OGNI MESE UN PAESE Il Bollettino

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Il Bollettino
          novembre-dicembre

         OGNI MESE…
          UN PAESE
OGNI MESE UN PAESE Il Bollettino
“Il diario di Adamo ed Eva” ~Mark Twain*

L‟opera inizia a prendere forma nel 1883, ma verrà pubblicata solo dopo anni.
Inizialmente però, Twain scrisse solo il “Diario di Adamo”, destinato ad essere
allegato come opuscolo promozionale per promuovere il turismo delle Cascate del
Niagara (1893). Il successo che ottiene questo primo volumetto, porterà Twain a
comporre anche il “Diario di Eva”, per poi pubblicare in un‟unica formula editoriale
ambedue i testi (1906 circa).
L‟opera definitiva è a tutti gli effetti una rivisitazione in chiave ironica e satirica del
mito del primo uomo e della prima donna. È necessario però soffermarsi ed
analizzare questa scelta letteraria, fornendole una corretta ponderazione. Come ben
spiega C. Muschio, alla base della cultura americana troviamo la Bibbia: i primi
coloni, che trovarono rifugio nel „Nuovo Continente‟, portarono con sé il piacere e
talvolta il dovere nella lettura del Testo Sacro. Il Protestantesimo infatti diede molta
importanza all‟analisi e alla conoscenza delle Sacre Scritture, la cui prima storia è
proprio quella di Adamo ed Eva. Nella lettura de “Il diario di Adamo ed Eva” quindi,
dobbiamo tener presente dell‟importanza della Bibbia nella storia statunitense, e
dell‟impatto che l‟opera di Twain potrebbe aver avuto nel lettore di inizio 1900. Al
senso di scandalo e di immoralità determinati dagli argomenti trattati, si sarebbe poi
probabilmente aggiunta la difficile accettazione del trattato di Charles Darwin
sull‟evoluzione umana, pubblicato meno di 50 anni prima (“L‟origine dell‟uomo”,
1859) e che ancora faceva discutere. Le tesi degli studi di Darwin demonizzano il
mito biblico, ma ecco che Twain, anziché contestare la storia sacra, finge di credervi,
immaginandosi, appunto, i diari dei nostri progenitori con tutti i vari dettagli.
Per quanto riguarda l‟opera, come è facilmente intuibile, questa riporta i resoconti del
primo uomo e della prima donna, con i rispettivi punti di vista e i pochi punti
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d‟incontro. Twain carica infatti i due personaggi con gli stereotipi comuni e talvolta
moderni legati ai due sessi. Perverremo quindi ad un Adamo che “sembra un pioniere
del Far West”, scrive C. Muschio. I suoi atteggiamenti sono infatti rudi, cinici, molto
più materiale e pratico nella vita rispetto alla sua compagna. Ama la solitudine e le
avventure, ed è irritato dalla presenza di Eva. Questa, invece, ci viene presentata con
una personalità romantica, ingenua, logorroica. È più „staccata‟ dal senso pratico e
talvolta diviene paranoica nel suo pensare. Incuriosita dalla figura di Adamo,
continua a cercarlo e rincorrerlo ovunque lui vada. Entrambi vivono nel Giardino
dell‟Eden, il quale però differisce da quello biblico: a causa, probabilmente, del
primo fine con il quale era stato redatto “Il diario di Adamo”, Twain sceglie di
trasferire il Paradiso Terrestre dalla Mesopotamia alle Cascate del Niagara. Nel testo
di Twain non potevano mancare i figli di Adamo ed Eva: Caino e Abele.
Emblematico e ancora intrinseco di stereotipi diviene l‟atteggiamento assunto dal
primo uomo e dalla prima donna nei loro confronti.
Come nelle Sacre Scritture, i nostri progenitori finiscono per mangiare la Mela offerta
dal Serpente: i „mali‟ portati nell‟Eden a causa di questo gesto si identificano però
nell‟istruzione, nel lavoro e nella morte. In conclusione, Adamo ed Eva vivono la
prima storia d‟amore tra uomo e donna. Perché alla fine, nonostante imprevisti più o
meno dannosi, che culmineranno con la caduta dell‟Eden, l‟attrazione che li lega vive
e si alimenta autonomamente, in maniera distaccata dallo spazio e dal tempo e da
cosa, nello spazio e nel tempo, accade. Adamo: [sulla tomba di Eva] “Dovunque era
lei, là era l‟Eden”. Eva: “Sì, credo di amarlo unicamente perché è mio ed è un uomo.
Non c‟è altra ragione suppongo”.
*Pseudonimo di Samuel Langhorne Clemens (Florida, Missouri – USA, 30
Novembre 1835; Redding, Connecticut – USA, 21 Aprile 1910), scrittore, umorista,
aforista e docente statunitense

