Canoni Ater, stop agli aumenti per gli inquilini a basso reddito - Anci Fvg
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IL MESSAGGERO VENETO 29 NOVEMBRE edilizia popolare Canoni Ater, stop agli aumenti per gli inquilini a basso reddito Viviana Zamarian Udine. Stop agli aumenti dei canoni di locazione Ater - per i prossimi tre anni - a carico degli inquilini soli e a basso reddito. Che in Friuli Venezia Giulia sono circa 8 mila. Nella legge di stabilità sarà infatti previsto di prolungare fino al 2021 la misura di calmiere degli aumenti del canone per i nuclei monoparentali con reddito Isee fino a 10.000 euro e anche da 10.000,01 fino a 20.000 euro.Un intervento «importante» come ha riferito il consigliere regionale della Lega Antonio Calligaris, a margine dell'esame in IV Commissione consiliare degli strumenti di manovra di bilancio 2019. «Con l'introduzione dell'Isee quale parametro per il calcolo - spiega quindi Calligaris - questa tipologia di inquilini, costituita principalmente da persone anziane che vivono sole, veniva investita da un aumento consistente, fino quasi al 30 per cento in più».Conti alla mano, se si parte da un canone mensile medio di 40 euro, l'applicazione dell'Isee può portare ad aumenti dai 12 ai 18 euro mensili. «Se si pensa a chi percepisce una pensione minima - prosegue il consigliere del Carroccio - si capisce quanto queste cifre possano incidere sul fine mese». Obiettivo è dunque tutelare le persone anziane, che vivono da sole e che hanno un reddito basso onde evitare che gli aumenti possano pesare sulle loro tasche. «Nella legge di stabilità 2018 - spiega poi Calligaris -, era stato introdotto un meccanismo di calmiere per accompagnare gradualmente questo aumento dal 2018 al 2020, prevedendo per il 2019 una facilitazione del 12,5 per cento per Isee fino a 10.000 euro e del 7,5 per cento per la fascia dai 10.000,01 ai 20.000 euro». «Con l'aumento di 400.000 euro del Fondo sociale per le Ater - prosegue -, che viene portato a 12.700.000 euro, la riduzione del canone per il 2019 viene portata, rispettivamente, al 18 e all'11 per cento».Due misure - da una parte, dunque, l'aumento della riduzione per il 2019, dall'altra il prolungamento fino al 2021 - che permettono «nel prossimo anno - conclude poi il consigliere di maggioranza Calligaris - una valutazione sulla possibilità di rendere stabile questo aiuto, considerata l'attenzione verso una categoria di inquilini costituita principalmente da persone anziane, sole e con un basso reddito». La maggioranza del centrodestra per quanto riguarda le Ater, alla fine di ottobre, ha approvato la riforma dei criteri di accesso per le case popolari con una "stretta" che prevede minimo cinque anni di residenza in Friuli Venezia Giulia, l'esclusione dalle graduatorie di chi è stato condannato per occupazione di edifici e per quanto riguarda i cittadini stranieri, essi devono dimostrare di non possedere altre proprietà nei Paesi d'origine. europarlamento
De Monte e Tajani: sostegno ai giornalisti L'eurodeputata friulana Isabella De Monte ha incontrato, con i vertici dell'Ordine dei giornalisti e della Fnsi, il presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani, che ha condiviso le preoccupazioni della categoria per la crisi che sta colpendo il settore e per l'ostilità manifestata da esponenti del Governo italiano. in regione 42 ricorsi Tagli ai vitalizi: la partita torna davanti al giudice udine. Tagli ai vitalizi degli ex consiglieri regionali, la Cassazione spedisce l'intera materia al giudice ordinario. Sarà dunque il Tribunale di Trieste a decidere sui 42 ricorsi presentati da altrettanti "vitaliziati" (o dai loro eredi). Una prima battuta d'arresto, davanti alla quale però gli ex consiglieri, assistiti dall'avvocato Maurizio Paniz, non intendono demoralizzarsi. «Entro tre mesi - ha avvertito Paniz - rimetteremo la causa davanti al Tribunale di Trieste». Il verdetto emesso dalla Cassazione va a incidere sulla delibera 236 del 2015, con cui l'ufficio di presidenza del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia aveva emanato le disposizioni attuative della riduzione temporanea prevista dalla legge 2 del medesimo anno. Con quell'atto era stato deciso che dal primo marzo 2015 al 30 giugno 2018, l'importo mensile lordo venisse ridotto in una misura compresa fra il 6 per cento e il 15 per cento (fra il 9 e il 22,5 per cento in caso di cumulo con altri vitalizi nazionali o europei) in base a una serie di scaglioni: fino a 2 