Andrea BIANCHETTI Gratosoglio - Edizioni Sottoscala Bellinzona, 2019 - ch Stiftung

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Andrea BIANCHETTI Gratosoglio - Edizioni Sottoscala Bellinzona, 2019 - ch Stiftung
Andrea BIANCHETTI
Gratosoglio
Edizioni Sottoscala
Bellinzona, 2019

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Andrea BIANCHETTI Gratosoglio - Edizioni Sottoscala Bellinzona, 2019 - ch Stiftung
Andrea BIANCHETTI
                                         Gratosoglio

Poesie, 120 Seiten / pages / pagine
Edizioni Sottoscala, Bellinzona, 2019
€ 21.00
ISBN 978-8-895471-36-5
ed.sottoscala@bluewin.ch

Inhaltsübersicht / Bref résumé / Breve riassunto
Fusione di storia privata e storia collettiva, le poesie di Gratosoglio affrontano
in tre sezioni e attraverso la specola di tre generazioni (la nonna, la figlia, il ni-
pote poeta) le vicende di un’unica famiglia attraverso un intero secolo. Dal
1925 al 2019, da una Milano d’altri tempi fino a Lugano, dove la famiglia si
trasferisce negli anni Settanta, i testi esplorano il succedersi anche minuto
degli eventi quotidiani (il lavoro, la famiglia, l’amore) sullo sfondo di grandi vicende collettive, quali la se-
conda guerra mondiale e il boom economico. Il titolo dell’opera richiama un quartiere modernista co-
struito negli anni Sessanta alla periferia sud di Milano, dove tutte e tre le generazioni si sono trovate, per
un periodo più o meno lungo, a vivere. Protagonista principale dell’opera è invece una donna, la Gianna,
nonna dell’autore, attorno ai cui ricordi Andrea Bianchetti costruisce la propria ricerca sulla memoria.

Begründung des Vorschlags / Motivation de la proposition / Motivazione della proposta
La forza della mitologia familiare affrescata da Andrea Bianchetti sta nella coerenza del progetto e nel
lungo respiro temporale coperto da quella che si delinea come una vera e propria narrazione in versi, più
diario che racconto. La storia di una famiglia diventa il punto di accesso a una storia “dal basso”,
coerentemente con lo stile dimesso e colloquiale dell’opera, nella quale l’autore, lasciando parlare gli altri
personaggi, finisce comunque per parlare di sé. Protagonista assoluta è nonna Gianna, ritratta dalla gio-
ventù, in una Milano popolare prima della guerra, alle lotte sindacali, fino agli ultimi anni, in Svizzera. Le
poesie lunghe, quasi fluviali (la metafora del fiume ricorre per altro più volte, a immagine di una storia che
continuamente scorre), si dispiegano su più pagine, cercando la massima comunicabilità di un verso che
non si accende di impennate lessicali, ma avanza imperterrito in un’affascinante tonalità di grigi.

Biografie / Biographie / Biografia
Andrea Bianchetti è nato a Milano nel 1984 e vive a Sorengo. È autore di poesia e redattore di «Cenobio».
Andrea BIANCHETTI Gratosoglio - Edizioni Sottoscala Bellinzona, 2019 - ch Stiftung
Andrea Bianchetti

Gratosoglio

                                                 Stampato con il contributo di
                                         Pro Helvetia, Fondazione svizzera per la cultura

                                                   © 2019 edizioni sottoscala
                                                       Via Lucomagno 3
                                                      ch-6500 Bellinzona

                                                   Grafica di Massimo Prandi

                                                       Il logo della collana
                                                     è di Jean-Michel Jaquet

           edizioni sottoscala                      ISBN 978-88-95471-36-5

                                 3   2
Indice

                                                                                          la scunussüda câ che l’è Milan…
                                                                                                             L’angel, F. Loi
Prima di Gratosoglio (1925-1966) . . . . . . . . . . . . . 9
                                                                               di chi possiede, e nel possedere è posseduto;
Gratosoglio (1966-1978) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39
                                                                                                       Madre, D. Bellezza
Dopo Gratosoglio(1978-2019) . . . . . . . . . . . . . . . 67

