ATTUALE SITUAZIONE POLITICA IN NORDAFRICA
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
ATTUALE SITUAZIONE POLITICA IN NORDAFRICA Nell’Africa settentrionale, dopo il conseguimento dell’indipendenza di ciascuno stato, sono nati regimi fragili e corrotti in cui si mescolano elementi di democrazia e di autoritarismo. Negli ultimi due decenni si è andata rafforzando nell’area la presenza del radicalismo islamico 1
I recenti fatti che hanno ridisegnato l’assetto politico del Nord Africa e del Medio Oriente hanno portato alla luce le ambiguità e le contraddizioni dell’Occidente rispetto a una regione nella quale da decenni si intrecciano aspirazioni democratiche, interessi economici e mire egemoniche. Le popolazioni dell’Africa settentrionale hanno sopportato, per anni e decenni, una totale mancanza di libertà. Oggi i giovani tunisini, egiziani e libici hanno potuto formarsi meglio dei loro genitori, ma poi la società immobilizzata nella quale vivevano, non consentiva loro di utilizzare le loro stesse competenze per vivere una vita all'altezza delle loro aspettative sociali. Non potevano neppure progettare il loro stesso futuro. Il tappo della repressione ha certamente tenuto, ma, dopo anni e decenni di lenta, ma inesorabile, pressione sociale, è infine saltato per aria, lasciando questi paesi in un autentico caos liberatorio di varia natura. 2
Argomento Numero diapositiva • L’Egitto 4 • La Tunisia 7 • La Libia 10 • Il Marocco 16 • L’Algeria 20 3
L'Egitto è una repubblica dal 18 giugno 1953, governata attualmente da Mubarak; si auto-definisce una repubblica araba e socialista. Le proteste popolari in Egitto si collocano all’interno di una situazione politica interessata da significativi cambiamenti da qualche anno. La caduta del regime al Cairo è stata provocata dalle proteste di una società sufficientemente matura, inizialmente composta dall’elite e dagli studenti universitari, successivamente dai partiti egiziani. Voglia di più libertà LE CAUSE DELLA PROTESTA SONO Pretesa di un dinamismo che i militari non erano in grado di garantire 4
POPOLAZIONE DENSITA’ SUPERFICIE CAPITALE PIL pro ISU capite 82.999.393 ab. 53 ab./kmq 1.001.450 kmq Il Cairo $3.900 0,620 6
Secondo la Costituzione (che molte volte non viene rispettata) del 1º giugno 1959, la Tunisia è una repubblica presidenziale fortemente squilibrata a vantaggio dell'esecutivo che è concentrato nelle mani del Presidente della Repubblica (Zine El-Abidine Ben Ali) i cui poteri costituzionali sono stati ulteriormente rafforzati nel 1988, 1997 e 2002, in questo incarico il Presidente della Repubblica è affiancato da un Primo ministro e da più ministri. Il 17 dicembre 2010 un tunisino di 26 anni (Mohamed) si è dato fuoco per protestare contro la mancata autorizzazione a vendere frutta e verdura da parte della polizia locale: è questo l’evento che ha dato inizio alla rivolta in Tunisia. Mohamed è divenuto così il simbolo emblematico della lotta al carovita, denominata “la guerra del pane”. LE CAUSE DELLA RIVOLTA Povertà Rabbia e Perdita di frustrazione fiducia Regime corrotto Mancanza di lavoro per i 7 giovani laureati
La rivolta si conclude con la vittoria del popolo tunisino; mettendo in fuga il suo presidente, la tunisia ha compiuto il primo passo verso la transizione democratica, attesa da anni e non più rinviabile Zine El-Abidine Ben Ali 8
POPOLAZIONE DENSITA’ SUPERFICIE CAPITALE PIL pro ISU capite 10.432.500 ab. 66 ab./kmq 164.418 kmq Tunisi $9.500 0,683 9
Secondo la Costituzione del 2 marzo 1977 l'ordinamento dello stato libico è un unicum: la Libia non è una repubblica ma un "regime delle masse", nel quale non vi è normale separazione dei poteri. Il regime si basa su una concezione populista- autoritaria del potere, e sulla filosofia politica del “Libro Verde” di Gheddafi (salito al potere 40 anni fa in seguito ad un colpo di stato militare) dove sono fuse insieme teorie di impronta socialista-panaraba e musulmana. Il sistema istituzionale prevede la partecipazione diretta del popolo alla vita politica e alla gestione del potere, attraverso la partecipazione ad assemblee locali, i Congressi popolari di base, per le quali però non sono previste elezioni: i partiti politici sono infatti aboliti. La partecipazione dei cittadini alla vita pubblica appare limitata e la stessa agenda legislativa è per lo più posta in essere dal Comitato Generale del popolo. Oggi l’assetto politico della Libia non è dei migliori infatti il 15 febbraio 2011 inizia la rivolta del popolo contro Gheddafi . 10
