Astronomia Egizia - Un doveroso ringraziamento a Mirabello Mattera (il nostro archeologo di fiducia) per la lettura attenta, la segnalazione di ...
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Astronomia Egizia Un doveroso ringraziamento a Mirabello Mattera (il nostro archeologo di fiducia) per la lettura attenta, la segnalazione di alcune imprecisioni e l’inserimento di alcune informazioni fondamentali.
Geb (la Terra) e Nut (il Cielo) fratelli e sposi erano sempre abbracciati e impedivano alla vita di germogliare, per questa ragione, il dio Atum ordinò al loro padre e suo figlio Shu (dio dell’aria, dell’atmosfera e del vento) di dividerli, creando lo spazio tra cielo e terra. Nut, in quella occasione, formò la volta celeste, sostenuta da Shu, che però fu costretto a conservare perennemente quella posizione. Dettaglio del papiro di Greenfield (950 a.C. ca) dal libro dei morti di Nestanebeitisheru (foglio 87, 93 x 47 cm) conservato al British Museum raffigurante Shu che sorregge la figlia Nut aiutato da due divinità Hehu (8 figli che Shu generò per questo scopo). In basso Geb (la Terra).
Nestanebeitisheru era la figlia di un importante sacerdote egiziano. Il suo libro dei morti donato nel 1910 da Edith Mary Greenfield al Museo britannico è uno dei manoscritti più antichi e completi (96 fogli, in cui è stato “tagliato” il papiro lungo 37 metri) che ci provengono dall’ Antico Egitto. I libri dei morti (composti dai sacerdoti egizi in un arco di tempo che va dal 1700 al 700 a.C. circa) erano rotoli che dovevano accompagnare e guidare i defunti nel viaggio attraverso il mondo dei morti e aiutarli a raggiungere l’immortalità. Per questa ragione contenevano istruzioni, formule rituali magiche, rappresentazioni delle divinità e tutto quanto fosse stato richiesto dal proprietario che ne commissionava la stesura. Non esiste un libro dei morti che sia uguale all’altro.
Precedentemente ai libri dei morti le istruzioni e le frasi propiziatorie erano scritte direttamente sui muri delle piramidi. I testi delle piramidi erano riservati solo ai faraoni e in casi eccezionali (a partire dalla V dinastia) ad alcune delle loro spose . I testi delle piramidi non contenevano illustrazioni ma soltanto formule rituali scritte in un linguaggio arcaico e oscuro di difficile comprensione. Nella piramide di Unis (2350 a.C. circa, che apparteneva alla V dinastia) a Saqqara è stato trovato il più antico testo delle piramidi. Saqqara (localizzata circa 30 km a sud de Il Cairo) era la necropoli reale (oltre a i faraoni vi furono sepolti per circa 3000 anni anche nobili, generali, funzionari e animali sacrificati). Sostituita da Giza prima e dalla Valle dei Re poi, rimase un importante luogo di sepoltura.
Parte del testo delle piramidi sulla parete sepolcrale del faraone Teti (2345- 2333 a.C ) VI dinastia a Saqqara
Tornando al mito di Geb e Nut Atum (o Ra o Atum-Ra) dio del Sole ha generato due gemelli : il già citato Shu e Tefnut dea dell'umidità. Shu e Tefnut hanno generato Nut e Geb e questi ultimi hanno generato Osiride Seth, Iside e Nefti. Queste 9 divinità costituite da un dio singolo e 4 coppie di fratelli sposi formano quella che è chiamata la grande Enneade (*) egiziana (della cosmologia eliopolitana in quanto oggetto di culto prevalentemente ad Heliopolis, un luogo oggi alla periferia de il Cairo, ove si celebrava la divinità e predominanza del Sole). (*) dal greco Enneás (che significa i 9 e che è la traduzione dell’ egizio Psḏt che significa ancora i 9)
Nell’antico Egitto esisteva più di una cosmogonia e più di una versione di come le divinità si fossero o fossero state generate. Celebri sono la cosmogonia di Hermopolis e il “Testo di cosmogonia Menfita”, A Menfi, infatti, si celebrava il culto di Ptah dio creatore e misericordioso (che ha curiose analogie con il Dio cristiano). Tale cosmogonia, su epigrafe, viene datato all’epoca del faraone nubiano Shabaka della 25esima dinastia. Tornando all’ enneade eliopolitana: Shu significa “colui che solleva”, ma anche “asciutto” o “vuoto”. Originariamente Nut era la dea del cielo diurno, ma poi rappresentò il cielo in generale. Si pensava che il dio-sole, Ra, fosse ingoiato da Nut dopo il tramonto, e partorito di nuovo all'alba. Allo stesso modo, Nut divorava ed espelleva le stelle facendole rinascere e, per questo motivo, era considerata una divinità legata alla Statua di Shu con aspetto di mummia . resurrezione. Tomba di Tutankhamen (1341: 1323 a.C Come tale si trova spesso raffigurata all'interno ca XVIII dinastia), Museo egizio de Il Cairo dei sarcofaghi.
