LE IMPRESE A PARTECIPAZIONE ESTERA NEL NORD EST

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LE IMPRESE A PARTECIPAZIONE ESTERA NEL NORD EST
Fondazione Nord Est
Osservatorio su Crescita, Competitività e Mercati internazionali

        LE IMPRESE A
 PARTECIPAZIONE ESTERA NEL
         NORD EST

Giancarlo Corò, Università degli Studi di Venezia Ca’ Foscari
Marco Mutinelli, Università degli Studi di Brescia
Gianluca Toschi, Fondazione Nord Est
LE IMPRESE A PARTECIPAZIONE ESTERA NEL NORD EST
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LE IMPRESE A PARTECIPAZIONE ESTERA NEL NORD EST

                                                      Se appare scontato richiamare l’elevato grado di
                                                      apertura internazionale dell’economia del Nord
                                                      Est, più difficile è stabilire quale rapporto
                                                      quest’area abbia con gli investimenti diretti
                                                      esteri. In realtà, la presenza di imprese
                                                      multinazionali costituisce oggi una componente
                                                      fondamentale per rimanere agganciati
                                                      all’economia globale, tanto più di fronte
                                                      all’evoluzione delle tecnologie digitali e,
                                                      paradossalmente, anche alle tendenze
                                                      protezionistiche che stanno segnando le politiche
                                                      commerciali dei Paesi avanzati.
                                                      Un’organizzazione multinazionale consente
                                                      infatti alle imprese di diversificare e presidiare
                                                      direttamente i mercati di sbocco, accedere a
                                                      risorse specializzate da impiegare nelle diverse
                                                      fasi delle catene del valore, ottimizzare i flussi
                                                      di conoscenza e condividere il know-how
                                                      acquisito nelle aree in cui opera, sfruttandone al
                                                      meglio le economie di scala e di scopo. Tuttavia,
                                                      il timore è che l’impresa multinazionale,
                                                      potendo scegliere più facilmente dove orientare
                                                      investimenti e attività, adotti strategie di
                                                      arbitraggio fra territori, aumentando l’incertezza
                                                      su lavoro, fornitori, sviluppo locale. Questo
                                                      timore è accentuato nel caso di acquisizioni
                                                      estere di imprese nazionali, in quanto le funzioni
                                                      di controllo rimangono, per definizione, lontane
                                                      dal territorio.
                                                      Ma quanto è rilevante la presenza multinazionale
                                                      in Italia e nel Nord Est? Quanto è reale la
                                                      sensazione di una accelerazione delle
                                                      acquisizioni dall’estero e, soprattutto, degli
                                                      impatti negativi di tale processo?
                                                      La collaborazione attivata tra UniCredit e
                                                      l'Osservatorio Crescita, Competitività e Mercati
                                                      internazionali di Fondazione Nord Est di cui sono
                                                      responsabile si pone l'obiettivo di fare il punto su
                                                      queste questioni.
                                                      Nel primo dei due report che verranno pubblicati
                                                      nell'ambito della collaborazione attivata con
                                                      UniCredit, con Marco Mutinelli e Gianluca Toschi
                                                      proviamo a definire i contorni del fenomeno
                                                      delle imprese a partecipazione estera nel Nord
                                                      Est.

                                                      Giancarlo Corò
                                                      Luglio 2019

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LE IMPRESE A PARTECIPAZIONE ESTERA NEL NORD EST
LE IMPRESE A PARTECIPAZIONE ESTERA NEL NORD EST