mila euro, fino a 4 mila, fino a 6 mila e oltre 6 mila. Era stato anche precisato che, in seguito alla decurtazione, la cifra non potesse comunque scendere sotto i mille 500 euro al mese. Tutte regole che stanno (ovviamente) strette agli ex consiglieri regionali che da subito avevano promesso battaglia. -- Mareschi Danieli: primo passo per introdurre misure di più ampio respiro Continua l'esame della manovra in commissione: agli enti locali 360 milioni Irap promossa dagli industriali: così si rende competitivo il Fvg Viviana Zamarian Udine. Confindustria Udine promuove le agevolazioni Irap approvate dalla giunta Fedriga e contenute nella manovra finanziaria. Misure «selettive, indirizzate a obiettivi di riequilibrio territoriale e di attrattività di nuove imprese, nonché di inclusione sociale - afferma la presidente degli industriali friulani Anna Mareschi Danieli - rivolte alle iniziative imprenditoriali in montagna, alla creazione di nuove imprese in tutta la regione, oltre che all'assunzione dei lavoratori colpiti da situazioni di grave crisi occupazionale». Per Confindustria si tratta dunque di una iniziativa «apprezzabile e
apprezzata, con l'auspicio che si tratti di un primo passo nella direzione di misure di più ampio respiro, che affrontino il tema della competitività del sistema produttivo del Fvg». Un parere ben accolto dall'assessore al Bilancio Barbara Zilli che ricorda come oltre all'azzeramento dell'Irap per i primi tre anni per le nuove imprese, per il quarto e il quinto anno l'aliquota sarà dell'1 per cento. Ieri, intanto, i lavori sulla manovra sono continuati nelle commissioni.enti locali e sicurezza Le risorse per gli enti locali, come riferito dall'assessore regionale competente Pierpaolo Roberti, per la parte corrente passeranno da 295 milioni a 360 milioni - fondi tolti alle Uti e girati ai Comuni - e per la parte degli investimenti da 5 a 11 milioni che poi diventeranno 16 nel 2020. «La cosa fondamentale - afferma il presidente della V commissione Diego Bernardis (Lega) - è che con la legge di stabilità, la linea di indirizzo dell'esecutivo di centrodestra, è quella di reperire maggiori fondi per i Comuni, magari recuperando le parti non spese dalle Uti immettendoli nel circuito economico dei nostri territori. Risorse che verranno ridistribuite direttamente ai Comuni e utilizzate per investimenti, che vogliono dire infrastrutture, posti di lavoro, innovazione e benessere». Sul fronte sicurezza, Roberti ha riferito che «nel 2018 l'assestato era di 3,5 milioni, oggi noi lo portiamo a 6,5 milioni sul 2019 per sistemi di videosorveglianza, interventi a favore dei privati per la sicurezza, sostegno e formazione a polizia locale».PIANO MUTUIRaggiunge quota 301 milioni il piano per gli investimenti abbozzato dalla giunta Fedriga. Una buona parte, come ha assicurato Roberti, che potrebbe assestarsi sui 70 milioni, sarà destinata «a investimenti concertati tra Comuni e Regione per un forte rilancio del territorio con l'apertura di decine di cantieri». società civileL'assessore alla cultura e sport Tiziana Gibelli ha affermato di voler agevolare le amministrazioni comunali, soprattutto delle zone montane, favorendo l'acquisto di mezzi di trasporto per consentire a tutti i giovani di essere accompagnati in sicurezza a praticare attività sportiva. piccoli comuni Sì al terzo mandato ma con l'appoggio di tutto il Consiglio «Agendo entro dicembre ci sono ancora i tempi per effettuare la modifica per reintrodurre il terzo mandato consecutivo per i sindaci dei comuni con meno di 3 mila abitanti». Ma per renderlo attuabile entro le elezioni amministrative della prossima primavera è fondamentale «che ci sia la più ampia condivisione possibile tra opposizione e maggioranza in Consiglio regionale sulle tempistiche d'adozione del provvedimento altrimenti la questione sarà affrontata dopo la tornata elettorale di maggio». Ad affermarlo è l'assessore regionale agli Enti locali Pierpaolo Roberti che ieri ha incontrato la delegazione della Consulta dei piccoli Comuni guidata dal primo cittadino di Visco, Elena Cecotti. L'assessore ha garantito che «la maggioranza ha avviato su questo tema una profonda riflessione di natura principalmente tecnica, dato che coinvolge numerosi Comuni prossimi al voto». Roberti ha confermato poi che «la giunta è conscia di come oggi molti sindaci si trovino a operare in condizioni di grande difficoltà e siano spesso chiamati a sopperire alla mancanza di personale con il proprio impegno».
