ANIEM Rassegna Stampa del 13/03/2017
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
ANIEM Rassegna Stampa del 13/03/2017 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio.
INDICE ANIEM 11/03/2017 Il Mattino - Salerno 7 «Cassa edile, non è più tempo di polemichette» 12/03/2017 Gazzetta di Reggio 8 Scettici sulla riforma gli edili reggiani scrivono a Delrio SCENARIO EDILIZIA 11/03/2017 Corriere della Sera - Roma 13 Truffa Piani zona, sotto inchiesta sei dirigenti comunali 11/03/2017 Corriere della Sera - Nazionale 15 Le finestre-smartphone e l'edilizia stampata in 3D Le sorprese del costruire 11/03/2017 La Repubblica - Nazionale 17 Grattacielo Regione il cantiere è fermo incentivi ai dirigenti 12/03/2017 La Stampa - Alessandria 18 Cantieri Itinera in chiusura L'azienda dichiara 58 esuberi 11/03/2017 Il Giornale - Nazionale 19 Premio al grattacielo che non c'è Il Piemonte dà il bonus ai dirigenti per l'opera ancora incompiuta 12/03/2017 QN - Il Resto del Carlino - Nazionale 21 L'edilizia resta al palo Solo 107 nuove case 12/03/2017 QN - La Nazione - La Spezia 22 E' Mario Gerini il nuovo presidente dell'Ance La Spezia SCENARIO ECONOMIA
13/03/2017 Corriere della Sera - Nazionale 24 Al via 30 mila assegni per ritrovare lavoro 13/03/2017 Corriere della Sera - Nazionale 26 «Un welfare da ripensare Al centro i bisogni sociali» 13/03/2017 Corriere della Sera - Nazionale 28 Fra i 3.500 nei ghetti della Puglia «Le aziende chiamano al telefonino» 13/03/2017 Corriere della Sera - Nazionale 30 «Sole 24 ore», oggi la decisione sulla guida del giornale 12/03/2017 Corriere della Sera - Nazionale 32 Italia, il sorpasso che non ti aspetti 12/03/2017 Corriere della Sera - Nazionale 34 «Bei, 12 miliardi l'anno sull'Italia Ma ora servono più progetti» 12/03/2017 Corriere della Sera - Nazionale 36 L'Istat conferma: i prezzi crescono il doppio degli stipendi 11/03/2017 Corriere della Sera - Nazionale 37 Occupazione ai massimi dal 2009 11/03/2017 Corriere della Sera - Nazionale 38 Scontro sui voucher ai disabili Cgil contro. Il Pd: un'opportunità 11/03/2017 Corriere della Sera - Nazionale 39 Più lavoro, la Fed verso il rialzo dei tassi 11/03/2017 Corriere della Sera - Nazionale 40 Telecom Italia azzera il dividendo e premia i dipendenti 13/03/2017 Corriere L'Economia 41 Barra: io e i miei 400 mila Dipendenti 13/03/2017 Corriere L'Economia 44 Del vecchio: peso di meno conto di più 13/03/2017 Corriere L'Economia 47 Economisti che sbagliano 13/03/2017 Corriere L'Economia 50 PROTEZIONISMO E' LA RICETTA PER IL DECLINO (e l'italia paga più di tutti) 13/03/2017 Corriere L'Economia 53 Ma quanto vale la paga di un manager? 13/03/2017 Corriere L'Economia 55
ATLANTE E IL GOVERNO QUELLO CHE NON VI DICONO SULLE VENETE 13/03/2017 Corriere L'Economia 57 Generali Amenduni e i soci nascosti 13/03/2017 La Repubblica - Nazionale 59 Lorenzin: "Se tagliassimo le spese, i ticket potrei abolirli" 13/03/2017 La Repubblica - Nazionale 61 L'affare della formazione 12/03/2017 La Repubblica - Nazionale 64 Lo scandalo accelera il declino della Confederazione di Boccia* 11/03/2017 La Repubblica - Nazionale 66 Lite sull'Europa a due velocità 11/03/2017 La Repubblica - Nazionale 67 "Assurdo chiederci di bloccare il traffico" 11/03/2017 La Repubblica - Nazionale 68 "C'era un progetto e l'abbiamo seguito" 11/03/2017 La Repubblica - Nazionale 69 Wall Street cresce da otto anni ma ora la "bolla" può scoppiare 11/03/2017 La Repubblica - Nazionale 71 Banche venete per l'accordo gli azionisti sono già al 45% 11/03/2017 La Repubblica - Nazionale 72 Tesoro, nomine conferma per il dg La Via e per Franco 12/03/2017 L'Espresso 73 Fatta la legge trovato l'intoppo 12/03/2017 L'Espresso 75 Se ci pensa mamma impresa 13/03/2017 La Stampa - Nazionale 77 Rottamazione, come e quando pagare Risparmi sulle cartelle fino al 50% 13/03/2017 La Stampa - Nazionale 79 «Borse in altalena colpa dei populisti» 13/03/2017 La Stampa - Nazionale 80 Venchi cresce in Cina e America "E in Italia i consumi ripartono"
11/03/2017 La Stampa - Nazionale 82 Sciopero a oltranza nel giornale della Confindustria 11/03/2017 La Stampa - Nazionale 84 Gay: "Bene aiutare i ragazzi con il taglio del cuneo fiscale" 11/03/2017 Il Messaggero - Nazionale 85 Bonus 80 euro, così si cambia 11/03/2017 Il Messaggero - Nazionale 87 Taxi, l'Antitrust apre a Ncc e Uber: mercato più libero SCENARIO PMI 13/03/2017 Corriere L'Economia 89 La rivoluzione Coopernic 13/03/2017 La Repubblica - Affari Finanza 91 Banca Ifis, con Interbanca nuova spinta per aggredire il mercato degli Npl 13/03/2017 La Repubblica - Affari Finanza 93 Tribunale brevetti a Milano, meno costì per le imprese 10/03/2017 Capital 95 L' innovazione è la vera tradizione 10/03/2017 L Impresa 96 Il ruolo sociale dell'impresa è legge
ANIEM 2 articoli
11/03/2017 diffusione:40854 Pag. 25 Ed. Salerno tiratura:59807 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La lettera «Cassa edile, non è più tempo di polemichette» Paolo Cardito* Nel giorno, in cui il governo adotta misure straordinarie per la lotta alla povertà varando (forse per la prima volta nella storia del nostro Paese) un reddito d'inclusione come sostegno alla popolazione povera (4.5 milioni), in questa nostra disastrata provincia meridionale siamo chiamati, in quanto Aniem (associazione di rappresentanza categoriale che opera nell'edilizia) ad occuparci di un altro ben più "modesto" e tratti desolante conflitto locale. Mi risulta, infatti, difficile immaginare che imprenditori del settore delle costruzioni non riescano ad accettare l'esistenza e l'operatività di una Cassa Edile diversa da quella nella quale si riconoscono. Eppure, sicuramente si ispirano al principio della concorrenza che è il fondamento della libera impresa nel libero mercato. L'Aniem ha voluto rendere pienamente fruibile per le imprese campane e salernitane la sua Edilcassa che consente alle aziende - gravate da un ciclo recessivo che contrariamente a quanto si dice e si scrive non è alle spalle - di potere valutare la migliore offerta e, quindi, di risparmiare e di abbattere i costi. L'Aniem di Salerno è l'unica associazione di categoria indiscutibilmente attrice del sostegno ad Edilcassa. Non a caso lo sportello di Edilcassa è allocato all'interno della sede salernitana di Aniem. > Segue a pag. 37 Paolo Cardito* Va, poi, aggiunto - per fare del tutto chiarezza - che Aniem ha ritenuto di sottoscrivere un accordo con l'Associazione Costruttori Salernitani (Acs) al fine di consentire anche ad altre imprese non ad essa iscritte di avere a disposizione