                                                                Giacomo Maggi, 5SC
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La Svastica sul Sole
                             Questo libro, un‟opera di Philip K. Dick, presenta uno
                             stile molto coinvolgente. La rappresentazione dei
                             personaggi     è,       infatti,   molto   profonda.    Un'analisi
                             necessaria a cui l'autore ha posto particolare attenzione
                             per evidenziare gli stati d'animo combattuti ma tuttavia
                             rassegnati, che governano i sentimenti del popolo.
                             Il   romanzo        è    caratterizzato    da   una    costruzione
                             particolareggiata: uno dei personaggi, lo scrittore
                             Abendsen, ha infatti scritto un racconto che riscuote un
ampio successo editoriale pur essendo stato bandito da tutti i territori del Reich. "La
cavalletta non si alzerà più" è un libro nel libro che narra di un Mondo in cui gli
Alleati hanno sconfitto l'Asse. L'altra importante opera che percorre il romanzo è l'I
Ching, il libro cinese degli oracoli, a cui molti personaggi si affidano per prendere
decisioni importanti. La storia presenta sicuramente l‟elemento distopico. Da tempo,
infatti, Germania e Giappone hanno vinto la Seconda guerra mondiale. Il Mondo è
stato quindi suddiviso tra tedeschi e giapponesi. L‟Italia, nel suo complesso, racimola
gli scarti di queste due superpotenze. Si presenta, quindi, uno scenario sicuramente
poco rassicurante, in cui tutta la tecnologia è prodotta dalla Germania e dove i
giapponesi rischiano di venire annientati in modo definitivo sull'onda dell'idealismo
nazista portato alla seconda e terza generazione. Viene quindi inevitabilmente
presentato un mondo stravolto dagli ideali odierni: infatti è comune assistere e
partecipare a episodi di schiavitù. Gli ebrei sono stati praticamente sterminati e il
popolo d'Africa non esiste più; il Mediterraneo, inoltre, è stato prosciugato. Ci si
ritrova quindi in un Mondo dove, nonostante tutto, il popolo ha accettato le
farneticanti idee naziste che, ormai, fanno parte di tutti i giorni e con le quali bisogna
necessariamente convivere. Perché qualsiasi orrore, purché non ci tocchi
personalmente, è sopportabile. Quasi ignorabile, per certi versi. Per citare una frase
contenuta in Norwegian Wood di Haruki Murakami: 《Che scoppi o non scoppi la
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rivoluzione, le persone comuni continueranno a vivere modestamente nelle loro
modeste abitazioni. Cosa vuoi che sia dopotutto la rivoluzione? Cambiano solo il
nome del governo》.
                                                             Lorenzo Gatti, 4SB
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ANTOLOGIA DI SPOON RIVER

L'Antologia di Spoon River è una raccolta di poesie scritta dal poeta americano
Edgard Lee Masters agli inizi del „900.
La raccolta, formata da 244 poesie, racconta una vera e propria storia o meglio tante
storie. Infatti per quanto le poesie possano essere separate e indipendenti l‟una dalle
altre, ognuna di queste racconta una vicenda o, in generale, la vita di una delle
persone il cui nome è inciso su di una lapide nel cimitero della cittadina immaginaria
di Spoon River, situata nel Midwest americano. Ogni poesia prende il nome dal
defunto che ne è protagonista e le vicende narrate non sono di certo delle più leggere.
La maggior parte dei soggetti è caratterizzato da una storia triste o da un, più o meno,
lungo e difficile passato che l'autore ci descrive o lascia intuire dall'uso e scelta curata
del lessico utilizzato. Talvolta ci vengo proposti semplici pensieri filosofici o
metafore sulla vita vissuta da uno dei soggetti scelti.

