BEATRICE RANA pianoforte - SALA VERDI - Fondazione La Società dei Concerti
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MER PROGRAMMA SERIE SMERALDO 14 DIC “Chopin e Beethoven: le grandi sonate” A.N. SKRJABIN (Mosca 1872 – ivi 1915) Preludio Op. 11 n. 16 Preludio Op. 16 n. 4 Preludio Op. 11 n. 11 Preludio Op. 16 n. 2 Studio Op. 42 n. 5 Studio Op. 2 n. 1 12’ F. CHOPIN (Żelazowa Wola 1810 – Parigi 1849) Sonata n. 2 in si bemolle minore op. 35 Grave. Doppio movimento Scherzo Marcia funebre: Lento Finale: Presto 25’ Intervallo 3
MER PROGRAMMA SERIE SMERALDO 14 DIC L. van BEETHOVEN (Bonn 1770 – Vienna 1827) Sonata n. 29 in si bemolle maggiore Op. 106 «Hammerklavier» Allegro Scherzo. Assai vivace Adagio sostenuto. Appasionato e con molto sentimento Largo. Allegro risoluto 42’ 4
BEATRICEpianoforte RANA “Il pianismo di Beatrice Rana possiede un fascino magnetico, un tocco di straordinaria delicatezza” - The Times Beatrice Rana ha rappresentato una ventata d’aria nuova per il panorama della musica classica internazionale, suscitando ammirazione e interesse da parte di sale concertistiche, direttori, critici e pubblico di tutto il mondo. Si esibisce nelle sale da concerto e nei festival più rinomati al mondo, tra cui la Berlin Philharmonie, il Concertgebouw di Amsterdam, la Carnegie Hall e il Lincoln Center di New York, il Barbican Centre, la Wigmore Hall, la Royal Albert Hall e la Royal Festival Hall di Londra, la Philharmonie de Paris e il Théâtre des Champs-Elysées di Parigi, la Konzerthaus e il Musikverein di Vienna, la KKL di Lucerna, la Philharmonie di Colonia, il Gasteig, il Prinzregententheater e la Herkulessaal di Monaco, la Alte Oper di Francoforte, la Elbphilharmonie e la Laeiszhalle di Amburgo, la Liederhalle di Stoccarda, la Tonhalle di Zurigo, la Philharmonie du Luxembourg, la Società dei Concerti di Milano, i BBC Proms, Ferrara Musica, il Festival di Verbier, il Klavier Festival della Ruhr, il LAC di Lugano, il Festival di Stresa, il Festival la Roque d’Anthéron, i Rencontres Musicales d’Evian, il Festival Enescu di Bucarest, il Mostly Mozart Festival, la Symphony Hall e il Celebrity Series di Boston, il Gilmore Keyboard Festival, la Walt Disney Hall e l’Hollywood Bowl di Los Angeles, il Kennedy Center di Washington DC. Collabora con direttori d’orchestra del calibro di Yannick Nézet-Séguin, Jaap van Zweden, Antonio Pappano, Manfred Honeck, Klaus Mäkelä, Gianandrea Noseda, Fabio Luisi, Riccardo Chailly, Paavo Järvi, Valery Gergiev, Yuri Temirkanov, Vladimir Jurowski, Gustavo Gimeno, Lahav Shani, Jakub Hrůša, Jun Märkl, Ryan Bancroft, Trevor Pinnock, Louis Langrée, Dima Slobodeniouk, James Gaffigan, Mirga Gražinytė-Tyla, Sakari Oramo, Andrés Orozco-Estrada, Gustavo Gimeno, Susanna Mälkki, Kent Nagano, Leonard Slatkin e Zubin Mehta. Le sue collaborazioni orchestrali includono apparizioni con la Royal Concertgebouw Orchestra, la London Symphony Orchestra, la Bayerische Rundfunk Sinfonieorchester, la New York Philharmonic, la Philadelphia Orchestra, la Los Angeles Philharmonic, la Boston Symphony Orchestra, la Pittsburgh Symphony Orchestra, la Toronto Symphony Orchestra, la Chamber Orchestra of Europe, l’Orchestre de Paris, l’Orchestre National de France, la City of Birmingham Symphony Orchestra, la BBC Symphony Orchestra, la Royal Liverpool Philarmonic Orchestra, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Orchestra Sinfonica della RAI, la Filarmonica della Scala, la Royal Stockholm Philharmonic, la Filarmonica di Helsinki, l’Orchestre Philharmonique du Luxembourg, l’Orchestra Sinfonica di Anversa, la Sinfonietta di Amsterdam, la Detroit Symphony Orchestra, la Dallas Symphony Orchestra, la NHK Symphony, la Filarmonica di Seoul, 6