Il sindaco Fontanini replica agli attacchi della minoranza «Nessuno scippo, sarà la sede del nuovo ente intermedio» «A Palazzo Belgrado gli uffici del Comune» Palazzo Belgrado «passerà al nuovo ente di area vasta che nascerà nell'ambito del riassetto istituzionale del livello amministrativo intermedio» e non resterà quindi di proprietà della Regione che in ogni caso «metterà gratuitamente a disposizione del Comune una sessantina di posti per i nostri tecnici del settore finanza e bilancio, attualmente in affitto nella sede di via Savorgnana, con un risparmio annuo di circa 130 mila euro». Per il sindaco Pietro Fontanini quindi non c'è stato nessuno scippo o umiliazione nella trattativa avuta con la Regione per decidere le sorti dei beni che erano di proprietà della Provincia come invece hanno sostenuto i rappresentanti della minoranza in consiglio comunale.«Ritengo, per correttezza nei confronti dei cittadini - ha sottolineato il primo cittadino leghista -, di dover rispondere a quanto affermato da alcuni consiglieri di opposizione circa il fatto che questa amministrazione sarebbe stata dimenticata e umiliata da Trieste nella gestione dei beni che appartenevano alla Provincia. Per quanto riguarda Palazzo Belgrado - ha precisato Fontanini -, è vero che questo passerà al nuovo ente di area vasta che nascerà nell'ambito del riassetto istituzionale del livello amministrativo intermedio, ma ai cittadini va anche detto che la Regione metterà gratuitamente a disposizione del Comune una sessantina di posti per i nostri tecnici del settore finanza e bilancio, attualmente in affitto nella sede di via Savorgnana, con un risparmio annuo di circa 130 mila euro. I consiglieri - ha aggiunto - si dimenticano poi di citare, tra i beni che dalla Provincia passeranno al Comune, la Caserma Duodo di viale Ungheria, all'interno della quale, oltre agli spazi per gli uffici, si potranno ricavare decine di posti auto, alleggerendo l'impatto del traffico e della sosta lungo questa importante via frequentata soprattutto da impiegati che si recano al lavoro in auto. Ma ancora, passeranno al Comune di Udine il palazzo della Prefettura, che entrerà nella piena disponibilità del Comune anche per il trasferimento degli uffici del Governo nella nuova sede di via Pracchiuso, e palazzo Snaidero, alloggio di servizio del prefetto».«Credo - ha concluso - che queste doverose precisazioni restituiscano un quadro molto diverso dal quello, estremamente drammatico, delineato dai consiglieri d'opposizione. Per questa giunta Udine è e resta la capitale del Friuli e continueremo a fare quanto in nostro potere perché le venga riconosciuto il giusto peso all'interno di questa regione». l'avviso egas Mediatori culturali "padroni" delle lingue per la nostra sanità Donatella Schettini udine. Cercansi mediatori culturali per la sanità Fvg. Egas ha infatti pubblicato un bando per individuare mediatori culturali per le aziende sanitarie della regione. Dovranno parlare diverse lingue, dall'inglese al persiano, dal cinese all'albanese fino all'hindi, pidgin english e wolof. L'Ente per la gestione accentrata dei servizi condivisi ha emesso un avviso per la consultazione
preliminare di mercato propedeutica all'indizione di una gara per l'affidamento del servizio per il prossimi 36 mesi. Il servizio è in scadenza ed è finalizzato a «facilitare l'accesso dei cittadini stranieri ai servizi e tutelare la loro salute, assicurando una risposta ai bisogni sanitari che tenga in considerazione le specificità culturali, favorendo l'inserimento e una positiva integrazione sul territorio». Inoltre «per la rimozione degli ostacoli di natura burocratica, amministrativa, sociale, linguistica e culturale, che possono costituire fattori di rischio per la salute degli immigrati e quindi per tutta la comunità locale».I mediatori culturali aiutano gli stranieri per tutte le attività sanitarie che devono svolgere: dall'ospedale alle strutture territoriali, dal medico di medicina generale al pediatra di libera scelta. Mediatori opereranno in tutte le aziende sanitarie del Friuli Venezia Giulia, compresi il Cro e il Burlo Garofolo. I servizi saranno di tre tipi: programmato (tra cui l'attività di sportello), telefonico e urgente.I mediatori culturali dovranno parlare una o più di un lungo elenco di lingue oltre l'italiano. Oltre a quelle europee, chiesta la conoscenza di