I processi partecipativi nell'esperienza del Piano Paesaggistico Regionale del Friuli-Venezia Giulia* - AGEI
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Alma Bianchetti, Andrea Guaran I processi partecipativi nell’esperienza del Piano Paesaggistico Regionale del Friuli-Venezia Giulia* Abstract: Participatory Processes and the Regional Landscape Plan of Friuli-Venezia Giulia The paper aims at reflecting on the authors’ experience in the drafting of the Landscape Plan of Friuli-Venezia Giulia Region. The preliminary programming documents of the Region attributed a relevant role to the processes of citizens’ engage- ment in the reconnaissance step and for the development of the instruments of the Plan. The University of Udine, tasked with supporting the elaboration of the Plan, has organized and carried out the participatory processes aimed at bringing out the feeling of the local populations in terms of values, critical issues, visions and actions finalized to prefigure the “desired” landscapes of the future. It intends therefore to expose the methods and criteria followed to implement full-scale participation and evaluate its positive aspects (the pathways have been undoubtedly successful) and some criticalities related to previous and therefore unavoidable choices. The final aim of the contribution is to draw from such experience useful indications for other similar experiences. Keywords: Friuli-Venezia Giulia Region Landscape Plan, participatory processes, landscape governance, partecipatory processes evaluation. 1. Introduzione attraverso la realizzazione di attività di basso livello di coinvolgimento/interlocuzione o svuotandole Gli anni a cavallo del salto di millennio sono di valore o pilotandone lo svolgimento. stati cruciali per la formalizzazione di documen- Proprio il timore di simili rischi, cioè che tutto ti fondamentali (Convenzione di Aarhus, 1998 e si risolvesse in una procedura formale, aderente Convenzione europea sul paesaggio, 2000) ai fini alle disposizioni di legge, ma con scarso seguito del riconoscimento dei diritti di informazione, da parte dei cittadini e dunque fattualmente poco di espressione e di partecipazione dei cittadini ai incisiva sulle scelte pubbliche, costituiva la preoc- processi di decisione pubblica e per il loro rece- cupazione principale del gruppo di lavoro in seno pimento in atti e norme espressamente mirate al all’Università di Udine a cui fu affidata dall’Ente paesaggio, il quale costituisce il filo conduttore di Regione, nel maggio 2015, la programmazione e queste pagine (UNECE, 2014; Commissione Eu- conduzione dei percorsi partecipativi nel quadro ropea, 2009; Carta dei diritti fondamentali dell’U- della redazione del Piano Paesaggistico Regionale nione Europea, 2007; OECD, 2001; CEC, 2001; del Friuli-Venezia Giulia (PPR-FVG). Consiglio d’Europa, 2000; MIBACT, 2004). Tale è la genesi di questo contributo, che si La ricerca internazionale specialistica aveva ela- pone l’obiettivo di esaminare e soprattutto valu- borato o andava elaborando metodi e strumenti tare l’azione partecipativa condotta nell’ambito (qui piace ricordare in particolare lo strumento dell’elaborazione del PPR-FVG ai fini di fornire processuale delle parish maps, concepito dalla cha- indicazioni di principio e operative utili per auspi- rity britannica Common Ground sul volgere degli cabili analoghi processi futuri, avendo in partico- scorsi anni ’80) per realizzare e rendere efficace lare a mente la scala di riferimento del processo, la partecipazione della popolazione, o più esatta- in questo caso regionale, e dunque di certo senza mente, della cittadinanza, intendendo per cittadi- paragoni nel contesto nazionale. Le diverse espe- no la persona informata, consapevole, responsabi- rienze maturate in Italia sono infatti collocabili le e non inerte (Pellizzoni, 2015; Manconi, 2015; alla scala locale (cfr. Castiglioni, Varotto, 2013) e Nanz, Fritsche, 2014). Sull’opposto versante, i pub- soprattutto micro-locale, come le mappe di comu- blici decisori non hanno mancato parallelamente nità elaborate dalle strutture ecomuseali, talora, di attrezzarsi e cautelarsi da o contro processi giu- come in Puglia, in seno alla pianificazione pae- dicati aggressivi o contrari alle loro visioni/inte- saggistica (MIBACT, 2017; Ecomuseo delle acque ressi/prospettive (Aru et al., 2013), per esempio del Gemonese, 2013). Ai fini di tale valutazione AGEI - Geotema, 56 33
