LA SOCIETA' DELLA WELLNESS
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CAPITOLO I LA SOCIETA’ DELLA WELLNESS Questo capitolo illustra le caratteristiche principali che connotano la wellness nel panorama della “post-modernità”. L’evoluzione del concetto nella sua complessità mette in luce gli aspetti materiali e immateriali che esso abbraccia, mettendo a fuoco le trasformazioni avvenute a livello di culture del benessere nella società del terzo millennio. Lo schema AGIL mette in luce le dimensioni prevalenti della wellness contemporanea (prestativa, preventiva, edonista, identitaria) da cui emerge una rappresentazione del benessere non semplicemente centrata sull’autorealizzazione personale ma anche alla collettività. ↔ Negli ultimi decenni nelle società più sviluppate è cresciuta la consapevolezza che il benessere fisico e materiale sia uno degli obiettivi primari per l’uomo del terzo millennio, desideroso di curare al meglio il proprio fisico assieme al proprio spirito. Il passaggio alla società postindustriale e la progressiva de-materializzazione dei bisogni è alla base di tale evoluzione: alla possibilità di avere (beni, servizi, ecc.) si associa la possibilità di essere (partecipare, relazionarsi ecc.). Difficile fornire una definizione di benessere trattandosi di un concetto ampio e multidimensionale in grado di abbracciare aspetti materiali e immateriali. Infatti i mutamenti valoriali nel passaggio alla post-modernità hanno portato alla rinnovata centralità del corpo, al valore della vita mettendo in evidenza l’urgenza di voler vivere meglio e con una maggiore consapevolezza. Il termine inglese wellness si sviluppa intorno agli anni ’70 negli Stati Uniti dove il medico americano Halbert Dunn creò il termine, unendo i termini fitness (buono stato di forma fisica e mentale ottenuto principalmente tramite attività fisica motoria costante) e well-being (stare bene a livello psicologico, sociale e culturale): • wellness traduce così l’idea di miglioramento delle condizioni di benessere e di salute dell’individuo non tralasciandone le radici concettualmente legate alla sensazione di piacevolezza e di cura. La trasformazione della quale la wellness (corpo, pratica motoria, salute) è protagonista rappresenta un indicatore socio-culturale importante quanto innovativo nel panorama delle scienze sociali a cavallo fra modernità e post-modernità. La filosofia della wellness va oltre il lifestyle inteso come regolare attività fisica, sana alimentazione e approccio positivo alle di tutti i giorni, identificando piuttosto una condizione verso cui tendere e che permette di coniugare aspetti relativi al corpo quanto alla mente degli individui ed al contesto nel quale vivono. 1
La cultura post-moderna concepisce il corpo come luogo di identità ed unicità dell’individuo considerandolo un soggetto capace di comunicare e di relazionarsi con altri ambienti e soggetti. La rinnovata centralità del corpo risponde ad una domanda sociale di riappropriazione sensoriale sia individuale sia collettiva, di fatto essa apre le porte al protagonismo del sistema sportivo protagonista del terzo millennio ed essenzialmente legato ad una cultura del consumo di natura esperienziale, votata cioè alla ricerca di esperienze da vivere, connesse alle sensazioni fisico-emotive per cui si apre di conseguenza ad una pluralità di pratiche sportive differenziate, slegate da carattere agonistico e/o disciplinare, e scoprendo nuove funzioni: prevenzione sanitaria, inclusione sociale, integrazione, linguaggio universale, etc.., sullo sfondo di una concezione di salute non più considerata come semplice assenza di malattia, bensì uno stato più completo di benessere che si può raggiungere con il perseguimento di stili di vita salubri e laddove la pratica sportiva ricopre un ruolo primario. La salute richiede il convergere positivo di aspetti psicofisici, mentali, sociali e spirituali. Una recente definizione dell’Oms (2006) sottolinea infatti che “il benessere corrisponde allo stato ottima di salute di individui e gruppi di persone, caratterizzato da due aspetti fondamentali: la realizzazione delle massime potenzialità del soggetto a livello fisico, psicologico, sociale, spirituale ma anche economico; nonché l’appagamento delle aspettative del proprio ruolo nella famiglia, nella comunità, nella comunità religiosa, nel luogo di lavoro e in altri contesti”. La vasta articolazione di questo settore della Wellness (palestre, termalismo, parchi divertimento ecc..) manifesta il cambiamento negli stili di vita e nei consumi degli italiani, mossi dalla ricerca di un approccio al benessere psico-fisico orientato ad una qualità della vita più salubre. Sullo