Benedetto XV: il papa genovese pastore della pace - Storia

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Benedetto XV: il papa genovese pastore della pace - Storia
Benedetto XV: il papa genovese pastore della pace
                                        di Mauro Bocci

Storia
Benedetto XV: il papa genovese pastore della pace - Storia
Negli ultimi due secoli, la Chiesa a Genova e in Liguria
ha mostrato una straordinaria vitalità, con contrasti anche
forti fra componenti intransigenti e altre più “aperte” o addirittura
in dissenso con le gerarchie, come il giansenista genovese
Eustachio Degola o il modernista sanremese padre Giovanni Semeria,
per tacere casi più vicini a noi.

F igure di rigorosa dottrina – da mon-                                                 parlare il nostro dialetto con i suoi con-
signor Salvatore Magnasco al cardina-                                                  cittadini benché pochissimo egli abbia
le Giuseppe Siri – si alternarono sulla                                                vissuto in Liguria».
cattedra di San Siro ad altri arcivesco-                                               Il ritratto di monsignor Boccoleri col-
vi e ad altre porpore di spiccata qualità                                              locava in un’aura domestica, quasi pro-
pastorale – Tommaso Reggio, Carlo                                                      vinciale, la figura di un Papa che, ri-
Dalmazio Minoretti, Pietro Boetto –                                                    prendendo il filo spezzato del magi-
e fervore e solidarietà, devozione e ca-                                               stero di Leone XIII e della Rerum no-
rità, attraversarono la regione e la sua                                               varum, aprirà la Chiesa a una dimen-
gente. In mezzo a tanti esempi di spi-                                                 sione di universalità affatto nuova per
ritualità, e non di rado di santità, ri-                                               i tempi. Uomo di moderazione, a po-
fulge la figura di un grande pontefice,                                                chi mesi dall’elezione, Benedetto XV
Benedetto XV, attraverso il quale si                                                   riuscì a risolvere a Genova lo spinoso
espressero nel più alto dei modi le qua-                                               caso Caron, che sotto Pio X aveva ri-
lità e le radici cristiane di un popolo.                                               schiato d’innescare un pesante conflit-
La regione siderurgica, che più d’ogni                                                 to fra Chiesa e Stato. In un clima di
altra in Italia aveva assunto l’impegno                                                scontro anche violento (e in Liguria più
industriale nella Grande Guerra, con        1887), poi suo sostituto alla segreteria   ancora che altrove) fra le fazioni radi-
il suo ciclopico sforzo nella produ-        di Stato (1901-1907), fu arcivescovo di    cali, socialiste e massoniche e l’elemento
zione bellica, fu quella che diede al       Bologna nel 1907 e cardinale nel giu-      cattolico-clericale, l’insediamento del-
mondo l’uomo la cui voce si levò con        gno 1914. Anche se i rapporti con la       l’intransigente monsignor Andrea Ca-
più vibrante energia a condannare il        Liguria, nel suo magistero, non furo-      ron – che era stato avversario acceso
conflitto. E che, nel tempo stesso, con     no apparentemente di spiccato rilievo,     del precedente arcivescovo genovese,
più appassionato attivismo si mosse         della piena genovesità del cardinale       monsignor Pulciano, accusato di mo-
per cercare di fermare la prosecuzio-       Della Chiesa, e di alcune sue caratte-     dernismo – rischiava di scatenare una
ne della guerra e di soccorrerne le vit-    ristiche, offriva testimonianza in quel    sorta di guerra aperta fra cattolici e lai-
time. Rispetto ai predecessori, anche       settembre 1914 monsignor Giuseppe          ci e addirittura all’interno delle diver-
più illuminati, il Papa genovese non        Boccoleri, ex prevosto della chiesa di     se correnti del mondo cattolico. Era da
fu soltanto sollecito nell’opera diplo-     Nostra Signora delle Vigne, che parla-     poco trascorso il Natale 1911; monsi-
matica – tuttavia assai intensa, anche      va di «un genovese autentico, nato in      gnor Pulciano – che stava per essere tra-
se non risolutiva – ma anche e so-          via Luccoli il 21 novembre, giorno del-    sferito nel Messico di Pancho Villa –
prattutto in un lavoro caritatevol-         la Madonna delle Vigne, fu battezzato      morì stroncato forse anche dal crepa-
mente sollecito, animato da attualis-       precisamente in quella collegiata e del-   cuore di vedersi duramente contesta-
simi sentimenti ecumenici.                  la Madonna delle Vigne fu sempre de-       to e infine esiliato. Caron aveva via li-
Il cardinale Giacomo Della Chiesa, era      votissimo. Genova è carissima al cuo-      bera. Ma antiche prerogative delle qua-
succeduto a Pio X il 3 settembre 1914,      re del nuovo Papa, che d’esser geno-       li la monarchia sabauda ancora gode-
