Astronomia Egizia - Un doveroso ringraziamento a Mirabello Mattera (il nostro archeologo di fiducia) per la lettura attenta, la segnalazione di ...

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Astronomia Egizia - Un doveroso ringraziamento a Mirabello Mattera (il nostro archeologo di fiducia) per la lettura attenta, la segnalazione di ...
Astronomia Egizia

Un doveroso ringraziamento a Mirabello Mattera (il nostro archeologo di fiducia) per la
lettura attenta, la segnalazione di alcune imprecisioni e l’inserimento di alcune
informazioni fondamentali.
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Geb (la Terra) e Nut (il Cielo) fratelli e sposi erano sempre abbracciati e impedivano
alla vita di germogliare, per questa ragione, il dio Atum ordinò al loro padre e suo figlio
Shu (dio dell’aria, dell’atmosfera e del vento) di dividerli, creando lo spazio tra cielo e
terra.

Nut, in quella occasione, formò la volta celeste, sostenuta da Shu, che però fu costretto
a conservare perennemente quella posizione.

                                                                   Dettaglio del papiro di
                                                                   Greenfield (950 a.C. ca) dal
                                                                   libro dei morti di
                                                                   Nestanebeitisheru (foglio 87,
                                                                   93 x 47 cm) conservato al
                                                                   British Museum raffigurante
                                                                   Shu che sorregge la figlia Nut
                                                                   aiutato da due divinità Hehu
                                                                   (8 figli che Shu generò per
                                                                   questo scopo).
                                                                   In basso Geb (la Terra).
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Nestanebeitisheru era la figlia di un importante sacerdote egiziano.
Il suo libro dei morti donato nel 1910 da Edith Mary Greenfield al Museo
britannico è uno dei manoscritti più antichi e completi (96 fogli, in cui è
stato “tagliato” il papiro lungo 37 metri) che ci provengono dall’ Antico Egitto.

I libri dei morti (composti dai sacerdoti egizi in un arco di tempo che va dal
1700 al 700 a.C. circa) erano rotoli che dovevano accompagnare e guidare i
defunti nel viaggio attraverso il mondo dei morti e aiutarli a raggiungere
l’immortalità.
Per questa ragione contenevano istruzioni, formule rituali magiche,
rappresentazioni delle divinità e tutto quanto fosse stato richiesto dal
proprietario che ne commissionava la stesura.

Non esiste un libro dei morti che sia uguale all’altro.
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Precedentemente ai libri dei morti le istruzioni e le frasi propiziatorie erano
scritte direttamente sui muri delle piramidi.
I testi delle piramidi erano riservati solo ai faraoni e in casi eccezionali (a
partire dalla V dinastia) ad alcune delle loro spose .

I testi delle piramidi non contenevano illustrazioni ma soltanto formule rituali
scritte in un linguaggio arcaico e oscuro di difficile comprensione.

                                                    Nella piramide di Unis (2350
                                                    a.C. circa, che apparteneva alla
                                                    V dinastia) a Saqqara è stato
                                                    trovato il più antico testo delle
                                                    piramidi.

                                                    Saqqara (localizzata circa 30 km
                                                    a sud de Il Cairo) era la
                                                    necropoli reale (oltre a i faraoni
                                                    vi furono sepolti per circa 3000
                                                    anni anche nobili, generali,
                                                    funzionari e animali sacrificati).
                                                    Sostituita da Giza prima e dalla
                                                    Valle dei Re poi, rimase un
                                                    importante luogo di sepoltura.
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La camera sepolcrale di Unis e
una parte del testo delle piramidi
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Parte del testo delle piramidi
sulla parete sepolcrale del
faraone Teti (2345- 2333 a.C )
VI dinastia a Saqqara
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Tornando al mito di Geb e Nut

                   Atum (o Ra o Atum-Ra) dio del Sole ha
                   generato due gemelli : il già citato Shu e
                   Tefnut dea dell'umidità.
                   Shu e Tefnut hanno generato Nut e Geb e
                   questi ultimi hanno generato Osiride Seth,
                   Iside e Nefti.
                   Queste 9 divinità costituite da un dio singolo e
                   4 coppie di fratelli sposi formano quella che è
                   chiamata la grande Enneade (*) egiziana
                   (della cosmologia eliopolitana in quanto
                   oggetto di culto prevalentemente ad
                   Heliopolis, un luogo oggi alla periferia de il
                   Cairo, ove si celebrava la divinità e
                   predominanza del Sole).