sfondo si ha l’evoluzione dei consumi che progressivamente presentano caratteristiche meno mercificanti e più personalizzanti, alle quali si intrecciano pure nuove rappresentazioni collettive del concetto di benessere che aumenta il proprio livello di complessità senza nascondere le proprie contraddizioni. Alla costante ricerca di benessere sociale come espressione tipica della società moderna si affianca infatti un costante malessere, tuttora irrisolto, nella constatazione che il perseguimento di questo obiettivo crea paradossalmente incapacità di percorsi di vita buona intesa come agire di senso umano autentico. Le crisi di quel welfare state basato sul benessere individuale come presupposto di quello collettivo che ha caratterizzato il Novecento, ha aperto nell’era della globalizzazione l’idea che il benessere individuale sia sempre concorrenziale verso quello altrui in ogni ambito di vita (lavoro, consumi, risorse pubbliche). Ciò apre ad una serie di nuovi rischi in termini quantitativi (crescita esponenziale di persone povere), sia qualitativi (malesseri, disagi, patologie di carattere prevalentemente psico-relazionale: paura, ansia, stress ….). 2
Questo a conferma del fatto che nella modernità avanzata, afferma Ulrich Beck, la produzione sociale di ricchezza procede parallelamente alla produzione sociale di rischi. L’argomentata complessità del concetto stimola a considerare l’uso di uno schema concettuale rigoroso come lo schema AGIL. Elaborato da Talcott Parsons per analizzare un sistema sociale. Il paradigma si fonda sull’assunto centrale che ogni struttura sociale per garantire la propria continuità deve risolvere quattro classi di problemi funzionali, indicate dalle lettere dell’acronimo: A - adaption (funzione adattiva); G - goal attainment (raggiungimento degli scopi); I - integration (funzione integrativa); L - latency (latenza). Le risposte alle quattro esigenze funzionali sono tra loro interconnesse e la loro suddivisione è solo un espediente analitico per poter meglio studiare le tensioni che inevitabilmente si vengono a creare tra le quattro esigenze. paradigma parsoniano, quindi, elabora la società come un insieme di strutture in tensione fra loro che rispondendo a funzioni diverse in un continuo processo di adattamento cercano di assicurare l’equilibrio e l’ordine necessario alla continuità di un sistema sociale che non è, così, necessariamente statico e stabile. In altre parole, il paradigma intende proporre un modello analitico che fornisca la possibilità di studiare l’evoluzione e il cambiamento all’interno dell’ordine dei sistemi sociali. Questo schema rappresenta lo strumento “bussola” della sociologia, in grado di individuare le dimensioni di qualsiasi fenomeno a partire dalle funzioni che esso svolge all’interno del sistema sociale stesso. Le quattro dimensioni emergenti della wellness sono: 1. dimensione prestativa: invia a realizzare una buona salute utilizzando al meglio i mezzi disponibili nell’ambiente. 2. dimensione preventiva: la wellness è considerata un fine specifico, una realtà da proteggere dai possibili rischi creati da una società in cui l’inquinamento e l’uso di sostanze nocive nell’alimentazione innalzano la soglia di pericolosità per la salute; 3. dimensione edonista: la buona salute si orienta alle norme prevalenti nella società dell’immagine e dell’entertainment e viene perseguita ricorrendo a cure estetiche, a trapianti e al modellamento del corpo. 4. dimensione identitaria: la buona salute viene posta al centro del percorso biografico del soggetto (individuale o collettivo). Tale rappresentazione indica la multidimensionalità del concetto “Wellness” e le interazioni fra i vari percorsi indicati, evidenziando un pluralismo che esprime sia le trasformazioni culturali dei bisogni dell’individuo, sia tendenze emergenti nella società post-moderna. Lo sport rappresenta uno straordinario motore di cambiamento sociale, infatti il sistema sport, grazie alle sue interazioni con gli altri aspetti della vita associata, può intendersi come specchio dello sviluppo di una nazione. I paesi più modernizzati da 3