mentre dieci milioni di persone si mo-      vese è orgoglioso, e che si compiace di    va, consentivano al guardasigilli – nel-
bilitavano in Europa per il primo gran-                                                la circostanza il giolittiano palermita-
de massacro del XX secolo. Di nobile        Lo stemma della famiglia Della Chiesa.     no Camillo Finocchiaro Aprile, gari-
famiglia, segretario del cardinal Ram-      A fronte: Giacomo Della Chiesa,            baldino di Mentana ed ex crispino – di
polla alla nunziatura di Madrid (1883-      papa Benedetto XV.                         negare l’exequatur, il si esegua, alla no-

Storia                                                                                                                           11
Benedetto XV: il papa genovese pastore della pace - Storia
tro il seminario in una sorta di ospeda-
                                                                                                  le militare. Gavotti riaffermò la piena
                                                                                                  fedeltà nei confronti del suo Papa con
                                                                                                  due pellegrinaggi compiuti a Roma nel
                                                                                                  nome di Maria Vergine, patrona e pro-
                                                                                                  tettrice di Genova. Venne falcidiato dal-
                                                                                                  l’epidemia di spagnola, che tanti lutti
                                                                                                  provocò in Europa, nel dicembre 1918.
                                                                                                  Papa Della Chiesa chiamò allora al suo
                                                                                                  posto un domenicano di Boscomaren-
                                                                                                  go, il cardinale Tomaso Pio Boggiani,
                                                                                                  la prima porpora a Genova dal 1847, che
                                                                                                  avrebbe retto la Chiesa genovese nel du-
                                                                                                  rissimo dopoguerra.
                                                                                                  Se a Genova la normalizzazione del ca-
                                                                                                  so Caron avvenne in tempi rapidi, è al-
                                                                                                  l’interno della Santa Sede che il nuovo
                                                                                                  Pontefice dovette muovere i passi più
                                                                                                  vigorosi nel rinnovamento e incontrò
                                                                                                  forse le più striscianti resistenze della
                                                                                                  Curia. Da anni sofferente di gotta, il
                                                                                                  quasi ottantenne Pio X si era aggrava-
                                                                                                  to nei giorni che portarono al conflit-
                                                                                                  to del 1914 e morì di polmonite nella
                                                                                                  notte del 20 agosto, dopo aver ricevu-
                                                                                                  to la freschissima notizia del prodito-
                                                                                                  rio attacco tedesco al Belgio neutrale.
                                                                                                  L’amarezza e il dolore, ma anche l’an-
                                                                                                  gosciato senso d’impotenza, con il qua-
                                                                                                  le quel Papa – che Pio XII avrebbe in-
                                                                                                  nalzato agli altari nel 1954 – aveva af-
     Lettera autografa di Benedetto XV.            mai da cinque mesi. Non estraneo allo          frontato la guerra non erano riusciti a
                                                   scioglimento del traumatico braccio di         nascondere gli errori della sua politica.
