BORDERS OF SOLIDARITY - ROMANIA 8-16 MARZO 2022 D. Achelaritei & T. Schiena
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
8 MARZO Appena atterrati non si ha affatto l’impressione di essere arrivati in un paese in piena emergenza profughi: fino ad ora oltre 150.000 persone hanno transitato nella sola Romania, su un totale di oltre BUCAREST due milioni sparsi mediante i Paesi limitrofi in tutta l’Europa. Il nostro viaggio inizia Ma ci è bastato salire sul primo treno a Bucarest, direzione Bucarest per ricordarci del momento storico che stiamo vivendo. aeroporto Otopeni, Durante il viaggio cogliamo i frammenti di ore 22.30. una conversazione in inglese e russo tra tre donne, conversazione interrotta dall’arrivo del controllore che chiede loro il biglietto. Sono due ragazze ucraine nate e cresciute a Odessa, verosimilmente il prossimo obiettivo militare di Putin, secondo quanto ci racconta Kristina.
È questo il motivo che l’ha spinta a fuggire insieme a sua sorella e ai loro quattro bambini dalla propria città. Il resto della famiglia così come i suoi genitori sono ancora lì. Le sorelle sono in compagnia di Gabriela, una ragazza di Bucarest che, dieci giorni prima, le aveva aiutate a trovare una sistemazione al loro arrivo al desk improvvisato della stazione centrale della capitale rumena. Erano passate attraverso Giurgiulești - il villaggio sul Danubio dove si incrociano i confini di Moldavia, Ucraina e Romania - per poi raggiungere Galați e, infine, Bucarest. La destinazione finale è l’Italia, Treviso, dove li aspettano i loro familiari. Erano andate all’aeroporto per verificare se servissero ancora dei documenti per il viaggio.
Gabriela ci racconta della mobilitazione di migliaia di persone che hanno deciso di aiutare e accogliere in casa i profughi, specialmente nella zona del nord-est della Romania, dove interi alberghi sono stati messi a disposizione. Le due ragazze ucraine ci confermano la storia di Gabriela: sono state accolte nel migliore dei modi dalla gente e si considerano fortunate ad aver incontrato Gabriela, che le ha pure accompagnate all’aeroporto a quell’ora di notte. Loro due e i loro bambini sono adesso al sicuro, ma il resto della famiglia? Cosa succede se la Russia riesce a occupare Odessa? Prima di poter anche solo pensare a qualsiasi eventuale futuro scenario, la voce degli altoparlanti del treno ci comunica che siamo in dirittura d’arrivo per Bucarest.
Scendiamo dal treno e ci Hanno bisogno di volontari che parlino ucraino o quantomeno russo, perché ce ne sono salutiamo augurandoci ogni pochi. Infatti, i volontari che indossano il gilet fortuna possibile. arancione, il colore dei traduttori, si contano sulle dita di una mano. Camminando verso l’uscita della stazione, le storie appena ascoltate si materializzano: i nostri occhi vengono colpiti dai colori della Un’altra ragazza, anche bandiera ucraina che rivestono cartelli e indicazioni attorno alla tenda dei volontari lei volontaria, ci dice che della stazione centrale di Bucarest. andrà a Isaccea nei prossimi Fermiamo un ragazzo che indossa un gilet giorni, perché a seguito dei giallo per chiedergli informazioni. bombardamenti annunciati a Si chiama Cosmin e da tre giorni viene in Odessa, tantissima gente entrerà stazione a offrire il suo tempo e a dare una in Romania da quelle parti, mano. attraverso il Danubio. La tenda è coperta da cartelli in lingua ucraina e dai listini prezzi dei treni che viaggiano verso le città rumene più grandi e, da lì, verso Istanbul, Budapest, Bratislava. Cosmin ci dice che c’è bisogno di aiuto giorno e notte.