persiano, cinese, turco, albanese, polacco, arabo, bosniaco, curdo, hindi, bengalese, pidgin English (mescolanza tra inglese e dialetti), wolof (una lingua parlata in Senegal), ceco, slovacco e ucraino, solaio e amarico, pashtun. Non tutti per tutte le aziende sanitarie, perché i singoli lotti individuano le lingue prevalenti usate e qualcuna indica anche lingue in più in base alla presenza di altre nazionalità. I mediatori dovranno inoltre conoscere la società italiana e avere una serie di competenze tecniche relative ai servizi, alla normativa sull'immigrazione e competenze linguistiche in area socio sanitaria. Il capitolato è diviso in lotti, a seconda delle aziende sanitarie. Per l'Asuiud si prevedono attività connesse al ricovero, situazioni di emergenza, attività amministrative e attività connesse a iniziative di comunicazione, qualità e accoglienza. L'elenco delle lingue comprende anche lo Swaili, Tagalog (Filippine), Punjabi (Pakistan e India), Tigrina (Etiopia e Eritrea). Il fabbisogno stimato tra tutte le attività è di 8 mila 475 ore annue. Per le strutture sanitarie della provincia di Pordenone (Aas 5, Cro, Policlinico San Giorgio, ambulatori di medicina generale) non c'è una stima di utilizzo del servizio. Per la Aas 3 (Friuli Collinare, Medio, Alto Friuli) si prevedono mille ore di interventi programmati e 10 per quelli urgenti. Per l'Aas2 sono previste anche ore di mediazione in tutte le strutture. Per l'attività di sportello sono previste in lingua bengalese a Monfalcone, che si giustifica con la numerosa comunità di questa comunità legata al lavoro nei cantieri. In Toscana gestirà il servizio antincendio degli ospedali E in Austria controlla il presidio del tunnel del Brennero Lo sviluppo della Gsa in Italia e all'estero: appalti per 50 milioni Maura Delle Caseudine. Gsa, Gruppo servizi associati, uno tra i leader di settore, rafforza la sua presenza nazionale e internazionale con un mazzo di appalti appena messi a segno. In Toscana, la società dell'amministratore delegato Alessandro Pedone (patron della squadra di basket di A2) si è recentemente aggiudicata un convenzione quadro per il servizio antincendio di tutte le strutture sanitarie della regione. L'appalto ha una durata di sei anni e vale oltre 41 milioni di euro. Oltralpe, dove dal 2014 la società di Tavagnacco è solida partner della città metropolitana di Lione (la terza città francese), ha fatto suoi invece gli interventi di sicurezza/viabilità e supervisione del funzionamento di
tangenziali e tunnel cittadini, rinnovando per tre anni il rapporto in corso. Valore: 3,5 milioni di euro. E ancora, grazie alla solida esperienza maturata in vent'anni di attività e alla sua affidabilità nel settore safety, Gsa è divenuta appaltatore del presidio antincendio permanente della galleria di base del Brennero (Brenner Basistunnel), tunnel ferroviario attualmente in costruzione che metterà in collegamento Innsbruck con l'Italia. Il servizio durerà fino al termine dei lavori, previsto nel 2023, ed ha un valore superiore ai 4 milioni di euro.«Valorizzazione del personale, coinvolgimento di nuovi attori, investimento in tecnologie di ultima generazione e relazioni con nuovi partner sono e saranno il pane quotidiano per la nostra impresa, nel suo continuo percorso di crescita nella gestione di infrastrutture ad alta frequentazione ed interventi in scenari ad elevato rischio incendio», afferma con soddisfazione l'amministratore delegato Pedone ricordando che ai "lavori" già in portafoglio se ne profilano altri, sempre più sfidanti. Gsa sta infatti concorrendo a importanti gare internazionali come l'appalto ferroviario per i tre tunnel della Manica che collegano la Gran Bretagna alla Francia e all'Europa. L'aggiudicatario del servizio nell'Eurotunnel avrà il compito di prevenzione e sorveglianza antincendio lungo i 51 chilometri di gallerie, di formare il personale e di fornire soccorso e assistenza agli utenti per almeno 3 anni. Rimanendo nel contesto della viabilità, la società friulana compete anche nell'appalto indetto dalla Regione di Bruxelles-Capitale, che ha una rete stradale estesa per circa 320 chilometri: al fine di garantire la sicurezza degli utenti, la corretta viabilità e il mantenimento in buono stato dell'intera rete, l'assegnatario dovrà, per 4 anni, monitorare in modo costante e preciso le infrastrutture, gestire aperture e chiusure dei tunnel, garantirne il pattugliamento e