si applica, per quanto non in maniera rigida, l’a- legate a impattanti infrastrutture (es. elettrodotto nalisi Swot tenendo conto che coloro che qui Terna, terza corsia dell’A4), quantomeno la sotto- scrivono figurano contemporaneamente nei ruoli lineatura di una contradditoria gestione comples- di valutatori oltre che di ideatori e organizzatori siva di tali macroscopici interventi. del processo partecipativo, pur avendo recepito Contestualizzando il processo partecipativo nel diversi elementi tratti dalle relazioni finali di sinte- quadro del percorso che ha condotto il 22 set- si richieste ai facilitatori specificatamente reclutati tembre 2017 all’adozione del PPR da parte della per l’occasione. Giunta regionale (l’approvazione invece data al 24 aprile 2018), sono necessari alcuni elementi di cornice, sul piano strettamente normativo e, ovvia- 2. La partecipazione e il Piano Paesaggistico del mente, sul terreno dell’iter organizzativo. Friuli-Venezia Giulia L’avvio formale data al marzo 2014, quando la Giunta della Regione Autonoma Friuli-Venezia I timori sopra enunciati, entro il neocostituito Giulia, con delibera n. 433 (“Approvazione Sche- gruppo di lavoro Uniud, erano all’apparenza insus- ma Struttura del Piano Paesaggistico Regionale”), sistenti, poiché la legge istitutiva dei processi par- ha fissato la struttura del redigendo Piano. Vale tecipativi in questione (L.R. 27/2014, art. 3, c. 1) la pena precisare che lo strumento del piano pa- stabiliva di «elaborare il quadro conoscitivo rappre- esaggistico, innovativamente nel caso presente, è sentativo dei valori identitari del territorio median- stato approvato in accordo contestuale di co-piani- te metodologie di pianificazione partecipata con ficazione con il Ministero competente (MIBACT) elaborazione di mappe di comunità». La mappa di e avendo sin da ora – diversamente dai piani pae- comunità appare infatti come lo strumento per ec- sistici previsti dalla Legge Galasso (n. 431/1985) – cellenza grazie al quale una comunità si conosce, forza prescrittiva, con una duplice funzione: da un si riconosce e si autorappresenta, facendo fulcro lato la tutela del paesaggio, attraverso la salvaguar- su memorie, esperienze e saperi, la condivisione di dia dei beni paesaggistici, compito ascrivibile alla un territorio di vita e la creazione di un paesaggio parte statutaria del PPR, dall’altro la valorizzazio- peculiare che condensano radici, valori e aspetta- ne del territorio nelle sue svariate articolazioni, tive, i quali costituiscono il substrato sul quale im- mediante la messa a punto di indicazioni volte a maginare la costruzione del proprio futuro (reali- governare le dinamiche trasformative del paesag- sticamente pro tempore, 10 anni). Si tratta cioè di un gio (MIBACT, 2017, p. 185; Istat, 2017). processo di elaborazione di una mappa strategica Si tratta in definitiva, ed è compito soprattutto espressione genuina del collaborative mapping (o della parte strategica del documento, di delineare crowd mapping). Tuttavia il cronoprogramma della indirizzi e indicazioni di eventuali azioni, in una Regione FVG, troppo compresso, ne rendeva im- chiave anche progettuale (Bertolini, Pascolini, possibile l’attuazione come pure la legge stessa, in 2015). Poiché il Piano vuole essere dinamico, alla quanto impositiva dell’associazione tra almeno due terza parte, quella