La posizione dell’Italia nello                                       dei flussi netti di IDE nel primo semestre 2018 (-
                                                                     41 per cento rispetto al primo semestre 2017),
scenario internazionale                                              mentre a gennaio 2019 le prime stime disponibili
                                                                     stimavano per l’intero 2018 un calo del 19 per
Nel complesso, gli ultimi trent’anni hanno visto                     cento dei flussi netti di IDE, rispetto al 2017, a
una straordinaria crescita dei flussi e degli stock                  causa di un vero e proprio crollo degli
di investimenti diretti esteri (IDE); nondimeno,                     investimenti verso i paesi industrializzati (-40 per
l’andamento di queste variabili si è fatto più                       cento) a fronte di un incremento modesto dei
erratico a partire dalla metà del 2008, con la                       flussi verso i paesi emergenti (+ 3 per cento). Va
deflagrazione della crisi finanziaria                                peraltro osservato come, a tale andamento,
internazionale.                                                      abbia contribuito in misura decisiva la riforma
                                                                     fiscale adottata nel dicembre 2017 negli Stati
    Gli ultimi 30 anni hanno visto una                               Uniti che ha spinto molte imprese multinazionali
    straordinaria crescita degli IDE.                                (IMN) nordamericane a rimpatriare utili non
    A partire dalla metà del 2008 l’andamento                        distribuiti delle partecipate estere, in particolare
    degli stock di investimenti diretti esteri                       dall’Europa occidentale.1 Al netto di tale effetto,
    (IDE) è diventato più erratico.                                  il 2018 registrerebbe probabilmente una ripresa
                                                                     dei flussi di IDE, dato che crescono sia il valore
Al crollo del 2008-2009 aveva fatto seguito il                       delle cross-border M&As (+19 per cento rispetto
recupero del 2010 e del 2011, che aveva                              al 2017), sia del valore aggregato dei progetti di
riportato i flussi di IDE su livelli simili alla media               investimento greenfield annunciati nel corso
del periodo immediatamente antecedente la                            dell’anno (+29 per cento rispetto all’anno
crisi. Dopo un 2012 sostanzialmente stabile, pur                     precedente, nel quale si era peraltro registrato
se caratterizzato dal manifestarsi della crisi dei                   un livello relativamente modesto).
debiti sovrani, i flussi di IDE hanno subito un
ulteriore assestamento nel 2013-2014 e una                               L’Italia continua a caratterizzarsi per un
nuova ripresa nel 2015, raggiungendo un nuovo                            grado di integrazione multinazionale
massimo storico vicino a quota 2.000 miliardi di                         significativamente inferiore a quello dei
dollari. Il livello aggregato dei flussi mondiali di                     suoi maggiori partner europei.
IDE è rimasto elevato anche nel 2016 (pur se in
flessione del 3 per cento), mentre nel 2017 si è                     Le aspettative si confermano incerte anche per il
evidenziato un netto calo (-23 per cento). Questo                    2019: i flussi netti verso i paesi avanzati
andamento erratico appare sostanzialmente                            dovrebbero tornare sui livelli normali, tenendo
determinato dalle forti escursioni degli                             conto dell’esaurirsi del rimpatrio degli utili non
investimenti cross-border verso i paesi                              distribuiti da parte delle IMN statunitensi, ma
industrializzati, mentre gli IDE verso i paesi in via                segnali poco favorevoli giungono dall’involuzione
di sviluppo e le economie in transizione hanno                       del ciclo economico a livello globale, dalle
mostrato oscillazioni molto più contenute,                           conseguenze della Brexit e dal permanere delle
all’interno di un trend di crescita di lungo                         tensioni commerciali internazionali.
periodo, accelerata nel periodo pre-crisi e assai
più moderata nell’ultimo decennio.                                   In questo contesto, e a dispetto di talune
                                                                     narrazioni, il nostro Paese continua a
Le tendenze per il futuro appaiono di difficile                      caratterizzarsi per un grado di integrazione
previsione, date le forti incertezze e instabilità                   multinazionale significativamente inferiore a
che caratterizzano l’attuale contesto, quali la                      quello dei suoi maggiori partner europei sia sul
Brexit, la volontà di Trump di rinegoziare tutti gli                 lato degli investimenti diretti esteri (IDE) in
accordi commerciali, la persistente fragilità di                     uscita (all’estero), sia sul lato degli IDE in
alcuni mercati emergenti e i rischi geo-politici                     entrata (dall’estero). Secondo gli ultimi dati
dovuti al perdurare di conflitti regionali. A                        disponibili2, a fine 2017 il rapporto percentuale
giugno 2018 l’UNCTAD prevedeva per tale anno                         tra lo stock degli IDE in uscita e prodotto interno
una modesta ripresa dei flussi globali di IDE,                       lordo (PIL) era pari per l’Italia al 27,5 per cento,
sotto la spinta dalla ripresa economica dei paesi                    valore pari a circa il 60 per cento di quelli
avanzati. Tali previsioni sono state seccamente                      registrati da Germania (43,4 per cento) e Spagna
smentite nel giro di pochi mesi: in ottobre lo                       (45,5 per cento) e inferiore alla metà di quelli di
stesso UNCTAD rilevava un vero e proprio crollo                      Francia (56,1 per cento) e Regno Unito (58,3 per

1                                                                    2
 Il rimpatrio degli utili non distribuiti delle partecipate           UNCTAD – United Nations Conference on Trade and
estere rappresenta una componente negativa dei flussi in             Development, World Investment Report 2018. Investment
uscita. Si osserva come nel 2018 il calo dei flussi in uscita        and new Industrial Policies, United Nations, New York and
dagli Stati Uniti (-364 miliardi di dollari) superi addirittura il   Geneva, 2018.
calo complessivo dei flussi mondiali (-324 miliardi di dollari).

