Venerdì 5 Ottobre 2018 - SAN GALGANO - Parrocchia di Calino
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Venerdì 5 Ottobre 2018 SAN GALGANO Il nome di San Galgano è per molti oggi, purtroppo, solamente un toponimo e forse solo a Chiusdino la figura del biondo cavaliere eremita e la sua peculiare vicenda spirituale sono note e familiari. Eppure le notizie biografiche su Galgano, benché ci separino da lui più di otto secoli, sono molto sicure, perché si basano proprio sugli atti del processo di canonizzazione, addirittura il più antico processo di canonizzazione che ci sia pervenuto, svoltosi a Montesiepi dal 4 al 7 agosto 1185, ossia quattro anni dopo la morte del sant’uomo, e che fu presieduto dal Cardinale-Vescovo di Santa Sabina, Konrad von Wittelsbach, che, in qualità di legato papale, ascoltò la deposizione di venti testimoni, tra cui la madre stessa di Galgano e gli eremiti che lo avevano conosciuto. San Galgano nacque a Chiusdino nel 1148 da un nobile del luogo, Guido e da Dionisia. È da supporre che Guido appartenesse alla famiglia dei conti Gherardeschi o a quella dei Pannocchieschi. Il nome “Galgano” è per nulla originale, benché possa richiamare alla mente il nome di Galvano, uno dei cavalieri della Tavola Rotonda, e quindi tutta la cosiddetta “materia di Bretagna” era abbastanza diffuso nella Toscana del Medio Evo; era addirittura il nome di una dei più importanti vescovi di Volterra del XII secolo, Galgano Pannocchieschi! Chiusdino, all’epoca, faceva parte della diocesi di Volterra. La consapevolezza di appartenere ad un nobile lignaggio dedito all’esercizio delle armi per antica tradizione, l’agiatezza, l’ozio, la vanità delle proprie leggiadre forme, produssero nel giovane Galgano un carattere altero e pomposo, dedito molto alla soddisfazione delle proprie inclinazioni malgrado gli ammonimenti dei piissimi 1
genitori. Anzi, morto Guido nel 1178, Galgano ancor più si sentì libero di abbandonarsi ad una vita dissipata. Nel 1179 tuttavia, trovandosi a Siena in un negozio di panni di lana, Galgano, accidentalmente, si addormentò e nel sonno gli apparvero l’angelo Michele e sua madre. Alla donna l’angelo chiese di arruolare il figlio nella coorte celeste ed avendone ottenuto l’assenso rapiva Galgano con sé. Già questa esperienza aveva prodotto un profondo cambiamento nell’indole del giovane chiusdinese, un desiderio di mutare vita, che ad essa un’altra se ne aggiunse. Ancora un sogno: di nuovo apparve a Galgano l’angelo Michele che gli ingiunse di seguirlo, attraverso un prato ed un fiume, su un monte e lì, in una cappella rotonda, Gesù, Maria e gli Apostoli indirizzarono il giovane alla vita eremitica. Galgano si pose allora sotto la guida spirituale dei monaci di Malavalle, in Maremma, che lo invitarono a formare il proposito di ritirarsi in solitudine ed a perseverare in esso. Non mancò a Galgano l’opposizione della madre che tentò di distoglierlo da questa intenzione, addirittura fidanzandolo ad una fanciulla di Civitella, in Maremma, Polissena, forse dei conti dell’Ardenghesca. Fu proprio recandosi a conoscere la promessa sposa che Galgano, verso i primi dei dicembre del 1180, ebbe una nuova esperienza mistica: l’arcangelo Michele, non in sogno ma in realtà, gli sbarrò dolcemente la strada e, prese le briglie del cavallo, lo accompagnò sul colle di Montesiepi. Quale segno di rinuncia perpetua alla guerra Galgano conficcò il suo spadone di cavaliere nel terreno. Questo gesto aveva per i cavalieri del Medio Evo un alto significato spirituale: la spada capovolta ricordava la croce! A nulla valsero a distoglierlo da questa impegnativa decisione le preghiere della madre Dionisia e dei parenti, o gli argomenti degli antichi compagni di bagordi, o la visita dell’avvenente fidanzata, Polissena, che egli anzi convinse a prendere il velo. L’esempio di Galgano, anzi, trascinò altri giovani ed in poco tempo intorno a lui si formò una piccola comunità, tanto che egli si recò dal Papa Alessandro III per ottenere l’approvazione di una primitiva regola di questi eremiti. L’esperienza eremitica di Galgano durò appena un anno. Il 30 novembre 1181 Galgano morì santamente, aveva appena trentatré anni, ed il 3 dicembre successivo fu piamente sepolto accanto alla sua spada dai Vescovi di Siena, di Volterra e di Massa Marittima e dagli Abati di Casamari, di Fossanova e delle Tre Fontane. Il corpo del santo è andato perduto, ma nel suo paese natale è conservata la testa. Sul luogo della penitenza ed intorno alla spada di San Galgano, nel 1185, in concomitanza con la sua canonizzazione, avvenuta per opera di Papa Lucio III, fu 2
edificata la bella cappella rotonda con annesso un convento di monaci cistercensi; più tardi, a cavallo della metà del XIII secolo, fu costruita la grande abbazia della quale oggi possiamo ammirare i ruderi. L’EREMO DI MONTESIEPI L’Eremo di Montesiepi sorge sulla sommità di una collinetta folta di querce, culla dove il giovane cavaliere di Chiusdino Galgano di Guidotto si ritirò a vita eremitica nel dicembre del 1180 e dove morì l’anno successivo. L’Eremo risulta essere stato completato nel 1185, anno della canonizzazione di San Galgano ad opera del Pontefice Lucio III. Esso fu concepito come un “mausoleo” perché custodisse la tomba del Santo e fosse preziosa custodia alla spada infissa “in terram” dal santo chiusdinese, testimone ad un tempo muta ed eloquente della sua conversione. L’Eremo di Montesiepi ci presenta una cappella a pianta centrale, rotonda, interrotta soltanto da una piccola abside. La cappella è sormontata da un’ardita cupola semisferica che, formata da anelli concentrici, crea l’illusione dell’infinito. Degni di nota sono anche gli affreschi di Ambrogio Lorenzetti, ammirabili nel piccolo oratorio adiacente alla Rotonda. Durante l’ultimo decennio del XII secolo ed i primi anni del secolo successivo, la comunità monastica che si era