RASSEGNA STAMPA - Centro Economia Digitale
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Il Centro Economia Digitale ha presentato a Roma il Rapporto Globale 2018 svelando dati allarmanti Digitale, Italia agli ultimi posti in Europa su tutti i parametri L’Italia è agli ultimi posti in Europa nello sviluppo del digitale. L’allarme è stato lanciato questa mattina a Roma in occasione della presentazione del Rapporto Globale sul Digitale 2018, realizzato dal Centro Economia Digitale. I dati emersi sono sconfortanti: in un contesto in cui l’Europa è tagliata fuori dalla classifica delle prime 20 aziende internet per capitalizzazione, tutte statunitensi o cinesi, tra i 28 paesi che compongono il vecchio continente l’Italia è al 25° posto nel punteggio DESI 2018, l’indicatore della Commissione Europea che misura il livello di attuazione dell’Agenda Digitale di tutti gli Stati membri. Non solo: per la connettività siamo al 26° posto, per il capitale umano e le competenze digitali al 25°, per l'uso di Internet da parte dei cittadini addirittura al 27°, per l'integrazione digitale nelle aziende al 20° e per la digitalizzazione dei servizi pubblici al 19°. “Il problema – ha spiegato il presidente del Centro Economia Digitale, Rosario Cerra – è la governance di questo processo. Il digitale non è un tema tecnologico, di business o di comunicazione, e non è un punto in un’agenda politica, ma un’agenda politica a se stante. È un errore parlare del digitale mettendolo al pari di altre sfide, come la complessità burocratica dello Stato, la lentezza del sistema giudiziario e la diseguaglianza economica. Perché risolvendo la sfida del digitale riusciremmo a semplificare tutte le altre sfide. Secondo noi non ha senso dare vita oggi a un Ministero del Digitale, perché il tema deve essere promosso direttamente dalla Presidenza del Consiglio. Siamo favorevoli invece a un impegno diretto e visibile dei grandi player nazionali (Leonardo, Eni, Enel, Intesa San Paolo…), che stanno già investendo moltissimo nel digitale, e soprattutto auspichiamo l’apertura di una nuova e vera fase della politica industriale per l’Italia attraverso un tavolo aperto fuori dai ritualismi. Il tempo per pensare al digitale è finito: il futuro appartiene a chi decide oggi”. Il Centro Economia Digitale, nato a inizio 2017 con l’obiettivo di promuovere il tema dell’economia digitale nel dibattito sociale, economico, istituzionale e accademico, rappresenta il primo vero organismo congiunto che mette insieme le tre principali università romane, grazie all’impegno diretto del past preside della facoltà di Economia della Sapienza, Giuseppe Ciccarone, del preside della facoltà di Economia di Tor Vergata, Giovanni Tria, oggi ministro dell’Economia, e del direttore della facoltà di Economia di Roma Tre, Silvia Terzi. Del board fanno parte, tra gli altri, Francesco Rutelli, presidente
Anica, Maurizio Stirpe, vicepresidente di Confindustria, Carlo Borgomeo, presidente della fondazione Con il Sud, Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, oltre allo stesso Tria. Secondo Rutelli, intervenuto alla presentazione del Rapporto Globale, “il digitale non è più solo uno strumento: è ormai un protagonista autonomo della nostra società. Dipenderà dalla regolazione che se ne darà se si tratterà di un protagonista indipendente o meno”. Il rapporto completo può essere scaricato da questo link: http://www.centroeconomiadigitale.com/wp-content/uploads/2018/11/CED- Rapporto-sul-DIGITALE-2018.pdf
Rapporto Ced sul Digitale: Italia agli ultimi posti in Europa Nel Rapporto Globale 2018 alcuni dati allarmanti http://www.ansa.it/sito/videogallery/economia/2018/11/13/rapporto-ced-sul-digitale-italia-agli-ultimi- posti-in-europa_5e250789-2c71-4634-a3a0-251f41275e99.html
(ANSA) - ROMA, 13 NOV - Ogni 60 secondi nel mondo vengono inviati 29 milioni di messaggi su WhatsApp e 156 milioni di email; 243mila foto sono postate su Facebook e 65 mila scatti su Instagram; si pubblicano 350mila cinguettii su Twitter e si caricano 210mila snap su Snapchat. A quantificare il minuto digitale e' un'elaborazione del Centro Economia Digitale (Ced), contenuta nel rapporto sul digitale che il Centro ha presentato stamani a Roma. Ogni minuto si effettuano 3,8 milioni di ricerche su Google e 2 milioni di minuti di chiamate su Skype, si creano 120 nuovi account su LinkedIn, si fanno circa 25mila post su Tumblr e 18mila abbinamenti amorosi sulla app di incontri Tinder. Sul fronte audiovisivo, sempre secondo il rapporto, ogni minuto nel globo gli utenti di Spotify ascoltano 1,5 milioni di canzoni e gli abbonati di Netflix guardano 87mila ore di filmati. Oltre 16mila video sono guardati su Vimeo, mentre sulla piattaforma YouTube, sempre in 60 secondi, gli utenti caricano 400 ore di filmati.
(ANSA) - ROMA, 13 NOV - "Non serve un ministero del digitale", come quello che e' stato istituito nel governo tedesco, "perche' il digitale non e' il punto di un'agenda ma e' un'agenda a se' stante, di cui deve occuparsi la presidenza del Consiglio, non un singolo ministero. E' un tema vitale per tutta la nazione". Lo ha detto il presidente del Centro Economia Digitale (Ced), Rosario Cerra, nel corso della presentazione del rapporto sul digitale stilato dal Centro, oggi a Roma. "Noi abbiamo bisogno di una politica industriale, sono anni che l'Italia non se la da'. Abbiamo bisogno di capire dove dobbiamo andare e come vogliamo farlo", ha dichiarato Cerra a margine della presentazione. "Serve una nuova politica industriale che parta utilizzando il digitale come tema centrale, perche' il digitale offre un aiuto a tutte le altre questioni sul tavolo, dalla semplificazione burocratica al contrasto alla corruzione, fino alla lotta al riscaldamento globale". A livello globale, per Cerra "il ritardo dell'Europa sul digitale e' sistemico: ogni nazione sta facendo il suo percorso non capendo che, nel gioco del digitale a livello mondiale, o sei seduto intorno al tavolo o sei sul menu. Tante piccole nazioni sono sul menu". In questo quadro, conclude, "serve piu' Europa. Non si sta cogliendo l'importanza del digitale".