un'opzione alternativa in tema di Casse Edili rispetto a quella già presente a Salerno. Con questa impostazione - scevra da sterili ed inutili polemichette locali - siamo convinti che occorra avviare un'ampia ed approfondita riflessione sulla realizzazione di un unico e condiviso modello di Cassa Edile con un preciso obiettivo: alleggerire in profondità gli oneri contributivi di tutte le parti in campo in un'ottica più generale di abbattimento del costo del lavoro, vero vulnus del sistema economico e produttivo nazionale. Un nuovo modello incentrato su regole omogenee, nel pieno rispetto degli accordi contrattuali nazionali e regionali. Nel frattempo, occorre prendere atto del dualismo concorrente tra Casse Edili, tutto qua. Ma è il caso di non proseguire in una dialettica che non giova all'immagine e alla sostanza degli imprenditori edili salernitani, che dovrebbero, invece, concentrarsi maggiormente sulla battaglia per attivare investimenti pubblici reali nella nostra provincia, proponendo progetti capaci di essere attrattivi anche di fondi privati, in modo da realizzare quelle opportunità di partenariato che restano - al momento - l'unico vero presupposto per la ripartenza del nostro settore di riferimento. * Presidente Aniem Salerno © RIPRODUZIONE RISERVATA ANIEM - Rassegna Stampa 13/03/2017 7
12/03/2017 diffusione:9166 Pag. 19 tiratura:11688 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato codice degli appalti Scettici sulla riforma gli edili reggiani scrivono a Delrio REGGIO EMILIALe associazioni di categoria del settore costruzioni di Reggio Emilia restano scettiche sul nuovo codice degli appalti pubblici. E i dubbi, con particolare riferimento agli affidamenti «sottosoglia» e al regolamento relativo ai criteri per l'individuazione delle imprese da invitare alle procedure negoziate, li mettono nero su bianco in una lettera. La missiva è indirizzata al ministro delle infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio, al presidente della Regione Stefano Bonaccini, a quello della Provincia Giammaria Manghi, ai sindaci dei comuni dell'Unione Montana, al presidente del Consorzio bonifica dell'Emilia centrale, al Parco nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano e ai sindacati Cgil, Cisl e Uil, per chiedere un confronto sull'adozione delle nuove normative. La firma è quella di Aniem Collegio edile di Reggio Emilia, Lapam costruzioni e Cna costruzioni provinciali. «Tra i molteplici aspetti oggetto della nuova normativa- si legge nella lettera congiunta - ci pare urgente porre alla vostra attenzione le modalità con le quali le stazioni appaltanti individuano gli operatori economici da invitare alle procedure negoziate, previste appunto per il cosiddetto "sottosoglia", ovvero le procedure di aggiudicazione dei lavori con importo a base d'asta inferiore a un milione di euro». Il punto che viene contestato è quello del sorteggio che viene effettuato nel caso in cui il numero di domande superi il numero di soggetti economici che la stazione appaltante aveva deciso di invitare alla procedura. Tale modalità, viene evidenziato, «affida purtroppo alla sorte il futuro delle piccole e piccolissime imprese del territorio». Le associazioni degli edili invitano, in pratica, le Stazioni Appaltanti a dotarsi di un regolamento nel quale poter specificare le modalità con le quali condurre le indagini di mercato, le modalità di costituzione dell'elenco fornitori e i criteri per selezionare le imprese da invitare alle procedure negoziate all'interno degli elenchi così costituiti. ANIEM - Rassegna Stampa 13/03/2017 8
ANIEM WEB - Rassegna Stampa 13/03/2017 11
SCENARIO EDILIZIA 7 articoli
11/03/2017 diffusione:238671 Pag. 1 Ed. Roma tiratura:333841 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Truffa Piani zona, sotto inchiesta sei dirigenti comunali Case costruite da tre coop, indagine chiusa I proprietari citano Campidoglio e Regione Fulvio Fiano Chiuse le indagini su tre coop di costruttori attive nei Piani di Zona. Il pm contesta la truffa aggravata a cinque imprenditori e accusa sei dirigenti degli uffici capitolini deputati alle concessioni e ai controlli di «reiterate omissioni e violazioni di legge». Il danno alle finanze pubbliche, secondo una stima, arriva al miliardo di euro. Gli acquirenti o locatari finiti intanto sotto sfratto per non aver pagato i prezzi illecitamente gonfiati dai proprietari sono pronti a citare Regione e Comune per avere i risarcimenti: «Ancora oggi, nonostante le inchieste,non hanno mosso un dito per tutelarci», dicono. a pagina 3 Un intero ufficio sotto inchiesta. Sei tra dirigenti e funzionari capitolini a rischio processo. Un danno alle casse pubbliche stimato in un miliardo di euro, senza contare i risarcimenti che andranno corrisposti a migliaia di romani. Il sospetto, raccontato prima sotto voce e poi urlato dagli abitanti dei Piani di Zona, ha ora il fragore di una bomba: per anni il Campidoglio ha agevolato una maxi truffa sull'edilizia convenzionata. Il pm Francesco Dall'Olio, che ha raccolto le denunce arrivate da decine di quartieri di nuova edificazione, ha chiuso le indagini su tre cooperative che si sarebbero accaparrate con l'inganno i contributi pubblici senza dare niente in cambio in termini di servizi ai cittadini e anzi rivendendo le case a prezzo maggiorato e fuori legge. La Sette Costruzioni spa di Claudio Sette; la Provera e Carrassi spa e la Immobiliare Guido D'Arezzo spa rappresentate da Giovanni Aricidiacono, Gabriele Vallo ed Emanuele Carrassi De Villar; il Consorzio cooperative di abitazione di Riccardo Farina e Giulio Bencini, tutte attive nel Piano di Zona di in via Longoni (Tor Sapienza) e l'ultima anche in quello Borghesiana-Pantano sono accusati di truffa in concorso aggravata dall'aver agito contro il patrimonio su concessioni pubbliche. Il pm contesta anche la continuazione del reato e scongiura la prescrizione di illeciti cominciati con le autorizzazioni 15 anni fa ma giunti a compimento con gli ultimi atti nel 2014. Sugli «artifizi e raggiri dei costruttori nello stipulare una convenzione con il Comune di Roma», si legge nell'avviso di chiusura indagini, si è innestata una «reiterata serie di omissioni e violazioni di legge poste in essere dai pubblici ufficiali preposti». Ne rispondono Marcello Andreangeli ex direttore della III unità operativa - edilizia residenziale pubblica (oggi è in pensione), già sotto inchiesta per falso ideologico, abuso d'ufficio e concussione in un altro fascicolo, e Maurizio Frontani, addetto alle verifiche