ALTEMS - CERISMAS Collana Policy Brief - SANITÀ 4.0: LA RIVOLUZIONE DIGITALE AL SERVIZIO DELL'UOMO? - Università Cattolica

Pagina creata da Andrea Negro
 
CONTINUA A LEGGERE
ALTEMS - CERISMAS Collana Policy Brief - SANITÀ 4.0: LA RIVOLUZIONE DIGITALE AL SERVIZIO DELL'UOMO? - Università Cattolica
ALTEMS - CERISMAS
Collana Policy Brief

SANITÀ 4.0: LA RIVOLUZIONE DIGITALE
AL SERVIZIO DELL’UOMO?

L’autore
Americo Cicchetti, Professore ordinario di Organizzazione aziendale, Facoltà di Economia,
Università Cattolica del Sacro Cuore; Responsabile Area Organizzazione e Gestione del personale,
CERISMAS; Direttore ALTEMS, Università Cattolica del Sacro Cuore

                      Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS) c/o Università Cattolica del Sacro Cuore
                                 L.go Vito 1 Roma, 00168 T. 06-30155863 altems@rm.unicatt.it www.altems.unicatt.it                  1
                           Centro di Ricerche e Studi in Management sanitario (CERISMAS) c/o Università Cattolica del Sacro Cuore
                                  L.go Gemelli 1 Milano, 20123 T. 02-72343907 cerismas@unicatt.it www.cerismas.com
SOMMARIO
INTRODUZIONE ............................................................................................................................................................ 3

NOTA METODOLOGICA .............................................................................................................................................. 4

LA SANITÀ 4.0, COS’È? ................................................................................................................................................ 5

POSSIBILI SOLUZIONI LE SETTE DINAMICHE DELLA SANITÀ 4.0 ................................................................ 7

UNO SGUARDO (CRITICO) AL FUTURO ................................................................................................................. 9

BREVI CONCLUSIONI ................................................................................................................................................ 11

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA .............................................................................................................................. 13

RINGRAZIAMENTI ..................................................................................................................................................... 13

                              Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS) c/o Università Cattolica del Sacro Cuore
                                         L.go Vito 1 Roma, 00168 T. 06-30155863 altems@rm.unicatt.it www.altems.unicatt.it                                              2
                                   Centro di Ricerche e Studi in Management sanitario (CERISMAS) c/o Università Cattolica del Sacro Cuore
                                          L.go Gemelli 1 Milano, 20123 T. 02-72343907 cerismas@unicatt.it www.cerismas.com
INTRODUZIONE

I sistemi sanitari dei paesi industrializzati e, in questo contesto, il Servizio sanitario nazionale italiano
stanno cercando nuove forme di governo ed organizzazione in risposta alle dinamiche demografiche ed
epidemiologiche che caratterizzano questo momento storico.

Già oggi oltre il 22% della popolazione italiana ha più di 65 anni e nell’arco dei prossimi 5 anni questa
quota raggiungerà il 25% della popolazione (Istat, 2018). Le implicazioni per la salute sono evidenti. Lo
scenario epidemiologico, infatti, è caratterizzato da ampie fasce della popolazione affetta da più patologie
croniche e da un significativo burden di disabilità fisica e psichica. I dati Istat mostrano come il 48% delle
persone (tasso standardizzato) hanno tre o più condizioni croniche. Grazie anche alle innovazioni
tecnologiche le persone cercano dalla medicina non solo il ristabilimento delle proprie condizioni di
salute, ma anche un invecchiamento attivo che tenga il più possibile lontani dalla disabilità e soprattutto
dalla solitudine.

In questo scenario, la domanda di salute cresce in senso quantitativo e qualitativo generando pressione
sulle finanze dei sistemi sanitari pubblici. Questa pressione aumenta per via della crescente disponibilità
di soluzioni che l’innovazione tecnologica offre sia per affrontare le condizioni acute che per gestire, per
lunghi tratti della vita, le condizioni di multi-cronicità e di disabilità. Farmaci innovativi (terapie geniche,
immunoterapie, ecc.), dispositivi medici (es. quelli impiantabili), apparecchiature diagnostiche di
avanguardia, robotica per la chirurgia, sistemi di monitoraggio a distanza, ecc. offrono enormi
opportunità per la diagnosi, la cura e la riabilitazione, con il solo limite del costo.
Questa combinazione di fattori, sta generando quella che qualcuno ha chiamato la “tempesta perfetta”
dentro la quale i nostri sistemi sanitari inevitabilmente sono chiamati a navigare (Atella et al., 2015).
In questo scenario, il Ssn italiano è tra i pochi ancora genuinamente “universalistici” sotto il profilo
formale e sostanziale. Se da un lato questo deve essere considerato un grande successo del welfare
nazionale, sono altrettanto evidenti le questioni che lo rendono “sofferente”. L’Ssn soffre di iniquità di
accesso a livello territoriale e tra classi sociali e di grande variabilità nelle performance dei sistemi
regionali (si veda in proposito il Rapporto Osservasalute, 2018). Le differenze, purtroppo, sono presenti
tra regione e regione così come tra azienda ed azienda; la variabilità nell’efficacia delle cure, oggi
registrata accuratamente dal Piano Nazionale Esiti, restituisce un panorama in cui le performance sono
a macchia di leopardo.

Dopo aver agito massicciamente con la strategia dei piani di rientro e attraverso il contenimento delle
spese per i “fattori della produzione” (es. blocco del turn over per il personale, tetti di spesa per la
farmaceutica e i dispositivi medici, spending review), le uniche opportunità di ulteriore efficientamento
e di “riequilibrio” del Ssn sembrano poter provenire da una decisa revisione dei modi di combinare i
fattori produttivi, attraverso una trasformazione profonda nella gestione dei processi e delle
informazioni, dei modelli organizzativi e sperimentando soluzioni di “governo” istituzionale innovative.