È quasi mezzanotte e i sei Ma ci sono tante persone che passano molte ore, per non dire giorni, in quelle sale ad volontari rimasti ancora lì ci aspettare. Il poliziotto di guardia alla porta invitano a dare un’occhiata alla dice di non aver mai visto una situazione del sala d’attesa: “Così capirete genere. meglio”. La Romania, aggiunge, Pochi metri più avanti ci sono due sale d‘attesa finora è stato più un paese di allestite per i rifugiati. Da poco, ci dicono, ne emigrazione che immigrazione, è stata predisposta una terza esclusivamente per mamme con bambini piccoli. Qui volontari, ma è orgoglioso della risposta poliziotti e rappresentanti del Comune aiutano che i suoi concittadini stanno le famiglie a trovare degli alloggi. mostrando al mondo e del modo A pochi giorni dal conflitto, infatti, i centri di in cui stanno affrontando il più accoglienza di Bucarest erano già tutti pieni. veloce esodo di massa dai tempi A tal fine, sono state attivate diverse piattaforme online dove la gente che offre cibo della Seconda guerra mondiale. e alloggio si può registrare (refugees.ro).
9 MARZO In mezzo al caos ferroviario, si fanno notare diverse bandiere ucraine. L’ultima è incollata alla porta di uscita della stazione con una freccia che indica una sala d’attesa affollata e STAZIONE le porte tappezzate di scritte in ucraino e russo: “Aiuto per le donne ucraine”. All’ingresso, un FERROVIARIA volontario indossa anche lui un gilet giallo e ci accoglie con un “Dobri vecer” (“Buonasera” in DI IASI ¸ russo). Grigore, cinquant’anni, è arrivato in stazione Il viaggio continua fin dall’inizio dell’arrivo dei profughi, ovvero da ormai due settimane. Da dove provengono verso Iasi, ¸ la città i prodotti alimentari e per l’igiene conservati nella stanza? Il municipio aiuta in qualche rumena più grande modo? Grigore fatica a nascondere il suo della zona nord-est sorriso amaro. del paese e quella Ci confessa che il sindaco è apparso solo per pochi minuti, e tutto ciò che vediamo in sala più vicina al confine arriva grazie al contributo di cittadini che “vogliono solo aiutare le persone che scappano con la Moldavia. dalla guerra, a prescindere se siano ucraini o russi”.
È stato creato un canale WhatsApp per auto Se lasciano la Romania, i viaggiatori pagano organizzarsi: si elencano i prodotti mancanti e solo il prezzo del posto (circa tre euro) e chi può porta quello che ha. possono raggiungere qualsiasi paese a loro scelta: Germania, Italia, Francia fino ad arrivare A tal proposito, Grigore ci racconta un recente in Portogallo. Ma ci sono state anche molte episodio che lo fa ancora visibilmente sorridere: eccezioni per chi non aveva neanche un soldo neanche due giorni prima c’era bisogno di un in tasca. pasto caldo, tre persone hanno subito risposto alla chiamata e e dopo poche ore c’erano La permanenza alla stazione dei abbastanza zuppe per tutti i bambini per tutti i bambini appena giunti dalla Repubblica della treni di Iași si aggira in media tra Moldavia. le dieci-dodici ore. La maggior parte dei rifugiati sta solo transitando da Iași: la stragrande maggioranza vuole proseguire fino a Bucarest o continuare il viaggio verso altri paesi occidentali.
Questo vuol anche dire che il flusso di persone è costante e così anche la necessità di scorte da tenere continuamente a disposizione. La sala è piena di gente, tra di loro i volontari sono solo in sette. Grigore ci dice che non sono mai abbastanza. Per questo ogni giorno dalle 8:00 alle 24:00, i volontari devono dividersi in due turni da otto ore. Lui stesso lavora in una centrale termica fuori Iași, e ha appena staccato dal turno di notte. Arrivato a casa, la moglie gli aveva detto che non c’erano abbastanza volontari alla stazione dei treni e lui, senza pensarci, si è subito fiondato.