costituita intorno al cavaliere-eremita e che aveva aderito all’Ordine Cistercense, si era accresciuta tanto che si trovò nella circostanza di trasferire la propria sede in un nuovo e più ampio cenobio, dall’alto della collina fu necessario scendere nel pianoro sottostante. Gli imponenti lavori iniziarono nel 1218 e si conclusero nel 1288, mentre la consacrazione avvenne nel 1268; questa data segna l'inizio dell'arte gotica in Toscana. ABBAZIA DI SAN GALGANO l’Abbazia di San Galgano in Valdimerse costituisce uno degli esempi più interessanti dello stile gotico-cistercense ed una delle più importanti porte che consentirono all’arte gotica il suo ingresso in Italia. L’Abbazia conobbe un inaspettato splendore durante i secoli XIII e XIV ma, a partire dal secolo XV, lentamente ed inesorabilmente decadde. La decadenza culminò nel 1781 col crollo delle volte della copertura della chiesa abbaziale, nel 1786 con la rovina del campanile, nel 1789 con la sentenza ecclesiastica di profanazione. 3
Il complesso abbaziale è costituito dalla celebre chiesa “senza tetto” e da un poderoso edificio che si sviluppa lungo il braccio destro del transetto e che costituisce quanto resta dell’Abbazia. In questo edificio avevano sede la sacrestia, l’archivio, la sala capitolare, il parlatorio e lo scriptorium e, al piano superiore, il dormitorio e la cappella. Sul lato destro della chiesa abbaziale si estendeva il chiostro, completamente scomparso. Per la sua grande importanza storica ed artistica, l’Abbazia di San Galgano meritava ben altra sorte che quella riservatale dal tempo, favorito dall’incuria degli uomini. L'abbazia è stata costruita con pianta a croce latina a tre navate, per una lunghezza di 72 metri ed una larghezza di 21. L'abside termina con sei monofore ed un rosone che conferiscono a tutta la struttura architettonica uno straordinario senso di leggerezza ed eleganza. L'edificio è imponente e testimonia, così, la diffusione ed il grande seguito del culto di san Galgano. L'abbazia raggiunse, nel XIV secolo, una grande potenza, anche grazie alle immunità ed ai privilegi imperiali concessi ed alle munifiche donazioni ricevute. Fu protetta e generosamente beneficata dagli imperatori Enrico VI, Ottone IV e dallo stesso Federico II che confermarono sempre i privilegi concessi aggiungendone via via degli altri, ivi compreso il diritto di monetazione. Il papa Innocenzo III esentò l'abbazia dalla decima. La ricchezza raggiunta nel Cinquecento fu tale da scatenare una contesa tra la Repubblica di Siena ed il Papato. Nel giugno del 1506 papa Giulio II scagliò l'interdetto contro Siena perché aveva contrapposto il cardinale di Recanati al candidato papale Francesco da Narni per l'assegnazione dei benefici abbaziali. In questa che potrebbe essere definita una bega di tipo politico-simoniaco, la Repubblica di Siena, guidata da Pandolfo Petrucci, resistette ordinando ai sacerdoti la celebrazione regolare di tutte le funzioni liturgiche. Dopo questo periodo di splendore, iniziò quella lenta decadenza che l'avrebbe ridotto ad un grandioso e mistico rudere. Sarebbe diventata cava di materiali edili, depredata ed abbandonata all'incuria degli uomini. Quel che rimane, però, acquista un fascino particolare, il suo misticismo permane inalterato. Il rudere superstite ammalia e sconvolge precipitando il visitatore in quel Medioevo in cui ha avuto origine. Dallo studio approfondito dell’architetto Antonio Canestrelli nel 1896 ai restauri del 1924 a cura di Gino Chierici, non vi fu intento di ripristinare una destinazione d'uso all'edificio, ma con lo scopo di rallentarne l'inarrestabile degrado. 4
Sabato 6 Ottobre 2018 SIENA La città di Siena è stata prima sede di un insediamento etrusco, poi civitas romana con il nome di Sena Iulia ed infine colonia longobarda. Alla fine del X° secolo, la via Francigena, che attraversava tutta l’Europa dal nord fino a Roma, promosse un forte sviluppo della città di Siena favorendo la nascita di numerosi borghi intorno ad essa. All'inizio del XII° la città di Siena divenne Comune e proseguì la crescita economica della città sotto la protezione dell'imperatore Federico II° che le permise di battere moneta. Il benessere che ne seguì produsse un forte incremento demografico accompagnato da ondate immigratorie. Fatalmente questa nuova potenza economica, politica e militare si scontrò con gli interessi della vicina Firenze si scatenò una guerra fra le due città che culminò con la battaglia di Montaperti (4 Ottobre 1260) dove i Ghibellini di Siena sconfissero gli acerrimi nemici Guelfi di Firenze. Tra la fine del 1200 e l'inizio del 1300 fu progettata una nuova cerchia muraria e si completò il Palazzo Pubblico, uno degli esempi più famosi dello stile gotico toscano, vennero poi edificati numerosi edifici tra cui il Palazzo di Giustizia, il Palazzo Chigi-Saracini, il Palazzo Salimbeni ed il Duomo Nuovo. Più recenti sono invece il Palazzo Bonsignori, oggi sede di una pinacoteca, ed il Palazzo Piccolomini, in cui oggi è ospitato l'Archivio di Stato. La storia di Siena è collegata con la storia delle sue Contrade. Le Contrade nacquero nel 1260 quando Siena brillò della sua gloria; esse erano in origine 60 e si configurarono come organismi municipali, con compiti amministrativi e militari. Nel 1348 la città di Siena fu colpita dalla peste che decimò la popolazione conseguentemente il numero delle Contrade si ridusse in un primo tempo a 43 e poi a 42. Nella seconda metà del sedicesimo secolo, le Contrade si ridussero a 23. Infine nel 1675, per un conflitto sorto fra loro, sei delle Contrade più violente furono soppresse arrivando così al numero attuale di 17. Nel 1729, i territori delle 17 Contrade furono definiti dalla Governatrice di Siena Violante di Baviera, e sono: Aquila, Bruco, Chiocciola, Civetta, Drago, Giraffa, Istrice, Leocorno, Lupa, Nicchio, Oca, Onda, Pantera, Selva, Tartuca, Torre, Valdimontone. 5
