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Consiglio Nazionale dei Geologi Rassegna stampa 6° anniversario terremoto Emilia Romagna, i geologi: incrementare la sicurezza sismica delle abitazioni 21 maggio 2018
21/5/2018 6° anniversario terremoto Emilia Romagna - RomagnaUno Home 6° anniversario terremoto Emilia Romagna I geologi: incrementare la sicurezza sismica delle abitazioni maggio 20, 2018 Nel maggio 2012 una serie di eventi sismici ha colpito la Pianura Padana centrale includendo, oltre alla bassa pianura emiliana e l’Alto Polesine, anche il territorio mantovano causando la morte di 27 persone. “Il terremoto ha generato, come sempre purtroppo accade, vittime e danni di carattere economico ad attività e strutture, ma in quest’occasione, oltre alla tragica e consueta sequenza di effetti, il terremoto ha evidenziato nuovi scenari” dichiara Vincenzo Giovine, Vice Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Innanzitutto – spiega il geologo lombardo – il sisma ha colpito un territorio ritenuto a bassa sismicità, preparato più ad affrontare problemi legati a fenomeni alluvionali anziché sismici. Inoltre, a livello di effetti provocati, si è assistito non soltanto a una diversa distribuzione degli stessi con differente entità di danno dei fabbricati posti in zone adiacenti tra loro, ma anche al verificarsi di fenomeni di liquefazione delle sabbie. Il problema ha quindi evidenziato – continua il Vice Presidente CNG – non solo una diversa vulnerabilità degli edifici ma, soprattutto, una forte componente di carattere geologico legata alla natura dei terreni, all’idrogeologia e al loro comportamento in termini di amplificazione sismica. La Lombardia, attualmente, si è dotata di studi microzonazione sismica di primo livello che coprono il territorio regionale, tuttavia, anche sulla base dell’esperienza http://www.romagnauno.it/regione/6-anniversario-terremoto-emilia-romagna/ 1/3
21/5/2018 6° anniversario terremoto Emilia Romagna - RomagnaUno vissuta in particolare nel mantovano, appare necessario insistere per incrementare la conoscenza geologica dei territori mettendo a frutto le competenze specifiche dei geologi professionisti nell’ambito di verifiche di sismiche, per poi procedere, consequenzialmente, ad intervenire anche sul grado di sicurezza dell’edificato verificando l’interazione tra terreno e strutture”. Il consigliere emiliano CNG, Gabriele Ponzoni, ribadisce ancora una volta il concetto della prevenzione: “A sei anni di distanza dal terremoto in Emilia Romagna, vogliamo dire che è necessario adottare misure e strumenti volti alla mitigazione del rischio sismico nel nostro Paese per due ragioni: la prima è quella di tutelare le generazioni future grazie a corretti comportamenti da adottare in caso di eventi sismici e la seconda è quella di mettere in sicurezza il patrimonio edilizio italiano, pubblico e privato”. “A tal proposito, – prosegue Ponzoni – la figura del geologo professionista è fondamentale per la conoscenza delle abitazioni in cui viviamo, proprio per sapere se le nostre case sono state costruite con adeguati criteri antisismici o se viviamo in abitazioni poco sicure in caso di terremoti”. Il sisma non è stato avvertito soltanto nelle province di Modena, Ferrara, Bologna, Mantova e Rovigo, ma anche in Svizzera, Slovenia, Croazia e Austria. Sei anni dopo, a che punto è la situazione nel Veneto, una delle tre regioni colpite dal sisma del 2012? “Nel sesto anniversario del terremoto dell’EmiliaRomagna, originato dalle sorgenti sismogenetiche generatrici delle dorsali di Ferrara e Mirandola, ancora una volta ci si chiede se è stato fatto tutto quello che è stato promesso” afferma il geologo veneto Paolo Spagna. “Mentre l’azione governativa si è concentrata soprattutto laddove il sisma ha fatto vittime e danni al patrimonio edilizio, per una più immediata ripresa, sul fronte veneto – continua il consigliere CNG – ciò che è stato registrato nei 21 comuni ricadenti lungo la sponda sinistra del Po, avrebbe dovuto far riflettere sulla necessità di rivedere le condizioni di rischio e conseguentemente riproporre nuove linee d’indirizzo. Infatti, nella parte meridionale del Veneto, che si sviluppa sul cosiddetto ‘materasso alluvionale’ del Po, i fenomeni sismoindotti che si generarono con le famose liquefazioni delle sabbie, fino ad allora in gran parte sconosciuti per quei territori, destarono un vero http://www.romagnauno.it/regione/6-anniversario-terremoto-emilia-romagna/ 2/3
21/5/2018 6° anniversario terremoto Emilia Romagna - RomagnaUno allarme in tutti gli amministratori locali, sia per quanto riguarda l’edificato sia per i relativi piani urbanistici di espansione. Ad oggi, però, al netto dei pochi contributi concessi dalla Regione Veneto per la ricostruzione e l’adeguamento sismico nei comuni interessati dalle scosse, nulla è stato fatto per garantire, anche in zona sismica 4 (la meno pericolosa), almeno l’approfondimento previsto dal primo livello della cosiddetta microzonazione sismica, permettendo di fatto ai sindaci di programmare il loro territorio in modo da ridurre il rischio sia dai fenomeni diretti sia da quelli indiretti” conclude Spagna. http://www.romagnauno.it/regione/6-anniversario-terremoto-emilia-romagna/ 3/3
19 MAGGIO 2018 16:30 L'APPELLO Sesto anniversario del terremoto in Emilia Romagna, l’allarme dei geologi La portata è stata distruttiva a causa dell'inadeguatezza delle strutture: è necessario incrementare la sicurezza sismica delle abitazioni ROVIGO – Nel maggio 2012 una serie di eventi sismici ha colpito la Pianura Padana centrale includendo, oltre alla bassa pianura emiliana e l’Alto Polesine, anche il territorio mantovano causando la morte di 27 persone. “Il terremoto ha generato, come sempre purtroppo accade, vittime e danni di carattere economico ad attività e strutture, ma in quest’occasione, oltre alla tragica e consueta sequenza di effetti, il terremoto ha evidenziato nuovi scenari” dichiara Vincenzo Giovine, Vice Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Innanzitutto – spiega il geologo lombardo – il sisma ha colpito un territorio ritenuto a bassa sismicità, preparato più ad affrontare problemi legati a fenomeni alluvionali anziché sismici. Inoltre, a livello di effetti provocati, si è assistito non soltanto a una diversa distribuzione degli stessi con differente entità di danno dei fabbricati posti in zone adiacenti tra loro, ma anche al verificarsi di fenomeni di liquefazione delle sabbie. Il problema ha quindi evidenziato – continua il Vice
