OPERA SOTTO IL CIELO Estate 2021 - Teatro Comunale Luciano Pavarotti
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2013.2014 TEATRO COMUNALE LUCIANO PAVAROTTI OPERA SOTTO IL CIELO Estate 2021 RIGOLETTO 23 e 25 luglio ore 21 Cortile d’Onore del Palazzo Ducale, Modena
Rigoletto Opera in tre atti Libretto di Francesco Maria Piave ispirato al dramma Le roi s’amuse di Victor Hugo Musica di Giuseppe Verdi Il Duca di Mantova Stefan Pop Rigoletto Devid Cecconi Gilda Daniela Cappiello Sparafucile Ramaz Chikviladze Maddalena Antonella Colaianni Giovanna Barbara Chiriacò Il Conte di Monterone Fellipe Oliveira Marullo Marcandrea Mingioni Matteo Borsa Roberto Carli Il Conte di Ceprano Luca Marcheselli La Contessa di Ceprano Maria Komarova Un Usciere di Corte Paolo Marchini Paggio della Duchessa Matilde Lazzaroni Direttore Alessandro D’Agostini Regia Fabio Sparvoli Regista assistente Giovanna Spinelli Scene Giorgio Ricchelli Costumi Alessio Rosati Luci Vinicio Cheli Orchestra Filarmonica Italiana Coro Lirico di Modena Maestro del coro Stefano Colò
Maestri collaboratori Linda Piana, Paolo Andreoli Maestro collaboratore alle luci Isabella Gilli Direttore di scena Semun Chang Responsabile allestimenti Gianmaria Inzani Tecnici macchinisti Catia Barbaresi (coordinatore) Francisco Cuzzi, Giacomo Genesini, Antonio Maculan, Caterina Marcelli, Simone Messina, Filippo Sivelli Tecnici elettricisti Andrea Ricci (coordinatore), Alessandro De Ciantis, Fabrizio Gargani, Daniele Giampieretti, Grazia Perilli, Mauro Permunian, Matteo Stanzani, Giuliano Tersar Tecnico audio-video-fonico Pierluigi Ugolotti Attrezzista Francesca Paltrinieri, Ludovica Sitti Sartoria Alessandro Menichetti (referente) Monica Betuzzi, Federica Serra (aiuto sarta), Elisa Silvestri (aiuto sarta) Attrezzeria Fondazione Teatro Comunale di Modena Scene Fondazione Teatro Comunale di Modena Calzature C.T.C. srl Trucco Filistrucchi Firenze Parrucche Audello Teatro srl Costumi D’Inzillo Sweet Mode srl e Fondazione Teatro Comunale di Modena Supporto audio Bh Audio Srl
Il Soggetto Atto primo Sala magnifica nel palazzo ducale Mentre è in corso una festa a palazzo, il Duca di Mantova confida a un suo cortigiano che intende portare a termine l’avventura galante che sta vivendo con una misteriosa fanciulla; conclude affermando che trova ugualmente attraente ogni bella donna, e non sarà mai fedele ad alcuna. Il Duca corteggia apertamente la Contessa di Ceprano, facendo montare in furia il Conte suo marito, che viene cinicamente schernito da Ri- goletto, il buffone di corte protetto dal Duca. Il Conte di Ceprano vuole vendicarsi del buffone e trova la solidarietà degli altri cortigiani, che invita a casa sua per quella sera stessa. Al culmine della festa entra in scena il Conte di Monterone, che rinfaccia al Duca di avergli disonorato la figlia. Ai nuovi lazzi del buffone, Monterone lo maledice per aver deriso il dolore di un padre; Rigoletto è intimamente colpito dalle sue parole. L’estremità più deserta d’una via cieca È notte. Rigoletto, ancora impressionato per la maledizione, s’imbatte nel sicario Spa- rafucile, che gli offre i suoi servigi. Cambio scena Rimasto solo, Rigoletto riflette sulla sua condizione di buffone, costretto a servire ridendo un padrone malvagio tra l’odio dei cortigiani. Dischiusa la porta di una picco- la casa, è raggiunto da Gilda, la figlia amorosa che ha avuto da una