Cavalli, Capitolo 8 SOCIOLOGIA - Moodle@Units

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SOCIOLOGIA

Cavalli, Capitolo 8
SIMONE ARNALDI
Cavalli, Capitolo 8 SOCIOLOGIA - Moodle@Units
CONTENUTI
Cavalli, Capitolo 8 SOCIOLOGIA - Moodle@Units
1. Il concetto di “devianza”
         2. Lo studio della devianza
         3. Le teorie della criminalità
          4. Le forme di criminalità
5. Gli autori dei reati e le loro caratteristiche
           6. Devianza e sanzioni
Devianza: “ogni atto o comportamento (anche
verbale) di una persona o di un gruppo che viola le
norme di una collettività e che di conseguenza va
incontro ad una qualche forma di sanzione”

- violazione di una norma
- sanzione

  Non è deviante l’atto in sé, ma la devianza è una
 qualità che deriva dalle risposte a questo atto e dai
   significati ad esso attribuiti dai membri di una
                      collettività
La devianza di un atto può essere valutata solo in
riferimento al contesto socioculturale in cui ha
luogo, anche se vi sono alcuni universali come
l’incesto e il rapimento di una donna sposata o come,
molto spesso, l’uccisione di un familiare (cfr.
“universali culturali”, Capitolo 5)
1. Il concetto di “devianza”
         2. Lo studio della devianza
         3. Le teorie della criminalità
          4. Le forme di criminalità
5. Gli autori dei reati e le loro caratteristiche
           6. Devianza e sanzioni
Omicidi, rapine in             Crimini violenti       Aggressioni a
 banca, furti in                commessi da               donne,
 appartamento,               sconosciuti, rapine       aggressioni
  furti d’auto                a privati, furti di        sessuali,
                                  biciclette         taccheggi, reati
                                                       della strada,
    criminalità nascosta                            crimini economici
     criminalità ufficiale
Indagini di vittimizzazione: inchieste su grandi
campioni della popolazione per individuare quali fra
le persone intervistate abbiano subito, in un
determinato periodo di tempo, alcuni reati
1. Il concetto di “devianza”
         2. Lo studio della devianza
         3. Le teorie della criminalità
          4. Le forme di criminalità
5. Gli autori dei reati e le loro caratteristiche
           6. Devianza e sanzioni
Molte sono le forme di criminalità e di reato; le
principali sono:

- attività predatoria comune:
    furto di beni

    furto con violenza

- omicidi
- reati dei colletti bianchi
- criminalità organizzata
La diffusione delle forme di criminalità e di reato varia
nel tempo
Fonte: ISTAT, Serie Storiche “Giustizia e criminalità”
Tutta la sezione è da vedere, ma sottolineo due
aspetti:

- la tendenza storica alla diminuzione degli omicidi
- le caratteristiche dei reati dei “colletti bianchi”
Tendenza storica alla diminuzione degli omicidi

- La riduzione della violenza è il risultato della
  combinazione fra il monopolio esercitato dallo stato
  moderno sulla violenza (eterocostrizione) e la
  crescente interiorizzazione del controllo e della
  repressione delle emozioni (autocostrizione)
- Dalla società cavalleresco-cortese alla società
  assolutistico-curiale (buone maniere di corte, poi
  assimilate da strati più ampi della popolazione)

Norbert Elias, Il processo di civilizzazione, 1939
Le caratteristiche dei reati dei “colletti bianchi”

