Alghe, pinguini e montoni
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Alghe, pinguini e montoni di Franco Maria Puddu Q uasi trenta an- ni fa si conclu- deva un con- flitto tanto breve e san- Un piccolo, brullo e travagliato arcipelago nità internazionale per i crimini che la giunta commetteva contro gli oppositori, ritenne che guinoso quanto incre- dibile, combattuto tra del sud Atlantico: le riappropriandosi del- l’arcipelago delle Mal- due grandi Paesi in uno scenario del tutto sin- Falkland/Malvinas vinas, un tempo argen- tino e ora parte del Re- golare e, se ci si passa il gno Unito, avrebbe su- termine, atipico: quello dell’arcipelago delle Fal- scitato nel Paese un’ondata di patriottismo che kland / Malvinas. avrebbe fatto passare in secondo ordine i proble- Fermo restando che non sono le vicende belliche mi che lo assillavano. E inviò un corpo di spedi- l’oggetto della nostra attenzione, ma il teatro nel zione a occupare l’arcipelago. quale si svolsero, non possiamo evitare di fare un Margaret Thatcher, con un mandato governati- brevissimo cenno su quegli avvenimenti che videro vo vacillante, l’inflazione e la disoccupazione alle contrapposte in armi la Gran Bretagna e l’Argentina. stelle e una catastrofica ondata di scioperi che sta- Paesi orgogliosi e dai passati fasti economici, va per abbattersi sull’Inghilterra, pensò che, ri- nel 1982 versavano entrambi in gravissime crisi spondendo manu militari alla spregiudicata mossa economiche e politiche, quando i loro governanti argentina, avrebbe suscitato nel Paese un’ondata (la “lady di ferro” Margaret Thatcher per l’Inghil- di patriottismo che avrebbe fatto passare in secon- terra, il generale Leopoldo Galtieri e la junta mili- do ordine i problemi che l’assillavano. E inviò un tar guidata dal generale Jorge Videla per l’Argenti- corpo di spedizione a riprendersi l’arcipelago. na), per una strana concomitanza di circostanze Ora, che le Falkland / Malvinas (a seconda del- ritennero che la possibilità di scatenare un con- la dizione preferita) appartengano geograficamen- flitto in quell’area (oltretutto rassicurantemente te all’Argentina e non all’Inghilterra, è un fatto lontana dai rispettivi territori metropolitani) incontrovertibile, come però è altrettanto incon- avrebbe potuto essere il miglior mezzo per sanare trovertibile che le isole vennero quasi certamente la situazione interna. scoperte da un navigatore inglese, battezzate Fal- Il presidente Galtieri, infatti, con l’Argentina kland da un altro inglese e, tranne un periodo di economicamente dissestata e isolata dalla comu- appena 13 anni di gestione argentina, furono gennaio-febbraio 2011 17
niamo opportuno dare qualche cen- no sulle origini storiche del teatro. Un po’ di storia L’arcipelago è quanto di più brul- lo e inospitale possa esistere, tanto è vero che è stato disabitato dalla not- te dei tempi. Il navigatore inglese John Davis (che più tardi, cercando il famoso Passaggio a Nord Ovest, scoprirà l’omonimo stretto che se- para la Groenlandia dalla Terra di Baffin), incocciò casualmente que- sto gruppo di isole durante uno dei suoi viaggi nel 1529 ma, osservatele bene da bordo, non scese neanche a terra e si limitò a segnarne la posi- zione sulla sua carta nautica. I Royal Marines si addestrano sul ponte della portaerei Invincible durante il John Strong, un altro comandan- trasferimento del corpo di spedizione britannico nell’area delle Falkland/Malvinas, te britannico, fu più curioso e le nel 1982; in apertura, un albatro sorvola un tratto di spiaggia di un’isola volle esplorare nel 1690, ne prese dell’arcipelago, costellato di nidi di suoi simili formalmente possesso dedicandole al tesoriere della Marina di Sua Mae- stà, Anthony Cary o Carey, quinto sempre sotto il dominio inglese dalla metà del visconte di Falkland, una località della Scozia. XIX secolo ai giorni nostri. Naturalmente, dopo la sua esplorazione Strong Ciononostante fu la guerra: durò dal 2 aprile al abbandonò le isole che tornarono alla loro silen- 14 giugno 1982, e costò 649 morti e 1.068 feriti ziosa desolazione per più di mezzo secolo, quando all’Argentina, 