Alpesh Chauhan Pablo Ferrández - violoncello - Orchestra della Toscana
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CITTÀ METROPOLITANA DI FIRENZE violoncello Pablo Ferrández direttore Alpesh Chauhan 41a Stagione Concertistica 2021 / 2022
Firenze, Teatro Verdi venerdì 12 novembre 2021 ore 21:00 Alpesh Chauhan direttore Pablo Ferrández violoncello Due assi, e quasi coetanei, il direttore Alpesh Chauhan e il Cosa violoncellista Pablo Ferrández. Stagione ascoltiamo Chauhan nato a Birmigham nel 1990 e cresciuto in una Concertistica questa sera famiglia numerosa dove si intrecciano radici africane e 2021 / 2022 indiane, si è avvicinato alla musica grazie al violoncello che da bambino studiava mentre la madre seguiva in tv i film di Bollywood. Poi lo strumento l’ha lasciato, preferendogli il podio. Ora, da direttore musicale della Birmingham Opera * commissione Fondazione ORT in occasione delle celebrazioni Alberto Cara Company - appena conclusasi nel 2020 l'esperienza per i 700 anni dalla morte triennale alla Toscanini di Parma come direttore principale di Dante Alighieri Forse seimilia miglia di lontano - è ambasciatore dell’ente filantropico inglese Awards for (2021) * Young Musicians, che si propone di fornire supporto per prima esecuzione assoluta lo studio della musica a giovani provenienti da contesti svantaggiati. Ferrández, nato a Madrid nel 1991 in una casa di musicisti, dal violoncello non si è mai separato: adesso – che si trova Edward Elgar a collaborare con Daniele Gatti, Gustavo Dudamel e la Concerto in mi minore violinista Anne-Sophie Mutter – può suonare uno Stradivari per violoncello e orchestra op.85 con il contributo di concessogli in comodato da una fondazione nipponica grazie al fatto di aver vinto uno dei pochi concorsi ancora Adagio. Moderato Concerto in abbonamento capaci di lanciare una carriera, il Čajkovskij di Mosca. Le Vie della Musica Lento. Allegro molto Adagio Insieme affrontano il Concerto per violoncello dell’inglese Allegro. Moderato. Allegro, ma non troppo Edward Elgar, partitura scritta nel 1919 all’indomani di un intervento di tonsillectomia a cui fu sottoposto il compositore. concerto fiorentino Legata all’eredità di Brahms, è elegiaca, nostalgica, crepus- trasmesso in differita da Rai Radio 3 colare nel colore, ma anche memore di una certa imponenza vittoriana. Al solo Chahuan spetta invece l’ultima Sinfonia di Rai Radio Johannes Brahms Brahms, la Quarta, vetta del tardo romanticismo viennese intinta di malinconia e rimpianti, però costruita con una registrazione audio Sinfonia n.4 in mi minore op.98 saldezza architettonica degna di Bach e dei maestri barocchi. a cura di Allegro non troppo SoundStudioService Apre il programma la commissione ORT in prima esecuzio- Andante moderato ne assoluta ispirata alla Divina Commedia di Dante a firma Allegro giocoso di Alberto Cara: Forse semilia miglia di lontano. Allegro energico e passionato - più allegro
La musica Con il concerto di oggi, si compie il ciclo delle tre commissioni che l’ORT ha prodotto per celebrare i 700 anni dalla morte di Jean «Mœbius» Giraud e oltre ... Dante Alighieri, ispirate ciascuna a una cantica della Commedia. a sinistra Ascolterete, quindi, per la prima volta Forse semilia miglia di Piccarda Donati e le anime lontano di Alberto Cara, che si ispira al Paradiso. dei voti infranti Dire l’indicibile, cioè raccontare l’effetto che fa la contemplazione Canto III di Dio, era l’altissimo compito che Dante si era dato per questa cantica; cosa che gli riesce, è il caso di dire, divinamente, grazie sotto a una serie di artifici linguistici, all’invenzione di parole nuove, Un'anima parla con Dante alla creazione di una sinfonia universale fatta di profumi, suoni e Canto V luce, che coinvolge tutti i sensi. Tutto per far comprendere con la parola poetica, che si fa suono, musica, e scienza, i principi Illustrazioni tratte da dell’Universo. "Paradiso di Moebius" Ma come si può rendere visivamente