Presidente CNG – non solo una diversa vulnerabilità degli edifici ma, soprattutto, una forte componente di carattere geologico legata alla natura dei terreni, all’idrogeologia e al loro comportamento in termini di amplificazione sismica. La Lombardia, attualmente, si è dotata di studi microzonazione sismica di primo livello che coprono il territorio regionale, tuttavia, anche sulla base dell’esperienza vissuta in particolare nel mantovano, appare necessario insistere per incrementare la conoscenza geologica dei territori mettendo a frutto le competenze specifiche dei geologi professionisti nell’ambito di verifiche di sismiche, per poi procedere, consequenzialmente, ad intervenire anche sul grado di sicurezza dell’edificato verificando l’interazione tra terreno e strutture”. Il consigliere emiliano CNG, Gabriele Ponzoni, ribadisce ancora una volta il concetto della prevenzione: “A sei anni di distanza dal terremoto in Emilia Romagna, vogliamo dire che è necessario adottare misure e strumenti volti alla mitigazione del rischio sismico nel nostro Paese per due ragioni: la prima è quella di tutelare le generazioni future grazie a corretti comportamenti da adottare in caso di eventi sismici e la seconda è quella di mettere in sicurezza il patrimonio edilizio italiano, pubblico e privato”. “A tal proposito, – prosegue Ponzoni – la figura del geologo professionista è fondamentale per la conoscenza delle abitazioni in cui viviamo, proprio per sapere se le nostre case sono state costruite con adeguati criteri antisismici o se viviamo in abitazioni poco sicure in caso di terremoti”. Il sisma non è stato avvertito soltanto nelle province di Modena, Ferrara, Bologna, Mantova e Rovigo, ma anche in Svizzera, Slovenia, Croazia e Austria. Sei anni dopo, a che punto è la situazione? “Nel sesto anniversario del terremoto dell’Emilia-Romagna, originato dalle sorgenti sismogenetiche generatrici delle dorsali di Ferrara e Mirandola, ancora una volta ci si chiede se è stato fatto tutto quello che è stato promesso” afferma il geologo veneto Paolo Spagna. “Mentre l’azione governativa si è concentrata soprattutto laddove il sisma ha fatto vittime e danni al patrimonio edilizio, – continua il consigliere CNG – per una più immediata ripresa, sul fronte veneto, ciò che è stato registrato nei 21 comuni ricadenti lungo la sponda sinistra del Po, avrebbe dovuto far riflettere sulla necessità di rivedere le condizioni di rischio e conseguentemente riproporre nuove linee d’indirizzo. Infatti, nella parte meridionale del Veneto, che si sviluppa sul cosiddetto ‘materasso alluvionale’ del Po, i fenomeni sismoindotti che si generarono con le famose liquefazioni delle sabbie, fino ad allora in gran parte sconosciuti per quei territori, destarono un vero allarme in tutti gli amministratori locali, sia per quanto riguarda l’edificato sia per i relativi piani urbanistici di espansione. Ad oggi, però, al netto dei pochi contributi concessi dalla Regione Veneto per la ricostruzione e l’adeguamento sismico nei comuni interessati dalle scosse, nulla è stato fatto per garantire, anche in zona sismica 4 (la meno pericolosa), almeno l’approfondimento previsto dal primo livello della cosiddetta microzonazione sismica, permettendo di fatto ai sindaci di programmare il loro territorio in modo da ridurre il rischio sia dai fenomeni diretti sia da quelli indiretti” conclude Spagna.
HOME > NEWS > SISMA 2012, GEOLOGI: "PAROLA CHIAVE SEMPRE PREVENZIONE" Sisma 2012, geologi: “Parola chiave sempre prevenzione” 19 maggio 2018 di Redazione TRC ATTUALITÀ Il consigliere emiliano CNG, Gabriele Ponzoni, ribadisce ancora una volta il concetto della prevenzione: “A sei anni di distanza dal terremoto in Emilia Romagna, vogliamo dire che è necessario adottare misure adeguate Nel maggio 2012 una serie di eventi sismici ha colpito la Pianura Padana centrale includendo, oltre alla bassa pianura emiliana e l’Alto Polesine, anche il territorio mantovano causando la morte di 27 persone. “Il terremoto ha generato, come sempre purtroppo accade, vittime e danni di carattere economico ad attività e strutture, ma in quest’occasione, oltre alla tragica e consueta sequenza di effetti, il terremoto ha evidenziato nuovi scenari” dichiara Vincenzo Giovine, Vice Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Innanzitutto – spiega il geologo lombardo – il sisma ha colpito un territorio ritenuto a bassa sismicità, preparato più ad affrontare problemi legati a fenomeni alluvionali anziché sismici. Inoltre, a livello di effetti provocati, si è assistito non soltanto a una diversa distribuzione degli stessi con differente entità di danno dei fabbricati posti in zone adiacenti tra loro, ma anche al verificarsi di fenomeni di liquefazione delle sabbie. Il problema ha quindi evidenziato – continua il Vice Presidente CNG – non solo una diversa vulnerabilità degli edifici ma, soprattutto, una forte componente di carattere geologico legata alla natura dei terreni, all’idrogeologia e al loro comportamento in termini di amplificazione sismica. La Lombardia, attualmente, si è dotata di studi microzonazione sismica di primo livello che coprono il territorio regionale, tuttavia, anche sulla base dell’esperienza vissuta in particolare nel mantovano, appare necessario insistere per incrementare la conoscenza geologica dei territori mettendo a frutto le competenze specifiche dei geologi professionisti nell’ambito di verifiche di sismiche, per poi procedere, consequenzialmente, ad intervenire anche sul grado di sicurezza dell’edificato verificando l’interazione tra terreno e strutture”. Il consigliere emiliano CNG, Gabriele Ponzoni, ribadisce ancora una volta il concetto della prevenzione: “A
