EUROPEAN COMMISSION DIRECTORATE-GENERAL JUSTICE , FREEDOM AND SECURITY
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EUROPEAN COMMISSION DIRECTORATE-GENERAL JUSTICE , FREEDOM AND SECURITY EUROPEAN PROGRAMME FOR CRITICAL INFRASTRUCTURE PROTECTION 2007 Introduzione La contaminazione delle acque potabili è da sempre considerata come uno dei peggiori rischi di intossicazioni e diffusione di malattie, tali da provocare enormi problemi di salute pubblica ed ingenti danni economici. In questa sede ci riferiremo al rischio di contaminazione dell’acqua in sistemi idropotabili, dalla presa alla distribuzione. Le misure di salvaguardia per le opere di presa sono codificate dall’attuale quadro normativo (D.Lgs. 152/2006) ed ampiamente trattate nella letteratura tecnica. La contaminazione di un sistema idrico può avvenire per cause accidentali o per attacchi deliberati. La contaminazione accidentale può avvenire lungo le tubazioni o nei serbatoi. La contaminazione lungo le tubazioni può essere causata dalla presenza di punti di perdita e dalla contemporanea presenza di una piezometrica che taglia l’asse della condotta. Fenomeni di contaminazione accidentale possono poi prodursi nei serbatoi, soprattutto per effetto della cattiva manutenzione di questi. Ad esempio nel 1993, a Gideon, Missouri (USA) furono identificati casi di salmonellosi dovuti ad una contaminazione dell’acqua potabile distribuita dal locale acquedotto. In seguito ad analisi condotte sul sistema (Clark et al., 1996) la causa fu identificata nella cattiva manutenzione di uno dei serbatoi. Per quanto concerne le contaminazioni intenzionali occorre ricordare come, già in epoca classica, la contaminazione dei pozzi era praticata come tattica di guerra. Episodi di contaminazione dei sistemi idrici si sono poi verificati nel corso delle guerre napoleoniche e anche del secondo conflitto mondiale. Oggi il rischio di possibili contaminazioni intenzionali dei sistemi idropotabili appare accresciuto in seguito all’affermarsi a livello internazionale della minaccia terroristica dopo l’11 settembre 2001. Accanto alla contaminazione a scopo terroristico occorre poi tener presente i forse meno gravi, ma sicuramente più frequenti, atti vandalici o di sabotaggio che possono verificarsi soprattutto per gli impianti più isolati. In tale ambito l’Università degli Studi di Cassino e la società GORI S.p.A., Gestore dell’ATO3 Campania, hanno già sviluppato un progetto che si poneva come obiettivo quello di sviluppare delle linee guida per la messa in sicurezza dei sistemi idropotabili rispetto alla minaccia di contaminazioni intenzionali. Il progetto, denominato DISWIP (Development of an Integrated System for Water Infrastructure Protection against intentional attacks), è stato finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma EPCIP (European Programme for Critical Infrastructure Protection), destinato a migliorare la sicurezza delle Infrastrutture Critiche nell’Unione Europea. Il progetto si è concluso il 30 novembre 2007 e i suoi risultati sono stati presentati nell’ambito di un workshop tenutosi a Sorrento il 25 gennaio 2008. L’approccio seguito nel progetto è stato di tipo induttivo: l’analisi di un reale sistema di adduzione gestito
dalla GORI, quello della Penisola Sorrentina, ha rappresentato l’occasione per testare sul campo strumentazioni, procedure e metodologie di protezione, al fine di valutare la loro applicabilità ed efficacia. L’uso di un approccio induttivo è un elemento innovativo rispetto ad analoghi studi recentemente pubblicati; ciò ha consentito lo sviluppo di procedure maggiormente adeguate alla realtà degli impianti ai quali dovranno essere applicate. La filosofia adottata in DISWIP è stata quella della realizzazione di un Sistema Integrato di protezione, che adotti i sistemi disponibili in sequenza, dai più semplici (ed economici), quali i dispositivi di controllo degli accessi, ai più complessi (ed onerosi), come i sistemi di monitoraggio in tempo reale della qualità dell’acqua, in maniera tale da ottenere un buon livello di sicurezza minimizzando i costi. Anche alla luce dei risultati di DISWIP, la Commissione Europea ha finanziato un nuovo progetto sulle medesime tematiche, sempre nell’ambito del programma EPCIP. Tale nuovo progetto, denominato GLEWIP (GuideLines Enhancement for Water Infrastructure Protection against intentional attacks), ha visto coinvolti l’Università di Cassino, ed in particolare il Laboratorio di Ingegneria delle Acque, in qualità di capofila, la GORI S.p.A. e Acea ATO 5 spa, gestore dell’ATO5 Lazio. Il progetto è stato sviluppato nell’intero arco temporale del 2008, e in tale ambito sono stati individuati due nuovi siti pilota, uno per ciascun partner. Per la GORI il sito pilota è stato il sistema acquedottistico Vesuviano, mentre per Acea ATO5 la scelta è caduta sull’acquedotto Aurunci Valcanneto. Si tratta di due sistemi di adduzione idrica con caratteristiche volutamente molto differenti. Il primo serve 17 comuni dell’area Vesuviana, con circa 400.000 abitanti, e si sviluppa come un sistema fortemente magliato, il secondo è a servizio di 25 piccoli comuni della provincia di Frosinone, con circa 80.000 abitanti, ed è fondamentalmente costituito da una adduttrice principale dalla quale partono le diramazioni per i centri da servire. La scelta è caduta su tali sistemi proprio per poter generalizzare le