257 morti e 777 feriti alla Gran Bre- giunsero, nel 1763, i primi colonizzatori che vi si tagna, e non portò a nessuno dei due contendenti insediarono a nome della Corona francese. il risultato che avevano sperato di ottenere. Va però specificato che in un arco di tempo In Argentina, infatti, fu la goccia che fece tra- che va dal 1500 al 1600, l’arcipelago fu scoperto, boccare il vaso e causò, di lì a un anno, il tracollo avvistato, rivendicato e segnalato da tanti esplora- della giunta; in Inghilterra sollevò un immenso tori, navigatori, scopritori da rendere impossibile, entusiasmo, consolidò la posizione della Thatcher e favorì la sua riele- zione, ma fu solo un blando pallia- tivo per i problemi del Paese che, come un debito di antica data, si ri- presentarono puntualmente, deter- minando la fine politica della lady di ferro. Piuttosto: abbiamo definito que- sto conflitto “incredibile” perché combattuto da due Paesi tanto lon- tani che, per lunghissimi periodi, avevano mantenuto ottimi rappor- ti fra di loro; ed abbiamo definito lo scenario nel quale si svolse sin- golare e atipico. In questo acquarello del 1850 di C. Dale, manager dell’insediamento di Hope Place, Il perché di questi due termini lo due gauchos argentini prendono il loro maté in una stanza per salare la carne da vedremo fra poco: prima, però, rite- conservare, all’interno dell’azienda 18 gennaio-febbraio 2011
al giorno d’oggi, dire chi le trovò per primo. Per curiosità riportiamo i nomi dei principali di questi personaggi: l’italiano Amerigo Vespucci, il fran- cese Binot Palmier de Gonneville, il portoghese Fernando de Magalaes (Magellano), gli spagnoli Pedro de Vedra, Alonso de Camargo, Alonso de Almagro, gli inglesi John Davis, Richard Hawkins e, infine, l’olande- se Sebald de Weert. Tornando all’arrivo dei primi co- loni francesi, questi provenivano per la maggior parte dalla città bre- tone di Saint Malo ed erano, quindi, dei malouins, che decisero di ribat- tezzare le isole Malouines, nome che, storpiato dalla pronuncia spa- gnola, diverrà l’attuale Malvinas. Nell’immagine la tipica configurazione della sommità di una foresta di kelp in Pochi anni dopo, la Francia ce- affioramento; nel riquadrato, l’aspetto della parte sommersa di una di queste foreste, vicino al fondale dette l’arcipelago alla Spagna, ma questa, dopo la sconfitta subita as- sieme alla Francia durante la Guerra dei Sette Anni ad opera della Gran Bretagna, do- mezzo di sussistenza, principale cespite, a tutt’og- vette cedere a Londra la maggior parte dei suoi gi, dell’economia locale; ma nel 1833 gli inglesi territori americani. tornarono, questa volta con Royal Navy e Royal Nel 1810, l’Argentina autoproclamò la propria Marines, e si ripresero quello che avevano scoper- indipendenza intendendosi tacitamente, con un to due secoli e mezzo prima, trasferendovi, a loro atto però unilaterale, erede dei territori spagnoli a volta, un migliaio o poco più di colonizzatori bri- lei prospicienti, e vi inviò gruppi di coloni, in tannici, in gran parte di origine scozzese. maggior parte gauchos (l’equivalente argentino dei Bisogna dire che per lunghissimo tempo, prati- cowboys), che importarono, in quei territori agri- camente sino allo scoppio della guerra dello scor- colmente sterili, l’allevamento del bestiame come so secolo, i rapporti tra malouins, gauchos e scozze- si prima, e i loro eredi poi, furono di un abbastanza buon vicinato; d’al- tra parte le comunità rimaste, su un territorio di circa 200 isole delle quali solo 3 abitabili, più che farsi la guerra tra loro era il caso che faces- sero fronte al comune nemico che le insidiava, ossia la natura. Un po’ di geografia Il territorio di questo felice e ri- dente (si fa per dire) arcipelago, si estende su 12.173 km2, ed è occupa- to, attualmente, da 3.140 abitanti; ne fanno parte l’isola di East Fal- kland (o Soledad per gli argentini, Un tipico paesaggio delle Falkland/Malvinas, con le sue basse alture coperte da vegetazione stepposa, e il ruscello Mustard, uno dei pochi corsi d’acqua 6.308 km2) dove si trova la capitale dell’arcipelago Port Stanley (Puerto Argentino, gennaio-febbraio 2011 19