tempo ormai devolvono risorse sempre maggiori alla promozione delle attività motorie e sportive tra la popolazione. Le ragioni di ciò vanno ricercate • nei valori connessi alla pratica sportiva, • nell’importanza sociale delle associazioni sportive e del volontariato, • nella crescente diffusione della cultura del tempo libero e • nella rilevanza economica dell’industria sportiva in tutti i suoi molteplici aspetti. L’indagine svolta la Eurobaromestro nel 2010 illustra una crescente propensione a svolgere attività fisica in maniera informale (bicicletta, passeggiate, ballo…) che coinvolge almeno una volta alla settimana il 65% della popolazione europea. Una tendenza sempre più apprezzata che mette in luce un nuovo popolo di praticanti desideroso di coniugare distrazione, relax e movimento all’insegna della buona salute. La finalità di queste persone è proprio quella di preservare e migliorare il proprio stato di salute, a segui motivazioni quali: • miglioramento della forma fisica (41%) • relax (39%) • divertimento (31%) • miglioramento del proprio aspetto fisico (24%) • contrastare gli effetti dell’invecchiamento (15%) • rafforzare la propria autostima (10%) Il diffondersi degli sport open air prova l’affermarsi di una cultura post moderna che mostra lo spostamento progressivo dall’ideale agonistico della prestazione corporea a quello edonistico/espressivo del benessere corporeo. Questo fatto si riscontra dai dati di una ricerca Istat sull’evoluzione delle pratiche sportive e delle attività fisiche svolte dagli italiani dagli anni ’60 all’inizio del 2000 che ha visto aumentar il numero dei praticanti non limitatamente alle fasce giovanili. La fotografia più recente scattata in Italia dal rapporto Coni-Istat (2011) illustra come la pratica sportiva ha coinvolto 19 milioni e 234 mila praticanti, di questi: • 22,8% pratica attività sportive con continuità • 10,2% si dedica all’attività sportiva in maniera saltuaria Sono 22 milioni e 323 mila (38,3%) le persone che dichiara di non praticare sport né attività fisica nel tempo libero per mancanza di tempo. In questi ultimi anni si denota un’inversione di tendenza che vede la quota dei sedentari ridursi sensibilmente (2,3 punti % ovvero 1 milione e 203 mila in meno) i quali, pur non praticando uno sport, hanno svolto in generale attività fisiche (passeggiate, nuoto libero, bicicletta ecc..) a conferma dell’ampliarsi della quota di persone che concepisce la pratica motoria come stile di vita sano e salubre. 4
Quindi l’attività motoria orientata alla wellness rappresenta • il passaggio dalla preparazione fisica sostenuta dalla cultura della fitness ad un’idea più ampia che intende il corpo come centro principale di sensazioni, emozioni ed immagini positive del sé e del contesto che lo circonda. diviene • uno dei principali linguaggi attraverso cui dare forma e voce alla propria identità infatti lo sport da strumento razionale di educazione del corpo e dell’anima diviene luogo di esplorazione, di sperimentazione e costruzione del Sé, modalità attraverso cui il soggetto può conoscere se stesso e il mondo. Nella cultura odierna vige conseguentemente un forte interesse commerciale per il corpo in buona salute che è indicatore di capitale culturale: il focus dell’attenzione collettiva è infatti posta sul corpo esteticamente bello, in forma ed atletico. L’applicazione dello schema AGIL ha permesso di ricavare quattro immagini del corpo secondo la cultura post-moderna: • il corpo come organismo biologico: è il concetto del corpo adattato all’ambiente e in buona salute; • il corpo come fine in se stesso: è l’immagine del corpo efficiente, proteso a raggiungere il successo nelle competizioni sportive; • il corpo come immagine esteriore: riflette le norme e i canoni di bellezza estetica che prevalgono nell’attuale società dello spettacolo e non solo; • il corpo come trasmissione dei valori: è l’idea dell’armonia fra anima, mente e corpo. Ne emerge una concezione multidimensionale del corpo post-moderno le cui immagini evidenziano un’idea di flessibilità, di un corpo cioè oggetto di scelte e di opzioni, che predilige la via della metamorfosi continua per raggiungere determinati obiettivi. Questo modello, però, sembra portare alle estreme conseguenze il progetto del benessere che sta portando ad un progressivo aumento di atteggiamenti morbosi, ossessivi, patologici nei suoi confronti: doping, anoressia, bulimia…. La straordinaria evoluzione della wellness e la sua affermazione nella cultura contemporanea si inserisce in un quadro evolutivo tanto socioculturale quanto economico, come dimostrato dal noto “libro bianco dell’Unione Europea”, che evidenzia un valore economico che complessivamente si attesta sui 407 miliardi di euro in Europa, mentre in Italia si parla di un fatturato annuo che si aggira intorno ai 50 miliardi di euro. Oggi nel nostro Paese le imprese legate al benessere sono oltre 30 mila di cui il 78% situato nelle regioni del Nord Italia. All’interno di questo gruppo troviamo centri benessere 8%, centri estetici 80%, palestre 12%. L’Italia, in questo quadro, appare, fra i cinque mercati più virtuosi della wellness, preceduta solo da Stati Uniti, Cina, Giappone e Germania. 5
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