- Sono legati allo svolgimento della professione
  (appropriazione indebita, insider trading,
  corruzione, concussione) oppure compiuti in nome e
  per conto di un’organizzazione, pubblica o privata
  (frodi)
- “molti di questi crimini non sono scoperti o, se lo
  sono, non vengono perseguiti a causa dello status
  sociale dell’uomo d’affari, per la tendenza a non
  punirli, e per il risentimento relativamente
  disorganizzato del pubblico contro i ‘colletti bianchi’
  criminali” (Edwin Sutherland, White Collar
  Criminality, 1940)
1. Il concetto di “devianza”
         2. Lo studio della devianza
         3. Le teorie della criminalità
          4. Le forme di criminalità
5. Gli autori dei reati e le loro caratteristiche
           6. Devianza e sanzioni
Classe sociale:
- non esiste una relazione univoca fra classe e
  predisposizione a commettere reati, ci sono però
  reati commessi più frequentemente da individui
  appartenenti a specifiche classi sociali
- reati contro il patrimonio gravi vengono commessi
  soprattutto da classi sociali svantaggiate, mentre i
  reati più lievi sono distribuiti uniformemente fra tutte
  le classi sociali
- i crimini dei colletti bianchi vengono compiuti, per
  definizione, da parte di chi ha posizioni di
  responsabilità professionale
Genere:
- è molto più probabile che sia un maschio e non una
  femmina a violare una norma penale, in particolare
  per i reati gravi (10% donne in rapine ed omicidi,
  50% in taccheggio)
- negli ultimi 40 anni si è verificato un aumento della
  criminalità femminile nei reati contro il patrimonio
Età:
- rispetto all’età, la curva di chi commette reati come
  furto, rapina, omicidio è molto ripida e raggiunge il
  picco molto presto (adolescenza)
- in 150 anni, l’età a cui si commettono più
  frequentemente questi reati si è abbassata di 5 anni
  (p.e. in Inghilterra da 20-24 anni a 14-17)
- altri reati (truffe, emissione di assegni a vuoto) sono
  più diffuse in età più tarde ed è molto meno ripida
  nella discesa
La matrice dell’omicidio è quasi sempre
maschile: il 93,0% del totale nel periodo 2016-2018.
Nel 2018, sono stati commessi 345 omicidi. Gli
uomini [212] sono quindi più numerosi ma in calo,
mentre aumenta la quota di donne assassinate
[133] sul totale che, dall’11% del 1990, raggiunge il
38,6% nel 2018.
Per le donne il rischio è soprattutto nell’ambiente
domestico: sono uccise soprattutto da partner o ex
partner (54,9%) e da parenti (24,8%); per gli uomini
lo spazio pubblico: il 37,7% è vittima di sconosciuti
mentre il 33% non ha un autore identificato.
                     Istat, Le vittime di omicidio, 2020
1. Il concetto di “devianza”
         2. Lo studio della devianza
         3. Le teorie della criminalità
          4. Le forme di criminalità
5. Gli autori dei reati e le loro caratteristiche
           6. Devianza e sanzioni
In ogni società la conformità alle norme viene
mantenuta attraverso l’uso o la minaccia di sanzioni.

Le sanzioni si distinguono in:
- positive o negative: ricompensano chi rispetta la
  norma o puniscono chi non rispetta la norma
- formali o informali: in relazione al grado di
  spontaneità o organizzazione nella loro erogazioni
- severe o lievi: in relazione al livello di gravità
  dell’infrazione
Il tipo di sanzioni usate contro i trasgressori delle
norme sono varie e dipendono da società a società:

- sistema della faida (cioè della vendetta da parte
  della vittima del reato o della sua famiglia nei
  confronti del reo) o del taglione
- espulsione dalla comunità
- pene corporali
- sanzioni pecuniarie
- pena detentiva
- pena capitale
Il carcere:

- si è affermato nel XIX come luogo di esecuzione
  della pena della privazione della libertà personale
- precedentemente era solo il luogo dove gli accusati
  attendevano il processo
- la privazione della libertà è diventata la più
  importante pena contro i trasgressori delle leggi
  penali
1. Il concetto di “devianza”
         2. Lo studio della devianza
         3. Le teorie della criminalità
          4. Le forme di criminalità
5. Gli autori dei reati e le loro caratteristiche
           6. Devianza e sanzioni
Esistono diverse teorie della devianza e della
criminalità:

- Un gruppo cerca di spiegare perché si
  commettono atti devianti
- Un gruppo cerca di spiegare perché non si
  commettono atti devianti
Perché si commettono atti devianti?:

- Teorie biologiche (Cesare Lombroso)
- Teorie funzionaliste:
  - teoria della tensione (Robert K. Merton)
  - teoria della subcultura (Albert Cohen)
- Teorie interazioniste
  - associazione differenziale (Edward H.
    Sutherland)
  - teoria dell’etichettamento (Howard Becker)
- Teoria della scelta razionale
Giorgio è uno studente universitario, iscritto a Scienze
Politiche e dell’Amministrazione a Troeste. Non è certo
uno studente modello, ma nessuno si aspettava che
venisse la polizia a casa a convocarlo dal giudice.
Tuttavia, le riprese erano inequivocabili: era lui a
dipingere con delle bombolette spray il muro di un
palazzo che ospita parte degli uffici del comune. “La
mia è arte”, si difende Giorgio. “Si tratta di
imbrattamento”, dicono i poliziotti.

Perché Giorgio si è comportato in questo modo?
Teorie biologiche

I comportamenti devianti sono conseguenza delle
caratteristiche biologiche degli individui e la
predisposizione alla devianza è segnalata dalle
caratteristiche fisiche

                 Cesare Lombroso
Cesare Lombroso

- i criminali possono essere identificati da alcune
  caratteristiche anatomiche

- influenza darwiniana: “delinquente nato” ha
  caratteristiche “ataviche”, simili agli animali inferiori
  e agli uomini primitivi (mancata evoluzione)
Un’attualizzazione delle teorie biologiche:
determinanti genetici del comportamento criminale
- il patrimonio genetico è responsabile di una
  predisposizione a compiere reati (per
  esempio, bassa espressività di alcuni geni influenza
  la mancanza di controllo dell’aggressività)
- studio dei rapporti tra biologia e ambiente per
  spiegare il crimine: la predisposizione biologica al
  comportamento antisociale ha un effetto maggiore
  nei soggetti che vivono in ambienti criminogeni e che
  le cause sociali del crimine colpiscono in modo più
  significativo gli individui biologicamente più
  vulnerabili
Perché Giorgio ha imbrattato?
Perché Giorgio ha imbrattato? Perché è geneticamente
predisposto a farlo.
Teorie funzionaliste

I comportamenti devianti sono conseguenza della
mancata integrazione sociale dei soggetti devianti
(socializzazione inefficace o disfunzionale)

                   Albert K. Cohen
                  Robert K. Merton
Teoria della frustrazione da status

La subcultura delinquenziale si forma in quanto
rappresenta una risposta alle frustrazioni dei giovani
appartenenti alle classi inferiori, che aspirano ad
avere lo stile di vita della classe media e a
raggiungere i loro obbiettivi, ma non godono dei
mezzi necessari per farlo (frustrazione da status).

       Albert K. Cohen, Delinquent Boys (1955)
Caratteristiche delle subculture delinquenziali:
•Comportamenti non utilitaristici (non persegue fini
 pratici)
•Comportamenti intenzionalmente maligni
 (malicious) (fine a sé stesso)
•Comportamenti negativi (contrario al sistema)

La delinquenza non ha una motivazione
razionale:“i giovani devianti provavano
soddisfazione nel causare il disagio altrui, e tentavano
ovviamente di oltraggiare i valori delle classi medie”
Le risposte devianti alla tensione tra valori e mezzi
sono mediate dai gruppi sociali

Il (giovane) deviante cerca nel gruppo deviante
lo status che non può avere nella società
Teorie della tensione

I comportamenti devianti sono la conseguenza della
mancata integrazione fra fini socialmente legittimi e
mezzi istituzionalizzati per raggiungerli

Robert K. Merton, Social Structure and Anomie (1938)
Robert K. Merton

- Esistono cinque tipi di adattamento individuale alla
  struttura culturale della società (fini legittimi e mezzi
  istituzionalizzati)

