Alfa Romeo Sprint GTA: l'invincibile - ACS

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24      AUTO D’EPOCA

         Alfa Romeo Sprint GTA: l’invincibile

     Non si può parlare dell’Alfa Romeo,          La Sprint GTA nacque, sostanzialmen-          mente sul mondo agonistico e, nel 1963,
     quella autentica, che precedette l’av-       te, per soddisfare quelle prerogative di      ne commissionarono una declinazio-
     vento manageriale di Fiat nel 1986, sen-     sportività cui la “casa del Biscione” fa-     ne sportiva potenziata e alleggerita, la
     za descriverne l’indissolubile legame        ceva riferimento da sempre, anche per         Giulia Ti Super. In effetti, l’elaborazione
     che, fin dalla sua fondazione nel 1910,      sostenerne il marketing: ciò che era          venne demandata all’allora neonata e
     l’unì al mondo dell’agonismo sportivo.       stato concepito e sviluppato per vincere,     controllata Autodelta, diretta dall’inge-
     La ricerca della velocità, delle presta-     infatti, risultava superlativo anche nella    gner Carlo Chiti, che, oltre alla Ti Super
     zioni in genere, furono quasi un mantra      quotidianità. Il campionato europeo “Tu-      nel campionato Turismo, preparava an-
     per quelle donne e quegli uomini che         rismo” (nato nel 1963) era sempre più         che le TZ (Tubolare Zagato) per la ca-
     lavorarono alla consacrazione del mito;      seguito; dominarlo significava attrarre       tegoria “Sport”. «Malgrado una berlina
     sprone e catalizzatore affinché l’innova-    schiere di fan, che erano anche poten-        non fosse la configurazione ideale per
     zione in ambito tecnologico consentisse      ziali acquirenti. «All’inizio degli anni      i circuiti, serviva immediatamente un
     ai modelli appena forgiati d’essere sem-     Sessanta – ci spiega uno dei proprietari      mezzo che potesse rivaleggiare con le
     pre un passo avanti alla concorrenza.        della vettura di cui vi scriveremo – l’Alfa   Ford Cortina Lotus; la Ti Super ottenne
                                                  Romeo volle rivoluzionare la sua produ-       da subito ottimi risultati, per buona pace
                                                  zione, dopo le affermazioni commerciali       dell’Autodelta che era stata inizialmen-
     La maggiore emanazione di questa me-         avute nel decennio precedente con la          te costituita dall’Alfa Romeo affinché si
     todologia di pensiero s’ebbe a cavallo fra   1900 e la Giulietta. Il nuovo corso era       assumesse le responsabilità d’eventuali
     gli anni Cinquanta e Sessanta, spartiac-     rappresentato dalla Giulia Berlina, sve-      insuccessi (era pratica comune all’epo-
     que tra soluzioni meccaniche ancora un       lata all’Autodromo di Monza il 27 giugno      ca; l’Autodelta venne consociata all’Alfa
     tantino primordiali e auto davvero guida-    1962 nella versione Ti (Turismo interna-      Romeo nel giugno 1966)». ® Malgrado
     bili, sicure e performanti. Quella fu l’e-   zionale). Era un gioiello dalle straordina-   le vittorie e la sua favolosa meccanica –
     poca delle produzioni che rimasero nella     rie qualità, con contenuti meccanici tan-     che fu ampiamente sfruttata sulle varie
     storia, dei maggiori successi in pista e     to avanzati da decretarne un successo         declinazioni di modelli quali le GT, Spi-
     dei piloti il cui talento crebbe assieme a   di vendite mai più bissato». Già allora,      der, Junior Zagato e il telaio impiegato
     queste macchine favolose. Quello fu il       forti della bontà del progetto, i vertici     addirittura sulla Montreal – oseremmo
     tempo della serie “Giulia”.                  dell’azienda si orientarono strategica-       tuttavia dire che la Ti Super non era ge-
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                                                                                              Sport ® «La Sprint GTA è un’auto che
                                                                                              ha corso e vinto tanto, in tutto il mondo.
