CHIMICA E BENI CULTURALI: LA FONTANA DEL CUPIDO A VILLA PAMPHILJ - Liceo Montale

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CHIMICA E BENI CULTURALI: LA FONTANA DEL CUPIDO A VILLA PAMPHILJ - Liceo Montale
Progetto CONOSCiENZE - a.s. 2019/20

CHIMICA E BENI CULTURALI:
LA FONTANA DEL CUPIDO A
VILLA PAMPHILJ
Classe IVQ liceo linguistico
Liceo Montale, via di Bravetta 545, I - 00164 Roma

A cura della professoressa Maria Vittoria Barbarulo
Classe IVQ – Liceo Montale
CHIMICA E BENI CULTURALI: LA FONTANA DEL CUPIDO A VILLA PAMPHILJ - Liceo Montale
Progetto CONOSCiENZE - a.s. 2019/20

La Chimica può essere considerata la scienza centrale perché riguarda tutti gli aspetti della
società ed è profondamente interconnessa con la nostra cultura; in questo studio di caso
abbiamo voluto esplorare il legame tra la Chimica e l’Arte, illustrando alcune semplici reazioni
responsabili di diversi fenomeni di alterazione dei manufatti artistici, in particolare, realizzati in
materiale lapideo, convinti che ognuno di noi debba nel suo piccolo prendersi cura del nostro
prezioso, variegato e vasto patrimonio culturale per le presenti e future generazioni, così come
ricordato nell’articolo 9 della nostra Costituzione:
                      La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
                          Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Il caso scelto è la fontana del cupido nel settore orientale di Villa Doria Pamphilj: il manufatto è
stato realizzato in travertino, con pezzi di recupero nella seconda metà del XIX secolo su progetto
dell’architetto Andrea Busiri Vici.

Il lavoro è stato articolato in quattro parti, ognuna delle quali è stata esaminata da un gruppo di
studenti e presentata agli altri:
    1. Storia della Villa Doria Pamphilj

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    2. Gli aspetti artistici della Villa Doria Pamphilj, con particolare riferimento alla fontana del
       cupido
    3. Il travertino, caratteristiche chimiche e impiego
    4. Processi elettrochimici riguardanti i metalli

Sono state effettuate alcune prove di laboratorio su diversi materiali lapidei presenti nel parco
della Villa ed è stato fatto un sopralluogo nella Villa per studiare la fontana e riprenderne
immagini significative per l’osservazione dei processi di degradazione.

    1. Storia della Villa Doria Pamphilj

La Villa si trova in un’area utilizzata già in epoca romana, in parte percorsa dalla via Aurelia che
da porta Aurelia (l’attuale porta San Pancrazio) dirigeva verso Ovest, seguendo per un tratto il
percorso dell’acquedotto Traiano, e in parte riservata a sepolture, come risulta dal ritrovamento
di colombari e altre strutture sepolcrali. Nel Medioevo l’abbondanza d’acqua e il suolo 1
particolarmente fertile hanno favorito lo sviluppo di coltivazioni, in particolare, di vigne. La nobile

1Dal punto di vista geologico si rileva che una grande porzione della Villa è caratterizzata nel suo strato superficiale da prodotti vulcanici
provenienti dal distretto vulcanico sabatino rimaneggiati e pedogenizzati, talvolta coperti da terreni di riporto

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famiglia dei Pamphilj acquista il terreno con il progetto di realizzarvi una grande residenza fuori
porta all’inizio del XVII secolo. Il primo nucleo edificato è la Villa Vecchia (in origine probabile
cisterna dell’acquedotto stesso) cui segue, per opera dell’architetto Alessandro Algardi tra il 1645
e il 1652, il Casino del Bel respiro che si affaccia sul giardino segreto e, più in basso, sul giardino
del teatro. Nel XVIII secolo la superficie della Villa viene aumentata con l’acquisizione di altri
terreni e abbellita con l’allestimento del giardino dei cedrati. Nel XIX secolo si edificano le nuove
serre, la vaccheria e la Cappellina; nel 1856, viene redatto il “Catalogo ed inventario delle piante
vive esistenti nei giardini e serre di Villa Pamphilj”, comprendente oltre 600 differenti specie
arboree e floreali: in quegli anni il giardino del teatro si presenta come un orto botanico, con
vialetti e serpentine, con piccole sculture e fontane, tra cui si trova la fontana del cupido. Nel XX
secolo la Villa è stata parzialmente espropriata ed è attualmente di proprietà del Comune di
Roma.

