Biomasse: come trasformare l'energia solare inbiocarburanti - Rino Cella Dipartimento di Genetica e Microbiologia

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Biomasse: come trasformare
l’energia solare in biocarburanti

                         Rino Cella
                     Dipartimento di
                  Genetica e Microbiologia
La comparsa della fotosintesi
ossigenica circa 3 miliardi di anni fa
fornì a cianobatteri ancestrali la
capacità di sintetizzare sostanze
organiche utilizzando luce solare,
acqua e anidride carbonica
L’acquisizione dell’autotrofia favorì l’evoluzione di un
sorprendente numero di forme di vita che nel tempo ha
prodotto immensi giacimenti di combustibili fossili.

Tuttavia, l’ uso eccessivo di petrolio da parte delle
società industriali ha prodotto un costante aumento
del livello di CO2 nell’atmosfera che si pensa possa
produrre drammatici cambiamenti climatici.
Obbiettivi da raggiungere per ridurre le
            emissioni di CO2

   Il progetto europeo 20-20-20
   Ridurre del 20% i consumi energetici

   Ridurre del 20% le emissioni di CO2

   Produrre il 20% di energia da fonti
   rinnovabili (di cui il 10% da biomassa)
I biocarburanti

Sono i biocombustibili utilizzati per l’autotrazione. Quelli
cosiddetti di prima generazione sono:
il bioetanolo. Si ottiene utilizzando i prodotti finali della
fotosintesi ovvero saccarosio o amido ottenuti, rispettivamente,
dalla canna da zucchero o da vari cereali. Il ricavo energetico è
di 8:1 nel primo caso e di 2:1 partendo da mais;
il biodiesel. E’ attualmente ottenuto da diversi oli vegetali
ottenuti da piante oleaginose quali palma, colza girasole, soia,
mais.
Sono necessari i biocarburanti di
      seconda generazione?
La risposta è SI in quanto è necessario utilizzare
specie che non abbiano un uso alimentare
E’ stato calcolato che annualmente grazie alla fotosintesi
si producono più di 100 miliardi di tonnellate di
biomassa secca (equivalenti a 100 TW contro i 14 TW
del nostro attuale consumo) di cui almeno il 33% è
costituito da cellulosa, la macromolecola più diffusa sulla
Terra.

I biocarburanti di generazioni successive da
biomasse non alimentari:
bioetanolo da biomasse cellulosiche;
biodiesel da masse algali.
Bioetanolo di seconda generazione: le biomasse
        lignocellulosiche sono competitive

              Lynd et al 2008 Nature Biotecnology 26: 169-172
Schema del processo di produzione del
     bioetanolo da masse lignocellulosiche

L’ottimizzazione del processo richiede interventi migliorativi sia sulla
qualità delle biomasse per ridurre i pre-trattamenti impattanti sia sul
processo di bioconversione per ridurre il costo degli enzimi necessari
per degradare e fermentare gli zuccheri.
Si può ridurre il costo degli enzimi?
La nostra sfida è quella di farli produrre alle piante di tabacco
utilizzando il concetto noto come “molecular farming”
Il biodiesel di prima generazione può soddisfare
solo molto parzialmente le esigenze del mercato

Stima della percentuale di area coltivata necessaria per sostituire con biodiesel
di prima generazione il 15% dei combustibili fossili impiegati per l’autrasporto
negli USA. La produzione di olio combustibile economicamente più
sostenibile è quella della palma da olio con una produttività di poco inferiore ai
6000 litri per ettaro mentre quella della colza è di circa un quinto.
Il biodiesel di seconda generazione richiede un
      grande lavoro di miglioramento genetico
Nel caso della palma da olio è necessario:
- sopprimere l’allungamento degli acidi grassi per ottenere catene C16/18;
- aumentare il grado di insaturazione in modo da renderlo più fluido.
Nel caso della colza è necessario produrre varietà
caratterizzate da una ridotta emissione di bromuro
di metile (un potente gas-serra). Il contributo
all’emissione di questo composto da parte della
colza è stator calcolato in 9700 ton nel 2005.

Nel caso dell’euforbiacea
Jatropha curcas sarebbe
necessario ridurre la quantità
di sostanze tossiche prodotte
Il biodiesel di terza generazione