tutto questo? È la domanda 1999, Nuages editore che si è fatto Jean Giraud, in arte Mœbius, il grande fumettista Saul "Il disegno come esperienza e dal Dio accigliato dell’epoca. I secoli passarono sulla sua poesia, occupazione letteraria mi libera dal il suo occhio interiore volteggiava al bordo dell’aldilà, aspettando Steinberg bisogno di parlare e di scrivere" la propria ora e trovandola infine nel più infantile degli artisti, nel più danzatore, in quello che affondava la punta del suo bulino nel nero profondo e infernale dell’inchiostro di china. da "Diario di un cronista" francese, che nel 1999 si trovò a dover raccontare per immagini Gustave Doré, il solo capace di reclamare a Dio il permesso intervista di Sergio Zavoli il Paradiso di Dante per una storica pubblicazione, in cui figura- speciale di assaggiare il Paradiso come se fosse la mela assoluta Rai, 1967 vano anche altri due giganti dell’illustrazione come Lorenzo dell’estasi grafica. Gustave Doré era la mia sola via d’accesso Mattotti con l’Inferno, e Milton Glaser con il Purgatorio. all’ombra portata dalla luce paradisiaca sfiorata dalla penna Ecco cosa racconta Mœbius a proposito della difficoltà di angelica dell’artista. Una specie di eco di un’estasi lontana, un disegnare l’«indicibile». avanzo mezzo secco d’ambrosia, una traccia raccolta nel vento del tempo e sulla quale, senza vergogna, ho appoggiato di «Ma il Paradiso… come rappresentarlo all’infuori dell’immagine nascosto la mia carta da ricalco. Che cosa non bisogna fare per d’Epinal dei cori d’angeli con le arpe, di un Gesù in gloria alla guadagnarsi il sopra-vivere!». destra di un iperbarbuto, e di qualche Vergine per ben dimostra- re la purezza assoluta delle intenzioni? Questa iperbole cristiana Si è detto che il suono è sapienza, e che la bellezza musicale attiva dal pallore di luna non puo essere affidata ad un qualsiasi la contemplazione, perciò vi invitiamo a drizzar le piume e a essere umano, anche se dannatamente pieno di talento! continuare il volo nel cerchio dei beati, con l’ascolto del Concerto Ci vuole un bambino, o un eletto, o un folle puro, ci vuole un per violoncello e orchestra op.85 di Edward Elgar con Santo, un Profeta, un sublime visionario, una fata. Dante ha fatto Pablo Ferrández allo strumento solista, e della Sinfonia n.4 il viaggio, tutti questi attributi erano inscritti in lettere d’oro sul di Johannes Brahms, concertata dal maestro Alpesh passaporto della sua anima, ma era stato privato dell’immagine Chauhan. E che l’estasi non abbia fine. Timeline | La vita | Le opere 1700 1800 1900 2000
Alpesh Chauhan Pablo Ferrández Nasce trentanni fa a Madrid da una famiglia di musicisti, e si forma alla Escuela Superior de Música Reina Sofía con Natalia Shakhovskaya e alla Kronberg Academy con Frans Helmerson. La nomina di giovane artista dell’anno (premio ICMA 2016), si è andata ad aggiungere al premio ottenuto al XV Concorso Internazionale Čajkovskij. Allora è stato descritto come un solista che mette sempre le sue qualità al servizio del compositore la cui tecnica e maturità sono al di sopra della sua età. La sua intensità emotiva e la sua personalità sul palco hanno Classe 1990, oggi è direttore musicale della Birmingham Opera Company, nella lasciato a bocca aperta il pubblico di ogni sua città natale, e direttore ospite principale della BBC Scottish Symphony Orchestra. parte del mondo. Apprezzato per la sua La folgorazione arriva però a quattordici anni, quando sfoglia per la prima volta la autenticità e osannato dalla critica come partitura della Sesta di Čajkovskij e la musica diventa per lui un’ossessione. Studia “uno dei massimi violoncellisti”, prosegue la inizialmente il violoncello al Royal Northern College of Music; a sedici anni, già sua brillante carriera, collaborando con le primo violoncello nell’Orchestra giovanile di Birmingham, comincia a considerare la più prestigiose orchestre e musicisti di fama carriera di direttore, frequentando il