donna un tempo amata e poi morta; il buffone la tiene celata al mondo, le vieta di uscire e di incontrare chiunque. Rigoletto si congeda, dopo aver raccomandato a Giovanna di vegliare sulla figlia. Gilda confida alla donna i suoi rimorsi per aver conosciuto un giovane e non averlo detto al padre. Improvvisamente si mostra il Duca di Mantova, che è riuscito a introdursi di nascosto nel cortile e che dichiara a Gilda di essere uno studente povero di nome Gualtier Maldè; alla sua dichiarazione d’amore la fanciulla non sa restare indif- ferente. Partito il Duca, Gilda pensa con trasporto al nome dell’uomo amato. Giungono intanto i cortigiani e attuano il loro piano: rapiscono Gilda, che credono l’amante del buffone, e coinvolgono nell’azione Rigoletto, facendogli credere che la donna rapita è la Contessa di Ceprano. Quando il buffone s’accorge di essere stato ingannato, è ormai troppo tardi. Intervallo
Atto secondo Salotto nel palazzo ducale Il Duca è inquieto perché la notte precedente, tornato alla casa in cui aveva incontrato Gilda, l’ha trovata aperta e vuota. I cortigiani gli raccontano d’aver rapito l’amante di Rigoletto: il Duca comprende che si tratta di Gilda e corre a incontrarla. Entra Rigo- letto, fingendo indifferenza; quando intuisce che il Duca si trova con la figlia vorrebbe precipitarsi da lei, ma gli viene sbarrato il passo. Rivela allora che si tratta di sua figlia, inveisce contro i cortigiani, li prega, piange: inutil- mente. D’improvviso Gilda esce dalla porta chiusa e vuole parlare al padre, che fa usci- re tutti. La fanciulla gli confessa di essersi innamorata di un giovane visto in chiesa, tutte le domeniche, di averlo incontrato il giorno prima e di essere stata rapita. Rigoletto la consola; passa intanto Monterone, che viene condotto in carcere: guarda il ritratto del Duca e riconosce che la sua maledizione non ha avuto seguito. Ma Rigoletto lo assicura che sarà lui a vendicare l’offesa. Intervallo Atto terzo Deserta sponda del Mincio Rigoletto ha condotto Gilda all’esterno di una casa il cui pianterreno funge da osteria, perché spiando all’interno si renda conto della vera identità di colui che ama. Giunge il Duca, che chiede a Sparafucile da mangiare e da bere e inneggia alla volubilità delle donne. Dal piano superiore scende Maddalena, sorella di Sparafucile, in abito zin- garesco; il Duca le fa la corte, mentre all’esterno Gilda vede tutto e si dispera per il tradimento. Rigoletto ordina a Gilda di partire subito per Verona, dove la raggiungerà l’indomani; poi si accorda rapidamente con Sparafucile per l’assassinio del Duca. Il Duca sale a dormire nel granaio; Maddalena, rimasta col fratello, cerca di convincerlo a risparmiare la vita del giovane, al cui fascino non è insensibile, uccidendo al suo posto Rigoletto. Sparafucile rifiuta, ma si fa convincere a uccidere il primo venuto anziché il Duca. Gilda, che ha udito tutto, decide di sacrificarsi: bussa alla porta e viene colpita a morte dal sicario. Allo scoccare della mezzanotte Rigoletto vede Sparafucile uscire dalla locanda e consegnargli il sacco col corpo dell’ucciso. Il buffone sta per gettarlo nel fiume, quando dalla casa gli giunge la voce del Duca che canta. Rigoletto apre il sacco e scorge, inorridito, il corpo della figlia morente, che gli confessa l’accaduto prima di spirare. Rigoletto, ricordando la maledizione, si accascia sul corpo della figlia.