gestionale, compete il controllo comuni contermini, poiché la stessa scala comuna- dell’attuazione dello strumento e dell’implemen- le si scontra con le caratteristiche sociospaziali pro- tazione delle informazioni sullo stato del paesag- prie di un processo di mappa di comunità, ideato gio (come l’Osservatorio del Paesaggio) e della per una piccola arena di vita (Bianchetti, 2013; Clif- congruità delle azioni e misure proposte. ford, King, 1996). Quindi si è dovuto scegliere – e Si sottolinea come il fattore partecipativo si sia inventare – un percorso diverso che non lasciasse effettivamente relazionato con le tre parti in cui cadere e sciupasse l’opportunità. si struttura il Piano. La sua incidenza, in termini I dibattiti che sono stati realizzati nell’attuale quanto-qualitativi, ha permesso di superare una fase delle osservazioni pubbliche preventive all’ap- lettura meramente lineare, temporalmente con- provazione definitiva del PPR, come dalle proce- traddistinta, dell’intero processo, dalla parte sta- dure previste, hanno espresso nuove e diverse per- tutaria a quella di gestione, proponendone invece plessità: non più i dubbi originari su una possibile una circolare in ragione della stretta interconnes- scarsa conoscenza del legislatore in merito alla sione che si manifesta tra esse. La scelta di asse- programmazione e gestione dei processi di mappa gnare rilevanza alla parte strategica, non obbliga- oppure su un loro eventuale utilizzo strumentale, toria in base ai dettami di legge, ha decisamente ma, se non l’ipotesi esplicita di una volontà sot- posto le basi per amplificare il ruolo dei cittadini, terranea di far concentrare l’attenzione dei citta- innescando un processo di interesse e di coinvol- dini sulle minuzie locali, distogliendola da alcune gimento attivo che ha introdotto una procedura a significative questioni ambientali e paesaggistiche doppia direzionalità, dal livello politico e tecnico 34 AGEI - Geotema, 56
regionale agli enti locali, e attraverso questi alle ri- utilizzate dal legislatore emerge con immediatezza spettive cittadinanze e, in direzione opposta, dalle l’ambiziosa proposta di attivare un livello elevato comunità all’Amministrazione regionale. di modalità partecipativa. Come già rilevato, è le- La fase attuale di avvio di alcuni progetti speri- cito però chiedersi se all’estensore della norma mentali per l’adeguamento degli strumenti urba- fosse del tutto chiaro il significato dell’espressione nistici locali al PPR propone nuove opportunità “pianificazione partecipata” tramite lo strumento in termini di co-interessamento e coinvolgimento delle mappe di comunità, e soprattutto se avesse delle comunità locali, in particolare immaginando consapevolezza circa il grado di complessità di progettualità di paesaggio a scala sovracomunale, un’azione volta all’effettiva applicazione di una dimostrando l’importanza delle dinamiche oriz- tale metodologia, oltretutto costretta in tempi as- zontali che pongono in dialogo territori contigui sai contenuti. per disegnare i paesaggi del domani (Fig. 1). Tuttavia, la necessità di dare corso alle indicazio- ni normative, per certi versi limitanti (percorsi di partecipazione destinati unicamente alle popola- zioni dei territori che avessero aderito all’appello della Regione a dar vita ad accordi intercomunali, e non estesi all’intera comunità regionale) e per altri anche fuorvianti (l’annuncio di un processo a tappeto di elaborazione di mappe di comunità, di cui a posteriori appare dubbia la piena congruità con l’elaborazione di un piano complesso di area vasta), ha comportato una seria riflessione intorno a quali misure effettivamente mettere in atto. Di certo l’obiettivo del gruppo di lavoro dell’ateneo udinese, incaricato di condurre il processo parte- cipativo, fin da subito è stato quello di garantire per quanto possibile la più ampia partecipazione delle comunità