© Simon Fowler
la Melbourne Symphony Orchestra, la Tonkünstler Orchester, l’Orchestra Sinfonica di Lucerna e la Filarmonica di San Pietroburgo. Nel corso delle stagioni 2022/2023 e 2023/2024, Beatrice Rana sarà in tournée in Europa con i Wiener Symphoniker e Jaap van Zweden, la Chamber Orchestra of Europe e Antonio Pappano, l’Academy of St Martin in the Fields, l’Orchestre Philharmonique du Luxembourg. Debutterà inoltre con la Filarmonica di Monaco, la Chicago Symphony Orchestra, la San Francisco Symphony e la Filarmonica di Rotterdam; tornerà ad esibirsi con la Philadelphia Orchestra, l’Orchestre de Paris, la New York Philharmonic, la National Symphony Orchestra, la Filarmonica Reale di Stoccolma e la London Philharmonic. Per la stagione 2022/2023 è titolare di una ‘residenza’ presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma e ha in programma nuove esibizioni in prestigiose sale quali la Philharmonie de Paris, la Laeishalle di Amburgo, il Concertgebouw di Amsterdam, l’Alte Oper di Francoforte, la Konzerthaus di Vienna e la Carnegie Hall. Beatrice Rana registra in esclusiva per Warner Classics e tutti i suoi album hanno ricevuto prestigiosi riconoscimenti e premi. Nel 2017 Beatrice Rana ha fondato il Festival di musica da camera “Classiche Forme” nella sua città natale, Lecce, in Puglia. Il Festival è diventato uno dei più importanti eventi estivi italiani. Nel 2020 è diventata direttore artistico dell’Orchestra Filarmonica di Benevento. Nel giugno 2013 Beatrice Rana ha vinto la Medaglia d’Argento e il ‘premio del pubblico’ alla prestigiosa Van Cliburn International Piano Competition. Aveva tuttavia attirato l’attenzione internazionale già a 18 anni, con la vittoria del primo premio e di tutti i premi speciali al Concorso Internazionale di Montreal, nel 2011. Beatrice Rana è vincitrice di numerosi primi premi in concorsi nazionali ed internazionali, tra cui i Concorso “Muzio Clementi”, il “Concorso Pianistico Internazionale della Repubblica di San Marino” e la “Bang&Olufsen PianoRAMA Competition”. Nata in una famiglia di musicisti nel 1993, Beatrice Rana ha debuttato come solista in orchestra all’età di nove anni, eseguendo il Concerto in fa minore di Bach. Ha iniziato i suoi studi musicali a quattro anni e si è diplomata in pianoforte sotto la guida di Benedetto Lupo al Conservatorio di Musica Nino Rota di Monopoli, dove ha anche studiato composizione con Marco della Sciucca. Ha in seguito studiato con Arie Vardi ad Hannover e di nuovo con Benedetto Lupo all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Attualmente Beatrice Rana vive a Roma. 8
NOTE AL PROGRAMMA Il programma di stasera appare enigmatico e affascinante e certamente può essere letto da tanti punti di vista. Si nota, inequivocabilmente e con sorpresa, un viaggio a ritroso nel tempo: da Skrjabin (1872-1915), a Chopin (1810-1849) fino a Beethoven (1770-1827). Balzano agli occhi due opere monumentali della letteratura pianistica che oltre ad un’eccellente tecnica (spesso si parla di difficoltà quasi disumane!) richiedono una maturità interpretativa fuori dal comune: si tratta della Sonata n. 2 op. 35 di Chopin e la Sonata “Hammerklavier” n. 29 op. 106 di Beethoven; questi due colossi sono preceduti da una serie di composizioni apparentemente all’insegna della frammentarietà (una scelta di preludi e studi a prima vista casuale, vista la mancanza di coerenza di numero d’opera o della cronologia compositiva), quasi a voler inserire “forzatamente” un omaggio immancabile al poeta del pianoforte dell’inizio del Novecento, Aleksandr Skrjabin, nel centocinquantesimo anniversario della nascita. Ma questa è una lettura finanche troppo superficiale e grossolana! I programmi