CHALLENGE 2.0 PROGETTO FAMI - CONNGI
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In collaborazione con: Unimc / Università degli Studi di Macerata, Prefettura di Macerata, UNICAM - Universita' degli Studi di Camerino, Città di Porto Recanati, On the Road Società Cooperativa Sociale, Marche Servizi, COOSS Cooperativa Sociale. Progetto cofinanziato da: Unione Europea, Ministero dell'Interno, Fondo Asilo Migrazione e Integrazione 2014-2020. CHALLENGE 2.0 PROGETTO FAMI Porto Recanati | 5-7 Maggio 2021 Laboratorio educativo interculturale che ha visto coinvolti alunni della scuola secondaria di primo grado di Porto Recanati, IC E. Medi. Un incontro, tra piccole e grandi nuove generazioni, per discutere di valori e senso di appartenenza.
Porto Recanati | 26 - 28 Maggio 2021 Le attività realizzate presso l’Istituto Comprensivo E. Medi di Porto Recanati, nate nell’ambito del progetto Challenge 2.0, sono state rivolte alle classi della scuola primaria e secondaria di primo grado. Le attività Tre attività in particolare Con le classi di seconda si sono svolte, tenendo media il lavoro è stato conto di differenti fasce più articolato: a partire di età, ma accomunate da una breve da un lavoro di panoramica sulla educazione civica. Costituzione italiana, si è discusso e rielaborato Nelle classi di terza una Costituzione elementare tramite la “personalizzata”, lettura di testi narrativi si mettendo in evidenze i è discusso con i bambini diritti che gli alunni di valori e principi sentono urgenti da comuni per concludere tutelare. con un lavoro di scrittura Uno spazio di confronto di una cartolina rivolta al è stato dato anche ai presidente della genitori, con i quali ci Repubblica, riportando siamo confrontati su un pensiero/desiderio ed approcci e strategie un lavoro grafico. educative, tenendo conto delle differenti culture Nelle classi invece di che oggi vivono e quinta elementare e animano la scuola. prima media si è compilata una carta di identità “speciale” dove si è dato spazio a scoprire e condividere le plurali appartenenze degli alunni.
Le storie dei Bambini 1. 2. Successivamente alla Un lupo e una capra, che lettura de “In una notte di nel buio di una capanna temporale”, una parabola non si riconoscono e delicata e profonda sulla scoprono quanto sono diversità e l’amicizia, simili, diventa un dell’autore giapponese messaggio forte per Yiuchi Kimura, ai bambini ritrovare, per certi versi, della classe terza quel che viviamo in questo elementare è stato chiesto periodo di emergenze. E le di condividere la morale parole di Ranim, una della storia. Il primo a bambina di origine prendere parola è Arion, tunisina, nata a Porto un bambino nato in Albania Recanati, ci riporta alla e arrivato a pochi mesi in realtà: “Nella paura nasce la Italia, con voce alta e ferma solidarietà, l’aiuto fra le dice: “Essere amici anche persone”. Fama, la sua se non siamo uguali”. compagna e amica di Un’altra mano si alza ed è origine senegalese, quella di Alessandro, sottolinea che “Dobbiamo compagno e amico di essere coraggiosi per Arion, che risponde superare la paura”. scandendo le parole di come chi non ha ancora finito di elaborare il suo pensiero, ma che nella lentezza di pronunciare le parole, si prende il tempo di finalizzarlo. “In un mondo fantastico, anche il predatore e la preda possono essere amici” è la risposta di Alessandro che da dietro ai suoi occhiali colorati lancia un messaggio forte. In effetti bisogno di “un mondo fantastico” e i bambini sono capaci di renderlo tale con la logica e la sincerità che a volte ci manca.