regionali, nella volontà di assegna- re sostanza all’idea di “paesaggio democratico” Fig. 1. La struttura tripartita del Piano Paesaggistico Regio- (Castiglioni, 2011) promossa dalla Convenzione nale del Friuli-Venezia Giulia (elaborazione degli Autori). Europea del Paesaggio e di rendere concreto il principio dell’approccio universalistico. Avendo dunque a guida i principi della CEP, ba- 3. Il coinvolgimento dei cittadini: scelte e azioni sandosi su metodologie strutturate e testate, con i vincoli posti dalla Regione e dai compressi tempi Con riferimento proprio al ruolo rivestito dalla a disposizione, dal tardo settembre 2015 all’apri- partecipazione, è importante sottolineare che, se le 2016, il processo si è realizzato articolandosi su il coinvolgimento dei cittadini e delle comunità due livelli: uno locale, rivolto agli abitanti dei Co- locali della regione è risultato utile per arricchire muni che avevano sottoscritto un accordo con la e approfondire la fase di ricognizione dei beni pa- Regione, condotto attraverso tavoli di confronto esaggistici, tuttavia è proprio nella parte strategica sovracomunali e talora comunali e il coinvolgi- del PPR che esso ha rivestito un ruolo di particola- mento delle scuole (primaria, classi quarte e quin- re rilievo, dando così risposta a uno degli obiettivi te, e secondaria di primo grado); il secondo regio- fondamentali che il Piano si poneva: «Definire e nale, grazie alla predisposizione di uno strumento realizzare le politiche sul paesaggio anche attra- WebGIS (Archivio partecipato delle segnalazioni on- verso il coinvolgimento delle comunità» (Pian, line) accessibile indistintamente a tutti i cittadini. Piani, Snidaro, 2015, p. 50). In Figura 2 è sintetizzato l’universo valoriale del Al riguardo si ricorda che ad avviare il processo gruppo di lavoro, cui si legano coerentemente gli di partecipazione, indirizzandolo, è stata la citata obiettivi perseguiti e le scelte di metodo adottate L.R. n. 27/2014, tramite la quale la Regione preve- (Bianchetti et al., 2015a e 2015b). Come anche let- deva forme di cooperazione volontaria tra comuni teratura e pratiche confermano, le azioni informa- contermini, concedendo loro contributi finanziari tive e soprattutto formative intorno al significato e al fine di attivare nei rispettivi territori percorsi di al valore del paesaggio risultano utili al fine di fa- coinvolgimento dei cittadini mediante «metodolo- vorire il superamento da parte dei cittadini di una gie di pianificazione partecipata». Già dalle parole lettura percettiva superficiale non sostenuta da un AGEI - Geotema, 56 35
Fig. 2. Percezione del paesaggio, livelli della partecipazione, cittadinanza attiva e possibilità di influire sui decisori pubblici (elaborazione degli Autori). bagaglio di adeguate conoscenze, le uniche che in chiede e allo stesso tempo stimola gradi di coin- effetti possono garantire l’acquisizione di un matu- volgimento maggiore. Se un’amministrazione de- ro atteggiamento di consapevolezza, decisivo al fine sidera autenticamente sostenere i processi parteci- di innescare una sinergia virtuosa con i decisori pativi, deve investire seriamente su informazione pubblici. Nel momento in cui la solidità conoscitiva e pubblicizzazione e soprattutto innalzare i livelli, è acquisita e determina una percezione consapevo- non limitandosi ai primi due ma attivando le con- le, allora i processi di pianificazione volti a incidere dizioni affinché possano essere perseguiti anche i sull’organizzazione e sulle dinamiche territoriali due successivi indicati in Fig. 2 parte bassa (Nanz, dovrebbero risultare sostenibili e oggetto di un at- Fritsche, 2014; Farnè, Fucci, 2011). tento presidio da parte dei cittadini, sensibili e non In relazione ai canali attivati per garantire una (più) indifferenti al destino dei commons. fattuale e diffusa partecipazione, è opportuno per Solo in un contesto di cittadinanza