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LE IMPRESE A PARTECIPAZIONE ESTERA NEL NORD EST

cento). Anche sul lato degli investimenti                             Il posizionamento dell’Italia nelle graduatorie
dall’estero la posizione dell’Italia appare                           di competitività
modesta, come riflesso della persistente bassa
attrattività internazionale del Paese, almeno                         Il posizionamento trova riscontro nelle varie surveys e
comparativamente ai principali paesi                                  graduatorie di competitività/attrattività condotte
                                                                      annualmente dalle istituzioni internazionali, che in genere
competitors, con economie comparabili alla
                                                                      relegano l’Italia in posizioni assai lontane rispetto a quelle
nostra. Il rapporto tra stock di IDE in entrata e                     in cui ci si aspetterebbe di trovare il nostro Paese. Ad
PIL (21,3 per cento nel 2017) rimane                                  esempio, secondo il World Competitiveness Index 2017-2018
significativamente inferiore a quello degli altri                     del World Economic Forum, l’Italia risulta in 43a posizione su
grandi paesi europei (Germania 25,2 per cento,                        137 paesi; l’Ease of Doing Business, indicatore di attrattività
Francia 33,8 per cento, Spagna 49 per cento e                         stilato della Banca Mondiale, colloca invece l’Italia nel 2018
                                                                      in 46a posizione su 190 paesi. Tali posizionamenti appaiono
Regno Unito 59,5 per cento), pur avendo l’Italia
                                                                      persino ingenerosi, se si considerano a tutto tondo la realtà
sfortunatamente “beneficiato” di una                                  macroeconomica del Paese, la sua reale performance, il suo
significativa contrazione del PIL, che costituisce                    stato di sviluppo e il suo collocamento nello scacchiere
il denominatore dell’indicatore considerato.                          geopolitico ed economico internazionale. Per contro,
                                                                      secondo lo FDI Confidence Index elaborato da AT Kerney, nel
                                                                      2018 l’Italia è entrata nella top ten tra i 25 Paesi più
                                                                      attrattivi al mondo per gli investimenti esteri, guadagnando
                                                                      tre posizioni rispetto al 2017; il Nation Brands 2018,
                                                                      elaborato dalla società di consulenza londinese Brand
                                                                      Finance, colloca invece l’Italia in ottava posizione tra i most
                                                                      valuable brands a livello mondiale. Un indice che sembra
                                                                      riflettere con maggiore accuratezza rispetto ad altri non solo
                                                                      i limiti, ma anche le potenzialità del sistema-paese è il
                                                                      Global Attractiveness Index elaborato da The European
                                                                      House, che nel 2018 posiziona l’Italia in 16a posizione su 144
                                                                      paesi. Tale indice si propone in effetti di misurare il livello
                                                                      di competitività e attrattività dei principali paesi superando
                                                                      le criticità esistenti in altri indicatori, in particolare
                                                                      attraverso l’uso più limitato possibile di survey (spesso poco
                                                                      oggettive e scarsamente rappresentative), ponderazioni di
                                                                      tipo soggettivo, dati disomogenei e indicatori relativi e pro-
                                                                      capite (che non tengono conto della dimensione assoluta dei
                                                                      paesi). Secondo questo indicatore, simile per costruzione e
                                                                      significato al World Competitiveness Index3, il nostro Paese
                                                                      presenta un potenziale medio-alto di attrazione, in leggero
                                                                      miglioramento negli anni più recenti (nel 2014 era in
                                                                      ventesima posizione) e un livello di sostenibilità medio. Le
                                                                      principali debolezze del Paese restano legate all’elevato
                                                                      grado di disoccupazione, all’insufficiente livello degli
                                                                      investimenti e all’elevata pressione fiscale, accompagnata
                                                                      da una variazione insoddisfacente del tasso di innovazione in
                                                                      ICT e della produttività totale dei fattori. Le analisi di
                                                                      sensibilità indicano inoltre che, anche ipotizzando un
                                                                      azzeramento del divario Nord-Sud, l’Italia guadagnerebbe
                                                                      solo due posizioni, passando dal 16° al 14° posto,
                                                                      evidenziando che per entrare nella cerchia dei paesi ad alto
                                                                      potenziale di attrattività sarebbe necessario intervenire su
                                                                      fattori socio-economici di carattere nazionale.