(ANSA) - ROMA, 13 NOV - Ogni 60 secondi nel mondo vengono inviati 29 milioni di messaggi su WhatsApp e 156 milioni di email; 243mila foto sono postate su Facebook e 65 mila scatti su Instagram; si pubblicano 350mila cinguettii su Twitter e si caricano 210mila snap su Snapchat. A quantificare il minuto digitale è un'elaborazione del Centro Economia Digitale (Ced), contenuta nel rapporto sul digitale che il Centro ha presentato stamani a Roma. Ogni minuto si effettuano 3,8 milioni di ricerche su Google e 2 milioni di minuti di chiamate su Skype, si creano 120 nuovi account su LinkedIn, si fanno circa 25mila post su Tumblr e 18mila abbinamenti amorosi sulla app di incontri Tinder. Sul fronte audiovisivo, sempre secondo il rapporto, ogni minuto nel globo gli utenti di Spotify ascoltano 1,5 milioni di canzoni e gli abbonati di Netflix guardano 87mila ore di filmati. Oltre 16mila video sono guardati su Vimeo, mentre sulla piattaforma YouTube, sempre in 60 secondi, gli utenti caricano 400 ore di filmati.(ANSA). http://www.ansa.it/sito/notizie/tecnologia/software_app/2018/11/13/ogni-minuto-29-mln-messaggi- whatsapp_66bc9757-961c-4216-b52c-eaacef81d4a7.html
TV Edizione Tg1 andata in onda alle 13:30 mercoledì 14 Novembre 2018 (minuto 23:58). http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/edizioni/ContentSet-c33de60a-a1bf-4300-ac15-b69858f98313- tg1.html?item=undefined
Un'analisi del Ced fa il punto sullo stato del digitale: in 60 secondi oltre 156 milioni di email spedite, 243.000 foto caricate su Facebook e 1,5 milioni di canzoni scaricate da Spotify La comunicazione digitale ha annullato non solo le distanze, ma anche i tempi. Scambiarsi informazioni tramite i dispositivi di ultima generazione, che si tratti di smartphone, tablet o computer, consente infatti di tenere corrispondenze così rapide da poter azzardare un paragone con una conversazione faccia a faccia. Il trend che vede l’aumento della popolarità di queste forme comunicative è perfettamente rappresentato da WhatsApp, leader dei servizi di messaggistica istantanea che conta 1,5 miliardi di utenti attivi al mese. Stupisce fino a un certo punto, quindi, che se si considera il cosiddetto minuto digitale siano oltre 29 milioni i messaggi inviati in tutto il mondo tramite l'applicazione. Il minuto digitale sui social network I dati giungono dal ‘Rapporto sul digitale’ che il Centro Economia Digitale (Ced) ha presentato a Roma nel tentativo di offrire una panoramica sullo stato delle nuove tecnologie a livello nazionale e globale. Gli strumenti accessibili attraverso la rete risultano infatti sempre più utilizzati, una tendenza che appare particolarmente impressionante se si guarda a ciò che gli utenti fanno in un minuto. Non si parla soltanto delle piattaforme di messaggistica, ma anche di social network e altre forme di comunicazione: su Facebook, ad esempio, si caricano in 60 secondi più di 243.000 foto in tutto il mondo, mentre sono oltre 350.000 i tweet pubblicati nel medesimo lasso di tempo. Sono invece più di 156 milioni le email spedite in un giro di orologio. Google irrinunciabile Google rimane un punto di riferimento per gli utenti di tutto il mondo, che svolgono 3,8 milioni di ricerche ogni minuto. La diffusione crescente di smartphone e altri device portatili contribuisce poi ad un maggiore utilizzo anche di Skype, visto che in 60 secondi avvengono chiamate per due milioni di minuti globalmente. L’app di incontri Tinder abbina 18.000 coppie al minuto, ma è anche il settore della musica in streaming ad andare forte: gli utenti scaricano infatti 1,5 milioni di canzoni da Spotify. I dati del Ced mostrano poi che potenze mondiali come Russia, Cina e Stati Uniti si trovano allineate nell’utilizzo medio giornaliero di Internet, che si attesta sulle 6 ore e mezza, di poco superiore a quello italiano, fermo a 6 ore e 8 minuti. La tutela della privacy, infine, è un altro grande tema: nei paesi di cultura latina la percentuale di utenti preoccupati riguardo a questo aspetto appare maggiore, come dimostra il 63% della Spagna, il 59% del Messico e il 55% di Colombia e Brasile. In Italia, invece, il tasso di internauti preoccupati della protezione dei propri dati è del 44%. https://tg24.sky.it/tecnologia/internet/2018/11/13/whatsapp-29-milioni-messaggi-minuto.html
RADIO https://www.radioradicale.it/scheda/557475/digitale-la-sfida-mondiale-il-report-ced-presentato-dal- suo-presidente-rosario-cerra
Intervista a Rosario Cerra, presidente del Ced, andata in onda sulle emittenti radiofoniche del circuito Area, mercoledì 14 Novembre alle 18:00.
ONLINE ROMA - L'Italia è agli ultimi posti in Europa nello sviluppo del digitale. L'allarme è stato lanciato questa mattina a Roma nello spazio Hdrà in occasione della presentazione del Rapporto globale sul Digitale 2018, realizzato dal Centro Economia Digitale. I dati emersi sono sconfortanti: in un contesto in cui l'Europa è tagliata fuori dalla classifica delle prime 20 aziende internet per capitalizzazione, tutte statunitensi o cinesi, tra i 28 Paesi che compongono il vecchio continente l'Italia è al 25esimo posto nel punteggio Desi 2018, l'indicatore della Commissione Europea che misura il livello di attuazione dell'Agenda Digitale di tutti gli Stati membri. Non solo: per la connettività siamo al 26esimo posto, per il capitale umano e le competenze digitali al 25esimo, per l'uso di Internet da parte dei cittadini addirittura al 27esimo, per l'integrazione digitale nelle aziende al 20esimo e per la digitalizzazione dei servizi pubblici al 19esimo."Il problema - ha spiegato il presidente del Centro economia digitale, Rosario Cerra - è la governance di questo processo. Il digitale non è un tema tecnologico, di business o di comunicazione, e non è un punto in un'agenda politica, ma un'agenda politica a se stante. E' un errore parlare del digitale mettendolo al pari di altre sfide, come la complessità burocratica dello Stato, la lentezza del sistema giudiziario e la diseguaglianza economica. Perchè risolvendo la sfida del digitale riusciremmo a semplificare tutte le altre sfide. Secondo noi non ha senso dare vita oggi a un Ministero del Digitale, perchè il tema deve essere promosso direttamente dalla Presidenza del Consiglio". E ha osservato: "Siamo favorevoli invece a un impegno diretto e visibile dei grandi player nazionali che stanno già investendo moltissimo nel digitale, e soprattutto auspichiamo l'apertura di una nuova e vera fase della politica industriale per l'Italia attraverso un tavolo aperto fuori dai ritualismi. Il tempo per pensare al digitale è finito: il futuro appartiene a chi decide oggi". https://www.repubblica.it/tecnologia/2018/11/13/news/digitale_italia_bocciata_in_europa_e_agli_ultimi_posti_in_q uasi_tutti_i_parametri-211565519/