sull'istruttoria per la concessione e il calcolo dei prezzi massimi di cessione e locazione. Poi ancora Francesca Saveria Bedoni, funzionaria del IX Dipartimento - Urbanistica - indagata anche per corruzione assieme al suo direttore Antonello Fatello nell'affare palazzo Raggi, e citata (non indagata) in Mafia Capitale per il canone agevolato concesso a Salvatore Buzzi sulla sede di via Pomona della 29 Giugno. E il dirigente Luciano Mancini, incaricato alle verifiche sui Pdz, che da pochi mesi è all'ufficio giardini con il suo capo al dipartimento Edilizia popolare, Tonino Egiddi, anche lui iscritto per omissioni in altri procedimenti analoghi. E come pure Antonella Caprioli, che doveva vigilare sulla presentazione dei piani finanziari da parte dei costruttori, senza che per anni se ne sia visto uno. Contando che la Regione ha concesso dal 2004 ad oggi mille finanziamenti da un milione circa ognuno alle coop dei Pdz, la stima del danno arriva a un miliardo di euro. «Comune e Regione, dopo anni di mancati controlli, non muovono un dito per fermare gli sfratti dei cittadini truffati. Chiederemo i risarcimenti», dice l'avvocato Vincenzo Perticaro. Fulvio Fiano ffiano@rcs.it SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 13/03/2017 13
11/03/2017 diffusione:238671 Pag. 1 Ed. Roma tiratura:333841 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato © RIPRODUZIONE RISERVATA 5 Imprenditori sono accusati di truffa per aver ottenuto concessioni e finanziamenti pubblici senza rispettare le convenzioni abitative con gli inquilini Foto: Una palazzina incompleta nei Piani di zona e , sopra, lo sgombero di un inquilino rimasto truffato SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 13/03/2017 14
11/03/2017 diffusione:238671 Pag. 40 tiratura:333841 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Abitare L'appuntamento Le finestre-smartphone e l'edilizia stampata in 3D Le sorprese del costruire Made expo e la tecnologia. Anche contro i terremoti Il cervellone Si può sperimentare il Bim, un software che armonizza i sistemi progettuali Agli antipodi Il legno è protagonista. Ma c'è chi propone serramenti in oro zecchino per gli emiri Luca Bergamin T ecniche di sopraelevazione di edifici per renderli resistenti alle scosse sismiche più forti, stampanti in 3D che «tessono» i materiali edilizi, droni che misurano terreni con precisione millimetrica, carta da parati fatta di vinile come i vecchi dischi 33 giri. E, ancora, serramenti che suonano e consentono di rispondere allo smartphone, videocitofoni che trillano direttamente sullo schermo del telefonino ovunque ci si trovi, vernici così materiche che quasi eccitano quando le sfiori, finestre in oro zecchino. Questo e tanto altro c'è da vedere, toccare, immaginare a Made expo che, dopo i giorni riservati agli addetti ai lavori e ai buyer, oggi a Rho apre al pubblico. Nei suoi padiglioni (involucro e serramenti dall'1 al 4, interni e finiture dal 5 al 7, costruzioni materiali dal 6 al 10, software, tecnologie e servizi sempre nel 10; www.madeexpo.it), incontrando gli oltre mille espositori e le loro brillanti creature - quello dell'edilizia in legno è un compartimento in salute, con un incremento del 2% nel 2015 - si compie un'esperienza multi sensoriale, accattivante e istruttiva. Che comincia, come ogni progetto edilizio 2.0, dall'impiego del Bim. Il Building Information Model, il cui impiego è stato fortemente suggerito da una direttiva dell'Unione Europea, è una sorta di cervellone, un software che armonizza i sistemi progettuali dell'intera filiera, facilitando l'interazione tra i vari comparti edilizi. La sua funzione è di ovviare al ritardo tecnologico del nostro Paese, ma dove l'Italia deve assolutamente riconquistare terreno è nella prevenzione e protezione sismica (il 44% della superficie nazionale è altamente a rischio, soprattutto il 36% dei Comuni della dorsale appenninica, dalla Garfagnana sino a Messina). Ecco, dunque, una forte presenza a Rho di proposte volte a svecchiare e rendere più sicuro il nostro patrimonio immobiliare, quale ad esempio il sistema Nps di Tecnostrutture: permette di sopraelevare edifici esistenti, tramite l'inserimento di un solaio auto portante poggiante su pilastri in acciaio e calcestruzzo forte e resistente. Il legno è il grande protagonista di Made expo. Sistem Costruzioni ne ha fatto l'esclusivo materiale di un'abitazione vera e propria al costo di 1.200 euro al mq, con un risparmio nei consumi energetici che arriva al 50% rispetto a un'abitazione in mattoni. In un futuro che è dietro l'angolo, anche i materiali edilizi primari si costruiranno con le stampanti in 3D come le Wasp mostrate in azione - osservate attentamente i gomitoli che filano, filano... - nel Trabecular Pavilion dal Politecnico di Milano che impiegano polimeri dotati di una straordinaria capacità di resistenza al carico di rottura. Già vola sulle nostre teste invece Neutech Nt6, il drone (7 mila euro) per aerofotogrammetria che scatta immagini precisissime di terreni. Insomma una manna... piovuta dal cielo per geometri e architetti. Per tutti quelli che la casa vogliono farsela o arredarsela da soli, la Fiera di Rho offre molteplici, anche curiose, soluzioni che flirtano con la tecnologia e le ricerche su materiali sempre più biologici. Con Oikos si possono tingere le pareti e i pensili con vernici ricavate da sostanze naturali dall'effetto anche ossidato o ruggine, Wall&decò ricava la carta da parati, persino resiliente all'umidità del bagno, da cotone e vinile, strizzando l'occhio al trompe-l'oeil. Italserramenti ha inserito, sotto il profilo di Allegri Luce Scorrevole, sensori collegati allo smartphone per ascoltare musica e rispondere alle chiamate (5 mila euro). Molto minimal è Skyline System di Carminati con i profili dalla guida incassata nel pavimento, mentre Ferrero Legno sfoggia la bella Replica, una porta laminata con texture in ontario cuoio. Se rendi la casa così chic, poi la devi... controllare, magari con Classe 300X, il videocitofono di Bticino connesso col tuo smartphone, che consente di vedere chi suona alla porta, aprirgliela, accendere le luci. Costa 500 euro, ma conviene, soprattutto se ci si è concessi la «pazzia» della finestra tutta in oro zecchino SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 13/03/2017 15