prestigioso master in direzione sotto la guida di internazionale, come Anne-Sophie Mutter, Clark Rundell e Mark Heron. Studia con Stanislaw Skrowaczewski, partecipa alle Vadim Repin, Martha Argerich, Yuja Wang, masterclass di Juanjo Mena, Vasily Petrenko e Jac van Steen e nel suo percorso è Beatrice Rana, Gustavo Dudamel, Daniele sostenuto da mentori quali Andris Nelsons e Edward Gardner. Gatti, Gidon Kremer con il quale ha intrapre- È salito sul podio delle più grandi orchestre quali la London Symphony Orchestra, so una lunga amicizia artistica, nonché uno i BBC Proms e La Toscanini di Parma (solo per citarne alcune), per la quale ha dei suoi più importanti sostenitori. Lo scorso ricoperto il ruolo di direttore principale dal 2017 al 2020, dirigendo i capisaldi del marzo è uscito il suo primo album per Sony repertorio romantico e moderno e registrando il ciclo completo delle sinfonie di Classical, Reflections, che riflette le sue Brahms. Hanno scritto di lui testate internazionali come The Times, BBC Music radici musicali e le inaspettate somiglianze e Classical Music Magazine così come la Repubblica, Amadeus e Musica. Forte tra il musical russo e spagnolo all'inizio del sostenitore dell’importanza dell’educazione musicale per i giovani, è ambasciatore ventesimo secolo. Suona lo Stradivari “Lord della Awards for Young Musicians, associazione inglese con l'obiettivo di fornire un Aylesford” del 1696 in prestito dalla Nippon supporto per lo studio della musica a giovani provenienti da contesti svantaggiati. Music Foundation.
/ Tivoli 1975 / Broadheath 1857 / Worcester 1934 Alberto Edward Cara Elgar Forse semilia miglia Concerto per violoncello soprattutto a una registrazione della grande violoncellista Jaqueline Du Pré. Elgar lo scrisse di lontano (2021) e orchestra op.85 più di quarant’anni prima, nel 1919, ed è commissione Fondazione ORT l’ultima sua composizione completa per grande durata: 10 minuti circa durata: 32 minuti circa orchestra prima della morte, rimanendo solo allo stato di abbozzo la Sinfonia n.3 e un Concerto nota dell'autore nota di Francesco Ermini Polacci per pianoforte. All’epoca, il compositore stava passando alcuni giorni di degenza in un cottage di Fittleworth, nel Sussex, a seguito di un La luce è un tema ricorrente nel Paradiso Nella complessa Europa fra la seconda metà intervento alle tonsille. Stando ai diari della figlia dantesco, ma la luce dell’Empireo è del tutto dell’Ottocento e la prima del Novecento, Edward Clarice, appena si svegliò dall’anestesia annotò diversa da quella degli altri Cieli. Elgar riscattò la musica inglese da almeno un su un taccuino un motivo che gli era venuto in "Forse semilia miglia di lontano" è il primo verso secolo di silenzio, assurgendo a emblema di una mente. Nella tranquillità dell’amata campagna, di Paradiso, XXX, che è il canto dell’accesso rinascita che ancor oggi ne fa uno dei più si mise poi a lavorare a tre nuove partiture, tutte all’Empireo. rappresentativi compositori del Regno Unito. di destinazione cameristica e dal carattere intro- Nel pezzo si racconta dello spaesamento di Uno stile, il suo, definito come squisitamente spettivo: la Sonata per violino, il Quartetto e il Dante, e della sua difficoltà ad affrontare una british, soprattutto per via di quella composta e Quintetto con pianoforte. Ma, nel frattempo, luce troppo forte e pura per l’occhio umano; e rassicurante nobiltà espressiva, di quell’aplomb aveva ripreso in mano quel tema abbozzato dopo inoltre della difficoltà a riferire ciò che si vede, che lo caratterizzano, per quanto alimentati da l’operazione, e deciso di usarlo per un Concerto quando si afferra una verità così lontana da noi; un gusto strumentale sontuoso e variegato che per violoncello: in quell’estate del 1919 lavorò di come questa difficoltà viene superata per via Elgar aveva invece assimilato da Richard Strauss, giorno e notte alla nuova partitura, avvalendosi della Grazia e lasci spazio alla