L’Italia è agli ultimi posti in Europa nello sviluppo del digitale. L’allarme è stato lanciato a Roma nello spazio Hdrà in occasione della presentazione del Rapporto Globale sul Digitale 2018, realizzato dal Centro Economia Digitale. I dati emersi sono sconfortanti: in un contesto in cui l’Europa è tagliata fuori dalla classifica delle prime 20 aziende internet per capitalizzazione, tutte statunitensi o cinesi, tra i 28 paesi che compongono il vecchio continente l’Italia è al 25° posto nel punteggio DESI 2018, l’indicatore della Commissione Europea che misura il livello di attuazione dell’Agenda Digitale di tutti gli Stati membri. Non solo: per la connettività siamo al 26° posto, per il capitale umano e le competenze digitali al 25°, per l'uso di Internet da parte dei cittadini addirittura al 27°, per l'integrazione digitale nelle aziende al 20° e per la digitalizzazione dei servizi pubblici al 19°. “Il problema – ha spiegato il presidente del Centro Economia Digitale, Rosario Cerra – è la governance di questo processo. Il digitale non è un tema tecnologico, di business o di comunicazione, e non è un punto in un’agenda politica, ma un’agenda politica a se stante. È un errore parlare del digitale mettendolo al pari di altre sfide, come la complessità burocratica dello Stato, la lentezza del sistema giudiziario e la diseguaglianza economica. Perché risolvendo la sfida del digitale riusciremmo a semplificare tutte le altre sfide. Secondo noi non ha senso dare vita oggi a un Ministero del Digitale, perché il tema deve essere promosso direttamente dalla Presidenza del Consiglio. Siamo favorevoli invece a un impegno diretto e visibile dei grandi player nazionali (Leonardo, Eni, Enel, Intesa San Paolo…), che stanno già investendo moltissimo nel digitale, e soprattutto auspichiamo l’apertura di una nuova e vera fase della politica industriale per l’Italia attraverso un tavolo aperto fuori dai ritualismi. Il tempo per pensare al digitale è finito: il futuro appartiene a chi decide oggi”. Il Centro Economia Digitale, nato a inizio 2017 con l’obiettivo di promuovere il tema dell’economia digitale nel dibattito sociale, economico, istituzionale e accademico, rappresenta il primo vero organismo congiunto che mette insieme le tre principali università romane, grazie all’impegno diretto del past preside della facoltà di Economia della Sapienza, Giuseppe Ciccarone, del preside della facoltà di Economia di Tor Vergata, Giovanni Tria, oggi ministro dell’Economia, e del direttore della facoltà di Economia di Roma Tre, Silvia Terzi. Del board fanno parte, tra gli altri, Francesco Rutelli, presidente Anica, Maurizio Stirpe, vicepresidente di Confindustria, Carlo Borgomeo, presidente della fondazione Con il Sud, Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, oltre allo stesso Tria. Secondo Rutelli, intervenuto alla presentazione del Rapporto Globale, “il digitale non è più solo uno strumento: è ormai un protagonista autonomo della nostra società. Dipenderà dalla regolazione che se ne darà se si tratterà di un protagonista indipendente o meno”. https://www.ilmessaggero.it/economia/news/digitale_sviluppo_economia_italia_europa-4111489.html? fbclid=IwAR1yCXQNsTM2omafsYJ89Z8_9753Gbhq_WQLyrbIUPE4eDUv0T3BW9EpwoQ
Non che sia una sorpresa: l’Italia è agli ultimi posti in Europa nello sviluppo del digitale. I dati emersi dal rapporto 2018 curato dal Centro economia digitale sono sconfortanti: in un contesto in cui l’Europa è tagliata fuori dalla classifica delle prime 20 aziende internet per capitalizzazione, tutte statunitensi o cinesi, tra i 28 Paesi che compongono il Vecchio continente l’Italia è al 25esimo posto nel punteggio Desi 2018, l’indicatore della Commissione europea che misura il livello di attuazione dell’Agenda digitale di tutti gli Stati membri.
Non solo: per la connettività va ancora peggio, perché siamo al 26esimo posto, per il capitale umano e le competenze digitali al 25esimo, per l’uso di internet da parte dei cittadini addirittura al 27esimo, per l’integrazione digitale nelle aziende al 20esimo e per la digitalizzazione dei servizi pubblici al 19esimo. “Il problema”, ha spiegato il presidente del Centro economia digitale, Rosario Cerra “è la governance di questo processo. Il digitale non è un tema tecnologico, di business o di comunicazione, e non è un punto in un’agenda politica, ma un’agenda politica a se stante. È un errore parlare del digitale mettendolo al pari di altre sfide, come la complessità burocratica dello Stato, la lentezza del sistema giudiziario e la diseguaglianza economica”. Secondo Cerra, “risolvendo la sfida riusciremmo a semplificare tutte le altre sfide. Secondo noi non ha senso dare vita oggi a un ministero del Digitale, perché il tema deve essere promosso direttamente dalla presidenza del consiglio. Siamo favorevoli invece a un impegno diretto e visibile dei grandi player nazionali (Leonardo, Eni, Enel, Intesa San Paolo), che stanno già investendo moltissimo nel digitale, e soprattutto auspichiamo l’apertura di una nuova e vera fase della politica industriale per l’Italia attraverso un tavolo aperto fuori dai ritualismi. Il tempo per pensare al digitale è finito: il futuro appartiene a chi decide oggi”. Un tema legato a doppio filo a quello dell’industria 4.0. Una riforma che la manovra rischia di mettere a dura prova, come più volte sottolineato da Confindustria, in particolare da Carlo Robiglio, presidente della Piccola Industria. “La trasformazione delle Pmi in chiave 4.0 è senza dubbio uno dei principali driver per il rilancio del nostro sistema produttivo, ma il depotenziamento – anacronistico e anticompetitivo – previsto dalla legge di bilancio 2019, di alcuni provvedimenti del Piano Industria 4.0 rischia di frenare la spinta fin qui impressa verso più elevati livelli di produttività ed efficienza e quindi verso una maggiore crescita”. https://formiche.net/2018/11/digitale/