Anche se apparentemente molto diverso, il mondo dell’industria manifatturiera potrebbe offrire qualche
significativo spunto per individuare le soluzioni innovative in grado di trasformare i sistemi sanitari in
un momento considerato per molti versi drammatico.
L’industria manifatturiera ha trovato nella “formula” dell’industria 4.0 il suo percorso di innovazione
all’indomani della dura crisi economica che ha caratterizzato la fine del primo decennio del nuovo
millennio.
Con Industria 4.0 si intende l’insieme delle soluzioni tecnologiche ed organizzative che caratterizzano e
caratterizzeranno la manifattura industriale a seguito degli effetti della digitalizzazione e di altre
tecnologie abilitanti la produttività del lavoro umano.

                   Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS) c/o Università Cattolica del Sacro Cuore
                              L.go Vito 1 Roma, 00168 T. 06-30155863 altems@rm.unicatt.it www.altems.unicatt.it                  3
                        Centro di Ricerche e Studi in Management sanitario (CERISMAS) c/o Università Cattolica del Sacro Cuore
                               L.go Gemelli 1 Milano, 20123 T. 02-72343907 cerismas@unicatt.it www.cerismas.com
Se la prima rivoluzione industriale (1780 circa) è frutto dell’uso della forza del vapore e dell’acqua per la
meccanizzazione dei processi, la seconda rivoluzione ha permesso l’avvio delle grandi produzioni di
massa grazie all’uso dell’energia elettrica (intorno al 1870). Se l’avvento del computer per il design e la
produzione industriale ha dato avvio alla rivoluzione dell’”automazione” (la terza rivoluzione è datata
intorno al 1970), è internet la principale “tecnologia abilitante” la quarta rivoluzione industriale (a
partire dal 2000), ovvero quella cibernetica e digitale.
In che modo le tecnologie abilitanti che caratterizzano la quarta rivoluzione industriale (digitalizzazione,
robotica, big data e intelligenza artificiale, la realtà “aumentata”, la produzione “additiva” delle stampanti
3D, ecc.) potranno impattare sulla sanità del futuro? La così detta Sanità 4.0, trasposizione plastica delle
applicazioni dell’industria 4.0 al più delicato ambito dei servizi alla persona, potrà effettivamente
contribuire a “salvare” i sistemi sanitari dal problema della sostenibilità, o ne accelererà la scomparsa?
L’uso delle tecnologie digitali, e le relative trasformazioni sui servizi “alla salute”, promuoveranno la
crescita dell’occupazione o accelereranno la “distruzione” di posti di lavoro? Quali saranno le implicazioni
per il rapporto tra medico e paziente e, in generale, quali saranno le ricadute per la dignità dei malati e
delle persone? Ma soprattutto, la digitalizzazione fornirà indistintamente a tutti le possibilità di cura che
sembrano essere promesse dall’uso della nuova tecnologia?

Queste domande nascondono, in realtà, un dilemma che non riguarda solo il settore della salute, ma che
riguarda il futuro della nostra società a seguito della trasformazione digitale in corso.

NOTA METODOLOGICA

Questo breve contributo non ha l’ambizione di dare risposte definitive ad una questione di così ampia
portata; l’auspicio è quello di fornire una possibile chiave di lettura delle trasformazioni in corso offrendo
spunti per una più ampia riflessione su un tema che appare ancora poco dibattuto nel settore della salute,
per lo meno nel nostro paese.
Per questo il contributo non contiene una revisione sistematica dell’implementazione delle logiche
dell’Industria 4.0 nella sanità a livello globale, cosa che implicherebbe un lavoro ben più ampio.
Le riflessioni che qui si propongono si basano sull’analisi di alcuni documenti considerati “fondamentali”
per tracciare l’evoluzione della sanità 4.0 e utilizza gli esiti di un focus group recentemente realizzato in
seno al Centro di Ricerca e Studi in Management Sanitario dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il
documento, infatti, beneficia ampiamente dei risultati della discussione promossa da Cerismas nel
novembre 2018 nell’ambito di una iniziativa chiamata Management Forum. Il Management Forum è un
evento annuale dedicato in via esclusiva agli associati CERISMAS, ideato per favorire un confronto su
tematiche di attualità e sugli aspetti più critici e sfidanti della gestione manageriale nel contesto sanitario.
L’edizione 2018 ha avuto luogo presso Comau (Grugliasco, TO), una delle aziende italiane all’avanguardia
nell’innovazione tecnologica e leader mondiale nella realizzazione di robot per la produzione (una delle
tecnologie abilitanti l’Industria 4.0). Grazie al contributo dei ricercatori Cerismas e dei dirigenti Comau,
è stato realizzato un focus group, che ha ingaggiato i responsabili di una trentina di aziende sanitarie
associate al Cerismas (pubbliche e private) e di associazioni (come Aris), nel tentativo di comprendere
l’impatto generale del nuovo scenario industriale sulla nostra società e di tracciarne le conseguenze per
il settore “salute”.
Questo lavoro riporta i risultati del focus group che è stato a sua volta alimentato dagli spunti offerti al
gruppo e derivanti dall’analisi documentale preparatoria e dagli stimoli offerti dai ricercatori Cerismas e
i dirigenti di Comau.

                   Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS) c/o Università Cattolica del Sacro Cuore
                              L.go Vito 1 Roma, 00168 T. 06-30155863 altems@rm.unicatt.it www.altems.unicatt.it                  4
                        Centro di Ricerche e Studi in Management sanitario (CERISMAS) c/o Università Cattolica del Sacro Cuore
                               L.go Gemelli 1 Milano, 20123 T. 02-72343907 cerismas@unicatt.it www.cerismas.com
LA SANITÀ 4.0, COS’È?