Il Palio di Siena oggi si corre nella piazza del Campo due volte l'anno, il 2 Luglio ed il 16 Agosto con dieci delle 17 Contrade rimaste. Il Palio di Luglio è quello più antico ed è dedicato alla Madonna di Provenzano, mentre quello di Agosto è dedicato a Maria Assunta, patrona di Siena. Il Palio è un tessuto dipinto a mano da famosi artisti che viene consegnato alla contrada vincente la corsa di cavalli. PIAZZA DEL CAMPO Piazza del Campo è davvero unica ed inconfondibile: grazie alla particolare forma a conchiglia ed al color mattone dato dalla pavimentazione in cotto e dal rivestimento dei palazzi che vi si affacciano, posizionandosi al centro della piazza ci si sente quasi avvolti in un caldo abbraccio. Piazza del Campo ospita, due volte l’anno, il 2 Luglio ed il 16 Agosto, il famoso Palio di Siena, l’evento più atteso da tutti i senesi. Nella Piazza potrete ammirare la Fonte Gaia, la più grande fontana cittadina decorata, nella versione originale, da sculture di Jacopo della Quercia. La Fonte che vediamo oggi è una copia, realizzata in marmo di Carrara. Tra i palazzi affacciati su Piazza del Campo non potete perdervi il Palazzo Comunale e la Torre del Mangia. L’imponente Palazzo Comunale, in mattoni e marmo, ospita il Museo Civico della città con diversi capolavori di artisti senesi, tra cui la bellissima Maestà di Simone Martini e il Buono e Cattivo Governo di Ambrogio Lorenzetti. LA TORRE DEL MANGIA Uno dei panorami più belli della città si gode senza dubbio dalla Torre del Mangia, la torre civica, alta ben 87 metri. La salita è un po’ faticosa, specie se non si è allenati: vi aspettano oltre 400 scalini un po’ ripidi e stretti, ma la vista a 360° che vi aspetta è a dir poco spettacolare e ripagherà ampiamente lo “sforzo” fatto. IL DUOMO: SANTA MARIA ASSUNTA La visita della città prosegue quindi verso la preziosa Piazza del Duomo. Qui potrete ammirare altri tesori di Siena, che vale davvero la pena di vedere: il Duomo, la Cripta e la Libreria Piccolomini. 6
Il Duomo di Siena, ovvero la Cattedrale di Santa Maria Assunta, è uno degli esempi più notevoli di chiesa in stile romanico-gotico italiano. Imponente, quasi abbagliante per l’ampio uso di marmo bianco, il Duomo di Siena affascina anche solo dall’esterno. Entrando non rimarrete certo delusi: la Cattedrale è arricchita da opere firmate nientemeno che da Donatello, Nicola Pisano, Michelangelo e Pinturicchio. L’interno, come l’esterno è decorato in marmo bianco e verde scuro, quasi nero, che sono i colori rappresentativi di Siena. Una delle opere più impressionanti della Cattedrale è il pavimento, composto da 56 riquadri che rappresentano altrettante scene incise ed intagliate nel marmo. I mosaici più preziosi sono coperti per la maggior parte dell’anno per preservarli dall’usura. Se vi troverete a Siena in occasione del Palio o tra la fine di agosto ed ottobre, avrete tuttavia la possibilità di vedere il pavimento interamente svelato. La Libreria Piccolomini La Libreria Piccolomini, dedicata a Papa Pio II, colpisce per la ricchezza dei suoi affreschi, realizzati da Pinturicchio e dai suoi allievi, tra i quali Raffaello Sanzio agli inizi del 1500. Non sono affrescate solo le pareti della Libreria, nelle quali ammirerete alcune scene dalla vita di Papa Pio II, ma lo è anche il soffitto, splendente per l’uso abbondante del color oro. La Libreria Piccolomini è un vero piccolo gioiello, assolutamente da vedere. La cripta La Cripta si trova sotto il Duomo. Qui sono conservati degli straordinari affreschi di scuola senese del Duecento che rappresentano scene dal Vecchio e dal Nuovo Testamento. Il Battistero Il Battistero di Siena è intitolato a San Giovanni ed è stato costruito nel 1300 quando fu deciso di ampliare il Duomo. Al Battistero si accede dalla scalinata di Piazza San Giovanni e non si può fare a meno di notare che la facciata marmorea della Pieve è rimasta incompiuta. L’interno del Battistero è magnificamente decorato con un ciclo di affreschi di artisti senesi del Rinascimento. Il capolavoro più prezioso conservato nel Battistero è tuttavia senza dubbio la splendida Fonte Battesimale a cui lavorarono alcuni dei maggiori scultori del Rinascimento: Jacopo della Quercia, Lorenzo Ghiberti e Donatello. 7
SULLE TRACCE DI SANTA CATERINA DA SIENA Visitando Siena è difficile ignorare una delle sue più famose cittadine del passato, una donna straordinaria cui fama si è diffusa in tutta Europa nei secoli. Caterina Benincasa è nata a Siena nel 1347 e secondo la leggenda era molto devota fin da piccola, rifiutò di sposarsi entrando nel terzo ordine delle suore domenicane delle Mantellate. Ha dedicato la sua vita alla cura dei malati e dei poveri. La cosa che la rende così eccezionale, è la sua corrispondenza con molte personalità importanti dell'epoca e la sua influenza negli eventi politici, come il ritorno del papato da Avignone a Roma. Basilica di San Domenico Questa chiesa è definitivamente il luogo migliore per iniziare un itinerario su Santa Caterina, visto che era la sua chiesa di riferimento. In una cappella nella parte opposta rispetto all'altare è conservato un affresco della Santa con un credente, dipinto verso il 1375 da un pittore senese Andrea Vanni. A quel tempo Caterina era ancora viva, quindi è considerato l'unico "ritratto" con probabile somiglianza. Nella parte destra della navata c'è un'altra cappella dedicata al culto di Santa Caterina, dov'è conservata la reliqua più importante, la sacra testa in un contenitore di vetro. I senesi erano così affezionati alla loro Santa che volevano avere una parte del suo corpo nella terra natale, anche se al momento della sua morte lei si trovava a Roma, dove il resto del corpo è stato sepolto. Casa-Santuario di S. Caterina Dalla basilica di S. Domenico prendere Via della Sapienza e poi girare a destra in una ripida discesa dove a metà si trova la casa-santuario di Caterina costruita nel luogo dove la famiglia Benincasa viveva. Il culto di Caterina crebbe velocemente dopo la sua morte e in particolare dopo il 1461 quando il Papa senese Pio II la canonizzò. Il portico dei Comuni Italiani all'ingresso è stato costruito dopo il 1939 quando Caterina è stata proclamata Santa patrona d'Italia. Dentro il museo, ad entrata libera, si può ammirare il bel pavimento di ceramica nell'Oratorio della Cucina, che un tempo faceva parte della casa, e molti affreschi con scene dalla vita della Santa. 8