L’arrivo dei rifugiati, come detto, Trenta minuti prima del nostro arrivo, quattrocento persone erano state fatte salire è costante e imprevedibile in su un treno per Bucarest e così scopriamo che termini numerici. Molti vengono i treni hanno dei vagoni separati per gli ucraini. dal nord della Romania, molti A nemmeno un chilometro di distanza, nel pieno direttamente dall’altra parte centro di Iași, vediamo una tenda del Comune. Secondo l’enorme cartello attaccato a uno del confine, dalla Moldavia, i cui dei quattro lati, si accettano esclusivamente valichi più vicini sono Ungheni e prodotti alimentari non deperibili, coperte e Sculeni. lenzuola, giocattoli per bambini. Niente indumenti. Le due donne all’interno Grigore ha un figlio piccolo che ha deciso della tenda non riscaldata, nonostante il di accompagnarlo. È venuto in stazione per freddo terribile, ci dicono che le donazioni aiutare gli altri bambini, perché gli adulti sanno raggiungono ogni sabato il confine ucraino cavarsela in qualsiasi situazione. moldavo, alla dogana di Siret. In realtà è difficile per tutti, servono volontari Elena, la più informata delle due, ci racconta che parlino sia il russo che l’ucraino. Sperava dell’insufficiente impegno dell’amministrazione che sarebbe bastato l’inglese per riuscire nel gestire il sistema di accoglienza a comunicare, ma non è stato così. Però, principalmente affidato a centri privati. Il più aggiunge, alla fine la lingua conta meno della grande è Egros, un centro commerciale situato volontà di essere lì e aiutare. Un modo poi si nella zona industriale. trova sempre.
10 MARZO L’offensiva di Putin non si arresta - così come il flusso di rifugiati, in costante aumento dall’inizio della CENTRO guerra. COMMERCIALE Secondo TVR1, il primo canale di Stato in Romania, nella sola giornata di ieri, 21.000 DI EGROS / IASI ¸ persone hanno attraversato il confine rumeno. Di queste, pochissime decidono di fare richiesta d’asilo. La maggior parte di loro, invece, si ferma giusto il tempo necessario per riposarsi e organizzare le prossime tappe del viaggio. Nei primi giorni di guerra, molti rumeni hanno offerto subito i loro alloggi privati. Un’ondata di generosità che, però, non è stata in grado di assorbire i flussi. Per questo, alcuni imprenditori locali hanno deciso di contribuire mettendo a disposizione diversi spazi. Il più grande di questi è situato presso il centro commerciale di Egros.
Decidiamo di andare direttamente lì. All’ingresso veniamo accolti da tre volontari che ci mettono in contatto con la coordinatrice, Silvia Iftimoaie, diventata responsabile del centro di accoglienza il 3 marzo. Aveva sentito che cercavano dei volontari ed è andata a offrire il proprio tempo. Il caos era tale che fin da subito ha sentito il dovere di mettersi totalmente a disposizione. Ha iniziato a riordinare, a smistare i prodotti ricevuti in donazione e il giorno dopo era già diventata la responsabile delle attività dei volontari. Oggi se ne contano circa una dozzina per ogni piano. Veniamo a sapere che il proprietario del centro commerciale ha messo a disposizione dei rifugiati tre piani. L’ultimo è un magazzino con cibo e prodotti di ogni tipo. Gli altri due piani fungono da vero e proprio alloggio con quasi cinquecento posti letto, una cucina con una mini sala da pranzo e bagni.
Silvia sottolinea l’importanza dell’igiene e Il padre ci dice che solo gli uomini della pulizia: le lenzuola vengono cambiate frequentemente, i bagni e la cucina devono tra i diciotto e i sessant’anni con essere sempre in ordine. Lei stessa si occupa meno di tre figli sono costretti a volentieri di controllare quotidianamente tutti restare in Ucraina, gli altri sono questi aspetti. liberi di lasciare il paese insieme Oltre all’ordine e la cura, ciò alle loro famiglie. che balza subito agli occhi è Valentin ci confessa di essere stato fortunato: l’entusiasmo dei volontari. lui e la sua famiglia sono scappati da Kiev con poca difficoltà e adesso sono ospiti da un loro I traduttori sono disponibili quasi ventiquattro amico di Iași. Così ogni giorno trascorre tutto ore al giorno. Il centro è un luogo di transito, il suo tempo dentro Egros ad aiutare gli altri ma ci sono persone che rimangono lì per più rifugiati meno fortunati. di tre-quattro giorni. In molti sono già ripartiti verso la Germania, l’Italia, il Portogallo, ma tanti decidono di rimanere posticipando la partenza. Silvia ci fa conoscere una famiglia ucraina composta da madre, padre e tre figli. Non sono ospiti della struttura, bensì volontari che vogliono aiutare i loro connazionali.