meraviglia. Wagner, Berlioz. Un linguaggio di stampo fonda- anche dei consigli del violoncellista Felix Salmond, Ho immaginato un percorso che conduce in un Alberto Cara, autore di musica sinfonica, mentalmente tradizionale e tardo-romantico, e incaricato di tenerla a battesimo. luogo in cui si perde la volontà e la preoccupa- da camera, operistica, eseguita in Italia e dunque estraneo alle volontà innovative e alle La prima esecuzione del Concerto per violoncello zione di descrivere, in cui ci si abbandona al all’estero. La sua prima opera, Il colore di inquietudini che invece, in quei medesimi anni, avvenne il 27 ottobre di quello stesso 1919, alla moto e alla contemplazione, senza bisogno di Cenerentola, co-prodotta dal Teatro Regio formicolavano fra le partiture di Schönberg e Queen's Hall di Londra: ma fu un disastro. Esito, comprendere. di Torino e dal Teatro Comunale di Bologna, Stravinskij. pare, dovuto anche alle scarsissime prove che è andata in scena nel 2007. Nato nel piccolo paesino di Broadheat, nel erano state concesse per preparare il nuovo Worcestershire, formatosi musicalmente da lavoro: sul podio c’era Elgar, ma il resto del Altre suoi lavori sono andati in scena al autodidatta, violinista, amante della campagna, programma era stato affidato alla bacchetta di Teatro Donizetti di Bergamo (Lucia Off), grande tifoso di calcio (per la prediletta squadra Albert Coates, che, vuoi per gelosia vuoi per al Teatro dell’Opera giocosa di Savona del Wolverhampton scrisse un inno), Elgar protervia, aveva usato per sé gran parte delle e Teatro Comunale di Modena (La notte raggiunse la popolarità con una pagina di sfolgo- prove. Il Concerto aveva lasciato perplessa anche di Natale), e al Teatro “Coccia” di Novara rante virtuosismo orchestrale, le Variazioni Enigma la critica, per quanto Ernest Newman, nella sua (Diva Killer e Boccaccio Delivery). (1899); ma il suo nome rimane legato ancor di recensione su “The Observer”, l’avesse definito Dal 2006 inizia una lunga collaborazione più alla celeberrima Marcia n.1 (1901) della serie “adorabile, molto semplice”, “ma con una con i Pomeriggi Musicali di Milano, per la Pomp and Circumstance, largamente impiegata saggezza profonda e una bellezza alla base della al cinema (come in Fantasia 2000 di Disney) e sua semplicità”. Parole che ci aiutano a capire il cui orchestra scrive: Fabula, Sinfonia assai popolare nella sua intonazione corale col Concerto per violoncello di Elgar, assai lontano dell’Aria, Ottavia, Wedding and Funeral titolo di Land of Hope and Glory, una sorta di dalla magniloquenza sentimentale dell’unico altro Marching Band. inno nazionale britannico non ufficiale. Celebre lavoro per solista, il Concerto per violino (1910), La sua musica è edita da Casa Musicale rimane anche il Concerto per violoncello e e invece orientato all’essenzialità e alla concisio- Sonzogno, Edizioni Sconfinarte e Preludio orchestra op.85, per quanto la sua fortuna sia ne: nella durata complessiva (non più di mezz’ora) Edizioni Musicali. tarda e iniziata solo negli anni Sessanta, grazie e in una struttura classicamente concepita
/ Amburgo 1833 / Vienna 1897 Johannes Brahms (quattro tempi, ma con il primo e secondo saldati Sinfonia n.4 op.98 sinfonia. Inizialmente sottoposta all’attenzione del a pieno organico (suonano qui anche l’ottavino e assieme per formare la tradizionale successione noto direttore Hans von Bülow, che per essa ebbe il triangolo); accoglie tuttavia un episodio più di tre), definita come per accogliere un unico parole di entusiasmo, la Sinfonia n.4 in mi minore aggraziato e lirico, esposto ai violini e ornato dai pensiero, che viene affidato a una dimensione op.98 venne infine eseguita a Meiningen il 25 fiati, certo nettamente in contrasto con la sfrontata sonora quasi cameristica. I toni che lo pervadono durata: 40 minuti circa ottobre del 1885, diretta dallo stesso Brahms e ricchezza timbrica e l’orgiastica fisionomia ritmica sono infatti