CITOLOGIA 10 - Reticolo endoplasmatico, lisosomi, perossisomi, inclusioni cellulari
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CITOLOGIA 10 - Reticolo endoplasmatico, lisosomi, perossisomi, inclusioni cellulari Reticolo endoplasmatico Il reticolo endoplasmatico (RE) è un organulo citoplasmatico, costituito da una rete intrecciata di compartimenti (detti cisterne). Le cisterne sono formate da un doppio strato di fosfolipidi, che rende la membrana del RE simile a quella citoplasmatica; tuttavia, essa è più sottile e presenta catene di oligosaccaridi che sporgono anche all’interno delle cisterne (e non solo all’esterno, come nel caso della membrana cellulare). La funzione più importante del RE è quella di modificare alcune sostanze prodotte dalla cellula. Ci sono 2 tipi di RE: rugoso (RER) e liscio (REL – o SER in inglese). Reticolo endoplasmatico rugoso (RER) Il RER deve il suo attributo “rugoso” alla presenza di ribosomi attaccati sul lato esterno della membrana che gli conferiscono un aspetto ruvido (simile ad una carta vetrata vista al microscopio). La membrana esterna del RER si continua con la membrana esterna del nucleo. Anche essa presenta ribosomi sulla superficie esterna. Le cisterne del RER hanno la caratteristica forma appiattita e sono molto sviluppate ed abbondanti nelle cellule dove c’è un elevato metabolismo proteico (es. cellule del fegato e dell’intestino). La funzione principale del RER è quella di rimaneggiare le proteine sintetizzate dai ribosomi presenti sulla sua superficie esterna. In particolare, le funzioni principali sono la N-Glicosilazione e il folding proteico. N-glicosilazione Consiste nell’aggiunta di un oligosaccaride (formato da 14 residui zuccherini) alla proteina sintetizzata dai ribosomi presenti sul RER. L’oligosaccaride si forma sul dolicolo, un fosfolipide particolare che si trova in prossimità del canale d’ingresso attraverso il quale la proteina sintetizzata dal ribosoma entra nel RER. Successivamente, intervengono degli enzimi (glicosidasi) che eliminano 3 molecole di glucosio ed 1 di mannosio dall’oligosaccaride. Infine, quando entra una proteina appena sintetizzata dal ribosoma, l’oligosaccaride viene trasferito sul gruppo amminico (NH2) dell’amminoacido asparagina. La presenza dell’albero oligosaccaridico è fondamentale, perché: permette alle proteine di essere più solubili le rende meno attaccabili da parte delle proteasi 1 CITOLOGIA 10 - Reticolo endoplasmatico, lisosomi, perossisomi, inclusioni cellulari
conferisce loro un corretto ripiegamento (folding delle proteine). Folding proteico Una proteina, per funzionare correttamente, non deve solo avere la giusta sequenza di amminoacidi, ma deve assumere anche una corretta conformazione spaziale. Il folding proteico avviene attraverso diverse fasi: 1. La proteina appena prodotta dal ribosoma ed N-glicosilata viene sottoposta all’azione di glicosidasi di tipo I e II, che sottraggono all’oligosaccaride 2 molecole di glucosio. 2. A questo punto, interviene una proteina, la calnexina, che si attacca da una parte con il glucosio rimasto sull’oligosaccaride e dall’altra sulla proteina. La calnexina riesce a fare un primo ripiegamento della proteina, eliminando l’ultima molecola di glucosio rimasta. 3. La proteina appena ripiegata può andare incontro a due destini: 1. Se il primo ripiegamento della calnexina è sufficiente, la proteina esce dal RER. Prima di uscire perde, però, una molecola di mannosio dall’oligosaccaride (ad opera dell’enzima mannosidasi). 2. Se la proteina necessita di più ripiegamenti, allora interviene un’altra proteina, la GGT (Glicoprotein-Glucosil-Transferasi) che aggiunge una molecola di glucosio all’albero. In questo modo, la proteina si può legare nuovamente alla calnexina e subire un ulteriore ripiegamento. Questo percorso ciclico continua fino a quando la proteina non ha subito tutti i ripiegamenti di cui ha bisogno. 4. A questo punto, le proteine saranno tutte ripiegate, ma non tutte lo saranno correttamente. Le proteine misfolding (cioè ripiegate male) vengono riconosciute da un’altra proteina, detta proteina degradante, la quale porta la proteina fuori dal RER verso il proteosoma, un complesso proteico che distrugge la proteina difettosa. Reticolo endoplasmatico liscio (REL) A differenza del RER, il REL è privo di ribosomi sulla sua superficie (di qui “liscio”); le cisterne da cui è composto hanno una forma tubulare, che lo rende facilmente distinguibile dal RER. 2 CITOLOGIA 10 - Reticolo endoplasmatico, lisosomi, perossisomi, inclusioni cellulari