                       (*) dal greco Enneás (che significa i 9 e
                      che è la traduzione dell’ egizio Psḏt che
                      significa ancora i 9)
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Nell’antico Egitto esisteva più di una cosmogonia
                                               e più di una versione di come le divinità si fossero
                                               o fossero state generate. Celebri sono la
                                               cosmogonia di Hermopolis e il “Testo di
                                               cosmogonia Menfita”, A Menfi, infatti, si celebrava
                                               il culto di Ptah dio creatore e misericordioso (che
                                               ha curiose analogie con il Dio cristiano). Tale
                                               cosmogonia, su epigrafe, viene datato all’epoca
                                               del faraone nubiano Shabaka della 25esima
                                               dinastia.

                                               Tornando all’ enneade eliopolitana:

                                               Shu significa “colui che solleva”, ma anche
                                               “asciutto” o “vuoto”.
                                               Originariamente Nut era la dea del cielo diurno,
                                               ma poi rappresentò il cielo in generale.
                                               Si pensava che il dio-sole, Ra, fosse ingoiato da
                                               Nut dopo il tramonto, e partorito di nuovo
                                               all'alba.
                                               Allo stesso modo, Nut divorava ed espelleva le
                                               stelle facendole rinascere e, per questo motivo,
                                               era considerata una divinità legata alla
Statua di Shu con aspetto di mummia .          resurrezione.
Tomba di Tutankhamen (1341: 1323 a.C           Come tale si trova spesso raffigurata all'interno
ca XVIII dinastia), Museo egizio de Il Cairo
                                               dei sarcofaghi.
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Il viaggio di Atum-Ra e del suo equipaggio “attraverso” Nut avveniva con due
barche: quella del giorno e quella della notte e, secondo alcune mitologie egizie,
egli aveva emanato anche una figlia, Maat.

Maat

Divinità astratta, simbolo della verità e della giustizia.
Prendeva parte alla cerimonia del giudizio del defunto.
Dea della regola a cui dovevano attenersi uomini, re e
dei. Energia coesiva dell’Universo, sovrintendeva
all’Ordine Cosmico.

Notate l'ankh simbolo che compare nelle mani di molte
divinità e che rappresenta il mistero della vita,
l'immortalità e l'universo.
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Il mito di Osiride e Iside è
                                                              narrato da Plutarco
                                                              (filosofo, scrittore e
                                                              sacerdote greco vissuto a
                                                              cavallo del I secolo d.C.)
                                                              nell’ opera i Moralia

                                 Iside la dea madre e regina.
Osiride il dio-re dell’Egitto.
Dopo la morte regna              Alcuni Testi delle Piramidi mettono in
sull’aldilà dove, oltre che      relazione Iside con Sopdet la dea che per
sovrano, è giudice supremo.      gli Egizi rappresentava la stella Sirio.

                                 Altri testi attribuiscono ad Iside il potere di
È un dio risorto, Re
                                 organizzare il comportamento del Sole
dell’Oltretomba                  della Luna e delle Stelle governando il
                                 tempo e le stagioni.
Osiride e Iside hanno avuto un figlio Horus, (il dio
                 falco) che regna sull’Egitto dopo la morte del
                 padre. I faraoni sono considerati suoi
                 discendenti.

                 Osiride (padre di Horus) è stato ucciso dal fratello
                 Seth

dio della siccità e del cattivo tempo,
potenza distruttrice, simbolo del
male. Dio del caos.
Seth era sposato con Nefti protettrice
                                     degli uomini nel momento della loro
                                     morte. Nefti non amava Seth e
                                     secondo alcune mitologie avrebbe
                                     avuto il figlio Anubi da Osiride.