Il viaggio di Atum-Ra e del suo equipaggio “attraverso” Nut avveniva con due barche: quella del giorno e quella della notte e, secondo alcune mitologie egizie, egli aveva emanato anche una figlia, Maat. Maat Divinità astratta, simbolo della verità e della giustizia. Prendeva parte alla cerimonia del giudizio del defunto. Dea della regola a cui dovevano attenersi uomini, re e dei. Energia coesiva dell’Universo, sovrintendeva all’Ordine Cosmico. Notate l'ankh simbolo che compare nelle mani di molte divinità e che rappresenta il mistero della vita, l'immortalità e l'universo.
Il mito di Osiride e Iside è narrato da Plutarco (filosofo, scrittore e sacerdote greco vissuto a cavallo del I secolo d.C.) nell’ opera i Moralia Iside la dea madre e regina. Osiride il dio-re dell’Egitto. Dopo la morte regna Alcuni Testi delle Piramidi mettono in sull’aldilà dove, oltre che relazione Iside con Sopdet la dea che per sovrano, è giudice supremo. gli Egizi rappresentava la stella Sirio. Altri testi attribuiscono ad Iside il potere di È un dio risorto, Re organizzare il comportamento del Sole dell’Oltretomba della Luna e delle Stelle governando il tempo e le stagioni.
Osiride e Iside hanno avuto un figlio Horus, (il dio falco) che regna sull’Egitto dopo la morte del padre. I faraoni sono considerati suoi discendenti. Osiride (padre di Horus) è stato ucciso dal fratello Seth dio della siccità e del cattivo tempo, potenza distruttrice, simbolo del male. Dio del caos.
Seth era sposato con Nefti protettrice degli uomini nel momento della loro morte. Nefti non amava Seth e secondo alcune mitologie avrebbe avuto il figlio Anubi da Osiride. Anubi dio sciacallo assiste Horus e Thot nella Nefti piange la morte di Osiride (questo pesatura del cuore era il gesto del dolore per gli Egizi) dei defunti. Walters Arts Museum Baltimora
Una caratteristica saliente delle divinità egizie è il Polimorfismo, ovvero un Dio può assumere più forme (antropomorfa e zoomorfa). In alcuni casi le divinità vengono rappresentate con una forma ibrida mediante corpo umano e testa animale. Nel secolo scorso un acceso dibattito ha coinvolto gli Egittologi per stabilire quale tra i due principi (antropomorfo e zoomorfo) fosse il più antico dato che ,in base alle fonti iconografiche, entrambe le rappresentazioni sembrano coeve. Sappiamo però con certezza che le rappresentazioni ibride, a metà tra uomo e animale, sono leggermente più tarde e sono attestate a partire dalla II dinastia. Un esempio è il Dio Sobek rappresentato nella sua forma zoomorfa in una statuetta votiva (in alto) e nella sua forma ibrida nel Tempio di Kom-Ombo.
In genere le forme zoomorfe sono facilmente identificabili nelle specie animali, unica eccezione è il Dio Seth che appare con un’iconografia mista che gli studiosi hanno identificato con diversi animali: asino, okapi, formichiere o levriero. In epoca predinastica la sua iconografia sembra ricordare un canide. La figura di Seth in genere appare come caotica e negativa: l’uccisore di Osiride e il rivale di Horus, inoltre gli Egizi accussano gli Hyksos di essere adoratori del Dio Seth. Ma bisogna ricordare anche la rappresentazione di Seth ,nella sua versione positiva, nel Libro dell’Amduat in cui viene rappresentato sulla prua della barca solare, insieme a Thot, nell’atto di trafiggere il mostro Apopi in difesa di Ra. Si ricordi inoltre che alcuni faraoni della XIX dinastia portavano il nome di “Seti”.