dei concerti solistici di Beatrice Rana sono sempre frutto di una riflessione profonda: nulla è casuale o, tantomeno, superficiale. E allora lasciamoci trasportare dal flusso delle sensazioni: prima da un’analisi più profonda del programma e poi dall’universo sonoro che ci proporrà! Per capire meglio la scelta e la funzione dei brani di Skrjabin si devono conoscere più a fondo i due giganti. Partiamo dalla Sonata in si bemolle minore op. 35 di Chopin. Fu scritta in un periodo, 1838-39, in cui il musicista vide l’aggravarsi della malattia, suggestionato dalle lugubri rovine della Certosa di Valldemossa nell’isola di Maiorca dove si trovava per un sofferto soggiorno con George Sand. Il terzo movimento della sonata è la celeberrima Marcia Funebre che era stata scritta in precedenza (1837) e fu inserita in questo lavoro come momento psicologico centrale; non si tratta di un casuale recupero dal proprio passato, al contrario il terzo movimento è il vero e proprio culmine emotivo, la vera e propria anima della sonata, attorno al quale si articola tutto il resto. A livello espressivo, le atmosfere livide e angoscianti e gli improvvisi scoppi di violenza sonora, che solo in rari momenti lasciano il posto a tenui e fugaci episodi di trasognato lirismo, caratterizzano la sonata al punto da renderla una “Sonata di morte”: sembra essere una sorta di riflessione sulla concezione drammatica del destino umano. L’originalità di Chopin è presente in ogni pagina, dalla velocità di cavalcata del primo movimento, all’insolito aspetto ritmico dello Scherzo, ai rintocchi cupi della Marcia Funebre, al Finale dalle arditezze armoniche che sembrano portare verso un baratro. Chopin si spinse talmente “avanti”, che i contemporanei non riuscirono a capire e ad apprezzare questo lavoro; persino Schumann rimase sconcertato davanti a questa musica inquietante e scrisse: “così comincia e così finisce: con dissonanze, attraverso dissonanze, nelle dissonanze. Eppure quanta bellezza nasconde anche questo pezzo!”. E sul Finale epigrammatico, che sembra lasciare un vero e proprio senso di angoscia e di terrore dopo la Marcia Funebre, sempre Schumann scriveva: “eppure, bisogna confessarlo, senza melodia e senza gioia, soffia uno strano, orribile spirito che annienterebbe con un pesantissimo pugno qualunque cosa volesse ribellarsi a lui, così ascoltiamo come affascinati e senza protestare sino alla fine – ma anche senza lodare, poiché questa non è musica. 10
SALA VERDI 2022-2023 Così la Sonata finisce come ha cominciato, enigmaticamente, simile a una sfinge dall’ironico sorriso”. Dopo questo “poema della morte” che ci pare una riflessione profondamente nichilistica sul destino dell’uomo, si passa alla Sonata op. 106 di Beethoven: gigantesca nelle proporzioni, irta di difficoltà tecniche talvolta sovrumane, vertiginosamente alta nell’ispirazione e titanica nella lotta ingaggiata con la materia, appare davvero come un testamento di enorme portata e complessità. Beethoven stesso era ben consapevole della scarsa adeguatezza dei contemporanei alle novità della composizione e scrive in proposito: “eccovi una sonata che darà del filo da torcere ai pianisti, quando la suoneranno fra cinquant’anni” (decisamente profetico, visto che il primo a suonarla fu Franz Liszt proprio cinquant’anni dopo). Composta nel 1818, in un periodo poco lieto della vita di Beethoven per le sue cattive condizioni di salute e le difficoltà finanziarie, porta l’impronta del dolore ma anche del genio: assorto in visioni d’arte grandiose, che trascendono le emozioni soggettive e le banalità terrene, crea una delle opere più sconvolgenti che la storia musicale annoveri. Di una grandiosità formale e strutturale