     mina del nuovo vescovo, rimandando-           ferro fra Chiesa e Stato fu proprio il         La rottura – nel 1905 – con Parigi, che
     la ai vertici ecclesiastici. Il ministro si   nuovo Papa genovese: con alto senso            era stata il faro della diplomazia di Leo-
     preparava tuttavia a dare disco verde al      di equidistanza, il Papa avrebbe presto        ne XIII, il rapporto di personale sim-
     vescovo, almeno apparentemente, sep-          riaffermato, nell’enciclica Ad beatissi-       patia fra Pio X e l’imperatore austria-
     pur ritardandone di fatto l’insedia-          mi, la condanna del modernismo, ma             co Francesco Giuseppe, l’intima con-
     mento, quando una lettera a Giovanni          anche degli eccessi delle posizioni più        vinzione che soltanto l’impero asbur-
     Giolitti del nuovo prefetto di Geno-          reazionarie. Non è tuttavia un caso che        gico avrebbe potuto farsi argine cat-
     va, Egidio Salvarezza, mise in guardia        Benedetto XV nominasse nuovo arci-             tolico contro la Germania luterana e la
     con estremo tatto il primo ministro dal-      vescovo di Genova Ludovico Gavotti,            Russia ortodossa avevano portato la
     la eventualità della nomina di un ve-         un pacatissimo aristocratico cresciuto         Santa Sede a un isolamento che ne ren-
     scovo con fama di assoluto rigorista e        come sacerdote tra il Magnasco e il Reg-       deva in qualche modo meno autorevole
     tradizionalista in una città certo non fa-    gio, che molto si era impegnato nelle          il ruolo pastorale in un momento tan-
     cile, dove tanto forte era il radicamen-      organizzazioni sociali, tanto presenti         to terribile come quello dello scoppio
     to laico e socialista. Fra roventi pole-      nella Chiesa ligure, ed era stato vicino       della Grande Guerra.
     miche, tentativi di forzatura della San-      al professor Giuseppe Toniolo, anima-
                                                                                                  A fronte:
     ta Sede (Pio X abbatté su Genova la           tore della prima Democrazia cristiana,         Il Pontefice assiste alla Messa greca
     scure dell’interdetto, privando la co-        militante nel sociale e severo critico del     nell’Anniversario del Concilio di Nicea
     munità dell’ufficio divino) e ostinato        liberismo selvaggio. Durante la guer-          e, sotto, Concistoro pubblico nella
                                                                                                  “Sala delle Beatificazioni” (Dal vol. “Il
     silenzio del governo, la soluzione del        ra, l’arcivescovo sarebbe stato molto
                                                                                                  volto di Roma cristiana” Ginevra, 1926,
     caso Caron giunse soltanto nel dicem-         sollecito nell’offrire assistenza a solda-     collez. Fulvio Miglia, Genova, Palazzo
     bre ’14, quando Pio X era mancato or-         ti feriti e profughi, trasformando fra l’al-   Ducale “Antichità Militaria”).

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Benedetto XV: il papa genovese pastore della pace - Storia
Benedetto XV: il papa genovese pastore della pace - Storia
Della Chiesa, che Pio X aveva lunga-                                                        Giuseppe perché cedesse in modo in-
     mente tenuto in disparte – tanto da no-                                                     dolore il Trentino all’Italia. Rivelatasi
     minarlo cardinale soltanto con il con-                                                      inutile questa fatica, Benedetto XV cer-
     cistoro del maggio 1914 – si trovò ad                                                       cò l’appoggio dei pacifisti italiani e so-
     affrontare una situazione certo non                                                         prattutto indirizzò un clero talvolta ri-
     semplice per la Chiesa. Pure, fin dal suo                                                   ottoso a rimuovere da omelie e inter-
     primo messaggio, l’8 settembre 1914,                                                        venti pubblici qualsiasi tono anche va-
     il Papa deplorava la guerra che defini-                                                     gamente bellicistico. Ma quel che più
     va «spettacolo mostruoso» e «flagello                                                       preoccupava la Santa Sede restava l’a-
     dell’ira di Dio»; nel luglio 1915 esorta-                                                   spetto umanitario, il piano della soffe-
     va i belligeranti a porre fine alla «or-                                                    renza delle vittime, anche tra i combat-
     renda carneficina che da un anno dis-                                                       tenti. Agli obiettivi abituali della sal-
     onora l’Europa». E il 1° agosto 1917                                                        vaguardia e dell’espansione del cattoli-
     avrebbe ancora esortato i paesi belli-                                                      cesimo, Benedetto XV aggiunse quello
     geranti a fermare «l’inutile strage». Be-                                                   umanitario della pace e quello religio-
     nedetto XV, sebbene criticato con in-                                                       so della riconciliazione dei popoli. Un
     terventistica virulenza da molti nazio-                                                     servizio di assistenza pontificia per i fe-
     nalisti cattolici, soprattutto in Italia e                                                  riti e i prigionieri di guerra venne or-
     in Francia, non si limitò tuttavia ai mes-   proposte di evitare bombardamenti di           ganizzato sotto la direzione di monsi-
     saggi. Scrive Nazareno Fabbretti: «Be-       città almeno nei giorni festivi e di con-      gnor Pacelli, allora segretario della Con-
     nedetto XV può parlare di pace a tutti       sentire consegne di aiuti senza blocchi        gregazione per gli affari ecclesiastici
     dopo come prima del conflitto, ma cer-       di frontiere». Alle sue esortazioni con-       straordinari. In un telegramma ai bel-
     ca soprattutto di alleviare le pene del-     tro la guerra, il Papa aggiunse altri at-      ligeranti il Papa chiese già dall’inizio del
     le famiglie dei caduti. Durante la guer-     ti, di grande significato simbolico: dis-      1915 che si procedesse a uno «scambio
     ra l’attività della Santa Sede è stata im-   pose limitazioni del Te Deum in occa-          generale di prigionieri, feriti o malati o
     mensa, capillare, imparziale. Il Papa        sione di vittorie militari, rifiutò di far     ritenuti inadeguati al servizio militare».