                                                                 Anubi dio sciacallo
                                                                 assiste Horus e
                                                                 Thot nella
Nefti piange la morte di Osiride (questo                         pesatura del cuore
era il gesto del dolore per gli Egizi)                           dei defunti.
Walters Arts Museum Baltimora
Una caratteristica saliente delle divinità egizie
è il Polimorfismo, ovvero un Dio può
assumere più forme (antropomorfa e
zoomorfa). In alcuni casi le divinità vengono
rappresentate con una forma ibrida mediante
corpo umano e testa animale. Nel secolo
scorso un acceso dibattito ha coinvolto gli
Egittologi per stabilire quale tra i due principi
(antropomorfo e zoomorfo) fosse il più antico
dato che ,in base alle fonti iconografiche,
entrambe le rappresentazioni sembrano
coeve. Sappiamo però con certezza che le
rappresentazioni ibride, a metà tra uomo e
animale, sono leggermente più tarde e sono
attestate a partire dalla II dinastia.

Un esempio è il Dio Sobek rappresentato
nella sua forma zoomorfa in una statuetta
votiva (in alto) e nella sua forma ibrida nel
Tempio di Kom-Ombo.
In genere le forme zoomorfe sono
facilmente identificabili nelle specie
animali, unica eccezione è il Dio Seth che
appare con un’iconografia mista che gli
studiosi hanno identificato con diversi
animali: asino, okapi, formichiere o levriero.
In epoca predinastica la sua iconografia
sembra ricordare un canide.
La figura di Seth in genere appare come
caotica e negativa: l’uccisore di Osiride e
il rivale di Horus, inoltre gli Egizi accussano
gli Hyksos di essere adoratori del Dio Seth.

Ma bisogna ricordare anche la
rappresentazione di Seth ,nella sua
versione positiva, nel Libro dell’Amduat
in cui viene rappresentato sulla prua della
barca solare, insieme a Thot, nell’atto di
trafiggere il mostro Apopi in difesa di Ra.
Si ricordi inoltre che alcuni faraoni della
XIX dinastia portavano il nome di “Seti”.
Thot dio della saggezza, messaggero degli dei.

     È il dio della scienza, della scrittura, delle arti magiche e delle fasi lunari.

                                          Rappresentato
                                          generalmente con
                                          sembianze di ibis e più
                                          raramente di babbuino.

Horus (figlio di Osiride e Iside) è spesso incluso
nella piccola enneade, che non contiene obbligatoriamente                         Statuetta di Thot Museo del
soltanto 9 divinità (*). A volte oltre ad Horus sono inclusi                      Louvre (dinastia tolemaica
(nella piccola enneade) anche Anubi Thot e Maat                                   332:30 a.C) h 15 cm.

(*) Talvolta Horus e alcune delle altre divinità di “seconda generazione” prendono il posto di divinità della
grande enneade in modo che la piccola enneade contenga solo 9 divinità.
Una breve excursus sulla civiltà egizia:

Nel 10 000 a.C lungo la valle del Nilo esistevano numerosi insediamenti.

Intorno al 3150 a.C. le popolazioni del Nord e Sud del paese costituirono due
regni (Basso e Alto Egitto) in quello che viene definito il periodo predinastico.

La storia egizia inizia con l'unificazione dei due regni ad opera di Narmer che
fonda la prima dinastia (le dinastie saranno 31 fino alla conquista di Alessandro
Magno del 332 a.C. )
Questo reperto archeologico noto come la
tavolozza di Narmer, è conservato al
Museo de Il Cairo. Si tratta di una tavoletta
in scisto utilizzata dagli egizi per il trucco
che veniva messo all’interno del contenitore
formato dai colli dei due animali sulla
destra. La tavoletta mostra su ciascun lato,
il faraone Narmer che indossa i copricapi
tipici dell’Alto (a sinistra) e Basso (a
destra) Egitto.

A sinistra Narmer sta infierendo su un
nemico (dall’iconografia si tratta
probabilmente di un libico). Sopra al
nemico è presente un falco (simbolo di
Horus) appollaiato su una serie di fiori di
papiro, simbolo del Basso Egitto
(probabilmente segno metaforico della
conquista da parte di Narmer). A destra
invece il sovrano si trova in processione nel
primo pannello e dopo di lui seguono una
serie di personaggi con in mano stendardi
che recano sulla cima diversi simboli
(probabilmente ogni simbolo indicava una
città conquistata da Narmer)

Si notino le 4 teste di mucca che
rappresentano Hathor
Hathor è una divinità appartenente alla religione dell Antico Egitto.