La caratteristica dominante del paesaggio sono le dolci ondulazioni del suolo, sormontate da bassi rilievi dalla sommità appiattita, la cui mag- giore altitudine è di circa 700 metri; non vi sono burroni, forre, caditoi né fiumi, poche sorgenti (le riserve idriche naturali sono minime) e la vegetazione è scarsa ed ha vita diffi- cile per la poca fertilità del suolo. Infatti in tutto l’arcipelago non esistono api, vespe, calabroni o altri insetti simili: i venti continui, le tem- perature basse e le precipitazioni sono responsabili dell’assenza di questi pol- Uno degli oltre 200 relitti disseminati lungo le coste dell’arcipelago, a linatori, come pure della mancanza di testimonianza delle insidiosità di quelle rotte; si tratta del Lady Elisabeth, un batteri che nitrificano il suolo, indi- mercantile incagliatosi nel 1920 spensabili allo sviluppo delle piante. Tutto ciò porta all’assoluta man- canza di alberi, piante, cespugli e fio- 2.115 abitanti nel 2006) a nord e l’insediamento ri, a parte quelli introdotti con notevoli sforzi, e non di Goose Green (Pradera del Ganso o Ganso Ver- sempre ottimi risultati, dall’uomo. Per questo moti- de, 70 residenti fissi) al centro, e West Falkland (o vo ogni edificio abitativo, da quello del Governatore Gran Malvina 4.352 km2) sede di Port Howard (o alla più umile baracca, ha una serra dove è condotta Puerto Howard, 20 residenti stabili). Abbiamo in- una agricoltura domestica (qualcuno coltiva anche fine, ad ovest di West Falkland, la piccola Weddel piante ornamentali), mentre all’esterno non esisto- Island (Isla de San José, 265 km2, circa venti resi- no campi di grano, avena, granturco o patate: solo denti fissi, sede di una Riserva Naturale e di un al- circa 200 specie di bassi arbusti tipici della steppa, bergo per 20 persone). dalle rudimentali infiorescenze, muschi e licheni. Il clima che vi regna è stato descritto, da chi ha Ancora oggi, sulla superficie di East e West Fal- avuto occasione di soggiornarvi, come “una serie kland, la rete stradale è ridotta al minimo (per non di tempeste di vento forte e freddo, con piovaschi intermittenti, grandinate, ne- vischio e brinate notturne che, dopo tre o quattro giorni di perdurare, cedono ad un certo miglioramento che dura si- no a che non inizia un nuovo ciclo di perturbazioni”, ossia meno di una settimana. L’umidità e dell’80%, ma da aprile a luglio raggiunge il 90%, mentre la temperatura media annua è attorno ai 6-7 gradi centigradi, con una me- dia invernale di 2,5 ed una estiva di 9-10. I venti dominanti vengono da sudovest e nordovest, con prevalenza di questi ultimi, con velocità tra i 20 e i 60 km/h per tutta la durata del- l’anno, ma con punte che possono toccare i 130 durante le periodiche tempeste mensili che provocano l’i- La residenza del Governatore delle Falkland a Port Stanley, con l’immancabile serra solamento totale dell’arcipelago. posta nel punto più soleggiato 20 gennaio-febbraio 2011
dire quasi inesistente), anche perché, a parte le strade degli abitati e quelle di comunicazione tra gli insediamen- ti principali, l’aeroporto di Mount Pleasant con annessa una piccola ba- se della RAF e i due campi di volo esistenti, la natura del suolo consen- te di spostarsi agevolmente e senza problemi utilizzando i fuoristrada. Ma una cosa si trova in abbon- danza: il kelp, un’alga della famiglia delle Lessoniaceae (Laminarie), carat- terizzata da un pigmento bruno che nasconde il verde della clorofilla. Kelp e kelpers Vive in molte zone poste attorno all’arcipelago, in foreste marine fitte e spesso vastissime, i cui compo- Due foche sguazzano beatamente cercando cibo in un banco di kelp che, alla nenti salgono verso la superficie so- deriva, è andato a spiaggiarsi sugli scogli stenuti da miriadi di vescicole gas- sose disseminate nelle foglie che si dipartono da tronchi flessuosi, spessi fino a 20 grandi isole di kelp, che vanno alla deriva e allora centimetri e lunghi anche 80 metri. diventano pericolosissime per la navigazione. Sono pericolose per la navigazione di piccolo Un tempo, in alcuni Paesi venivano bruciate cabotaggio perché possono bloccare