     non è stato ascoltato da nessuno nelle       suonare le campane quando Gerusa-              In questo contesto, l’Opera dei Pri-
                                                  lemme, fino ad allora sotto il control-        gionieri, istituita in Vaticano, raccolse
     (da sinistra) Alabardiere in tenuta                                                         170 mila richieste di informazione, as-
                                                  lo dell’impero ottomano, venne con-
     di gala, 1911; Alabardiere in tenuta
     di gala dopo la riforma del 1915;            quistata dalle truppe dell’Intesa.             sicurò 40 mila rimpatrî e trasmise 50 mi-
     Ufficiale in tenuta di gala, 1914.           Fra i suoi fattivi sforzi per impedire l’in-   la comunicazioni alle famiglie.
     Tavole tratte da: “Le costume                gresso in guerra dell’Italia vi fu la mis-     Per la prima volta, puntualizza inoltre
     de la garde suisse pontificale
                                                  sione a Vienna di monsignor Eugenio            Giancarlo Zizola, «si affacciava nelle
     et la Renaissance italienne” (collez.
     Fulvio Miglia, Genova, Palazzo Ducale        Pacelli (il futuro Pio XII) del gennaio        considerazioni vaticane non tanto e non
     “Antichità Militaria”).                      1915, con le pressioni su Francesco            soltanto il motivo del negoziato come

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Benedetto XV: il papa genovese pastore della pace - Storia
antidoto della guerra (quasi un’antici-
pazione del ruolo che tenteranno di ave-
re la Società delle Nazioni prima e l’O-
nu poi), ma specialmente il problema
dell’equità per paesi e popoli meno ga-
rantiti militarmente ed economicamente.
La Santa Sede preconizzava l’istituzio-
ne di una procedura internazionale di
arbitrato per restaurare il primato del
diritto su quello delle armi».
Ma Benedetto XV non si limitava alle
elaborazioni teoriche. Nominato nel
gennaio 1917 nunzio in Baviera, l’ora
arcivescovo Pacelli svolse per conto del
Papa una delicatissima missione diplo-
matica presso il kaiser Guglielmo II,
tentando una mediazione di pace sulla
base del disarmo e dell’arbitrato, con
la restituzione dei territori reciproca-
mente occupati e condono dei danni di
guerra tra i belligeranti. Il tentativo an-
dò di pari passo con la dichiarazione
dell’1° agosto 1917; l’auspicato nego-
ziato non ebbe tuttavia sèguito e anzi
quella che venne vista come una inge-
renza della Santa Sede provocò fastidio
nelle cancellerie europee e soprattutto
a Londra. Dopo questo fallimento, Be-
nedetto XV aveva confidato ad Achil-
le Ratti (suo successore nel 1922 con il
nome di Pio XI): «Vogliono condan-
narmi al silenzio, ma guai se il vicario
del Principe della Pace fosse muto nel-
l’ora della tempesta».