paragonabile soltanto alla Nona Sinfonia, sembra che una forza cosmica si propaghi dal tema potentissimo del primo tempo, a cui risponde un secondo tema che appare un’oasi di serenità; lo Scherzo dalla grande energia ritmica è solo un sospiro che lascia spazio al grandioso e gigantesco Adagio, che ci porta nelle imperscrutabili profondità del dolore e dell’abbandono. Il Largo che ci prepara all’ultimo movimento è come un’improvvisazione o una grande cadenza, che appare come una distensione dopo la gravità dell’Adagio ma anche una sconvolgente opposizione alla gigantesca Fuga a tre voci che conclude la sonata con sonorità incredibilmente moderne in una struttura rigorosamente ispirata al passato. Questo grandioso testamento, nella sua ispirazione a Bach (proprio nel recupero della fuga ma anche nella devozione alla struttura formale), sembra donarci una speranza: il perdersi nell’ultraterreno. Come affrontiamo dunque la frammentarietà del modernissimo linguaggio armonico di Skrjabin che ascoltiamo in principio? La scelta dei preludi e degli studi, dall’op. 11 all’op. 16, dall’op. 42, all’op. 2, tutti in tonalità minore (tranne il tenue bagliore del si maggiore del preludio op. 11 n. 11, immediatamente spento dal sol# minore del preludio op. 16 n. 2), predispone l’animo dell’ascoltatore ad un clima di disorientamento per il dolore e per la modernità del linguaggio. Quello di Skrjabin è un linguaggio sconvolgente, fatto di armonie rarefatte, carattere improvvisatorio ed epigrammatico che supera persino il suo maestro ispiratore, Chopin (soprattutto quello dei Preludi op. 28). Si tratta allora davvero di tre imponenti riflessioni sul dolore (Skrjabin, Chopin, Beethoven) che ci allontanano gradualmente dal “nostro” dolore contemporaneo per intraprendere una strada che varca la soglia dello spirituale trovando, forse, una speranza proprio nell’arte come purificazione. Maria Cristina Ceroni Musicologa 11
I bis del concerto del 23 novembre: I bis del concerto del 03 dicembre: Rudolf Buchbinder ha eseguito per la Serie Gloria Campaner, Ivanna Speranza ed Zaffiro Pomeridiana L. van Beethoven, Emma Arizza hanno eseguito: A.Piazzolla, dalla Sonata op. 31 n. 3: Scherzo. Libertango. Per la Serie Rubino L. van Beethoven, dalla Sonata op. 31 n. 2: Allegretto. 13
I PROSSIMI CONCERTI 0RE 20:30 0RE 17:00 - SERIE ZAFFIRO POMERIDIANA AUDITORIUM LATTUADA SALA VERDI DEL CONSERVATORIO ORCHESTRA FILARMONICA DEL FESTIVAL LUN THREE-01 MER PIANISTICO DI BRESCIA E BERGAMO PIER CARLO ORIZIO 19 21 direttore INGRID FLITER DIC DIC pianoforte ANTON DRESSLER La Meglio Gioventù clarinetto Canti natalizi, gospel e spiritual “Auguri Romantici” C.M. von Weber, F. Chopin 0RE 20:45 - SERIE RUBINO 0RE 17:0 - SERIE ZAFFIRO POMERIDIANA SALA VERDI DEL CONSERVATORIO SALA VERDI DEL CONSERVATORIO ORCHESTRA FILARMONICA DEL FESTIVAL MER PIANISTICO DI BRESCIA E BERGAMO PIER CARLO ORIZIO MER CONCERTO DE’ CAVALIERI MARCELLO DI LISA 21 direttore INGRID FLITER 11 direttore DIC pianoforte ANTON DRESSLER GEN clarinetto “Bach & Vivaldi : l’Estro intelligente” A.Vivaldi, J.S.Bach “Auguri Romantici” C.M. von Weber, F.Mendelssohn, F.Chopin 0RE 20:45 - SERIE SMERALDO 0RE 20:30 SALA VERDI DEL CONSERVATORIO AUDITORIUM LATTUADA MER CONCERTO DE’ CAVALIERI MARCELLO DI LISA LUN MONICA ZHANG pianoforte 11 direttore 16 GEN GEN “Bach & Vivaldi : l’Estro intelligente” Artists in residence A.Vivaldi, J.S.Bach F.Chopin, S.Rachmaninov Iscriviti alla nostra newsletter! Sulla home page di www.soconcerti.it Sarete aggiornati su tutte le attività della Fondazione: concerti, eventi straordinari, progetto educativo “Note... di scuola”, artisti in residenza, e altro ancora.
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