Letizia Maruffi,4SB
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Storia dell‟amore
Nicole Krauss è nata a New York nel 1974 dove vive. Oltre a Storia dell’amore ha
pubblicato diversi racconti e il romanzo Man Wolks
into a Room.
Il romanzo inizia a New York, dove l‟ottantenne
Leopold Gursky vive dopo essere sfuggito
all‟Olocausto. Egli ricorda la sua vita da adolescente in
Polonia quando, innamorato perdutamente di Alma,
scrisse un libro, intitolato La storia dell’amore
dedicato a lei. La tragedia dell‟Europa, purtroppo
cancellò per sempre i suoi sogni. Dopo lo sterminio
della sua famiglia Leopold riuscì a sopravvivere
rendendosi invisibile ma ora, da vecchio, è spaventato
di morire senza lasciare traccia di sé. Egli non sa, però,
che il manoscritto della sua giovinezza non è andato
perduto, ma ha cambiato lingua ed è stato pubblicato
in Cile dove si era rifugiato un suo vecchio amico
d‟infanzia. Nel corso degli anni, come spesso accade, il romanzo ha cambiato la vita
di molte persone. La giovane Alma, un‟adolescente newyorkese che deve il suo nome
alla protagonista femminile della storia, si metterà sulle tracce della donna che lo ha
ispirato. Con la figura di questa giovane determinata ma anche sognatrice si
riallacceranno tutti i fili delle varie storie dei protagonisti che il caso e la Storia
avevano diviso.
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MOLTO FORTE INCREDIBILMENTE
               VICINO
Una storia straziante, capace di smuovere gli animi più duri. Un bambino e il
meraviglioso legame che ha con il padre sono il fulcro attorno al quale ruota ogni
cosa, fino a quando papà Thomas perde la vita nell'attentato alle Torri Gemelle. Una
morte inaccettabile per il piccolo Oskar che da quel drammatico giorno non farà altro
che cercare tracce del padre in ogni angolo della casa, del quartiere e dell'intera città
di New York. Ecco allora delinearsi storie di vita ricche di dialoghi, immagini e flussi
di coscienza che lasciano il lettore con il fiato sospeso, come se una risposta
esauriente alla fine di tutto fosse impossibile da raggiungere. Si vedrà, poi, che ogni
tassello di questo immenso puzzle troverà il suo posto più adatto, nonostante
l'impostazione del racconto non sia propriamente lineare.
L'intera storia si svolge in una cornice di legami famigliari tanto forti quanto difficili,
ma di questo se ne acquisirà piena consapevolezza solamente nelle ultime pagine.
Un testo, insomma, che merita di essere letto, non fosse altro che per avere
l'opportunità di calarsi a pieno nelle profonde riflessioni di un bambino di nove anni,
capaci di strapparci alla routine quotidiana con la genuinità e la rabbia di chi ha
subìto una perdita così grande.
                                                                       Teresa Conte,4SB
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STAN LEE: L‟EREDITA DEL NONNO
AMERICANO
Questo è uno di quei pezzi che non si vorrebbe mai scrivere, perché significa che stai
per parlare di una persona non c‟è più. Quando però quell‟autore è uno dei più grandi
cartoonist – è giusto dirla all‟americana – di ogni tempo, ti arrendi, perché sai che
glielo devi per tutto quello che ti ha dato, per come ti ha riempito la vita con le sue
opere. Alla veneranda età di 95 anni, con la sua morte, Stan Lee ha lasciato un vuoto
incolmabile. La sua carriera è cominciata con i Fantastici Quattro le cui vicende
vengono pubblicate per la prima volta all'inizio degli anni Sessanta. L'idea ottiene sin
dal primo momento un successo eccezionale, al punto che Lee, negli anni successivi,
produce tantissimi nuovi titoli. Nel 1962 è la volta di Hulk e di Thor, seguiti un anno
più tardi da Iron Man e dagli X-Men. Nel frattempo si dedica anche alla
reinterpretazione e alla rielaborazione di diversi supereroi nati dalla mente di altri
autori, come Capitan America e Namor. A ognuno dei suoi personaggi egli ha
saputo offrire un'umanità sofferta, così che il supereroe non è più un protagonista
invincibile e privo di problemi, ma ha tutti i difetti degli uomini comuni, dall'avidità
alla vanità, dalla malinconia alla rabbia. Il figlio J.C. Lee recentemente ha rivelato di
aver creato un nuovo supereroe e che il padre prima di morire stava lavorando con lui
sul personaggio. Il nome è peculiare: sarebbe Dirt Man: letteralmente “l‟uomo della
sporcizia”. Quali sono i suoi superpoteri e le sue origini? J.C. ha semplicemente
affermato che il background di questo personaggio “è molto interessante” e che ha
dei piani ben precisi per portare avanti l‟eredità di suo padre. Che stia per nascere un
altro dei suoi capolavori?