Conclusa la visita della struttura, due volontari rumeni ci invitano a cenare con loro. Cristi e Cristina ci raccontano come questa esperienza stia cambiando la loro quotidianità, la loro percezione della vita. Non riescono più a stare fermi in casa mentre i rifugiati del centro hanno bisogno della loro presenza. Raccontano, felici, di come questo impegno li stia rendendo delle persone migliori. Hanno anche dovuto imparare un po’ di russo, nonché migliorare il proprio inglese. Anche perché, se la guerra dovesse continuare, il peggio potrebbe ancora arrivare. La prossima ondata di rifugiati sarà verosimilmente formata da famiglie con meno possibilità economiche, ovvero con meno possibilità di spostarsi in altri paesi. Il rischio è che possano rimanere bloccate nel paese ospitante, senza più una casa in Ucraina dove poter tornare.
A pochi metri dal valico ufficiale, intasato da 11 MARZO camion troppo ingombranti per una strada così stretta, sorgono due tendoni poco al lato di una stazione di servizio. VAMA SCULENI Intorno a due grossi tavoli in legno, prestano servizio donne e uomini di ogni età, tutti con gli stessi gilet gialli già incontrati nei giorni Sculeni è un comune precedenti. Un ragazzo di neanche vent’anni ci dice che il gruppo è nato da ormai due del distretto di settimane in modo spontaneo e informale. Ungheni, in Moldavia, Ad oggi si danno il cambio tra le dieci e le quindici persone, quasi tutte provenienti da nonché un posto di paesi vicini e non necessariamente dalla città controllo al confine di Iași. Un piccolo villaggio, Flãmânzi, ha fornito i container usati come stanze, ma niente di più. con la Romania, a I prodotti alimentari e igienici neanche un’ora di offerti provengono solo ed distanza da Iasi. ¸ esclusivamente da privati, persone sensibili alla situazione emergenziale.
La maggior parte dei rifugiati Mentre conversiamo con i volontari del posto, vediamo arrivare una macchina dalla quale arriva in macchina, e chi non scende una famiglia di ucraini. ne possiede una viene preso Sono in sei e vengono da Sumy, dai volontari e portato a Iași, in una città al nord-est dell’Ucraina, un centro di accoglienza o alla quasi distrutta dalle bombe russe. stazione ferroviaria. Sono esausti, ma sollevati. I municipi della zona non forniscono alcun minibus per questo scopo, anche se sono state Si considerano fortunati perché, finalmente, avanzate numerose richieste. dopo due tentativi falliti, sono riusciti a usare il Ma i volontari sono riusciti ad organizzarsi lo corridoio umanitario concordato con la Russia stesso. e ad attraversare l’Ucraina e la Moldavia senza alcuna difficoltà. Perché lo fanno? Perché aiutano La destinazione finale è Brașov, una città al gli ucraini? “Perché siamo tutti centro della Romania, dove li attendono alcuni umani. Dobbiamo aiutarci”. amici.