sei anni di distanza dal terremoto in Emilia Romagna, vogliamo dire che è necessario adottare misure e strumenti volti alla mitigazione del rischio sismico nel nostro Paese per due ragioni: la prima è quella di tutelare le generazioni future grazie a corretti comportamenti da adottare in caso di eventi sismici e la seconda è quella di mettere in sicurezza il patrimonio edilizio italiano, pubblico e privato”. “A tal proposito, – prosegue Ponzoni – la figura del geologo professionista è fondamentale per la conoscenza delle abitazioni in cui viviamo, proprio per sapere se le nostre case sono state costruite con adeguati criteri antisismici o se viviamo in abitazioni poco sicure in caso di terremoti”. Riproduzione riservata © 2018 TRC
Anniversario terremoto, i geologi: “Incrementare la sicurezza sismica delle abitazioni” Le raccomandazioni di Vincenzo Giovine, vice presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi Nel maggio 2012 una serie di eventi sismici ha colpito la Pianura Padana centrale includendo, oltre alla bassa pianura emiliana e l’Alto Polesine, anche il territorio mantovano causando la morte di 27 persone. “Il terremoto ha generato, come sempre purtroppo accade, vittime e danni di carattere economico ad attività e strutture, ma in quest’occasione, oltre alla tragica e consueta sequenza di effetti, il terremoto ha evidenziato nuovi scenari”, dichiara Vincenzo Giovine, vice presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Innanzitutto – spiega il geologo lombardo – il sisma ha colpito un territorio ritenuto a bassa sismicità, preparato più ad affrontare problemi legati a fenomeni alluvionali anziché sismici. Inoltre, a livello di effetti provocati, si è assistito non soltanto a una diversa distribuzione degli stessi con differente entità
di danno dei fabbricati posti in zone adiacenti tra loro, ma anche al verificarsi di fenomeni di liquefazione delle sabbie. Il problema ha quindi evidenziato – continua il vice presidente Cng – non solo una diversa vulnerabilità degli edifici ma, soprattutto, una forte componente di carattere geologico legata alla natura dei terreni, all’idrogeologia e al loro comportamento in termini di amplificazione sismica. La Lombardia, attualmente, si è dotata di studi microzonazione sismica di primo livello che coprono il territorio regionale, tuttavia, anche sulla base dell’esperienza vissuta in particolare nel mantovano, appare necessario insistere per incrementare la conoscenza geologica dei territori mettendo a frutto le competenze specifiche dei geologi professionisti nell’ambito di verifiche di sismiche, per poi procedere, consequenzialmente, ad intervenire anche sul grado di sicurezza dell’edificato verificando l’interazione tra terreno e strutture”. Il consigliere emiliano Cng, Gabriele Ponzoni, ribadisce ancora una volta il concetto della prevenzione: “A sei anni di distanza dal terremoto in Emilia Romagna, vogliamo dire che è necessario adottare misure e strumenti volti alla mitigazione del rischio sismico nel nostro Paese per due ragioni: la prima è quella di tutelare le generazioni future grazie a corretti comportamenti da adottare in caso di eventi sismici e la seconda è quella di mettere in sicurezza il patrimonio edilizio italiano, pubblico e privato”. “A tal proposito, – prosegue Ponzoni – la figura del geologo professionista è fondamentale per la conoscenza delle abitazioni in cui viviamo, proprio per sapere se le nostre case sono state costruite con adeguati criteri antisismici o se viviamo in abitazioni poco sicure in caso di terremoti”. Il sisma non è stato avvertito soltanto nelle province di Modena, Ferrara, Bologna, Mantova e Rovigo, ma anche in Svizzera, Slovenia, Croazia e Austria. Sei anni dopo, a che punto è la situazione? “Nel sesto anniversario del terremoto dell’Emilia-Romagna, originato dalle sorgenti sismogenetiche generatrici delle dorsali di Ferrara e Mirandola, ancora una volta ci si chiede se è stato fatto tutto quello che è stato promesso” afferma il geologo veneto Paolo Spagna. “Mentre l’azione governativa si è concentrata soprattutto laddove il sisma ha fatto vittime e danni al patrimonio edilizio, – continua il consigliere Cng – per una più immediata ripresa, sul fronte veneto, ciò che è stato registrato nei 21 comuni ricadenti lungo la sponda sinistra del Po, avrebbe dovuto far riflettere sulla necessità di rivedere le condizioni di rischio e conseguentemente riproporre nuove linee d’indirizzo. Infatti, nella parte meridionale del Veneto, che si sviluppa sul cosiddetto ‘materasso alluvionale’ del Po, i fenomeni sismoindotti che si generarono con le famose liquefazioni delle sabbie, fino ad allora in gran parte sconosciuti per quei territori, destarono un vero allarme in tutti gli amministratori locali, sia per quanto riguarda l’edificato sia per i relativi piani urbanistici di espansione. Ad oggi, però, al netto dei pochi contributi concessi dalla Regione Veneto per la ricostruzione e l’adeguamento sismico nei comuni interessati dalle scosse, nulla è stato fatto per garantire, anche in zona sismica 4 (la meno pericolosa), almeno l’approfondimento previsto dal primo livello della cosiddetta microzonazione sismica, permettendo di fatto ai sindaci di programmare il loro territorio in modo da ridurre il rischio sia dai fenomeni diretti sia da quelli indiretti” conclude Spagna.
6° anniversario terremoto Emilia Romagna, i geologi: necessario migliorare la sicurezza sismica delle abitazioni Consiglio Nazionale Geologi 20/05/2018 Nel maggio 2012 una serie di eventi sismici ha colpito la Pianura Padana centrale includendo, oltre alla bassa pianura emiliana e l'Alto Polesine, anche il territorio mantovano causando la morte di 27 persone. “Il terremoto ha generato, come sempre purtroppo accade, vittime e danni di carattere economico ad attività e strutture, ma in quest’occasione, oltre alla tragica e consueta sequenza di effetti, il terremoto ha evidenziato nuovi scenari” dichiara Vincenzo Giovine, Vice Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Innanzitutto – spiega il geologo lombardo - il sisma ha colpito un territorio ritenuto a bassa sismicità, preparato più ad affrontare problemi legati a fenomeni alluvionali anziché sismici. Inoltre, a livello di effetti provocati, si è assistito non soltanto a una diversa distribuzione degli stessi con differente entità di danno dei fabbricati posti in zone adiacenti tra loro, ma anche al verificarsi di fenomeni di liquefazione delle sabbie.