Una poesia al Lambro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 103

Note . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 111

                                                                          5                                               7
In via Sabatelli, mi dicevi sempre,          1.
si abitava in una stanza.
Una bella casa a ringhiera:                  Prima di seppellire il Renzo
l’aria entrava dai buchi.                    (non al Monumentale
Di bagno ce n’era uno per piano.             ma a Musocco),
«Per fortuna avevamo il lavandino»,          qualche giorno prima,
dicevi ridendo.                              in ospedale,
«Quelli dell’ultimo piano                    mentre la figlia rimproverava
devono portarsi su il secchio!»              due stanchi infermieri
La Gianna aveva già messo                    che stavano fumando
al mondo due aborti.                         una sigaretta di nascosto,
«Non c’era da mangiare finita                lui, il Renzo, aveva
la guerra e io andavo al lavoro              ripensato alla Russia.
in bicicletta.»                              Non l’aveva mai fatto prima
                                             e se l’aveva fatto
Poi la casa nuovissima a Gratosoglio.        non ne aveva parlato.
Nelle Torri Bianche. Sedici piani.           Era saltato giù dal letto
Di sopra la Signora Nina                     trascinando con sé
faceva le lasagne per tre piani.             le gamelle e il tumore al fegato
Quando è morto il Renzo                      che lo stava divorando.
(che aveva fatto la campagna                 «Un’esplosione;
ed era tornato mezzo vivo)                   l’ho sentita, veniva dalle latrine.»
ha cucinato per voi                          La Gianna fumava più forte.
e ci si sorprende di quanto                  La figlia aveva sorriso,
si abbia fame dopo la morte.                 o forse era una smorfia.
                                             In casa non si può parlare
È che volevo scriverlo;                      di questi ultimi momenti.
o forse dirtelo. Non so.                     Solo una volta se ne è parlato.

                                        11   12
Eravamo tutti davanti                      Sei stata alla Scala da giovane?»
a una bella fotografia                     Rideva con davanti
a colori.                                  il concentrato di zucca.
Estate 1985: Parco Ciani, a Lugano.        «La cantava sempre
Una panchina rossa.                        il signor Nanni.»
A destra la Gianna                         «Chi è il signor Nanni?»
con i denti neri di sigaretta.             «In via Sabatelli
In mezzo la figlia,                        il signor Nanni,
con i capelli tagliati.                    quando beveva,
A sinistra il Renzo,                       cantava l’opera
un bel nodo alla cravatta,                 a squarciagola. E così alla fine
e lo sguardo gentile.                      le abbiamo imparate anche noi
                                           che abitavamo sotto.
                                           Dormivamo tutti e tre
2.                                         in una stanza
                                           con la Gianna che sbuffava
Al sicuro                                  perché il giorno dopo
sotto il caldo tetto                       aveva da prendere
mi ero messo a tavola                      il tram delle cinque.»
canticchiando la Butterfly
di Puccini.
«Bimba dagli occhi…»                       3.
«È la Butterfly!»
aveva detto la Costanza.                   La Gianna aveva mandato
«Chi è che era? Verdi?»                    il Renzo a prendere le Popolari.
«No, Puccini»                              Le Nazionali costavano troppo.
le dico sprezzante.                        Le Afrika non sapeva.
«Come lo sai?                              Il Renzo era uscito con il suo

                                      13   14
cappotto ed era andato                            Quando la Gianna ha compiuto
in panetteria.                                    novant’anni, le ho regalato
Con i soldi delle sigarette                       un libro di Stern,
si era comprato dei dolci alla crema.             Ritorno sul Don.
Non aveva osato tornare a casa                    «Bravo quello lì»
e dirlo alla Gianna.                              ha detto guardando la copertina.
Ma lei da tempo lo sapeva                         Poi ha messo il libro
e aveva già mandato                               sull’angolo di un mobile.
la figlia dall’altro tabaccaio.                   Non l’ha mai più toccato.
Lo faceva apposta.                                È ancora lì.
Era il suo modo di volergli bene.

                                                  5.
4.
                                                  La Gianna aveva portato
Il Renzo diceva sempre tre cose                   la figlia al Macello.
sulla Russia.                                     «Adesso che hai dodici anni
Primo. Gli italiani non avevano                   devi vedere da dove viene la carne.»
gli stivali dei tedeschi.                         A Binasco,
Si imbottivano le scarpe                          dove nacque tra l’altro
di carta di giornale.                             il generale Mambretti,
Secondo. Io in Russia ci sono andato              congedato con disonore
a piedi. I cavalli li mettevano sui treni.        dopo la battaglia dell’Ortigara,
Terzo. Quando un russo si arrendeva               il signor Sansoni tirava un manzo
veniva da noi italiani. Noi spesso                in una stanza bianca.
lo lasciavamo andare.                             «Il manzo non voleva
I tedeschi li ammazzavano.                        entrare; puntava gli zoccoli
                                                  e tirava la testa indietro.»