Al piano di sotto c'è una piccola stanza dove Caterina usava riposarsi su un cuscino di pietra e dentro la piccola Chiesa del Crocifisso è conservato un crocifisso pisano del 12° secolo, che avrebbe dato le stimmate alla Santa. Fontebranda Dalla casa si può facilmente scendere alla vicina Fontebranda. Caterina è nata vicino a questa importante fonte e suo padre che faceva il tintore usava l'acqua per la sua attività. SANTA CATERINA DA SIENA Caterina nasce a Siena nel popolare rione di Fontebranda (contrada dell'Oca) il 25 marzo 1347. È la ventitreesima figlia del tintore Jacopo Benincasa e di monna Lapa Piacenti. Caterina ha una gemella, Giovanna, che morirà poco tempo dopo la nascita. Fin da piccola Caterina frequenta i frati Predicatori della basilica di San Domenico, poco distante dalla sua casa, ed ha una vita interiore già molto intensa. Non sceglie però di diventare suora, sente che la sua missione è nel mondo, ed entra nelle Mantellate o Terziarie domenicane. Le terziarie erano donne che si dedicavano ad opere di carità e si raccoglievano in preghiera ogni giorno nella Cappella delle Volte, nella basilica di San Domenico. Caterina fu donna libera nello spirito che amò la verginità consacrata al celeste sposo, Cristo Gesù e fu dotata dal Signore di eccezionali grazie mistiche, tra le quali il mistico sposalizio e le sacre stigmate. Papa Giovanni Paolo II, in un suo discorso, ha definito la vergine di Fontebranda "messaggera di pace". Essa cercò di riportare la pace in seno alle famiglie ed alle città: fu intermediaria di pace a Pisa ed a Lucca, fra il Papato e la città di Firenze, e a Volterra riuscì a sedare gli odii fra due famiglie, una guelfa e una ghibellina. Inviata ad Avignone come ambasciatrice dei fiorentini per una non riuscita missione di pace presso papa Gregorio XI, dà al Pontefice la spinta per il ritorno a Roma, nel 1377. Sempre Giovanni Paolo II ha detto di Santa Caterina che fu una “mistica della politica”. Nelle lettere ai politici suoi contemporanei essa ricorda che il potere di governare la città è un "potere prestato" da Dio. La politica, per la Santa Senese, è la buona amministrazione della cosa pubblica finalizzata ad ottenere il bene comune e non l'interesse personale. Non avendo studiato, dettava le sue lettere, che sono numerose, e i suoi trattati, in particolare la sua opera principale il "Dialogo della Divina Provvidenza", terminato nel 1378, due anni prima della morte. Essa, infatti, non aveva 9
frequentato nessuna scuola e la sua cultura si formò piuttosto ecletticamente. Toccò tutti i punti della teologia: la Trinità, Gesù Cristo, la Chiesa, i sacramenti, il sacerdozio, i religiosi, la famiglia, la vita spirituale. Muore a soli 33 anni, consumata dal suo amore per la Chiesa: un ‘curriculum vitae’ tanto breve quanto intenso. Sarà canonizzata nel 1461 dal papa senese Pio II. Nel 1939 Pio XII la dichiarerà Patrona d’Italia con Francesco d’Assisi. Nel 1970 avrà da Paolo VI il titolo di Dottore della Chiesa e, infine Giovanni Paolo II, nel 1999, l’ha proclamata Patrona d’Europa insieme a S. Brigida di Svezia e S. Benedetta della Croce (Edith Stein). SAN BERNARDINO DA SIENA San Bernardino nasce a Massa Marittima l’8 settembre 1380 dalla famiglia Albizzeschi (famiglia di origine senese) e lo stesso giorno venne battezzato nella cattedrale di Massa Marittima. Rimasto orfano si trasferisce a Siena dove frequenta gli studi e vive agiatamente, curato dalle zie. Aveva 20 anni quando Siena nel 1400 fu colpita dalla peste; il priore chiese pubblicamente aiuto. Bernardino insieme ai compagni della Confraternita si offrì volontario; la sua opera nell’assistenza agli appestati durò per quattro mesi. Ispirato dalla parola di san Vincenzo Ferrer (domenicano) cominciò a pensare seriamente di scegliere, per la sua vita, un Ordine religioso: l'8 settembre 1402 entrò come novizio nel Convento di San Francesco a Siena; per completare il noviziato, fu mandato sulle pendici meridionali del Monte Amiata. Il convento (detto il Colombaio) era particolarmente rigido in quanto a povertà e austerità. Frate Bernardino visse al Colombaio per tre anni, facendo la professione religiosa nel 1403 e diventando sacerdote nel 1404. Nel 1405 fu nominato predicatore dal Vicario dell’Ordine e tornò a Siena. La sua predicazione fu stimolo ad un forte rinnovamento per la Chiesa cattolica e per il movimento francescano. Nelle sue prediche insisteva sulla devozione al Santissimo Nome di Gesù. Si ritiene che grazie alla sua predicazione il Cristogramma JHS (Jesus Hominum Salvator) sia entrato nell'uso iconografico comune e sia divenuto familiare alla gente. Bernardino fu un predicatore pratico, innovativo e aperto alla modernità. Il suo pensiero è ricordato nella storia del pensiero economico poiché fu il primo teologo a scrivere un'intera opera sull'economia, dove condanna aspramente l'usura, affronta il tema della proprietà privata, dell'etica nel commercio e altro. Come già ad altri importanti predicatori, a Bernardino fu particolarmente caro il tema della riconciliazione e della risoluzione di contese. 10