Il problema ha quindi evidenziato - continua il Vice Presidente CNG - non solo una diversa vulnerabilità degli edifici ma, soprattutto, una forte componente di carattere geologico legata alla natura dei terreni, all'idrogeologia e al loro comportamento in termini di amplificazione sismica. La Lombardia, attualmente, si è dotata di studi microzonazione sismica di primo livello che coprono il territorio regionale, tuttavia, anche sulla base dell'esperienza vissuta in particolare nel mantovano, appare necessario insistere per incrementare la conoscenza geologica dei territori mettendo a frutto le competenze specifiche dei geologi professionisti nell’ambito di verifiche di sismiche, per poi procedere, consequenzialmente, ad intervenire anche sul grado di sicurezza dell'edificato verificando l'interazione tra terreno e strutture”. Il consigliere emiliano CNG, Gabriele Ponzoni, ribadisce ancora una volta il concetto della prevenzione: “A sei anni di distanza dal terremoto in Emilia Romagna, vogliamo dire che è necessario adottare misure e strumenti volti alla mitigazione del rischio sismico nel nostro Paese per due ragioni: la prima è quella di tutelare le generazioni future grazie a corretti comportamenti da adottare in caso di eventi sismici e la seconda è quella di mettere in sicurezza il patrimonio edilizio italiano, pubblico e privato”. “A tal proposito, - prosegue Ponzoni - la figura del geologo professionista è fondamentale per la conoscenza delle abitazioni in cui viviamo, proprio per sapere se le nostre case sono state costruite con adeguati criteri antisismici o se viviamo in abitazioni poco sicure in caso di terremoti”. Il sisma non è stato avvertito soltanto nelle province di Modena, Ferrara, Bologna, Mantova e Rovigo, ma anche in Svizzera, Slovenia, Croazia e Austria. Sei anni dopo, a che punto è la situazione? “Nel sesto anniversario del terremoto dell’Emilia-Romagna, originato dalle sorgenti sismogenetiche generatrici delle dorsali di Ferrara e Mirandola, ancora una volta ci si chiede se è stato fatto tutto quello che è stato promesso” afferma il geologo veneto Paolo Spagna. “Mentre l’azione governativa si è concentrata soprattutto laddove il sisma ha fatto vittime e danni al patrimonio edilizio, - continua il consigliere CNG
- per una più immediata ripresa, sul fronte veneto, ciò che è stato registrato nei 21 comuni ricadenti lungo la sponda sinistra del Po, avrebbe dovuto far riflettere sulla necessità di rivedere le condizioni di rischio e conseguentemente riproporre nuove linee d’indirizzo. Infatti, nella parte meridionale del Veneto, che si sviluppa sul cosiddetto ‘materasso alluvionale’ del Po, i fenomeni sismoindotti che si generarono con le famose liquefazioni delle sabbie, fino ad allora in gran parte sconosciuti per quei territori, destarono un vero allarme in tutti gli amministratori locali, sia per quanto riguarda l’edificato sia per i relativi piani urbanistici di espansione. Ad oggi, però, al netto dei pochi contributi concessi dalla Regione Veneto per la ricostruzione e l’adeguamento sismico nei comuni interessati dalle scosse, nulla è stato fatto per garantire, anche in zona sismica 4 (la meno pericolosa), almeno l’approfondimento previsto dal primo livello della cosiddetta microzonazione sismica, permettendo di fatto ai sindaci di programmare il loro territorio in modo da ridurre il rischio sia dai fenomeni diretti sia da quelli indiretti” conclude Spagna.
21/5/2018 Sisma 2012, i geologi: "Seppur colpito, in Veneto poco si è fatto poco per la prevenzione" - Protezione Civile, Il Giornale della (/binary_ les/gallery/veneto_terr_15811.jpg) Sisma 2012, i geologi: "Seppur colpito, in Veneto poco si è fatto poco per la prevenzione" Lunedi 21 Maggio 2018, 09:28 Cosa è stato fatto in Veneto e Lombardia, interessati seppur in maniera minore, dagli eventi sismici del 2012? La critica del geologo Paolo Spagna su come è stato affrontato il tema della prevenzione sismica in Veneto Nel maggio 2012 una serie di eventi sismici ha colpito la Pianura Padana centrale includendo, oltre alla bassa pianura emiliana e l'Alto Polesine, anche il territorio mantovano causando la morte di 27 persone. "Il terremoto ha generato, come sempre purtroppo accade, vittime e danni di carattere economico ad attività e strutture, ma in quest'occasione, oltre alla tragica e consueta sequenza di effetti, il terremoto ha evidenziato nuovi scenari" dichiara Vincenzo Giovine, Vice Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. "Innanzitutto - spiega il geologo lombardo - il sisma ha colpito un territorio ritenuto a https://www.ilgiornaledellaprotezionecivile.it/attualita/sisma-2012-i-geologi-seppur-colpito-in-veneto-poco-si-fatto-poco-per-la-prevenzione
21/5/2018 Sisma 2012, i geologi: "Seppur colpito, in Veneto poco si è fatto poco per la prevenzione" - Protezione Civile, Il Giornale della bassa sismicità, preparato più ad affrontare problemi legati a fenomeni alluvionali anziché sismici. Inoltre, a livello di effetti provocati, si è assistito non soltanto a una diversa distribuzione degli stessi con differente entità di danno dei fabbricati posti in zone adiacenti tra loro, ma anche al veri carsi di fenomeni di liquefazione delle sabbie. Il problema ha quindi evidenziato - continua il Vice Presidente CNG - non solo una diversa vulnerabilità degli edi ci ma, soprattutto, una forte componente di carattere geologico legata alla natura dei terreni, all'idrogeologia e al loro comportamento in termini di ampli cazione sismica. Il sisma che ha pesantemente colpito le province di Modena, Ferrara, Bologna interessò, anche se in maniera più lieve che le province di Mantova e Rovigo. Sei anni dopo, a che punto è la situazione in Lombardia e nel Veneto? "La Lombardia - spiega ancora Giovine - attualmente, si è dotata di studi microzonazione sismica di primo livello che coprono il territorio regionale, tuttavia, anche sulla base dell'esperienza vissuta in particolare nel mantovano, appare necessario insistere per incrementare la conoscenza geologica dei territori mettendo a frutto le competenze speci che dei geologi professionisti nell'ambito di veri che di sismiche, per poi procedere, consequenzialmente, ad intervenire anche sul grado di sicurezza dell'edi cato veri cando l'interazione tra terreno e strutture". "In Veneto, nel sesto anniversario del terremoto dell'Emilia-Romagna, originato dalle sorgenti sismogenetiche generatrici delle dorsali di Ferrara e Mirandola - afferma il geologo veneto Paolo Spagna - ancora una volta ci si chiede se è stato fatto tutto quello che è stato promesso. Mentre l'azione governativa si è