fornire un servizio di primo intervento. «La nostra realtà - conclude Pedone - sta assumendo sempre più peso e considerazione nel contesto internazionale europeo, questo non può che renderci orgogliosi e spronarci a perfezionare il nostro lavoro giorno dopo giorno per essere all'altezza delle richieste di un mercato sempre più competitivo ed esigente in termini di sicurezza». Ance UDINE. «Non solo come costruttori, ma anche come cittadini, abbiamo bisogno di investimenti che si declinano in opere. Bene la progettazione, ma la riprogettazione, e l'esempio del Porto di Trieste dove da 30 anni a questa parte sono stati presentati decine di progetti, sta lì a dimostrare che dall'idea bisogna passare al fare». Così Donato Riccesi, presidente di Ance Pordenone-Trieste, all'assemblea dei costruttori svoltasi ieri a Trieste dedicata a "Opere pubbliche e rigenerazione urbana quali fattori di sviluppo del sistema territoriale". Un'occasione per affrontare due temi, quello degli investimenti e quello della rigenerazione, strettamente collegati. Ma sostanzialmente al palo. «Per quel che riguarda gli investimenti per la trasformazione del territorio e la spesa per infrastrutture - spiega Riccesi - abbiamo un rapporto svantaggiato rispetto ad altri Paesi europei. Fatto 100 il valore degli investimenti previsti annualmente, solo una piccola quota parte si trasforma in cantieri». Quanto sia questa quota, è un dato che sfugge. «Nei Comuni di riferimento, Pordenone e Trieste, non sappiamo quanto, di quel che è previsto nel piano triennale delle opere, sia effettivamente stato speso. A livello regionale stimiamo una percentuale tra il 13 e il 15%. Ma perché questo accade? Cosa si può fare per migliorare? In che modo possiamo collaborare con la pubblica amministrazione per superare l'impasse?», si chiede Riccesi. Uno dei temi che stanno certamente più a cuore e la messa a norma
degli edifici scolastici. «C'è un piano regionale da 60 milioni che però prevede l'avvio dei cantieri entro agosto, pena la perdita delle risorse. È un rischio - avverte il presidente dei costruttori - che non possiamo permetterci di correre». Opportunità ulteriori devono arrivare dalla rigenerazione urbana, per "sanare" quelle che si possono definire "ferite" delle città, come edifici abbandonati che possono, più utilmente, essere recuperati a nuova vita. Il presidente Fvg, Massimiliano Fedriga, ha annunciato «un nuovo piano regionale di investimenti per 300 milioni di euro nel prossimo triennio e, parallelamente, la sigla di un'alleanza tra istituzioni, articolazioni dello Stato e imprese finalizzata allo sviluppo e al superamento di parte di quegli appesantimenti burocratici e amministrativi che rappresentano un freno alla crescita del settore edile» e ha rimarcato come per la realizzazione delle opere sia necessaria una collaborazione in primo luogo tra Regione e Comuni. In Fvg una ex lavoratrice percepisce 687 euro contro i 1.350 del collega maschio Nel 2017 erogati 500 mila assegni per una spesa complessiva di 6,5 miliardi Inps: la pensione di una donna "vale" metà di quella dell'uomo Michela Zanuttotrieste. Nel 2017 sono state erogate in Friuli Venezia Giulia circa 500 mila pensioni, per un totale di 6 miliardi e mezzo di euro. Ciascun ex lavoratore ha incassato mediamente un assegno di 1.018 euro. Ma se dividiamo i beneficiari per genere, allora alle donne (alle quali va il 58 per cento degli assegni emessi dall'Inps) vengono accreditati appena 687 euro, mentre agli uomini quasi esattamente il doppio, 1.350. La fotografia viene scattata all'interno del Bilancio sociale dell'Inps del Friuli Venezia Giulia, documento presentato dal direttore territoriale Stefano Ugo Quaranta, e del presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'istituto, Guglielmo Loy. Nel 2017 l'Inps ha erogato dunque circa mezzo milione di pensioni in regione per un importo annuo di circa 6 miliardi e mezzo di euro relativi alle pensioni previdenziali e assistenziali. I trattamenti previdenziali rappresentano l'87% del totale, mentre il restante 13% è costituito dalle pensioni assistenziali, erogate in relazione a determinate situazioni di bisogno e non a fronte del pagamento di contributi. Per quanto riguarda le quote il 58 per cento è erogato alle donne con una media però di 687 euro a fronte di 1.350 euro corrisposte a un uomo. Infine, in Friuli Venezia Giulia sono state autorizzate