11/03/2017 diffusione:238671 Pag. 40 tiratura:333841 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato prodotta da Mix Legno Group (5 mila euro): con i tanti visitatori emiratini presenti a Made expo, sta andando a ruba. © RIPRODUZIONE RISERVATA La guida Oggi Made expo alla Fiera di Rho Pero a Milano è aperta a tutti. Biglietto 13 euro, www.madeexpo.it Foto: Il tocco innovativo Da sinistra, Allegri Luce scorrevole di Italserramenti: collegata al proprio device consente di ascoltare musica e rispondere al cellulare; il videocitofono Classe 300X di BTicino: collegato al telefonino permette di aprire la porta e accendere le luci dell'abitazione a distanza; la texture da parete di Wall&decò in cotone e vinile Foto: Sicurezza Studenti al Made toccano con mano il sistema di sopra- elevazione antisismico di Nps System ( Fotoservizio Luca Bergamin ) SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 13/03/2017 16
11/03/2017 diffusione:239605 Pag. 18 tiratura:340745 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato TORINO Grattacielo Regione il cantiere è fermo incentivi ai dirigenti (Sara Strippoli) TORINO. Un cantiere fermo da un anno e mezzo, un'indagine della Procura della Repubblica per corruzione ed estenuanti trattative fra avvocati dopo il fallimento della società Coopsette. Il grattacielo progettato da Massimiliano Fuksas dove Sergio Chiamparino avrebbe dovuto trasferirsi già lo scorso anno rischia di non aprire. Ha però fatto incassare oltre 800mila euro di incentivi a dirigenti e funzionari regionali. E nella lista c'è anche chi è a processo per corruzione proprio nella realizzazione dell'opera da 260 milioni di euro. Fra il 2012 e il 2014 anche l'ex direttore dei lavori Carlo Savasta che andrà a processo a gennaio del 2018 ha guadagnato 178mila euro di incentivi. Vecchia storia che risale alla precedente amministrazione, precisa l'amministrazione guidata da Chiamparino: «Dal luglio del 2014 non sono più stati dati incentivi. Peraltro le somme erano state liquidate quando l'indagine della Procura non era ancora stata aperta e i lavori del cantiere non erano stati sospesi». Foto: Il grattacielo incompiuto di Torino SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 13/03/2017 17
12/03/2017 diffusione:154324 Pag. 39 Ed. Alessandria tiratura:222715 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il gruppo fatica in Italia, ma cresce all'estero Cantieri Itinera in chiusura L'azienda dichiara 58 esuberi Spedite le lettere: riaperta la procedura di mobilità avviata l'anno scorso Piero Bottino Licenziati da aprile o in mobilità. La brutta notizia riguarda 58 addetti di «Itinera», la società del gruppo Gavio che ha realizzato - fra le altre opere - il ponte Meier di Alessandria, di nuovo al centro di una trattativa tra azienda e sindacati. Colpa della crisi dell'edilizia: i dipendenti sono contrattualizzati con ditte del gruppo nato a Tortona create ad hoc per ognuna delle opere: com'è d'uso nel settore, quando il lavoro termina il contratto scade. PIERO BOTTINO TORTONA Lettere di licenziamento o procedura di mobilità. Chi le ha ricevute (sono 58, cioè 20 operai e 38 tecnici), propende per la prima ipotesi in quanto almeno in un caso specifico c'è anche una data di fine lavoro, il 1° aprile. Itinera invece assicura che si tratta di eventuale messa in mobilità e nel giro di un anno, cioè man mano che chiudono i cantieri. Sia come sia la questione occupazionale resta. Che l'epoca d'oro dell'edilizia in Italia sia un lontano ricordo ormai è noto, che anche il gruppo Gavio, dopo aver tenuto botta per un bel po', ormai ne risenta è altrettanto palese. I cinquantotto sono contrattualizzati con ditte del gruppo create ad hoc per ognuna delle opere: com'è d'uso nel settore, quando il lavoro termina il contratto scade e tanti saluti. Trattativa aperta La holding Gavio in passato è quasi sempre riuscita a ripescare le maestranze coinvolte, impegnandole in altri lavori di cui nel frattempo aveva preso l'appalto. Ma già da mesi il meccanismo s'è inceppato. «Una prima procedura era partita l'estate scorsa - spiega Rocco Politi della Fillea Cgil con la dichiarazione di 101 esuberi. Poiché però diversi cantieri si sarebbero conclusi quest'anno, il ministero del Lavoro aveva rinviato la discussione per buona parte del "pacchetto". Itinera si era detta disposta a ridiscutere il numero degli esuberi ed eravamo scesi a 31-32. Adesso però la procedura è stata riaperta per i cantieri già terminati o che si concluderanno entro l'anno». Da Alessandria all'Outlet Sono molti, in tutta Italia: in provincia spicca solo la chiusura di quello per il ponte Meier di Alessandria, mentre maestranze Itinera lavoravano anche all'ampliamento dell'Outlet. Qualche altro appalto l'azienda se l'è aggiudicato, ad esempio i lavori sul Bisagno a Genova, ma non basta. «Il fatto è che le opere infrastrutturali sono ferme in Italia - dice Enrico Lucchetta della Filca Cisl finche non si sbloccano è dura per tutti. Comunque ci sarà un incontro a Roma con Itinera a fine mese per cercare di far rientrare il maggior numero possibile di esuberi». La nuova strategia Che il gruppo di Beniamino Gavio dia l'Italia come mercato ormai al lumicino, lo segnala il cambio di strategia: da due anni ha accelerato sull'internazionalizzazione, con per ora un discreto successo. Più presente negli Emirati e in Africa (s'è aggiudicato ad esempio la costruzione di un ponte in Botaswana) e rafforzato in America con l'apertura di sedi sia a Washington sia a San Paulo del Brasile. In quest'ultimo Paese fa già la parte del leone nelle concessionarie autostradali, crescendo ancora in Ecorodovias ed andando in gara per l'aggiudicazione di Rodosvias do centro-oeste, cioè altri 572 chilometri. Negli Usa invece vuole concorrere all'aggiudicazione sia di concessioni, sia di grandi opere in un mercato aggressivo, ma che con Trump potrebbe conoscere un'espansione. Questa crescita per altro non riguarda, se non molto indirettamente, l'occupazione in Italia, visto che la manodopera non si esporta facilmente come i capitali. E da noi restano nodi aperti come quelli mai risolti per concludere l'AstiCuneo, oppure la Centropadana non assegnata da due anni. c Un colosso anche nel settore logistico n Un altro ramo business del gruppo Gavio è la logistica con 1500 dipendenti e tremila tra camion e rimorchi. Ricavi oltre i 200 milioni, diciotto basi operative in tutta Italia e 4500 metri quadrati di capannoni coperti a cui si aggiungono 1,5 milioni di mq di aree operative 2,5 km di banchine portuali. Il centro è l'area logistica di Tortona, le altre vanno da Novara fino a Taranto. A Genova spicca la società ferroviaria Fuori Muro. Foto: Artefici del ponte Meier Gli ultimi lavori nel cantiere del ponte Meier di Alessandria nella foto scattata da Albino Neri il 21 ottobre dell'anno scorso SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 13/03/2017 18