concentrata soprattutto laddove il sisma ha fatto vittime e danni al patrimonio edilizio, per una più immediata ripresa, sul fronte veneto ciò che è stato registrato nei 21 comuni ricadenti lungo la sponda sinistra del Po, avrebbe dovuto far ri ettere sulla necessità di rivedere le condizioni di rischio e conseguentemente riproporre nuove linee d'indirizzo. Infatti, nella parte meridionale del Veneto, che si sviluppa sul cosiddetto ‘materasso alluvionale' del Po, i fenomeni sismoindotti che si generarono con le famose liquefazioni delle sabbie, no ad allora in gran parte sconosciuti per quei territori, destarono un vero allarme in tutti gli amministratori locali, sia per quanto riguarda l'edi cato sia per i relativi piani urbanistici di espansione. Ad oggi, però, al netto dei pochi contributi concessi dalla Regione Veneto per la ricostruzione e l'adeguamento sismico nei comuni interessati dalle scosse, nulla è stato fatto per garantire, anche in zona sismica 4 (la meno pericolosa), almeno l'approfondimento previsto dal primo livello della cosiddetta microzonazione sismica, permettendo di fatto ai sindaci di programmare il loro territorio in modo da ridurre il rischio sia dai fenomeni diretti sia da quelli indiretti" conclude Spagna. In ne il consigliere emiliano CNG, Gabriele Ponzoni, ribadisce ancora https://www.ilgiornaledellaprotezionecivile.it/attualita/sisma-2012-i-geologi-seppur-colpito-in-veneto-poco-si-fatto-poco-per-la-prevenzione
21/5/2018 Sisma 2012, i geologi: "Seppur colpito, in Veneto poco si è fatto poco per la prevenzione" - Protezione Civile, Il Giornale della una volta il concetto della prevenzione: "A sei anni di distanza dal terremoto in Emilia Romagna, vogliamo dire che è necessario adottare misure e strumenti volti alla mitigazione del rischio sismico nel nostro Paese per due ragioni: la prima è quella di tutelare le generazioni future grazie a corretti comportamenti da adottare in caso di eventi sismici e la seconda è quella di mettere in sicurezza il patrimonio edilizio italiano, pubblico e privato". "A tal proposito, - prosegue Ponzoni - la gura del geologo professionista è fondamentale per la conoscenza delle abitazioni in cui viviamo, proprio per sapere se le nostre case sono state costruite con adeguati criteri antisismici o se viviamo in abitazioni poco sicure in caso di terremoti". red/pc (fonte: CNG) https://www.ilgiornaledellaprotezionecivile.it/attualita/sisma-2012-i-geologi-seppur-colpito-in-veneto-poco-si-fatto-poco-per-la-prevenzione
6° anniversario terremoto Emilia Romagna Redazione 20 Maggio 2018 6° anniversario terremoto Emilia Romagna, i geologi: incrementare la sicurezza sismica delle abitazioni Nel maggio 2012 una serie di eventi sismici ha colpito la Pianura Padana centrale includendo, oltre alla bassa pianura emiliana e l’Alto Polesine, anche il territorio mantovano causando la morte di 27 persone. “Il terremoto ha generato, come sempre purtroppo accade, vittime e danni di carattere economico ad attività e strutture, ma in quest’occasione, oltre alla tragica e consueta sequenza di effetti, il terremoto ha evidenziato nuovi scenari” dichiara Vincenzo Giovine, Vice Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Innanzitutto – spiega il geologo lombardo – il sisma ha colpito un territorio ritenuto a bassa sismicità, preparato più ad affrontare problemi legati a fenomeni alluvionali anziché sismici. Inoltre, a livello di effetti provocati, si è assistito non soltanto a una diversa distribuzione degli stessi con differente entità di danno dei fabbricati posti in zone adiacenti tra loro, ma anche al verificarsi di fenomeni di liquefazione delle sabbie. Il problema ha quindi evidenziato – continua il Vice Presidente CNG – non solo una diversa vulnerabilità degli edifici ma, soprattutto, una forte componente di carattere geologico legata alla natura dei terreni, all’idrogeologia e al loro comportamento in termini di amplificazione sismica. La Lombardia, attualmente, si è dotata di studi microzonazione sismica di primo livello che coprono il territorio regionale, tuttavia, anche sulla base dell’esperienza vissuta in particolare nel mantovano, appare necessario insistere per incrementare la conoscenza geologica dei territori mettendo a frutto le competenze specifiche dei geologi professionisti nell’ambito di verifiche di sismiche, per poi procedere, consequenzialmente, ad intervenire anche sul grado di sicurezza dell’edificato verificando l’interazione tra terreno e strutture”. Il consigliere emiliano CNG, Gabriele Ponzoni, ribadisce ancora una volta il concetto della prevenzione: “A sei anni di distanza dal terremoto in Emilia Romagna, vogliamo dire che è necessario adottare misure e strumenti volti alla mitigazione del rischio sismico nel nostro Paese per due ragioni: la prima è quella di tutelare le generazioni future grazie a corretti comportamenti da adottare in caso di eventi sismici e la seconda è quella di
mettere in sicurezza il patrimonio edilizio italiano, pubblico e privato”. “A tal proposito, – prosegue Ponzoni – la figura del geologo professionista è fondamentale per la conoscenza delle abitazioni in cui viviamo, proprio per sapere se le nostre case sono state costruite con adeguati criteri antisismici o se viviamo in abitazioni poco sicure in caso di terremoti”. Sisma in Emilia, il municipio di Sant’Agostino Il sisma non è stato avvertito soltanto nelle province di Modena, Ferrara, Bologna, Mantova e Rovigo, ma anche in Svizzera, Slovenia, Croazia e Austria. Sei anni dopo, a che punto è la situazione? “Nel sesto anniversario del terremoto dell’Emilia-Romagna, originato dalle sorgenti sismogenetiche generatrici delle dorsali di Ferrara e Mirandola, ancora una volta ci si chiede se è stato fatto tutto quello che è stato promesso” afferma il geologo veneto Paolo Spagna. “Mentre l’azione governativa si è concentrata soprattutto laddove il sisma ha fatto vittime e danni al patrimonio edilizio, – continua il consigliere CNG – per una più immediata ripresa, sul fronte veneto, ciò che è stato registrato nei 21 comuni ricadenti lungo la sponda sinistra del Po, avrebbe dovuto far riflettere sulla necessità di rivedere le condizioni di rischio e conseguentemente riproporre nuove linee d’indirizzo. Infatti, nella parte meridionale del Veneto, che si sviluppa sul cosiddetto ‘materasso alluvionale’ del Po, i fenomeni sismoindotti che si generarono con le famose liquefazioni delle sabbie, fino ad allora in gran parte sconosciuti per quei territori, destarono un vero allarme in tutti gli amministratori locali, sia per quanto riguarda l’edificato sia per i relativi piani urbanistici di espansione. Ad oggi, però, al netto dei pochi contributi concessi dalla Regione Veneto per la ricostruzione e l’adeguamento sismico nei comuni interessati dalle scosse, nulla è stato fatto per garantire, anche in zona sismica 4