                            Dea della gioia dell'amore della maternità e
                            della bellezza è una delle divinità più
                            importanti e venerate dagli egizi.

                            Il suo culto, di origini preistoriche e
                            predinastiche si protrasse per tutta la storia
                            egizia assumendo particolare importanza in
                            virtù del fatto che Hathor era ritenuta la madre
                            simbolica dei faraoni).

                            Statua di Hathor al Museo di Luxor
Amenofi II (XVIII dinastia) succhia il latte da Hathor (statua conservata al
Museo Egizio de il Cairo).
La dea Hathor (in forma umana ma con le corna di vacca sulla testa)
accoglie il faraone Thutmose IV (XVIII dinastia egizia) nell'aldilà .

Dipinto nella sua tomba nella Valle dei Re.
La storia egizia viene suddivisa in periodi

- Periodo Predinastico (3900 - 3150 a.C. ca), o anche detto periodo di
Naquada (diviso in 3 fasi), fase precedente alle dinastie.

- Periodo Protodinastico (3150-2700 a.C. ca), I e II dinastia;

- Antico Regno (2700 - 2200 a.C. ca), III e VI dinastia (*);

- Primo periodo intermedio (2200- 2050 a.C. ca), dalla VII alla X dinastia;

- Medio regno (2050 - 1800 a.C. ca), dinastie XI e XII;

- Secondo periodo intermedio (1800 - 1530 a.C. ca), dalla XIII alla XVII
dinastia;

- Nuovo Regno (1530 - 1070 a.C. ca), dalla XVIII alla XX dinastia;

- Terzo periodo intermedio (1070 - 640 a.C. ca), dalla XXI alla XXV dinastia

- Periodo Tardo (660 – 332 a.C. ca) dalla XXVI alla XXXI dinastia

(*) Alla IV dinastia appartengono I faraoni Khufu, (Cheope) , Khefren (a cui si deve anche
la Sfinge) e Menkhaura (Micerino). La piramide di Cheope detta anche grande piramide
è una delle 7 meraviglie del mondo antico.
- Periodo protodinastico 3150 - 2700 a.C. ca.

Caratteristiche di questo periodo sono le mastabe tombe monumentali che
resteranno in uso anche durante l'Antico Regno ma non saranno più riservate
ai faraoni (che preferiranno le piramidi) ma ai dignitari di corte, come i nobili,
gli scribi, i sacerdoti e i visir (primi ministri, che avevano il compito di gestire, col
mandato del faraone, tutti gli affari ordinari del regno).

                                                                La mastaba qui
                                                                rappresentata è (a
                                                                Saqqara) quella del
                                                                faraone Shepsekaf
                                                                (della VI dinastia ultima
                                                                dell'Antico Regno). Non
                                                                è chiaro perchè egli
                                                                abbia voluto rompere
                                                                (intorno al 2400 a.C.) la
                                                                tradizione piramidale
                                                                all'epoca già ben
                                                                consolidata.
- Antico Regno 2700 - 2200 a.C. ca

A questo periodo risalgono le piramidi, imponenti monumenti funebri dei sovrani.

La piramidi furono, molto probabilmente un evoluzione delle mastabe, come
suggerito dall'aspetto di quella che è considerata la piramide più antica: la
piramide a gradoni di Djoser (che appare come una serie di mastabe
sovrapposte).

                                                       A Saqqara si trova la più antica
                                                       piramide dell’ Egitto quella del
                                                       faraone Djoser (2700 a.C. ca)
                                                       appartenente alla III dinastia
- Primo periodo intermedio 2200 - 2050 a.C ca

È un periodo di sfaldamento dell'unitarietà dello stato faraonico.

I governatori locali (nomarchi) si rendono autonomi ed indipendenti.

Non è chiara la causa della caduta dell'Antico Regno ma sicuramente furono
determinanti:

- Il lunghissimo regno di Pepi II (VI dinastia, l'ultima dell' Antico Regno). il Papiro
dei Re conservato al Museo Egizio di Torino indica 90 anni di regno, Manetone,
storico egiziano vissuto intorno al 300 a.C., attribuisce a Pepi II 100 anni di regno).
Alla morte di Pepi II si instaurò una estenuante lotta dinastica;
                                          - le rivalità tra i nomarchi per il potere.