Thot dio della saggezza, messaggero degli dei. È il dio della scienza, della scrittura, delle arti magiche e delle fasi lunari. Rappresentato generalmente con sembianze di ibis e più raramente di babbuino. Horus (figlio di Osiride e Iside) è spesso incluso nella piccola enneade, che non contiene obbligatoriamente Statuetta di Thot Museo del soltanto 9 divinità (*). A volte oltre ad Horus sono inclusi Louvre (dinastia tolemaica (nella piccola enneade) anche Anubi Thot e Maat 332:30 a.C) h 15 cm. (*) Talvolta Horus e alcune delle altre divinità di “seconda generazione” prendono il posto di divinità della grande enneade in modo che la piccola enneade contenga solo 9 divinità.
Una breve excursus sulla civiltà egizia: Nel 10 000 a.C lungo la valle del Nilo esistevano numerosi insediamenti. Intorno al 3150 a.C. le popolazioni del Nord e Sud del paese costituirono due regni (Basso e Alto Egitto) in quello che viene definito il periodo predinastico. La storia egizia inizia con l'unificazione dei due regni ad opera di Narmer che fonda la prima dinastia (le dinastie saranno 31 fino alla conquista di Alessandro Magno del 332 a.C. )
Questo reperto archeologico noto come la tavolozza di Narmer, è conservato al Museo de Il Cairo. Si tratta di una tavoletta in scisto utilizzata dagli egizi per il trucco che veniva messo all’interno del contenitore formato dai colli dei due animali sulla destra. La tavoletta mostra su ciascun lato, il faraone Narmer che indossa i copricapi tipici dell’Alto (a sinistra) e Basso (a destra) Egitto. A sinistra Narmer sta infierendo su un nemico (dall’iconografia si tratta probabilmente di un libico). Sopra al nemico è presente un falco (simbolo di Horus) appollaiato su una serie di fiori di papiro, simbolo del Basso Egitto (probabilmente segno metaforico della conquista da parte di Narmer). A destra invece il sovrano si trova in processione nel primo pannello e dopo di lui seguono una serie di personaggi con in mano stendardi che recano sulla cima diversi simboli (probabilmente ogni simbolo indicava una città conquistata da Narmer) Si notino le 4 teste di mucca che rappresentano Hathor
Hathor è una divinità appartenente alla religione dell Antico Egitto. Dea della gioia dell'amore della maternità e della bellezza è una delle divinità più importanti e venerate dagli egizi. Il suo culto, di origini preistoriche e predinastiche si protrasse per tutta la storia egizia assumendo particolare importanza in virtù del fatto che Hathor era ritenuta la madre simbolica dei faraoni). Statua di Hathor al Museo di Luxor
Amenofi II (XVIII dinastia) succhia il latte da Hathor (statua conservata al Museo Egizio de il Cairo).
La dea Hathor (in forma umana ma con le corna di vacca sulla testa) accoglie il faraone Thutmose IV (XVIII dinastia egizia) nell'aldilà . Dipinto nella sua tomba nella Valle dei Re.
La storia egizia viene suddivisa in periodi - Periodo Predinastico (3900 - 3150 a.C. ca), o anche detto periodo di Naquada (diviso in 3 fasi), fase precedente alle dinastie. - Periodo Protodinastico (3150-2700 a.C. ca), I e II dinastia; - Antico Regno (2700 - 2200 a.C. ca), III e VI dinastia (*); - Primo periodo intermedio (2200- 2050 a.C. ca), dalla VII alla X dinastia; - Medio regno (2050 - 1800 a.C. ca), dinastie XI e XII; - Secondo periodo intermedio (1800 - 1530 a.C. ca), dalla XIII alla XVII dinastia; - Nuovo Regno (1530 - 1070 a.C. ca), dalla XVIII alla XX dinastia; - Terzo periodo intermedio (1070 - 640 a.C. ca), dalla XXI alla XXV dinastia - Periodo Tardo (660 – 332 a.C. ca) dalla XXVI alla XXXI dinastia (*) Alla IV dinastia appartengono I faraoni Khufu, (Cheope) , Khefren (a cui si deve anche la Sfinge) e Menkhaura (Micerino). La piramide di Cheope detta anche grande piramide è una delle 7 meraviglie del mondo antico.