Il REL ha diverse funzioni: Sintetizzare lipidi (i fosfolipidi che servono per le membrane cellulari, il colesterolo e gli steroidi e i glicolipidi). Detossificare da sostanze altrimenti dannose per l’organismo (come l’etanolo contenuto nelle bevande alcoliche, alcuni farmaci, etc). Questa funzione viene espletata da ossidasi, tra cui i citocromi P450. Costituire una riserva di ioni calcio (Ca2+), utili in alcune cellule (come quelle muscolari). È coinvolto nel metabolismo del glicogeno. Il glicogeno viene conservato, come riserva energetica, nel fegato e nei muscoli. Per fornire energia, esso deve essere “spezzettato” in tante molecole di glucosio. Questo processo avviene grazie al REL. Infatti, il glicogeno viene convertito dapprima in tante molecole di glucosio-6-fosfato (glucosio + P). In questa forma, però, il glucosio non può uscire dalla cellula. Grazie ad un enzima, la glucosio-6- fosfatasi, presente solo sulle membrane del REL, il gruppo P viene rimosso e il glucosio può uscire dalla cellula. Lisosomi I lisosomi sono organuli cellulari deputati alla digestione di materiale extra o intracellulare. Si possono definire “l’apparato digerente della cellula”. Si tratta di piccole vescicole (tra 25-50 nm e 1 μm), che si formano per gemmazione dalle membrane del Golgi. I lisosomi contengono una grande varietà di enzimi, chiamati idrolasi acide, capaci di digerire praticamente tutti i tipi di molecole biologiche (proteine, lipidi, acidi nucleici, glucidi). Questi enzimi sono prodotti nel RER e rielaborate dal Golgi e funzionano a pH
Le cellule che contengono più lisosomi sono i macrofagi e i granulociti, cellule deputate alla difesa del nostro organismo. Difetti nella composizione delle idrolasi lisosomiali possono portare a gravi malattie; tra queste, spicca la malattia di Gaucher, dovuta alla deficienza dell’enzima glucocerebrosidasi, che comporta gravi danni al fegato, alla milza e alle ossa. Perossisomi Sono simili ai lisosomi, anche nelle dimensioni (0,5 μm circa), ma hanno enzimi diversi. Sono così chiamati perché, grazie agli enzimi perossidasi, riescono a convertire l’acqua (H2O) in acqua ossigenata (H2O2). Oltre alle perossidasi, i perossisomi contengono altri enzimi, tra cui le catalasi e le ossalasi. I perossisomi non vengono prodotti nel Golgi (come i lisosomi) ma si riproducono per divisione. I perossisomi hanno la funzione di degradare gli acidi grassi, l’alcol ed altri componenti dannosi. Per questo, sono maggiormente presenti nelle cellule del fegato e dei reni, due importanti filtri del nostro organismo. Al microscopio elettronico, i perossisomi si differenziano dai lisosomi per l’aspetto delle vescicole. Infatti, rispetto ai lisosomi, il contenuto delle vescicole dei perossisomi non è omogeneo, ma presenta aree elettrondense (scure) centrali che risaltano sul fondo più chiaro delle vescicole. 4 CITOLOGIA 10 - Reticolo endoplasmatico, lisosomi, perossisomi, inclusioni cellulari
Inclusioni cellulari Le inclusioni cellulari sono sostanze che si accumulano nel citoplasma. Esistono due tipi di inclusioni cellulari, le inclusioni cellulari esogene e quelle endogene. Inclusioni cellulari esogene Sono sostanze incluse provenienti dall’esterno. Alcuni esempi sono: carotene, una sostanza lipofila contenuta nelle carote. Se assunto in larghe quantità, può provocare una colorazione arancione della pelle metalli pesanti, come il piombo o l’argento altre sostanze come l’amianto e la silice (che possono rompere le membrane lisosomali) Inclusioni cellulari endogene Sono sostanze prodotte dalla cellula ed immagazzinate nel citoplasma. Queste comprendono: gocce lipidiche: si tratta di gocce di grassi che si accumulano nel citoplasma di alcune cellule (come adipociti, cellule epatiche,…). In TEM, appaiono come gocce fortemente elettrodense, mentre in LM sono chiare. glicogeno: è la molecola di riserva energetica utilizzata da molte cellule del nostro organismo (cellule epatiche, muscolari, surrenali, …). In TEM, appaiono come “rosette” elettrodense mentre in LM sono visibili solo con particolari colorazioni. precursori: sono sostanze momentaneamente parcheggiate nel citoplasma e che devono essere espulse all’esterno della cellula, per svolgere una specifica funzione. Il gruppo dei precursori comprende: precursori di enzimi (zimogeni): enzimi in forma inattiva che, liberati fuori dalla cellula, si attivano svolgendo la propria funzione. Alcuni esempi sono: Tripsinogeno, un enzima proteolitico che si trova nelle cellule del pancreas. Pepsinogeno, un enzima proteolitico che si trova nelle cellule dello stomaco. Precursori di amilasi, enzimi glucolitici che si trovano nelle cellule del pancreas. Altri precursori: sono molecole non enzimatiche che, una volta all’esterno della cellula, si trasformano in altre sostanze. Esempi: mucinogeno, abbondante nelle cellule caliciformi degli epiteli gastrointestinali e respiratori. Esso forma la mucina, una sostanza che, a contatto con l’acqua, diventa muco e svolge una funzione protettiva. pigmenti: sostanze che assumono un particolare colore alla microscopia ottica. I più importanti sono: melanina, un pigmento marrone responsabile del colore della pelle e dei capelli. lipofuscina, una sostanza giallognola che forma i corpi residui dei lisosomi terziari. cristalloidi: molecole che assumono la forma di cristalli. I cristalloidi si trovano negli eosinofili (particolari tipi di globuli bianchi) e nelle cellule di Leydig del testicolo. 5 CITOLOGIA 10 - Reticolo endoplasmatico, lisosomi, perossisomi, inclusioni cellulari
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