gli scafi di im- per ricavare la lisciva dalla loro cenere, poi si è sco- barcazioni a vela, e attorcigliarsi, con le loro foglie perto che hanno numerose qualità medicinali e, lunghe e gommose, sugli assi delle eliche di quelle per le gastronomie orientali, alimentari. Alle Fal- a motore. A volte, dopo le più forti tempeste, le al- kland, però, nessuno si prendeva la briga di rica- ghe vengono sradicate dal fondale, e foglie, tron- varne detersivi, integratori alimentari o commesti- chi e radici emergono formando isole galleggianti, bili, ma la loro persistente e ostinata esistenza era tanto seccante e inutile che proprio gli inglesi coniarono il nomignolo, un poco spregiativo, di kelpers per indicare gli abitanti dell’arcipelago, soprannome scomparso dopo la conclusione del conflitto del 1982 per premiare il fiero appoggio dato dagli isolani alla causa britannica. Un tempo questi non vivevano certo una vita invidiabile. Il capita- no Robert FitzRoy, che visitò le isole nel 1811, dell’insediamento di Port Louis (Puerto Soledad) disse che era composto da “25 gauchos e 5 indiani, 2 famiglie olandesi, 2 o 3 inglesi, una tedesca, mentre il resto erano spagnoli e portoghesi che dicevano di essere là per alcuni affari, ma che in realtà face- vano poco o niente. I gauchos dicevano L’insediamento di Goose Green (o Pradera del Ganso o Ganso Verde), uno dei maggiori dell’arcipelago dove, nella guerra del 1982, si combatté duramente da di venire da Buenos Aires, e il loro capo entrambe le parti in lotta era un francese”. gennaio-febbraio 2011 21
Alcuni simpatici pinguini saltano di roccia in roccia lungo la brulla costiera delle isole Oltretutto la promiscuità razziale faceva si che, le casse locali: il turismo. Ma quale turista può pur in un clima di sufficiente concordia, le varie spendere grosse cifre (da 10 a 20.000 dollari per etnie facessero ciascuna parte per se, e la piaga dei 15 giorni di crociera, più la spesa per raggiungere matrimoni tra consanguinei iniziava a prendere il porto di partenza in Cile e poi da là tornare in piede, con le prevedibili ripercussioni sulle gene- Patria) per recarsi, navigando su un oceano quasi razioni a seguire. La situazione sarebbe cambiata sempre in tempesta, su questa insipida terra di- solo dopo l’inizio del XX secolo, per l’aiuto forni- menticata da Dio, dove si può godere, fra una to agli isolani proprio dall’Argentina (che l’Inghil- pioggia e una grandinata, di un sano e tonificante terra non avrebbe mai potuto mantenere) assicu- freddo umido, arricchito da ventate di aria gelida rando i collegamenti sanitari, per l’istruzione, i ri- sotto un cielo plumbeo? Eppure ce ne sono. fornimenti alimentari e così via. Per prima cosa, infatti, pochi si recano alla Fal- Oggi, l’economia si basa essenzialmente sull’al- kland solo per visitare le isole: in genere vi fanno levamento di bovini, equini e soprattutto ovini scalo per un paio di giorni una cinquantina di (690.000 capi nel 2002) e l’esportazione della lana persone, due o tre volte a settimana. Sono gli ap- sucida (grezza). La pesca è in aumento anche se passionati del turismo antartico che effettuano le per ora tutto il suo prodotto o quasi è assorbito loro crociere in genere a bordo di grandi rompi- dal mercato locale. ghiaccio russi. Gli islanders, come si definiscono oggi i locali, I quali, traendo vantaggio dalle loro capacità (i sdegnando l’odiato kelpers, dopo la costruzione maggiori possono affrontare lastre di ghiaccio successiva al conflitto di una base militare inglese spesse fino a 7 metri), portando la pregiata valuta e, soprattutto, con l’intensificato flusso di aiuti pagata dagli ospiti all’economia del loro Paese, ac- dalla Madrepatria (dalla fine della guerra gli isola- compagnano verso il Polo Sud carovane di entu- ni sono divenuti cittadini britannici a tutti gli ef- siasti turisti occidentali, che, tornati a casa, narre- fetti), hanno raggiunto un livello di vita fra i più ranno ai loro amici come hanno impavidamente alti in America, certamente il più alto del subcon- affrontato le tempeste e i venti antartici. tinente sudamericano. Omettendo magari di raccontare che lo hanno fatto da un salone riscaldato, protetto da un vetro Un turismo molto particolare spesso quattro dita, con in mano un bicchiere di Anche perché, sembrerà strano ma è così, è vodka e su una nave con un dritto di prora in gra- subentrato un nuovo elemento fra gli introiti del- do di sfidare una cannonata. 22 gennaio-febbraio 2011