(la meno pericolosa), almeno l’approfondimento previsto dal primo livello della cosiddetta microzonazione sismica, permettendo di fatto ai sindaci di programmare il loro territorio in modo da ridurre il rischio sia dai fenomeni diretti sia da quelli indiretti” conclude Spagna. Ferrara, 19 maggio 2018 FONTE: Comunicato stampa CNG
21/5/2018 6° anniversario terremoto Emilia Romagna, i geologi: incrementare la sicurezza sismica delle abitazioni Piattaforma di informazione locale affiliata al network cittanet Questo articolo può essere letto su www.altomolise.net altomolise.net è una piattaforma di informazione locale affiliata al network Cittanet 6° anniversario terremoto Emilia Romagna, i geologi: incrementare la sicurezza sismica delle abitazioni Pubblicato il: 20/05/2018, 09:49 | Categoria: Attualità Nel maggio 2012 una serie di eventi sismici ha colpito la Pianura Padana centrale includendo, oltre alla bassa pianura emiliana e l'Alto Polesine, anche il territorio mantovano causando la morte di 27 persone. "Il terremoto ha generato, come sempre purtroppo accade, vittime e danni di carattere economico ad attività e strutture, ma in quest'occasione, oltre alla tragica e consueta sequenza di effetti, il terremoto ha evidenziato nuovi scenari" dichiara Vincenzo Giovine,Vice Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. "Innanzitutto – spiega il geologo lombardo il sisma ha colpito un territorio ritenuto a bassa sismicità, preparato più ad affrontare problemi legati a fenomeni alluvionali anziché sismici. Inoltre, a livello di effetti provocati, si è assistito non soltanto a una diversa distribuzione degli stessi con differente entità di danno dei fabbricati posti in zone adiacenti tra loro, ma anche al verificarsi di fenomeni di liquefazione delle sabbie. Il problema ha quindi evidenziato continua il Vice Presidente CNG non solo una diversa vulnerabilità degli edifici ma, soprattutto, una forte componente di carattere geologico legata http://www.altomolise.net/notizie/attualita/17386/6-anniversario-terremoto-emilia-romagna-i-geologi-incrementare-la-sicurezza-sismica-delle-abitazioni 1/3
21/5/2018 6° anniversario terremoto Emilia Romagna, i geologi: incrementare la sicurezza sismica delle abitazioni alla natura dei terreni, all'idrogeologia e al loro comportamento in termini di amplificazione sismica. La Lombardia, attualmente, si è dotata di studi microzonazione sismica di primo livello che coprono il territorio regionale, tuttavia, anche sulla base dell'esperienza vissuta in particolare nel mantovano, appare necessario insistere per incrementare la conoscenza geologica dei territori mettendo a frutto le competenze specifiche dei geologi professionisti nell'ambito di verifiche di sismiche, per poi procedere, consequenzialmente, ad intervenire anche sul grado di sicurezza dell'edificato verificando l'interazione tra terreno e strutture". Il consigliere emiliano CNG, Gabriele Ponzoni, ribadisce ancora una volta il concetto della prevenzione: "A sei anni di distanza dal terremoto in Emilia Romagna, vogliamo dire che è necessario adottare misure e strumenti volti alla mitigazione del rischio sismico nel nostro Paese per due ragioni: la prima è quella di tutelare le generazioni future grazie a corretti comportamenti da adottare in caso di eventi sismici e la seconda è quella di mettere in sicurezza il patrimonio edilizio italiano, pubblico e privato". "A tal proposito, prosegue Ponzoni la figura del geologo professionista è fondamentale per la conoscenza delle abitazioni in cui viviamo, proprio per sapere se le nostre case sono state costruite con adeguati criteri antisismici o se viviamo in abitazioni poco sicure in caso di terremoti". Il sisma non è stato avvertito soltanto nelle province di Modena, Ferrara, Bologna, Mantova e Rovigo, ma anche in Svizzera, Slovenia, Croazia e Austria. Sei anni dopo, a che punto è la situazione? "Nel sesto anniversario del terremoto dell'EmiliaRomagna, originato dalle sorgenti sismogenetiche generatrici delle dorsali di Ferrara e Mirandola, ancora una http://www.altomolise.net/notizie/attualita/17386/6-anniversario-terremoto-emilia-romagna-i-geologi-incrementare-la-sicurezza-sismica-delle-abitazioni 2/3
21/5/2018 6° anniversario terremoto Emilia Romagna, i geologi: incrementare la sicurezza sismica delle abitazioni volta ci si chiede se è stato fatto tutto quello che è stato promesso" afferma il geologo veneto Paolo Spagna. "Mentre l'azione governativa si è concentrata soprattutto laddove il sisma ha fatto vittime e danni al patrimonio edilizio, continua il consigliere CNG per una più immediata ripresa, sul fronte veneto, ciò che è stato registrato nei 21 comuni ricadenti lungo la sponda sinistra del Po, avrebbe dovuto far riflettere sulla necessità di rivedere le condizioni di rischio e conseguentemente riproporre nuove linee d'indirizzo. Infatti, nella parte meridionale del Veneto, che si sviluppa sul cosiddetto 'materasso alluvionale' del Po, i fenomeni sismoindotti che si generarono con le famose liquefazioni delle sabbie, fino ad allora in gran parte sconosciuti per quei territori, destarono un vero allarme in tutti gli amministratori locali, sia per quanto riguarda l'edificato sia per i relativi piani urbanistici di espansione. Ad oggi, però, al netto dei pochi contributi concessi dalla Regione Veneto per la ricostruzione e l'adeguamento sismico nei comuni interessati dalle scosse, nulla è stato fatto per garantire, anche in zona sismica 4 (la meno pericolosa), almeno l'approfondimento previsto dal primo livello della cosiddetta microzonazione sismica, permettendo di fatto ai sindaci di programmare il loro territorio in modo da ridurre il rischio sia dai fenomeni diretti sia da quelli indiretti" conclude Spagna. Ferrara, 19 maggio 2018 Contatti redazione@altomolise.net mob. 333.6506972 http://www.altomolise.net/notizie/attualita/17386/6-anniversario-terremoto-emilia-romagna-i-geologi-incrementare-la-sicurezza-sismica-delle-abitazioni 3/3