Il Ced – Centro Economia Digitale – organizza la conferenza "Digitale: la sfida mondiale. Il ritardo dell’Europa, il ruolo dell'Italia”, per presentare il Rapporto Globale sul Digitale 2018. Il Centro nasce con l’obiettivo di promuovere il tema dell’economia digitale nel dibattito sociale, economico, istituzionale e accademico. All’evento intervengono tra gli altri Ciccarone, Terzi, Rutelli, Borgomeo e Luchetti, oltre al presidente del Ced Cerra. https://tv.iltempo.it/speciale-artcloud/2018/11/15/video/digitale-sfida-mondiale-1095854/
L’Italia è agli ultimi posti in Europa nello sviluppo del digitale. L’allarme è stato lanciato a Roma nello spazio Hdrà in occasione della presentazione del Rapporto Globale sul Digitale 2018, realizzato dal Centro Economia Digitale. I dati emersi sono sconfortanti: in un contesto in cui l’Europa è tagliata fuori dalla classifica delle prime 20 aziende internet per capitalizzazione, tutte statunitensi o cinesi, tra i 28 paesi che compongono il vecchio continente l’Italia è al 25° posto nel punteggio DESI 2018, l’indicatore della Commissione Europea che misura il livello di attuazione dell’Agenda Digitale di tutti gli Stati membri. Non solo: per la connettività siamo al 26° posto, per il capitale umano e le competenze digitali al 25°, per l'uso di Internet da parte dei cittadini addirittura al 27°, per l'integrazione digitale nelle aziende al 20° e per la digitalizzazione dei servizi pubblici al 19°. “Il problema – ha spiegato il presidente del Centro Economia Digitale, Rosario Cerra – è la governance di questo processo. Il digitale non è un tema tecnologico, di business o di comunicazione, e non è un punto in un’agenda politica, ma un’agenda politica a se stante. È un errore parlare del digitale mettendolo al pari di altre sfide, come la complessità burocratica dello Stato, la lentezza del sistema giudiziario e la diseguaglianza economica. Perché risolvendo la sfida del digitale riusciremmo a semplificare tutte le altre sfide. http://ilmattino.it/economia/digitale_sviluppo_economia_italia_europa-4111514.html
http://www.askanews.it/economia/2018/11/14/digitale-italia-al-27esimo-posto-per-uso-di-internet-in- europa-pn_20181114_00272/
QUOTIDIANI
L’Italia è agli ultimi posti in Europa nello sviluppo del digitale. L’allarme è stato lanciato questa mattina a Roma nello spazio Hdrà in occasione della presentazione del Rapporto Globale sul Digitale 2018, realizzato dal Centro Economia Digitale. I dati emersi sono sconfortanti: in un contesto in cui l’Europa è tagliata fuori dalla classifica delle prime 20 aziende internet per capitalizzazione, tutte statunitensi o cinesi, tra i 28 paesi che compongono il vecchio continente l’Italia è al 25° posto nel punteggio DESI 2018, l’indicatore della Commissione Europea che misura il livello di attuazione dell’Agenda Digitale di tutti gli Stati membri. Non solo: per la connettività siamo al 26° posto, per il capitale umano e le competenze digitali al 25°, per l'uso di Internet da parte dei cittadini addirittura al 27°, per l'integrazione digitale nelle aziende al 20° e per la digitalizzazione dei servizi pubblici al 19°.“Il problema – ha spiegato il presidente del Centro Economia Digitale, Rosario Cerra – è la governance di questo processo. Il digitale non è un tema tecnologico, di business o di comunicazione, e non è un punto in un’agenda politica, ma un’agenda politica a se stante. È un errore parlare del digitale mettendolo al pari di altre sfide, come la complessità burocratica dello Stato, la lentezza del sistema giudiziario e la diseguaglianza economica. Perché risolvendo la sfida del digitale riusciremmo a semplificare tutte le altre sfide. Secondo noi non ha senso dare vita oggi a un Ministero del Digitale, perché il tema deve essere promosso direttamente dalla Presidenza del Consiglio. Siamo favorevoli invece a un impegno diretto e visibile dei grandi player nazionali (Leonardo, Eni, Enel, Intesa San Paolo…), che stanno già investendo moltissimo nel digitale, e soprattutto auspichiamo l’apertura di una nuova e vera fase della politica industriale per l’Italia attraverso un tavolo aperto fuori dai ritualismi. Il tempo per pensare al digitale è finito: il futuro appartiene a chi decide oggi”. http://www.romatoday.it/economia/digitale-italia-agli-ultimi-posti-in-europa-su-tutti-i-parametri.html
Ogni 60 secondi nel mondo vengono inviati 29 milioni di messaggi su Whatsapp e 156 milioni di email; 243mila foto sono postate su Facebook e 65 mila scatti su Instagram; si pubblicano 350mila cinguettii su Twitter e si caricano 210mila snap su Snapchat. A quantificare il minuto digitale è un’elaborazione del Centro Economia Digitale (Ced), contenuta nel rapporto sul digitale che il Centro ha presentato stamani a Roma. Ogni minuto si effettuano 3,8 milioni di ricerche su Google e 2 milioni di minuti di chiamate su Skype, si creano 120 nuovi account su LinkedIn, si fanno circa 25mila post su Tumblr e 18mila abbinamenti amorosi sulla app di incontri Tinder. Sul fronte audiovisivo, sempre secondo il rapporto, ogni minuto nel globo gli utenti di Spotify ascoltano 1,5 milioni di canzoni e gli abbonati di Netflix guardano 87mila ore di filmati. Oltre 16mila video sono guardati su Vimeo, mentre sulla piattaforma YouTube, sempre in 60 secondi, gli utenti caricano 400 ore di filmati. https://www.corrierecomunicazioni.it/digital-economy/whatsapp-da-record-ogni-minuto-inviati-29-milioni- di-messaggi/