3
 L’indicatore è calcolato sulla base di 114 indicatori,               indirettamente nella scelta di localizzazione di un’impresa e
raggruppati in 12 dimensioni. in quanto considera, oltre ai           che più in generale rappresentano la competitività di un
fattori diretti di attrattività catturati nel dettaglio dall’indice   singolo paese (quali ad esempio il quadro macroeconomico
Ease of Doing Business (quali tempi, costi e procedure per            complessivo, la qualità delle infrastrutture, l’efficienza dei
avviare una nuova attività) anche fattori che ricadono                mercati, il livello di maturità tecnologica, ecc.).

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LE IMPRESE A PARTECIPAZIONE ESTERA NEL NORD EST
LE IMPRESE A PARTECIPAZIONE ESTERA NEL NORD EST

Per valutare la rilevanza delle IMN nel nostro                L’internazionalizzazione delle
sistema economico è opportuno guardare ai dati
di struttura delle imprese a controllo estero                 imprese del Nord Est
residenti in Italia forniti dall’Istat.4 Secondo gli
ultimi dati disponibili, a fine 2016 le imprese a             I dati Istat, che costituiscono il risultato di stime
controllo estero residenti in Italia erano 14.616,            basate su una rilevazione campionaria, non sono
con oltre 1.313.000 dipendenti, un fatturato – al             purtroppo resi disponibili in forma disaggregata
netto delle attività finanziarie e assicurative – di          (per difetto di rappresentatività statistica) in
539,2 miliardi di euro e un valore aggiunto pari a            base alla residenza territoriale delle imprese
113,2 miliardi di euro. Le imprese a controllo                italiane con filiali all’estero e delle imprese
estero rappresentano solo lo 0,3 per cento delle              italiane a controllo estero e non consentono
imprese attive in Italia, ma il loro peso sale al             dunque di valutare la struttura e l’attività
7,9 per cento degli addetti, al 15,1 per cento in             internazionale delle imprese lombarde coinvolte
termini di numero di valore aggiunto e al 18,3                nei processi di internazionalizzazione attiva e
per cento per fatturato. L’apporto delle imprese              passiva.
al capitale estero sale ulteriormente con
riferimento al commercio estero (compete loro                  Il campo di osservazione della banca dati
oltre un quarto per cento delle esportazioni                   Reprint copre oggi tutti i settori di attività
nazionali e quasi la metà delle importazioni) e                economica con la sola esclusione dei servizi
alla ricerca e sviluppo, ambito in cui esse pesano             immobiliari e finanziari (banche,
per il 25,5 per cento della spesa totale in R&S di             assicurazioni, altri servizi finanziari).
tutte le imprese italiane, con investimenti in R&S
per addetto quattro volte superiori per le                    Questa lacuna può fortunatamente essere in
imprese a controllo estero rispetto alle quelli               buona parte colmata grazie alla banca dati
delle imprese a controllo nazionale. Va infine                Reprint, frutto di un progetto di ricerca
rimarcato come le imprese a controllo estero                  pluriennale sviluppato da R&P in collaborazione
presentino performance di gran lunga migliori                 con il Politecnico di Milano e l’Università degli
rispetto a quelle delle imprese a capitale italiano           Studi di Brescia. Tale banca dati, su cui si basano
anche in termini di valore aggiunto per addetto               i rapporti “Italia Multinazionale” promossi
(86,2 contro 38,4 migliaia di euro), grazie anche             dall’ICE, censisce le attività multinazionali delle
alle maggiori dimensioni medie di impresa (89,9               imprese italiane, dal lato sia delle imprese
addetti per impresa in media, contro 3,5 delle                italiane con partecipazioni in imprese estere, sia
imprese domestiche); tuttavia anche a parità di               delle imprese italiane partecipate da
dimensioni di impresa, il valore aggiunto per                 multinazionali estere, consentendo di misurare a
addetto per le grandi imprese a controllo estero              livello disaggregato la numerosità delle imprese
supera di circa 16 punti percentuali quello delle             coinvolte, la consistenza economica e le
grandi imprese a controllo nazionale (76,5 contro             strutture geografiche e settoriali delle imprese
16,6 migliaia di euro). Molte verifiche empiriche             partecipate6. Il campo di osservazione della
condotte internazionalmente confermano                        banca dati Reprint copre oggi tutti i settori di
peraltro come anche a parità di condizioni le                 attività economica con la sola esclusione dei
prestazioni economiche delle filiali delle IMN                servizi immobiliari e finanziari (banche,
superino quelle delle imprese domestiche, grazie              assicurazioni, altri servizi finanziari). Va
al contributo di maggiori competenze,                         osservato come, rispetto all’indagine Istat, la
tecnologie, capacità manageriali e ai vantaggi di             banca dati Reprint, pur soffrendo
scala e di network.5                                          inevitabilmente di qualche limite di comple-
                                                              tezza, soprattutto in riferimento alle attività
                                                              estere delle imprese di minori dimensioni, abbia
                                                              per contro il pregio di censire non solo le
                                                              partecipazioni di controllo, ma anche le parteci-
                                                              pazioni paritarie e di minoranza, le quali
                                                              rappresentano una fetta non trascurabile del
                                                              fenomeno, soprattutto in riferimento ai processi