introspettivi, malinconici: quasi il nota di Francesco Ermini Polacci accolta da un successo sensazionale. Quella che che lo caratterizza in maniera così prepotente, fino riverbero emotivo della desolazione che la guerra è la più imponente, nelle dimensioni e nel senso alla corsa conclusiva. Nel grandioso finale (Allegro appena conclusa aveva portato con sé. Non è espressivo generale, fra le Sinfonie di Brahms energico e passionato), Brahms eleva un vero e un caso che l’Adagio che apre il Concerto sia risulta in realtà essere costruita su un materiale proprio monumento all’arte suprema della varia- affidato non a un gesto eclatante, bensì a un A Brahms ci vollero venti lunghi anni di ripensa- musicale assai contenuto, sfruttato in tutte le sue zione, rifacendosi al temuto ma sempre tanto austero e pensieroso recitativo – cioè un’intona- menti e di timori per potersi liberare dall’ingom- possibilità e distribuito con un’abilità tale da garan- ammirato Beethoven ma anche a Bach: fonda- zione che segue l’andamento del parlato – del brante eredità lasciata da Beethoven nel genere tire un solido senso di unità formale. La parsimo- mento dell’immensa conclusione della Quarta violoncello. È una specie di marchio, che ritrove- della Sinfonia, finché la sua Prima Sinfonia non nia efficacissima della mano di Brahms nel trattare Sinfonia di Brahms è difatti un motivo semplice e remo. Di lì nasce un motivo ondeggiante e venne finalmente presentata in pubblico, nel 1876. la materia musicale appare evidente fin dall’iniziale breve, preso in prestito, con una lieve modifica, desolato, quasi una nenia che dalle viole passa Quasi dieci anni dopo, quest’avventura si conclu- Allegro non troppo, la cui chiave di volta è data dalla Cantata “Nach dir, Herr, verlanget mir” BWV al violoncello, e risuona nella piena voce deva con la Quarta, suggello di un itinerario da un motivo semplice, che scende e sale con 150. Con lo sguardo rivolto a Bach e Beethoven, dell’orchestra. Nel Moderato ecco comparire un artistico che Brahms indirizzò a riconquistare fare ansimante, accompagnato da un senso di Brahms prende quel tema di otto battute e ne fa nuovo tema (quello da Elgar annotato dopo quegli stessi valori formali da Beethoven profon- dolente malinconia. Un tema che dominerà l’intero l’anima di una passacaglia, costruendoci sopra l’operazione), cullante e sommesso, ma cantabile; damente rivoluzionati e disattesi dalla generazione movimento perché carico di sconfinate potenzia- una serie di variazioni portate avanti da un flusso diventa sereno, salvo poi svanire al riapparire romantica, da Schumann e Liszt per primi. lità valorizzate da un’orchestrazione ricca di musicale incessante, proprio secondo lo schema della precedente nenia. Senza soluzione di Un approccio alla Sinfonia nel segno dunque della sfumature, affiancato da altre idee (fra le quali una della tipica forma di danza seicentesca. Lugubre continuità, il Lento inizia con il recitativo già classicità, per quanto da Brahms vissuto fra i che ha il piglio fiero di una fanfara) che in realtà risuona quel motivo all’inizio, nei profondi accordi ascoltato, ora in veste di pizzicati: solo che, fra riverberi di un sentire squisitamente tardo roman- derivano da quello, in un gioco continuo quanto dei fiati, e da lì prende lentamente corpo la quegli accordi dal sapore chitarristico, freme un tico, fatto di umbratili malinconie e tinte autunnali, intenso di rimandi ed allusioni che porta a uno sorprendente serie di ben 35 variazioni, distribuite tema che poi si lancia nella corsa sfrenata di un e con la tragica consapevolezza della fine di una sviluppo del discorso serratissimo, fino a sfociare fra le più differenti famiglie orchestrali, sfruttate in vero e proprio moto perpetuo (Allegro molto). civiltà; e non senza farvi anche avvertire la presen- in una coda di disperata, ineluttabile tragicità. ogni loro minimo dato melodico, armonico e Il breve Adagio accoglie il canto sommesso