L’invocazione del liberale primato            Buon Pastore, anche sul piano della po-       zionismo laicale. Il consenso alla for-
del diritto – in una stagione che pre-        litica internazionale: molto aveva con-       mazione, sempre nel 1919, del Partito
ludeva ad altri massacri e all’avvento        tato per lui l’esperienza di moderazio-       popolare di don Luigi Sturzo e il con-
dei contrapposti totalitarismi – s’in-        ne e di equilibrio a fianco del cardinal      testuale superamento del non expedit,
seriva in una visione assai attuale dei       Rampolla, che era riuscito a dissuade-        il divieto ai cattolici di partecipare alla
conflitti del mondo; e nel contempo           re il clero spagnolo dall’appoggio ai         vita politica italiana, soltanto ambi-
l’attenzione particolare del Papa ver-        moti carlisti. Fu l’Italia dei Savoia a op-   guamente aggirato nel 1913 dal patto
so alcuni paesi dell’Est europeo d’i-         porsi, nel dopoguerra, all’ipotesi che la     Gentiloni, crearono le premesse per
stituzione postbellica (Ungheria, Ju-         Santa Sede partecipasse alla conferen-        quel lento processo che avrebbe por-
goslavia, Cecoslovacchia), se già con-        za di Versailles e potesse acquisire un       tato nel 1929 al Concordato: i primi ri-
teneva modesti germogli di Ostpoli-           seggio nella Società delle Nazioni.           servatissimi colloqui distensivi tra Fran-
tik (che si espresse anche nei confronti      Il pur breve pontificato di papa Della        cesco Saverio Nitti e il cardinale Pietro
del mondo ortodosso e delle Chiese            Chiesa – morirà di bronchite nel gen-         Gasparri, segretario di Stato, risalgono
orientali), manifestava una compren-          naio ’22 – si mosse davvero nel solco         al 1920. In quell’anno, il Papa genove-
sione per le ragioni dei piccoli Stati        del nuovo secolo, con una percezione          se tese la mano alla Russia stremata dal-
alla quale corrispondeva un relativo          talvolta profetica e sempre “moderna”
raffreddamento verso le grandi po-            della realtà. Guardò lontano nella vi-        Guglielmo II imperatore di Germania;
                                                                                            ritratto ufficiale del Kaiser realizzato dal
tenze come Francia e Gran Bretagna.           sione “non coloniale” dell’opera mis-         fotografo di corte Y. C. Schaarwächter
In Benedetto XV, il Papa genovese, vi         sionaria (enciclica Maximum illud,            (collez. Fulvio Miglia, Genova, Palazzo
è dunque un’impronta pastorale, del           1919) e nella promozione dell’associa-        Ducale “Antichità Militaria”).

Storia                                                                                                                               15
Benedetto XV: il papa genovese pastore della pace - Storia
la carestia, superando le resistenze an-      temporalismo. Quei pochi anni del          sa fino ai tempi di Paolo VI, che sa-
     tiortodosse – prima ancora che anti-          suo pontificato avrebbero lasciato il      rebbe stato tra i più stretti collabora-
     bolsceviche – della Curia romana. Seb-        segno, in quanto il suo magistero          tori di Pio XII. Il messaggio di pace
     bene il bolscevismo creasse inquietu-         avrebbe consegnato al futuro del Va-       del Papa genovese sarebbe ancora ri-
     dine crescente, i colloqui tra Roma e         ticano un gruppo di cardinali di al-       echeggiato in tempi recenti, con vi-
     Mosca continuarono fino agli incon-           tissima levatura (Ratti, Gasparri, Pa-     gore, nel grido di Giovanni Paolo II:
     tri del 1927 tra Pacelli e il ministro de-    celli), nel cui solco si sarebbe svilup-   «Mai più guerra!». Lo stesso cardi-
     gli Esteri sovietico, Georgij Cicerin; e      pato il magistero cattolico: le scelte     nale Joseph Ratzinger, imponendosi
     fu l’intransigenza dell’Urss, ormai av-       di questi uomini saranno direttamente      nell’aprile dello scorso anno il nome
     viata verso lo stalinismo, a farli fallire.   o indirettamente centrali nella Chie-      di Benedetto XVI, ha voluto rende-
     Anche nei confronti del modernismo,                                                      re omaggio alla grandezza del Papa
     la sua posizione fu aperta: nella sua pri-                                               genovese, minuto nel fisico quanto
     ma e programmatica enciclica, Ad bea-                                                    vigoroso nello spirito, quasi a voler
     tissimi (novembre 1914), vennero ri-                                                     riaffermare simbolicamente la con-
     confermate le condanne del socialismo                                                    tinuità ideale con un pontificato che
     – quasi di passaggio – e del moderni-                                                    aveva saputo guardare al secolo bre-
     smo, fuori da un clima di sospetto pre-                                                  ve con quella pastorale apertura e sol-
     cedentemente generalizzato; ma si af-                                                    lecitudine ora richiesta dalle sfide del
     facciò anche il rifiuto dello sciovinismo                                                XXI secolo.
     e del razzismo.