- Periodo protodinastico 3150 - 2700 a.C. ca. Caratteristiche di questo periodo sono le mastabe tombe monumentali che resteranno in uso anche durante l'Antico Regno ma non saranno più riservate ai faraoni (che preferiranno le piramidi) ma ai dignitari di corte, come i nobili, gli scribi, i sacerdoti e i visir (primi ministri, che avevano il compito di gestire, col mandato del faraone, tutti gli affari ordinari del regno). La mastaba qui rappresentata è (a Saqqara) quella del faraone Shepsekaf (della VI dinastia ultima dell'Antico Regno). Non è chiaro perchè egli abbia voluto rompere (intorno al 2400 a.C.) la tradizione piramidale all'epoca già ben consolidata.
- Antico Regno 2700 - 2200 a.C. ca A questo periodo risalgono le piramidi, imponenti monumenti funebri dei sovrani. La piramidi furono, molto probabilmente un evoluzione delle mastabe, come suggerito dall'aspetto di quella che è considerata la piramide più antica: la piramide a gradoni di Djoser (che appare come una serie di mastabe sovrapposte). A Saqqara si trova la più antica piramide dell’ Egitto quella del faraone Djoser (2700 a.C. ca) appartenente alla III dinastia
- Primo periodo intermedio 2200 - 2050 a.C ca È un periodo di sfaldamento dell'unitarietà dello stato faraonico. I governatori locali (nomarchi) si rendono autonomi ed indipendenti. Non è chiara la causa della caduta dell'Antico Regno ma sicuramente furono determinanti: - Il lunghissimo regno di Pepi II (VI dinastia, l'ultima dell' Antico Regno). il Papiro dei Re conservato al Museo Egizio di Torino indica 90 anni di regno, Manetone, storico egiziano vissuto intorno al 300 a.C., attribuisce a Pepi II 100 anni di regno). Alla morte di Pepi II si instaurò una estenuante lotta dinastica; - le rivalità tra i nomarchi per il potere. Al termine di questo periodo intermedio sono i principi tebani della XI dinastia a riunificare l'Egitto. (Tebe era una città dell'Alto Egitto localizzata fra le odierne Karnak e Luxor)
- Medio Regno 2050 – 1800 a.C. ca. È considerato una sorta di epoca classica dell'antico Egitto che torna ad essere unito sotto i discendenti dei principi di Tebe che si sostituiscono alle precedenti dinastie. Durante il Medio Regno il raggio d'influenza dell'Egitto esce al di fuori della Valle del Nilo, con puntate in direzione della Siria e della Palestina. Intorno al 1800 a.C. l'Egitto entra nuovamente in una fase di instabilità, (detto secondo periodo intermedio) caratterizzato da un rapido susseguirsi di sovrani con regni di breve durata. Tale instabilità comporterà una nuova rottura dell'unità nazionale anche a causa dell'aumentato potere di principi semiti di origine asiatica (gli Hyksos) insediatisi nella regione del delta del Nilo.
- Secondo periodo intermedio 1800 - 1530 a.C. ca In poco piu di due secoli si sussegue un enorme numero di sovrani. La ragione è nella breve durata di molti regni e nella loro contemporaneità. Diversi sovrani regnano solamente su piccole porzioni del territorio e talvolta (periodo Hyksos) come vassalli di altri. Anche in questo caso non è chiara la ragione dello sfaldamento dello stato centralizzato. Quello che è certo è che in questo periodo si ha una forte immigrazione di popoli, in parte egizianizzati (gli Hyskos), che prendono il controllo del delta del Nilo e sconfiggono i sovrani della XIII dinastia (la prima dinastia di questo secondo periodo intermedio) intorno al 1674 a.C. Conseguenza di ciò è che per la prima volta nella sua storia l'Egitto cade sotto il dominio di popoli stranieri, che danno vita alle dinastie XV e XVI. La lotta per riportare l'Egitto sotto controllo egiziano viene ancora una volta condotta dai principi di Tebe che danno vita alla XVII dinastia (l'ultima di questo secondo periodo intermedio).