Per comprendere meglio cosa si debba intendere per Sanità 4.0 è necessario tornare indietro al 2011,
quando, alla Fiera di Hannover, Henning Kagermann, Wolf-Dieter Lukas e Wolfgang Wahlster
impiegarono per la prima volta in una comunicazione l’espressione “Industrie 4.0”, sintesi del
Zukunftsprojekt Industrie, progetto realizzato dal governo tedesco per applicare massivamente le
potenzialità della digitalizzazione alla produttività industriale del paese. Concretizzatosi alla fine del
2013, il progetto per l'industria del futuro (Industrie 4.0) prevedeva investimenti in infrastrutture,
scuole, sistemi energetici, enti di ricerca e aziende per ammodernare il sistema produttivo tedesco e
riportare la manifattura tedesca ai vertici mondiali rendendola competitiva a livello globale. Di lì a poco,
società di consulenza quali Boston Consulting Group e McKinsey & Co hanno sviluppato il concetto
riempiendolo di contenuti che sono stati alla base di progetti nazionali realizzati da molti paesi avanzati.
Su questa linea, il governo italiano (nel 2016) ha identificato un’agenda nazionale per l’industria 4.0.

L’industria 4.0, secondo Boston Consulting Group è l’uso sistematico e diffuso di 9 tecnologie abilitanti
per rendere più efficiente e personalizzata la produzione industriale:

•      Advanced manufacturing solution: sistemi avanzati di produzione, ovvero sistemi interconnessi
e modulari che permettono flessibilità e performance. In queste tecnologie rientrano i sistemi di
movimentazione dei materiali automatici e la robotica avanzata, che oggi entra sul mercato con i robot
collaborativi o cobot.
•      Additive manufacturing: sistemi di produzione additiva che aumentano l'efficienza dell’uso dei
materiali (grazie all’uso delle stampanti 3D).

•      Augmented reality: sistemi di visione con realtà aumentata per guidare meglio gli operatori nello
svolgimento delle attività quotidiane.

•      Simulation: simulazione tra macchine interconnesse per ottimizzare i processi.
•       Horizontal e vertical integration: integrazione e scambio di informazioni in orizzontale e in
verticale, tra tutti gli attori del processo produttivo.

•       Industrial internet: comunicazione tra elementi della produzione, non solo all’interno
dell'azienda, ma anche all’esterno grazie all'utilizzo di internet (il così detto “internet delle cose”, o
“internet of things”, IoT);

•       Cloud: implementazione di tutte le tecnologie cloud, come lo storage online delle informazioni,
l’uso del cloud computing e di servizi esterni di analisi dati, ecc. Nel Cloud sono contemplate anche le
tecniche di gestione di grandissime quantità di dati attraverso sistemi aperti.

•      Cyber-security: l’aumento delle interconnessioni interne ed esterne aprono la porta a tutta la
tematica della sicurezza delle informazioni e dei sistemi che non devono essere alterati dall’esterno.
•      Big Data Analytics: tecniche di gestione di grandissime quantità di dati attraverso sistemi aperti
che permettono previsioni o predizioni e guidano a loro volta le macchine prendendo decisioni.

                  Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS) c/o Università Cattolica del Sacro Cuore
                             L.go Vito 1 Roma, 00168 T. 06-30155863 altems@rm.unicatt.it www.altems.unicatt.it                  5
                       Centro di Ricerche e Studi in Management sanitario (CERISMAS) c/o Università Cattolica del Sacro Cuore
                              L.go Gemelli 1 Milano, 20123 T. 02-72343907 cerismas@unicatt.it www.cerismas.com
QUALE IMPATTO DELLA RIVOLUZIONE DIGITALE: LA PERCEZIONE DEI MANAGER
SANITARI

Per chi opera all’interno delle organizzazioni sanitarie non sembra poi così difficile immaginare le
implicazioni della digitalizzazione e della diffusione delle altre tecnologie abilitanti sui processi di
diagnosi, cura e riabilitazione.

La consapevolezza diffusa è che la tecnologia digitale, l’uso della robotica, la big data analytics,
rappresentino per gli individui e la società degli strumenti estremamente potenti. L’uomo percepisce la
tecnologia come qualcosa che interagisce direttamente con le proprie abilità incrementando la propria
capacità e forza rispetto al mondo circostante. Per la prima volta nella storia umana percepiamo
chiaramente l’interazione tra tecnologia e biologia; uno smartphone non è altro che una “appendice” del
corpo umano che permette di accelerare le capacità di raccolta di informazioni e di calcolo, come mai è
stato possibile nel passato. Un robot di produzione, o un esoscheletro, o lo stesso robot chirurgico,
aumentano le capacità dell’uomo modificandone potenzialmente la stessa natura. L’interazione tra le
persone è amplificata e questo garantisce a tutti opportunità di crescita culturale, professionale e di
competenze che prima erano disponibili a pochi. D’altro canto, l’interconnessione tra gli individui, e tra
loro e le macchine, aumenta la pervasività delle innovazioni generando nuovi problemi che solo ora
iniziamo a comprendere (per esempio quello della privacy o della sicurezza digitale). L’informazione è
accessibile a tutti in modo rapido. Quello che stupisce è proprio la velocità con la quale queste innovazioni
si stanno affermando. Da un lato questo fenomeno accresce, nei più “anziani”, un senso di ignoranza ed
inadeguatezza. D’altro, però, pur nella turbolenza degli eventi, si percepisce chiaramente l’opportunità
che la tecnologia è in grado di fornire e che, in qualche modo, saremmo disposti a raccogliere. La
conseguenza è che gli operatori del sistema sanitario sembrano aver accettato la sfida dell’innovazione
tecnologica ed il punto ora è come coglierla in modo pieno ma eticamente accettabile.