     Benedetto XV moriva il 22 gennaio                                                        (in alto) Recto e verso di tre medaglie
                                                                                              commemorative dedicate a Benedetto
     1922 a sessantotto anni, dopo poco                                                       XV (collezione G.B. Barbieri).
     più di sette anni di regno. Lasciava al-                                                 (a fianco) Insegne da cavaliere
     la Chiesa, proiettata in tempi terribi-                                                  dell’Ordine S. Gregorio Magno
                                                                                              (collez. Fulvio Miglia, Genova, Palazzo
     li, la coscienza della propria forza mo-
                                                                                              Ducale “Antichità Militaria”).
     rale, ma anche di una debolezza po-                                                      (a fronte) Immagini dei pontefici
     litica che allontanava i miraggi del                                                     romani da Pietro a Pio XII.

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Benedetto XV: il papa genovese pastore della pace - Storia
Storia   17
Benedetto XV: il papa genovese pastore della pace - Storia
Gualdrappa di piccola tenuta di ufficiale della gendarmeria
                                                                  pontificia, epoca Pio IX (collez. Fulvio Miglia, Genova,
                                                                  Palazzo Ducale “Antichità Militaria”).

     I PAPI LIGURI                                                tore religioso; e inasprì il suo regno con una crescente
                                                                  stretta fiscale, rendendosi inviso ai Romani, tanto che
     L’ascesa e il pur relativamente breve pontificato di Be-     non risiedette molto nella Città Santa, ma piuttosto
     nedetto XV, con la sua vibrante carica profetica, ri-        in Francia, a Genova e a Napoli (dove è sepolto). Il
     sultano tanto più eccezionali se si pensa che da quat-       ruolo del Papa era simile, per Sinibaldo Fieschi, a
     tro secoli giusti un ligure non sedeva sul Soglio di Pie-    quello dei re-sacerdoti dell’Antico Testamento, e se
     tro (1513). I Papi liguri non sono stati numerosi, ap-       possibile con un atteggiamento ancor più accentua-
     pena cinque, ma particolarmente significativi nella sto-     tamente teocratico.
     ria della Chiesa: offrirono un’impronta forte al Me-
     dioevo e al Rinascimento. Edonistica e repubblicana          Adriano V (Ottobono Fieschi).
     – oltre che in forte crisi di rappresentatività – nell’età   Papa dall’11 luglio al 18 agosto 1276. Nipote di In-
     moderna Genova non darà Papi.                                nocenzo IV, da cui fu creato cardinale, fu ottimo di-
                                                                  plomatico. Inviato come legato in Inghilterra nel 1256,
     Innocenzo IV (Sinibaldo Fieschi).                            al suo ritorno in Italia favorì la politica di Carlo d’An-
     Papa fra il 1243 e il 1254, proveniva dalla nobile fa-       giò, il quale poi caldeggiò la sua elezione a Papa. Già
     miglia dei conti di Lavagna, fu vescovo di Albenga,          malato, morì dopo appena trentanove giorni di pon-
     poi a trentadue anni cardinale (1227). La sua pre-           tificato. Dante lo include nel Canto XIX del Purga-
     senza fu centrale nel conflitto fra Papato e Impero:         torio, facendogli dichiarare come, salito al soglio pon-
     ritiratosi da Roma per timore di tumulti ghibellini,         tificio, si pentisse del peccato di avarizia.
     convocò un concilio a Lione, che portò alla scomu-
     nica e alla deposizione di Federico II di Svevia. Il con-    Sisto IV (Francesco Della Rovere).
