comunicazioni è un fattore critico per il buon funzionamento del gruppo. Associazione Controllo del Vicinato, Via San Giuseppe, 31 – 21047, Saronno (Va). www.acdv.it © Associazione Controllo del Vicinato 2019 to 2020 – Tutte le immagini, i testi e il logo sono protetti da copyright. Licenza Creative Commons 3.0: quest’opera è stata rilasciata con licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 3.0 Unported. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/ o spedisci una lettera a Creative Commons, 171 Second Street, Suite 300, San Francisco, California, 94105, USA. Pag.7 / 15
Associazione Controllo del Vicinato - ACdV ACCOGLIENTI MA È importante interagire con gli estranei. Se uno sconosciuto si aggira per le nostre vie non ATTENTI guardiamolo con sospetto. Chiediamogli se ha bisogno di aiuto o se sta cercando qualcuno. Aiutiamolo, se è il caso. Cerchiamo di collegarlo a un residente che conosciamo in modo che la sua presenza non rappresenti un potenziale rischio. Se si tratta effettivamente di una persona innocua, ci saremo comunque comportati in modo gentile ed educato. Se, invece, si tratta di un malintenzionato gli stiamo facendo chiaramente capire che la via è sorvegliata e che i suoi movimenti non passeranno inosservati. GUARDIANI Nessuno meglio dei residenti conosce in dettaglio NATURALI le persone, i luoghi e le situazioni dell’area in cui vive o che frequenta. Questa conoscenza di dettaglio (che spesso nemmeno le Forze dell'Ordine possiedono) fa dei residenti i guardiani naturali del proprio ambiente. Solo i residenti hanno la naturale capacità di interpretare i contesti e di capire, quasi istintivamente, se qualcosa non va. Mettere occhi e orecchie dei residenti a disposizione delle Forze dell'Ordine è uno degli scopi principali dell’attività di Controllo del Vicinato. RENDIAMO AI Il Controllo del Vicinato funziona non solo nei LADRI LA VITA piccoli centri, dove il tasso di anonimato è basso e tutti si conoscono, ma anche nei medi e grandi DIFFICILE centri urbani, dove il Programma può essere adattato e articolato per vedere coinvolti anche soggetti diversi dai residenti (ad es. gestori degli esercizi commerciali, autisti dei mezzi pubblici, ecc.). Associazione Controllo del Vicinato, Via San Giuseppe, 31 – 21047, Saronno (Va). www.acdv.it © Associazione Controllo del Vicinato 2019 to 2020 – Tutte le immagini, i testi e il logo sono protetti da copyright. Licenza Creative Commons 3.0: quest’opera è stata rilasciata con licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 3.0 Unported. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/ o spedisci una lettera a Creative Commons, 171 Second Street, Suite 300, San Francisco, California, 94105, USA. Pag.8 / 15
Associazione Controllo del Vicinato - ACdV Se aderire a un gruppo di Controllo del Vicinato significa vigilare in modo informale sul proprio ambiente e proteggere anziani e persone sole da furti e truffe, non dobbiamo dimenticare che le nostre case non dovrebbero essere comunque un obiettivo disponibile per i ladri. Allarmi, serrature e infissi robusti possono aiutare molto a dissuadere i ladri e a prevenire i furti. Anche una buona illuminazione può aiutare molto per rendere la nostra casa inospitale per il ladro. Ricordandoci però che finestre e porte, anche se robuste e dotate di serrature di ultima generazione, se lasciate aperte non offrono alcuna protezione. Ci sono molti espedienti, spesso a costo zero, che possono rendere la nostra casa molto più resistente e rappresentare un efficace deterrente per i ladri. La nostra Associazione ha raccolto molti di questi consigli consolidandoli in un manuale che distribuisce gratuitamente alle famiglie che aderiscono al Programma. Associazione Controllo del Vicinato, Via San Giuseppe, 31 – 21047, Saronno (Va). www.acdv.it © Associazione Controllo del Vicinato 2019 to 2020 – Tutte le immagini, i testi e il logo sono protetti da copyright. Licenza Creative Commons 3.0: quest’opera è stata rilasciata con licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 3.0 Unported. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/ o spedisci una lettera a Creative Commons, 171 Second Street, Suite 300, San Francisco, California, 94105, USA. Pag.9 / 15
Associazione Controllo del Vicinato - ACdV Costituire un gruppo di Controllo del Vicinato Costituire un gruppo di Controllo del Vicinato è relativamente semplice. È sufficiente incontrarsi tra vicini e decidere di costituirsi in gruppo. Non sarà necessaria alcuna richiesta, autorizzazione o spesa da sostenere. Per formalizzare la costituzione del gruppo, l’Associazione mette a disposizione dei moduli (scaricabili dal nostro sito web) con i quali è possibile costituire un gruppo, creare una catena telefonica e raccogliere dati statistici sui furti avvenuti nella propria area. È buona norma notificare la costituzione del proprio gruppo alla Polizia Locale con la quale si possono sviluppare varie forme di collaborazione, non ultimo la custodia degli atti costitutivi e i dati statistici. Il ruolo del Coordinatore Ogni gruppo di Controllo del Vicinato nomina un Coordinatore che ha il compito di tenere i contatti con le Forze dell’Ordine, oltre che a svolgere i seguenti compiti: • Diffondere tra le famiglie del gruppo gli avvisi e gli allerta ricevuti dalle Forze dell'Ordine relativi a furti avvenuti nel proprio territorio e in quelli limitrofi o a potenziali rischi rappresentati da truffe in corso, ecc. Associazione Controllo del Vicinato, Via San Giuseppe, 31 – 21047, Saronno (Va). www.acdv.it © Associazione Controllo del Vicinato 2019 to 2020 – Tutte le immagini, i testi e il logo sono protetti da copyright. Licenza Creative Commons 3.0: quest’opera è stata rilasciata con licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 3.0 Unported. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/ o spedisci una lettera a Creative Commons, 171 Second Street, Suite 300, San Francisco, California, 94105, USA. Pag.10 / 15
Associazione Controllo del Vicinato - ACdV • Incoraggiare i vicini a prestare attenzione a quello che avviene nella propria area, dando indicazioni sui fenomeni da osservare con maggior attenzione. • Aiutare i vicini a individuare i fattori di rischio e le vulnerabilità comportamentali, strutturali (nella propria casa e negli spazi privati) e ambientali (spazi pubblici confinanti), che favoriscono la consumazione di alcuni reati, e incoraggiarli a mettere a punto le necessarie misure preventive. • Tenere i contatti con gli altri Coordinatori della zona. • Accogliere i nuovi vicini, spiegando le attività del gruppo di Controllo del Vicinato e incoraggiandoli ad aderire al Programma. La registrazione dei gruppi I gruppi di Controllo del Vicinato possono registrarsi sul sito della nostra Associazione per ricevere gratuitamente supporto, informazioni, documentazione e formazione. Il censimento dei gruppi permette inoltre all’Associazione di valutare la diffusione del Programma a livello nazionale. Associazione Controllo del Vicinato, Via San Giuseppe, 31 – 21047, Saronno (Va). www.acdv.it © Associazione Controllo del Vicinato 2019 to 2020 – Tutte le immagini, i testi e il logo sono protetti da copyright. Licenza Creative Commons 3.0: quest’opera è stata rilasciata con licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 3.0 Unported. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/ o spedisci una lettera a Creative Commons, 171 Second Street, Suite 300, San Francisco, California, 94105, USA. Pag.11 / 15
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