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  Istat, Struttura e competitività delle imprese              Zanfei A., Multinational Firms, Innovation and Productivity,
multinazionali. Anno 2016, Roma, 9 novembre 2018.             Cheltenham: Edward Elgar, 2006.
5                                                             6
  Görg H., Strobl E., Multinational Companies and               Si rimanda il lettore interessato ad approfondire la
Productivity Spillovers: a Meta-analysis, in “Economic        metodologia alla base della costruzione e dell’aggiornamento
Journal”, 111, 475: 723-739, 2001; Barba Navaretti G.,        della banca dati Reprint al più recente Rapporto “Italia
Venables A., Multinational firms in the world economy,        Multinazionale” (Mariotti M. e Mutinelli M., Italia Multina-
Princeton: Princeton University Press, 2004; Castellani D.,   zionale 2019, ICE, Roma, 2019), disponibile online
                                                              (www.ice.it).

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LE IMPRESE A PARTECIPAZIONE ESTERA NEL NORD EST
LE IMPRESE A PARTECIPAZIONE ESTERA NEL NORD EST

di internazionalizzazione delle piccole e medie       Il riferimento alla presenza di multinazionali
imprese.
Le diverse variabili relative                          Le diverse variabili relative alla
all’internazionalizzazione attiva del sistema          internazionalizzazione assegnano al Nord
delle imprese (esportazioni e partecipazioni in        Est un peso sull’economia nazionale ben
imprese estere) assegnano al Nord Est un peso          superiore a quello che spetta alla
sull’economia nazionale in genere ben superiore        macroregione in relazione ad altre variabili.
a quello che spetta alla macroregione in
relazione alle variabili demografiche e ad altre      estere sul territorio, il peso del Nord Est appare
variabili economiche. Secondo i dati più recenti      invece allineato all’importanza complessiva
disponibili (Fig. 1), le tre regioni considerate      dell’area sull’economia italiana. In particolare, a
(Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia         fine 2017 erano attive nelle tre regioni
Giulia) ospitano nel complesso l’11,9 per cento       considerate 2.100 imprese partecipate da IMN
della popolazione residente in Italia; il loro peso   estere, pari al 14,7 per cento di tutte le imprese
è invece pari al 12,8 per cento del totale            a partecipazione estera attive in Italia, con
nazionale in relazione al numero di imprese           162.139 dipendenti (il 12 per cento del totale
attive e al 14,2 per cento in funzione del numero     nazionale) e un fatturato di 61,3 miliardi di euro
di addetti, mentre in termini di valore aggiunto il   (10 per cento del totale nazionale). Tali dati
peso dell’area è pari al 14 per cento. Il peso del    riguardano le partecipazioni di qualsiasi
Nord Est sale al 18,9 per cento del totale            tipologia, ovvero sia le imprese controllate dalla
nazionale in relazione alle esportazioni e al 19,6
                                                      multinazionale estera investitrice, sia le imprese
per cento in relazione al numero di imprese           oggetto di partecipazione paritaria o di
partecipate all’estero, mentre guardando al           minoranza qualificata.
numero di dipendenti delle partecipate estere il
peso si attesta al 16,3%.

