BEATRICE RANA pianoforte - SALA VERDI - Fondazione La Società dei Concerti

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BEATRICE RANA pianoforte - SALA VERDI - Fondazione La Società dei Concerti
SALA VERDI
2022 - 2023

              BEATRICE     RANA
                  pianoforte

                  SERIE SMERALDO
BEATRICE RANA pianoforte - SALA VERDI - Fondazione La Società dei Concerti
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BEATRICE RANA pianoforte - SALA VERDI - Fondazione La Società dei Concerti
MER                                           PROGRAMMA
                                          SERIE SMERALDO
14
DIC
“Chopin e Beethoven: le grandi sonate”

A.N. SKRJABIN
(Mosca 1872 – ivi 1915)

Preludio Op. 11 n. 16
Preludio Op. 16 n. 4
Preludio Op. 11 n. 11
Preludio Op. 16 n. 2
Studio Op. 42 n. 5
Studio Op. 2 n. 1                             12’

F. CHOPIN
(Żelazowa Wola 1810 – Parigi 1849)

Sonata n. 2 in si bemolle minore op. 35
Grave. Doppio movimento
Scherzo
Marcia funebre: Lento
Finale: Presto                                25’

                                                    Intervallo

                                                                 3
BEATRICE RANA pianoforte - SALA VERDI - Fondazione La Società dei Concerti
MER                                                        PROGRAMMA
                                                           SERIE SMERALDO
    14
    DIC
    L. van BEETHOVEN
    (Bonn 1770 – Vienna 1827)

    Sonata n. 29 in si bemolle maggiore Op. 106
    «Hammerklavier»
    Allegro
    Scherzo. Assai vivace
    Adagio sostenuto. Appasionato e con molto sentimento
    Largo. Allegro risoluto                                    42’

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BEATRICE RANA pianoforte - SALA VERDI - Fondazione La Società dei Concerti
BEATRICEpianoforte
                                                       RANA
    “Il pianismo di Beatrice Rana possiede un fascino magnetico, un tocco di
    straordinaria delicatezza” - The Times

    Beatrice Rana ha rappresentato una ventata d’aria nuova per il panorama della
    musica classica internazionale, suscitando ammirazione e interesse da parte di sale
    concertistiche, direttori, critici e pubblico di tutto il mondo. Si esibisce nelle sale
    da concerto e nei festival più rinomati al mondo, tra cui la Berlin Philharmonie, il
    Concertgebouw di Amsterdam, la Carnegie Hall e il Lincoln Center di New York,
    il Barbican Centre, la Wigmore Hall, la Royal Albert Hall e la Royal Festival Hall
    di Londra, la Philharmonie de Paris e il Théâtre des Champs-Elysées di Parigi,
    la Konzerthaus e il Musikverein di Vienna, la KKL di Lucerna, la Philharmonie
    di Colonia, il Gasteig, il Prinzregententheater e la Herkulessaal di Monaco, la
    Alte Oper di Francoforte, la Elbphilharmonie e la Laeiszhalle di Amburgo, la
    Liederhalle di Stoccarda, la Tonhalle di Zurigo, la Philharmonie du Luxembourg, la
    Società dei Concerti di Milano, i BBC Proms, Ferrara Musica, il Festival di Verbier,
    il Klavier Festival della Ruhr, il LAC di Lugano, il Festival di Stresa, il Festival la
    Roque d’Anthéron, i Rencontres Musicales d’Evian, il Festival Enescu di Bucarest,
    il Mostly Mozart Festival, la Symphony Hall e il Celebrity Series di Boston, il
    Gilmore Keyboard Festival, la Walt Disney Hall e l’Hollywood Bowl di Los Angeles,
    il Kennedy Center di Washington DC. Collabora con direttori d’orchestra del
    calibro di Yannick Nézet-Séguin, Jaap van Zweden, Antonio Pappano, Manfred
    Honeck, Klaus Mäkelä, Gianandrea Noseda, Fabio Luisi, Riccardo Chailly, Paavo
    Järvi, Valery Gergiev, Yuri Temirkanov, Vladimir Jurowski, Gustavo Gimeno, Lahav
    Shani, Jakub Hrůša, Jun Märkl, Ryan Bancroft, Trevor Pinnock, Louis Langrée,
    Dima Slobodeniouk, James Gaffigan, Mirga Gražinytė-Tyla, Sakari Oramo, Andrés
    Orozco-Estrada, Gustavo Gimeno, Susanna Mälkki, Kent Nagano, Leonard Slatkin
    e Zubin Mehta.
    Le sue collaborazioni orchestrali includono apparizioni con la Royal
    Concertgebouw Orchestra, la London Symphony Orchestra, la Bayerische
    Rundfunk Sinfonieorchester, la New York Philharmonic, la Philadelphia Orchestra,
    la Los Angeles Philharmonic, la Boston Symphony Orchestra, la Pittsburgh
    Symphony Orchestra, la Toronto Symphony Orchestra, la Chamber Orchestra of
    Europe, l’Orchestre de Paris, l’Orchestre National de France, la City of Birmingham
    Symphony Orchestra, la BBC Symphony Orchestra, la Royal Liverpool Philarmonic
    Orchestra, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Orchestra
    Sinfonica della RAI, la Filarmonica della Scala, la Royal Stockholm Philharmonic,
    la Filarmonica di Helsinki, l’Orchestre Philharmonique du Luxembourg, l’Orchestra
    Sinfonica di Anversa, la Sinfonietta di Amsterdam, la Detroit Symphony Orchestra,
    la Dallas Symphony Orchestra, la NHK Symphony, la Filarmonica di Seoul,