21/5/2018 6° anniversario terremoto Emilia Romagna, i geologi: incrementare la sicurezza sismica delle abitazioni - Giornale L'Ora BREVE 6° anniversario terremoto Emilia Romagna, i geologi: incrementare la sicurezza sismica delle abitazioni Redazione - 2giorni fa Nel maggio 2012 una serie di eventi sismici ha colpito la Pianura Padana centrale includendo, oltre alla bassa pianura emiliana e l’Alto Polesine, anche il territorio mantovano causando la morte di 27 persone. “Il terremoto ha generato, come sempre purtroppo accade, vittime e danni di carattere economico ad attività e strutture, ma in quest’occasione, oltre alla tragica e consueta sequenza di e etti, il terremoto ha evidenziato nuovi scenari” dichiara Vincenzo Giovine, Vice Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Innanzitutto – spiega il geologo lombardo – il sisma ha colpito un territorio ritenuto a bassa sismicità, preparato più ad a rontare problemi legati a fenomeni alluvionali anziché sismici. Inoltre, a livello di e etti provocati, si è assistito non soltanto a una diversa distribuzione degli stessi con di erente entità di danno dei fabbricati posti in zone adiacenti tra loro, ma anche al veri carsi di fenomeni di liquefazione delle sabbie. Il problema ha quindi evidenziato – continua il Vice Presidente CNG – non solo una diversa vulnerabilità degli edi ci ma, soprattutto, una forte componente di carattere geologico legata alla natura dei terreni, all’idrogeologia e al loro comportamento in termini di ampli cazione sismica. La Lombardia, attualmente, si è dotata di http://giornalelora.it/notizie/breve/2018/05/19/6-anniversario-terremoto-emilia-romagna-i-geologi-incrementare-la-sicurezza-sismica-delle-abitazioni/
21/5/2018 6° anniversario terremoto Emilia Romagna, i geologi: incrementare la sicurezza sismica delle abitazioni - Giornale L'Ora studi microzonazione sismica di primo livello che coprono il territorio regionale, tuttavia, anche sulla base dell’esperienza vissuta in particolare nel mantovano, appare necessario insistere per incrementare la conoscenza geologica dei territori mettendo a frutto le competenze speci che dei geologi professionisti nell’ambito di veri che di sismiche, per poi procedere, consequenzialmente, ad intervenire anche sul grado di sicurezza dell’edi cato veri cando l’interazione tra terreno e strutture”. Il consigliere emiliano CNG, Gabriele Ponzoni, ribadisce ancora una volta il concetto della prevenzione: “A sei anni di distanza dal terremoto in Emilia Romagna, vogliamo dire che è necessario adottare misure e strumenti volti alla mitigazione del rischio sismico nel nostro Paese per due ragioni: la prima è quella di tutelare le generazioni future grazie a corretti comportamenti da adottare in caso di eventi sismici e la seconda è quella di mettere in sicurezza il patrimonio edilizio italiano, pubblico e privato”. “A tal proposito, – prosegue Ponzoni – la gura del geologo professionista è fondamentale per la conoscenza delle abitazioni in cui viviamo, proprio per sapere se le nostre case sono state costruite con adeguati criteri antisismici o se viviamo in abitazioni poco sicure in caso di terremoti”. Il sisma non è stato avvertito soltanto nelle province di Modena, Ferrara, Bologna, Mantova e Rovigo, ma anche in Svizzera, Slovenia, Croazia e Austria. Sei anni dopo, a che punto è la situazione? “Nel sesto anniversario del terremoto dell’Emilia-Romagna, originato dalle sorgenti sismogenetiche generatrici delle dorsali di Ferrara e Mirandola, ancora una volta ci si chiede se è stato fatto tutto quello che è stato promesso” a erma il geologo veneto Paolo Spagna. “Mentre l’azione governativa si è concentrata soprattutto laddove il sisma ha fatto vittime e danni al patrimonio edilizio, – continua il consigliere CNG – per una più immediata ripresa, sul fronte veneto, ciò che è stato registrato nei 21 comuni ricadenti lungo la sponda sinistra del Po, avrebbe dovuto far ri ettere sulla necessità di rivedere le condizioni di rischio e conseguentemente riproporre nuove linee d’indirizzo. Infatti, nella parte meridionale del Veneto, che si sviluppa sul cosiddetto ‘materasso alluvionale’ del Po, i fenomeni sismoindotti che si generarono con le famose liquefazioni delle sabbie, no ad allora in gran parte sconosciuti per quei territori, destarono un vero allarme in tutti gli amministratori locali, sia per quanto riguarda l’edi cato sia per i relativi piani urbanistici di espansione. Ad oggi, però, al netto dei pochi contributi concessi dalla Regione Veneto per la ricostruzione e l’adeguamento sismico nei comuni interessati dalle scosse, nulla è stato fatto per garantire, anche in zona sismica 4 (la meno pericolosa), almeno l’approfondimento previsto dal primo livello della cosiddetta microzonazione sismica, permettendo di fatto ai sindaci di programmare il loro territorio in modo da ridurre il rischio sia dai fenomeni diretti sia da quelli indiretti” conclude Spagna. Com. Stam. http://giornalelora.it/notizie/breve/2018/05/19/6-anniversario-terremoto-emilia-romagna-i-geologi-incrementare-la-sicurezza-sismica-delle-abitazioni/
6° ANNIVERSARIO TERREMOTO EMILIA ROMAGNA, I GEOLOGI: INCREMENTARE LA SICUREZZA SISMICA DELLE ABITAZIONI Nel maggio 2012 una serie di eventi sismici ha colpito la Pianura Padana centrale includendo, oltre alla bassa pianura emiliana e l’Alto Polesine, anche il territorio mantovano causando la morte di 27 persone. “Il terremoto ha generato, come sempre purtroppo accade, vittime e danni di carattere economico ad attività e strutture, ma in quest’occasione, oltre alla tragica e consueta sequenza di effetti, il terremoto ha evidenziato nuovi scenari” dichiara Vincenzo Giovine, Vice Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Innanzitutto – spiega il geologo lombardo – il sisma ha colpito un territorio ritenuto a bassa sismicità, preparato più ad affrontare problemi legati a fenomeni alluvionali anziché sismici. Inoltre, a livello di effetti provocati, si è assistito non soltanto a una diversa distribuzione degli stessi con differente entità di danno dei fabbricati posti in zone adiacenti tra loro, ma anche al verificarsi di fenomeni di liquefazione delle sabbie. Il problema ha quindi evidenziato – continua il Vice Presidente CNG – non solo una diversa vulnerabilità degli edifici ma, soprattutto, una forte componente di carattere geologico legata alla natura dei terreni, all’idrogeologia e al loro comportamento in termini di amplificazione sismica. La Lombardia, attualmente, si è dotata di studi microzonazione sismica di primo livello che coprono il territorio regionale, tuttavia, anche sulla base dell’esperienza vissuta in particolare nel mantovano, appare necessario insistere per incrementare la conoscenza geologica dei territori mettendo a frutto le competenze specifiche dei geologi professionisti nell’ambito di verifiche di sismiche, per poi procedere, consequenzialmente, ad intervenire anche sul grado di sicurezza dell’edificato verificando l’interazione tra terreno e strutture”.