                                         Al termine di questo periodo intermedio
                                        sono i principi tebani della XI dinastia a
                                        riunificare l'Egitto.

                                         (Tebe era una città dell'Alto Egitto
                                         localizzata fra le odierne Karnak e Luxor)
- Medio Regno 2050 – 1800 a.C. ca.

È considerato una sorta di epoca classica dell'antico Egitto che torna ad
essere unito sotto i discendenti dei principi di Tebe che si sostituiscono alle
precedenti dinastie.

Durante il Medio Regno il raggio d'influenza dell'Egitto esce al di fuori della
Valle del Nilo, con puntate in direzione della Siria e della Palestina.

Intorno al 1800 a.C. l'Egitto entra nuovamente in una fase di instabilità, (detto
secondo periodo intermedio) caratterizzato da un rapido susseguirsi di sovrani
con regni di breve durata.

Tale instabilità comporterà una nuova rottura dell'unità nazionale anche a causa
dell'aumentato potere di principi semiti di origine asiatica (gli Hyksos) insediatisi
nella regione del delta del Nilo.
- Secondo periodo intermedio 1800 - 1530 a.C. ca

In poco piu di due secoli si sussegue un enorme numero di sovrani. La
ragione è nella breve durata di molti regni e nella loro contemporaneità.

Diversi sovrani regnano solamente su piccole porzioni del territorio e talvolta
(periodo Hyksos) come vassalli di altri.

Anche in questo caso non è chiara la ragione dello sfaldamento dello stato
centralizzato.

Quello che è certo è che in questo periodo si ha una forte immigrazione di
popoli, in parte egizianizzati (gli Hyskos), che prendono il controllo del delta del
Nilo e sconfiggono i sovrani della XIII dinastia (la prima dinastia di questo
secondo periodo intermedio) intorno al 1674 a.C.

Conseguenza di ciò è che per la prima volta nella sua storia l'Egitto cade sotto il
dominio di popoli stranieri, che danno vita alle dinastie XV e XVI.

La lotta per riportare l'Egitto sotto controllo egiziano viene ancora una volta
condotta dai principi di Tebe che danno vita alla XVII dinastia (l'ultima di
questo secondo periodo intermedio).
- Nuovo Regno 1530 - 1070 a.C ca.

   Con la cacciata degli Hyksos i sovrani di Tebe ripresero il controllo dell’ Egitto
   e, per evitare altri attacchi da oriente, estesero la loro influenza nella zona
   dell'alto Eufrate, la regione degli Ittiti.
                                         In questo periodo crebbe il potere del clero
                                         legato al dio tebano Amon (*) potere che
                                         cominciò a porsi in contrapposizione con quello
                                         reale. Per tentare di ridurlo il faraone
                                         Amenophis IV (XVIII dinastia, la prima di
                                         questo periodo) introdusse una riforma religiosa
                                         detta pseudo monoteista in quanto manteneva le
                                         antiche divinità ma riservava l’adorazione solo
                                         al dio Aton (personificazione del disco solare).
                                         Fu il giovane (figlio?) Tutankhamon a
                                         cancellare tale riforma religiosa.

                                        Con la XIX dinastia, che comprende i ben noti
                                        Ramses I e Ramses II (che si scontrò con gli
                                        Iittiti nella famosa battaglia di Qadesh, Kadesh
(*) Amon significa il misterioso o il   nella carta), sembrò che l'equilibrio tra potere
nascosto è un dio creatore              reale e sacerdotale si fosse ristabilito, ma nella
successivamente sarà fuso con Ra e      seconda parte della dinastia il clero tebano
diverrà Amon-Ra (da qui la confusione
con Aton-Ra)                            riprese la scalata al potere temporale.
Nel suo lunghissimo regno (1279 - 1213 a.C.), il faraone Ramses II
 espresse tutta la sua potenza con grandiosi monumenti (Abu-Simbel,
 Karnak, Luxor). Alla sua morte gli successe il figlio Mineptah, e con lui iniziò
 la lenta e inesorabile decadenza dell'impero egiziano: l' anarchia interna e
 l'arrivo delle popolazioni indo-europee iniziarono a rompere il già precario
 equilibrio interno.