«Il futuro dell’agroalimentare del nostro Paese è strettamente legato alla sua capacità di cogliere i benefici e le opportunità del digitale”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti intervenendo al convegno “Digitale: la sfida mondiale – Il ritardo dell’Europa, il ruolo dell’Italia», organizzato a Roma dal Centro Economia Digitale. «Il digitale, infatti, per la sua natura, per il tasso di innovazione e capacità trasformativa – ha spiegato Giansanti, che fa parte del board del CED – è il cuore dell’innovazione per le imprese. In futuro, grazie alle tecnologie digitali, l’intero comparto aumenterà la propria competitività e trasparenza tramite una maggiore interconnessione e cooperazione delle risorse che vi operano (asset fisici, persone, informazioni, etc.)». L’agricoltura 4.0, che oggi in Italia è una realtà, ha un mercato di 100 milioni di euro, il 2,5% di quello globale che vale 3,5 miliardi di euro; si avvale di 300 nuove soluzioni tecnologiche, dai sensori ai droni in campo, al packaging intelligente o attivo, utilizzate lungo tutta la filiera. Eppure c’è ancora molto da fare in questo campo, basti pensare che meno dell’1% della superficie coltivata è gestita con queste soluzioni. «Alcuni dei punti critici del sistema – ha continuato il presidente di Confagricoltura – sono noti da tempo, ma di difficile superamento: la limitatezza delle risorse; la ridotta dimensione economica delle imprese; la crescente complessità delle conoscenze necessarie per l’esercizio agricolo; la prevalenza di innovazioni importate da altri settori e da altri Paesi».La quota della spesa in ricerca e sviluppo nel 2013 risulta essere inferiore alla media europea sia in rapporto al PIL che pro-capite. A livello nazionale la spesa pubblica in ricerca e sviluppo è complessivamente diminuita negli anni 2008-2016, fatta eccezione per alcuni settori. Per agricoltura e ambiente è diminuita rispettivamente del 37,6% e del 46,2%. https://www.agricultura.it/2018/11/13/agroalimentare-giansanti-confagricoltura-cogliere-tutte-le-opportunita-del- digitale/
WhatsApp fa segnare record su record. La famosa applicazione di messaggistica istantanea, ogni 60 secondi, vede ben 29 milioni di messaggi scambiati. Si tratta di un importante traguardo considerato anche il fatto che le applicazioni concorrenti non sembrano tenere il passo di fronte all’avanzata dell’app di Facebook. Negli ultimi anni, WhatsApp è diventato il centro di comunicazione digitale di moltissime persone, anche grazie all’introduzione di molte funzionalità come gli stickers o le chat di gruppo. Secondo i dati analizzati dal CED (Centro Economia Digitale), nei social network vengono condivisi milioni di dati ogni 60 secondi. Ad esempio, in un minuto, su Instagram vengono pubblicate 65 mila fotografie, spedite 156 milioni di email, effettuate 3,8 milioni di ricerche su Google e visualizzate circa 87 mila ore di video su Netflix. Al tempo stesso, vi sono 2 milioni di minuti di chiamate su Skype, oltre 400 ore di video scaricati da YouTube e 1,5 milioni di canzoni scaricate su Spotify. WhatsApp è il centro della messaggistica mondiale 1 minuto vita digitale online WhatsApp https://opinionitech.com/whatsapp-record-29-milioni-di-messaggi-ogni-60-secondi/
Facciamo un po’ i calcoli, quanti Whatsapp e quante mail spediamo al giorno? Secondo il rapporto del CED (Centro Economia Digitale) inviamo ogni minuto 29 milioni di messaggi, 156 milioni di email e 243mila foto postate su Facebook, e 65mila su Instagram. Anche i cinguettii che arrivano da Twitter sono circa 350mila, su snapchat si viaggia sui 210mila snap. Inoltre, sono quasi 4 milioni le ricerche che facciamo su Google e sono circa diciottomila i post amorosi su Tinder. Un altro dato è la quantità di tempo che impieghiamo a vedere filmati su Netflix, circa 87mila ore. Invece su YouTube, vengono caricati sempre in 60 secondi, circa 400 ore di filmati. Non è che stiamo diventando un po’ compulsivi? Antonella Cutolo https://www.r101.it/news/cosa-succede-in-un-solo-minuto-online_5602.shtml?refresh_ce
LA SFIDA – Digitale - La sfida mondiale. Il ritardo dell'Europa, il ruolo dell'Italia è il convegno organizzato alle 11 dal Centro Economia Digitale (direzione scientifica dell'Università La Sapienza di Roma, di Roma Tor Vergata e della Università Roma Tre) allo spazio Hdrà, in piazza San Lorenzo in Lucina a Roma. https://www.ninjamarketing.it/2018/11/13/ninja-morning-il-buongiorno-di-martedi-13-novembre- 2018/
Cerra,'Italia si dia una politica industriale. Serve più Europa' (ANSA) – ROMA, 13 NOV – “Non serve un ministero del digitale”, come quello che è stato istituito nel governo tedesco, “perché il digitale non è il punto di un’agenda ma è un’agenda a sé stante, di cui deve occuparsi la presidenza del Consiglio, non un singolo ministero. È un tema vitale per tutta la nazione”. Lo ha detto il presidente del Centro Economia Digitale (Ced), Rosario Cerra, nel corso della presentazione del rapporto sul digitale stilato dal Centro, oggi a Roma. “Noi abbiamo bisogno di una politica industriale, sono anni che l’Italia non se la dà. Abbiamo bisogno di capire dove dobbiamo andare e come vogliamo farlo”, ha dichiarato Cerra a margine della presentazione. “Serve una nuova politica industriale che parta utilizzando il digitale come tema centrale, perché il digitale offre un aiuto a tutte le altre questioni sul tavolo, dalla semplificazione burocratica al contrasto alla corruzione, fino alla lotta al riscaldamento globale”. https://tecnologia.libero.it/ced-no-al-ministero-del-digitale-23803
Italia patita di social e di Web, ma poco “digitale” Un report pubblicato dal Centro Economia Digitale riassume dati interessanti di precedenti indagini. E mette in luce le contraddizioni italiane: trascorriamo su Internet, in media, più di sei ore al giorno, ma il nostro Paese arranca nell'attuazione dell'Agenda Digitale. Un essere umano su due è connesso con il mondo: su oltre 7,65 miliardi di abitanti del pianeta, utilizzano Internet 4,176 miliardi di persone, e tra costoro 3,9 miliardi navigano e scambiano dati tramite smartphone. Quella di un globo sempre più “online” è solo una delle immagini emerse da un report appena presentato dal Centro Economia Digitale (Ced, nato dal lavoro congiunto di tre università romane, La Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre) e basato su quasi un centinaio di fonti italiane e internazionali, fra cui analisi di Agcom, Eurostat, Nazioni Unite, Commissione Europea, Gartner, Idc, Facebook e altri social. L'altra immagine forte è quella di un'Italia un po' contraddittoria, per certi versi patita di digitale e per altri non così evoluta. Su una popolazione di oltre 59 milioni di persone, gli internauti sono 43,3 milioni (per un tasso di penetrazione del 73%), gli utenti attivi sui social media 34 milioni, i possessori di smartphone o tablet quasi 49,2 milioni.
