APRIL 2017 LA CINA IN AFRICA - AUTHOR: ALBERTO BELLADONNA POLITICA, ECONOMIA E GEOPOLITICA PASSANDO PER LA VIA DELLA SETA - ISAG
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April 2017 La Cina in Africa Politica, economia e geopolitica passando per la Via della Seta Author: Alberto Belladonna
Abstract From 2006, year of the first Forum on China-Africa Cooperation (FOCAC), China has managed in less than ten years to become the main trading partner of the African continent. Aim of this paper is to analyse the way China has succeed to break down the European and American interests and the impact of this new scenario for the African continent. In particular, taking into consideration the analysis made by Chris Alden in his book “China in Africa”, this paper tries to analyse the characteristics of Chinese engagement in the continent and if China can be classified as “Development partner”, “economic competitor” or “new colonizer” for Africa. Keywords: Africa, China, Forum on China-Africa Cooperation, China in Africa Language: Italian About the author ALBERTO BELLADONNA Master in Diplomatic Studies, SIOI, Rome BA, Luiss Business School, Rome Collaborator of the «Asia-Pacific» Programme, IsAG, Rome Le opinioni espresse in questo report sono esclusivamente dell’Autore e non rappresentano il punto di vista dell’IsAG. Any opinions or ideas expressed in this paper are those of the individual author and don’t represent views of IsAG. ISSN: 2281-8553 © Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie
Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie 3 Indice 1. Il ruolo dell’Africa per la Cina: dal 2006 ad oggi ......................................... 4 2. Il ruolo dell’Africa nel progetto One Belt One Road...................................... 5 2.1 Il ruolo del porto di Djibouti lungo la Via della seta marittima........................... 6 3. Rapporti tra Cina e Paesi Sub Sahariani ....................................................... 6 3.1 Prima Categoria di Paesi: Pariah regimes: Zimbabwe e Sudan............................ 7 3.1.1 Zimbabwe ....................................................................................................................... 7 3.1.2 Sudan ............................................................................................................................. 7 3.2 Seconda Categoria di Paesi: Illiberal regimes or weak democracies with commodity- based economies: Angola ............................................................................................ 8 3.3 Terza Categoria: democracies with diversified economies: Sud Africa .................... 9 4. Effetti diretti della presenza cinese in Africa ............................................... 9 5. Modello cinese di cooperazione con l’Africa............................................... 10 6. Conclusioni........................................................................................................ 11 Bibliografia ............................................................................................................. 11
Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie 4 If capitalism is restored in a big socialist country, it will Uniti ma anche Gran Bretagna e Francia, che inevitably become a superpower... If one day China hanno legami storici con il continente africano. should change her color and turn in a superpower, if she Il rinnovato interesse cinese nei confronti too should play the tyrant in the world, and everywhere del continente africano è prevalentemente subject others to her bullying, aggression and economico e riguarda sostanzialmente exploitation, the people of the world should identify her l’approvvigionamento di materie prime di cui as a social-imperialism, expose it, oppose it and work Pechino ha bisogno. Un ruolo fondamentale together with the Chinese people to overthrow it. giocano anche gli interessi politico-diplomatici di Pechino per affermarsi come una potenza Deng Xiaoping, Speech at special session globale. of the UN General Assembly, 1974. In termini diplomatici l’Africa è stata e continua ad essere per Pechino, come afferma La crescente presenza cinese di questi ultimi Ian Taylor nel suo libro “China and Africa, anni in Africa impressiona per la velocità e per engagement and compromise”, lo strumento il modo silenzioso in cui essa si è andata attraverso il quale cercare sia di proiettare le affermando fino a diventare in pochissimo proprie ambizioni di centralità, in accordo con tempo il principale partner commerciale del l’atteggiamento tipico dell’epoca pre- continente africano. Per comprendere come la rivoluzionaria dell’Impero di Mezzo, sia di opporsi Cina sia riuscita a scalzare i paesi europei e gli all’egemonismo di altre potenze. Questi due Stati Uniti in questa corsa alla conquista obiettivi hanno caratterizzato