                                                 Unica figura di spicco della XX dinastia
                                                 (l'ultima dinastia del Nuovo Regno) è
                                                 Ramses III che riuscì ad impedire alle genti
                                                 conosciute come Popoli del Mare di
                                                 travolgere anche l'Egitto, cosa che già era
                                                 accaduto ad altri imperi come quelli Ittita.

Particolare del tempio di Luxor con colossi di
Ramses II seduti sul trono

La XX dinastia si chiuse con una serie di sovrani minori che lasciarono spazio
alle pretese del clero tebano. La conseguenza fu una nuova divisione
dell'Egitto, che si protrasse per più di quattro secoli.
- Terzo periodo intermedio 1070 - 640 a.C. ca

Già sul finire della XX dinastia, durante il regno di Ramses (o Ramesse) XI, il
potere regio aveva subito un grave colpo a causa della situazione creatasi nella
regione intorno a Tebe dove Herihor, dopo aver assunto la carica di Primo Profeta di
Amon l'aveva resa ereditaria (Dinastia dei Primi Profeti di Amon) adottando anche la
titolatura riservata al sovrano.

Il fondatore della XXI dinastia, Smendes, che era stato in precedenza visir di
Ramesse XI, accettò questa diarchia di fatto e regnò sul Basso Egitto e su parte del
Medio.

La situazione si perpetuò per tutto l'arco di tempo coperto dalla XXI dinastia senza
mai sfociare in uno scontro aperto.

Questa diminuità sovranità reale ebbe come effetto che le popolazioni libiche
entrate in Egitto come prigionieri di guerra al tempo di Ramses III e poi rimaste in
qualità di mercenari diedero vita ad una serie di principati semi-indipendenti

L
. a XXI dinastia si concluse con la totale frammentazione del potere che sarebbe
giunto ad avere le tre dinastie successive (dalla XXII alla XXIV) che regnavano
contemporaneamente su alcune parti dell'Egitto. Un momento di ripresa sembrò
esservi con la XXV dinastia (l'ultima di questo periodo) i cui sovrani tentarono di
riunificare l'Egitto ma furono sconfitti prima dagli Assiri che avevano invaso
l'Egitto e poi Psammetico I (primo sovrano della XXVI dinastia).
- Psammetico I riuscì a riunificare sotto il suo potere l'intero Egitto.

- Nel 524 a.C., durante la XXVII dinastia, i Persiani conquistarono per la prima volta
l'Egitto.

- L’ultima dinastia egiziana fu la XXX che iniziò nel 380 e terminò nel 343 a.C.

- La XXXI dinastia fu persiana.

- Nel 332 a.C. gli egiziani chiesero aiuto ad Alessandro Magno. Dichiarato “figlio
di Ra” fondò la città di Alessandria che sarebbe divenuta in breve la capitale
culturale del mondo antico..

- Alla morte di Alessandro Magno ebbe inizio la dinastia tolemaica che iniziò il
processo di ellenizzazione del paese.

- Nei due secoli che precedettero la nascita di Cristo, l'Egitto divenne sempre più
debole fino a ridursi (nel 30 a.C.) ad una colonia di Roma.

- Nel 595 d.C., alla morte di Teodosio, l'Egitto entrò a far parte dell'Impero d'Oriente.
Poco è pervenuto dell’ astronomia Egizia: solo un papiro (il Carlsberg 1)
dell’epoca tarda contenente scarse annotazioni.

È difficile ricostruire le loro conoscenze che comunque appaiono di gran lunga
inferiori a quelle babilonesi.

Non abbiamo annotazioni di dati (posizioni planetarie) né di fenomeni (come ad
esempio eclissi o comete)

Non avevano grandi conoscenze o il materiale su cui le annotavano è andato
deperito ?
Il calendario egizio era costituito da 3 stagioni (akhet = inondazione, proye=
inverno, shomu= estate) di 4 mesi di 30 giorni ciascuna per un totale di 360 giorni
seguiti da 5 giorni supplementari chiamati in egizio “quelli che sono fuori dall'anno”
e detti oggi “epagomeni“ (ossia supplementari) secondo la denominazione greca.