                                                            Yessine Ben Moghren,4SC
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TOPOLINO
                      Creato da Walt Disney e da Ub Iwerks, Topolino (Mickey
                      Mouse) debutta al cinema il 18 Novembre 1928 con il
                      cortometraggio Steamboat Willie, ottenendo un grande
                      successo grazie alle trovate visive e sonore, fuse alla
                      perfezione tra di loro tanto da arrivare a pensare che
                      l‟immagine sia sincronizzata con il suono e non viceversa.
                      Accanto a lui recitano già l‟eterna fidanzatina Minni
                      (Minnie) e il “cattivo” Pietro Gabadilegno (Pet Leg Pete).

In pochi mesi diventa un idolo del pubblico e il 13 Gennaio 1930 esordisce anche
sottoforma di fumetto, sui quotidiani, con un comico Topolino emulo di Linderbergh,
il trasvolatore atlantico.

Inizialmente è affidato all‟azione e ogni striscia culmina in una battuta o in uno
spiritoso colpo di scena; la seconda storia invece è più autentica, orientata su
un‟avventura a sfondo giallo.
Floyd Gottfredson, che ha preso in mano il personaggio, e i suoi collaboratori non
sottovalutano l‟importanza che i personaggi avventurosi stanno ottenendo in quegli
anni nel gusto del pubblico dando vita così ad una lunga serie di storie ormai
classiche con intrecci spesso molto complessi.
Allo spirito avventuroso aggiunge la necessità di guadagnarsi da vivere dedicandosi a
svariati mestieri e in questo modo si ritrova nei panni di detective, giornalista,
apprendista idraulico …

Alla fine del 1932 la popolarità raggiunta in Italia dai disegni animati di Topolino è
tale che l‟editore fiorentino Nerbini, senza sapere che il personaggio fosse coperto da
copyright, decide di pubblicare il settimanale «Topolino», arrivando poi ad un
accordo con la Disney.
Durante il 1942 anche questo personaggio venne vietato dal regime fascista
riprendendo la pubblicazione nel 1945 e nel 1949 ci fu l‟adozione del nuovo formato
libretto.
La Mondadori ottenne l‟autorizzazione ad utilizzare regolarmente i personaggi
disneyani in avventure disegnate e scritte da autori italiani.
Dal luglio 1988 le storie di Topolino e degli altri eroi della Disney sono edite
direttamente dalla Walt Disney Company Italia, e sempre in gran parte realizzate da
autori italiani.
                                                                   Irene Rizzo, 4SB