Esistono però anche altri tipi di turismo, molto più esigui, riservati ed economicamente contenuti: quello dei naturalisti e quello dei velisti. Entrambi inseguono obietti- vi alla portata di tutti (purché ne abbiano le capacità) ma che non tutti riescono ad apprezzare: un par- ticolare interesse verso alcuni aspet- ti della natura i primi, la vita in completa simbiosi con gli elementi i secondi, entrambi in situazioni che oggi, secondo la cosiddetta “cultu- ra” dei “grandi fratelli” televisivi an- drebbe di moda definire estreme, ma che fanno parte di realtà molto più interiori e, per questo, elettive e selettive di quanto possano offrire i La piattaforma da trivellazione della Desire Petroleum viene rimorchiata verso il luogo stabilito per le prospezioni subacquee risibili spettacoli di massa del picco- lo schermo. Per quanto concerne i naturali- sti, le Falkland/Malvinas sono in grado di offrire le, kelp, montoni e abitanti “non valevano il prezzo al visitatore sia quella particolare flora che il turi- del carburante bruciato dalle navi del corpo di spedi- sta inconsapevole osserva con noia e quasi con zione”. spregio, ma che non è facilmente reperibile altro- Adesso, però, una società petrolifera britanni- ve, che una fauna non certo esclusiva, ma che in ca, la Desire Petroleum, ha inviato nell’arcipelago altri luoghi è troppo “inquinata” da un eccessivo una propria piattaforma per trivellazioni petrolife- contatto con la presenza umana: foche, leoni ma- re offshore che ha effettuato una campagna di ri- rini, pinguini, albatri, rondini di mare e così via. cerche; forse rischiose per i rapporti di buon vici- I velisti sono ancor più rari dei naturalisti, e nato, secondo alcuni, perché potrebbero portare chi sosta nell’arcipelago, per scalo o per destina- al riacutizzarsi, a livello politico, degli attriti an- zione, deve sentire entro di sé una innegabile at- glo-argentini, mai sopiti dopo il conflitto. trazione per questa natura tanto selvaggia quanto Sta di fatto, però, che, secondo i portavoce del- isolata. la Desire Petroleum, le ricerche hanno dato esito A questo proposito rimandiamo il lettore alla positivo, ma sembra che i quantitativi di greggio recensione di un volume, da poco uscito in libre- siano o piuttosto esigui, o in zone difficili da rag- ria, scritto da una vecchia conoscenza della Lega giungere, di conseguenza, economicamente non Navale, Manfred Marktel, che, nel febbraio del vantaggiosi, tanto è vero che la campagna è stata 2006 ha raggiunto le Falkland/Malvinas e la prima sospesa, poi annullata. Georgia australe, navigando per 32 giorni a bor- Il che ha frustrato le aspettative degli islanders do del suo Maus, pubblicata su questo numero a che speravano, nella presenza di un folto gruppo pag. 44. di personale delle piattaforme petrolifere che, for- zatamente, avrebbe dovuto costituire una base lo- La vicenda dell’oro nero gistica sulle isole, per trarne una nuova e vantag- Per concludere non possiamo ignorare una vi- giosa risorsa economica. cenda che sta avendo luogo proprio in questi me- Ma che forse ha evitato, viste le proibitive con- si: che le Falkland/Malvinas “galleggino”, secondo dizioni di quei mari dove avrebbero dovuto essere alcuni, sopra un oceano di petrolio è una storia costruiti i campi di estrazione, che le basse coste (forse una leggenda) nota da lungo tempo, esalta- dell’arcipelago debbano vivere sotto la spada di ta dai sostenitori della presenza britannica in Damocle di esperienze devastanti come quelle quell’area e denigrata dai suoi detrattori che, al toccate, la scorsa estate, agli sfortunati Paesi che si tempo della guerra, dissero a tutto tondo che iso- affacciano sul Golfo del Messico. ■ gennaio-febbraio 2011 23
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