A partire dal Nuovo Regno (1540 -1076 a.C circa) e soprattutto in epoca greco-
romana (dal 332 a.C.) ogni mese ricevette un nome proprio
Il primo giorno dell'anno era fissato in coincidenza con il “sorgere eliaco”, di
Sirio la stella “fissa” più luminosa, identificata dagli Egiziani con una dea
chiamata Spdt (o Sopdet, Sothis per i Greci), invisibile in Egitto da 55 a 70
giorni l'anno, a seconda del luogo e del secolo.

Poiché l'anno egizio era più corto di quasi un quarto di giorno rispetto a quello
naturale, sarebbe stato necessario inserire ogni 4 anni un giorno intercalare,
ma non venne mai fatto.

Un unico tentativo durante il nono anno del regno di Tolomeo III Evergete (238
a.C.), non ebbe successo.

Non si conosce il motivo per cui gli Egizi non vollero introdurre giorni intercalari;
forse la presenza di un giorno supplementare ogni 4 anni era in contrasto con la
loro idea di simmetria e avrebbe distrutto l'ordine del calendario, basato su
uniformità e regolarità complete.

Si dice anche che i giorni epagomeni fossero considerati “sacri” in quanto
legati ai 5 figli generati dalla dea del cielo Nut: Osiride , Iside, Seth e Nefti a
cui era stato aggiunto Horus che sarebbe stato concepito da Iside e Osiride nel
grembo materno.
A Il Cairo oggi (2019) la levata eliaca di Sirio avviene ai primi di agosto
A Il Cairo nel 3000 aC, la levata eliaca di Sirio avveniva intorno al 24 giugno...data che tuttavia non torna con quanto
ottenuto da Stellarium (cfr l’immagine qui sopra) secondo cui la levata eliaca sarebbe stata prossima al 10 luglio. (E’ un
problema di Stellarium legato all’utilizzo di date “negative” (-3000)? Sto indagando….). Al di là del giorno comunque è
importante che teniate presente la “sostanza” ossia che per effetto della precessione degli equinozi le date degli eventi
legati alle stelle si spostano in avanti col passare dei secoli.
Il giorno degli Egizi era suddiviso in 24 ore: 12 notturne e 12 diurne.

La lunghezza delle ore non era fissa, ma variava con la stagione, in modo da
avere sempre 12 ore di luce e 12 ore di buio. Pertanto in inverno, le ore diurne
erano più corte di quella notturne, mentre in estate accadeva l'opposto.

Il giorno degli Egizi iniziava sempre con il sorgere del sole.

In alcuni testi ogni ora ha uno specifico nome, in altri testi le ore sono
identificate con numeri ordinali.
Le conoscenze astronomiche egizie non possono essere dedotte da papiri
astronomici che invece esistono per quanto riguarda la matematica ma solo da
raffigurazioni astronomiche che si ritrovano in diverse fonti.

In particolare

  - sui coperchi di sarcofagi dell’Antico Regno si trovano rappresentazioni di
stelle singole o costellazioni, accompagnati da geroglifici di difficile decifrazione.

  - sui coperchi di sarcofagi del Medio Regno fanno la loro prima apparizione
gli orologi stellari diagonali, vere e proprie effemeridi delle stelle.

 - All’inizio del Nuovo Regno compaiono invece orologi stellari diversi dai
precedenti. Su di essi si trovano indicate le culminazioni superiori delle stelle
(transiti al meridiano). Questi orologi vengono perfezionati durante l'ultima (XX)
dinastia (del Nuovo Regno).

(PS ho appositamente usato i termini sarcofagi e sarcofaghi dopo aver controllato- Accademia della
Crusca- che entrambi sono corretti...)
Orologio stellare (Museo Egizio di Torino)
Le Costellazioni

A causa della scarsità di ritrovamenti archeologici di puro carattere
astronomico non è facile dare un volto preciso alle costellazioni egizie.

Le pochissime informazioni che abbiamo sono quelle ricavabili dagli orologi
stellari riprodotti sui sarcofagi e sui soffitti dei templi.