Note di regia Rigoletto, l’arte del travestimento di Fabio Sparvoli È sempre difficile comprendere l’essenza del personaggio Rigoletto. Gli altri attori, il Duca, Gilda, Sparafucile, Maddalena, il Conte di Monterone, a cui si deve la scintilla della trama -Verdi infatti aveva pensato come titolo dell’opera La Maledizione e non Rigo- letto\Tribolet dal romanzo di Victor Hugo- hanno tutti, apparentemente, una precisa identità. Gilda e il Duca ad esempio: la prima fanciulla innamorata e ingenua, il Duca il solito tiranno libertino; ma non sono solo “quella ingenua” e “quel libertino”. Rigoletto provate a classificarlo: padre? buffone? oppresso? vendicatore? In lui c’è qual- cosa di tutto questo, ma proprio per questo non riusciamo a esaurire per intero la sua figura; è la prima creatura di Verdi completamente realizzata. Tutti i personaggi dell’Opera attuano un cambiamento/travestimento: il coro si masche- ra per il rapimento di Gilda; Il Duca si traveste da Gualtier Maldè, giovine studente e povero; Gilda oltre a cambiare identità esteriore, vestendo i panni maschili nel finale, nell’arco della rappresentazione opera un cambiamento radicale, che da stucchevole ragazza innamorata (Caro nome...) compie una arco di crescita notevole (come nessun altro personaggio), una consapevolezza che la porta ad essere, nel finale, una donna matura e consapevole, vero fulcro della scena; la stessa Maddalena, pur non operando un travestimento, non è quella che appare veramente. E Rigoletto? Anche lui drammaturgicamente ha diverse fisionomie inafferrabili ma che rendono compiuto il personaggio: dopo la sfuriata di Cortigiani vil razza dannata assi- stiamo ad un cambiamento evidente; il personaggio burattinesco del buffone si rivela in tutta la sua umanità con le parole Ebben piango... ed è proprio in questo momento che avviene il cambiamento: smette la parte che sta “interpretando” e si erge in tutta l’altezza terribile della sua figura, come se la sua deformità fosse solamente finta, un mero strumento del suo mestiere di buffone. Il pianto restituisce il personaggio alla dignità della sua natura umana. Nulla sappiamo della vita di Rigoletto, la stessa Gilda gli chiede il nome che lui rifiuta di darle, come se il diniego negasse il suo proprio essere, un travestimento della propria identità. È proprio questa mancanza d’identità che mi ha portato a pensare che tutto diventa un mezzo, una pratica, tesi al raggiungimento di una verità personale insita nella “rappresentazione attoriale” del buffone.
Orchestra Filarmonica Italiana Violini primi Cesare Carretta**, Francesco Salsi, Nicola Tassoni, Barbara Kruger, Michele Poccecai, Paola Diamanti, Gilda Urli, Alessia De Filippo, Silvia Maffeis, Anna Pecora Violini secondi Antonio Lubiani*, Lorenzo Tagliazucchi, Michaela Bilikova, Eleonora Liuzzi, Giacomo Trevisani, Marco Dallara, Ottavia Guarnaccia, Fabrizio Francia Viole Filippo Milani*, Tamami Sohma, Michele Pinto, Erica Mason, Carlotta Aramu, Laura Garuti Violoncelli Claudio Giacomazzi*, Elena Castagnola, Sophie Norbye, Claudia Stercal, Nicolò Nigrelli, Akiko Nakada Contrabbassi Andrea Sala*, Luca Ziliani, Massimo Clavenna Flauti/Ottavino Maurizio Saletti*, Greis Tati Oboi/C.Inglese Marco Ambrosini*, Lorenzo Alessandrini Clarinetti/Clarinetto basso Daniel Roscia*, Alessandro Moglia Fagotti/Controfagotti Massimiliano Denti*, Arianna Azzolini Corni Ezio Rovetta *, Dimer Maccaferri, Angelo Borroni, Benedetto Dallaglio Trombe Francesco Gibellini*, Luca Buat Tromboni Alessandro Castelli *, Matteo Del Miglio, Donato Grillo Basso Tuba Felice Dall’era* Timpani Bovi Athos* Percussioni Grillenzoni Paolo, Benato Marco ** Spalla *Prima Parte Coro Lirico di Modena Tenori I Matteo Bortolotti, Roberto Carli, Claudio Corradi, Luca Favaron, Manfredo Meneghetti, Alessandro Vannucci Tenori II Franco Boer, Lorenzo Carazzato, Alberto Imperato, Andrea Parmeggiani, Fabio Tamagnini, Nicola Enrico Zagni Baritoni Riccardo Ambrosi, Romano Franci, Paolo Floris, Diego Ghinati, Angelo Lodetti, Marcandrea Mingioni Bassi Giovanni Bertoldi, Massimo Carrino, Paolo Marchini, Luca Marcheselli Mimi Enrica Gualtieri, Gaia Guastamacchia, Consuelo Scappi, Elisa Vignolo
Si ringraziano I nostri soci, i nostri sostenitori Angelo Amara Rosalia Barbatelli Simone Busoli Maria Rosaria Cantoni Maria Carafoli Rossella Fogliani Paola Maletti Eva Raguzzoni Sonia Serafini Amici dei Teatri Modenesi I nostri sponsor www.teatrocomunalemodena.it
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