È evidente, però, che se l’innovazione tecnologica non fosse disponibile a tutti (o comprensibile da tutti,
per esempio dai più anziani rispetto ai “nativi” digitali), questo genererebbe iniquità crescenti che
potrebbero potenzialmente causare cesure non sanabili tra diversi gruppi sociali. È ben noto, ad esempio,
che negli anni della digitalizzazione, la concentrazione della ricchezza a livello globale sia cresciuta
piuttosto che diminuire. I grandi protagonisti della rivoluzione digitale rappresentano i “campioni” di
questa concentrazione di ricchezza. Dati recenti ci dicono che le 62 persone più ricche al mondo
posseggono quanto posseduto dalla metà meno ricca del pianeta (3,5 miliardi di persone): tra i primi 10
super ricchi ben 7 sono imprenditori nell’ambito delle nuove tecnologie (Forbes, 2016).
L’innovazione tecnologica di questi anni – secondo i manager sanitari - rappresenta quindi una grande
opportunità ma anche una sfida per la società, e il richiamo alla responsabilità per coloro che detengono
le “chiavi” di accesso all’innovazione è una preoccupazione generalizzata.

Partendo da questo scenario, e considerando il mondo della sanità, la domanda fondamentale è se e come
questa dinamica tecnologica possa impattare sui nostri modelli di erogazione dei servizi sanitari. Molto
più importante è avere degli elementi per “selezionare” le innovazioni tecnologiche in grado di generare
reale “valore” per gli individui e la collettività in uno scenario che comunque è fatto di risorse scarse.

                   Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS) c/o Università Cattolica del Sacro Cuore
                              L.go Vito 1 Roma, 00168 T. 06-30155863 altems@rm.unicatt.it www.altems.unicatt.it                  6
                        Centro di Ricerche e Studi in Management sanitario (CERISMAS) c/o Università Cattolica del Sacro Cuore
                               L.go Gemelli 1 Milano, 20123 T. 02-72343907 cerismas@unicatt.it www.cerismas.com
POSSIBILI SOLUZIONI LE SETTE DINAMICHE DELLA SANITÀ 4.0

Prima di giungere a qualche considerazione critica è bene dare uno sguardo più da vicino al fenomeno
della cosiddetta sanità 4.0. In buona sostanza, occorre domandarsi quali delle tecnologie abilitanti
l’industria 4.0 sono maggiormente utilizzabili nello scenario dei sistemi sanitari di oggi e appaiono più
utili alle organizzazioni sanitarie per affrontare le grandi sfide che sopra abbiamo tracciato?

È possibile identificare sette dinamiche in corso.
Digitalizzazione e blockchain. È indubbio che la quantità dell’informazione e la sua qualità sia un
elemento cruciale per la buona medicina. Il processo di digitalizzazione dei dati (audio, video, scrittura,
ecc.) ha delle enormi implicazioni per la gestione dei processi assistenziali; allo stesso modo, la
“certificabilità” dei dati da fonti multiple di produzione (es. il medico di famiglia piuttosto che un
ospedale, un cadio-frequenzimetro personale o un dispositivo medico in farmacia) è cruciale per poter
basare le nostre decisioni su dati affidabili. La progressiva diffusione della cartella clinica elettronica e
del fascicolo sanitario elettronico, già oggi, danno la possibilità di raccogliere dati clinici relativi ai diversi
episodi di cura integrando diverse fonti di generazione del dato. Ma se immaginiamo di integrare in
questo flusso anche dati che provengono dalla registrazione delle nostre azioni giornaliere e dallo stile di
vita (quanto e cosa ho mangiato? Quanto ho fumato oggi? Quanto sport ho fatto? Quanto mi sono mosso?
Quale battito cardiaco ho avuto nei diversi momenti della giornata?) la quantità di dati che potremmo
accumulare aumenterebbe a dismisura. E c’è da scommettere che questo gioverebbe enormemente nella
fase di anamnesi, nella diagnosi e per l’impostazione di una terapia che risulterebbero più accurate
perché più informate. Molti di questi dati sono già oggi registrati grazie a semplici “app”, disponibili sui
nostri smartphone.

È chiaro che tutto questo ha implicazioni in termini di sicurezza del dato e di privacy. Dal momento in
cui le fonti di produzione delle informazioni sono molteplici, è difficile immaginare un unico “gestore” di
dati così diversi tra loro. Non a caso, esistono centinaia di imprese (soprattutto negli USA) che stanno
investendo e hanno già trovato soluzioni per applicare la logica della blockchain1 alla gestione dei dati
sanitari. Proprio per ovviare a questo inconveniente, sono centinaia già i progetti in corso (o già
industrializzati) che prevedono l’applicazione della logica della blockchain allo sviluppo della cartella
clinica elettronica personale (es. Blockchain Health Inc.), alla sicurezza dei dati (es. Neuromesh), alla
supply chain (es. Blockpharma), all’identità digitale (es. Hashed Health Inc.).