tecniche sviluppate in DISWIP, e valutare la loro applicazione in realtà differenti. Misure di mitigazione del rischio: il progetto del sistema integrato di sorveglianza e allarme Le misure di mitigazione del rischio adottabili per un sistema idropotabile possono essere classificate in: • misure fisiche (miglioramento dei sistemi di controllo dei siti sensibili, sistemi di controllo degli accessi, sistemi di videosorveglianza); • adozione di sistemi di controllo della qualità dell’acqua (mediante campionamento ad intervalli di tempo regolari oppure in tempo reale). La filosofia di intervento, sviluppata in DISWIP e riproposta ed affinata in GLEWIP, è quella della realizzazione di un Sistema Integrato di protezione, che adotti i sistemi disponibili in sequenza, dai più semplici (ed economici) ai più complessi (ed onerosi), in maniera tale da ottenere un buon livello di sicurezza minimizzando i costi. L’obiettivo pertanto non è stato quello di sviluppare nuove tecnologie di protezione, quanto piuttosto quello di “assemblare” le tecnologie esistenti in un sistema integrato in grado di ridurre efficacemente il rischio. E’ stato pertanto sviluppato un sistema integrato di sorveglianza ed allarme costituito da: • sistema di controllo degli accessi mediante porte allarmate e badge elettronici per l’identificazione del personale che accede alle strutture; • sistema di videosorveglianza (TVCC) degli impianti maggiormente vulnerabili, realizzato mediante videocamere “motion detection” su IP; • sistema di monitoraggio in tempo reale della qualità dell’acqua.
La trasmissione dei dati da questi sistemi al centro di telecontrollo è un elemento cruciale per la funzionalità dell’intero sistema. Per il Vesuviano essa avviene mediante una rete di trasmissione wireless proprietaria, realizzata nel corso del progetto. Per il sistema Aurunci-Valcanneto sono state utilizzate tecnologie tradizionali. Online Contaminant Monitorino System (O.C.M.S.) Il progetto di un sistema di controllo della qualità dell’acqua non può prescindere dalla conoscenza del funzionamento idraulico del sistema acquedottistico. A tale scopo è stato realizzato un dettagliato modello di simulazione tempo variabile dei sistemi oggetto dello studio. La calibrazione di tale modello è stata realizzata utilizzando dati di portata ottenuti dal sistema di telecontrollo. Poiché i dati di input del modello sono ovviamente affetti da incertezze (incertezza sul valore dei parametri fisici: diametri, lunghezze e scabrezze delle tubazioni, incertezza sulla domanda di portata dell’utenza, che è aleatoria) è stata sviluppata un’analisi di sensitività dei risultati ai suddetti dati di input. In tale maniera i risultati del modello possono essere interpretati in senso probabilistico. Il progetto di un sistema di monitoraggio in tempo reale della qualità dell’acqua (OCMS) richiede la soluzione di due quesiti: • la definizione dei parametri da misurare; • il posizionamento delle stazioni di misura. In tale definizione occorre ovviamente tener conto della compatibilità con la necessità di contenere la spesa totale entro limiti sostenibili dal Gestore. Per quanto concerne il primo problema occorre immediatamente evidenziare come non tutti i contaminanti siano misurabili in tempo reale; inoltre, poiché non è possibile conoscere a priori l’agente contaminante che potrebbe essere utilizzato in un attacco, è necessario misurare parametri che possano avere il più ampio spettro di individuazione di sostanze nocive. Nel progetto dell’OCMS del sito pilota sono stati scelti parametri che, pur non potendo essere considerati, in senso assoluto, come rappresentativi della presenza di una contaminazione, hanno tuttavia l’indubbio vantaggio di poter essere misurati in maniera semplice, e repentine variazioni di uno o più di essi possono senza dubbio essere indice di situazioni critiche. Una alternativa è costituita dall’uso dei cosiddetti biosensori che, mediante la valutazione della risposta di sistemi biologici (batteri) alle variazioni di qualità dell’acqua, permettono l’identificazione di contaminazioni. A causa del loro costo, e della complessità di gestione, si è scelto di non utilizzare questi strumenti per il monitoraggio online, ma di utilizzarli, nella loro versione da campo, per l’esecuzione dei controlli di verifica nel caso di anomalie segnalate dall’OCMS. Il sistema di monitoraggio è costituito da piattaforme di misura (5 per il Vesuviano, 2 per l’acquedotto Aurunci - Valcanneto), ciascuna delle quali è equipaggiata della necessaria strumentazione di misura per i parametri succitati e per la trasmissione al sistema di telecontrollo. Al fine di rendere, per quanto possibile, modulare il sistema, è stata progettata una apposita piastra portastrumenti, riportata in Figura 1. Il posizionamento delle stazioni di monitoraggio è stato effettuato sulla base dei risultati del modello di simulazione idraulica del sistema acquedottistico in esame. La modellazione e le simulazioni effettuate hanno consentito la selezione di alcuni siti nei quali il posizionamento di stazioni di monitoraggio garantisce la più efficiente e rapida individuazione di un’eventuale contaminazione in atto originatasi in un punto qualsiasi del sistema. La scelta dei siti è stata effettuata attraverso una serie di considerazioni sulle caratteristiche geometriche ed idrauliche del sistema e sulle utenze servite.