- Nuovo Regno 1530 - 1070 a.C ca. Con la cacciata degli Hyksos i sovrani di Tebe ripresero il controllo dell’ Egitto e, per evitare altri attacchi da oriente, estesero la loro influenza nella zona dell'alto Eufrate, la regione degli Ittiti. In questo periodo crebbe il potere del clero legato al dio tebano Amon (*) potere che cominciò a porsi in contrapposizione con quello reale. Per tentare di ridurlo il faraone Amenophis IV (XVIII dinastia, la prima di questo periodo) introdusse una riforma religiosa detta pseudo monoteista in quanto manteneva le antiche divinità ma riservava l’adorazione solo al dio Aton (personificazione del disco solare). Fu il giovane (figlio?) Tutankhamon a cancellare tale riforma religiosa. Con la XIX dinastia, che comprende i ben noti Ramses I e Ramses II (che si scontrò con gli Iittiti nella famosa battaglia di Qadesh, Kadesh (*) Amon significa il misterioso o il nella carta), sembrò che l'equilibrio tra potere nascosto è un dio creatore reale e sacerdotale si fosse ristabilito, ma nella successivamente sarà fuso con Ra e seconda parte della dinastia il clero tebano diverrà Amon-Ra (da qui la confusione con Aton-Ra) riprese la scalata al potere temporale.
Nel suo lunghissimo regno (1279 - 1213 a.C.), il faraone Ramses II espresse tutta la sua potenza con grandiosi monumenti (Abu-Simbel, Karnak, Luxor). Alla sua morte gli successe il figlio Mineptah, e con lui iniziò la lenta e inesorabile decadenza dell'impero egiziano: l' anarchia interna e l'arrivo delle popolazioni indo-europee iniziarono a rompere il già precario equilibrio interno. Unica figura di spicco della XX dinastia (l'ultima dinastia del Nuovo Regno) è Ramses III che riuscì ad impedire alle genti conosciute come Popoli del Mare di travolgere anche l'Egitto, cosa che già era accaduto ad altri imperi come quelli Ittita. Particolare del tempio di Luxor con colossi di Ramses II seduti sul trono La XX dinastia si chiuse con una serie di sovrani minori che lasciarono spazio alle pretese del clero tebano. La conseguenza fu una nuova divisione dell'Egitto, che si protrasse per più di quattro secoli.
- Terzo periodo intermedio 1070 - 640 a.C. ca Già sul finire della XX dinastia, durante il regno di Ramses (o Ramesse) XI, il potere regio aveva subito un grave colpo a causa della situazione creatasi nella regione intorno a Tebe dove Herihor, dopo aver assunto la carica di Primo Profeta di Amon l'aveva resa ereditaria (Dinastia dei Primi Profeti di Amon) adottando anche la titolatura riservata al sovrano. Il fondatore della XXI dinastia, Smendes, che era stato in precedenza visir di Ramesse XI, accettò questa diarchia di fatto e regnò sul Basso Egitto e su parte del Medio. La situazione si perpetuò per tutto l'arco di tempo coperto dalla XXI dinastia senza mai sfociare in uno scontro aperto. Questa diminuità sovranità reale ebbe come effetto che le popolazioni libiche entrate in Egitto come prigionieri di guerra al tempo di Ramses III e poi rimaste in qualità di mercenari diedero vita ad una serie di principati semi-indipendenti L . a XXI dinastia si concluse con la totale frammentazione del potere che sarebbe giunto ad avere le tre dinastie successive (dalla XXII alla XXIV) che regnavano contemporaneamente su alcune parti dell'Egitto. Un momento di ripresa sembrò esservi con la XXV dinastia (l'ultima di questo periodo) i cui sovrani tentarono di riunificare l'Egitto ma furono sconfitti prima dagli Assiri che avevano invaso l'Egitto e poi Psammetico I (primo sovrano della XXVI dinastia).
- Psammetico I riuscì a riunificare sotto il suo potere l'intero Egitto. - Nel 524 a.C., durante la XXVII dinastia, i Persiani conquistarono per la prima volta l'Egitto. - L’ultima dinastia egiziana fu la XXX che iniziò nel 380 e terminò nel 343 a.C. - La XXXI dinastia fu persiana. - Nel 332 a.C. gli egiziani chiesero aiuto ad Alessandro Magno. Dichiarato “figlio di Ra” fondò la città di Alessandria che sarebbe divenuta in breve la capitale culturale del mondo antico.. - Alla morte di Alessandro Magno ebbe inizio la dinastia tolemaica che iniziò il processo di ellenizzazione del paese. - Nei due secoli che precedettero la nascita di Cristo, l'Egitto divenne sempre più debole fino a ridursi (nel 30 a.C.) ad una colonia di Roma. - Nel 595 d.C., alla morte di Teodosio, l'Egitto entrò a far parte dell'Impero d'Oriente.