11/03/2017 diffusione:71844 Pag. 4 tiratura:141770 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL MEGA PROGETTO DI FUKSAS Premio al grattacielo che non c'è Il Piemonte dà il bonus ai dirigenti per l'opera ancora incompiuta Il nuovo edificio della Regione doveva essere pronto nel 2016 ma sono spuntate mille grane. Incentivi pure agli indagati Nadia Muratore Torino Sono stati premiati per aver progettato un mega grattacielo che ancora non c'è. O per meglio dire - dopo anni di lavoro, conti difficili da far quadrare e polemiche a più non posso - non è ancora stato completato. Tanto che i torinesi lo hanno già soprannominato «Il grande incompiuto». Un centinaio di persone - dirigenti e funzionari della Regione Piemonte - hanno intascato un bonus, per un totale di un milione e 200mila euro, per aver progettato un grattacielo che, per rispettare i tempi stabiliti per la realizzazione, avrebbe bisogno di un miracolo. La struttura, i cui lavori sono iniziati a novembre del 2011, dovrebbe diventare il palazzo unico della Regione Piemonte, solo il Consiglio regionale rimarrà nella sua storica sede di Palazzo Làscaris. Progettato dallo Studio Fuksas e presentato alla Giunta dieci anni fa, conta 42 piani, di cui 41 a uso civile e l'ultimo, il più alto, da adibire a bosco pensile. La sede dell'edifico è poco distante dal polo fieristico del Lingotto, nel quartiere di Nizza Millefonti e il trasferimento degli uffici era previsto per fine 2016. A rendere noto il documento, con tutte le somme riconosciute a una lunga lista di dipendenti che hanno avuto un ruolo nella progettazione, è stato il radicale Giulio Manfredi, che da anni chiede trasparenza su tutti gli atti che riguardano la costruzione del grattacielo. La documentazione si basa sui dati elaborati da Angela Palmisano, sindacalista Rus della Regione Piemonte. I riconoscimenti economici sono andati anche a persone sotto inchiesta per la realizzazione dell'edificio e per le quali il processo si aprirà il prossimo anno. Al centro dell'indagine, c'è la variante migliorativa da oltre 50 milioni di euro che, secondo l'accusa, sarebbe stata approvata senza alcuna necessità. Tra i premiati: Carlo Savasta, l'ex-direttore dei lavori che ha beneficiato di 178mila euro in tre anni, fra il 2012 e il 2014 e Luigi Robino, che ha preso 67mila euro. In lista anche l'attuale assessore al Bilancio del Comune di Torino Sergio Rolando, allora direttore con la giunta Cota, che ha preso 13mila euro, nonché Maria Grazia Ferreri, ex- direttrice del patrimonio regionale, alla quale sono andati 11mila euro. Fra i nomi anche Livio Dezzani, ex- direttore dell'urbanistica ora in pensione che ha beneficiato di 17 mila euro. Immediata la replica della Regione Piemonte: «I dati sui compensi incentivati si riferiscono agli incentivi, obbligatori per legge nazionale, corrisposti al personale della Regione per tutte le attività incentivabili ai sensi della normativa, non solo per quelle riguardanti il Palazzo unico - precisa Aldo Reschigna, assessore al Bilancio -. Basta consultare la sezione "amministrazione trasparente" sul sito web della Regione». Ecco perché - secondo l'ente guidato da Sergio Chiamparino -, per come sono stati elaborati, «i dati alimentano confusione». Un'opera simbolo che non trova pace. Tanto che persino il governatore Chiamparino si sarebbe convinto che non metterà mai piede nella torre di Fuksas da presidente della Regione. Un brutto presentimento avvalorato dalle difficoltà nel riaprire il cantiere. L'edificio è completo al 90 per cento ma ci sono tante grane. Da una fornitura di vetri difettosi, che andrà cambiata all'usura subito proprio a causa del fatto che è incompleta. I numeri 42 I piani del nuovo grattacielo della Regione Piemonte. All'ultimo è previsto un bosco pensile. Il costo iniziale previsto era di 260 milioni 178.000 Il bonus più consistente assegnato dalla Regione: va a Carlo Savasta, ex direttore dei lavori e copre gli anni tra il 2012 e il 2014 Foto: GRANDEUR SENZA FINE Il grattacielo in costruzione che ospiterà la nuova sede della Regione Piemonte, progettato dall'architetto Massimiliano Fuksas (in alto a destra) doveva essere pronto nel 2016. Ma è ancora un cantiere Foto: SCENE DA UN DISASTRO Inquirenti e soccorritori al lavoro sul luogo del crollo di un ponte autostradale tra il casello di Loreto e Ancona Sud sulla autostrada A14. Nel crollo, mentre erano in corso SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 13/03/2017 19
11/03/2017 diffusione:71844 Pag. 4 tiratura:141770 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato lavori di allargamento della carreggiata, sono rimaste uccise due persone. La Procura di Ancona ha aperto un'inchiesta. Dalle prime indagini si teme che si sia verificato un errore umano nel sollevare e riadagiare l'arcata del ponte SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 13/03/2017 20
12/03/2017 diffusione:100036 Pag. 11 tiratura:134560 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INDAGINE DELL'UFFICIO STATISTICA L'edilizia resta al palo Solo 107 nuove case NEL 2016 l'edilizia residenziale a Bologna «tiene il freno a mano ancora tirato e si conferma il forte rallentamento dell'attività nel quinquennio 2012-2016. Dunque si progetta e si costruisce in misura minore rispetto al passato. Ma ciò che viene disegnato e realizzato ha un cuore che sta cambiando volto e si trova soprattutto in Bolognina». E' la fotografia scattata dall'ufficio Statistica del Comune e diffusa da Palazzo D'Accursio. NEGLI ULTIMI cinque anni nel territorio comunale sono stati rilasciati permessi di costruire per un volume complessivo di 754.000 metri cubi, oltre l'80% in meno rispetto al quinquennio precedente: in forte calo l'edilizia residenziale (-79%) che le costruzioni non residenziali (-82%). Nel 2016 si assiste comunque a una crescita dei metri cubi rispetto al 2015, l'anno che ha registrato il minimo assoluto. Il numero di nuove abitazioni progettate nel 2016 invece è più basso rispetto al 2015: considerando sia i nuovi fabbricati sia gli ampliamenti dei fabbricati già esistenti, nel 2016 sono stati rilasciati permessi di costruire per 107 nuove abitazioni (nel 2015 erano 110), numero superiore soltanto al minimo assoluto registrato nel 2014 (65). Il bilancio quinquennale evidenzia poi un «forte rallentamento» dell'attività edilizia nel medio periodo, segnala il Comune: sono 676 le nuove abitazioni progettate tra il 2012 e il 2016 (il 70,6% in meno rispetto alle 2.303 del quinquennio precedente). Sono invece 114 le abitazioni iniziate nel 2016, contro le 97 del 2015 e le 20 del 2014. L'ufficio Statistica ha inoltre rilevato che delle 676 abitazioni progettate in città negli ultimi cinque anni 209 si trovano in Bolognina, seguita da San Vitale (183), Santa Viola (80) e Borgo Panigale (53). SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 13/03/2017 21