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LE IMPRESE A PARTECIPAZIONE ESTERA NEL NORD EST
LE IMPRESE A PARTECIPAZIONE ESTERA NEL NORD EST

Figura 1 – Indicatori demografici e di                                    Fonte: elaborazioni su dati Istat e banca dati
internazionalizzazione per il Nord Est                                    Reprint

                              Popolazione residente (al 1.1.2018)                             11,9%

                                   Imprese attive (al 31.12.2016)                               12,8%

                     Addetti delle imprese attive (al 31.12.2016)                                     14,2%

                         Valore aggiunto a prezzi correnti (2017)                                     14,0%

    Se si considerano le sole partecipazioni di
    controllo, a fine 2017 le impreseEsportazioni
                                       a controllo(2018)                                                              18,9%
    estero con sede nel Nord Est erano 1.850,
                                     Importazioni
    con 141.820 dipendenti e un fatturato    di (2018)                                                   15,3%
    54,5 miliardi di euro.

                   Imprese partecipate all'estero (al 31.12.2017)                                                      19,6%

      Addetti delle imprese partecipate all'estero (al 31.12.2017)                                            16,3%

                 Imprese a partecipazione estera (al 31.12.2017)                                       14,7%

    Addetti delle imprese a partecipazione estera (al 31.12.2017)                             12,0%

                                                                     0%   2%   4%   6%   8%   10% 12% 14% 16% 18% 20%
Restringendo l’attenzione alle sole                                       Va osservato come i dati di dipendenti e
partecipazioni di controllo, a fine 2017 le                               fatturato siano disponibili solo a livello di
imprese a controllo estero con sede nel Nord Est                          impresa e non di unità locale;
erano 1.850, con 141.820 dipendenti e un                                  conseguentemente, essi sono interamente
fatturato di 54,5 miliardi di euro; tali dati                             attribuiti all’unità territoriale ove è localizzata
corrispondono rispettivamente al 14,5 per cento,                          la sede principale dell’impresa partecipate. Ciò
al 10,9 per cento e al 9,1 per cento del totale                           induce qualche distorsione nell’analisi
nazionale.                                                                territoriale, dato che molte imprese a
                                                                          partecipazione estera dispongono di attività
                                                                          operative in più regioni. La distorsione è
                                                                          particolarmente rilevante per la Lombardia, ove
                                                                          hanno sede molte tra le imprese a
                                                                          partecipazione estera di maggiori dimensioni,
                                                                          che dispongono di attività anche consistenti in
                                                                          altre regioni italiane (esistono anche imprese con
                                                                          sede in altre regioni e unità locali in Lombardia,
                                                                          ma questa situazione è assai meno frequente
                                                                          della prima.

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LE IMPRESE A PARTECIPAZIONE ESTERA NEL NORD EST

Tabella 1 - Le partecipazioni estere nel Nord Est,    Fonte: banca dati Reprint
al 31 dicembre 2017

Peraltro, è giusto anche sottolineare come            Tendenze e struttura settoriale
l’attribuzione integrale dei dati di dipendenti e
fatturato delle imprese partecipate in funzione       della presenza multinazionale nel
della localizzazione delle sedi principale finisca    Nord Est
comunque per “premiare” i siti ove, nelle
imprese plurilocalizzate, sono ospitate le attività   La Tabella 2 illustra l’andamento delle principali
di maggiore spessore strategico (headquarters,        variabili relative alle imprese a partecipazione
ricerca e sviluppo, ecc.).                            estera del Nord Est nel periodo compreso tra
Nel caso del Nord Est, la distorsione non appare      l’inizio del 2012 e l’inizio del 2018. In tal modo,
di dimensioni tali da modificare in misura            essa fornisce un interessante quadro per l’analisi
significativa il quadro delineato, con la parziale    di quanto è avvenuto su questo fronte in questo
eccezione del settore del commercio al                periodo importante, caratterizzato dal persistere
dettaglio.                                            degli effetti della crisi economica.