STUDENTATO T8
Nel frattempo, Silvia, la nei dormitori vicini. Ricevono rifornimenti da persone che vivono nelle vicinanze o da altri coordinatrice del centro di centri di accoglienza più grandi, come Egros. accoglienza di Egros, ci ha inviato Hanno anche trovato dei colleghi che parlano un elenco delle strutture di Iași russo e ucraino. dove vengono accolti i rifugiati. Tutti vogliono aiutare i profughi ucraini e sono consapevoli del L’elenco comprende anche bar, hotel, pericolo imminente anche per studentati. Iași è una città universitaria. Qui i rettori delle varie università hanno seguito la propria regione, anche se l’esempio degli imprenditori sopra citati. Ad parliamo dell’ultimo “bastione” esempio, l’Università Tecnica Gh. Asachi ha della Nato. messo a disposizione due dormitori con oltre cento posti nel suo campus centrale. Stanno pensando a cosa accadrà ai profughi che arriveranno nelle prossime settimane, Il principale si trova dentro il dormitorio T8. perché la guerra non finirà presto e molti di È quasi sera, ma i volontari sono ancora a loro rimarranno bloccati nel nord-est della lavoro: le provviste sono in una stanza a piano Romania, in una zona che ha comunque poco terra, dove abbiamo conosciuto Tudor, uno da offrire in termini di posti di lavoro, e da dove dei coordinatori che si offre di concederci si migra verso il sud e l’ovest del Paese, oppure una breve intervista. Qui tutti i volontari sono verso l’estero. studenti dell’Università Tecnica, che abitano
La stazione di servizio davanti al confine è 12 MARZO gremita di auto. Tra di loro vediamo un SUV con numero di targa tedesco. Gli autisti sono ucraini e vengono da Göttingen, Bassa Sassonia, dove ¸ ALBITA vivono dagli anni Novanta. Si stavano riposando dopo ventidue ore di viaggio e quasi Ci dirigiamo ad duemila chilometri di strada. Albita, ¸ un importante Sono venuti incontro ai loro parenti in fuga valico di passaggio dall’Ucraina orientale per mettersi a capo della carovana di macchine e compiere insieme il tra la Moldavia e la viaggio dalla Romania, in Germania. I parenti Romania, situato a sarebbero arrivati da lì a poche ore. settanta chilometri a sud est di Ia Iasi. ¸
A pochi metri c’è la tenda dei volontari Ammettono con franchezza che non sempre dell’Associazione Filantropia, che appartiene sono stati accolti con favore, ma questo non li alla Chiesa ortodossa. Sono sul posto fin induce a cambiare idea sul loro operato: “Noi dall’inizio della guerra, venti ore su ventiquattro, sappiamo cosa vuol dire scappare, anche se ogni giorno. non siamo mai stati sotto le bombe”. Qui la Chiesa svolge un ruolo primario e Alla domanda se hanno paura che il conflitto aiuta in modo visibile offrendo alloggio, soldi possa estendersi in Moldavia e Romania, e sostegno spirituale: “Perdere la fede è preferiscono non rispondere davanti alla comprensibile in situazioni come queste”. telecamera, ma i loro occhi prendono la forma della tristezza e del timore di dover essere i L’operatività della Chiesa arriva anche nelle prossimi a scappare. vicine città di Huși e Bârlad, anch’esse mobilitatesi per ospitare rifugiati in alberghi e Un volontario ci confessa che molte persone stadi. qui al confine, così come in Moldavia, hanno i bagagli pronti. Devono potere essere in grado Sul posto ci sono corpi di polizia di lasciare casa in ogni momento. e vigili del fuoco, mentre i Nel frattempo, la famiglia attesa dai viaggiatori volontari - anche loro con i gilet di Göttingen è arrivata. Gli abbracci di ricongiungimento sono accompagnati da urla gialli - sono una decina. Molti di pianto e gioia. Dopo un veloce tè caldo, la di loro hanno lavorato per anni carovana di macchine si mette in moto verso la all’estero, perlopiù in Inghilterra e Germania, verso l’ovest, mentre noi ci dirigiamo a nord, verso la nostra casa romena di Iași. in Italia.
Nei giorni più intensi, si sono 13 MARZO registrati oltre diecimila rifugiati. Tutte le televisioni rumene lo descrivono come VAMA SIRET il punto più trafficato del confine ucraino. A Vama Siret (letteralmente “dogana di Siret”), la prima cosa che ci sorprende è la fila infinita Fin dall’inizio del di carovane e bancarelle ai lati della strada. Sul lato sinistro, notiamo subito un autobus con la nostro arrivo nella bandiera bulgara, circondato da soldati. Uno di zona nord-est della loro ci spiega che il governo bulgaro ha messo a disposizione degli ucraini in transito, mezzi Romania, l’idea è di per il trasporto e alcuni rifugi. raggiungere Siret, Poco più avanti, una folta schiera di bandiere turche anticipa la vista della carovana del il confine ucraino a Dipartimento di Emergenza del Ministero duecento chilometri dell’Interno turco, AFAD. Hanno l’aspetto di essere molto organizzati. Offrono zuppa, di distanza che ha kebap e tè. Un gesto molto apprezzato dai rifugiati ucraini come dimostra la lunga fila in visto flussi incredibili attesa di un pasto caldo. D’altronde, siamo a di persone metà marzo e l’inverno non è ancora del tutto passato.