IoT e integrazione dei processi. L’attività sanitaria si caratterizza come un lungo processo in cui singoli
episodi di cura, così come il contributo specialistico di team professionali, devono risultare integrati e
consequenziali. In ognuna delle fasi del processo gli operatori utilizzano tecnologie diagnostiche (es.
TAC), dispositivi (spesso impiantabili o ingeribili, come la pillola endoscopica), grandi macchine (come i
robot chirurgici), farmaci (magari tracciati tramite RFID) che hanno in comune la caratteristica di
produrre dati “digitali” e di poter essere connessi ad internet grazie al Wi-Fi. L’internet nelle cose (o delle
cose) permette di ottenere interazioni dirette tra macchine che “operano” sullo stesso paziente
simultaneamente, garantendo una perfetta integrazione. Banalmente è possibile combinare un rilevatore
automatico del livello di insulina con un diffusore di insulina per un paziente diabetico. Oppure insegnare

1  La blockchain (letteralmente "catena di blocchi") è una struttura dati condivisa e immutabile. È definita come un registro
digitale le cui voci sono raggruppate in "pagine" (dette blocchi), concatenate in ordine cronologico, e la cui integrità è garantita
dall'uso di primitive crittografiche. Sebbene la sua dimensione sia destinata a crescere nel tempo, è immutabile in quanto, di
norma, il suo contenuto una volta scritto non è più né modificabile né eliminabile, a meno di non invalidare l'intera struttura. La
blockchain è dunque assimilabile a un database distribuito, gestito da una rete di nodi, ognuno dei quali ne possiede una copia
privata. Grazie a tali caratteristiche, la blockchain è considerata paragonabile alle banche dati e ai registri gestiti in maniera
centralizzata da autorità riconosciute e regolamentate (pubbliche amministrazioni, banche, assicurazioni, intermediari di
pagamento, ecc.), e ne rappresenta pertanto un'alternativa in termini di sicurezza, affidabilità e costi (Fonte: Wikipedia, visitato
il 7 gennaio 2019).
                       Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS) c/o Università Cattolica del Sacro Cuore
                                  L.go Vito 1 Roma, 00168 T. 06-30155863 altems@rm.unicatt.it www.altems.unicatt.it                  7
                            Centro di Ricerche e Studi in Management sanitario (CERISMAS) c/o Università Cattolica del Sacro Cuore
                                   L.go Gemelli 1 Milano, 20123 T. 02-72343907 cerismas@unicatt.it www.cerismas.com
ai carrelli trasportatori la strada per avvicinarsi al letto del paziente giusto per offrire, senza rischi, la
corretta terapia. Un dispositivo impiantato nel corpo di un paziente può dialogare con monitor esterni
garantendo un’accurata gestione del percorso di cura ed interventi tempestivi in caso di bisogno.
Big data (e machine learning). Una ditta di grandi dispositivi medici, insieme ad uno dei giganti dei social
network, promette di giungere nell’arco di pochi anni ad un robot chirurgico che acquisisce le immagini
del paziente da una TAC e opera grazie a bracci robotici collegati ad un lettino operatorio guidato
dall’intelligenza artificiale, con la sola supervisione del medico. Questo sarà possibile nel momento in cui
la macchina avrà “imparato” a sufficienza, dopo aver analizzato i milioni di terabyte di dati (immagini,
video, dati clinici) disponibili e che sono riferibili al caso clinico specifico del paziente che è sul lettino
operatorio. Ogni giorno in un ospedale, o in un ambulatorio, si producono migliaia di gigabyte di dati che
accuratamente archiviati, e successivamente analizzati, potranno dare risposta a molte questioni che oggi
interrogano i nostri medici che ne potranno trarre preziose informazioni per decisioni sempre più
accurate. Non solo: soluzioni come quella di IBM (con IBM Watson Health), che permette di utilizzare i
dati clinici accumulati (si stima che nel 2020 saranno stati accumulati 2,3 milioni di exabyte 2 di dati
sanitari) , oltre a rendere più accurate le decisioni, sono in grado di “guidare” dispositivi medici aprendo
così le porte all’automazione della medicina. Già oggi i sistemi esperti, come Babylon Health, aiutano i
medici di famiglia inglesi ad effettuare una diagnosi a distanza. Accessibile h24, 7 giorni su 7, permette ai
pazienti di rispondere a delle domande attraverso una app ed essere messi poi in contatto (via Skype)
con il medico. Il sistema è integrato in un portale in cui sono raccolti i dati anamnestici e la storia clinica
del paziente; sulla base delle risposte che il paziente fornisce al medico, il sistema “esperto” suggerisce la
diagnosi finale e aiuta ad impostare una terapia.

Robotica/Automazione. Le applicazioni della robotica e delle tecnologie per l’automazione in medicina
sono quelle che per prime hanno mostrato il loro volto negli ospedali dei paesi avanzati. La chirurgia
robotica è per molti il presente e il futuro della chirurgia e da robot multipurpose, si stanno
sperimentando soluzioni per la chirurgia specialistica o il microrobot in grado di sostituire e integrare gli
strumenti di indagine degli organi interni (come le pillole endoscopiche). Ma l’applicazione della robotica
più affascinante e promettente è quella delle “protesi” (parti bioniche) e, ampliando lo spettro, quella
degli esoscheletri collegati direttamente ai terminali nervosi del cervello che aiutano la deambulazione
in pazienti gravemente menomati.
Produzione additiva (3D printing). Anche la produzione additiva delle stampanti a 3D è già ampiamente
sperimentata ma non ancora massicciamente diffusa. La produzione di protesi dentarie, protesi
ortopediche in vari materiali (tra cui il titanio), sono già oggi una realtà ben nota. Ma la sperimentazione
è già oltre, laddove le nuove stampanti permettono l’uso di materiali biologici per la stampa che aprono
scenari ancora non facilmente immaginabili (ad esempio per la sostituzione di organi). La stampa 3D,
indipendentemente dal materiale usato, rappresenta di per sé un approccio innovativo per la produzione
manifatturiera, molto efficiente e soprattutto in grado di realizzare, in modo lampante, il paradigma della
medicina personalizzata.
Medicina personalizzata. Molte delle innovazioni tecnologiche sopra descritte sembrano convergere
nella realizzazione del paradigma della così detta medicina personalizzata. La medicina personalizzata è
un modello medico che propone la personalizzazione dei percorsi di diagnosi e cura, con decisioni
mediche, pratiche, e/o prodotti su misura per il singolo paziente, basandosi sull’analisi di tutti gli aspetti
fisici, psichici e sociali del caso in questione. Robotica, 3D printing, integrazione e personalizzazione dei
processi di diagnosi e cura, beneficiano dei dati clinici (e non solo) accumulati nel tempo da milioni di
profili clinici associati a miliardi di decisioni e altrettanti esiti accuratamente registrati. La combinazione
di questi dati, grazie ad algoritmi sempre più sofisticati, renderà la medicina sempre più precisa e