I primi esemplari di orologi stellari risalgono al 2000 a.C. circa e vi sono
raffigurate principalmente 3 costellazioni: Orione (Osiride), l’Orsa Maggiore (la
zampa del Toro) e il Drago (un ippopotamo con un coccodrillo sulla schiena)
nonché la stella Sirio (raffigurata nelle vesti della dea Sothis);

La rappresentazione classica greca vede nel cielo il combattimento del
cacciatore Orione con il Toro mentre per gli Antichi Egizi questa scena è
totalmente diversa. Osiride governava due regni: quello del cielo e quello
dell’Oltretomba e nelle bende che avvolgevano le mummie indossa la bianca
corona d’Egitto che è la “nostra” costellazione del Toro.
Soffitto astronomico della
 tomba di Senenmut, Deir el
 Bahari, Tebe

Senenmut architetto, capo di
stato e consigliere della
regina Hatshepsut (XVIII
dinastia), diede origine alla
tradizione dei soffitti
astronomici che continuò
successivamente a Tebe.
Soffitto astronomico
della tomba di Seti I, (XIX
dinastia)

Valle dei Re, Tebe.
Gli Egizi sapevano che I pianeti erano dotati di movimento rispetto alle stelle fisse
e li indicavano in questo ordine Giove, Saturno, Marte, Mercurio e Venere.

Giove era una delle rappresentazioni di Horus: una divinità con la testa di falcone
in piedi su una barca e con una stella sulla testa e veniva chiamato stella
risplendente o servitore del sud.

Saturno era ancora una volta un aspetto di Horus e veniva chiamato la stella
orientale che attraversa il cielo o Horus il toro; un’altra rappresentazione era quella
del Dio Ptah.

Marte era Horus il Rosso o Horus all’orizzonte.

Mercurio era Seth nel crepuscolo serale ed un altro dio non ben identificato nel
cielo mattutino e veniva chiamato il servitore del nord.

Venere è fonte di diverse interpretazioni: Uati come stella serale e Tiu-Nutiri come
stella che preannuncia il mattino, ma anche Hathor e Bastet (la dea gatto)
rispettivamente dea dell’amore spirituale e dell' amore fisico.
Parte del soffitto astronomico del Ramesseum raffigurante nell’ordine i 5
pianeti Venere, Mercurio, Marte, Saturno, Giove e la stella Sirio
Il Ramesseum, monumento funerario di Ramses II a Luxor
- A partire dal 300 a.C. compaiono sui soffitti dei templi i primi zodiaci egizio-
babilonesi (il più famoso dei quali è quello di Dendera e dal 200 a.C.) e i primi papiri,
scritti anche in greco tipo astronomico-astrologico e testi planetari contenenti la
posizione dei pianeti rispetto alle costellazioni.

In queste ultime fonti si vede chiaramente l’influenza ellenistica.

                                                                  Lo zodiaco di
                                                                  Dendera (un
                                                                  bassorilievo del
                                                                  soffitto di una
                                                                  cappella dedicata a
                                                                  Osiride nel tempio di
                                                                  Hathor a Dendera)
                                                                  è visibile al Louvre.
Il tempio di Hathor a Dendera
Lo zodiaco di Dendera riprodotto da un’artista del XIX secolo.
Ma in Egitto
                                                     esistono anche
                                                     tracce di
                                                     qualcosa di
                                                     molto più antico
                                                     che è stato
                                                     rinvenuto a
                                                     Nabta (nel 1973)

                                                     nella parte
                                                     meridionale del
                                                     deserto del
                                                     Sahara

Edificata intorno al 7000 a.C. da una popolazione di cui non si sa nulla.
Nabtala
                                                             Stonhenge
                                                             dell'antico Egitto
                                                             (fatte le debite
                                                             proporzioni: le
                                                             pietre qui sono
                                                             alte circa 1
                                                             metro)

                                                             Complesso edificato
                                                             intorno al 7000 a.C.
                                                             da una popolazione
                                                             di cui non si sa quasi
                                                             nulla.

Una coppia di pietre permette di osservare il sorgere del Sole al solstizio
d'estate. Nabta è vicina al tropico del Cancro e al solstizio d'estate il Sole si
trova allo zenit e le pietre non proiettano ombre. Si suppone che questo effetto
fosse considerato importante dal punto di vista religioso.

Le pietre piatte sono probabilmente tombe rituali sotto di esse sono stati trovati
scheletri di animali in particolari scheletri di Toro. Ci si domanda se possa
esistere una correlazione con l’epiteto “Toro possente” che nel successivo
periodo dinastico avrebbe designato il sovrano.
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