Nello Stivale, con 27,1 milioni di utenti unici (elaborazione Agcom su dati Audiweb) Facebook è la piattaforma social più frequentata, cui seguono nell'ordine Instagram, LinkedIn, Twitter, Pinterest, Google+, Tumblr e Snapchat. Gli italiani trascorrono ogni giorno, in media, sei ore o otto minuti sul Web: siamo ancora lontani, forse fortunatamente, dalle oltre nove ore di media e mezza pro capite dei tailandesi, ma superiamo britannici, spagnoli, tedeschi e francesi e persino i tecnologicissimi giapponesi (che sul Internet trascorrono solo quattro ore e venti minuti al giorno). La propensione digitale di un Paese si misura, però, non solo con il tempo trascorso dalle persone in compagnia di un browser o di una app. Citando il rapporto Desi 2018, pubblicato la scorsa primavera, lo studio ci ricorda che l'Italia è solo al 25esimo posto dei 28 membri Ue nell'indiche che misura il livello di attuazione della propria Agenda Digitale nazionale. Siamo, inoltre, solo al 26esimo posto per la connettività, al 25esimo per il capitale umano e le competenze digitali, al 19esimo per la digitalizzazione dei servizi pubblici, al 20esimo per l'integrazione del digitale nelle aziende. http://www.ictbusiness.it/cont/news/italia-patita-di-social-e-di-web-ma-poco-digitale/42506/1.html#.W- 1SexNKhQJ
E quante foto vengono postate su Facebook e Instagram? Questi e tanti altri dati Oggi il Centro Economia Digitale (Ced) ha presentato un rapporto sul digitale contenente tutta una serie di dati interessantissimi riguardo un “minuto digitale medio“. Non solo WhatsApp e Facebook, ma anche altre parti del mondo digitale, come ricerche di Google, LinkedIn, Skype e molto altro. Cercando di riassumere tutti i dati, in un minuto vengono: Spedite 156 milioni di email Inviati 29 milioni di messaggi su WhatsApp Postate 243 mila foto su Facebook Postati 65 mila scatti su Instagram
Pubblicati 350 mila tweet (ovviamente su Twitter) Aggiunti 210 mila snap su Snapchat Ascoltate 1,5 milioni di canzoni su Spotify Viste 87 mila ore di video su Netflix Visti 16 mila video su Vimeo Caricate 400 ore di filmati su YouTube Effettuate 3,8 milioni di ricerche su Google Eseguiti 2 milioni di minuti di chiamate su Skype Registrati 120 nuovi account LinkedIn Creati 25 mila post su Tumblr Abbinate 18 mila coppie su Tinder Ma il report non contiene solo statistiche riguardo il “minuto digitale”: mostra lo stato preoccupante dell’Italia nel mondo informatico. Se già l’Europa è tagliata fuori dalle 20 aziende internet con più capitalizzazione, tra i 28 paesi del vecchio continente l’Italia è al 25° posto. E questo 25° posto riguarda il Desi 2018, ovvero l’indicatore che la Commissione Europea usa per misurare il livello di attuazione dell’Agenda Digitale delle nazioni europee. Se guardiamo la digitalizzazione dei servizi pubblici siamo al 19° posto, per la digitalizzazione delle aziende al 20°, per il capitale umano e le competenze siamo al 25° posto, per la connettività siamo al 26° posto, per l’uso di internet da parte dei cittadini addirittura al 27°. Secondo il Ced il problema è principalmente politico: il digitale non fa parte di un programma politico standard, ma fa parte di un mondo a sé. Cosa ne pensate? “Il problema è la governance di questo processo. Il digitale non è un tema tecnologico, di business o di comunicazione, e non è un punto in un’agenda politica, ma un’agenda politica a se stante. È un errore parlare del digitale mettendolo al pari di altre sfide, come la complessità burocratica dello Stato, la lentezza del sistema giudiziario e la diseguaglianza economica. Perché risolvendo la sfida del digitale riusciremmo a semplificare tutte le altre sfide. Secondo noi non ha senso dare vita oggi a un Ministero del Digitale, perché il tema deve essere promosso direttamente dalla Presidenza del Consiglio. […] Il tempo per pensare al digitale è finito: il futuro appartiene a chi decide oggi”. Rosario Cerra, presidente del Centro Economia Digitale https://www.mobileworld.it/2018/11/13/rapporto-centro-economia-digitale-secondo-quanti-messaggi- whatsapp-vengono-inviati-al-minuto-199624/
L’allarme è stato lanciato a Roma nello spazio Hdrà in occasione della presentazione del Rapporto Globale sul Digitale 2018, realizzato dal Centro Economia Digitale L’Italia è agli ultimi posti in Europa nello sviluppo del digitale. L’allarme è stato lanciato a Roma nello spazio Hdrà in occasione della presentazione del Rapporto Globale sul Digitale 2018, realizzato dal Centro Economia Digitale. I dati emersi sono sconfortanti: in un contesto in cui l’Europa è tagliata fuori dalla classifica delle prime 20 aziende internet per capitalizzazione, tutte statunitensi o cinesi, tra i 28 paesi che compongono il vecchio continente l’Italia è al 25° posto nel punteggio DESI 2018, l’indicatore della Commissione Europea che misura il livello di attuazione dell’Agenda Digitale di tutti gli Stati membri. Non solo: per la connettività siamo al 26° posto, per il capitale umano e le competenze digitali al 25°, per l’uso di Internet da parte dei cittadini addirittura al 27°, per l’integrazione digitale nelle aziende al 20° e per la digitalizzazione dei servizi pubblici al 19°. https://www.channelbiz.it/litalia-e-sempre-ancorata-agli-ultimi-posti-in-europa-sullo-sviluppo-del-digitale- 2079543?inf_by=5be19c85671db802308b5363
Ogni 60 secondi, in tutto il mondo, sono ben 29 milioni i messaggi scambiati su WhatsApp, una delle più famose ed utilizzate piattaforme di messaggistica istantanea multi-piattaforma. Questo è solo uno dei tanti dati analizzati dal CED (Centro Economica Digitale) in un nuovo report pubblicato soltanto poche ore fa sul proprio sito internet ufficiale e facente riferimento ad alcune statistiche del mondo dell'internet in generale. Nel medesimo arco temporale - si legge nello stesso comunicato - vengono pubblicate su Instagram ben 65 mila fotografie, spedite 156 milioni di e-mail, effettuate 3,8 milioni di ricerche su Google e visualizzate 87 mila ore di video su Netflix. Altri dati, infine, fanno riferimento a ben 1,5 milioni di canzoni scaricate su Spotify, 400 ore video su YouTube e 2 milioni di minuti di chiamate effettuate attraverso la piattaforma di Microsoft, Skype. Secondo i dati forniti nello stesso report, inoltre, WhatsApp Messenger è la prima app sia con maggior numero di utenti mensili nel 2017, sia con maggior numero di download. Soltanto decima (nella classifica di utenti attivi mensilmente) la rivale Telegram. https://www.hdblog.it/2018/11/13/whatsapp-29-milioni-messaggi-minuto-record/
Avete mai pensato a quante cose accadono in 1 minuto? Nascono 250 bambini nel mondo, il nostro corpo produce da 120 a 180 milioni di globuli rossi, sbattiamo le palpebre 12 volte, avvengono 5 terremoti, decollano 58 aerei in tutto il mondo e le cascate del Niagara riversano 31.600 tonnellate di acqua. La lista potrebbe proseguire all’infinito. Se ci concentrassimo sul web, invece, cosa scopriremmo? Il Centro Economia Digitale (Ced) ha quantificato 60 secondi digitali, ottenendo i seguenti numeri. Ogni minuto, nel mondo vengono inviati 29 milioni di messaggi su WhatsApp e 156 milioni di email; 243mila foto sono postate su Facebook e 65 mila scatti su Instagram; si pubblicano 350mila cinguettii su Twitter e si caricano 210mila snap su Snapchat. In un minuto si effettuano 3,8 milioni di ricerche su Google e 2 milioni di minuti di chiamate su Skype, si creano 120 nuovi account su LinkedIn, si fanno circa 25mila post su Tumblr e 18mila abbinamenti amorosi sulla app di incontri Tinder. Sul fronte audiovisivo, sempre secondo il rapporto, ogni minuto nel globo gli utenti di Spotify ascoltano 1,5 milioni di canzoni e gli abbonati di Netflix guardano 87mila ore di filmati. Oltre 16mila video sono guardati su Vimeo, mentre sulla piattaforma YouTube, sempre in 60 secondi, gli utenti caricano 400 ore di filmati. https://www.maximitalia.it/scoprite-cosa-accade-sul-web-in-60-secondi/