Intervistiamo il responsabile della missione dell’implementazione di aiuti umanitari. AFAD, il signor Tasdelen. L’invio di un convoglio umanitario da parte La carovana è arrivata qui a Siret lo scorso 25 di uno Stato a 12.000 km di distanza con un febbraio, ma AFAD opera anche a Chernivtsi oceano di mezzo da attraversare, ci restituisce in Ucraina così come a Chișinău, in Moldavia. la preoccupante dimensione del conflitto in Secondo Tasdelen, Ankara è il maggior corso. Erano arrivati a Siret due giorni prima, contribuente in termini di aiuti umanitari, dopo aver rifornito i centri di accoglienza in “più degli Stati Uniti e dell’Europa”. Ad oggi, Polonia. la Turchia ha inviato ben quarantatré camion di prodotti alimentari e igienici così come Proseguendo, si nota una ospedali da campo. impressionante schiera di tende Un’efficienza figlia, purtroppo, anche delle appartenenti a organizzazioni numerose catastrofi naturali che ripetutamente colpiscono il paese. umanitarie provenienti da ogni (Argentina, Israele, Italia, Grecia, Germania, parte del mondo. Francia) così come alle diverse confessioni religiose (Avventista, Ortodossa, Federazione delle Comunità Ebraiche). Ci fermiamo a parlare con il portavoce dei Caschi Bianchi argentini, l’agenzia del Ministero degli Affari Esteri argentino responsabile
Finita l’intervista, un ragazzo con la kippà ci Pochi minuti dopo siamo testimoni di una viene incontro offrendoci del tè caldo.Ci spiega scena insolita: il ministro degli esteri israeliano che è arrivato fin qui direttamente da Israele, Yair Lapid e il segretario di stato rumeno Raed insieme a molte altre persone. Arafat si salutano stringendosi la mano. Lui e i suoi compagni sono pronti a offrire aiuto Una visita che conferma la politica diplomatica ai rifugiati, tra cui molti di origine ebraica. del Governo Bennet intenzionata a porsi come intermediario tra Zelensky e Putin. Offerta che purtroppo non ha ricevuto le risposte sperate. La cosa non ci stupisce, dato che la zona a nord-est della Romania, la Bucovina, situata in parte sul territorio attuale dell’Ucraina, è nota per le sue diverse comunità etniche - rumeni, ebrei, ucraini, armeni. Il clima di solidarietà che si respira qui al confine è trascinante, un’umanità visibile negli occhi e nei sorrisi di chi accoglie le famiglie in arrivo dalla frontiera.
Dall’altro lato della strada vediamo una Le donazioni sono offerte e prodotte nei loro postazione medica mobile di “Doctors of the monasteri. Ci spiegano come negli ultimi giorni World”, una missione proveniente dalla Grecia. il flusso di rifugiati sia diminuito, ma che la paura negli occhi degli ucraini sia esattamente la stessa. Forniscono servizi medici Eppure, avverte il monaco, la paura dovrebbe essenziali ai rifugiati che hanno abitare nel cuore di chi fa del male e persiste percorso centinaia di chilometri. nel diabolico peccato. Nei prossimi giorni saranno raggiunti da un Lasciamo la dogana di Siret e team di psicologi, “il cui lavoro è altrettanto necessario se si pensa alle migliaia di famiglie ci dirigiamo verso il “Campo costrette a separarsi dai loro cari, dalla loro profughi 9 Maggio”, allestito in casa, dalla loro città, dalla loro Ucraina. uno stadio a poche centinaia di metri di distanza. Poco più avanti troviamo uno dei monaci volontari presso uno stand dell’Arcidiocesi di Suceava. Il sostegno spirituale, soprattutto in questo frangente di vita, è fondamentale per persone la cui fede vacilla dinanzi a tanta ingiustizia e sofferenza.