In certe condizioni ambientali, alcune alghe accumulano trigliceridi
sino al 70% del loro peso secco.
Estensione delle coltivazioni necessarie per sostituire il 15% dei
       combustibili fossili impiegati per il trasporto negli USA con
                               biocarburanti
        Produzione di olio più elevata rispetto a qualsiasi
                      Produzione
      pianta oleaginosa  (almeno 10Estensione
                                      volte più della%palma)
                                                        estensione
        Coltura        Olio L/ha     area coltivo          delle
       Richiedendo una ridotta superficie    coltivabile,
                                      richiesta           non
                                                      coltivazioni
     compete con la produzione di(milioni
                                     prodotti   vegetali
                                             di ha)       “foodnegli
                                                     esistenti
                            and feed”                      USA
soia Attualmente, il costo446
                            del biodiesel178
                                           prodotto da alghe67
colzacresciute in un fotobioreattore
                          1.190        è 567volte superiore 42a
     quello ottenuto da olio
jatropha                      di palma (342
                          1.892            $/L contro 0,6 13$/L)
Palma da olio                5.950          13             7,2
Microalghe
     Considerati            59.000
                     gli attuali
            (cont. 30%                      1,3 e limiti della
                                 costi, problemi           1,3
olio)
        produzione, non è ancora possibile puntare sulle
Microalghe (cont. 70%    137.000         0,6             0,6
olio)
      microalghe per  produrre biodiesel su  larghissima scala
Tuttavia, la coltivazione delle microalghe può
           diventare conveniente sotto il profilo
       economico qualora accoppiata, oltre che alla
       produzione di biomassa, all’alimentazione di
       un digestore anaerobico per la produzione di
       biogas, nonché a diversi processi industriali
                             quali:
        Inoltre, si può
• la fitodepurazione       contare
                      di reflui       sul miglioramento
                                zootecnici, di reflui urbani o
           genetico
  dell’industria       delle(es.
                 alimentare     microalghe:     è quindi
                                 casearia) poiché   le alghe hanno
  bisogno, e quindi consumano, ammonio, nitrati e fosfati
         prevedibile che in tempi relativamente
• catturabrevi
          di CO2legrazie
                    reseall’attività
                          dei processi       di produzione
                                     fotosintetica  (con riduzione delle
               possano
  emissioni locali         essere
                   da parte,          incrementate.
                              ad esempio,    di centrali termiche)
         Anche didal
• la produzione        punto
                     additivi   di vista
                              proteici      ingegneristico
                                       per mangimi    o di prodotti
               sono
  chimici di valore    prevedibili
                     commerciale   (es.avanzamenti
                                        il carotenoide astaxantina)
                           apprezzabili
Aumentare la produttività:
  a) ottimizzando la cattura della luce
 Riduzione del complesso antenna mediante mutagenesi per ridurre il
 tasso di fotoinibizione. Le grosse dimensioni del complesso antenna
 portano le alghe a dissipare sino al 60% della luce assorbita.

  Alza il valore solia prima
  della fotoinibizione.
  Da 1000 mEin m-2 s-1
  A 2500 mEin m-2 s-1

Con questo approccio sono stati ottenuti ceppi capaci di produrre il
60% in più di biomassa algale
b) ottimizzando la fissazione della CO2
Riduzione della quantità di RUBISCO all’interno
del cloroplasto
La RUBISCO non è limitante nelle condizioni di crescita del
bioreattore. La sottoespressione dei geni codificanti le due subunità ne
riduce il contenuto permettendo l’accumulo di altri enzimi che limitano
l’efficienza del ciclo Calvin
Aumento della quantità di enzimi limitanti il ciclo di
Calvin

 Sovra-espressione dei geni codificanti la:
 Fruttosio 1,6-bis Fosfato Aldolasi (ALD)
 Trioso-fosfato Isomerasi (TPI) procariotica
Produzione biologica di idrogeno

Alcune alghe unicellulari tra cui Chlamydomonas e Scenedesmus, in
carenza di S o in presenza di inibitori che riducono sostanzialmente il
funzionamento del PSII, entrano in aerobiosi e attivano geni codificanti
Fe-idrogenasi che portano alla evoluzione fotosintetica di H2. La
produzione di H2 è però nell’ordine di 20 grammi/m2/giorno.
Sistemi bio-ibridi e fotosintesi artificiale

Il sistema bio-ibrido sarebbe basato sull’uso di idrogenasi ricombinanti.
L’utilizzo di un apparato artificiale di cattura della luce potrebbe
permettere lo sfruttamento di un più ampio spettro di lunghezze
d’onda.
Concludendo
• L'utilizzo del miglioramento genetico e dell'ingegneria genetica
  risulta indispensabile per superare gli attuali ostacoli alla
  produzione di biocarburanti di seconda generazione
• Solo approcci di seconda, terza e quarta generazione potranno
  essere soddisfacenti economicamente ed eticamente accettabili
  ai fini di una produzione su larga scala di biocarburanti.
• L’uso di sistemi ibridi o artificiali potrebbe aumentare
  sensibilmente l’efficienza di utilizzo della luce solare.
Grazie dell’attenzione
La terza generazione: trigliceridi da
             alghe unicellulari

In certe condizioni ambientali, alcune alghe accumulano lipidi sino al
70% del loro peso secco. Tuttavia, il costo del biodiesel prodotto da
alghe cresciute in un fotobioreattore è 6 volte superiore a quello ottenuto
da olio di palma (3 $/L contro 0,6 $/L)
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