Digitale, Italia al 27esimo posto per uso di Internet in Europa Roma, 13 nov. (askanews) - Italia al 26esimo posto per uso di Internet in Europa e al 25esimo posto per l'attuazione dell'Agenda digitale europea. E' il quadro allarmante che emerge dal Rapporto Globale sul Digitale 2018. Secondo il rapporto l'Italia è infatti agli ultimi posti in Europa nello sviluppo del digitale. L'allarme è stato lanciato questa mattina a Roma nello spazio Hdrà in occasione della presentazione del Rapporto Globale sul Digitale 2018, realizzato dal Centro Economia Digitale. I dati emersi sono sconfortanti: in un contesto in cui l'Europa è tagliata fuori dalla classifica delle prime 20 aziende internet per capitalizzazione, tutte statunitensi o cinesi, tra i 28 paesi che compongono il vecchio continente l'Italia è al 25° posto nel punteggio DESI 2018, l'indicatore della Commissione Europea che misura il livello di attuazione dell'Agenda Digitale di tutti gli Stati membri. Non solo: per la connettività siamo al 26° posto, per il capitale umano e le competenze digitali al 25°, per l'uso di Internet da parte dei cittadini addirittura al 27°, per l'integrazione digitale nelle aziende al 20° e per la digitalizzazione dei servizi pubblici al 19°. "Il problema - ha spiegato il presidente del Centro Economia Digitale, Rosario Cerra - è la governance di questo processo. Il digitale non è un tema tecnologico, di business o di comunicazione, e non è un punto in un'agenda politica, ma un'agenda politica a se stante. È un errore parlare del digitale mettendolo al pari di altre sfide, come la complessità burocratica dello Stato, la lentezza del sistema giudiziario e la diseguaglianza economica. Perché risolvendo la sfida del digitale riusciremmo a semplificare tutte le altre sfide. Secondo noi non ha senso dare vita oggi a un Ministero del Digitale, perché il tema deve essere promosso direttamente dalla Presidenza del Consiglio. Siamo favorevoli invece a un impegno diretto e visibile dei grandi player nazionali (Leonardo, Eni, Enel, Intesa San Paolo…), che stanno già investendo moltissimo nel digitale, e soprattutto auspichiamo l'apertura di una nuova e vera fase della politica industriale per l'Italia attraverso un tavolo aperto fuori dai ritualismi. Il tempo per pensare al digitale è finito: il futuro appartiene a chi decide oggi". Il Centro Economia Digitale, nato a inizio 2017 con l'obiettivo di promuovere il tema dell'economia digitale nel dibattito sociale, economico, istituzionale e accademico, rappresenta il primo vero organismo congiunto che mette insieme le tre principali università romane, grazie all'impegno diretto del past preside della facoltà di Economia della Sapienza, Giuseppe Ciccarone, del preside della facoltà di Economia di Tor Vergata, Giovanni Tria, oggi ministro dell'Economia, e del direttore della facoltà di Economia di Roma Tre, Silvia Terzi. Del board fanno parte, tra gli altri, Francesco Rutelli, presidente Anica, Maurizio Stirpe, vicepresidente di Confindustria, Carlo Borgomeo, presidente della fondazione Con il Sud, Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, oltre allo stesso Tria. Secondo Rutelli, intervenuto alla presentazione del Rapporto Globale, "il digitale non è più solo uno strumento: è ormai un protagonista autonomo della nostra società. Dipenderà dalla regolazione che se ne darà se si tratterà di un protagonista indipendente o meno". https://it.finance.yahoo.com/notizie/digitale-italia-al-27esimo-posto-per-uso-di-162816743.html
Ogni minuto, in tutto il mondo vengono spediti circa 29 milioni di messaggi WhatsApp, che corrispondono a circa mezzo milione di messaggi al secondo. Se vi sembrano tanti, e pensate che la messaggistica istantanea sia il mezzo di comunicazione più diffuso, sappiate che nello stesso intervallo di tempo vengono inviate oltre 150 milioni di email, cinque volte più dei messaggi WhatsApp. Sono i dati più interessanti contenuti nel rapporto sul digitale presentato oggi a Roma dal Centro Economia Digitale, nel quale è stato quantificato il minuto, con numerosi dati particolarmente significativi. Ogni minuto vengono postate 243.000 foto su Facebook, vengono eseguite 3,8 milioni di ricerche su Google e caricate 65.000 foto su Instagram. Su YouTube invece, sempre in un minuto, vengono scaricate 400 ore di video e attraverso Netflix vengono visualizzate 87.000 ore di video. Linkedin registra 120 nuovi account nello stesso intervallo di tempo e 18.000 coppie si conoscono grazie a Tinder. Interessante anche notare che il tasso di penetrazione di Internet è pari al 55% della popolazione mondiale: 4,2 miliardi di utenti accedono a Internet, su una popolazione mondiale di 7,6 miliardi di individui. In Italia gli utenti che accedono alla Rete da mobile sfiorano i 50 milioni, un dato decisamente elevato, con 30 milioni che utilizzano il mobile per accedere ai social network. Queste sono solo alcune delle statistiche presenti nella relazione ma per conoscere altri dati statistici e per conoscere quello che ci aspetta nei prossimi anni vi invitiamo a consultare il rapporto completo, visibile a questo indirizzo. https://www.tuttoandroid.net/news/30-milioni-whatsapp-minuto-150-milioni-email-625192/
È stato presentato il 13 novembre 2018 il Rapporto sul Digitale, realizzato dal Centro Economia Digitale (CED), nato dall’impegno congiunto di 3 Università romane (La Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre) con l’obiettivo di promuovere il tema dell’Economia Digitale nel dibattito sociale, economico, istituzionale e accademico, e basato su numerose e autorevoli fonti nazionali ed internazionali. Ne emerge che le prime 20 aziende internet per capitalizzazione sono americane o cinesi, con l’Europa che è attualmente la grande assente. Apple da quando ha lanciato il primo iPhone ha accumulato ricavi per oltre 850 miliardi di dollari, l’iPhone rimane la più grande fonte di reddito di Apple con il 62%, ma le categorie di servizio sono in crescita. Google con i ricavi pubblicitari pari a oltre 79 miliardi di dollari si assicura la pole position, ma altri marchi tecnologici stanno crescendo più rapidamente. Microsoft con 660 miliardi di dollari è la società di software più valorizzata. Il 91% di tutti i PC desktop funzionano con Microsoft Windows. Amazon domina la vendita al dettaglio online, con oltre 180 milioni di visitatori al