2   Un exabyte è uguale a 1 trilione di byte o un milione di terabyte.
                         Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS) c/o Università Cattolica del Sacro Cuore
                                    L.go Vito 1 Roma, 00168 T. 06-30155863 altems@rm.unicatt.it www.altems.unicatt.it                  8
                              Centro di Ricerche e Studi in Management sanitario (CERISMAS) c/o Università Cattolica del Sacro Cuore
                                     L.go Gemelli 1 Milano, 20123 T. 02-72343907 cerismas@unicatt.it www.cerismas.com
“personalizzata” e l’uso dei dati epidemiologici, e di variabili quali le “medie” o le “mediane”,
rappresenterà indicatori per leggere il passato senza utilità invece per le decisioni dell’oggi e del domani.

Medicina predittiva. Ben diversa è la sfida della medicina predittiva che si fonda sull’utilizzo di grandi
masse di dati non tanto per effettuare interventi clinici mirati, quanto per predire – soprattutto
utilizzando l’analisi del genoma dell’individuo – le probabilità di incorrere nel futuro in una malattia e
per intervenire in modo precoce o per prevenire l’insorgenza stessa della malattia. Già oggi diverse
proposte commerciali permettono la completa mappatura del proprio genoma a pagamento, e casi di
cronaca eclatanti, come il caso “Agelina Jolie”, hanno già reso chiare alcune delle potenziali implicazioni
di questo approccio alla medicina. 23&ME è forse l’iniziativa più nota, costituita nel 2007 da Ann Wojcicki
(ex-moglie di Sergey Brin, co-fondatore di Google) che promuove commercialmente una mappatura
genica attraverso un kit di raccolta della saliva (per 199 $!). Al di là del servizio reso ai singoli
consumatori, la società ha avviato oltre 200 studi che utilizzano i dati personali (clinici e non) che gli
stessi clienti (ad oggi 5 milioni) hanno messo a disposizione costituendo una banca dati di oltre 1 miliardo
di fenotipi. La possibilità di predizioni sempre più accurate è dietro l’angolo con implicazioni di natura
etica e deontologica facilmente immaginabili.

UNO SGUARDO (CRITICO) AL FUTURO

L’osservazione di queste dinamiche di innovazione fa immaginare un futuro, oramai non molto lontano.
L’innovazione certamente fa intravedere delle enormi opportunità per l’umanità stessa e per la salute e
il benessere degli individui ma, nonostante tutto, si accompagna a dilemmi etici che hanno risvolti
drammatici. La paura della “selezione della specie”, per via dell’utilizzo indiscriminato del genetic testing,
è oggi rafforzata dalla consapevolezza che esistono strumenti (venduti commercialmente) che garantisco
a qualcuno di “classificare” i nostri geni e le nostre potenzialità “biologiche” e di conseguenza lavorative.
La possibilità di essere curati non più da umani, ma da macchine o robot che agiscono in autonomia o che
sono al massimo “supervisionati” da un medico, avvicina sempre più una prospettiva alla quale forse non
eravamo preparati.
La sensazione che si diffonde, di conseguenza, è quella dello stupore, ovvero il comprendere che il futuro
è già iniziato e che l’innovazione ha ritmi tali da non permettere una adeguata metabolizzazione delle
implicazioni da parte di vaste fasce della società.

È altrettanto vero, però, che quelle che in paesi come gli Stati Uniti sono realtà più prossime, sembrano
in Italia ancora molto lontane per motivi che, in questo scenario, sembrano addirittura banali. Il ritardo
negli investimenti sull’informatizzazione e la digitalizzazione nelle organizzazioni del Servizio sanitario
nazionale sono palesi. L’architettura di base per percorrere le 7 linee di sviluppo sopra identificate,
ovvero il fascicolo sanitario elettronico, è una infrastruttura disponibile in modo molto differenziato sul
territorio nazionale. La possibilità di integrare dati da piattaforme diverse, di aziende sanitarie diverse e
da flussi diversi (schede di dimissione ospedaliera, flussi ambulatoriali, farmaceutica, ecc.) in alcuni
contesti è pressoché impossibile e, comunque, conosce ancora enormi ostacoli per via della normativa
sulla privacy. In tutto questo, immaginare di integrare i dati del fascicolo sanitario elettronico con i dati
raccolti dal paziente (o sul paziente) con altre modalità (per esempio il cardiofrequenzimetro che
utilizziamo quando facciamo dello sport, o le tracce che lasciamo giornalmente attraverso internet o i
social media) e archiviare tutto in un unico immenso database (o in un sistema integrato grazie ad una
blockchain), appare molto lontano.

                   Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS) c/o Università Cattolica del Sacro Cuore
                              L.go Vito 1 Roma, 00168 T. 06-30155863 altems@rm.unicatt.it www.altems.unicatt.it                  9
                        Centro di Ricerche e Studi in Management sanitario (CERISMAS) c/o Università Cattolica del Sacro Cuore
                               L.go Gemelli 1 Milano, 20123 T. 02-72343907 cerismas@unicatt.it www.cerismas.com
Per altri versi, invece, tocchiamo con mano il futuro. Le applicazioni della robotica e della produzione
additiva (3d-printing), ad esempio, sono già diffuse e presenti nei nostri ospedali e nelle strutture di
riabilitazione.
È quindi bene guardare al futuro, alzare la testa e capire cosa c’è oltre l’orizzonte. Per questo, però,
sarebbe necessaria una alfabetizzazione diffusa sui temi del digitale per costruire una cultura diffusa
indispensabile per l’adozione consapevole delle innovazioni che giungono in modo sempre più repentino.
La riflessione che Cerismas ha promosso nel novembre 2018 ha portato ad una comune consapevolezza
delle potenzialità della rivoluzione digitale applicata al contesto dei servizi sanitari e ad una generale
consapevolezza dell’esistenza di grandissime opportunità per lo sviluppo sociale ed umano legate alle
nuove tecnologie.