complessivamente 5 milioni 916 mila 905 ore di Cassa integrazione guadagni (Cig), prosegue dunque l'inversione di tendenza già avviata fino dal 2015. Confrontando i dati del 2017 con quelli dell'anno precedente c'è un importante decremento complessivo, pari al 66,6 per cento. Complessivamente, sempre nel 2017, le aziende con dipendenti nel settore privato in Friuli Venezia Giulia sono cresciute dell'1,6 per cento. Il numero di aziende attive con dipendenti nel settore privato è salito a 32 mila 307, con un incremento dell'1,6 per cento rispetto all'anno precedente a fronte di un calo del 6 per cento negli ultimi 5 anni. Il numero complessivo regionale dei lavoratori iscritti ha superato nel 2017 le 564 mila unità, di cui 474 mila 228 delle Gestioni private, 84 mila e 80 della Gestione pubblica (ex Inpdap) e 6 mila 256 i lavoratori iscritti alla Gestione lavoratori dello spettacolo e dello sport (ex Enpals). Per quanto riguarda gli iscritti alle gestioni private, rileva il documento Inps, i lavoratori dipendenti sono aumentati complessivamente del 3,9 per cento. C'è stata una riduzione dell'1,6 per cento dei dipendenti a tempo indeterminato mentre c'è stato un
rilevante aumento del 31,5 per cento di quelli a tempo determinato. Secondo l'Inps la crescita dei lavoratori agricoli del 25 per cento è legata alla riforma dei voucher. Come già avvenuto negli anni precedenti, nel 2017 la percentuale di lavoratori autonomi ha registrato un calo dell'1,1 per cento segnando così un meno 7 per cento rispetto al 2011. IL PICCOLO 29 NOVEMBRE L'assessore alle Autonomie Roberti: «Agendo subito, modifica operativa già per le elezioni 2019» La giunta apre al terzo mandato per i sindaci dei piccoli Comuni Marco Ballico TRIESTE. I sindaci dei piccoli Comuni si erano trovati a Visco un paio di settimane fa per rilanciare la partita del terzo mandato, cancellato dalla legge 19 del 2013, una delle prime dell'era Serracchiani. Si trattava del rilancio di un'iniziativa che nel febbraio 2017 aveva prodotto un ordine del giorno inviato al governo regionale senza riscontro. Ieri invece, dal centrodestra, è arrivata un'apertura. «La maggioranza ha avviato su questo tema una profonda riflessione di natura principalmente tecnica, dato che coinvolge numerosi Comuni prossimi al voto», le parole dell'assessore alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti dopo il confronto con la delegazione della consulta guidata dal sindaco di Visco Elena Cecotti. Il riferimento è al fatto che in Fvg per "piccoli" Comuni si intendono quelli con meno di 3.000 abitanti (ben 85 dei 118 al voto nel 2019), mentre nel resto d'Italia il limite è fissato a 5.000. Il nodo è quello di trovare candidati a una poltrona per nulla comoda. Nelle piccole amministrazioni, rileva ancora Roberti, «i primi cittadini sono spesso chiamati a sopperire alla mancanza di personale con il proprio impegno. E dunque chi si mette al servizio della comunità rispetto al passato ha maggiori responsabilità e minori risorse e l'esiguità dei compensi e delle indennità non consente di svolgere l'incarico a tempo pieno». Dopo di che, per consentire alla modifica di essere operativa già con le amministrative di primavera, è necessario fare in fretta. «Agendo entro dicembre - già avverte l'assessore - ci sono ancora i tempi». Ma è una questione anche politica. Su un tema che riguarda tutti, non c'è intenzione di forzare: «Serve ampio appoggio da parte di tutte le componenti politiche in Consiglio regionale, altrimenti la questione sarà affrontata dopo la tornata elettorale di maggio». Una prima risposta, non positiva, arriva dal Pd. «Sul tema degli enti locali siamo certamente disponibili a ragionare nel complesso del sistema, di certo non è pensabile affrontare le cose spizzichi e bocconi - dice il capogruppo Sergio Bolzonello -. Se poi si pensa che tutto ciò dovrebbe avvenire a pochi mesi dalle prossime elezioni amministrative, riteniamo a maggior ragione che fare un'operazione di questo tipo è insensato». E dunque, «solo se il centrodestra porterà in aula tutto l'impianto riguardante gli enti locali, siamo pronti a discutere di tutto». Difficile pure immaginare un'intesa con i grillini, dopo che il