mese. La quota del Nord America nelle entrate complessive di Amazon è salita al 68%. Facebook ha oltre 2 miliardi di iscritti e la comunità è ancora in crescita, nonostante la sua enorme base di utenti attivi, ed è detentrice di quasi tutto il mercato pubblicitario sui social media. Il Mobile rappresenta l’89% del fatturato pubblicitario di Facebook. La Commissione UE per favorire l’innovazione, progresso e crescita economica, facendo leva sul potenziale delle tecnologie digitali, ha definito l’Agenda Digitale. Per comprendere appieno l’effettiva attuazione del Piano strategico da parte degli Stati membri è stato creato il DESI (Digital Economy and Society Index), un indice elaborato dalla DG CNECT della Commissione UE che misura i progressi dei Paesi europei in termini di digitalizzazione dell’economia e della società, aggregando una serie di indicatori strutturati attorno a 5 dimensioni principali: – Connettività che misura la diffusione delle infrastrutture a banda larga e la loro qualità; – Capitale umano che misura le competenze necessarie per sfruttare le possibilità offerte da una società digitale; – Uso di internet che prende in esame la varietà delle attività svolte dai cittadini gia online, dal consumo dei contenuti (video, musica, giochi ecc.) alle attività di comunicazione o di acquisti online e banking; – Integrazione della tecnologia digitale che misura la digitalizzazione delle imprese e lo sfruttamento del canale di vendita online; – Servizi pubblici digitali che misura la modernizzazione e digitalizzazione della pubblica amministrazione per fornire migliori servizi alle imprese e ai cittadini. In base all’ultimo Rapporto DESI , l’Italia si piazza al 25° posto, dietro il nostro Paese c’è solo Bulgaria, Grecia e Romania, agli ultimi posti in tutti i parametri. “Il problema è la governance di questo processo – ha spiegato il Presidente del Centro Economia Digitale, Rosario Cerra – Il digitale non è un tema tecnologico, di business o di comunicazione, e non è un punto in un’agenda politica, ma un’agenda
politica a se stante. È un errore parlare del digitale mettendolo al pari di altre sfide, come la complessità burocratica dello Stato, la lentezza del sistema giudiziario e la diseguaglianza economica. Perché risolvendo la sfida del digitale riusciremmo a semplificare tutte le altre sfide. Secondo noi non ha senso dare vita oggi a un Ministero del Digitale, perché il tema deve essere promosso direttamente dalla Presidenza del Consiglio. Siamo favorevoli invece a un impegno diretto e visibile dei grandi player nazionali (Leonardo, Eni, Enel, Intesa San Paolo…), che stanno già investendo moltissimo nel digitale, e soprattutto auspichiamo l’apertura di una nuova e vera fase della politica industriale per l’Italia attraverso un tavolo aperto fuori dai ritualismi. Il tempo per pensare al digitale è finito: il futuro appartiene a chi decide oggi” Su una popolazione di 59,33 milioni di abitanti, in Italia gli utenti di Internet sono 43,31 milioni sono online (73%) e più della metà utilizza regolarmente i social media. Facebook conferma la propria leadership e il trend crescente con un +11% su base annua e con al 2° posto Instagram che pure registra una crescita del +22%. Si trascorrono 6 ore e 8 minuti on line più di Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna. Si passa il doppio del tempo su Internet che guardando la TV. Dei 34 milioni di utenti di Facebook, l’88% vi accede da mobile. In Italia Instagram ha circa la metà degli utenti di Facebook. Per penetrazione dell’e-commerce l’Italia è di 25 punti percentuali sotto Gran Bretagna e 21 sotto la Germania, con il car- sharing servizio maggiormente utilizzato e per ultimo lo home sharing. Il quadro è decisamente contraddittorio: l’Italia amante di internet e social, non conosce l’economia digitale. http://www.regionieambiente.it/digitale_italia_rapporto_ced/
https://www.primapaginanews.it/articoli/centro-economia-digitale-rapporto-globale-2018-italia-fanalino-di- coda-438940
Ieri mattina, in occasione della presentazione – a Roma nello spazio Hdrà – del Rapporto Globale sul Digitale 2018, il Centro Economia Digitale ha lanciato un allarme: l’Italia è agli ultimi posti in Europa nello sviluppo del digitale. I dati emersi dal rapporto sono sconfortanti: in un contesto in cui l’Europa è tagliata fuori dalla classifica delle prime 20 aziende internet per capitalizzazione, tutte statunitensi o cinesi, tra i 28 paesi che compongono il vecchio continente l’Italia è al 25° posto nel punteggio DESI 2018, l’indicatore della Commissione Europea che misura il livello di attuazione dell’Agenda Digitale di tutti gli Stati membri. Non solo: per la connettività siamo al 26° posto, per il capitale umano e le competenze digitali al 25°, per l’uso di Internet da parte dei cittadini addirittura al 27°, per l’integrazione digitale nelle aziende al 20° e per la digitalizzazione dei servizi pubblici al 19°. “Il problema – ha spiegato il presidente del Centro Economia Digitale, Rosario Cerra – è la governance di questo processo. Il digitale non è un tema tecnologico, di business o di comunicazione, e non è un punto in un’agenda politica, ma un’agenda politica a se stante. È un errore parlare del digitale mettendolo al pari di altre sfide, come la complessità burocratica dello Stato, la lentezza del sistema giudiziario e la diseguaglianza economica. Perché risolvendo la sfida del digitale riusciremmo a semplificare tutte le altre sfide. Secondo noi non ha senso dare vita oggi a un Ministero del Digitale, perché il tema deve essere promosso direttamente dalla Presidenza del Consiglio. Siamo favorevoli invece a un impegno diretto e visibile dei grandi player nazionali (Leonardo, Eni, Enel, Intesa San Paolo…), che stanno già investendo moltissimo nel digitale, e soprattutto auspichiamo l’apertura di una nuova e vera fase della politica industriale per l’Italia attraverso un tavolo aperto fuori dai ritualismi. Il tempo per pensare al digitale è finito: il futuro appartiene a chi decide oggi.” https://www.bitmat.it/blog/news/80207/rapporto-globale-sul-digitale-italia-fanalino-di-coda-in-europa
Giansanti: “Grande ostacolo da superare è la mancanza di connessione a Internet nelle nostre campagne, dovuta alla mancanza di infrastrutture fisiche“ ROMA – “Il futuro dell’agroalimentare del nostro Paese è strettamente legato alla sua capacità di cogliere i benefici e le opportunità del digitale”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti intervenendo al convegno “Digitale: la sfida mondiale – Il ritardo dell’Europa, il ruolo dell’Italia”, organizzato a Roma dal Centro Economia Digitale. “Il digitale, infatti, per la sua natura, per il tasso di innovazione e capacità trasformativa – ha spiegato Giansanti, che fa parte del board del CED – è il cuore dell’innovazione per le imprese. In futuro, grazie alle tecnologie digitali, l’intero comparto aumenterà la propria competitività e trasparenza tramite una maggiore interconnessione e cooperazione delle risorse che vi operano (asset fisici, persone, informazioni, etc.)”. L’agricoltura 4.0, che oggi in Italia è una realtà, ha un mercato di 100 milioni di euro, il 2,5% di quello globale che vale 3,5 miliardi di euro; si avvale di 300 nuove soluzioni tecnologiche, dai sensori ai droni in campo, al packaging intelligente o attivo, utilizzate lungo tutta la filiera. Eppure c’è ancora molto da fare in questo campo, basti pensare che meno dell’1% della superficie coltivata è gestita con queste soluzioni. https://www.lopinionista.it/roma-digitale-2018-confagricoltura-31242.html
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