POPEYE: il primo eroe dal cuore d’oro

Braccio di Ferro è una collana a fumetti statunitense nata dalla matita del fumettista
Elzie Crisler Segar nel 1919 ed originariamente chiamata The Thimble Theatre, nella
quale le storie sono narrate attraverso strisce quotidiane e tavole domenicali. Il
personaggio del marinaio Popeye inizialmente non è il protagonista assoluto della
serie, ma la sua popolarità cresce a tal punto che lo diventa a partire dal 17 gennaio
1929.
Dall‟aspetto un po‟ buffo, con la sua tipica pipa permanentemente in bocca, gli
avambracci nerboruti e sproporzionati sui quali è tatuata un‟ancora, il nostro, è un
uomo di buon cuore e buon senso, dal linguaggio sgrammaticato, che non disdegna di
risolvere le varie questioni a suon di colpi di pugilato, non curandosi della mole dei
suoi avversari.
Uomo di mare, si affida alle proprietà benefiche degli spinaci, nutrendosene ad ogni
necessità, di fronte a nemici che incarnano i “cattivi”. Uno di questi, con i quali
Braccio di Ferro si trova sovente in situazioni rissose, è Bruto, imponente marinaio
attaccabrighe dalla barba folta e nera.
La fanciulla, motivo di litigio fra Bruto e Braccio di Ferro, è Olivia, fidanzata di
quest‟ultimo ma corteggiata anche dal primo. Molto alta e molto magra, dalle scarpe
lunghissime e dall‟aspetto esile, dimostra però una forza inaspettata, con la quale a
volte riesce a tenere a bada le insistenze di Bruto, in attesa dell‟aiuto del fidanzato.
Nella serie troviamo anche un altro nemico ricorrente di Braccio di Ferro: la Strega
del Mare, donna pirata, strega che può assumere varie sembianze.
Dopo la morte di Elzie Crisler Segar, avvenuta prematuramente nel 1938 ad appena
10 anni dalla creazione di Braccio di Ferro, gli autori che si susseguono per
continuare l‟opera sono numerosi: troviamo Tom Sims, Ralph Stein, Doc Winner e
Bela Zaboly. Le avventure di Braccio di Ferro sono poi proseguite grazie al lavoro di
un alliveo di Crislier, Bud Sagendorf, che realizza i fumetti a partire dal 1959 e fino
alla sua morte nel 1994.A partire dal 1933 fanno la loro comparsa anche
cortometraggi ispirati ai fumetti, il primo dei quali si intitola “Popeye the Sailor”.
Con una durata di circa 20 minuti, sono prodotti inizialmente per il cinema,
successivamente anche per la televisione.Nella città di Crystal City, in Texas, è eretta
una statua in onore di Braccio di Ferro, in quanto grazie alla sua popolarità e alla sua
abitudine alimentare, gli spinaci sono diventati la produzione principale dei
coltivatori di questa città. Braccio di Ferro, personaggio che ha conquistato una fama
duratura, probabilmente anche per il fatto di essere stato il primo “supereroe”
dall‟animo onesto e generoso.