12/03/2017 diffusione:76979 Pag. 11 Ed. La Spezia tiratura:107166 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Confindustria E' Mario Gerini il nuovo presidente dell'Ance La Spezia - LA SPEZIA- MARIO GERINI, amministratore delegato della Società Edilizia Tirrena spa, è stato chiamato, con voto unanime, a guidare i costruttori edili di Confindustria per il triennio 2017-2020, in sostituzione di Pier Francesco Agnese, non più rieleggibile. La nomina è avvenuta nell'assemblea tenutasi lunedì scorso e si inserisce nella linea della continuità. Mario Gerini, avendo ricoperto l'incarico di vice presidente tesoriere nel triennio scorso, ha collaborato attivamente con il presidente uscente a guidare l'associazione. Pur nella logica della politica della continuità, l'assemblea ha rinnovato i quattro quinti dei componenti dell'organismo ristretto e rinnovato integralmente gli altri organismi associativi. L'ASSEMBLEA ha visto la partecipazione di molti associati e ha consentito al presidente uscente di fare un bilancio dell'attività svolta e un'approfondita analisi sulle prospettive del settore stimolando una riflessione circa il futuro del mercato edile, delle imprese e dell' associazione. Agnese, nel lasciare la presidenza, ha ringraziato tutti i colleghi che con lui hanno guidato una delle componenti più importanti di Confindustria, in quanto grazie al lavoro di squadra, Ance La Spezia ha rafforzato il suo ruolo, sia all'interno che nel mondo economico e sociale spezzino. Un particolare ringraziamento lo ha rivolto a Mario Gerini e Alberto Bacigalupi, i quali nelle loro funzioni di vice presidenti, più di altri lo hanno aiutato nello svolgere l'incarico. Ripercorrendo il proprio mandato, Agnese ha sottolineato che sono stati sei anni molto intensi ed impegnativi, in quanto hanno coinciso con la più grave crisi economica che ha colpito il nostro Paese e il settore dal dopo guerra ad oggi. Agnese ha richiamato l'attenzione dei presenti sul fatto che l'edilizia è stata investita da una rivoluzione sia economica che culturale la quale impone alle imprese di riposizionarsi nel mercato e all'associazione di essere sempre loro più vicina per aiutarle in questa fase di transizione estremamente delicata. Nel fare gli auguri al neo presidente, Agnese ha confermato per il futuro il suo impegno a partecipare attivamente all'attiva dell'associazione anche nella sua veste di presidente regionale dei costruttori edili e ha posto l'accento sul fatto che sia l'elezione di Mario Gerini che di tutte le cariche sociali è stata effettuata con il voto unanime dei soci, fatto che sottolinea la coesione di una categoria imprenditoriale dalla composizione molto variegata. IL NEO PRESIDENTE Mario Gerini nel ringraziare l'assemblea per la fiducia accordatagli, ha sottolineato il ruolo assunto da Ance nel contesto della rappresentanza collettiva provinciale, che è sua intenzione rafforzare con il contributo di tutti gli associati, indicando le prime iniziative di mandato: dialogo e confronto con le altre componenti sociali ed enti; capacità di conduzione collegiale; implementazione degli associati; rilancio del settore; proseguimento delle linee guida tracciate dalla precedente presidenza. Un particolare ricordo ad Alberto Ferrazzi scomparso tre anni fa. Il nuovo organismo direttivo dei costruttori edili risulta così composto: Mario Gerini presidente, Alberto Bacigalupi vice presidente tesoriere Gbt Costruzioni; Erica Rossi srl, vice presidente Rossi Costruzionisrl. Componenti il Consiglio Direttivo rinnovato per quattro quinti Andrea Calevo Calevo Prefabbricati srl; Paolo Artellini Stradedil srl; Elio Gerali Gerali Fratelli sas; Bruno Nardi Sana srl; Francesco Ferrari Effe Ing. e Costruz. srl. SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 13/03/2017 22
SCENARIO ECONOMIA 36 articoli
13/03/2017 diffusione:238671 Pag. 19 tiratura:333841 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Al via 30 mila assegni per ritrovare lavoro Partono le lettere per la sperimentazione del «bonus ricollocazione». Le agenzie private: difficile aprire al Sud Rita Querzé rquerze@corriere.it MILANO Ci siamo. Partiranno questa settimana poco meno di 30 mila lettere ad altrettanti disoccupati. Scelti tra i 400 mila che in Italia possono contare sulla Naspi, l'indennità di disoccupazione. L'obiettivo è trovare loro un lavoro entro sei mesi. Al massimo dodici. Nominativi e indirizzi ci sono già. Mancano solo i francobolli. «Questa sperimentazione su larga scala ci permetterà di mettere a punto l'assegno di ricollocazione per tutti i disoccupati - spiega il presidente dell'Anpal Maurizio Del Conte -. Per il nostro Paese si tratta di un radicale cambio di visuale. L'assegno non è un sussidio della disoccupazione, ma viene speso per aiutare a risolvere il problema alla radice, trovando un lavoro». In realtà la partenza dell'assegno è complicata perché - soprattutto dopo la vittoria del «no» al referendum costituzionale - sono molti gli attori costretti a collaborare su questa partita. Si va dall'Anpal, l'agenzia nazionale per le politiche attive, alle singole Regioni passando per Inps, agenzie private per il lavoro, sindacati. L'aria di elezioni, poi, non aiuta. Ma partiamo dalla sperimentazione. I poco meno di 30 mila che riceveranno la lettera dovranno prima di tutto decidere se rispondere o meno. Chi risponde si mette in gioco. Nel senso che, nel caso arrivasse davvero un'offerta di lavoro, chi rifiuta rischia di vedersi ridotta progressivamente la Naspi. Fino alla perdita totale dell'assegno. Dal punto di vista di chi ha messo in piedi la sperimentazione il tasso di risposta sarà anche una cartina di tornasole per vedere quanto pesa il lavoro nero nel nostro Paese. O semplicemente le iscrizioni alle liste dei disoccupati per avere prestazioni sociali. Chi fosse interessato a giocarsi la partita per la conquista del posto sarà invitato a collegarsi al portale dell'Anpal (www.anpal.gov.it). Qui dovrà registrarsi rispondendo a una serie di domande (in che regione risiede, titoli di studio, ecc.). Al termine gli sarà assegnato un