     flitto con l’imperatore, durissimo, occupò il Papa ne-       Papa fra 1471 e 1484. Nato a Celle Ligure, frate mi-
     gli anni seguenti, fino alla sconfitta dell’imperatore       nore, dottore in teologia a Padova (1444), insegnò in
     (Parma, 1248) e alla sua morte (1250). Innocenzo IV          varie università (Bologna, Pavia, Siena, Firenze, Pe-
     continuò a combattere contro il figlio e successore di       rugia). Ministro generale dell’ordine (Perugia, 1464)
     Federico II, Corrado IV. Lottò anche contro Man-             e cardinale (1467), venne eletto Papa per l’appoggio
     fredi, figlio naturale dello stesso Federico, che tene-      determinante degli Orsini, dei Gonzaga e dei Bor-
     va il regno di Sicilia come vicario. Fu un Papa poli-        gia. Praticò largamente il nepotismo. L’intervento di
     tico (e un giurista insigne) piuttosto che un riforma-       Sisto IV nella politica italiana fu perentorio: il con-

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Benedetto XV: il papa genovese pastore della pace - Storia
flitto con i Medici si fece particolarmente intenso dal     ta ad appoggiarsi a Ludovico il Moro e Lorenzo de’
         1477, quando Giuliano Della Rovere (il futuro Giu-          Medici. Il matrimonio di una figlia del Magnifico
         lio II) prese l’Umbria; e il Papa si lasciò anche coin-     con un figlio avuto dal Cybo prima del sacerdozio
         volgere nella congiura dei Pazzi, contro Lorenzo il         facilitò la concessione della porpora a Giovanni de’
         Magnifico, che riuscì però a creare una vasta allean-       Medici, futuro Leone X (1489).
         za di Stati italiani contro di lui. Il suo pontificato fu
         scosso dal feroce scontro tra i Colonna e gli Orsi-         Giulio II (Giuliano Della Rovere).
         ni. E la gestione del potere di Sisto IV fu non meno        Papa dal 1503 al 1513. Protetto dallo zio Francesco
         fiscale di quella di Innocenzo IV. Sisto IV approvò         Della Rovere, fra il 1480 e il 1482 s’impegnò come
         (1478) anche l’organizzazione dell’Inquisizione spa-        mediatore nella complicata divisione dei beni di Car-
         gnola e nel 1483 nominò inquisitore generale il do-         lo il Temerario tra Francia e Impero. Inutilmente aspi-
         menicano Tomas de Torquemada. Sisto fu mecena-              rò alla tiara nel conclave del 1484, ma papa Innocen-
         te della pienezza del Rinascimento: l’arricchimento         zo VIII, allora eletto, subì la sua influenza: invece Giu-
         della Biblioteca apostolica vaticana, la costruzione        liano osteggiò violentemente papa Alessandro VI Bor-
         della Cappella Sistina – ve n’è anche una, piccola e        gia fino a dover fuggire e trovare riparo presso Car-
         preziosa, a Savona – e di numerosi altri monumen-           lo VIII e Luigi XII, ai quali si era legato durante il
         ti in Roma rappresentano il suo ingentissimo lasci-         precedente lungo soggiorno francese. Dopo il breve
         to umanistico.                                              pontificato di Pio III, accordatosi spregiudicatamen-
                                                                     te con il Valentino, figlio di Alessandro VI, e guada-
         Innocenzo VIII (Giovanni Battista Cybo).                    gnato a sé il collegio cardinalizio, arrivò al Papato.
         Papa fra 1484 e 1492. Genovese, succedette a Sisto          Operò con intensità, ora retrivo e ora modernizzato-
         IV. Vescovo di Savona (1467) e poi di Molfetta (1472);      re: fu soprattutto Papa guerriero, coinvolto, se non
         fu elevato cardinale (1473) da papa Sisto IV. Alla mor-     promotore di molte alleanze in quell’incerto avvio
         te di quest’ultimo, in Roma scoppiarono nuovi tu-           di Cinquecento. Uomo d’ingegno e cultura, amante
         multi tra i Colonna (ora vicini, in un rovesciamen-         dei libri, commissionò lavori a Michelangelo, Raf-
         to di alleanze a Giuliano Della Rovere, nipote di           faello, Bramante, Pinturicchio, Sansovino. Ma non
         Sisto IV) e gli Orsini. Con l’appoggio di Giuliano          seppe avvertire la grave crisi spirituale che la Chiesa
         Della Rovere riuscì eletto Innocenzo VIII. Tenne            stava attraversando e che di lì a breve avrebbe porta-
         politica piuttosto ondivaga, costretto di volta in vol-     to allo “strappo” di Martin Lutero.

Storia                                                                                                                            19
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