gruppo del Movimento 5 Stelle, a prima firma Mauro Capozzella, ha depositato a fine ottobre una proposta di legge che affronta la materia in maniera complessiva. Con non poche novità, a partire dal principio di un candidato sindaco per ogni lista, escludendo dunque le coalizioni. Nella pdl pentastellata si prevede poi l'impossibilità di candidarsi consigliere contemporaneamente in due Comuni e il divieto del voto disgiunto anche per i Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti. PROGETTO FVG «Via l'obbligo sulle Uti: più serenità per i sindaci» «Il disegno di legge che andrà in aula fra circa venti giorni per l'approvazione è un messaggio di serenità per i sindaci che dal primo gennaio non avranno più vincoli: si entra in un sistema dove le unioni territoriali ci saranno ancora, ma sarà una libera scelta dei Comuni aderirvi o meno». Così il consigliere regionale di Progetto Fvg, Mauro Di Bert, durante un incontro a Udine sulla riforma degli locali. Contratti a termine in crescita del 31,5 per cento da un anno all'altro ma le assunzioni a tempo indeterminato calano dell'1,6 per cento In Fvg timida ripresa del lavoro ma le stabilizzazioni "latitano" Ugo Salvini TRIESTE. In Friuli Venezia Giulia c'è una timida ripresa dell'occupazione, confermata dall'aumento del numero delle aziende attive con dipendenti del settore privato (+1,6% nel 2017 rispetto al 2016). Ma essa si traduce soprattutto nella stipula di contratti a tempo determinato, modalità che conferma la grande cautela che segna le attuali scelte delle imprese. In sostanza, pur essendo in lieve crescita le commesse, la svolta non induce gli imprenditori a fare passi troppo lunghi. Meglio fermarsi a contratti di qualche mese. Questo per sommi capi il quadro dell'economia del Friuli Venezia Giulia, in base ai dati forniti ieri dalla sede regionale dell'Inps, dov'è stato presentato il bilancio sociale del 2017. Qualche numero. I lavoratori dipendenti, sia a tempo determinato sia a tempo indeterminato, iscritti alle gestioni private, sono aumentati del 3,9 per cento nel 2017 rispetto al 2016. In particolare, c'è stato un forte balzo del settore agricolo, con una crescita del 24,09 per cento, seguito dal comparto dei lavoratori domestici (+9,3%). In netta discesa invece i lavoratori parasubordinati (-8,2 %). Se si entra nel dettaglio però, ed escludendo il mondo dell'agricoltura, che ha dinamiche proprie, ecco evidenziarsi, nel settore che riguarda i lavoratori dipendenti, un calo dell'1,6 per cento dei contratti a tempo indeterminato a fronte di una marcata crescita (+31,5%) di quelli a tempo determinato. Una forbice che sembra destinata a dilatarsi, almeno nel breve periodo. «Il ritorno ai contratti a tempo indeterminato è ancora lontano - ha detto il presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) dell'Inps, Guglielmo
Loy - perché il pur evidente aumento delle commesse non è per ora accolto con fiducia dagli imprenditori. Questa situazione - ha aggiunto - comporta una discontinuità nella copertura contributiva dei lavoratori. Inoltre - ha proseguito - è evidente che siamo davanti a un meccanismo che sta allungando i tempi di attesa dei giovani che vogliono entrare nel mondo del lavoro. Temo che, in prospettiva - ha concluso Loy -, sarà necessario fare l'abitudine all'assenza di certezza nella continuità del lavoro». «I flussi di cassa per l'Inps - ha osservato Stefano Ugo Quaranta, direttore della sede regionale - sono in aumento. Bisogna però porre l'accento anche sulla situazione nel settore pubblico, dove l'età media sta aumentando. Su 84 mila dipendenti pubblici - ha precisato - quasi 30 mila hanno un'età fra i 45 e i 54 anni e poco più di 15 mila sono fra i 55 e i 59». Dai dati emerge poi un ulteriore elemento che conferma che l'uscita dalla crisi è lontana: il crollo del numero dei lavoratori autonomi, scesi del 7 per cento dal 2011 al 2017. Riduzioni fino al 18% sull'affitto per Isee sotto i 10 mila euro Misura prolungata fino al 2021. Salvi i precari di Cro e Burlo Cresce lo sconto sugli affitti Ater per gli inquilini che vivono soli Diego D'Amelio trieste. Sarà prolungato fino al 2021 e aumentato di qualche euro lo sconto dell'affitto a carico delle persone sole che abitano le case Ater. La decisione è contenuta nella manovra di bilancio regionale, che prevede appunto la proroga della misura e un aumento di 400 mila euro del capitolo di spesa che stabilisce l'entità dello sgravio. Su un altro fronte, la giunta Fedriga annuncia intanto il prolungamento dei contratti dei ricercatori precari del Burlo di Trieste e del Cro di Aviano, che