punteggio. E in base a questo sarà anche informato dell'assegno che gli spetta. Il valore andrà da un minimo di mille fino a 5.000 euro (il criterio sarà la difficoltà a ricollocarsi). Sul portale dell'Anpal i disoccupati sceglieranno anche con chi spendere la loro «dote». Quindi con un centro per l'impiego pubblico o con un'agenzia privata. Potranno contare su un tutor e un colloquio di tre ore per mettere a punto un bilancio delle competenze. Se necessario sarà definito un percorso di riqualificazione. Ma, quel che più conta, avranno l'opportunità di fare colloqui di lavoro. A tutti - centri pubblici e privati - l'Anpal metterà a disposizione la banca dati degli avviamenti al lavoro integrata con quella del progetto Excelsior targato Unioncamere. Qui sarà possibile vedere quali sono le aziende che hanno assunto di recente o che sono interessate ad assumere in futuro. L'esito della sperimentazione sarà fondamentale per la messa a punto dell'assegno di ricollocazione per tutti. Criticità? Il sistema informativo dovrà per la prima volta essere unico. Le regioni (vedi il caso Lombardia) minacciano ricorsi alla Corte costituzionale perché non vogliono vedersi imporre le agenzie private accreditate dal livello nazionale. Poi c'è la questione Sud. Dove le agenzie private sono poche e i centri per l'impiego spesso non funzionano. «Il pubblico ci metta in condizione di investire al Sud - dice Cetti Galante, amministratore delegato di Intoo (Gi Group), un'agenzia per il lavoro privata -. Essendo pagate all'assunzione del disoccupato, c'è il rischio che per molte agenzie non sia conveniente aprire da Roma in giù». Dal canto suo Anpal ha previsto premialità nei compensi di chi colloca i disoccupati del Mezzogiorno. Ora non resta che mettere alla prova il sistema. © RIPRODUZIONE RISERVATA La disoccupazione di lunga durata (12 mesi o più) FONTE: Istat C.d.S. 347 408 507 552 734 941 1.038 970 923 405 436 480 507 681 788 928 792 804 752 844 986 1.059 1.415 1.730 1.966 1.762 1.727 2008 SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 13/03/2017 24
13/03/2017 diffusione:238671 Pag. 19 tiratura:333841 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Maschi Femmine Totale 3,5 milioni I disoccupati in Italia 400 mila I percettori di Naspi da almeno 4 mesi I passaggi I 30 mila disoccupati che riceveranno le lettere dovranno registrarsi sul sito dell'Agenzia nazionale delle politiche attive. Nella foto il presidente, Maurizio Del Conte. Ciascuno dovrà decidere dove spendere la dote che gli sarà attribuita (compresa tra mille e 5.000 euro); in un centro per l'impiego pubblico o in un'agenzia privata. L'assegno sarà pagato al centro per l'impiego o all'agenzia solo nel momento in cui il disoccupato firmerà un contratto d'assunzione SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 13/03/2017 25
13/03/2017 diffusione:238671 Pag. 19 tiratura:333841 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INTERVISTA «Un welfare da ripensare Al centro i bisogni sociali» Guzzetti (Fondazione Cariplo): così la politica riconquista fiducia Elisabetta Soglio MILANO «Dobbiamo riprogettare il sistema del welfare italiano e le parole chiave devono essere: comunità, innovazione, coesione sociale». E poi: «In cima ad ogni programma di governo deve esserci il tema dei bisogni sociali. Una preoccupazione che non deve fare dormire la notte». Giuseppe Guzzetti da vent'anni presiede la Fondazione Cariplo, la più grandi realtà filantropica del Paese che si occupa di povertà, minori, stranieri, anziani, donne in difficoltà, arte, ambiente, giovani, ricerca, periferie. Guida una squadra «di persone preparate e molto motivate che sono il segreto di questo ente». In tanti anni la Fondazione non si è limitata a distribuire fondi (3 miliardi) e sostenere progetti: «Ogni volta - puntualizza - cerchiamo di sperimentare strade nuove per rispondere alle domande di aiuto sempre più numerose e diversificate». Avvocato («L'unico mio cruccio è aver trascurato la professione che ho amato tanto») e dopo una carriera impegnata nelle istituzioni, Guzzetti nel '96 aveva deciso che la vita di partito non faceva più per lui. Democristiano della Base, la sinistra dc di Giovannino Marcora, guai a toccargli lo scudocrociato: «Fosse stato per me andava messo in una bacheca e basta, perché tutto quello che è venuto dopo non c'entrava più con la nostra storia». Energico e deciso, 82 anni affrontati «curando quello che mangio e facendo un po' di tapis roulant nel week end (pare macini chilometri da record ma è un suo segreto), Guzzetti approva i contenuti del decreto anti-povertà: ma lancia il tema del nuovo welfare. Cosa è cambiato nelle politiche sociali? «Una volta gli Stati potevano seguire le persone dalla culla alla tomba, come diceva il ministro inglese William Beveridge. Oggi è impossibile perché da una parte la crisi ha tagliato le disponibilità economiche. Al tempo stesso i bisogni sono aumentati e le situazioni di rischio sociale sono condizionate da molteplici nuovi fattori come l'invecchiamento della popolazione, l'immigrazione e così via». Cosa fare? «Cominciamo a cambiare la mentalità. Proponevo la parola comunità perché il tema del welfare va vissuto come responsabilità comune della società. E poi bisogna sperimentare modelli nuovi che abbiano un denominatore comune: quello di partire dal basso». In che senso? «Dal 2014 con la Fondazione Cariplo abbiamo attivato il tema del welfare di comunità e innovazione sociale. Abbiamo messo a disposizione 30 milioni per il triennio e abbiamo raccolto idee. A chi ha presentato le migliori abbiamo chiesto un progetto e intorno a ogni tavolo hanno lavorato insieme l'istituzione pubblica, l'associazione di volontariato, la scuola, il comitato di quartiere e l'azienda. A oggi siamo a 140 idee di innovazione, sono stati finanziati 27 progetti triennali che coinvolgono quasi 400 soggetti. E sa cosa è successo? Che a fronte dei nostri 30 milioni di euro, i progetti ne muoveranno alla fine 67». Dove sta l'innovazione? «Innanzitutto nel fatto che sono cambiati i rapporti tra pubblico e privato-sociale. In secondo luogo stanno nascendo nuove alleanze con il mondo delle aziende che hanno scoperto il valore economico, oltre che di immagine, della responsabilità sociale. Un tema che fino a pochi anni fa riguardava solo alcune grandi imprese considerate lungimiranti, ma che oggi si estende anche a imprese di piccola e media grandezza e a piccoli artigiani consapevoli del fatto che, fra le altre cose, il welfare aziendale fidelizza i dipendenti. Infine direi che siamo alla valorizzazione del welfare territoriale, che poi è quel tentativo di ripartire dalla base». I cittadini come sono coinvolti? SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 13/03/2017 26