attiva è pos- ognuno di essi fornire alcune precisazioni atte a sibile che l’attuazione dei processi partecipativi illustrarne le principali caratteristiche, in termini istituzionali da parte dei decisori pubblici, come di articolazione e di efficacia, di attori coinvolti e nel caso di quello realizzato per l’elaborazione del di motivazioni che hanno suggerito il loro impie- PPR-FVG, possa risultare proficua e coinvolgente, go (Tab. 1). anche indipendentemente dal grado persegui- Così, il percorso partecipato condotto con le to, solamente informativo o addirittura di effet- comunità, attraverso l’organizzazione di tavoli di tiva pratica di consolidata responsabilizzazione. confronto e di produzione di idee e di strategie Chiaramente più il terreno è fertile, cioè i gradi rivolti ai cittadini degli ambiti che hanno aderi- di conoscenza e quindi in genere anche di com- to alle convenzioni sovracomunali, si è struttura- petenza e di attenzione collettivi sono più elevati, to inizialmente in incontri informativi di lancio, maggiormente è possibile alzare l’asticella della successivamente in occasioni di consultazione e partecipazione della cittadinanza ai livelli più in- ascolto, e in alcuni contesti territoriali anche di tensi e co-produttivi. Infatti, più la popolazione una modalità di partecipazione decisionale. Fon- è informata e consapevole, più la partecipazione damentale per la gestione di tutti i tavoli e ancor sale di livello numerico e qualitativo e quindi ri- più per la strutturazione di forme di reale parteci- 36 AGEI - Geotema, 56
Tab. 1. La partecipazione e il PPR-FVG: attività e numeri per tipologia di strumento partecipativo (elaborazione degli Autori). ATLANTE CANALE PARTECIPATO TAVOLI DI CONFRONTO Convenzioni SCOLASTICO delle segnalazioni sovracomunali online N. totale N. totale dei Altre Allievi Schede Segnalazioni dei tavoli partecipanti attività coinvolti raccolte pervenute 120 (100 a scala tavoli comunale, 13 a 11 convenzioni settoriali, labo- scala di vallata o (96 comuni 2.154 ratori, escursio- ca. 10.000 5.255 3.387 di ambito e 7 di coinvolti) ni paesaggisti- area convenzio- che… nata) pazione sul piano decisionale è risultato il ruolo duale, che con ogni probabilità ha interessato la dei facilitatori, attori essenziali, dotati dello status maggioranza degli elementi segnalati, ma anche di terzietà anche se, diversamente dalle intenzio- collettivo, sia in ambito familiare sia come esito ni iniziali, la loro complicità in qualche situazio- dei momenti di confronto avvenuti nel quadro dei ne si è dimostrata utilissima per far lievitare tra i tavoli appositamente organizzati, nonché come partecipanti il grado di interesse e il desiderio di dinamica operativa decisa autonomamente all’in- fornire un effettivo contributo per un’attenta rico- terno delle realtà associative locali. gnizione e un disegno collettivo. Un dato che potrebbe aver indebolito l’impat- Il “canale scolastico” - concretizzato attraverso to sui livelli di consapevolezza a valle dei processi la distribuzione di schede cartacee agli allievi delle partecipativi concerne la fase di restituzione istitu- classi quarte e quinte delle scuole primarie e dell’in- zionale, tesa all’illustrazione e al confronto a scala tero triennio delle scuole secondarie di primo gra- locale degli esiti dell’analisi dei rispettivi percorsi do, tuttavia solo degli istituti scolastici insistenti sui di partecipazione. Questa, diversamente da come territori comunali inseriti nelle convenzioni di cui era stata concepita e programmata, contraddi- sopra - ha determinato nei contesti familiari signifi- stinguendosi per livello di articolazione e discreta cative modalità di compilazione all’insegna dell’in- capillarità territoriale, non ha avuto luogo, né al terazione intergenerazionale, tra nonni, genitori e momento preventivato (autunno 2016) né succes- figli. Seppure impossibilitati