Fu molto assiduo nella predicazione e molto esplicito nei contenuti, il che gli procurò diversi nemici. Nel 1425 predicò tutti i giorni per sette settimane nella città di Siena. Gli ambienti degli usurai e quello delle case da gioco gli si dimostrarono particolarmente ostili, tanto da far intentare contro di lui un processo per eresia sostenuto a Roma nel 1427. Bernardino fu completamento prosciolto dall'accusa anche grazie al teologo Paolo da Venezia. Papa Martino V, che lo conobbe durante il processo, ne fu molto impressionato e gli chiese di predicare anche a Roma; qui vi predicò per 80 giorni consecutivi. A più riprese rifiutò la carica di vescovo, per dedicarsi appieno alla predicazione. Nel 1437 divenne vicario generale dell'ordine degli osservanti. Nel 1438 venne nominato vicario generale di tutti i francescani italiani. Nel 1444, pur essendo molto malato, su invito del vescovo Amico Agnifili, si recò a L'Aquila, anche per tentare di riconciliare due fazioni che in città si affrontavano apertamente. Morì il 20 maggio in questa città. Si racconta che la bara continuò a gocciolare sangue fino a quando le due fazioni non si furono riappacificate. Fu canonizzato nel 1450 da Papa Niccolò V. Domenica 7 Ottobre 2018 ABBAZIA DI MONTE OLIVETO MAGGIORE Seguaci dell’ordine dei benedettini, gli Olivetani fondarono il loro monastero nel 1313 sull’omonimo monte a metà strada tra Siena ed Arezzo. Nel 1319 la fondazione ricevette l’approvazione dal vescovo di Arezzo Guido Tarlati e fu inserita nella regola benedettina; l’anno successivo iniziò la costruzione del monastero e nel 1344 la Congregazione Olivetana ricevette la conferma da papa Clemente VI (1342-1352). Si accede al monastero tramite un palazzo medievale in mattoni rossi, sovrastato da una massiccia torre quadrangolare dotata di barbacani e merlature. Sopra l’arcone d’ingresso è posta una terracotta smaltata, raffigurante la Madonna col Bambino circondata da due angeli, attribuita ai Della Robbia; nei pressi è posta un’altra terracotta robbiana, raffigurante San Benedetto benedicente. La chiesa, ad una navata a croce latina, presenta un interno molto luminoso. È stata rinnovata in forme barocche nel 1772 da Giovanni Antinori. La maggiore opera d’arte presente è il Coro ligneo intagliato e intarsiato di fra Giovanni da Verona, realizzato nel 1503-1505, si tratta di uno dei più importanti esempi di opere di tarsia d’Europa. 11
Da una porta situata a destra dell’ingresso della chiesa si accede al Chiostro Grande a pianta rettangolare e venne realizzato tra il 1426 e il 1443; presenta, al centro, una statua marmorea di San Benedetto. Il lato più antico presenta un particolare doppio loggiato in corrispondenza del primo e del secondo piano. Le pareti delle quattro gallerie al pian terreno sono interamente dipinte con gli affreschi delle Storie di San Benedetto, realizzati da Luca Signorelli (1497-98) e Antonio Bazzi detto “Il Sodoma” (dopo il 1505). Il Chiostro di mezzo è stato realizzato nel XV secolo. Oltrepassata la porta di accesso si accede al Refettorio, costruito nel 1387-1390 con volta a botte. Le pareti e la volta sono decorate dagli affreschi di fra Paolo Novelli (1670). Sulla parete di fondo è posta la tela dell’Ultima Cena di Lino Dinetto (1948). Dal chiostro di mezzo per una scala si accede al primo piano. Sulla prima rampa è posto l’affresco del Sodoma dell’Incoronazione di Maria; sulla seconda rampa l’affresco di ignoto raffigurante la Deposizione. Da una doppia scalinata di recente costruzione che permette l’accesso alla biblioteca. La sala della Biblioteca, voluta dall’abate Francesco Ringhieri nel 1515, fu disegnata da fra Giovanni da Verona, che ne scolpì anche i capitelli in pietra serena, intagliò il portone di ingresso, l’armadio per i corali sulla parete di fondo e il candelabro ligneo del 1502, collocato in mezzo alla sala. La biblioteca monastica contiene 40.000 tra opuscoli, volumi e incunaboli, che tuttavia non sono quelli della originaria dotazione, andata dispersa dopo la soppressione dell’Ordine nel 1809, ma provengono dal soppresso monastero olivetano di Santa Maria di Monte Morcino Nuovo, presso Perugia. Da un grande arco che si apre nella parete di fondo, tramite una doppia scalinata, si accede alla Farmacia, anch’essa del XVI secolo. La Farmacia accoglie in vasi di ceramica bianca ed azzurra contrassegnati dallo stemma olivetano (XVII secolo) una ricca collezione di erbe medicinali. La Sala del Capitolo (1498), sulla cui parete di fondo è posto l’affresco Madonna col Bambino e Santi di Matteo Ripanda (XVI secolo), è ora sede di un piccolo museo di arte sacra. Vi sono infatti ospitati una serie di dipinti quali la Madonna col Bambino di Segna di Bonaventura, la Maestà del Maestro di Monteoliveto, il San Bernardino di Neroccio di Bartolomeo, l’affresco di scuola senese raffigurante San Sebastiano, un autoritratto del Sodoma e la Madonna col Bambino di Vincenzo Tamagni. Interessante anche la visita alla cantina storica, per le sue dimensioni è probabile vi si vinificasse anche per i poderi circostanti. 12
Venerdì 5 ottobre 2018 - XXVI Settimana tempo ordinario Lodi ℣ O Dio, vieni a salvarmi. ℞ Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. INNO O Gesù salvatore, luce vera del mondo, accogli le primizie della nostra preghiera. Risveglia in noi la fede, la speranza, l'amore; dona pace e concordia e letizia perfetta. Lenisci con le lacrime la durezza dei cuori, accendi il desiderio della patria beata. A te sia gloria, o Cristo, speranza delle genti, al Padre e al Santo Spirito nei secoli dei secoli. Amen. 1 ant. Un cuore affranto e umiliato non disprezzarlo, o Signore. SALMO 50 Pietà di me, o Signore Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; * nel tuo grande amore cancella il mio peccato. 13