  Modi di           Mete culturali      Mezzi
  adattamento                           istituzionalizzati
  Conformisti                +                    +
  Innovatori                 +                    -
  Ritualisti                 -                    +
  Rinunciatari               -                    -
  Ribelli                   +/-                  +/-
Perché Giorgio ha imbrattato?
Perché Giorgio ha imbrattato? Perché il suo
comportamento riflette la sua mancata
integrazione nella società, che genera
tensione/frustrazione conseguente all’impossibilità
di conseguire fini o posizioni socialmente desiderabili
(es. prestigio, denaro) o al rifiuto dei mezzi proposti
dalla società per raggiungere questi fini.
Per questo motivo, la devianza diventa una forma
espressiva del rifiuto di questi fini (Cohen, Merton) o il
tentativo di conseguirli con mezzi non accettati dalla
società (Merton).
Fonte: A. Case and A. Deaton, “Rising Morbidity and Mortality
in Midlife Among White Non-Hispanic Americans in the 21st
Century,” PNAS 112, no. 49 (2015):15078–83
Teorie interazioniste

La devianza come un fenomeno socialmente
costruito. Queste teorie esaminano i processi sociali
attraverso cui i comportamenti vengono definiti
devianti e sul perché certi gruppi e non altri sono
etichettati come devianti.

                 Edwin H. Sutherland
                   Howard Becker
Teoria dell’associazione differenziale

Il comportamento criminale può essere “appreso”
all’interno di un determinato ambiente sociale.
Pertanto, quanto più una persona frequenta ambienti
in cui prevale una cultura deviante, tanto più è
probabile che questa persona diventi deviante

Edwin H. Sutherland, Principles of Criminology (1947)
- è il gruppo ad essere deviante, non gli individui
- l’individuo si conforma ai valori di un gruppo
  (deviante o criminale), che ha però valori diversi da
  quelli della società in generale, che anzi li sanziona
- chi commette un reato lo fa perché si conforma alle
  aspettative del suo ambiente
- le motivazioni del comportamento deviante non sono
  diverse dal comportamento conforme alle norme
“Primo, ogni persona può essere educata ad adottare
e seguire qualunque tipo di comportamento che sia in
grado di seguire. Secondo, il non riuscire a seguirne
uno è dovuto alla mancanza di coerenza e di armonia
nelle influenze che guidano un individuo. Terzo, il
principio del conflitto culturale diviene
dunque lo strumento principale per spiegare
la criminalità.”
•Il comportamento criminale viene appreso attraverso
 le relazioni sociali, in un processo di comunicazione
 interattiva (interazione simbolica)
•È necessaria la presenza di una associazione con
 altri individui affinché i comportamenti possano
 essere trasmessi
•Le modalità di trasmissione non sono diverse da
 quelle che interessano il comportamento conforme
•Quello che cambia sono gli individui con cui ci si
 associa (associazione differenziale)
Teoria dell’etichettamento

La devianza è vista come un processo di interazione
tra devianti e non devianti. Questa interazione
definisce le varie categorie di devianza: “il
comportamento deviante è il comportamento così
etichettato”. Gli esiti dei processi di etichettamento
riflettono la struttura di potere della società.

         Howard S. Becker, Outsiders (1973)
- il reato è il prodotto dell’interazione fra coloro che
  creano e che fanno applicare le norme e coloro che
  le infrangono
- non vi sono differenze profonde di valori e bisogni
  fra devianti e altri
- molti (quasi tutti) compiono atti devianti
-   pochi suscitano una reazione sociale e vengono
     etichettati come devianti, finendo per definire
                 l’identità di chi li compie

                    Howard S. Becker
La devianza può essere:

- primaria: violazioni percepite come marginali dal
  deviante che non si considera in tal modo e che non
  è percepito come tale dagli altri
- secondaria: l’atto deviante suscita una reazione di
  condanna e la persona che lo ha commesso viene
  considerato deviante
L’essere etichettato come deviante implica:

- l’apposizione di uno stigma sulla persona che ha
  compiuto l’atto
 [stigma: “attribuzione di qualità negative a una persona o a
 un gruppo di persone, soprattutto rivolta alla loro
 condizione sociale e reputazione”, Dizionario Treccani]