ad avere in mano delle sivamente (in compenso, più che opportunamen- prove certe, si può tranquillamente sostenere che te, alcuni gruppi di comuni consorziati avevano l’operazione abbia innescato nelle giovanissime organizzato in autonomia una loro fase di restitu- generazioni forme di sensibilizzazione e di presa zione ai cittadini). in carico di questioni connesse principalmente ai Solamente in corrispondenza dell’atto di pre paesaggi della quotidianità. Solo in questo modo adozione del PPR-FVG (giugno 2017) e nell’inter- si ritiene possa realizzarsi l’ancoraggio tra la realtà vallo tra adozione e approvazione (autunno 2017), territoriale che dà linfa al concetto di paesaggio e il in concomitanza con la presentazione delle bozze paradigma della sostenibilità. dei documenti di piano agli amministratori locali, Infine, il ricorso alla modalità di segnalazione ai tecnici comunali e ai rappresentanti degli ordi- dei valori e delle criticità sui paesaggi dell’intera ni professionali e del pianeta dell’associazionismo, regione ricorrendo allo strumento online dell’Ar- si è ritagliata una finestra espressamente dedicata chivio partecipato, scelta imprescindibile volendo ai risultati dei diversi percorsi di coinvolgimento cercare di dare voce a tutti i cittadini, in modo uni- delle comunità. Giocoforza il focus territoriale di versale, indipendentemente dai confini comunali attenzione è quello di ambito di paesaggio se non di appartenenza e dalle convenzioni stipulate con di scala regionale, quindi decisamente di area va- la Regione, ha introdotto un canale che di certo si sta, e il grado di approfondimento assai limitato. è positivamente integrato con i precedenti in una L’elemento però più discutibile e per certi versi sorta di rafforzamento reciproco e di reazione a problematico connesso a questa scelta concerne catena. la quasi totale assenza a tali incontri dei semplici Un aspetto da annotare riguarda le modalità cittadini, non espressamente invitati e in assenza a di coinvolgimento dei cittadini, di livello indivi- monte di una solida e mirata campagna informa- AGEI - Geotema, 56 37
tiva. In definitiva, è stata proposta la restituzione, regionale di raccogliere queste sollecitazioni pro- forse non comprendendone la reale pregnanza, muovendo l’istituto dell’ulteriore contesto previ- in un contesto non idoneo e in maniera speditiva, sto dal Codice dei beni culturali (artt. 136 e 143), contravvenendo così ai principi stessi che sostan- a garanzia di una maggior attenzione e ipotesi di ziano l’istituto della partecipazione. salvaguardia nei confronti di questi beni paesaggi- sticamente ritenuti importanti dalle comunità. Inoltre va segnalato che le indicazioni su critici- 4. Conclusioni tà e valori hanno anche esulato dalla dimensione squisitamente locale, riguardando temi e aspetti In sede conclusiva appare opportuno valutare di scala più ampia se non di ambito regionale, ri- quanto hanno espresso i percorsi partecipativi velando capacità di attenzione, di lettura e di sol- condotti e la loro organizzazione, cercando di in- lecitazione rivolte a problemi e questioni tutt’altro dividuarne, sul piano qualitativo, gli aspetti positi- che circoscritti. vi e quelli invece più critici, applicando, in manie- Conclusivamente, i buoni – e forse inattesi – nu- ra semplificata, i canoni procedurali dell’analisi meri della partecipazione hanno portato la Regio- SWOT, limitandola all’identificazione dei punti di ne a riconoscere beni in condizioni di vulnerabi- forza e di debolezza, quindi concentrandosi sulle lità altrimenti privi di protezione, a introdurre o variabili interne al processo. rafforzare e dilatare l’applicazione di importanti Tra le positività, è da ascrivere l’azione informa- indirizzi prescrittivi, a dar accoglienza e rilievo nel tiva, promossa dalla stessa Regione, per sensibiliz- PPR al sentire delle comunità territoriali e locali zare