                                                                                              Ed in questo è risultata estremamente
                                                                                              longeva, anche quando uscì dall’ufficia-
                                                                                              lità della casa madre; un’infinità di piloti
                                                                                              e scuderie private continuò a utilizzarla
                                                                                              per le competizioni più varie, sempre
                                                                                              con risultati degni di nota. Il perfet-
neticamente appropriata per quel mon-         carrozzeria fu accantonata a favore del         to equilibrio di cui godeva la rendeva
do, soprattutto in termini di dimensioni      Peraluman 25 (una lega d’alluminio, ma-         quasi una garanzia di successo, senza
e peso. L’eredità agonistica fu quindi        gnesio, manganese, rame e zinco) che            dimenticare che, alle prestazioni, uni-
ben presto raccolta dalla GTA (debuttò        restituiva tanta leggerezza e aveva carat-      va affidabilità, robustezza e sicurezza
al Salone di Amsterdam nel 1965), figlia      teristiche interessanti per l’impiego au-       (in quest’ultimo ambito l’Alfa Romeo,
di quella Giulia Sprint GT che, nel 1963,     tomobilistico. Si operò infine sul sistema      come altri, fece passi da gigante tra gli
segnò l’introduzione nella gamma di           d’aspirazione dinamico, caratterizzato          anni Cinquanta e Sessanta, con l’ausi-
mercato della versione Coupé sportiva         da un cassoncino in alluminio, e sull’ap-       lio dei primi calcolatori e di numerosi
della serie Giulia. Era infatti prassi con-   parato sospensivo. Di grande rilievo (vedi      crash test)». ® Fuoriclasse quali Igna-
solidata che alla berlina facesse seguito     foto in basso alla lista tecnica), il famige-   zio Giunti, Spartaco Dini, Andrea De
una variante con un pedigree più incline      rato “slittone” montato al posteriore, un       Adamich, Nanni Galli, Teodoro Zeccoli,
alle competizioni.                            meccanismo posizionato tra i due assi           Christine Beckers e Liane Engeman ne
                                              che riduceva drasticamente le oscilla-          forgiarono i fasti, dominando epiche sfi-
Tecnica ® «Le Alfa Romeo dell’epoca           zioni laterali del ponte a tutto vantaggio      de. Molti l’utilizzarono anche in seguito
erano veramente raffinate e performan-        della precisione e della stabilità di guida.    come trampolino di lancio verso altri lidi
ti, con motori possenti, una migliore te-     ® Naturalmente tutte le specifiche, così        e marchi blasonati. Insomma, la GTA
nuta di strada rispetto alla maggioranza      come le evoluzioni, rientravano nelle fi-       creò un’intera generazione di piloti che
delle concorrenti, ottimo spunto e freni      che d’omologazione che regolamentava-           ebbe l’opportunità di vivere importanti
incisivi. Questo, proprio perché gli espe-    no la partecipazione ai vari campionati.        carriere. «Subì poi numerose evoluzioni
dienti utilizzati per andar forte in pista
venivano travasati nelle produzioni di
serie. L’unico aspetto talvolta affidato ad
autorevoli ditte del settore erano le car-
rozzerie». ® Già dalla GT, peraltro un’ot-
tima vettura che non si discostava molto
dalla sorella “maggiorata”, all’Autodelta
si pensò a come sfruttarne le caratteri-
stiche di base per delinearne un modello
corsaiolo, in seguito battezzato GTA (“A”
sta per alleggerita). I tecnici si concen-
trarono sull’aumento delle prestazioni –
adottando soluzioni quali l’accensione a
doppia candela per cilindro e lavorando
sull’incrocio delle valvole – e riuscirono
a portare il 1’600 cm3 a carburatori su
vette di 160-170 cavalli rispetto ai 115
della progenitrice. Imperativo, fu però
anche dedicarsi alla riduzione del peso:
si fece ampio utilizzo di materiali qua-
li il magnesio, di cui erano costituite la
coppa dell’olio, il coperchio valvole o la
campana del cambio. La lamiera della
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                                                                                                    SCHEDA TECNICA
                                                                                                    Modello: Giulia Sprint GTA
                                                                                                    Periodo di produzione: 1965 - 1969
                                                                                                    Motore:
                                                                                                    4 cilindri, anteriore longitudinale
                                                                                                    Cilindrata: 1570 cm³
     e declinazioni che la videro impegnata        grado la loro gamma spazi tra i decen-           Alimentazione: 2 carburatori doppio
     anche in classi inferiori con la GTA 1300     ni fino alle young timer, prediligono gli        corpo Weber 45 DCOE 14
     Junior, e superiori, con la GTam 1750 e       anni Sessanta; le Giulia in particolare.         Potenza massima: 115 CV din
     2000, seguendo le naturali fluttuazioni       «Pensiamo siano la maggiore espres-              (stradale) / 165 CV din (corsa)
     dei regolamenti».                             sione dell’Alfa Romeo, che in quel caso          Trasmissione: trazione posteriore;
                                                   riuscì a proporre una vettura moderna            frizione monodisco a secco; cambio
     LA NOSTRA VETTURA                             ed evoluta, che racchiudesse l’orgoglio          meccanico a 5 marce + R. M.