Lavami da tutte le mie colpe, * mondami dal mio peccato. Riconosco la mia colpa, * il mio peccato mi sta sempre dinanzi. Contro di te, contro te solo ho peccato, * quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto; perciò sei giusto quando parli, * retto nel tuo giudizio. Ecco, nella colpa sono stato generato, * nel peccato mi ha concepito mia madre. Ma tu vuoi la sincerità del cuore * e nell'intimo m'insegni la sapienza. Purificami con issopo e sarò mondato; * lavami e sarò più bianco della neve. Fammi sentire gioia e letizia, * esulteranno le ossa che hai spezzato. Distogli lo sguardo dai miei peccati, * cancella tutte le mie colpe. Crea in me, o Dio, un cuore puro, * rinnova in me uno spirito saldo. Non respingermi dalla tua presenza * e non privarmi del tuo santo spirito. Rendimi la gioia di essere salvato, * sostieni in me un animo generoso. Insegnerò agli erranti le tue vie * e i peccatori a te ritorneranno. Liberami dal sangue, Dio, Dio mia salvezza, * la mia lingua esalterà la tua giustizia. Signore, apri le mie labbra * e la mia bocca proclami la tua lode; poiché non gradisci il sacrificio * e, se offro olocausti, non li accetti. 14
Uno spirito contrito * è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, * tu, o Dio, non disprezzi. Nel tuo amore fa' grazia a Sion, * rialza le mura di Gerusalemme. Allora gradirai i sacrifici prescritti, * l'olocausto e l'intera oblazione, allora immoleranno vittime * sopra il tuo altare. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen. 1 ant. Un cuore affranto e umiliato non disprezzarlo, o Signore. 2 ant. Nel tuo sdegno, Signore, ricordati della tua misericordia. CANTICO Ab 3, 2-4. 13a. 15-19 Dio appare per il giudizio Signore, ho ascoltato il tuo annunzio, * Signore, ho avuto timore della tua opera. Nel corso degli anni manifestala † falla conoscere nel corso degli anni. * Nello sdegno ricordati di avere clemenza. Dio viene da Teman, * il Santo dal monte Paràn. 15
La sua maestà ricopre i cieli, * delle sue lodi è piena la terra. Il suo splendore è come la luce, † bagliori di folgore escono dalle sue mani: * là si cela la sua potenza. Sei uscito per salvare il tuo popolo, * per salvare il tuo consacrato. Hai affogato nel mare i cavalli dell'empio * nella melma di grandi acque. Ho udito e fremette il mio cuore, * a tal voce tremò il mio labbro, la carie entra nelle mie ossa * e sotto di me tremano i miei passi. Sospiro al giorno dell'angoscia * che verrà contro il popolo che ci opprime. Il fico infatti non metterà germogli, † nessun prodotto daranno le viti, * cesserà il raccolto dell'olivo, i campi non daranno più cibo, † i greggi spariranno dagli ovili * e le stalle rimarranno senza buoi. Ma io gioirò nel Signore, * esulterò in Dio mio salvatore. Il Signore Dio è la mia forza, † egli rende i miei piedi come quelli delle cerve * e sulle alture mi fa camminare. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. 16
Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen. 2 ant. Nel tuo sdegno, Signore, ricordati della tua misericordia. 3 ant. Glorifica il Signore, Gerusalemme, loda, Sion, il tuo Dio. † SALMO 147 La Gerusalemme riedificata Glorifica il Signore, Gerusalemme, * loda, Sion, il tuo Dio. † Perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte, * in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli. Egli ha messo pace nei tuoi confini * e ti sazia con fior di frumento. Manda sulla terra la sua parola, * il suo messaggio corre veloce. Fa scendere la neve come lana, * come polvere sparge la brina. Getta come briciole la grandine, * di fronte al suo gelo chi resiste? Manda una sua parola ed ecco si scioglie, * fa soffiare il vento e scorrono le acque. Annunzia a Giacobbe la sua parola, * le sue leggi e i suoi decreti a Israele. Così non ha fatto con nessun altro popolo, * non ha manifestato ad altri i suoi precetti. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. 17
Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen. 3 ant. Glorifica il Signore, Gerusalemme, loda, Sion, il tuo Dio. LETTURA BREVE Ef 2, 13-16 Ora in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l'inimicizia, annullando, per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, distruggendo in se stesso l'inimicizia. RESPONSORIO BREVE ℞ Invocherò l'Altissimo: * da lui ogni mio bene. Invocherò l'Altissimo: da lui ogni mio bene. ℣ Dal cielo manderà la sua salvezza: da lui ogni mio bene. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Invocherò l'Altissimo: da lui ogni mio bene. Ant. al Ben. Nella sua misericordia il nostro Dio ci ha visitati dall'alto come sole che sorge. CANTICO DI ZACCARIA Lc 1, 68-79 Il Messia e il suo Precursore Benedetto il Signore Dio d'Israele, * perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi una salvezza potente * nella casa di Davide, suo servo, come aveva promesso * per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo: 18
salvezza dai nostri nemici, * e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri * e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, * di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia * al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo * perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza * nella remissione dei suoi peccati, grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, * per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre * e nell'ombra della morte e dirigere i nostri passi * sulla via della pace. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen. Ant. al Ben. Nella sua misericordia il nostro Dio ci ha visitati dall'alto come sole che sorge. 19
INVOCAZIONE Cristo, Agnello senza macchia, si è offerto al Padre per purificare le nostre coscienze dalle opere del male. A lui diciamo umilmente: Nella tua volontà è la nostra pace, o Signore. Dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo nuovo giorno, - fa' che segni l'inizio di una vita nuova. Hai creato il mondo e lo conservi con la tua provvidenza, - donaci uno sguardo di fede, perché vediamo la tua presenza in ogni creatura. Nel tuo sangue, versato per noi, hai costituito la nuova ed eterna alleanza, - fa' che, osservando la legge dell'amore, restiamo fedeli al nuovo patto. Sulla croce hai fatto sgorgare dal costato sangue ed acqua, - in questo fiume di grazia lava le nostre colpe e allieta la città di Dio. PADRE NOSTRO ORAZIONE Accogli, Dio onnipotente, la nostra lode del mattino e fa' che ci uniamo un giorno al coro dei tuoi santi per cantare in eterno la tua gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male, e ci conduca alla vita eterna. ℞ Amen. 20