                                                            Yessine Ben Moghren,4SC

          Rocky Balboa: lo “stallone italiano”
Per alcuni il film Rocky è una semplice e banale propaganda pro U.S.A. (il che è
anche vero, nessuno lo nega), per tanti altri, invece, è un continuo insegnamento di
vita.
Il “non mollare mai” arriva proprio dalla morale e dagli atteggiamenti del
buon Rocky Balboa, coadiuvato da persone intorno a lui che lo aiutano e lo spronano
sempre a dare il massimo; soprattutto la moglie Adriana, vera arma in più per lui.
Questo film è un monumento degli anni ‟80, sia per lo stile sia per le grandi musiche
che ne costituiscono la colonna sonora.
                                        Tutto comincia nella periferia di Philadelphia,
                                        quando un anonimo pugile, solo ed
                                        insoddisfatto della propria vita, viene
                                        inaspettatamente scelto, all‟alba del 200esimo
                                        anniversario della nascita degli Stati Uniti
                                        d‟America, per affrontare il campione in
                                        carica dei Pesi Massimi di Pugilato, Apollo
Creed. Quello che sembra essere un incontro di intrattenimento si trasforma in un
grande scontro fisico e soprattutto personale: Rocky ha finalmente la possibilità di
riscattare se stesso ed uscire dalla stagnante realtà del suo quartiere. Per farlo deve
anzitutto conquistare la fiducia del suo allenatore, Mickey Goldmill, il quale vede in
lui un uomo troppo debole di volontà e di scarso talento. La grande tenacia e
testardaggine di Rocky è la scintilla che accende in Mickey non solo la voglia di
aiutare il ragazzo, ma, in qualche modo, avere qualcosa per cui vivere ancora. Sulla
base di questo, il rapporto tra Rocky e Mickey si sviluppa e diventa quasi come
quello tra padre e figlio. Senza una famiglia, infatti, Rocky trova in Mickey un primo
maestro di vita ed un angelo custode.
 Non solo quindi un allenatore prezioso, ma un consigliere fidato.
Il personaggio di Adriana Pennino è un elemento chiave della vita di Rocky: timida
ed impacciata, viene spinta da suo fratello Paulie , amico di Rocky, ad uscire dalla
sua routine fatta di casa e lavoro. L‟incontro tra i due mostra fin da subito la perfetta
sintonia tra i due personaggi che hanno una cosa importante in comune: voler uscire
dalla loro periferia vista non solo come luogo fisico ma anche personale.
L‟esito dell‟incontro con Apollo Creed e l‟abbraccio tra Rocky e Adriana diventa
l‟emblema di una grande vittoria intima. Finalmente Rocky capisce di non essere più
un bullo di periferia, ma qualcuno di valore in grado di poter fare qualcosa di
importante nella propria vita.
                                                            Yessine Ben Moghren,4SC
ARANCIA MECCANICA
Nonostante siano ormai passati molti anni dalla sua uscita nelle sale
cinematografiche, Arancia Meccanica di Kubrick rimane un film più che
attuale.
L‟opera si apre con Alex e i suoi drughi al Korova Milk Bar intenti a bere
il latte +, che come detto da Alex stesso, altro non è che “latte rinforzato
con qualche droguccia mescalina”.Il latte, simbolo di giovinezza, viene
unito alla droga, che simboleggia i vizi. Una cosa simile viene fatta con le
uniformi dei drughi, bianche come dei camici ospedalieri. Il bianco è da
secoli considerato un simbolo di purezza e questo connubio tra puro e
malato getta la base per quello che sarà uno dei temi centrali del film: la
violenza. Lo scopo del film è difatti quello di analizzare quest‟ultima in
tutte le sue forme (psicologica, politica, verbale, fisica…).
Kubrick associa il brutto al bello, accostando la violenza a opere d‟arte e
alla musica classica (utilizzata anche nei campi di concentramento) tramite
il buon Ludovico Van. Per quanto possa questa essere considerata una
componente marginale, è invece un elemento chiave che si manifesterà
durante tutta la durata del film. E se la violenza viene resa bella, l‟arte
viene brutalizzata. È quindi questa l‟altra faccia della medaglia che
Kubrick vuole mostrarci: siamo una specie violenta capace però di creare
arte. Alex il protagonista, infatti inaspettatamente ha svariati lati positivi:
ascolta musica classica, ha un‟eleganza sopraffina e un‟ottima padronanza
della lingua. Questo ci fa notare che nel film violento non significa essere
povero di intelletto. Tuttavia lo stato lo vede per quello che è: un
criminale. Per questo deve stare attento, perché lui è sì un predatore ma al
contempo è preda dello stato. Kubrick sottolinea quindi un‟uguaglianza tra
la violenza di Alex e quella dello stato dato che alla fine sono entrambi
predatori. L‟unica cosa che varia è il potere a disposizione dell‟uno e
dell‟altro. Come può però uno come Alex, il cui nome significa “senza
leggi”, sottostare ad esse? Egli sa bene che quel che sta facendo è sbagliato
e non costringe i buoni a diventar cattivi, ma non capisce perché loro
dovrebbero condizionare lui. Tradito dai suoi drughi, viene spedito in
carcere dove entrerà in contatto con un prete cattolico e si dedica alla
lettura della Bibbia. Anche il testo sacro, però, reca tracce di violenza e
viene quindi ribadito, ancora una volta, come la violenza sia radicata
nell‟uomo, tanto da essere presente perfino nella religione. Alex verrà poi
sottoposto alla cura Ludovico che mira a cancellare la parte malvagia in lui
rendendolo come da titolo un‟arancia meccanica. Durante la cura gli
vengono mostrate scene violente di vari film e arriva a provare un senso di
nausea causato dalle droghe che gli vengono iniettate durante la
proiezione. Si associa in tal modo qualcosa di gradito a una sensazione
sgradevole condizionando Alex a non compiere più violenza (punizione
positiva). Durante questa tortura psicologica lo scienziato fa ascoltare ad
Alex la nona sinfonia del grande Ludovico Van, portando così lo stesso a
provare nausea ogni volta che ascolta quella melodia. Qui Kubrick
sottolinea come il bloccare gli impulsi umani, non solo ci neghi
completamente il libero arbitrio (che da un punto di vista morale e
religioso è un diritto inalienabile), ma ci sottragga anche la possibilità di
creare qualsivoglia forma d‟arte. Non si può quindi togliere il male senza
togliere anche il bene dato che i principi alla base sono gli stessi, non
esiste difatti luce senza ombra. Come afferma il prete: se l‟uomo smette di
decidere smette di essere uomo, questo concetto si avvicina a quello di
Nietzsche secondo cui l‟uomo è volontà. Reprimere gli istinti significa
quindi creare un automa, che non è né buono né giusto, ma che
semplicemente esiste.
Alla fine della terapia Alex è incapace di compiere qualsiasi atto di
violenza e, subendo tutti i torti che aveva compiuto egli stesso per primo,
passa da carnefice a vittima in una chiave quasi “karmica”. Dopo varie
vicissitudini
Il protagonista si risveglia in ospedale, l‟effetto della cura Ludovico
sparisce e cessa di essere un‟arancia meccanica. Qui incontra il politico
che gli ha imposto la cura che gli chiede di aiutarlo entrando in politica e
Alex accetta. Questa scena emblematica rappresenta un altro dei temi cari
a Kubrick, l‟ipocrisia della politica che alimenta la violenza senza mai di
fatto analizzarne le reali cause. La violenza di Alex viene quindi accettata
e introdotta nel sistema, così come quella dei drughi. A questo punto il
messaggio che il regista ci vuole trasmettere è chiaro ed esaustivo: la
violenza è ovunque e negarla o far finta di niente non cambia le cose, lui
non l‟esalta e anzi la condanna mostrandola in tutta la sua brutalità, quello
che però fa è chiarire che la violenza è un istinto alla radice dell‟essere
umano e che cercare di sopprimerla non è la soluzione al problema