Poco è pervenuto dell’ astronomia Egizia: solo un papiro (il Carlsberg 1) dell’epoca tarda contenente scarse annotazioni. È difficile ricostruire le loro conoscenze che comunque appaiono di gran lunga inferiori a quelle babilonesi. Non abbiamo annotazioni di dati (posizioni planetarie) né di fenomeni (come ad esempio eclissi o comete) Non avevano grandi conoscenze o il materiale su cui le annotavano è andato deperito ?
Il calendario egizio era costituito da 3 stagioni (akhet = inondazione, proye= inverno, shomu= estate) di 4 mesi di 30 giorni ciascuna per un totale di 360 giorni seguiti da 5 giorni supplementari chiamati in egizio “quelli che sono fuori dall'anno” e detti oggi “epagomeni“ (ossia supplementari) secondo la denominazione greca. A partire dal Nuovo Regno (1540 -1076 a.C circa) e soprattutto in epoca greco- romana (dal 332 a.C.) ogni mese ricevette un nome proprio
Il primo giorno dell'anno era fissato in coincidenza con il “sorgere eliaco”, di Sirio la stella “fissa” più luminosa, identificata dagli Egiziani con una dea chiamata Spdt (o Sopdet, Sothis per i Greci), invisibile in Egitto da 55 a 70 giorni l'anno, a seconda del luogo e del secolo. Poiché l'anno egizio era più corto di quasi un quarto di giorno rispetto a quello naturale, sarebbe stato necessario inserire ogni 4 anni un giorno intercalare, ma non venne mai fatto. Un unico tentativo durante il nono anno del regno di Tolomeo III Evergete (238 a.C.), non ebbe successo. Non si conosce il motivo per cui gli Egizi non vollero introdurre giorni intercalari; forse la presenza di un giorno supplementare ogni 4 anni era in contrasto con la loro idea di simmetria e avrebbe distrutto l'ordine del calendario, basato su uniformità e regolarità complete. Si dice anche che i giorni epagomeni fossero considerati “sacri” in quanto legati ai 5 figli generati dalla dea del cielo Nut: Osiride , Iside, Seth e Nefti a cui era stato aggiunto Horus che sarebbe stato concepito da Iside e Osiride nel grembo materno.
A Il Cairo oggi (2019) la levata eliaca di Sirio avviene ai primi di agosto
A Il Cairo nel 3000 aC, la levata eliaca di Sirio avveniva intorno al 24 giugno...data che tuttavia non torna con quanto ottenuto da Stellarium (cfr l’immagine qui sopra) secondo cui la levata eliaca sarebbe stata prossima al 10 luglio. (E’ un problema di Stellarium legato all’utilizzo di date “negative” (-3000)? Sto indagando….). Al di là del giorno comunque è importante che teniate presente la “sostanza” ossia che per effetto della precessione degli equinozi le date degli eventi legati alle stelle si spostano in avanti col passare dei secoli.
Il giorno degli Egizi era suddiviso in 24 ore: 12 notturne e 12 diurne. La lunghezza delle ore non era fissa, ma variava con la stagione, in modo da avere sempre 12 ore di luce e 12 ore di buio. Pertanto in inverno, le ore diurne erano più corte di quella notturne, mentre in estate accadeva l'opposto. Il giorno degli Egizi iniziava sempre con il sorgere del sole. In alcuni testi ogni ora ha uno specifico nome, in altri testi le ore sono identificate con numeri ordinali.
Le conoscenze astronomiche egizie non possono essere dedotte da papiri astronomici che invece esistono per quanto riguarda la matematica ma solo da raffigurazioni astronomiche che si ritrovano in diverse fonti. In particolare - sui coperchi di sarcofagi dell’Antico Regno si trovano rappresentazioni di stelle singole o costellazioni, accompagnati da geroglifici di difficile decifrazione. - sui coperchi di sarcofagi del Medio Regno fanno la loro prima apparizione gli orologi stellari diagonali, vere e proprie effemeridi delle stelle. - All’inizio del Nuovo Regno compaiono invece orologi stellari diversi dai precedenti. Su di essi si trovano indicate le culminazioni superiori delle stelle (transiti al meridiano). Questi orologi vengono perfezionati durante l'ultima (XX) dinastia (del Nuovo Regno). (PS ho appositamente usato i termini sarcofagi e sarcofaghi dopo aver controllato- Accademia della Crusca- che entrambi sono corretti...)