La diffusione della cultura scientifica, e di quella digitale più in particolare, appare però condizione
cruciale per uno sviluppo equilibrato e consapevole. Data la turbolenza del mondo che abbiamo di fronte,
visti i ritmi dell’innovazione in questo settore e date anche le implicazioni umane, etiche e i dubbi sugli
impatti per l’equità del sistema, è comunemente percepita la necessità di fissare dei paletti entro i quali
far entrare il nuovo mondo.
È interessante l’esercizio, in questo senso, proposto dal Lord Bishop di Oxford, Steven Croft che ha
elaborato un vero e proprio decalogo per i Robot citato recentemente da Andrea Vaccaro su Vita e
Pensiero (Vaccaro, 2018) 3 . D’altro canto, appare assolutamente rilevante porsi il problema di come
trasferire alle soluzioni tecnologiche dell’intelligenza artificiale basi etiche e linee di indirizzo che siano
compatibili con le naturali aspirazioni dell’uomo e con il sentire comune delle persone e della società nel
suo insieme. Le riflessioni sulla definizione dei “paletti” da porre per segnare il percorso della rivoluzione
digitale (robotica, IA, ecc.) sono certamente meno comuni.

La trasformazione digitale, in buona sostanza, è ritenuta positiva se garantisce almeno quattro
condizioni:

•       in primo luogo, vanno diffuse quelle innovazioni che giovano all’umanità, intesa in senso
antropologico e spirituale; la rivoluzione digitale deve poter far crescere l’uomo nel suo percorso di
sviluppo integrale; molte delle tecnologie che già oggi utilizziamo, compresi i social media, se
adeguatamente utilizzati, aumentano le “capacità” dell’uomo e non le diminuiscono. È eventualmente il
loro cattivo utilizzo che rischia di generare effetti deleteri, di assuefazione o addirittura di dipendenza.
Da questo si evince che la riflessione sulla bontà o meno della rivoluzione digitale va analizzata con
grande attenzione. È bene non utilizzare una tecnologia semplicemente perché non siamo ancora in grado
di “maneggiarla con cura”? Il principio della cautela, in questi casi, appare prezioso;
•      la rivoluzione digitale è “buona” quando riduce le disuguaglianze e non le amplifica. Questi
percorsi di innovazione nella medicina, dovrebbero poter essere accessibili a tutti. Su questo aspetto
qualche dubbio sembra sussistere. Molte delle innovazioni tecnologiche che oggi ci vengono proposte nel
campo della medicina hanno costi crescenti che spesso appaiono insostenibili. Il nostro sistema sanitario
sperimenta forme di “razionamento” implicito e strisciante quando ci rendiamo conto che l’accessibilità
a farmaci innovativi, ad esempio, varia tra Regione e Regione. Questo potrebbe accadere per le soluzioni
robotiche, o per l’accesso ai servizi digitali, nel momento in cui i servizi di cui oggi fruiamo gratuitamente
diverranno (ahimè) a pagamento;
•       le innovazioni dovrebbero facilitare e potenziare le capacità di lavoro dell’uomo. Ad esempio, la
possibilità di utilizzare gli esoscheletri o le soluzioni robotiche gioverebbe molto ai lavori pesanti che
spesso gli operatori sanitari sono chiamati a gestire (per esempio lo spostamento di un paziente
allettato). È evidente che internet ha rappresentato un grande aiuto per innalzare il livello di razionalità

3L’autore è grato al Prof. Giuseppe Scaratti per aver segnalato questo interessantissimo contributo apparso sull’organo
dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
                    Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS) c/o Università Cattolica del Sacro Cuore
                               L.go Vito 1 Roma, 00168 T. 06-30155863 altems@rm.unicatt.it www.altems.unicatt.it                  10
                         Centro di Ricerche e Studi in Management sanitario (CERISMAS) c/o Università Cattolica del Sacro Cuore
                                L.go Gemelli 1 Milano, 20123 T. 02-72343907 cerismas@unicatt.it www.cerismas.com
nelle decisioni che ogni giorno prendiamo negli ospedali e nelle altre organizzazioni sanitarie. D’altro
canto, sappiamo bene che, associati alla diffusione dell’Industria 4.0, sono stati stimati degli effetti
negativi per l’occupazione. La cosiddetta digital disruption è uno degli effetti collaterali dell’innovazione
digitale. Nel campo della medicina questi effetti sembrerebbero essere ridotti nella consapevolezza che
il discernimento umano sarà sempre indispensabile nei momenti decisionali. Nonostante tutto
l’avanzamento della robotica e la capacità di apprendimento delle macchine spinge in senso opposto;
•        ogni innovazione digitale in campo medico dovrebbe essere valutata anche in chiave etica, come
avviene per le altre tecnologie sanitarie o nel caso di sperimentazioni (come per esempio per i farmaci);
per tutte le soluzioni digitali (es. un sistema esperto) è indispensabile comprendere le implicazioni
sociali, legali ed etiche della loro implementazione. Il mondo delle innovazioni digitali (ma anche di
internet, a ben vedere) troppo spesso è stato percepito come una zona franca in cui alcune regole di base
applicate ad altri settori (come ad esempio le regole dell’antitrust o della tassazione degli utili) sono state
totalmente disattese. Nel caso delle innovazioni digitali nel campo della medicina (dalle app, alla robotica,
al 3D printing) una valutazione etica dovrebbe rientrare nella routine dei processi di adozione per
garantire che l’innovazione possa essere considerata positiva alla luce anche delle considerazioni
sviluppate nei primi tre punti.