za misteriosa ed onnipotente di quella Natura da L’Andante moderato, con la sua aura da sogno, ritmico, generatrici di idee ora dal profilo vigorosa- quanto accorato del violoncello, un’elegia che lui sempre amata: “È proprio questa la grandezza pare invece schiudere orizzonti di immacolata mente ritmico ora più teneramente lirico: esse risuona quasi straziante sul tappeto quasi impal- specifica del sinfonismo brahmsiano. Nella sua dolcezza: un tema nobile, enunciato dal corno, si dilatano oltre l’impensabile le possibilità espressive pabile dell’orchestra. Un baldanzoso episodio nobiltà eccelsa, nella platonica altezza e nel subli- rifrange nell’arcaica delicatezza strumentale di di quel semplice tema. Il tutto per di più disposto orchestrale dà invece il via all’Allegro ma non me si rispecchiano la purezza immobile del piccoli gruppi cameristici; poi, i pizzicati sullo sfondo secondo gli schemi rigorosi della gloriosa forma troppo finale, e prima di riprenderlo il violoncello paesaggio d’alta montagna e l’incantato riverbero lasciano d’improvviso il posto ad un canto disteso sonata, con le sue canoniche sezioni di esposi- si ripiega ancora in un assorto recitativo. Poi dei grandi ghiacciai, la salda forma dei monti e la e solenne, sempre intonato dagli archi, uno zione, sviluppo e ripresa. Rivive insomma tutta s’innesca la girandola vorticosa del rondò, sorta loro possente concretezza”, ha scritto Massimo squarcio radioso di struggente commozione che una civiltà musicale nel Finale della Quarta di sfida cavalleresca fra solista e orchestra; Mila, noto studioso e fra i più autorevoli esegeti di rimane fra le invenzioni melodiche più felici e Sinfonia di Brahms, una tradizione che Brahms affiorano frammenti dell’Adagio, il tempo rallenta Brahms. Non c’era estate che Brahms non toccanti di Brahms. Sottoposto anche a dramma- celebra attraverso un colossale edificio sonoro sempre più, fino a far riemergere il pensoso trascorresse fra le predilette montagne, e fu così tici sviluppi, quel motivo dal sapore leggendario portato fino ai suoi esiti più solenni e grandiosi, e recitativo ascoltato all’inizio del Concerto, ben anche nel 1885, per la consueta villeggiatura che ascoltato fin all’inizio continua comunque a gover- per certi versi non privi di pericolo per gli esiti presto però inghiottito dalla fulminea conclusione. lo vide sostare nel paesino di Mürzzuschlag, in nare l’intero movimento, e risuona non casual- futuri. A quei valori Brahms pare appigliarsi, con il Stiria, ai piedi del monte Semmering: nella solitu- mente anche alla fine come una voce epica che suo nobile pessimismo e non senza la consapevo- dine di quel rigenerante soggiorno estivo, Brahms si leva in mezzo ad un’atmosfera di rarefatta lezza che lo vede guardare a un mondo ormai riprese in mano un lavoro che aveva già avviato contemplazione. Accenti rudi e bruschi scandisco- prossimo all’ineluttabile estinzione. Per dirla durante l’estate precedente, lo rifinì e portò così a no invece l’Allegro giocoso, nel ritmo baldanzoso ancora con le parole di Mila: “La Sinfonia più termine quella che sarebbe diventata la sua ultima di 2/4, momento turbolento che viene scatenato rivolta al passato è la più tragicamente moderna”.
rubrica di Silvia Venturi * prime parti ** concertino Violini Primi William Esteban Chiquito * Violoncelli Luca Provenzani * Corni Paolo Faggi * Cari spettatori ... Daniele Giorgi * Augusto Gasbarri * Alberto Bertoni "Il concerto di stasera ospiterà il direttore inglese Alpesh Damiano Babbini Andrea Landi ** Gabriele Galluzzo Chauhan. Oltre ad aver naturalmente collaborato con Stefano Bianchi Simone Centauro Silvia Rimoldi le più importanti orchestre a livello internazionale ha Gabriella Colombo Veronica Lapiccirella avuto modo di dirigere anche molti ensemble giovanili, Clarice Curradi Trombe in quanto è consapevole della vitale importanza della Francesco Di Cuonzo Contrabbassi Stefano Benedetti * fruizione della