Siamo accolti da due poliziotti che annunciano la nostra visita. All’entrata un pompiere ci spiega che il campo è composto da più di trenta tende - per una capacità massima di 402 persone - ed è stato eretto in sole due ore, poco dopo l’inizio della guerra. I soldati incaricati del controllo del perimetro hanno visto arrivare centinaia di rifugiati in transito. Per qualche giorno, il numero massimo di persone consentite è stato superato (412), ma questo, naturalmente, non ha creato alcun problema. Dall’ufficiale dell’immigrazione Diamo un’occhiata all’interno delle tende, che apprendiamo che più di 3.500 sono riscaldate. Ci sono sacchi a pelo sui letti, rifugiati ucraini hanno già fatto in alcune di esse c’è una TV. domanda d’asilo. Nelle prossime Tre tende fungono da sala pranzo, c’è anche il wifi gratuito e una tenda per i bambini. settimane saranno chiamati per un colloquio e poi sarà comunicato loro il risultato.
MANDACHI HOTEL C’è un ufficio improvvisato al piano terra, dove i residenti La tappa successiva temporanei possono registrarsi e ottenere informazioni per - e l’ultima in continuare il loro viaggio. una giornata così impegnativa - è il Al piano superiore vediamo centinaia di materassi e bambini correre tra i giocattoli. Mandachi Hotel, di Veniamo guidati da un interprete ucraino- proprietà di un uomo rumeno, che ci dice di essere corso sul posto a dare una mano dal secondo giorno del d’affari locale, che ha conflitto. messo a disposizione Ha poi deciso di rimanere perché, pur essendo dei rifugiati una sala di Chernivtsi, ha notato che c’è più bisogno di lui da questa parte del confine. A Chernivtsi per spettacoli sul retro possiede una piccola azienda che produce abiti da sposa, ma nelle ultime settimane hanno del suo hotel. dovuto riconvertire la tipologia di produzione: ora i dipendenti cuciono uniformi per i soldati che combattono nella resistenza.
A quasi tutti gli intervistati Ottimismo e determinazione, insieme al rifiuto di confrontarsi con una realtà così crudele, abbiamo chiesto un’opinione sulla sembrano essere il miglior deterrente al guerra, sulle sue origini e sui suoi pensiero inoperoso di chi subisce gli eventi possibili sviluppi. passivamente. Il pericolo è imminente, ma percettibile solo quando viene guardato in Se si percepiva nel paese la paura di faccia. un’estensione del conflitto alle regioni confinanti. L’impensabile è ormai accaduto, Abbiamo osservato come i volontari attivi nonostante qualsiasi logica, e sul campo e impegnati ad aiutare i rifugiati, bisogna farci i conti qui e ora. scelgano di non rispondere alla domanda e di non pensare a quello che sta succedendo fuori Bisogna aiutare qui e ora. Non dal proprio campo di possibilità di azione. è questione di scelte. È una questione di umanità. Preferiscono concentrarsi su quello che è necessario adesso, nella speranza che l’incubo della guerra finisca, prima o poi.
Vitali è l’autista di una Mercedes classe E 16 MARZO lucidata a nuovo, dentro e fuori. Ci ha dato appuntamento davanti allo Iulius Mall, il centro commerciale più grande di Iași. CONFINE Nonostante la vicinanza fisica (e culturale), la nostra comunicazione è avvenuta tramite ROMANIA Bla Bla Car, il miglior modo per raggiungere Chișinău se si parte dalla Romania, dati i carenti / MOLDAVIA mezzi di trasporto pubblici tra i due paesi. Vitali è puntualissimo, il prezzo è molto basso DI SCULENI (quasi troppo) e il caso vuole che, sia lui che il co-conducente suo amico, siano entrambi attivi nell’accoglienza dei rifugiati ucraini. Fin dall’inizio delle ostilità hanno trovato alloggio a più di dieci famiglie. Ci dicono che moltissimi villaggi moldavi sono già strapieni. Tanti di loro sono costretti a rimanere in Moldavia per una serie di ragioni: c’è chi non ha una macchina per muoversi, c’è chi non ha un posto dove andare. E così, rimangono in attesa della fine della guerra per poter ritornare.