In precedenza l’Italia ha pubblicamente chiesto scusa alla Libia per i soprusi arrecati durante la colonizzazione iniziata dall’allora Primo Ministro italiano Giolitti nel 1911 e continuata da Mussolini durante il suo governo fascista. Quello che fu un “onore” per lo stato italiano, rappresenta oggi una delle cause di risentimento della Libia nei confronti dell’Italia. Nonostante l’art. 6 del Trattato di amicizia tra Italia e Libia faccia riferimento al rispetto dei “principi della Carta delle Nazioni Unite e della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo”, l’Italia ha rimandato una presa di posizione nei confronti del Colonnello Gheddafi, il quale, il 23 febbraio 2011 ha infatti autorizzato prima l’esercito nazionale ed in seguito anche le sue milizie, a far fuoco sui rivoltosi nonché sui civili. Mentre Gheddafi alza la voce contro gli italiani – responsabili secondo lui di fornire armi ai rivoltosi – e afferma che lotterà fino alla morte, l’Onu vota all’unanimità la risoluzione secondo cui Muammar Gheddafi viene sospeso dal consiglio delle Nazioni Unite. Il rais è accusato di “violazione dei diritti umani” e la sua posizione sarà esaminata dal Tribunale Criminale Internazionale. Finalmente anche l’Italia interviene i Lampedusa n modo più consistente ritirando il Trattato d’Amicizia. Inoltre continua ad accogliere a Lampedusa le popolazioni in fuga dalla guerra civile ; è stato anche effettuato l’espatrio dei cittadini italiani – e di altre nazioni – che non avevano potuto lasciare la Libia. Il 20 ottobre 2011 Muammar Gheddafi è stato ucciso in uno scontro a fuoco tra gli ultimi fedelissimi al suo regime e le forze di liberazione. Inizia per la Libia una nuova era che si spera all’insegna della democrazia. 11
Regime autoritario Voglia di democrazia 12
13
14
POPOLAZIONE DENSITA’ SUPERFICIE CAPITALE PIL pro ISU capite 6.597.760 ab. 3 ab./kmq 1.775.000 kmq Tripoli $13.800 0,755 15
Il Marocco è una monarchia costituzionale. La sua costituzione è stata proclamata nel dicembre 1962 e modificata e arricchita 4 volte. Il potere esecutivo è esercitato dal governo, quello legislativo è esercitato dalla Camera dei Rappresentanti e il potere giudiziario è esercitato dai giudici della suprema corte, nominati dal sovrano. Dopo Egitto, Tunisia e Libia anche il Marocco è sceso in piazza per chiedere un cambio di regime. Dalla sua incoronazione nel 1999, re Mohammed VI ha tentato di ridurre la povertà e ridurre quel che è stato uno dei più alti tassi di analfabetismo nel mondo arabo mentre sviluppava le infrastrutture necessarie ad attrarre investimenti stranieri e creare lavoro. Ma il Marocco rimane piagato da scioperi e ha visto sporadiche e localizzate manifestazioni principalmente nelle aree remote dove i cittadini sentono che gli sforzi dello sviluppo non hanno prodotto risultati tangibili. Intorno il 20 febbraio inizia la rivolta vera e propria a Rabat e Casablanca. 16
Sanità inaccessibile L’assenza di libertà di Mancanza di espressione un’istruzione e di stampa estesa a tutti Voglia di riforme democratiche 17
Mohammed VI 18
POPOLAZIONE DENSITA’ SUPERFICIE CAPITALE PIL pro ISU capite 34.000.000 ab. 63 ab./kmq 446.550 kmq Rabat 4.900 $ 0,567 19
Secondo la Costituzione (del 1976, modificata nel 1979 ed emendata nel 1988, 1989 e 1996), l'Algeria è una repubblica presidenziale democratica, sebbene di fatto il ceto militare eserciti ancora una grande influenza. La costituzione consente libertà di organizzazione dei partiti politici, purché approvati dal Ministero dell'interno. Il Presidente della Repubblica (attualmente Abdelaziz Bouteflika) è eletto a suffragio universale, diretto e segreto per un mandato di 5 anni rinnovabile; è il capo dello Stato, del Consiglio dei ministri, del Supremo consiglio di sicurezza ed è quindi il capo delle forze armate e si può dire che la maggior parte del potere è concentrato nelle sue mani. Anche in Algeria tra la fine del 2010 e i primi mesi del 2011 inizia la prima scia di rivolte. A gennaio si verificano scontri tra manifestanti e polizia ad Algeri, dove il partito di opposizione "Raggruppamento per la Cultura e la Democrazia" capeggia le proteste. I provvedimenti correttivi del governo non fermano i migliaia manifestanti, per lo più attivisti dei partiti d'opposizione e sindacalisti, che si uniscono attorno alla richiesta di dimissioni del presidente Abdelaziz Bouteflika, al potere da quasi 12 anni. L’aumento vertiginoso dei prezzi LE CAUSE DELLA Corruzione RIVOLTA Disoccupazione giovanile e povertà 20
Abdelaziz Bouteflika 21
POPOLAZIONE DENSITA’ SUPERFICIE CAPITALE PIL pro ISU capite 35.157.029 ab. 14 ab./kmq 2.381.741 kmq Algeri 6.950 $ 0,677 22
23 Classe II A – ITC a.s. 2011/2012
Puoi anche leggere