Cari Recruiter, ecco come rimanere competitivi nell'era di LinkedIn! - AIDP
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Cari Recruiter, ecco come rimanere competitivi nell’era di LinkedIn! Sintesi da: How Recruiters Can Stay Relevant in the Age of LinkedIn di Atta Tarki and Ken Kanara. Havard Business Review (Marzo 2019) L'era del Rolodex1 come via principale per differenziare i reclutatori, si può dire ufficialmente terminata da quando Reid Hoffman, brillante laureato in Scienze Cognitive all’Università di Standford, decise di dedicarsi, insieme a tre colleghi informatici, ad un progetto che avrebbe cambiato per sempre le regole del recruiting aziendale. Nel 2003 il gruppo di imprenditori di Palo Alto lanciò nel web LinkedIn una piattaforma virtuale o per meglio dire un social network che permette ai suoi utenti di rimanere “legati” (traduzione letterale di linked) e di costruire una rete virtuale di professionisti e aziende, in cui avviene uno scambio reciproco di contatti e informazioni. LinkedIn oggi è presente in 200 paesi raggiungendo, nel 2017, 530 milioni di iscritti, di cui 8 solo in Italia. Il social network si struttura secondo tre livelli diversi. Ogni livello è contraddistinto dalle competenze attuali di ogni utente, dalle esperienze lavorative, dall’evoluzione del loro curriculum e dal tipo di contatti che si hanno con gli altri utenti nel network. Le aziende hanno a disposizione strumenti utili per scegliere i candidati più adatti alle loro aspettative e possono selezionare meglio il personale. I canditati, dal canto loro, possono cercare e accedere alle posizioni che meglio si addicono alle loro aspirazioni e competenze professionali. Secondo l’indagine annuale di Jobvite 2 sul social recruiting, il 93% dei responsabili delle Risorse Umane utilizza i social per la selezione dei candidati più idonei. I dati dello studio annuale di Adecco sul lavoro3, evidenziano che le attività di ricerca di lavoro da parte dei candidati e di ricerca di profili professionali da parte dei recruiter si svolgono per la maggior parte sul web, rispettivamente con l’80% e il 64%. Chi cerca lavoro, inoltre, lo fa sempre più per 1 Il rolodex era uno schedario rotante in uso negli uffici fino ai primi anni novanta per organizzare nomi, indirizzi e numeri telefonici. Era possibile rimuovere le schede e reinserirle, ed alcune aziende producevano biglietti da visita con la stessa forma delle schede alloggiabili nel rolodex. 2 https://www.cliclavoro.gov.it/Clicomunica/Documents/Newsletter_Marzo_2015.pdf 3 https://www.lavoroeformazione.it/news/adecco-work-trends-study/
mezzo dello smartphone (6 candidati su 10). Il social recruiting sembra dunque essere una tendenza destinata a dominare la scena dell’acquisizione dei talenti negli anni a venire. Ma allora, come possono gli HR manager non perdere il proprio valore nell’era di LinkedIn? Gli autori dell’articolo, Atta Tarki e Ken Kanara, rispettivamente Amministratore Delegato e Presidente dalla società di consulenza Ex-Consultants Agency, affermano che il cambiamento tecnologico abbia esteso, anziché limitato, le potenzialità dei reclutatori, i quali, per non perdere il proprio valore nel processo di reclutamento, devono tenere a mente cinque mosse strategiche. Step 1: Aiutare i responsabili delle assunzioni a definire la strategia di reclutamento Definire la strategia corretta di ricerca assume un ruolo cruciale nel processo di assunzione. Spesso i recruiter ricevono chiamate frenetiche da parte dei responsabili delle assunzioni che cercano di riempire i ruoli ed assumere personale il più velocemente possibile. I reclutatori possono fare la differenza se riescono a convincere i responsabili delle assunzioni a fare un passo indietro e definire, per prima cosa, una chiara strategia di reclutamento. In questo processo fare domande approfondite per capire le esigenze dei talent manager è essenziale. In una recente conferenza, Nellie Peshkov, Vice President del Talent Acquisition di Netflix, e uno dei principali pensatori del settore, ha spiegato: “Il nostro valore nell'acquisizione di talenti è davvero di coaching e guida per lo sviluppo di pensiero creativo e di strategie per chiunque si occupi di assunzioni”. Michael Orozco, uno dei reclutatori di Netflix, ha aggiunto che mentre alcuni reclutatori chiedono ai propri manager delle assunzioni “Che tipo di candidato desideri?”, i selezionatori di Netflix si distinguono poiché fanno generalmente