In particolare, l’ubicazione delle stazioni di monitoraggio ha privilegiato sia criteri di economicità di gestione sia di vulnerabilità in opere con la presenza di risorsa idrica a pelo libero (serbatoi) rispetto alle tubazioni in pressione. Una prima selezione dei serbatoi maggiormente “critici” è stata effettuata mediante la tecnica proposta da Kessler, Ostfeld & Sinai nel 1998. Tale tecnica, che si basa su un’analisi del sistema in condizioni stazionarie, è stata preferita ad altre più recenti e basate anche su condizioni di moto non stazionarie per la sua semplicità e rapidità di applicazione, soprattutto alla luce del limitato numero di stazioni da posizionare e dalla necessità di portare in conto numerosi vincoli di carattere costruttivo ed operativo. Mediante simulazioni in condizioni non stazionarie si è proceduto alla verifica del sistema di allarme progettato rispetto ad un numero elevato di possibili scenari di contaminazione. Come precedentemente accennato, la necessità di contenere il numero di piattaforme da posizionare, per ovvi motivi economici, ha imposto la scelta di un numero massimo di 7 stazioni di monitoraggio. Ulteriori valutazioni sono state, pertanto, effettuate considerando il numero di utenze servite dai vari serbatoi ed il funzionamento idraulico della rete: è evidente, ad esempio, che la scelta tra due serbatoi è più opportuno che ricada su quello che serve il numero di utenze più elevato. Protocolli di Risposta L’analisi di un elevato numero di scenari di contaminazione ha portato a stabilire “regole decisionali” per gli operatori del telecontrollo, che, in presenza di un allarme, permettono di: • individuare il serbatoio (o il sottoinsieme di serbatoi) possibile origine della contaminazione; • valutare il tempo di arrivo della contaminazione ai serbatoi di testata delle reti di distribuzione; • individuare pertanto le parti di servizio da interrompere in attesa di una verifica analitica della contaminazione. Figura 1. Schema della strumentazione collocata in ciascun nodo di monitoraggio.
Conclusioni Lo sviluppo del progetto GLEWIP, coordinato dal Laboratorio di Ingegneria delle Acque dell’Università di Cassino con la GORI S.p.A. e ACEA ATO 5 S.p.A., quale naturale prosecuzione del progetto DISWIP, ha consentito di pervenire in sintesi ai seguenti risultati: • è stato implementato un sistema di misura e di controllo (monitoraggio) per la mitigazione del rischio derivante da possibili contaminazioni accidentali e/o intensionali; • il sistema di monitoraggio è stato progettato nel rispetto dell’economia di realizzazione per garantire costi sostenibili da parte degli utilizzatori; • il sistema di monitoraggio è stato installato su siti pilota dei sistemi di adduzione della Penisola Sorrentina e del comprensorio vesuviano (GORI), nonché dell’Acquedotto Aurunci – Valcanneto (ACEA ATO 5) e, allo stato attuale, è in esercizio per le necessarie verifiche di funzionamento; • a sostegno del sistema di monitoraggio, è stato implementato un “processo decisionale di intervento”, supportato da specifica modellazione idraulica del sistema idrico. Tali risultati – alla luce della sperimentazione fin qui effettuata – possono ritenersi ragionevolmente generalizzabili su impianti idrici di differenti dimensioni, sempre che siano disponibili i dati necessari all’implementazione dei modelli di simulazione idraulica. A tal riguardo si auspica una sempre maggiore sensibilità dei soggetti cui è demandata la responsabilità del servizio idrico, anche ai fini di una gestione “corretta” e continua nel tempo degli impianti.
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