Il consigliere emiliano CNG, Gabriele Ponzoni, ribadisce ancora una volta il concetto della prevenzione: “A sei anni di distanza dal terremoto in Emilia Romagna, vogliamo dire che è necessario adottare misure e strumenti volti alla mitigazione del rischio sismico nel nostro Paese per due ragioni: la prima è quella di tutelare le generazioni future grazie a corretti comportamenti da adottare in caso di eventi sismici e la seconda è quella di mettere in sicurezza il patrimonio edilizio italiano, pubblico e privato”. “A tal proposito, – prosegue Ponzoni – la figura del geologo professionista è fondamentale per la conoscenza delle abitazioni in cui viviamo, proprio per sapere se le nostre case sono state costruite con adeguati criteri antisismici o se viviamo in abitazioni poco sicure in caso di terremoti”. Il sisma non è stato avvertito soltanto nelle province di Modena, Ferrara, Bologna, Mantova e Rovigo, ma anche in Svizzera, Slovenia, Croazia e Austria. Sei anni dopo, a che punto è la situazione? “Nel sesto anniversario del terremoto dell’Emilia-Romagna, originato dalle sorgenti sismogenetiche generatrici delle dorsali di Ferrara e Mirandola, ancora una volta ci si chiede se è stato fatto tutto quello che è stato promesso” afferma il geologo veneto Paolo Spagna. “Mentre l’azione governativa si è concentrata soprattutto laddove il sisma ha fatto vittime e danni al patrimonio edilizio, – continua il consigliere CNG – per una più immediata ripresa, sul fronte veneto, ciò che è stato registrato nei 21 comuni ricadenti lungo la sponda sinistra del Po, avrebbe dovuto far riflettere sulla necessità di rivedere le condizioni di rischio e conseguentemente riproporre nuove linee d’indirizzo. Infatti, nella parte meridionale del Veneto, che si sviluppa sul cosiddetto ‘materasso alluvionale’ del Po, i fenomeni sismoindotti che si generarono con le famose liquefazioni delle sabbie, fino ad allora in gran parte sconosciuti per quei territori, destarono un vero allarme in tutti gli amministratori locali, sia per quanto riguarda l’edificato sia per i relativi piani urbanistici di espansione. Ad oggi, però, al netto dei pochi contributi concessi dalla Regione Veneto per la ricostruzione e l’adeguamento sismico nei comuni interessati dalle scosse, nulla è stato fatto per garantire, anche in zona sismica 4 (la meno pericolosa), almeno l’approfondimento previsto dal primo livello della cosiddetta microzonazione sismica, permettendo di fatto ai sindaci di programmare il loro territorio in modo da ridurre il rischio sia dai fenomeni diretti sia da quelli indiretti” conclude Spagna.
6° anniversario del terremoto in Emilia- Romagna, geologi: incrementare la sicurezza sismica delle abitazioni "A sei anni di distanza dal terremoto in Emilia Romagna, vogliamo dire che è necessario adottare misure e strumenti volti alla mitigazione del rischio sismico nel nostro Paese per due ragioni" A cura di Filomena Fotia 20 maggio 2018 - 13:05 Ferrara - Il municipio di Sant'Agostino, dopo il sisma del 2012, è stato 'adottato' dai geologi emiliani per la ricostruzione Nel maggio 2012 una serie di eventi sismici ha colpito la Pianura Padana centrale includendo, oltre alla bassa pianura emiliana e l’Alto Polesine, anche il territorio mantovano causando la morte di 27 persone. “Il terremoto ha generato, come sempre purtroppo accade, vittime e danni di carattere economico ad attività e strutture, ma in quest’occasione, oltre alla tragica e consueta sequenza di
effetti, il terremoto ha evidenziato nuovi scenari” dichiara Vincenzo Giovine, Vice Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Innanzitutto – spiega il geologo lombardo – il sisma ha colpito un territorio ritenuto a bassa sismicità, preparato più ad affrontare problemi legati a fenomeni alluvionali anziché sismici. Inoltre, a livello di effetti provocati, si è assistito non soltanto a una diversa distribuzione degli stessi con differente entità di danno dei fabbricati posti in zone adiacenti tra loro, ma anche al verificarsi di fenomeni di liquefazione delle sabbie. Il problema ha quindi evidenziato – continua il Vice Presidente CNG – non solo una diversa vulnerabilità degli edifici ma, soprattutto, una forte componente di carattere geologico legata alla natura dei terreni, all’idrogeologia e al loro comportamento in termini di amplificazione sismica. La Lombardia, attualmente, si è dotata di studi microzonazione sismica di primo livello che coprono il territorio regionale, tuttavia, anche sulla base dell’esperienza vissuta in particolare nel mantovano, appare necessario insistere per incrementare la conoscenza geologica dei territori mettendo a frutto le competenze specifiche dei geologi professionisti nell’ambito di verifiche di sismiche, per poi procedere, consequenzialmente, ad intervenire anche sul grado di sicurezza dell’edificato verificando l’interazione tra terreno e strutture”. Il consigliere emiliano CNG, Gabriele Ponzoni, ribadisce ancora una volta il concetto della prevenzione: “A sei anni di distanza dal terremoto in Emilia Romagna, vogliamo dire che è necessario adottare misure e strumenti volti alla mitigazione del rischio sismico nel nostro Paese per due ragioni: la prima è quella di tutelare le generazioni future grazie a corretti comportamenti da adottare in caso di eventi sismici e la seconda è quella di mettere in sicurezza il patrimonio edilizio italiano, pubblico e privato”. “A tal proposito, – prosegue Ponzoni – la figura del geologo professionista è fondamentale per la conoscenza delle abitazioni in cui viviamo, proprio per sapere se le nostre case sono state costruite con adeguati criteri antisismici o se viviamo in abitazioni poco sicure in caso di terremoti”. Il sisma non è stato avvertito soltanto nelle province di Modena, Ferrara, Bologna, Mantova e Rovigo, ma anche in Svizzera, Slovenia, Croazia e Austria. Sei anni dopo, a che punto è la situazione nel Veneto, una delle tre regioni colpite dal sisma del 2012? “Nel sesto anniversario del terremoto dell’Emilia-Romagna, originato dalle sorgenti sismogenetiche generatrici delle dorsali di Ferrara e Mirandola, ancora una volta ci si chiede se è stato fatto tutto quello che è stato promesso” afferma il geologo veneto Paolo Spagna. “Mentre l’azione governativa si è concentrata soprattutto laddove il sisma ha fatto vittime e danni al patrimonio edilizio, per una più immediata ripresa, sul fronte veneto – continua il consigliere CNG – ciò che è stato registrato nei 21 comuni ricadenti lungo la sponda sinistra del Po, avrebbe dovuto far riflettere sulla necessità di rivedere le condizioni di rischio e conseguentemente riproporre nuove linee d’indirizzo. Infatti, nella parte meridionale del Veneto, che si sviluppa sul cosiddetto ‘materasso alluvionale’ del Po, i fenomeni sismoindotti che si generarono con le famose liquefazioni delle sabbie, fino ad allora in gran parte sconosciuti per quei territori, destarono un vero allarme in tutti gli amministratori locali, sia per
quanto riguarda l’edificato sia per i relativi piani urbanistici di espansione. Ad oggi, però, al netto dei pochi contributi concessi dalla Regione Veneto per la ricostruzione e l’adeguamento sismico nei comuni interessati dalle scosse, nulla è stato fatto per garantire, anche in zona sismica 4 (la meno pericolosa), almeno l’approfondimento previsto dal primo livello della cosiddetta microzonazione sismica, permettendo di fatto ai sindaci di programmare il loro territorio in modo da ridurre il rischio sia dai fenomeni diretti sia da quelli indiretti” conclude Spagna. A cura di Filomena Fotia
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