   2. Gli aspetti artistici della Villa Doria Pamphilj, con particolare riferimento alla fontana del
      cupido

Gli edifici che fanno parte della Villa riflettono gli stili architettonici in voga nel periodo della loro
edificazione, dal barocco del Casino del Bel respiro al neogotico delle serre, all’eclettismo della
Cappella Pamphilj, così come i giardini sono progettati in linea con modelli diversi, dal giardino
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segreto, secondo il gusto “all’italiana”, al giardino dei cedrati, ideato per accogliere agrumi di
varie specie, alla valle dei daini, utilizzata anche per le battute di caccia.
Le fontane della Villa sono state realizzate su disegno di Alessandro Algardi, con le eccezioni della
fontana della lumaca, con una scultura di Gianlorenzo Bernini e fontana del cupido, la cui origine
è da rintracciare nei tristi fatti che coinvolsero la Villa, scenografia involontaria nel giugno del
1849 dell’epilogo della bella esperienza della sfortunata Repubblica Romana. Le battaglie di quei
giorni provocarono molte vittime e ingenti distruzioni e tra frammenti di stucchi e di affreschi,
tra statue marmoree mutilate e blocchi di travertino dispersi, l’architetto Busiri Vici recuperò i
pezzi per realizzare la fontana, denominata “del cupido” per la statua (in seguito trafugata, ad
eccezione dei piedi) che ne ornava la parte superiore.
La fontana ha una sagoma circolare definita da 12 pilastrini a sezione quadrata, sostenenti 12
gigli e decorati con mascheroni dalle diverse sembianze sui lati e delimitati da travertino scolpito
a guisa di roccia naturale; dai mascheroni fuoriescono cannelli metallici che gettano acqua in
catini a forma di conchiglia.
Nella parte centrale vi è una struttura costituita da quattro figure di satiri utilizzate come supporti
per una vasca ornata da festoni e motivi e ghirlande.

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Stato dell’arte della fontana del cupido
La fontana del cupido si trova al centro di una vasta area tenuta a prato e riccamente alberata,
ma non protetta da fogliame o in ombra; si osservano differenze nel tipo e nell’entità del degrado
legate alla variazione dell’illuminazione solare nell’arco della giornata e dell’anno e
all’esposizione alla pioggia. L’indagine visiva rivela la presenza di formazioni vegetali, patine
marroncine, sfaldature e interventi di riparazione con materiali diversi dal travertino.
I fenomeni di degrado della fontana del cupido sono chimici, fisici e biologici
(biodeterioramento): abbiamo scelto di occuparci dei fenomeni chimici, riconducibili a reazioni di
scambio semplice (con trasferimento di elettroni) e doppio.

   3. Il travertino, caratteristiche chimiche e impiego

Il materiale con cui è stata realizzata la fontana del cupido è in gran parte travertino,
comunemente impiegato in tante e varie opere architettoniche da oltre due millenni.
Il travertino, il lapis tiburtinus dei Romani, è, infatti, un materiale durevole, di colore bianco-
giallastro o rossiccio chiaro e composto quasi esclusivamente da calcio carbonato (CaCO3) e
poroso per la presenza di forellini causati da alcune piantine che si sono sviluppate sulla sua
superficie e vi sono rimaste intrappolate nel corso del processo di precipitazione del sale stesso. Il
travertino è spesso ricoperto da una patina formata da particelle estranee (ad esempio, ceneri),

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cementate dal calcio carbonato disciolto e riprecipitato e dal calcio solfato (CaSO4), entrambi i sali
sono tipicamente prodotti in atmosfere inquinate.