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© Simon Fowler
la Melbourne Symphony Orchestra, la Tonkünstler Orchester, l’Orchestra Sinfonica
    di Lucerna e la Filarmonica di San Pietroburgo.
    Nel corso delle stagioni 2022/2023 e 2023/2024, Beatrice Rana sarà in tournée
    in Europa con i Wiener Symphoniker e Jaap van Zweden, la Chamber Orchestra
    of Europe e Antonio Pappano, l’Academy of St Martin in the Fields, l’Orchestre
    Philharmonique du Luxembourg. Debutterà inoltre con la Filarmonica di Monaco,
    la Chicago Symphony Orchestra, la San Francisco Symphony e la Filarmonica di
    Rotterdam; tornerà ad esibirsi con la Philadelphia Orchestra, l’Orchestre de Paris,
    la New York Philharmonic, la National Symphony Orchestra, la Filarmonica Reale
    di Stoccolma e la London Philharmonic. Per la stagione 2022/2023 è titolare
    di una ‘residenza’ presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma e ha in
    programma nuove esibizioni in prestigiose sale quali la Philharmonie de Paris, la
    Laeishalle di Amburgo, il Concertgebouw di Amsterdam, l’Alte Oper di Francoforte,
    la Konzerthaus di Vienna e la Carnegie Hall.

    Beatrice Rana registra in esclusiva per Warner Classics e tutti i suoi album hanno
    ricevuto prestigiosi riconoscimenti e premi. Nel 2017 Beatrice Rana ha fondato
    il Festival di musica da camera “Classiche Forme” nella sua città natale, Lecce, in
    Puglia. Il Festival è diventato uno dei più importanti eventi estivi italiani. Nel 2020
    è diventata direttore artistico dell’Orchestra Filarmonica di Benevento.
    Nel giugno 2013 Beatrice Rana ha vinto la Medaglia d’Argento e il ‘premio del
    pubblico’ alla prestigiosa Van Cliburn International Piano Competition. Aveva
    tuttavia attirato l’attenzione internazionale già a 18 anni, con la vittoria del
    primo premio e di tutti i premi speciali al Concorso Internazionale di Montreal,
    nel 2011. Beatrice Rana è vincitrice di numerosi primi premi in concorsi nazionali
    ed internazionali, tra cui i Concorso “Muzio Clementi”, il “Concorso Pianistico
    Internazionale della Repubblica di San Marino” e la “Bang&Olufsen PianoRAMA
    Competition”.

    Nata in una famiglia di musicisti nel 1993, Beatrice Rana ha debuttato come
    solista in orchestra all’età di nove anni, eseguendo il Concerto in fa minore di Bach.
    Ha iniziato i suoi studi musicali a quattro anni e si è diplomata in pianoforte sotto
    la guida di Benedetto Lupo al Conservatorio di Musica Nino Rota di Monopoli,
    dove ha anche studiato composizione con Marco della Sciucca. Ha in seguito
    studiato con Arie Vardi ad Hannover e di nuovo con Benedetto Lupo all’Accademia
    Nazionale di Santa Cecilia.

    Attualmente Beatrice Rana vive a Roma.