3. Ci presentiamo alla classe, Da una parte ricette e Goccia caduta nella vita una quinta elementare, dall’altra dei “pensieri”. Dalla maschera falsa chiedendo ai giovanissimi Grazie alla sua maestra Nel tempo infinito studenti di fare lo stesso scoprirà che quei “pensieri” Dal brano eterno dicendoci il loro nome, le sono poesie, vere e Dal movimento della morte origini dei loro genitori e proprie. Una passione, Del cielo risplendente cosa vorrebbero far da quella della scrittura, nata Dall’origine tranquillo grandi. In questo primo subito dopo aver scoperto Il tempo scorre nell’infinito giro di nomi che portano la e letto l’infinito di Leopardi. mente avanti e indietro tra E nell’ascoltare il “pensiero” Fallou – 1E Porto Recanati e altri che Fallou sceglie di continenti, Fallou, un leggerci, anche noi ci bambino di origine accorgiamo della sensibilità senegalese, si fa notare più e bravura con cui un di altri. bambino, nato in Senegal e che sta crescendo a Porto Alla domanda su cosa Recanati, è capace di voglia far da grande, la sua trasmettere emozioni. risposta, sicura, è: “voglio diventare un cuoco”. I suoi Quel quaderno blu, diviso a compagni però, non metà, dove le parole sembrano assolutamente sembrano indicare due d’accordo. Conoscono strade diverse, ci rivela che bene Fallou e vedono in il talento fiorisce negli quel che fa, e che non ci ha animi sensibili senza subito rivelato, il suo guardare al colore. Alla futuro. La classe in coro scuola e alla società tocca grida: “No, tu devi fare il curare i semi perché poeta!” Questa risposta diventino grandi alberi decisa della classe ci spinge dalle profonde e salde a chiedere a Fallou se vuol radici. Questa è l’Italia diventare davvero un reale, questa è l’Italia poeta. In risposta lui tira possibile. fuori dal suo zaino un “quadernino” a quadretti blu, dove lui annota ricette e poesie scritte di suo pugno. Fallou tiene a precisare che in quel “quadernino” scrive tutto ciò che lo incuriosisce.
4. 5. 8. Alla domanda posta, ad Cosa cambieresti della Johnny, un bambino giunto una vivace classe di terza Costituzione? Abbiamo in Italia, a Porto Recanati, elementare, su cosa chiesto ad una classe di dalla Bosnia poco più di un piacerebbe diventare da quinta elementare. anno fa, ci tiene a dirci una grandi agli alunni, colpisce Matteo, di origine italiana, cosa, importante: “Io sono la nostra attenzione la risponde: “Io cambierei stato accolto molto bene in risposta, univoca, di diverse l’articolo 3. L’unica razza è questa classe”. bambine. Tutte da grandi quella umana. Sostituirei la Se dobbiamo valutare il vogliono diventare parola razza con etnia”. È livello di inclusione in Italia maestre. Le bambine sono ammirevole la lucidità con non possiamo non davvero tante in questa cui questo giovanissimo ci soffermarci sulla qualità di classe, così come tanti risponde e il tono della sua vita dei bambini dentro e sono i loro background voce quasi ci rimprovera fuori la scuola. migratori. sulla logica di un atto che aspetta ancora di essere Una classe che potremmo compiuto. definire colorata culturalmente e lo è perché 6. alcune di loro, di origine pakistana, portano dei C’è una certa leggerezza vestitini tradizionali dai con cui i bambini colori sgargianti, e la affrontano certi temi e la maestra non resiste nel cittadinanza è uno di quelli. farceli notare. “Voglio fare Alessandro, dallo sguardo la maestra” è una risposta birbante ci spiazza con una che riecheggia più volte e sua affermazione: “Io ho gli sguardi di complicità e due cittadinanze: di giorno ammirazione tra alunne e italiano e di notte russo! maestra svelano quanto importante è il ruolo del 7. docente. Non è uno o una Erica, in prima media, che insegna, ma è un durante un nostro punto di riferimento, una confronto sul senso di persona che se capace di responsabilità e trasmettere il suo amore convivenza, ci dice: “Mio per il suo ruolo, finisce per padre dice che gli stranieri determinare percorsi di devono rimanere a casa vita. Questo per noi loro, ma io lo correggo significa ius culturae, sempre.” questa è la cultura che anima la scuola e le prospettive di chi la vive. Ci vuole coraggio e persistenza a rispondere a tutto ciò che va contro i principi di una comunità rispettosa, e i giovanissimi lo dimostrano continuamente.
La conclusione Si concludono le attività presso l’IC Enrico Medi, ma rimane forte la voglia di ritrovarsi e portare avanti quanto iniziato insieme quest’anno. Certamente quest’esperienza ci ha concesso la possibilità di farci promotori di un’italianità autentica, che narra presente e futuro del nostro Paese, ma al contempo ci siamo resi conto del grande lavoro che la scuola svolge e che va supportato. Questo pensiero, come altri, sarà nostra cura e impegno ribadirlo nel nostro Manifesto e nello specifico nel capitolo dedicato alla scuola.
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