gli amministratori locali ad aderire o a dar vita con l’identificazione di circa quaranta poli di alto a convenzioni nuove e a pubblicizzare e supporta- valore simbolico, in una cornice di strategia dina- re energicamente le azioni di percorso partecipa- mica improntata alla sostenibilità ambientale (es. tivo da attivare o già avviate. La conoscenza delle contro il consumo di suolo) e alla tutela del patri- attività in essere e il successo di alcune iniziative monio e dei quadri storico-culturali. Senza dimen- hanno in effetti convinto alcuni Comuni o ad ade- ticare che i rapporti dei tavoli di confronto e le rire, seppur molto tardivamente, a nuove conven- relazioni sugli esiti dei percorsi, in forma analitica zioni, attivando così il processo di partecipazione o di sintesi generale, sono stati accolti come parte sul loro territorio, o ad aggregarsi in via autonoma integrante dei vari documenti del PPR-FVG. al di fuori di ogni accordo con la Regione. Sul fronte degli aspetti di debolezza, priorita- Un altro elemento di estrema importanza, an- riamente va messa in conto la scarsa capacità di che se limitato ad alcuni contesti territoriali e ad prevedere più puntualmente i limiti posti dagli alcune delle esperienze di confronto realizzate inevitabili intoppi e ostacoli procedurali che han- (tavoli), ha interessato la capacità, da parte di al- no rallentato e in alcuni casi reso meno efficace il cuni gruppi di cittadini attivamente consapevoli, percorso. In seconda battuta va sottolineato che sotto l’abile regia dei facilitatori, di valorizzare le una piena omogeneità della formulazione e orga- opportunità emerse nelle fasi di consultazione/ nizzazione dei quesiti nelle schede dei due canali ascolto per promuovere reali percorsi di co-parte- utilizzati (online e cartaceo scolastico) avrebbe ga- cipazione decisionale a scala locale, cimentandosi rantito un più agevole iter di analisi dei dati e del- anche nella elaborazione/produzione di mappe la successiva restituzione dei risultati, limitando il strategiche di paesaggio, in alcune esperienze di loro disallineamento e soprattutto le difficoltà di ambito strettamente locale, in altre di area vasta, una loro interpretazione. Relativamente al canale in parte dando concretezza al concetto di identità delle scuole, con il senno di poi, alla luce anche progettuale (Poli, 2013). dell’analisi effettuata, questo avrebbe dovuto esse- Positivamente può essere giudicata anche la scel- re oggetto di maggiore attenzione. I soliti tempi ta, effettuata tuttavia in pochi contesti, di ricorrere compressi e la burocrazia hanno inficiato le pos- alla modalità delle ricognizioni sul territorio (pas- sibilità di allargare l’universo coinvolto a tutti gli seggiate, escursioni) utili a mettere a fuoco le prin- ordini di scuola e di investirvi maggiori energie e cipali emergenze paesaggistiche. Un altro punto risorse, nonostante alcune sperimentazioni all’in- di forza concerne da un lato l’abilità da parte dei terno di qualche corso universitario e di istituti se- singoli percorsi di partecipazione dei cittadini di condari di secondo grado. In tal modo si è persa cogliere alcuni tratti rilevanti dei rispettivi territo- l’occasione di contribuire a investire su percorsi di ri, identificandone le valenze in primo luogo di conoscenza e di responsabilizzazione delle giovani natura culturale, oltreché ecologico-ambientali, generazioni senza le quali è ben aleatorio parlare dall’altro la volontà fattuale dell’Amministrazione dei valori della sostenibilità paesaggistica. 38 AGEI - Geotema, 56