BREVI CONCLUSIONI

La medicina e i sistemi sanitari rappresentano uno dei principali campi di applicazione di molte
innovazioni. Nella storia della medicina, a fianco delle innovazioni che nascono specificatamente in
risposta ad un bisogno di salute, o collaterale ad esso, ne esistono molte altre che risultano
dall’applicazione di soluzioni sperimentate altrove.

Un tratto comune delle innovazioni della così detta Sanità 4.0 è proprio il locus della loro genesi. La
digitalizzazione, la robotica e le applicazioni dell’intelligenza artificiale nella sanità sono in qualche modo
un effetto di innovazioni che provengono da mondi industriali in cui gli utilizzi sono solo indirettamente
impattanti sulle persone.

Appare evidente come la vera sfida della sanità 4.0 non è quella dello sviluppo delle soluzioni
tecnologiche che si susseguono infatti con una dinamica spesso inattesa e turbolenta. Più complesse e
articolate sono le questioni relative (i) all’implementazione di queste soluzioni nell’ambito di sistemi
organizzativi e contesti culturali spesso non pronti ad accoglierle e (ii) le implicazioni etiche valoriali che
ne derivano.
Questi elementi, rendono il modello della Sanità 4.0 particolarmente meritevole di attenzione e
dovrebbero stimolare un dibattito che ancora stenta a decollare.

                   Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS) c/o Università Cattolica del Sacro Cuore
                              L.go Vito 1 Roma, 00168 T. 06-30155863 altems@rm.unicatt.it www.altems.unicatt.it                  11
                        Centro di Ricerche e Studi in Management sanitario (CERISMAS) c/o Università Cattolica del Sacro Cuore
                               L.go Gemelli 1 Milano, 20123 T. 02-72343907 cerismas@unicatt.it www.cerismas.com
Box 1. Il decalogo del “valore” dell’innovazione tecnologica (intelligenza artificiale)

1.     Giova sempre all’umanità
2.     Opera con trasparenza ed onestà

3.     Non trasgredisce la privacy
4.     Riduce le disuguaglianze

5.     Non sovverte i valori della democrazia
6.     Potenzia il lavoro umano
7.     Educa

8.     Considera le conseguenze etiche delle proprie azioni

9.     Non reca danno

10.    Risolve i problemi più urgenti dell’umanità

Fonte: The Times Online, 5 Marzo 2018

                   Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS) c/o Università Cattolica del Sacro Cuore
                              L.go Vito 1 Roma, 00168 T. 06-30155863 altems@rm.unicatt.it www.altems.unicatt.it                  12
                        Centro di Ricerche e Studi in Management sanitario (CERISMAS) c/o Università Cattolica del Sacro Cuore
                               L.go Gemelli 1 Milano, 20123 T. 02-72343907 cerismas@unicatt.it www.cerismas.com
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

Istituto Nazionale di Statistica, 2018. IV Rapporto Benessere e Sviluppo Sostenibile (BES), Istat, Roma.
Ministero   dello    Sviluppo     Economico,     2016.                                       Piano            Nazionale          Industria   4.0
(https://www.mise.gov.it/index.php/it/industria40).
Rü ßmann M., Lorenz M., Gerbert P., Waldner M., Justus J., Engel P., Harnisch M. Industry 4.0: The Future
of Productivity and Growth in Manufacturing Industries, Boston Consulting Group, April 2015
Vaccaro A., Una teologia per i robot (e persino un Decalogo), Vita e Pensiero n. 5/2018, 100-103
Federal Ministry of Eucation and Reaserch. Deutschlands Zukunft als Produktionsstandort sichern
Umsetzungsempfehlungen für das Zukunftsprojekt Industrie 4.0, April 2013.

AA.VV. Industry 4.0 How to navigate digitization of the manufacturing sector, McKinsey&Co, May 2015
Atella V., Cricelli C., Ricciardi W., Serra F. 2015 La tempesta perfetta. Il possibile naufragio del Servizio
Sanitario Nazionale: come evitarlo?, Vita e Pensiero, Milano

RINGRAZIAMENTI

L’autore è grato ai colleghi ricercatori Cerismas per il contributo fornito nella progettazione e nella
gestione del dibattito nell’ambito del Management Forum 2018, in particolare al Prof. Eugenio Anessi
Pessina e al Prof. Giuseppe Scaratti.
Un sentito ringraziamento anche alla Professoressa Maria Chiara Carrozza (Scuola Superiore Sant’Anna
di Pisa) per la sua disponibilità a partecipare attivamente al dibattito fornendo un contributo essenziale
sui temi della robotica applicata al settore biomedico.
Inoltre, l’autore e Cerismas intendono ringraziare Comau S.p.A. per aver accolto gli associati di Cerismas
e per aver contribuito alla gestione della discussione fornendo spunti di grandissimo interesse. Il
ringraziamento va in particolare al Dott. Ezio Fregnan, alla Dott.ssa Tiziana Barisone e alla Dott.ssa
Antonella Masoero.

                   Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS) c/o Università Cattolica del Sacro Cuore
                              L.go Vito 1 Roma, 00168 T. 06-30155863 altems@rm.unicatt.it www.altems.unicatt.it                              13
                        Centro di Ricerche e Studi in Management sanitario (CERISMAS) c/o Università Cattolica del Sacro Cuore
                               L.go Gemelli 1 Milano, 20123 T. 02-72343907 cerismas@unicatt.it www.cerismas.com
Puoi anche leggere