musica fin dalla più tenera età. Alpesh è Isak Lenza Amerigo Bernardi * Donato De Sena * infatti ambasciatore della charity inglese Awards for Young Susanna Pasquariello Giovanni Ludovisi ** Musicians, il cui scopo è di fornire a giovani provenienti da Margherita Naldini Tromboni contesti svantaggiati supporto per lo studio della musica. Violini Secondi Paolo Masi * Nella prima parte del concerto accompagnerà il giovane Franziska Clara Schötensack * Flauti Mario Pilati violoncellista spagnolo Pablo Ferrández (che suona un Chiara Foletto ** Claudia Bucchini * Sergio Bertellotti bellissimo Stradivari “Lord Aylesford” 1696) e avremo Patrizia Bettotti Fabio Fabbrizzi * l'onore di ascoltarlo prima del suo debutto scaligero con Emanuele Brilli Silvia Marini Basso Tuba Riccardo Chailly in programma alla Scala a ottobre 2022". Fiammetta Casalini Riccardo Tarlini * Marta Lazzeri Oboi Per i suggerimenti di ascolto non possiamo che Alessandro Giani Alessio Galiazzo * Timpani suggerirvi l'imprescindibile incisione di Carlos Kleiber Marco Pistelli Paolo Brunello * Matteo Modolo * (una delle pochissime registrazioni ufficiali del Maestro, che non amava entrare in sala d'incisione) della Quarta Viole Clarinetti Percussioni di Johannes Brahms sul podio dei Wiener (Deutsche Stefano Zanobini * Emilio Checchini * Marco Farruggia Grammophon 1 cd €10,00). Per il Concerto di Edward Marcello Schiavi * Marco Ortolani * Elgar potete invece scegliere tra un'incisione storica (ma Pier Paolo Ricci ** di ottimo suono) con una Jacqueline Du Pré giovanissima Eleonora De Poi Fagotti insieme alla London Symphony Orchestra (EMI Classics Valentina Gasperetti Paolo Carlini * 1 cd €10,00) e un recentissimo Sollima solista (Brilliant Sabrina Giuliani Umberto Codecà * Classics 1 cd €8,00). Corrado Barbieri Questi e altri titoli disponibili presso la sede di Dischi Ispettore Fenice in via Santa Reparata 8/B a Firenze dal lunedì al d’orchestra sabato10-14 e 15.30-19.30. e archivista Info e prenotazioni tel. 055 3928712 (anche whatsapp) Alfredo Vignoli email: info@dischifenice.it
FONDAZIONE Consiglio di Amministrazione ORCHESTRA Amministrazione Simone Grifagni Maurizio Frittelli presidente Cristina Ottanelli REGIONALE Nazzareno Carusi vice TOSCANA Elisabetta Bardelli Servizi tecnici 41a Stagione Concertistica Angelo Del Rosso Antonella Centra 2021 / 2022 Via Verdi, 5 - 50122 Firenze Maria Luisa Chiofalo Ospitalità e sala tel. (+39) 055 2340710 Revisore unico Teatro Verdi tel. (+39) 055 2342722 Vittorio Quarta Fulvio Palmieri fax (+39) 055 2008035 Paolo Malvini Direttore generale info@orchestradellatoscana.it Francesco Bazzani Marco Parri direttore orchestradellatoscana.it Pietro Carnera James Direttore artistico Tommaso Cellini Daniele Rustioni Gaia Cugini Elena Fabbrucci Direttore onorario Giorgio Aristide Foffa Conlon James Conlon CO Istituzioni oncertistiche rchestrali Leone Fossati Vittoria Frassinelli Direttore ospite principale Nil Venditti Enrico Guerrini Beatrice Venezi Caterina Lupi Giulia Marinacci Direzione artistica Giulia Mazzone Cristian Carrara Francesca Rigutini Paolo Frassinelli Vieri Ulivi Valoriani Progetto grafico e Tiziana Goretti Alice Zanobini musiche di impaginazione Giulia Nuti Ambra Greco Palcoscenico MOZART, Direzione generale, Teatro Verdi sviluppo e personale Walter Sica ŠOSTAKOVIČ Elisa Bonini Carmelo Meli Crediti Foto Stefania Tombelli Sandro Russo Patrick Allen (cop) Arianna Morganti Alessandro Goretti Igor Studio (cop) Lorenza Daverio (8) Comunicazione Dan Steinberg (14) Riccardo Basile Ambra Greco Sara Bertolozzi Contributi 21 Gregorio Moppi (2) BIGLIETTERIA Rosaria Parretti (4-5) Via Ghibellina, 97 - Firenze Alberto Cara (8) mar-ven ore 10-13 e 15-19 Francesco Ermini Polacci TEATRO VERDI nei giorni di spettacolo (9-11) Via Ghibellina, 99 - Firenze anche 20-21 NOVEMBRE Silvia Venturi (13) teatroverdifirenze.it tel. (+39) 055 2123020 domenica ore 17:00
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