Sabato 6 ottobre 2018 - XXVII Domenica del Tempo Ordinario Primi vespri ℣ O Dio, vieni a salvarmi. ℞ Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. INNO Dio, che all'alba dei tempi creasti la luce nuova, accogli il nostro canto, mentre scende la sera. Veglia sopra i tuoi figli pellegrini nel mondo; la morte non ci colga prigionieri del male. La tua luce risplenda nell'intimo dei cuori, e sia pegno e primizia della gloria dei cieli. Te la voce proclami, o Dio trino e unico, te canti il nostro cuore, te adori il nostro spirito. Amen. 1 ant. Dal sorgere del sole al suo tramonto sia lodato il nome del Signore. SALMO 112 Lodate il nome del Signore Lodate, servi del Signore, * lodate il nome del Signore. Sia benedetto il nome del Signore, * ora e sempre. 21
Dal sorgere del sole al suo tramonto * sia lodato il nome del Signore. Su tutti i popoli eccelso è il Signore, * più alta dei cieli è la sua gloria. Chi è pari al Signore nostro Dio che siede nell'alto * e si china a guardare nei cieli e sulla terra? Solleva l'indigente dalla polvere, * dall'immondizia rialza il povero, per farlo sedere tra i principi, * tra i principi del suo popolo. Fa abitare la sterile nella sua casa * quale madre gioiosa di figli. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen. 1 ant. Dal sorgere del sole al suo tramonto sia lodato il nome del Signore. 2 ant. Alzerò il calice della salvezza, invocherò il nome del Signore. SALMO 115 Rendimento di grazie nel tempio Ho creduto anche quando dicevo: * «Sono troppo infelice». Ho detto con sgomento: * «Ogni uomo è inganno». Che cosa renderò al Signore * per quanto mi ha dato? Alzerò il calice della salvezza * e invocherò il nome del Signore. 22
Adempirò i miei voti al Signore, * davanti a tutto il suo popolo. Preziosa agli occhi del Signore * è la morte dei suoi fedeli. Sì, io sono il tuo servo, Signore, † io sono tuo servo, figlio della tua ancella; * hai spezzato le mie catene. A te offrirò sacrifici di lode * e invocherò il nome del Signore. Adempirò i miei voti al Signore * davanti a tutto il suo popolo, negli atri della casa del Signore, * in mezzo a te, Gerusalemme. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen. 2 ant. Alzerò il calice della salvezza, invocherò il nome del Signore. 3 ant. Il Signore Gesù si è umiliato nella morte; e Dio lo ha innalzato nella gloria. CANTICO Fil 2, 6-11 Cristo, servo di Dio Gesù Cristo, pur essendo di natura divina, * non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, † assumendo la condizione di servo * e divenendo simile agli uomini; 23
apparso in forma umana, umiliò se stesso † facendosi obbediente fino alla morte * e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato * e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi † nei cieli, sulla terra * e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, * a gloria di Dio Padre. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen. 3 ant. Il Signore Gesù si è umiliato nella morte; e Dio lo ha innalzato nella gloria. LETTURA BREVE Eb 13, 20-21 Il Dio della pace che ha fatto tornare dai morti il pastore grande delle pecore, in virtù del sangue di un'alleanza eterna, il Signore nostro Gesù, vi renda perfetti in ogni bene, perché possiate compiere la sua volontà, operando in voi ciò che a lui è gradito per mezzo di Gesù Cristo, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen. RESPONSORIO BREVE ℞ Quanto sono grandi * le tue opere, Signore! Quanto sono grandi le tue opere, Signore! ℣ Le hai fatte con bontà e sapienza le tue opere, Signore. 24
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Quanto sono grandi le tue opere, Signore! Ant. al Magn. L'uomo si unirà a sua moglie e i due formeranno una carne sola: questo mistero è grande in Cristo e nella Chiesa. CANTICO DELLA BEATA VERGINE Lc 1, 46-55 Esultanza dell'anima nel Signore L'anima mia magnifica il Signore * e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. * D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente * e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia * si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, * ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, * ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, * ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, * ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, * ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen. 25
Ant. al Magn. L'uomo si unirà a sua moglie e i due formeranno una carne sola: questo mistero è grande in Cristo e nella Chiesa. INTERCESSIONE Memori dell'amore di Cristo, che, con la prodigiosa moltiplicazione dei pani e dei pesci, saziò la fame del suo popolo, diciamo con umile fiducia: Rinnova per noi, Signore, i prodigi della tua misericordia. Riconosciamo, Signore, che i benefici ricevuti in questa settimana vengono dalla tua bontà. - fa' che non trovino in noi un terreno sterile, ma portino frutti di vita eterna. Luce e salvezza delle genti, guida e proteggi i missionari del vangelo, - accendi in essi il fuoco del tuo Spirito. Fa' che tutti gli uomini cooperino a creare un mondo nuovo, - più conforme alle legittime aspirazioni del progresso nella giustizia e nella pace. Medico delle anime e dei corpi, dona sollievo ai malati, conforto ai moribondi, - visita e rinnova tutti gli uomini con la tua misericordia. Accogli i nostri defunti nella gloriosa schiera dei santi, - scrivi anche i loro nomi nel libro della vita. PADRE NOSTRO ORAZIONE O Dio, fonte di ogni bene, che esaudisci le preghiere del tuo popolo al di là di ogni desiderio e di ogni merito, effondi su di noi la tua misericordia: perdona ciò che la coscienza teme e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male, e ci conduca alla vita eterna. ℞ Amen. 26