Vitali si offre di metterci in contatto con un Il “potrebbe” diventa ben presto realtà. prete che si occupa dei rifugiati nella zona di Nonostante le rassicurazioni ricevute il giorno Palanca, al confine tra Moldavia e Ucraina, la prima dall’ufficio passaporti di Iași, la carta nostra prossima destinazione. d’identità italiana cartacea non è più accettata Tra Palanca e Odessa c’è una zona neutrale come documento per entrare in Moldavia. dove si possono mandare aiuti. Aspettiamo venti minuti nella macchina di Vitali si occupa addirittura di trovarci un Vitali, ma niente. Gli ufficiali non ci fanno passaggio per raggiungere il nostro prossimo passare e il consolato italiano di Bucarest è obiettivo. Ogni giorno c’è un pullman di irraggiungibile. Vitali ci trova però una via volontari che porta viveri e beni al confine. d’uscita - letteralmente. Le premesse per il buon esito di questo viaggio Dato che non possiamo andare avanti, ci trova ci sono tutte. una macchina per tornare indietro, a Iași - dove avremo tempo e possibilità di pensare ad una Manca solo l’ultimo ostacolo: superare i soluzione. controlli alla frontiera. Ci salutiamo e promettiamo di contattarlo una Arrivati al confine rumeno, i due conducenti volta raggiunti Chișinău nei giorni successivi. moldavi mostrano i loro passaporti rumeni, mentre noi le nostre carte d’identità - una Ci dirigiamo, così, verso la macchina che ci rumena, l’altra italiana. riporta in Romania. Il proprietario è Sergei, un ucraino di trentacinque anni che vive a Chișinău Dopo quasi dieci minuti d’attesa, l’ufficiale ci fa dallo scoppio del conflitto. Lo accompagna passare, ma ci avverte che dalla parte moldava sua madre. del confine potrebbero esserci dei problemi.
Ci dice che fa avanti e indietro fra la Romania e Ha degli amici che assicurano passaggi sicuri la Moldavia. Sergei è dovuto scappare perché verso la Moldavia. Sergei sa di essere fortunato ha moglie e figli piccoli, ma contribuisce alla di poter stare insieme alla sua famiglia a lotta della resistenza ucraina fornendo alcuni Chișinău, nella casa di conoscenti moldavi che li dispositivi utili all’esercito ucraino di Mykolaïv, ospita. Sua madre ci dice che non è stato facile sua città d’origine. Ci racconta dell’inizio del lasciare la loro casa di Mykolaïv, suo marito conflitto, di quanto fosse del tutto inaspettato è infatti rimasto lì a difendere l’abitazione l’ingresso dei tank russi sul territorio ucraino. dall’arrivo di russi che potrebbero sfondare D’altronde, non era la prima volta che Putin la porta di casa per cercare cibo. Sergei e sua stazionava dei convogli militari al confine. madre devono tornare nella loro nuova (e si Ma questa volta il passo è stato più lungo spera momentanea) casa a Chișinău. della gamba: “Non si aspettava questo tipo di Dopo aver trascorso molte ore insieme e risposta da parte nostra”. Gli ucraini, dice, oggi prima di lasciarci, vogliamo regalarci un ultimo stanno al 100% dalla parte di Zelenski, anche momento di tranquillità. quelli che non l’hanno votato alle precedenti elezioni. Entriamo in un caffè di Piata Unirii, nel centro di Iași. Una cameriera, sentendo il mix di lingue Si augura maggiore sostegno da parte tra noi quattro, ci chiede da dove veniamo. dell’Europa e degli Stati Uniti: “Se non bloccate i suoi aerei (di Putin ndr), non possiamo Alla sola menzione della parola “Ucraina”, difenderci a lungo. E noi stiamo difendendo prima ci regala un sorriso per poi tornare, anche voi”. Sergei dice che da Chișinău si può pochi minuti più tardi con quattro bicchieri di arrivare a Palanca senza problemi, così come una bevanda calda al gusto di olivello spinoso. da Palanca a Odessa e, infine, da Odessa a Ci salutiamo con gli occhi lucidi, augurandoci Mykolaïv. di ritrovarci quanto prima a Chișinău.
BORDERS OF SOLIDARITY Dorina Achelaritei & Tiziano Schiena CREW Photographer Photoeditor Copy Editor Rodrigo Diaz Maria Maida Enrico Trevisol Tiziano Schiena
Puoi anche leggere