13/03/2017 diffusione:238671 Pag. 19 tiratura:333841 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato «Siamo un popolo di persone generose. Ci mobilitiamo per il terremoto del centro Italia e per lo tsunami a migliaia di chilometri di qui: dobbiamo ricominciare a farlo anche per il nostro vicino. E in questo senso si aggiunge il tema della coesione sociale che noi avevamo sperimentato con l'idea dell'housing sociale». Ma la politica è in grado di gestire questi cambiamenti? «La politica deve riconquistare la fiducia dei cittadini e può farlo solo mettendo al centro i problemi delle persone. Bisogna risanare i problemi sociali, e occuparsi della disoccupazione giovanile: dove va un Paese che toglie speranza ai giovani? Noi abbiamo tentato un percorso con Cariplo Factory e i risultati sono stati eccezionali: i giovani hanno voglia di fare, creatività, sanno lavorare in squadra e chiedono solo opportunità». Qual è la questione più urgente? «La povertà e abbiamo proposto un piano per Milano che vorrebbe essere un modello. Ma è possibile che ci siano bambini che non hanno da mangiare, oggi, in Italia? No, questa è davvero una cosa intollerabile». © RIPRODUZIONE RISERVATA 67 milioni di euro , la cifra movimentata dai 27 progetti sociali finanziati dalla Fondazione Cariplo La parola Welfare Lo stato sociale o stato assistenziale (welfare in inglese) punta a ridurre le disuguaglianze attraverso la garanzia di diritti e servizi sociali: l'assistenza sanitaria, la pubblica istruzione, l'indennità di disoccupazione, la previdenza sociale (pensioni e invalidità), le risorse culturali (biblioteche, musei, tempo libero). Foto: Giuseppe Guzzetti, da vent'anni presidente della Fondazione Cariplo Foto: Dobbiamo occuparci dei giovani senza lavoro: dove va un Paese che toglie la speranza ai ragazzi? Foto: È davvero una cosa intollerabile che oggi in Italia ci siano bambini che non hanno da mangiare SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 13/03/2017 27
13/03/2017 diffusione:238671 Pag. 23 tiratura:333841 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il reportage Fra i 3.500 nei ghetti della Puglia «Le aziende chiamano al telefonino» C'è chi va al lavoro in bicicletta. I caporali prendono 5 euro per il trasporto in auto Carlo Vulpio PIANURA DEL TAVOLIERE (FOGGIA) Se non fossero neri, li scambierebbero per olandesi o belgi, perché vanno quasi tutti in bicicletta. Mai nel Tavoliere, se non ai tempi dei braccianti di Peppino Di Vittorio, si erano viste tante biciclette scorazzare per queste strade di campagna pianeggianti e rettilinee, eppure così malandate, come in Bosnia dopo la guerra. E come quei braccianti, anche questi «tulipani neri» non fanno sport, ma vanno a lavorare nei campi o a cercare lavoro, e alla fine della giornata, se la bicicletta non si è sfasciata, tornano a casa. Dove «casa» sta per baracca fatta di pezzi di legno, di plastica e di lamiera. Tutte le loro «case» sono così. È la loro bidonville. Il ghetto. Sono vent'anni che né lo Stato, né la Regione, né le associazioni dei grandi produttori agricoli e della grande trasformazione e distribuzione agroalimentare sono stati capaci di organizzare per loro villaggi di strutture mobili, prefabbricati come quelli installati dopo un terremoto, che li accolgano per i 7-8 mesi di lavoro agricolo e non li facciano vivere come bestie, tra montagne di rifiuti che nessuno va a raccogliere, e che loro sono costretti a bruciare e a respirare, altrimenti rischiano malattie peggiori, e senza alcun altro servizio minimo che faccia capire al mondo che la schiavitù è finita e non può essere un alibi per nessuna economia. E infatti, la Ue questo rimprovera all'Italia, le chiede come impiega i soldi che riceve per i suoi «gastarbeiter», i lavoratori ospiti, se i risultati sono questi. E non vale rispondere alla Ue che gli immigrati devono essere distribuiti equamente tra i diversi Paesi dell'Unione, perché qui stiamo parlando di immigrati che vengono in Italia per soddisfare la domanda italiana di lavoro agricolo. Mentre si insiste nel far «accudire» questa gente da costose cooperative di «volontariato», che, appunto perché costose, si occupano di una esigua minoranza di immigrati (ma perché poi, se hanno il permesso di soggiorno e sono persone libere e addirittura cittadini europei?). Li abbiamo visitati tutti, uno per uno, i cinque ghetti del Tavoliere, che attualmente «ospitano» all'incirca 3.500 persone. In quello di Macchia Rotonda, per esempio, a Stornara, vivono circa 350 Bulgari, tutti di etnia Rom e tutti, ohibò, che lavorano qui da anni, e non fanno più di quello che farebbero foggiani, napoletani, milanesi, italiani che decidessero di non rispettare le leggi. Pavlov Andonov, per dire, ha la carta d'identità italiana e viene qui da dieci anni con i suoi tre figli, che frequentano la scuola di Borgo Tressanti - dove c'è un altro ghetto -, in cui abbiamo visto 70 bambini africani, bulgari, polacchi e italiani divertirsi insieme. Stesso discorso nel ghetto «misto» di Borgo Mezzanone e nel ghetto «Ghana» di Borgo Tre Titoli, dove le biciclette e i telefonini consentono ormai una contrattazione diretta tra datori di lavoro e braccianti immigrati che toglie enfasi e spazio all'attività dei «caporali», sempre meno mediatori illegali di manodopera e sempre più simili a una sorta di servizio taxi tipo Uber (5 euro a cranio, la tariffa). Mentre davvero paradossale, se non agitato ad arte, appare l'allarme per «infiltrazioni della criminalità organizzata nei ghetti», con tanto di new entry costituita ora dalla «mafia nigeriana», quasi che i nativi abbiano da prendere lezioni da personale straniero per attentare al già precario ordine pubblico. Nel Gran Ghetto di San Severo, «famoso» per gli incendi in cui due ragazzi del Mali sono morti carbonizzati, Akim Djallogara, 34 anni, meccanico del Mali, tornato qui dopo che il ghetto è stato raso al suolo, sta rovistando tra le macerie. Cerca qualche piccolo oggetto personale a cui era affezionato e recupera qualche pezzo di legno e di lamiera per andare a ricostruire la sua capanna da qualche altra parte. Ci guarda e dice: «Ma quale malavita che abbia un po' di cervello può pensare di venire qui? Se non fosse tutto così tragico, riderei». © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 13/03/2017 28
Puoi anche leggere