.

                                                         Leonardo Gatti,4SC
HAIRSPRAY ci porta a Baltimora nei primi anni „60, nel bel mezzo del conflitto tra
conservatori e progressisti, in lotta per l‟integrazione delle persone di colore. Con
HAIRSPRAY la musica e la danza diventano il mezzo migliore per esprimere lo
spirito di ribellione e permettono di comunicare i valori che sono i pilastri essenziali
di ogni democrazia.

La giovane e solare Tracy, nonostante qualche chilo di troppo, è un‟ottima ballerina.
Il suo sogno è quello di partecipare, con la sua amica Penny, allo show televisivo più
visto per i giovani: il "Corny Collins Show". Quando una delle protagoniste decide di
lasciare il programma, la produzione va alla ricerca di un nuovo volto da lanciare.
Tracy, grazie al suo talento, elimina tutta la concorrenza tra cui Amber Von Tussle, la
giovane stella sostenuta dalla madre, che farà di tutto per eliminare dal programma la
giovane Tracy additandola per la sua formosità e perché amica di persone di colore.

Tracy però riuscirà ad ottenere il successo in Tv.
 Conquisterà,inoltre, l‟amore e si batterà per i ragazzi di colore, costretti a ballare in
una zona separata del programma, perché abbiano libero accesso allo show televisivo.
Il musical “Hair & Spray” è stato interpratato dagli allievi del Tarditi Studio
Dance sabato 15 dicembre presso il teatro san Rocco di Voghera con uno
spettacolo riuscito e frizzante. Cogliamo l’occasione per complimentarci con
Federica di 3AI che è stata una delle protagoniste.
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