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Non so molto di questa storia.                                     Sotto la vasta pianta,
So che tra la Gianna e sua figlia                                  tra i resti di mucui,
qualcosa lì è successo.                                            l’Attilio, classe 1915,
Ma non lo vogliono dire;                                           si metteva a suonare
voltano la testa                                                   la chitarra.
e cambiano argomento.
                                                                   Nel 1931 lì vicino
                                                                   avevano inaugurato
6.                                                                 il Sanatorio di Vialba.
                   die städtischen Mauern brannten zu Staub
               gegenüber der Schule stand ein Maulbeerbaum
                                                                   Quello stesso anno
                        unterm Maulbeerbaum, H. M. Novak
                                                                   era venuto Mussolini.
                        le mura della città andavano in cenere     Lo aspettavano tutti per la festa.
                  di fronte alla scuola c’era un albero di gelso
                    sotto il gelso, traduzione di P. Quadrelli     La Gianna aveva sei-sette anni
                                                                   e in braccio teneva la Carlina:
Quando la Gianna parla                                             la mamma era morta dandola
della sua infanzia                                                 alla luce.
ricorda sempre un gelso.
                                                                   Si era avvicinata ad uno del Fascio
Cresceva in mezzo al pollaio:                                      e gli aveva chiesto quando arrivava
settanta, ottanta galline;                                         il Duce. Lei voleva vederlo.
e poi un bel fontanile.
                                                                   Il fascista si era chinato
La Gianna viveva col nonno:                                        con un bel sorriso.
Serafino Stefanoni                                                 «Piccola è già passato, te lo sei persa
nella bella fattoria del Gelso.                                    per un soffio.»

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Azione - Settimanale di Migros Ticino Uno sguardo di gratitudine   https://www.azione.ch/cultura/dettaglio/articolo/uno-sguardo-di-gratitudi...

          Recensioni - Andrea Bianchetti firma un notevole racconto in versi

           04.11.2019 di Pietro Montorfani

          L’ultima raccolta poetica di Andrea Bianchetti non può non sorprendere chi conosca le precedenti prov
          Sparami amore di cera a Estreme visioni di bianco, pubblicate a Viganello da «Alla chiara fonte», fino
          Edizioni). L’enfant terrible della poesia svizzera di lingua italiana, capace come pochi altri di infilare im
          matrioske di un universo allucinato, riesce con Gratosoglio a incanalare la medesima energia linguistic
          estremamente limpido, pulito, lineare, senza per questo scendere a compromessi (il rischio, in casi sim
          e sociologizzante), anzi mantenendo intatta la freschezza stilistica che sempre gli è stata riconosciuta, e
          poesia pura.

          Gratosoglio è davvero, sin nella struttura tripartita in un prima (1925-66), un durante (1966-78) e un d
          concepito, frutto di un lavoro attento di cesello, non più un cantiere aperto come alcuni dei titoli prece
          conchiuso, tutto stretto attorno al quartiere milanese cui il libro si ispira. È la storia di una famiglia che
          guerra mondiale, poi il boom degli anni sessanta, infine una lenta e malinconica vecchiaia, e che tra pic
          consegna la propria esperienza nelle mani stesse dell’autore, nipote dei protagonisti. Non sarà forse vo
          dalla toponomastica (gratum solium, un luogo dove è bello stare) mi pare sia la migliore chiave d’acces
          un percorso di gratitudine, di bellezza riconosciuta anche nel poco, a partire dalla propria storia famili

          La vita di Gianna e Renzo si dipana sotto gli occhi dei lettori con una calma dettata dalle loro parole, in
          senza patemi né ansie, nel quale i fatti si sommano ai fatti a scapito di qualsiasi retorica, anche quando
          novecentesca: «Non è vero che gridavano / Viva l’Italia quando feriti / perdevano liquidi nella neve. /
          mamma». Se la poesia è anche – cosa di cui spesso la si accusa – decidere quando andare a capo, Andr
          evita scelte stucchevoli e si serve della lingua, persino della sua disposizione spaziale sulla pagina, con
          credibilità ai propri personaggi: «La Gianna va alla porta. / Il Renzo la segue un po’ zoppicante. / Sulla
          tredici anni, / con le guance rigate / come le prime mele, acerbe, / nelle giornate piovose».

          In un libro che apertamente dialoga con la tradizione poetica novecentesca, soprattutto lombarda, a fa
          ispiratrice: certo il Bertolucci della Capanna indiana, ma anche il milanese Giudici o il romano Bellezza
          nel possedere è posseduto»), tutti indimenticati cantori del quotidiano. Il verso di Bianchetti, che pure
          lunghissime di un Pagliarani (l’affresco milanese di La ragazza Carla è forse l’archetipo più prossimo a
          ungarettiano, ma del giovane Ungaretti non accoglie l’indeterminatezza semantica né la sua cupa Welt
          morte / si sconta / vivendo» risponde un più lieve «A Gratosoglio si sconta / quel che resta della vita».
          celebra: ecco la scelta di campo coraggiosa di questo piccolo, importante libro di versi, stampato molto
          Bellinzona.BibliografiaAndrea Bianchetti, Gratosoglio, Edizioni Sottoscala 2019, 118 pagine.

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Gratosoglio, se poesia è memoria - laRegione   https://www.laregione.ch/culture/culture/1410249/gratosoglio-se-poesia...

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Gratosoglio, se poesia è memoria - laRegione                      https://www.laregione.ch/culture/culture/1410249/gratosoglio-se-poesia...

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