Domenica 7 ottobre 2018 - XXVII Domenica del Tempo Ordinario Secondi vespri ℣ O Dio, vieni a salvarmi. ℞ Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. INNO O Trinità beata, luce, sapienza, amore, vesti del tuo splendore il giorno che declina. Te lodiamo al mattino, te nel vespro imploriamo, te canteremo unanimi nel giorno che non muore. Amen. 1 ant. Dio ha detto a Cristo Signore: Siedi alla mia destra, alleluia. SALMO 109, 1-5. 7 Il Messia, re e sacerdote Oracolo del Signore al mio Signore: * «Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici * a sgabello dei tuoi piedi». Lo scettro del tuo potere stende il Signore da Sion: * «Domina in mezzo ai tuoi nemici. A te il principato nel giorno della tua potenza * tra santi splendori; dal seno dell'aurora, * come rugiada, io ti ho generato». 27
Il Signore ha giurato e non si pente: * «Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchisedek». Il Signore è alla tua destra, * annienterà i re nel giorno della sua ira. Lungo il cammino si disseta al torrente * e solleva alta la testa. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen. 1 ant. Dio ha detto a Cristo Signore: Siedi alla mia destra, alleluia. 2 ant. Celebriamo il ricordo dei tuoi prodigi, e ti rendiamo grazie, Signore. SALMO 110 Grandi le opere del Signore Renderò grazie al Signore con tutto il cuore, * nel consesso dei giusti e nell'assemblea. Grandi sono le opere del Signore, * le contemplino coloro che le amano. Le sue opere sono splendore di bellezza, * la sua giustizia dura per sempre. Ha lasciato un ricordo dei suoi prodigi: * pietà e tenerezza è il Signore. Egli dà il cibo a chi lo teme, * si ricorda sempre della sua alleanza. Mostrò al suo popolo la potenza delle sue opere, * gli diede l'eredità delle genti. 28
Le opere delle sue mani sono verità e giustizia, * stabili sono tutti i suoi comandi, immutabili nei secoli, per sempre, * eseguiti con fedeltà e rettitudine. Mandò a liberare il suo popolo, * stabilì la sua alleanza per sempre. Santo e terribile il suo nome. * Principio della saggezza è il timore del Signore, saggio è colui che gli è fedele; * la lode del Signore è senza fine. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen. 2 ant. Celebriamo il ricordo dei tuoi prodigi, e ti rendiamo grazie, Signore. 3 ant. Dio regna: a lui la gloria, alleluia, alleluia. CANTICO Cfr. Ap 19, 1-7 Le nozze dell'Agnello Alleluia. Salvezza, gloria e potenza sono del nostro Dio; * veri e giusti sono i suoi giudizi. Alleluia. Lodate il nostro Dio, voi tutti, suoi servi, * voi che lo temete, piccoli e grandi. Alleluia. Ha preso possesso del suo regno il Signore, * il nostro Dio, l'Onnipotente. 29
Alleluia. Rallegriamoci ed esultiamo, * rendiamo a lui gloria. Alleluia. Sono giunte le nozze dell'Agnello; * la sua sposa è pronta. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen. 3 ant. Dio regna: a lui la gloria, alleluia, alleluia. LETTURA BREVE 1 Pt 1, 3-5 Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo; nella sua grande misericordia egli ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per una eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la vostra salvezza, prossima a rivelarsi negli ultimi tempi. RESPONSORIO BREVE ℞ Benedetto sei tu, Signore, * nell'alto dei cieli. Benedetto sei tu, Signore, nell'alto dei cieli. ℣ A te la lode e la gloria nei secoli, nell'alto dei cieli. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Benedetto sei tu, Signore, nell'alto dei cieli. Ant. al Magn. Lasciate che i piccoli vengano a me: a loro appartiene il regno di Dio. 30
CANTICO DELLA BEATA VERGINE Lc 1, 46-55 Esultanza dell'anima nel Signore L'anima mia magnifica il Signore * e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. * D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente * e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia * si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, * ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, * ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, * ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, * ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, * ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen. Ant. al Magn. Lasciate che i piccoli vengano a me: a loro appartiene il regno di Dio. 31
INTERCESSIONE Dio ha creato e redento il mondo e sempre lo rinnova con l'azione del suo Spirito. Uniti in fraterna esultanza invochiamo la sua paterna misericordia: Rinnova, o Dio, i prodigi del tuo amore. Ti rendiamo grazie, Signore, perché riveli la tua potenza nella creazione, - e manifesti la tua provvidenza nella storia dell'umanità. Nel nome del tuo Figlio, vincitore della morte e principe della pace, - liberaci dal dubbio e dall'angoscia, perché ti serviamo sempre nella letizia e nell'amore. Assisti tutti coloro che amano la giustizia, - perché cooperino lealmente a edificare il mondo nella pace. Soccorri gli oppressi, consola i miseri, libera i prigionieri, nutri gli affamati, rafforza i deboli, - fa' risplendere in tutti la vittoria della croce. Tu, che hai glorificato il tuo Figlio dopo l'umiliazione della morte e della sepoltura, - fa' che i defunti giungano con lui allo splendore della vita eterna. PADRE NOSTRO ORAZIONE O Dio, fonte di ogni bene, che esaudisci le preghiere del tuo popolo al di là di ogni desiderio e di ogni merito, effondi su di noi la tua misericordia: perdona ciò che la coscienza teme e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male, e ci conduca alla vita eterna. ℞ Amen. 32
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