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NOTE AL PROGRAMMA
       Il programma di stasera appare enigmatico e affascinante e certamente può
       essere letto da tanti punti di vista. Si nota, inequivocabilmente e con sorpresa,
       un viaggio a ritroso nel tempo: da Skrjabin (1872-1915), a Chopin (1810-1849)
       fino a Beethoven (1770-1827). Balzano agli occhi due opere monumentali
       della letteratura pianistica che oltre ad un’eccellente tecnica (spesso si parla
       di difficoltà quasi disumane!) richiedono una maturità interpretativa fuori dal
       comune: si tratta della Sonata n. 2 op. 35 di Chopin e la Sonata “Hammerklavier”
       n. 29 op. 106 di Beethoven; questi due colossi sono preceduti da una serie di
       composizioni apparentemente all’insegna della frammentarietà (una scelta di
       preludi e studi a prima vista casuale, vista la mancanza di coerenza di numero
       d’opera o della cronologia compositiva), quasi a voler inserire “forzatamente”
       un omaggio immancabile al poeta del pianoforte dell’inizio del Novecento,
       Aleksandr Skrjabin, nel centocinquantesimo anniversario della nascita. Ma
       questa è una lettura finanche troppo superficiale e grossolana! I programmi dei
       concerti solistici di Beatrice Rana sono sempre frutto di una riflessione profonda:
       nulla è casuale o, tantomeno, superficiale. E allora lasciamoci trasportare dal
       flusso delle sensazioni: prima da un’analisi più profonda del programma e poi
       dall’universo sonoro che ci proporrà! Per capire meglio la scelta e la funzione
       dei brani di Skrjabin si devono conoscere più a fondo i due giganti. Partiamo
       dalla Sonata in si bemolle minore op. 35 di Chopin. Fu scritta in un periodo,
       1838-39, in cui il musicista vide l’aggravarsi della malattia, suggestionato dalle
       lugubri rovine della Certosa di Valldemossa nell’isola di Maiorca dove si trovava
       per un sofferto soggiorno con George Sand. Il terzo movimento della sonata è
       la celeberrima Marcia Funebre che era stata scritta in precedenza (1837) e fu
       inserita in questo lavoro come momento psicologico centrale; non si tratta di un
       casuale recupero dal proprio passato, al contrario il terzo movimento è il vero e
       proprio culmine emotivo, la vera e propria anima della sonata, attorno al quale si
       articola tutto il resto. A livello espressivo, le atmosfere livide e angoscianti e gli
       improvvisi scoppi di violenza sonora, che solo in rari momenti lasciano il posto
       a tenui e fugaci episodi di trasognato lirismo, caratterizzano la sonata al punto
       da renderla una “Sonata di morte”: sembra essere una sorta di riflessione sulla
       concezione drammatica del destino umano. L’originalità di Chopin è presente in
       ogni pagina, dalla velocità di cavalcata del primo movimento, all’insolito aspetto
       ritmico dello Scherzo, ai rintocchi cupi della Marcia Funebre, al Finale dalle
       arditezze armoniche che sembrano portare verso un baratro. Chopin si spinse
       talmente “avanti”, che i contemporanei non riuscirono a capire e ad apprezzare
       questo lavoro; persino Schumann rimase sconcertato davanti a questa musica
       inquietante e scrisse: “così comincia e così finisce: con dissonanze, attraverso
       dissonanze, nelle dissonanze. Eppure quanta bellezza nasconde anche questo
       pezzo!”. E sul Finale epigrammatico, che sembra lasciare un vero e proprio senso
       di angoscia e di terrore dopo la Marcia Funebre, sempre Schumann scriveva:
       “eppure, bisogna confessarlo, senza melodia e senza gioia, soffia uno strano,
       orribile spirito che annienterebbe con un pesantissimo pugno qualunque cosa
       volesse ribellarsi a lui, così ascoltiamo come affascinati e senza protestare sino
       alla fine – ma anche senza lodare, poiché questa non è musica.

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SALA VERDI
                                                                                      2022-2023

Così la Sonata finisce come ha cominciato, enigmaticamente, simile a una
sfinge dall’ironico sorriso”. Dopo questo “poema della morte” che ci pare
una riflessione profondamente nichilistica sul destino dell’uomo, si passa alla
Sonata op. 106 di Beethoven: gigantesca nelle proporzioni, irta di difficoltà
tecniche talvolta sovrumane, vertiginosamente alta nell’ispirazione e titanica
nella lotta ingaggiata con la materia, appare davvero come un testamento di
enorme portata e complessità. Beethoven stesso era ben consapevole della
scarsa adeguatezza dei contemporanei alle novità della composizione e scrive
in proposito: “eccovi una sonata che darà del filo da torcere ai pianisti, quando
la suoneranno fra cinquant’anni” (decisamente profetico, visto che il primo a
suonarla fu Franz Liszt proprio cinquant’anni dopo). Composta nel 1818, in
un periodo poco lieto della vita di Beethoven per le sue cattive condizioni di
salute e le difficoltà finanziarie, porta l’impronta del dolore ma anche del genio:
assorto in visioni d’arte grandiose, che trascendono le emozioni soggettive e le
banalità terrene, crea una delle opere più sconvolgenti che la storia musicale
annoveri. Di una grandiosità formale e strutturale paragonabile soltanto alla
Nona Sinfonia, sembra che una forza cosmica si propaghi dal tema potentissimo
del primo tempo, a cui risponde un secondo tema che appare un’oasi di serenità;
lo Scherzo dalla grande energia ritmica è solo un sospiro che lascia spazio al
grandioso e gigantesco Adagio, che ci porta nelle imperscrutabili profondità del
dolore e dell’abbandono. Il Largo che ci prepara all’ultimo movimento è come
un’improvvisazione o una grande cadenza, che appare come una distensione
dopo la gravità dell’Adagio ma anche una sconvolgente opposizione alla
gigantesca Fuga a tre voci che conclude la sonata con sonorità incredibilmente
moderne in una struttura rigorosamente ispirata al passato. Questo grandioso
testamento, nella sua ispirazione a Bach (proprio nel recupero della fuga ma
anche nella devozione alla struttura formale), sembra donarci una speranza: il
perdersi nell’ultraterreno.