Da menzionare pure la ridotta azione informa- toriali. Questioni, metodi, esperienze a confronto, Milano, Franco Angeli, 2013, pp. 76-91. tiva espressa da diverse amministrazioni comunali Bianchetti A., Carestiato N., Guaran A., Maiulini E., “Il coinvol- che hanno negativamente condizionato la parteci- gimento del pubblico”, in I quaderni del Piano Paesaggistico pazione attiva dei propri cittadini. A controbilan- Regionale del Friuli-Venezia Giulia, 01. La Struttura del Piano ciare, si sarebbe dovuto insistere per una campagna e la VAS, Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, 2015a, di stampa più intensa e continuativa sui vari media s.l., pp. 69-99. Bianchetti A., Carestiato N., Guaran A., Maiulini E., “Il pro- regionali. Così come si sarebbe dovuto prevedere cesso partecipativo per il Piano Paesaggistico della Regione di assicurare una ben più forte visibilità allo stru- Friuli-Venezia Giulia”, in Piano Paesaggistico Regionale del mento polifunzionale del “punto del paesaggio” Friuli-Venezia Giulia. Vademecum per il percorso partecipativo, (in termini di localizzazione, orari, assistenza ecc.), Udine, Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, 2015b, pp. 42-56. penalizzato dalla carenza di risorse umane. Castiglioni B., “Paesaggio e percezione: un binomio antico, Infine, la dimensione di debolezza forse più si- nuove prospettive, questioni aperte”, in Anguillari E., Ferra- gnificativa è connessa alla mancanza di una più or- rio V., Gissi E., Lancerini E. (a cura di), Paesaggio e benessere, ganica programmazione complessiva a monte, con Milano, Franco Angeli, 2011, pp. 34-45. Castiglioni B., Varotto M., Paesaggio e osservatori locali. L’esperienza il ricorso invece a una pratica di lavoro per step, del Canale di Brenta, Milano, Franco Angeli, 2013. molto condizionata dalle dimensioni non consuete Clifford S., King A. (eds.), From Place to Place: Maps and Parish e dalla non unicità del percorso da progettare, da Maps, London, Common Ground, 1996. ritardi burocratici e delle Amministrazioni, dalla ca- CEC (Commission of the European Communities), Euro- pean Governance: A White Paper, COM(2001) 428, Brus- renza di risorse umane (facilitatori) e, ovviamente, sels, 2001 (accesso effettuato il 20 più correttamente non scelta, ha in più di qualche luglio 2017). occasione fortemente pesato sull’effettiva attuazio- Commissione Europea, Guida al Trattato di Lisbona, Bruxelles, 2009 (accesso effettuato il 23 luglio 2017). Tuttavia, con una nota di ottimismo, è innega- Consiglio d’Europa, Convenzione europea del Paesaggio, Firenze, bile che, nonostante gli aspetti di criticità posti in 2000. evidenza costituiscano dei punti di attenzione da Ecomuseo delle acque del Gemonese, “L’inventario partecipa- valutare in maniera accurata, la mole pervenuta tivo”, in Atti del Seminario (Gemona del Friuli, 10-11 giu- gno 2013) (accesso effettua- di segnalazioni puntuali, di sollecitazioni e di cir- to il 9 settembre 2017). costanziate indicazioni costituisca un elemento di Farnè E., Fucci B. (a cura di), Paesaggi in divenire/Evolving Land- soddisfazione, a dimostrazione che i cittadini, se op- scapes, Santarcangelo di Romagna, Maggioli, 2011. portunamente intercettati e messi nelle condizioni Gravagno F., Messina S., I paesaggi del rischio. Priolo e il prezzo del progresso. Sapere locale, esplorazioni territoriali, storie di paesaggi, di poter partecipare, desiderano essere coinvolti ecologia del progetto, Catania, Ed.it, 2008. e fornire il loro fattivo contributo alle sorti di un ISTAT - Commissione scientifica per la misurazione del benes- bene comune di primaria importanza quale il pae- sere, Paesaggio e patrimonio culturale, s.d. (accesso effettuato il 10 settembre 2017). Manconi L., Livelli della partecipazione, Roma, FormezPA, zione dei diversi punti di vista nasce la nostra idea 2015. di partecipazione che è scoperta, dialogo e incontro MIBACT (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del con l’Altro e con il suo punto di vista, per creare un Turismo), Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, Codice dei gioco di esplorazione e di ricerca di nuove idee e beni culturali e del paesaggio. 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