- il conseguente isolamento sociale dal resto della
  società
- la riorganizzazione della propria identità come
  deviante
- l’avvio di una “carriera deviante”
Perché Giorgio ha imbrattato?
Perché Giorgio ha imbrattato? A non andar bene qui
è la domanda. La domanda giusta è: perché gli altri
considerano quello che ha fatto “delinquenza”?
Giorgio può diventare un “delinquente” perché
costruiranno la propria identità sociale a partire dalla
condivisione di uno “stigma".
Teoria della scelta razionale

- il reato è un’azione intenzionale, non il frutto di
  influenze esterne
- il reato è compiuto per l’attesa di ricavare benefici
  maggiori di quelli possibili da attività lecite
La scelta di commettere un reato può non essere fatta
sulla base di una valutazione dei tipi di costo che può
comportare:

- costi esterni pubblici (sanzioni legali e di
  reputazione sociale)
- costi esterni privati (sanzioni informali degli altri
  significativi)
- costi interni (senso di colpa derivante dalle norme
  interiorizzate)
Perché Giorgio ha imbrattato?
Perché Giorgio ha imbrattato? Perché è un
comportamento razionale per raggiungere fini
prestabiliti (p.e. denaro, fama), a fronte di costi
(effettivi o potenziali) per il comportamento deviante
giudicati accettabili.
Perché NON si commettono atti devianti?:

- Teorie funzionaliste:
   - Teoria del controllo sociale (Travis Hirschi)
Teoria del controllo sociale

Le persone generalmente si comportano in maniera
conforme alle norme, perché esistono dei meccanismi
di controllo sociale che interdicono l’azione deviante.

     Travis Hirschi, Causes of Delinquency (1969)
Tali meccanismi di controllo possono essere:

- esterni (sorveglianza esercitata dagli altri)
- interni
  - diretti (imbarazzo, vergogna che prova chi
    trasgredisce)
  - indiretti (legame a figure autorevoli di riferimento)
Hirschi individua quattro tipi di vincoli che legano
l’individuo alla società, promuovendo così un
comportamento rispettoso della legge/1

- L’attaccamento ai genitori o agli insegnanti = quanto più
  un individuo è legato a queste persone, tanto più difficile
  è che compia delle azioni che essi disapprovano

- L’impegno nel perseguimento degli obiettivi
  convenzionali = quanto maggiore è l’energia che un
  individuo ha investito nel raggiungimento di questi
  obiettivi, tanto più difficile è che egli rischi di perdere,
  violando le norme, tutto quanto ha accumulato
Hirschi individua quattro tipi di vincoli che legano
l’individuo alla società, promuovendo così un
comportamento rispettoso della legge/2

- Il coinvolgimento nelle attività convenzionali = quanto
  maggiore è il tempo che una persona dedica allo studio,
  al lavoro, allo svago, tanto minore è quello che gli resta
  per compiere i reati

- Le credenze = la violazione delle norme non è provocata
  da credenze che la richiedano o la rendano necessaria,
  ma dalla mancanza di credenze che la vietano
Perché Giorgio ha imbrattato?
Perché Giorgio ha imbrattato?
Perché, per esempio, non ha legami forti con figure
significative, come i loro genitori e insegnanti.
Oppure perché il suo impegno per raggiungere gli
obiettivi convenzionali (p.e. laurearsi con un buon
voto) e il coinvolgimento nelle attività convenzionali
(p.e. lo studio) sono modesti.
Qualche riferimento già visto:

- funzionalismo:
  - E. Durkheim, anomia (“Il suicidio”, 1897)
  - T. Parsons, sistema sociale (“The Social System”,
    1951)

- interazionismo:
  - G.H. Mead, Io/Me/Sé (“Mind, Self, and Society”,
    1934)
  - C.H. Cooley, Looking-glass Self (“Human Nature and
    the Social Order”, 1902)
Grazie dell’attenzione!
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