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LE IMPRESE A PARTECIPAZIONE ESTERA NEL NORD EST

La dinamica delle partecipazioni estere in Italia     Va inoltre osservato come negli ultimi anni, pur
ha registrato a partire dalla seconda parte del       continuando inevitabilmente le acquisizioni a
2013 una forte inversione di tendenza, che ha         rappresentare la modalità prevalente di
interrotto il trend negativo che aveva                investimento delle IMN in Italia, così come
caratterizzato i quattro anni precedenti, a fronte    avviene negli altri Paesi industrializzati, si sia
dagli effetti della crisi economica e della           registrata nel nostro Paese una certa ripresa
progressiva perdita di fiducia della comunità         anche delle iniziative greenfield, che si erano
economica internazionale nei confronti del            progressivamente rarefatte già prima della crisi e
nostro Paese. La ripresa degli investimenti esteri    praticamente azzerate nel periodo immediata-
– e in particolare delle operazioni di cross-border   mente precedente quello in questa sede
M&A – in atto dalla seconda metà del 2013 è           considerato (2009-2012).
proseguita peraltro anche nel corso del 2018 e
nei primi mesi del 2019, facendo sì che le             In Italia, così come avviene negli altri Paesi
variabili aggregate di consistenza delle               industrializzati, si è registrata una certa
partecipazioni estere considerate nella nostra         ripresa anche delle iniziative greenfield.
analisi, recuperassero interamente quanto perso
in precedenza fino a portarsi su valori superiori a   Per quanto riguarda le attività manifatturiere si
quelli pre-crisi. L’andamento del periodo più         tratta per lo più di unità di piccole dimensioni,
recente mostra peraltro come la crisi economica       ma talvolta di notevole valenza strategica,
e finanziaria da cui il nostro paese sta ancora       riguardanti attività a elevata intensità
oggi faticando ad uscire non abbia determinato        tecnologica e manageriale. Nel settore terziario
alcuna “fuga dall’Italia” da parte delle IMN che si   non mancano invece le iniziative di ampio
erano insediate nel Paese, che anzi hanno ripreso     respiro, con ricadute occupazionali talvolta
ad investirvi in misura significativa.                importanti. Anche nel Nord Est si sono registrate
Questa ripresa ha interessato anche il Nord Est,      alcune interessanti iniziative di investimento
                                                      greenfield, soprattutto da parte di investitori già
    La ripresa degli investimenti esteri in atto      insediati nell’area che hanno ampliato l’attività
    dalla seconda metà del 2013 è proseguita          delle loro imprese creando nuove e più funzionali
    peraltro anche nel corso del 2018 e nei primi     unità operative.
    mesi del 2019.

che anzi registra un incremento delle diverse
variabili superiore alla media nazionale. Tra la
fine del 2011 e la fine del 2017 il numero delle
imprese partecipate da IMN estere con sede
principale nelle tre regioni considerate è
cresciuto del 20,6 per cento (+17,7 per cento il
dato nazionale), mentre il numero dei loro
dipendenti è cresciuto del 30,2 per cento (contro
+16,2 per cento) e il fatturato del 28 per cento
(contro +5,8 per cento).
Dinamiche non dissimili si registrano
considerando le sole partecipazioni di controllo,
che nel Nord Est registrano una crescita del 20,1
per cento in relazione al numero di imprese
partecipate, del 27, 2 per cento in relazione al
numero di dipendenti e del 27,6 per cento in
relazione al fatturato.

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LE IMPRESE A PARTECIPAZIONE ESTERA NEL NORD EST

Tabella 2 - Evoluzione delle partecipazioni            Fonte: banca dati Reprint
estere nel Nord Est, 2011-2017

Le tabelle 3 e 4 evidenziano la ripartizione delle
imprese a partecipazione estera con sede nel
Nord Est e dei relativi dipendenti in funzione dei
diversi settori di attività, evidenziando anche
l’incidenza sul totale nazionale.

    L’incidenza del Nord Est sul totale nazionale
    cresce nell’industria manifatturiera,
    raggiungendo il 17,4% in relazione al
    numero di imprese partecipate e il 14,7%
    dei loro dipendenti.

Balza subito all’occhio come l’incidenza del Nord
Est sul totale nazionale cresca significativamente
nell’industria manifatturiera, raggiungendo il
17,4 per cento in relazione al numero di imprese
partecipate e il 14,7 per cento dei loro
dipendenti. Incidenze ancora più elevate si
registrano in alcuni settori di specializzazione del
territorio, in particolare in alcuni settori
tradizionali del made in Italy (cuoio e calzature,
mobili, altre industrie manifatturiere), nella
metalmeccanica e nell’elettromeccanica, mentre
le incidenze più basse si registrano nel settore
petrolifero, nella filiera chimico-farmaceutica e
nei mezzi di trasporto.