  • Effetto dell’acidità atmosferica naturale sul travertino
(H2O + CO2  H2CO3)
H2CO3 + CaCO3  Ca(HCO3)2  il calcio idrogeno carbonato è solubile in acqua
  • Effetto dell’acidità atmosferica di origine antropica sul travertino
H2SO4 + CaCO3 + H2O  CaSO4x2H2O + CO2  il calcio solfato (gesso) è solubile in acqua

    4. Processi elettrochimici riguardanti i metalli

Per la distribuzione dell’acqua della fontana del cupido sono stati inseriti nella parte in travertino
tubi e snodi in materiale metallico, presumibilmente ferro, elemento in grado di reagire in
presenza di ossigeno e acqua, nei processi di ossido-riduzione.
Queste reazioni sono caratterizzate dal trasferimento di elettroni tra due specie chimiche con
diverso potenziale elettrico. Ambienti epigei ricchi di sali 2 possono favorire l’ossidazione dei

2
 Nelle tubature scorre l’acqua dell’acquedotto Traiano, con importanti concentrazioni di ioni bicarbonato, calcio, magnesio
e solfato
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metalli con la formazione di prodotti spesso facilmente solubili in acqua: nel caso del ferro si
verifica la seguente reazione
2Fe + 2H2O + O2  2Fe2+ + 4OH-
il ferro si comporta come il polo negativo (anodo) di una pila e i suoi elettroni vengono trasferiti
all’ossigeno atmosferico che, a sua volta, si comporta come il polo positivo (catodo). Lo ione Fe2+
così formato può essere, in seguito, ossidato a Fe3+ e dar luogo alla ruggine, insieme degli ossidi
FeO e Fe2O3.

Ipotesi di restauro
Il restauro è un “insieme di interventi realizzati per prolungare nel tempo la vita del monumento
ricostituendo l'efficienza dei materiali costitutivi, mirando a restituire all'oggetto la relativa
leggibilità; il restauro è seguito da azioni di leggero impatto eseguite periodicamente per
mantenere in efficienza i materiali costitutivi anche per ridurre il rischio di crolli, rotture e in
generale di danni imprevisti”.
I vincoli e le difficoltà negli interventi di restauro e conservazione dei BC e, dunque, della
fontana del cupido sono le dimensioni del bene culturale stesso (e la sua trasportabilità o meno),
l’unicità del suo messaggio storico-artistico e la reversibilità dell’intervento (non possiamo
escludere che si individuino in futuro nuovi e più idonei prodotti).

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Per un miglioramento dello stato della fontana avremmo pensato ad un intervento di pulitura per
la rimozione delle piantine e di stuccatura delle parti fratturate o mancanti (se piccole), cercando
di mantenere il colore originale; per la sua conservazione riteniamo ottimale la stesura di uno
strato protettivo per il travertino e di una vernice antiossidante per le parti in ferro.

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Fotografie

                                                                3

3   Fotografia d’epoca, inizi del Novecento (Archivi fotografici comunali): è visibile la statua del cupido che sormontava la fontana
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Bibliografia
AA. VV. Basilica di San Pietro, Restauro e Conservazione ENI 1999
Appunti dalle lezioni del Corso di Chimica del Restauro Università Telematica Internazionale RAI 2001
C. Benocci a cura di, Villa Pamphilj, Art Color Printing ed. 2005
L. Campanella, R. Marini Bettolo et al. Chimica per l’Arte Zanichelli ed. 2007
Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio D. lgs 22/01/2004 n. 42
P. Parrini Conservazione e restauro, in Le Scienze, 1/01/1982
V. Posca Chimica più, Zanichelli ed. 2017
P. Silvestroni Fondamenti di Chimica Veschi ed. 1980

WEB-grafia
http://www.sovraintendenzaroma.it/i_luoghi/ville_e_parchi_storici/ville_dei_nobili/villa_doria_pamphilj
https://it.wikipedia.org/wiki/Travertino
labec.fi.infn.it/
http://www.icr.beniculturali.it/pagina.cfm?usz=5&uid=67&rid=71
http://www.chimicare.org/curiosita/la-chimica-nella-vita-domestica/ruggine-perche-si-forma-ed-un-modo-curioso-per-
evitarla/
http://www.nanoforart.eu/
whc.unesco.org/en/convention/
http://comitatogianicolo.it/assedio-di-roma

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Autori della ricerca
LAVINIA ANTENUCCI            ALICE FONTANA
BEATRICE ATTENNI             TOMMASO GIOBBI
NISHAN BEI                   SVEVA GIULIANI
EDOARDO BONDI’               CHIARA GUARINO
EDOARDO CIARALDI             ELEONORA PALMA
MARCO CIPELLI                SAFIA SAJIE
AURORA DE NINO               NICCOLO’ SPIZZICHINO
GIULIA DE ROSSI              STEFANO ZHU
LAVINIA DI PANFILO           Classe IVQ, indirizzo linguistico, sede via Paladini

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