Come affrontiamo dunque la frammentarietà del modernissimo linguaggio
armonico di Skrjabin che ascoltiamo in principio? La scelta dei preludi e degli
studi, dall’op. 11 all’op. 16, dall’op. 42, all’op. 2, tutti in tonalità minore (tranne il
tenue bagliore del si maggiore del preludio op. 11 n. 11, immediatamente spento
dal sol# minore del preludio op. 16 n. 2), predispone l’animo dell’ascoltatore ad
un clima di disorientamento per il dolore e per la modernità del linguaggio.
Quello di Skrjabin è un linguaggio sconvolgente, fatto di armonie rarefatte,
carattere improvvisatorio ed epigrammatico che supera persino il suo maestro
ispiratore, Chopin (soprattutto quello dei Preludi op. 28).
Si tratta allora davvero di tre imponenti riflessioni sul dolore (Skrjabin, Chopin,
Beethoven) che ci allontanano gradualmente dal “nostro” dolore contemporaneo
per intraprendere una strada che varca la soglia dello spirituale trovando, forse,
una speranza proprio nell’arte come purificazione.

Maria Cristina Ceroni
Musicologa
                                                                                              11
I bis del concerto del 23 novembre:           I bis del concerto del 03 dicembre:

Rudolf Buchbinder ha eseguito per la Serie    Gloria Campaner, Ivanna Speranza ed
Zaffiro Pomeridiana L. van Beethoven,         Emma Arizza hanno eseguito: A.Piazzolla,
dalla Sonata op. 31 n. 3: Scherzo.            Libertango.
Per la Serie Rubino L. van Beethoven, dalla
Sonata op. 31 n. 2: Allegretto.
                                                                                         13
I PROSSIMI CONCERTI
0RE 20:30                                              0RE 17:00 - SERIE ZAFFIRO POMERIDIANA
AUDITORIUM LATTUADA                                    SALA VERDI DEL CONSERVATORIO
                                                                     ORCHESTRA FILARMONICA DEL FESTIVAL
LUN           THREE-01                                 MER           PIANISTICO DI BRESCIA E BERGAMO
                                                                     PIER CARLO ORIZIO
19                                                     21            direttore
                                                                     INGRID FLITER
DIC                                                    DIC           pianoforte
                                                                     ANTON DRESSLER
La Meglio Gioventù                                                   clarinetto
Canti natalizi, gospel e spiritual
                                                       “Auguri Romantici”
                                                       C.M. von Weber, F. Chopin

0RE 20:45 - SERIE RUBINO                               0RE 17:0 - SERIE ZAFFIRO POMERIDIANA
SALA VERDI DEL CONSERVATORIO                           SALA VERDI DEL CONSERVATORIO
              ORCHESTRA FILARMONICA DEL FESTIVAL
MER           PIANISTICO DI BRESCIA E BERGAMO
              PIER CARLO ORIZIO                        MER           CONCERTO DE’ CAVALIERI
                                                                     MARCELLO DI LISA
21            direttore
              INGRID FLITER                            11            direttore

DIC           pianoforte
              ANTON DRESSLER
                                                       GEN
              clarinetto                               “Bach & Vivaldi : l’Estro intelligente”
                                                       A.Vivaldi, J.S.Bach
“Auguri Romantici”
C.M. von Weber, F.Mendelssohn, F.Chopin

0RE 20:45 - SERIE SMERALDO                             0RE 20:30
SALA VERDI DEL CONSERVATORIO                           AUDITORIUM LATTUADA

MER           CONCERTO DE’ CAVALIERI
              MARCELLO DI LISA
                                                       LUN           MONICA ZHANG
                                                                     pianoforte

11            direttore                                16
GEN                                                    GEN
“Bach & Vivaldi : l’Estro intelligente”                Artists in residence
A.Vivaldi, J.S.Bach                                    F.Chopin, S.Rachmaninov

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Consigliere delegato               Assistente del presidente
Gabriele Zosi                      Greta Pasqualato
Project manager                    Responsabile segreteria
Olga Introzzi                      Angela Maffina

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