domande come: “Perché li stai cercando? “e “Cosa potrebbero fare questi talenti per avere un impatto?”. Step 2: Fare in modo che i migliori talenti si candidino Uno studio condotto da SilkRoad nel 2016 su circa 13 milioni di candidati, per 300.000 assunzioni in 1.200 aziende, ha rivelato che la strategia "post-or-pray", letteralmente “posta o prega”, rappresenta ancora il modo più popolare di assumere candidati. Cioè, il 42% delle assunzioni era stato reso possibile dagli annunci pubblicati su bacheche e siti web aziendali. I candidati segnalati dai reclutatori rappresentavano solo il 10% delle assunzioni totali. Anche se le offerte di lavoro hanno alcuni vantaggi, sperare che i top performer piovano dal cielo, in un periodo storico che ha raggiunto i più bassi livelli di disoccupazione degli ultimi cinquant’anni, non è una strategia consigliabile. Gli headhunter di successo aiutano le organizzazioni a costruire un modello o una formula per il reclutamento da utilizzare secondo le proprie necessità, per assicurarsi di trovare e coinvolgere i migliori candidati. Per farlo, i reclutatori possono attivare ed aumentare l'efficienza di altri canali di ricerca. Gli autori in base alla propria esperienza ritengono che: • Per alcuni ruoli, le e-mail ai candidati che non includono una descrizione del lavoro sono il 27% più efficienti di quelle che la includono. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che i candidati hanno più fiducia nelle e-mail senza un collegamento o un allegato, o potrebbe essere che le e-mail con le descrizioni del lavoro siano troppo lunghe e meno immediate. • Le e-mail personalizzate sono più efficaci del 75% di quelle generiche. • I messaggi di LinkedIn sono circa sei volte (!) più efficaci delle e-mail. Step 3: Selezionare il meglio del meglio Il passo successivo è quello di aiutare i responsabili delle assunzioni a capire meglio come prevedere le prestazioni del lavoro. Il team di recruiting di Google è forse il migliore al mondo in questo: aiutano i responsabili delle assunzioni a capire quali categorie di domande dovrebbero porre ai candidati e anche a fornire ai responsabili delle assunzioni domande esemplificative che possono formulare nelle interviste. Nel suo libro “Regole di lavoro!”, Laszlo Bock, ex senior Vice President di People Operations presso Google, ha descritto come ha contribuito a ridurre il pregiudizio nel processo di intervista di Google incorporando interviste strutturate con domande situazionali legate al contesto lavorativo.
Step 4: Accompagnare i candidati alla linea del traguardo I reclutatori che si distinguono sono quelli che aiutano i responsabili delle assunzioni accompagnando i candidati ben oltre al traguardo. In particolare, a fare la differenza è la capacità dei recruiter di aiutare le aziende a creare un'esperienza positiva per i candidati, nonché ad organizzare e gestire il processo di selezione, dal momento del primo colloquio fino a quello dell’offerta. È recente ad esempio la notizia di un candidato che ha rifiutato un'offerta di lavoro, per la quale si riteneva molto entusiasta, poiché il processo di intervista si trascinava ormai per diversi mesi, cosa che lo ha portato a metterne in discussione la serietà e credibilità dell’offerta. Step 5: Autovalutarsi Infine, ogni reclutatore dovrebbe valutare le propria performance in maniera continuativa ed applicare un processo di verifica iterativo per migliorare continuamente i propri metodi di reclutamento. Se si dimentica di effettuare questo passaggio critico, diventa difficile determinare cosa funziona e cosa no. Ad esempio, i test situazionali possono essere predittivi delle prestazioni lavorative per i dipendenti di Google, ma hanno avuto lo stesso successo nella propria organizzazione? Le ricerche condotte dagli autori sottolineano l’importanza di questo aspetto. Essi infatti hanno scoperto che i metodi più efficaci di recruiting negli anni passati, non lo sono già più. “Un semplice esempio è che utilizzando il nome di battesimo di un candidato nell'oggetto delle mail eravamo abituati a ricevere il doppio di adesioni da parte di candidati che desideravano partecipare alle nostre ricerche. Ora che questa tattica è stata eccessivamente utilizzata, abbiamo deciso di abbandonarla poiché non aumenta il coinvolgimento dei candidati.” dicono Tarki e Kanara. Secondo gli autori infine, gli Amministratori Delegati, che sollecitano i propri team di acquisizione dei talenti a seguire questi cinque semplici passaggi, otterranno un vantaggio significativo nell'attrarre i migliori talenti nella nuova era dominata dal social recruiting. Per leggere l’articolo completo: https://hbr.org/2019/02/how-recruiters-can-stay-relevant-in-the-age-of- linkedin 1/5 A cura di Umberto Frigelli e Benedetta Colaiacovo
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