Argentina - Il cortometraggio dal titolo "Zatti, fratello nostro"
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Argentina – Il cortometraggio dal titolo “Zatti, fratello nostro” (ANS – Córdoba) – Il Salesiano Coadiutore Artemide Zatti, beatificato nel 2002, ha il suo film. L’Argentina salesiana sta lavorando infatti alla postproduzione per dare alla luce una delle prime produzioni cinematografiche. L’idea di realizzare una produzione cinematografica è nata nel contesto del “II Seminario sulle Cause di Canonizzazione dei membri della Famiglia Salesiana”, svoltosi a Roma nell’aprile del 2018. A quell’appuntamento i salesiani Pedro Narambuena e Ricardo Cámpoli parteciparono come delegati dell’Argentina e, davanti alla notizia che era allo studio un presunto miracolo del beato Zatti, pensarono alla possibilità di realizzare un cortometraggio per diffondere la conoscenza della sua figura. Il Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Ángel Fernández Artime, venuto a conoscenza dell’iniziativa, ne ha incoraggiato la produzione e la realizzazione, con il contributo della Procura di “Misiones Salesianas” della Spagna che ha raccolto la gran parte dei fondi necessari. Nel 2018 don Cámpoli, Delegato per la Comunicazione Sociale dell’Argentina Nord (ARN) e recentemente laureatosi in Produzione e Realizzazione Audiovisuale, ha dato forma alla sceneggiatura. A giugno è stato proposto al Bollettino Salesiano dell’Argentina di partecipare come produttore, facendo del cortometraggio una realizzazione di “Don Bosco Argentina” e associando nel progetto le due Ispettorie salesiane del Nord e del Sud del Paese, dando così un significativo contributo di persone e mezzi. Il titolo prescelto è stato poi “Zatti, hermano nuestro” (Zatti, fratello nostro).
I mesi successivi sono stati dedicati alla pre-produzione, con la selezione di 25 attori e la scelta delle direzioni della fotografia, del suono e dell’arte. Mercedes Baxzos, Delegata per la Comunicazione Sociale di ARS, ha scritto a Juan José Campanella, regista, vincitore dell’Oscar per il film “Il segreto dei suoi occhi”, che ha scambiato pareri con don Cámpoli e fornito preziosi suggerimenti. Il 25 marzo sono iniziate le riprese, durate 8 giorni, e con la presenza di circa 50 persone, tra laici impegnati, salesiani e professionisti del mondo dello spettacolo, soprattutto del teatro. Le riprese sono state completate venerdì 5 aprile. Juan José Chiappetti, Direttore esecutivo del Bollettino Salesiano, don Fernando Canigia, Direttore del Bollettino, e Matías Audisio, Santiago Valdemoros, Exequiel Herrero, Matías Imaz e Santiago Viskatis, si sono mostrati felici e soddisfatti della loro partecipazione al lavoro. Vale la pena menzionare la dedizione e il lavoro offerti da Natalia Wasinski, Nahuel Medina, Gabriel Osorio, SDB, e Richard Godoy, SDB. Il trailer del film sarà proiettato per la prima volta all’“VIII Congresso Mondiale di Maria Ausiliatrice” che si svolgerà a Buenos Aires nel prossimo mese di novembre, alla presenza di centinaia di partecipanti della Famiglia Salesiana, del Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco e della Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Il cortometraggio sarà presentato ufficialmente in anteprima al 28° Capitolo Generale della Congregazione Salesiana, che si svolgerà a Torino nel 2020.
Italia – “Ho visto con i miei occhi”: la testimonianza del Salesiano Matteo Rupil (ANS – Torino) – La storia vocazionale del Salesiano Matteo Rupil è una fonte di ispirazione per tutti coloro che affrontano delle difficoltà. Matteo è ipovedente, ma nonostante questo è stato accettato nel prenoviziato e ora è uno studente di teologia del secondo anno. La sua storia è un invito a guardare la vita da una diversa prospettiva. Di seguito, la sua testimonianza: “Durante questi anni, guardando nel buio e al di là del buio della mia vista perduta, ho visto con i miei occhi interiori che la Luce esiste davvero e può vincere su ogni notte buia, contro ogni tipo di cecità. Prima vedevo e voglio dire che la vista è un dono meraviglioso e inestimabile. Contemplare un tramonto, guardare negli occhi una persona che ti vuole bene…tutto questo è un grande dono. Ma oggi so che posso vedere il mondo se scelgo di fidarmi e affidarmi agli altri, chiedendo un altro dono, che è quello di lasciarmi guidare. Senza la fiducia verso gli altri non potrei vivere e sarei soltanto una persona cieca. Oggi, il mio desiderio non è quello di vedere, ma di essere visto, riconosciuto, amato. Infatti, la preoccupazione più forte, direi anche la paura più forte, che fa male alla mia anima, è quella di essere trasparente, dimenticato, abbandonato, lasciato solo, in una parola: non essere visto! So che alcuni di quelli che mi guardano in realtà non mi vedono. Mi lanciano sguardi di curiosità o di compassione e non vedono Matteo. Vedono soltanto i miei occhi ciechi. Ma ho visto anche che lo sguardo dell’Amore di Dio esiste
davvero e si manifesta in varie forme: è lo sguardo di una madre, che ti ama come sei, è lo sguardo di un padre che vede in te una bellezza nascosta. È lo sguardo dei giovani che ogni giorno mi prendono per mano e mi aiutano a superare le difficoltà. È lo sguardo dei Salesiani, che mi hanno aiutato a scoprire che posso diventare un dono per gli altri. È lo sguardo di Dio stesso, che mi ha dato il dono di diventare salesiano. Ho visto con i miei occhi e non vorrei scambiarli, non perché sono belli, ma perché senza questi occhi non sarei semplicemente me stesso, non sarei Matteo! Grazie a questi occhi, Dio mi fa scoprire ciò che conta davvero. Attraverso questi occhi, Dio mi fa anche scoprire che possiamo avere fiducia negli altri e, sempre grazie ai miei occhi, Dio mi aiuta a scoprire l’unica vera gioia: essere visto dal suo sguardo d’Amore”. Fonte: AustralAsia 6 giugno a Pavia di Udine: presentazione di “Il miracolo originale” La leucemia ha colpito un bimbo di due anni e mezzo catapultando un intero nucleo familiare nel baratro della paura, e mettendo a dura prova ogni componente della famiglia. Ognuno di loro ha avuto un ruolo fondamentale e ha dovuto necessariamente mettere da parte per un lungo periodo di tempo esigenze e desideri personali. E quando la quotidianità per tutti diventa quasi insopportabile, con la vita sociale che si azzera completamente, emerge la forza dei bambini che
accettano tutto, senza filtri, dando prova che la vera forza di andare avanti deriva dall’affidamento totale, nonostante tutto. Massimo Marnicco è nato a Udine nel 1973. Diplomato perito industriale edile, lavora presso uno studio associato e vive a Pavia di Udine con la moglie Almaz, di origine etiope, ed i loro due figli Daniele e Asli. Nel febbraio 2015, dopo la scoperta della leucemia che ha colpito il figlio minore, Asli, comincia a scrivere un diario per fissare nel tempo il percorso che tutta la famiglia farà insieme alla malattia. [pdf-embedder url=”https://www.donpaolomojolisdb.it/wp-content/uploads/2019/ 05/JOIBE.pdf”]
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