nei giorni scorsi avevano protestato davanti al Consiglio regionale per il rischio di perdere il posto di lavoro a fine anno. Case popolariIl centrodestra prolunga e rafforza la misura introdotta nel 2017 dalla giunta Serracchiani, intervenuta con 2 milioni all'anno per alleviare la condizione di circa ottomila affittuari. Questi erano stati chiamati a pagare un canone più alto a causa dell'introduzione di nuove regole per il calcolo dell'Isee, che ad oggi favoriscono i nuclei familiari e penalizzano le persone sole. L'annuncio arriva dal consigliere regionale della Lega, Antonio Calligaris, che parla di «importante intervento a favore di persone sole e con basso reddito». Nel ddl di stabilità si prevede il prolungamento della misura fino al 2021 per i nuclei monoparentali che abbiano un reddito Isee entro i 20 mila euro. Le fasce interessate sono quelle che pagano gli affitti più bassi, ovvero chi sta entro i 10 mila euro e chi invece occupa la fascia successiva: rispettivamente 5.200 e 2.800 persone circa, pari al 75% dei due segmenti di reddito. «Con l'introduzione dell'Isee quale parametro per il calcolo del canone - spiega Calligaris - questa tipologia di inquilini costituita principalmente da persone anziane che vivono sole è stata investita da un aumento consistente, fino a quasi il 30% in più». Cifre contenute in termini assoluti, ma che per chi percepisce la pensione minima incidono sulla tenuta del proprio bilancio: «Partendo da un canone mensile medio di 40 euro, l'applicazione dell'Isee può portare ad aumenti dai 12 ai 18 euro mensili», specifica appunto l'esponente leghista. Il calmiere era stato introdotto nel 2017 dal centrosinistra: «Per il 2019 era prevista una facilitazione del 12,5% per Isee fino a 10 mila euro e del 7,5% per la fascia fino a 20 mila. Con l'aumento di 400 mila euro del Fondo sociale per le Ater, che
viene ora portato a 12,7 milioni, la riduzione del canone per il 2019 viene portata rispettivamente al 18% e all'11%», dice Calligaris. La speranza è che la misura possa ora diventare strutturale: «L'aumento della riduzione per il 2019 e il prolungamento fino al 2021 - conclude il leghista - permettono una valutazione sulla possibilità di rendere stabile questo aiuto, considerata l'attenzione verso una categoria di inquilini costituita principalmente da persone anziane, sole e con un basso reddito». Renato Kneipp, rappresentante del sindacato degli inquilini Sunia Cgil, preferisce però aspettare la verifica dei numeri: «Bene che ci sia il prosieguo del provvedimento fortemente richiesto dai sindacati degli inquilini e delle confederazioni. Ora lo analizzeremo con attenzione per verificarne gli effettivi benefici». RicercatoriNel corso della stessa giornata, l'assessore alla Salute Riccardo Riccardi annuncia il momentaneo rinnovo dei contratti della parte dei 260 ricercatori precari di Burlo e Cro in scadenza, costretti a lavorare con le più svariate forme contrattuali, dalle borse di studio al ricorso con partita iva, passando per co.co.co. e co.co.pro. I rapporti di lavoro sono stati prorogati dalle rispettive Aziende sanitarie: un anno per i chi abbia già maturato i requisiti per la stabilizzazione e tre mesi per gli altri. Un tempo che Riccardi giudica congruo per «espletare le procedure di nuovi bandi che possano garantire un po'di stabilità anche a loro, ricordando comunque che questa partita non dipende dalla Regione ma da decisioni statali». Davanti al presidio organizzato nei giorni scorsi, Riccardi aveva «promesso che la Regione sarebbe stata accanto ai ricercatori, riconoscendone il valore fondamentale ai fini del nostro progetto di sanità per la regione». Rossana Giacaz, responsabile Cgil per la sanità, approva «la velocità dimostrata dalla giunta», ma evidenzia che ora «bisogna spingere a Roma affinché si riconosca definitivamente la figura dei ricercatori degli Ircss come Burlo e Cro, perché solo così potranno arrivare le stabilizzazioni di tremila persone in tutta Italia». L'assessore sottolinea al proposito che in questi giorni «il governatore Fedriga ha inviato una lettera direttamente al premier Conte, mentre ho scritto personalmente al ministro della Salute, Giulia Grillo, sollecitando una soluzione condivisa e definitiva che ponga i ricercatori nelle condizioni di operare in piena serenità». IL GAZZETTINO IN ALLEGATO
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