e continuano a dell’Africa occorre analizzare l’aspetto globale caratterizzare la politica estera di una Cina che, dei rapporti sino-africani in tutte le sue nonostante sia diventata oggi una delle specificità e caratteristiche. Solo così sarà economie più importanti del mondo, rimane possibile comprendere il potenziale, positivo ancora cauta sotto il profilo diplomatico. In quanto negativo, che questi rapporti possono particolare, la preoccupazione cinese verso un determinare per l’Africa e di riflesso per gli ordine internazionale di cui non si sente interessi europei nel continente. pienamente partecipe si evince dal “Programme for China-Africa Cooperation in Economic and Social 1. Il ruolo dell’Africa per la Cina: dal 2006 Development" che ha come maggior obiettivo: ad oggi “The establishment of a new international political and Il 2006 rappresenta, sia sotto il profilo economic order and [is] aimed to establish a new, stable economico che sotto il profilo politico- and long-term partnership featuring equality and mutual diplomatico, il punto di svolta delle relazioni benefit”. sino-africane, tale da essere definito da In termini economici invece, l’interesse numerosi studiosi in materia come “L’anno cinese per l’Africa è come già detto legato della Cina in Africa”. Dal 2000, anno in cui fu soprattutto alle materie prime del continente istituito il primo Forum di cooperazione sino- africano ma anche alla possibilità da parte delle africana (FOCAC), la Cina è riuscita, in meno imprese cinesi di potersi “allenare” alla di sei anni, ad accrescere i propri scambi competizione internazionale fornendo beni, commerciali con il continente africano infrastrutture e tecnologia che possano passando dai 6,5 miliardi di dollari del 2000 ai competere con le offerte dei competitors più di 55 miliardi del 2006. A partire da europei. quell’anno, la presenza Cinese nel continente Infine, in termini geopolitici, il rinnovato africano è stata sorprendente, passando da 55 interesse cinese nei confronti del continente miliardi di dollari ai 300 del 20151 grazie a una Africano è legato alla sua posizione geografica e crescita degli scambi commerciali del 10% al suo ruolo strategico nel progetto annuo, facendo della Cina il principale attore infrastrutturale denominato One Belt One nel continente africano, superando in termini Road o nuova via della Seta. reali di scambi commerciali non solo gli Sati Per Pechino, questo progetto ha l’obiettivo di creare una fitta rete infrastrutturale che 1 Dal sito ufficiale del FOCAC, collegherà in modo stabile tutti i paesi coinvolti (http://www.focac.org/eng/zxxx/t1329450.htm) nel commercio con la Cina.
Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie 5 2. Il ruolo dell’Africa nel progetto One Belt Fujian, una delle province cinesi più One Road industrializzate della costa, attraverserà il Mar Annunciato dal neopresidente Xi Jinping Cinese Orientale, fino ad arrivare all’importante nell’ottobre 2013, il progetto “One Belt One snodo commerciale dello stretto di Malacca, per Road” si pone come obiettivo quello di creare poi dirigersi verso il Mar Rosso e il Mar una più stretta interconnessione economica e Mediterraneo, fino a Venezia. strategica tra la Cina ed il blocco euroasiatico Per sfruttare al meglio il percorso della via mediante un ambizioso programma di della seta marittima, i cinesi hanno integrato il investimenti infrastrutturali lungo due direttrici: precedente percorso con varie deviazioni di una terrestre ed una marittima. rotte che includessero il Sud-Est Asiatico e Mentre la via terrestre, soprannominata “the l’Africa in modo da efficientare al massimo i New Silk Road Economic Belt”, corre lungo tutta trasporti merci. la dorsale euroasiatica fino ad arrivare a Venezia, la “Maritime Silk Road” partirà dal Figura 1: estensione della Via della Seta passando per l’Africa Fonte: www.eastbysoutheast.com serie di rotte che dall’Asia portino prodotti Nel caso degli scambi tra Cina ed Africa ad manufatti e cibo per poi tornare con minerali e esempio, la Cina, tra il 2010 e il 2015 ha metalli preziosi provenienti dai partner africani mantenuto un deficit commerciale con l'Africa. e mediorientali. In questo periodo dunque le navi container Ad esempio, nel 2013 oltre il 60% delle cinesi dovevano evitare di viaggiare vuote dalla esportazioni di riso della Thailandia sono Cina all’Africa, per poi tornare piene dei andate in Africa, tanto che Cina e Thailandia prodotti africani. Da qui la necessità di hanno deciso negli ultimi anni di creare dei pianificare i flussi commerciali con i principali veicoli di investimento speciali congiunti per lo partner del sud est asiatico con interessi sviluppo di 12 porti strategici di cui sette in commerciali in Africa, in modo da definire una Africa, con la funzione di centri strategici marittimi di distribuzione.
Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie 6 La loro finalità sarà quella di servire le rotte il golfo di Aden 3 . Interessi culminati con gli delle principali flotte commerciali provenienti accordi dell’aprile 2016 con i quali si stabilisce la dall'Asia, e ogni porto avrà una propria flotta di creazione della prima base militare navale cinese navi costiere secondarie più piccole per all’estero che conterà con un contingente di distribuire ai porti secondari in un modello hub 10.000 uomini per la durata di 10 anni4. and spoke. La costruzione di questa base in territorio Questi porti si trovano vicino ai grandi africano crocevia dei commerci tra Africa, centri con sistemi stradali affidabili per la Medio-oriente Asia ed Europa rappresenta distribuzione ai mercati locali e regionali come indubbiamente un punto di svolta nella politica il porto Libreville in Gabon, che servirà come di Pechino con un triplice obiettivo: garantire la centro di distribuzione per il vicino Camerun, sicurezza delle proprie rotte commerciali, Congo e Nigeria a nord. garantire la sicurezza dei propri investimenti e dei propri cittadini in territorio africano e nel lungo periodo, come affermato da Assaf Orion, analista presso l’ Israel’s Institute for National Security Studies “a step, albeit a modest one, in a longer and more significant journey toward realizing China’s national, global, and military aspirations”5. 3. Rapporti tra Cina e Paesi Sub Sahariani Una delle caratteristiche principali dell’odierna politica di penetrazione cinese in Africa riguarda la capacità di Pechino di instaurare stretti legami con i vari governanti africani, specialmente nell’Africa Sub-sahariana. In particolare verranno analizzati quattro paesi: Zimbabwe, Sudan, Angola e Sud Africa, mettendo in luce per ogni paese una caratteristica particolare che contraddistinguesse il proprio rapporto con la Cina, e per far questo abbiamo tenuto conto anche della divisione fatta da Chris Alden nel libro “China in Africa”. In base a caratteristiche economiche e forme di 2.1 Il ruolo del porto di Djibouti lungo la Via della governo, Alden divide gli stati africani in tre seta marittima categorie: i) Pariah regimes; ii) illiberal regimes or L’interesse cinese nei confronti del weak democracies with commodity-based economies; iii) continente africano si è andato evolvendo nel democracies with diversified economies. Questa tempo e come afferma Francois Dubé “China’s role in Africa is changing from resource extractor to 3 Tra le opere più importanti realizzate si annoverano la long-term strategic partner” 2 . Il caso del porto di costruzione in poco più di 3 anni il nuovo porto di Djibouti ne è un chiaro esempio. Djibouti ha Djibouti, un nuovo terminal, due aeroporti, la ferrovia beneficiato in pochissimo tempo di ingenti che collega Djibouti con l’Etiopia, impianti di investimenti da parte di Pechino, desalinizzazione e pipeline petrolifere di collegamento sproporzionati per l’esiguità del suo territorio con la penisola arabica. 4 La base navale verrà creata nelle città di Doraleh e ma non per il suo ruolo e posizione strategica Obock. Territori strategici dove si sono concentrati i per le rotte e gli interessi cinesi che passano per principali investimenti cinesi, data la loro posizione di porte di accesso al golfo di Tadjoura. 5 A. ORION, “The Dragon’s tail at the Horn of Africa”, 2 F. DUBÉ “Chinese experiment in Djibouti”, in The in The Institute for National Security Studies Diplomat www.thediplomat.com/2016/10/chinas- (http://www.inss.org.il/index.aspx?id=4538&articleid=1 experiment-in-djibouti 1378)
Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie 7 classificazione operata da Alden risulta utile per governo Harare, garantendo al contempo a vedere come la Cina abbia utilizzato diverse Mugabe una linea di crediti preferenziale per la strategie a seconda del tipo di paese con cui si quale “nessuna condizione” veniva richiesta, né interfacciava. di cambiamenti strutturali, né di trasparenza, né tanto meno di rispetto dei diritti umani (si veda 3.1 Prima Categoria di Paesi: Pariah regimes: capitolo 5 sul tema del rispetto dei diritti Zimbabwe e Sudan umani). La prima categoria comprende tutti quei I crediti cinesi e i progetti di numerose paesi che sono stati in qualche modo messi compagnie cinesi si focalizzarono sui due all’indice dalla comunità internazionale per le settori strategici del paese africano, ovvero, loro pratiche di governo autoritarie e per gravi l’agricoltura e il settore minerario. violazioni dei diritti umani. L’isolamento di I crediti cinesi furono però presto ingoiati questi paesi ha rappresentato per il governo dal corrotto regime di Mugabe che dovette cinese un’opportunità per cercare di minare ipotecare ai cinesi intere attività produttive del l’egemonia occidentale in Africa. paese, aggravando così ancora di più la situazione economica. 3.1.1 Zimbabwe Ormai diventata scarsamente profittevole I rapporti diplomatici tra la Cina e il governo qualsiasi attività economica, i cinesi, criticati di Mugabe in Zimbabwe risalgono all’epoca sempre più dalla comunità internazionale per il coloniale e rappresentano forse il più loro appoggio a Mugabe e senza più vantaggio importante successo di Pechino nella lotta per nel compromettersi con Mugabe, hanno la leadership rivoluzionaria combattuta contro progressivamente abbandonando Harare e il l’Unione Sovietica nel sostenere opposti suo dittatore al loro infausto destino. movimenti di liberazione nazionale. Con la Il caso dello Zimbabwe rappresenta il riduzione dell’interesse per la Africa da parte fallimento della politica aggressiva di Pechino della Cina tra gli anni 90 e primi anni 2000 si che mira a minare il monopolio occidentale in andò a ridurre il supporto di Pechino al nuovo Africa appoggiando dittatori e governi corrotti governo di Mugabe che, sempre più corrotto e messi all’indice dalla comunità internazionale. autoritario iniziò una serie di riforme populiste - La politica di concedere crediti senza condizioni culminate nella fallimentare nazionalizzazione si è infatti in questo caso ritorta contro la stessa delle terre avvenuta nel 2000 - che portarono Cina. all’attuale disastro economico. Isolato dalla comunità internazionale, 3.1.2 Sudan estromesso da qualsiasi linea di credito estero, e Le relazioni sino-sudanesi presentano in una situazione economica catastrofica con numerose analogie con quelle tra Cina e un’inflazione pari al 590% nel 2003 Mugabe Zimbabwe, ma sono caratterizzate da una decise di rivolgersi nuovamente a Pechino, variabile aggiuntiva che ne determina un dando il via nel 2003 alla cosiddetta “Look East maggior coinvolgimento di Pechino: il petrolio. Policy”, una politica basata su una sostanziale Come lo Zimbabwe, anche il Sudan subirà apertura ai capitali esteri cinesi. In una fase di l’isolamento e il congelamento di crediti da rinnovato interesse nei confronti del continente parte della comunità internazionale iniziata a africano, Pechino accettò di collaborare con un partire dagli anni 90. Questo, unito alle sanzioni paese che costituiva allora uno dei “granai” americane e all’estrema difficoltà da parte delle d’Africa e i cui giacimenti di platino stimati tra i compagnie straniere di operare nella perdurante più grandi del mondo. situazione di guerra, porterà il paese alla quasi Lo Zimbabwe venne inserito nel “Chinese totale bancarotta. Le imprese petrolifere cinesi, Eight-Point Proposal Supporting African senza più concorrenza estera e finanziate Development” varato durante la terza conferenza direttamente dal governo di Pechino, assunsero FOCAC del 2006 in occasione della quale, allora il rischio di investire in un paese ad alto Pechino cancellò tutti i debiti detenuti dal rischio laddove invece le aziende occidentali si
Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie 8 stavano ritirando, e si rivelarono fondamentali Sudan e instaurato immediatamente relazioni nello sviluppo dell’allora nascente settore economico-politiche al fine di salvaguardare gli petrolifero sudanese e nella successiva crescita investimenti effettuati e non favorire i suoi economica del Sudan. Tutti gli oleodotti, le diretti competitor. raffinerie e i siti di stoccaggio del petrolio Il caso sudanese mette chiaramente in luce il sudanese vennero costruiti dai cinesi che dilemma della politica estera cinese: tra una avendo anche la quota maggioritaria di quasi strategia di breve periodo che vede la Cina tutte le “concessioni” dei vari blocchi come una potenza tesa a mettere in discussione petroliferi. i principi e le istituzioni dell’odierno ordine Solo partendo da questi presupposti si può globale e una strategia di lungo termine, in cui comprendere meglio il comportamento che la la Cina si sforza di proporre sé stessa come un Cina ha tenuto a riguardo della questione del attore responsabile capace di giocare un ruolo Darfur. La Cina, fino alla metà del 2007, si è sempre più attivo nella scena internazionale. opposta a qualsiasi embargo o sanzione nei confronti del Sudan, così come si è opposta a 3.2 Seconda Categoria di Paesi: Illiberal regimes or un invio di caschi blu senza il consenso del weak democracies with commodity-based economies: regime di Khartoum. La ferma posizione del Angola governo di Pechino si spiega con la difesa dei La seconda categoria di stati definiti “illiberal propri interessi petroliferi che proprio regimes or weak democracies with commodity-based l’instabilità e la condizione di Stato-paria del economies” comprende tutti quegli stati usciti da Sudan hanno garantito. Un ritorno degli Stati periodi di guerra o che pur conformandosi a Uniti e delle compagnie petrolifere americane – principi e istituzioni democratiche, sono che con la Chevron avevano scommesso caratterizzati da un forte controllo da parte moltissimo nel potenziale petrolifero del Sudan delle élites al potere sulle risorse del paese. La – avrebbe determinato per Pechino un’ingente Cina rappresenta anche per questi stati una perdita di quel vantaggio competitivo che nuova fonte di investimenti e un partner l’isolamento del Sudan le aveva garantito. strategico che non pone condizioni per i propri Pechino motiva il proprio comportamento aiuti e prestiti. come una strenua difesa del principio di “non Tra questi stati l’Angola rappresenta interferenza negli affari interni” che costituisce indubbiamente il più importante partner per sin dalla conferenza di Bandung del 1955 uno Pechino e, nonostante esistano diversi elementi dei principi cardine della propria politica estera. controversi, l’esempio più riuscito di come gli Le crescenti critiche da parte della società investimenti cinesi siano stati ben gestiti. civile, culminate nella minaccia di boicottare i Elemento predominante anche in questo caso giochi olimpici di Pechino 2008, unite al dell’espansione cinese in Angola, è crescente timore che la situazione in Darfur rappresentato dal rifiuto da parte del FMI e degenerasse, hanno però progressivamente della Banca Mondiale di concedere prestiti al spinto il governo cinese ad adottare un programma di ricostruzione varato dal governo atteggiamento più cauto nella questione. di Luanda nel 2003, poiché non venivano Continuando ad opporsi, per i motivi citati, garantiti gli standard minimi di trasparenza, di qualsiasi sanzione e continuando a garantire il good governance e di liberalizzazioni. Pechino principio di “non interferenza”, Pechino ha fu dunque pronta a investire non solo nel cercato, sfruttando la propria influenza sul settore della ricostruzione, ma anche nell’ governo di Khartoum, di adottare una politica importantissimo settore petrolifero, fino a far culminata nell’approvazione della risoluzione diventare dell’Angola il principale esportatore di ONU 1769 del luglio 2007 la quale petrolio verso la Cina. Inoltre, sfruttando il predisponeva l’invio di un contingente di 2000 proprio vantaggio in termini di costi di caschi blu (UNAMID), provenienti manodopera, le imprese cinesi sono riuscite a esclusivamente da paesi africani e Asiatici. Allo spazzare letteralmente fuori dal mercato stesso modo Pechino ha riconosciuto il Sud qualsiasi concorrente estero, garantendo a
Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie 9 prezzi bassissimi la costruzione di quelle Politicamente, invece, Cina e Sud Africa, infrastrutture necessarie allo sviluppo del paese superate le tensioni legate riconoscimento africano. Le imprese cinesi hanno però diplomatico di Taiwan da parte di Pretoria fino estromesso dal mercato anche le stesse imprese al 1997, collaborano ormai sempre più angolane, e l’impiego massiccio di manodopera attivamente non solo nella ricerca di una cinese ha limitato nello stesso tempo anche politica comune in Africa ma anche nel l’occupazione di manodopera locale non progetto di riforma delle Nazioni Unite e di permettendo la diffusione del “know how”6. altre organizzazioni internazionali, dove Pechino sta supportando con maggior forza le 3.3 Terza Categoria: democracies with diversified crescenti ambizioni politiche di Pretoria, prima economies: Sud Africa fra tutte quella di ottenere il seggio permanente Dell’ultima categoria, democracies with diversified al Consiglio di Sicurezza8. economies, si può dire che l’unico stato africano democratico con un’economia diversificata e 4. Effetti diretti della presenza cinese in una società civile presente e rappresentativa è il Africa Sud Africa. Partendo dall’analisi dei quattro casi di Le relazioni tra la Cina e il Sud Africa sono studio, occorre ora mettere in luce gli effetti però molto più complesse e difficili rispetto a diretti e indiretti della Cina nella crescita e nello quelle con gli altri Stati, sia sotto il profilo sviluppo dell’intero continente africano. economico che sotto il profilo politico- Innanzitutto, il crescente bisogno da parte diplomatico dato il ruolo di potenza regionale cinese di materie prime unito a quello di altre giocato dal Sud Africa7.Economicamente il Sud economie emergenti, ha comportato fino allo Africa rappresenta senza dubbio un mercato scoppio della crisi del 2007 un drammatico molto più maturo rispetto agli altri paesi aumento a livello globale dei prezzi delle africani e costituisce dunque un’opportunità materie prime, che avevano invece maggiore per prodotti e investimenti cinesi. sperimentato una progressiva discesa nei Le ingenti risorse minerarie del paese e le sue periodi precedenti. Tutto ciò aveva portato tecnologie in campo estrattivo fanno inoltre del come evidenzio nel “2005 African Report” delle Sud Africa un partner importante per Pechino Nazioni Unite ad una crescita di quasi tutti i tanto che le imprese sudafricane sono le uniche paesi africani a tassi del 5,5% medio annuo, con imprese africane ad essere presenti in modo il petrolio però che aveva contribuito per il non marginale in Cina. Dall’altra parte però le 57,5% a questa crescita9. imprese cinesi fanno fatica a raggiungere in Sud La crisi finanziaria del 2007 ha determinato Africa lo stesso livello di penetrazione ottenuto una caduta drastica della domanda globale in altre parti del continente a causa della forza impattando in modo drammatico su quei paesi delle istituzioni e delle regole democratiche del africani che più di altri avevano basato la loro paese. Le imprese cinesi sono inoltre in crescita economica sullo sfruttamento delle competizione diretta con quelle sudafricane sia materie prime e sulla crescita dei loro prezzi. in Sud Africa che in altre parti del continente, Sotto questo aspetto dunque, la sfida che i paesi così come lo sono gli stessi prodotti cinesi la cui africani si trovano ora ad affrontare in questo “invasione” viene vista con crescente periodo di transizione e di incertezza preoccupazione anche in Sud Africa. economica sarà quella di “gestire” la loro 8 Resoconto della settantesima Sessione Plenaria 6 H. COROADO, “Angolans resentful as China tightens dell’Assemblea Generale Nazioni Unite in United Nations its grip” in Reuters (www.reuters.com/article/us-angola- Press Release china-insight-idUSKCN0PJ1LT20150709) (https://www.un.org/press/en/2015/ga11715.doc.html) 7 Dal sito ufficiale del governo cinese 9 United Nations Economic Commission for Africa, (www.china.org.cn/english/features/wenjiabaoafrica/17 “Economic Report on Africa” 1412.html) (http://www.uneca.org/publications/economic-report- africa-2005)
Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie 10 economia, puntando su uno sviluppo cercando allo stesso tempo di metterne in luce sostenibile e duraturo, senza incappare nel gli elementi più controversi. Esse si possono rischio di quella che gli analisti chiamano “Dutch riassumere in cinque punti: i) nessuna disease”, ovvero i rischi in cui possono incorrere condizione o privilegi legata ai propri prestiti; ii) tutti quei paesi che puntano sul vantaggio nessuna interferenza negli affari interni dei derivante dalla monospecializzazione. paesi africani; iii) i prestiti devono stimolare In secondo luogo, l’impatto cinese in Africa crescita e autosufficienza nel breve periodo; iv) si sostanzia anche sotto altri versanti che hanno dichiarazione cinese di beneficio reciproco; v) favorito la crescita del continente. In prestiti a interessi zero o a bassi tassi particolare, bisogna sottolineare come le d’interesse. imprese cinesi di costruzione stiano fornendo in Tali caratteristiche costituiscono quello che Africa un enorme contributo nella realizzazione può esser definito come opposto al “Washington di quei servizi e infrastrutture necessari per uno Consensus”, poiché è proprio dal fallimento della sviluppo duraturo. Nonostante la minore politica portata avanti dal FMI e della Banca tecnologia e qualità delle infrastrutture e dei Mondiale nel contribuire alla crescita dell’Africa servizi cinesi rispetto a quelli occidentali, la loro che in qualche modo il Beijing Consensus trae estrema convenienza in termini economici li forza e legittimità agli occhi dei governanti rende in Africa competitivamente vincenti. Così africani. Nonostante ciò anche tali punti anche “l’invasione” di prodotti cinesi, presentano numerose contraddizioni e nonostante la bassa qualità di molti di essi, ha problematiche. consentito a migliaia di africani di poter Per quanto riguarda il fatto che i prestiti accedere a beni di consumo altrimenti cinesi non siano soggetti a condizioni, si deve irraggiungibili. Tutto ciò porta con sé indubbi tener presente che in Angola i prestiti cinesi problemi, e gli stessi elementi capaci di portar sono stati garantiti solo a condizione che il 70% crescita economica in Africa, costituiscono se degli appalti per la ricostruzione venisse gestiti male la causa stessa del mancato affidato a imprese cinesi. Per quanto riguarda sviluppo. Questo è chiarissimo nel caso poi il principio di non interferenza, tanto caro a sopraccitato del settore delle costruzioni in Pechino, bisogna riscontrare come invece il Angola, ma è ancor più visibile nel settore governo cinese sia intervenuto più e più volte tessile. Numerosi paesi africani infatti erano negli affari interi di singoli stati africani ogni riusciti a sviluppare, grazie anche ad accordi qual volta che i propri interessi venivano messi commerciali preferenziali come l’AGOA del in discussione, come è avvenuto durante le 2000, una fiorente industria tessile che, pur elezioni presidenziali in Zambia allorquando i dipendente dal ruolo delle multinazionali cinesi minacciarono di ritirare i propri aiuti occidentali, era riuscita a garantire un alto tasso qualora avesse vinto Michel Stata, candidato di occupazione della popolazione locale. Con la anti-cinese10. fine dell’accordo Multifibre nel 2005 e la La questione forse ancor più controversa completa liberalizzazione del settore tessile, i riguarda il terzo e il quarto punto. Sicuramente prodotti cinesi, senza più quote imposte, hanno gli aiuti cinesi hanno svolto un ruolo letteralmente “invaso” i mercati africani, fondamentale nella crescita di alcuni paesi comportando così la chiusura di moltissime africani come nei casi citati di Sudan e Angola industrie tessili africane incapaci di resistere alla soprattutto, ma nello stesso tempo bisogna concorrenza cinese, e al licenziamento di anche constatare come siano i cinesi stessi a migliaia di lavoratori. controllare grandi quote nei settori economici strategici. Il fatto poi che la crescita economica 5. Modello cinese di cooperazione con l’Africa 10Y.J. LIM, “Anti-Chinese Sentiment in Zambia and the Occorre analizzare le caratteristiche principali che rendono più efficace il modello di African Continent” in South African Newspaper (http://esjournals.org/journaloftechnology/archive/vol2 cooperazione proposto in Africa da Pechino, no7/vol2no7_2.pdf)
Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie 11 africana sia in qualche modo eterodiretta spinge costituisce “…both a tantalizing opportunity and a nuovamente i paesi a monospecializzarsi e a terrifying threat”11. non diversificare la propria economia. Infine per quanto riguarda l’ultimo punto, Bibliografia che è anche quello che alletta di più i vari governanti africani, le maggiori preoccupazioni Alden, C. (2007) “China in Africa”, African sono state sottolineate dagli ex presidenti di Studies/InternationalRelations/Developme Banca Mondiale Paul Wolfowitz e del FMI nt, Ed. Zed Books, London. Adnan Mazarei. Essi sottolineano come il Burke, C. (2006), “China’s interest and activity modo indiscriminato con cui Pechino sta in Africa’s construction and infrastructure sector”, erogando prestiti ai vari paesi africani stia Centre for Chinese studies, Stellenbosh causando una crescente ripresa del debito University. pubblico africano, vanificando così tutti gli Dollar, D. (2016) “China’s engagement with sforzi condotti al fine di favorire Africa” Brookings Institute China Center responsabilizzazione e trasparenza. Kitissou, M. (2007), “Africa in China’s Global Strategy”, Ed. Adonis & Abbey Publishers 6. Conclusioni Ltd, London. Nonostante si sia cercato di mettere in luce Manji, F. and Marks, S. (2006) “African alcune caratteristiche comuni che potessero perspectives on China in Africa”, Ed. Fahamu, meglio definire la presenza cinese in Africa, Cape Town. definire quale sia il ruolo che la Cina sta avendo Ramo, J. (2004), “The Beijing Consensus”, Ed. nello sviluppo del continente africano risulta Foreign Policy Centre, New York. alquanto difficile, poiché esso assume Sautman, B. (2006), “Friends and interests: caratteristiche piuttosto diverse a seconda dei China’s distinctive links with Africa” Working singoli stati con cui Pechino ha intrattenuto e paper no.12 Centre on China‟s intrattiene relazioni. Translational Relations, Hong Kong. Ciò che invece è da notare è il fatto che Taylor, I. (2006), “China and Africa, dopo anni in cui l’Africa è stata letteralmente engagement and compromise”, Ed. Routledge, “abbandonata”, la crescita della presenza cinese London. nel continente di questi ultimo periodo, ha in Wang, J. (2007), “What Drives China’s qualche modo invece riproposto il continente Growing Role in Africa?”, IMF Working africano al centro della politica economica Paper, African Department. internazionale. Non solo la presenza cinese, ma Wenping, H. (2007), “The Balancing act of anche quella di nuovi attori internazionali spinti China’s Africa policy” China Security, Vol. III dal crescente bisogno di materie prime, ha pp. 23-40, World Security Institute. generato una vera e propria competizione in Broadman, Harry G.. (2006) “Africa's silk Africa, tale da mettere in seria discussione gli road: China and India's new economic frontier”. interessi degli europei nel continente. I leader World Bank. africani si possono dunque muovere con Brian Eyler (2014) “China’s Maritime Silk maggiore libertà e con un crescente potere di Road is all about Africa” East by Southeast contrattazione nelle relazioni internazionali, review. specialmente nei confronti dei paesi europei cui ricordano sempre con maggior frequenza di non essere più ormai gli unici partner preferenziali. Starà ai governanti africani saper approfittare di questa situazione di competizione nel garantirsi le “amicizie cinesi”, 11P. MOONEY, “Beijing delicate act in Africa” in New perché come sostenne l’ex presidente sudafricano T. Mbeki la presenza cinese in York Times, (http://www.nytimes.com/2005/01/18/opinion/beijing Africa a seconda di come venga gestita s-delicate-balancing-act-in-africa.html?_r=0)
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