Orologio stellare (Museo Egizio di Torino)
Le Costellazioni A causa della scarsità di ritrovamenti archeologici di puro carattere astronomico non è facile dare un volto preciso alle costellazioni egizie. Le pochissime informazioni che abbiamo sono quelle ricavabili dagli orologi stellari riprodotti sui sarcofagi e sui soffitti dei templi. I primi esemplari di orologi stellari risalgono al 2000 a.C. circa e vi sono raffigurate principalmente 3 costellazioni: Orione (Osiride), l’Orsa Maggiore (la zampa del Toro) e il Drago (un ippopotamo con un coccodrillo sulla schiena) nonché la stella Sirio (raffigurata nelle vesti della dea Sothis); La rappresentazione classica greca vede nel cielo il combattimento del cacciatore Orione con il Toro mentre per gli Antichi Egizi questa scena è totalmente diversa. Osiride governava due regni: quello del cielo e quello dell’Oltretomba e nelle bende che avvolgevano le mummie indossa la bianca corona d’Egitto che è la “nostra” costellazione del Toro.
Soffitto astronomico della tomba di Senenmut, Deir el Bahari, Tebe Senenmut architetto, capo di stato e consigliere della regina Hatshepsut (XVIII dinastia), diede origine alla tradizione dei soffitti astronomici che continuò successivamente a Tebe.
Soffitto astronomico della tomba di Seti I, (XIX dinastia) Valle dei Re, Tebe.
Gli Egizi sapevano che I pianeti erano dotati di movimento rispetto alle stelle fisse e li indicavano in questo ordine Giove, Saturno, Marte, Mercurio e Venere. Giove era una delle rappresentazioni di Horus: una divinità con la testa di falcone in piedi su una barca e con una stella sulla testa e veniva chiamato stella risplendente o servitore del sud. Saturno era ancora una volta un aspetto di Horus e veniva chiamato la stella orientale che attraversa il cielo o Horus il toro; un’altra rappresentazione era quella del Dio Ptah. Marte era Horus il Rosso o Horus all’orizzonte. Mercurio era Seth nel crepuscolo serale ed un altro dio non ben identificato nel cielo mattutino e veniva chiamato il servitore del nord. Venere è fonte di diverse interpretazioni: Uati come stella serale e Tiu-Nutiri come stella che preannuncia il mattino, ma anche Hathor e Bastet (la dea gatto) rispettivamente dea dell’amore spirituale e dell' amore fisico.
Parte del soffitto astronomico del Ramesseum raffigurante nell’ordine i 5 pianeti Venere, Mercurio, Marte, Saturno, Giove e la stella Sirio
Il Ramesseum, monumento funerario di Ramses II a Luxor
- A partire dal 300 a.C. compaiono sui soffitti dei templi i primi zodiaci egizio- babilonesi (il più famoso dei quali è quello di Dendera e dal 200 a.C.) e i primi papiri, scritti anche in greco tipo astronomico-astrologico e testi planetari contenenti la posizione dei pianeti rispetto alle costellazioni. In queste ultime fonti si vede chiaramente l’influenza ellenistica. Lo zodiaco di Dendera (un bassorilievo del soffitto di una cappella dedicata a Osiride nel tempio di Hathor a Dendera) è visibile al Louvre.
Il tempio di Hathor a Dendera
Lo zodiaco di Dendera riprodotto da un’artista del XIX secolo.
Ma in Egitto esistono anche tracce di qualcosa di molto più antico che è stato rinvenuto a Nabta (nel 1973) nella parte meridionale del deserto del Sahara Edificata intorno al 7000 a.C. da una popolazione di cui non si sa nulla.
Nabtala Stonhenge dell'antico Egitto (fatte le debite proporzioni: le pietre qui sono alte circa 1 metro) Complesso edificato intorno al 7000 a.C. da una popolazione di cui non si sa quasi nulla. Una coppia di pietre permette di osservare il sorgere del Sole al solstizio d'estate. Nabta è vicina al tropico del Cancro e al solstizio d'estate il Sole si trova allo zenit e le pietre non proiettano ombre. Si suppone che questo effetto fosse considerato importante dal punto di vista religioso. Le pietre piatte sono probabilmente tombe rituali sotto di esse sono stati trovati scheletri di animali in particolari scheletri di Toro. Ci si domanda se possa esistere una correlazione con l’epiteto “Toro possente” che nel successivo periodo dinastico avrebbe designato il sovrano.
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