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LE IMPRESE A PARTECIPAZIONE ESTERA NEL NORD EST

Tabella 3 - Imprese a partecipazione estera nel
Nord Est, per settore, al 31.12.2017

L’incidenza del Nord Est sul totale nazionale
scende invece significativamente nelle utilities,
nelle costruzioni e nei servizi, dove con
riferimento al numero dei dipendenti delle
imprese partecipate rimane sempre e talvolta
ampiamente al di sotto del 10 per cento.
Fonte: banca dati Reprint

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LE IMPRESE A PARTECIPAZIONE ESTERA NEL NORD EST

Tabella 4 – Dipendenti delle imprese a
partecipazione estera nel Nord Est, per settore,
al 31.12.2017

                                                    tecnologica e/o commerciale e tendono a
                                                    radicarsi nei mercati di insediamento per poter
In sintesi, emerge una forte coerenza tra le        dispiegare al meglio il potenziale delle attività
specializzazioni territoriali del territorio e la   oggetto di acquisizione.
presenza delle IMN come peraltro anche per
l’attività multinazionale delle imprese locali.     L’estensione e la qualità del comparto delle IMN
Come avviene nelle maggiori economie avanzate,      appare dunque un fattore sempre più decisivo ai
i settori in cui maggiore è la presenza delle       fini della competitività di un territorio e delle
multinazionali estere sono gli stessi in cui        sue potenzialità di crescita. Da un lato, gli
maggiore è la proiezione internazionale delle       investimenti all’estero in attività industriali,
imprese locali.                                     commerciali e di servizio delle imprese indigene
I modelli di insediamento delle IMN nei paesi       consentono loro di insediarsi stabilmente sui
avanzati vedono in generale prediligere gli         principali mercati di sbocco e di accedere a
investimenti che combinano elementi di natura       risorse privilegiate, rendendo le proprie strutture
market seeking ad elementi di natura assets         aziendali più efficienti e reattive al mutare della
seeking: ovvero le IMN investono nei mercati a
più elevato potenziale scegliendo imprese con
una forte dotazione di assets di natura
Fonte: banca dati Reprint

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LE IMPRESE A PARTECIPAZIONE ESTERA NEL NORD EST

congiuntura economica e delle condizioni socio-
politiche dello scenario internazionale.

    Gli investimenti esteri contribuiscono a loro
    volta ad accrescere cumulativamente le
    conoscenze, sviluppare nuove competenze,
    rafforzare le specifiche vocazioni settoriali
    e arricchire il sistema di relazioni delle
    imprese indigene, contribuendo di
    conseguenza ad aumentare la complessità
    dei territori in cui si sono insediate.

Dall’altro lato, la scelta da parte di IMN estere di
insediarsi in un territorio – sia attraverso
investimenti greenfield, sia attraverso
l’acquisizione di attività preesistenti, come
prevalentemente avviene in Italia e più in
generale nei paesi avanzati – testimonia
l’attrattività del sistema economico locale, ai
fini della quale la varietà industriale e la
specificità delle competenze ivi sviluppate
costituiscono rilevanti fattori di attrazione. Gli
investimenti esteri contribuiscono a loro volta ad
accrescere cumulativamente le conoscenze,
sviluppare nuove competenze, rafforzare le
specifiche vocazioni settoriali e arricchire il
sistema di relazioni delle imprese indigene,
contribuendo di conseguenza ad aumentare la
complessità dei territori in cui si sono insediate.7

7
 Barzotto M.C., Corò G., Volpe M., (2017), “Global value         investimenti esteri. Un'analisi sulla localizzazione delle
chains and the role of MNEs in local production systems”, in     multinazionali nelle province italiane”, in ICE, L’Italia
Gary Gereffi and Valentina De Marchi (ed.), Local Clusters in    nell’economia internazionale, Rapporto ICE 2017-2018,
Global Value Chains, Routledge, 2017; per un’analisi             Roma: ICE, 2018.
empirica riferita al caso italiano si veda Buccellato T., Corò
G. e Mutinelli M. (2018), “Complessità economica e

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