     Condivisione: dovrebbe essere il trait        d’appartenere a un’azienda».                     Telaio: scocca portante
     d’union tra gli appassionati di oldtimer,                                                      Sospensioni anteriori:
     sia in termini storiografici sia evocativi,   Perché proprio una GTA?                          a ruote indipendenti, bracci
     tralasciando il collezionismo in senso        «Possedevamo altre GT, ma questa era             trasversali, molla elicoidale,
     stretto come fine ultimo. Uno spirito che     la chicca, il pezzo veramente particola-         barra stabilizzatrice
     abbiamo senz’altro incontrato, passeg-        re: una versione da corsa con carrozze-          Sospensioni posteriori: ad assale
     giando tra decine d’autentici pezzi di        ria in lega d’alluminio. La cercammo a           rigido, braccio longitudinale,
     leggenda, nei proprietari della magni-        lungo e il caso volle che la scovassimo          stabilizzatore a “T”, molla elicoida-
     fica Alfa Romeo Giulia Sprint GTA del         già restaurata, per cui furono necessa-
                                                                                                    le, barra stabilizzatrice (“slittone”
     1965 di cui vi scriviamo: la volontà d’ap-    ri soltanto lievi opere di manutenzio-
                                                                                                    per versione corsa).
     profondire, scandagliare il passato, per      ne». ® Si tratta, nello specifico, di una
                                                                                                    Ammortizzatori:
     non dimenticare quanto l’automobile           Sprint GTA preparata all’origine dall’Au-
     sia stata importante ed entusiasmante                                                          idraulici telescopici.
                                                   todelta con un notevole passato agoni-
     nel nostro recente trascorso. Ma perché       stico, soprattutto nella Squadra Corse           Freni: impianto idraulico,
     proprio Alfa Romeo? «Perché è la mi-          Monzeglio. Ancora oggi è in assetto da           anteriori e posteriori a disco
     gliore!», ci viene detto sorridendo. Forse    gara. Tuttavia le sue caratteristiche,           (freno a mano meccanico
     non una verità assoluta ma senz’altro         come i parafanghi e le ruote larghe,             sulle ruote posteriori).
     una constatazione basata su elementi di       rimandano prevalentemente alla se-               Dimensioni (in mm): passo 2’350,
     sicuro rilievo. «La nostra famiglia è stata   rie Junior, ma questo accadeva spesso            lunghezza 3’970, larghezza 1’580
     sempre tradizionalmente molto legata          quando le vetture superavano il tempo            (1’678 con parafanghi allargati),
     al marchio, di cui annoveriamo ancora         dell’ufficialità Alfa Romeo e, negli anni        altezza 1’320
     esemplari che acquistammo nuovi. Ep-          successivi, i team le adattavano a tito-         Peso in ordine di marcia:
     poi, in questo mondo abbiamo intessuto        lo privato all’evoluzione regolamentare.         820 kg (stradale) / 760 (corsa)
     relazioni, amicizie, contatti, soprattutto    «Non l’utilizziamo di frequente come
     con persone che lavoravano all’Alfa a         altri modelli più conformi alle strade di
     Milano. Siamo stati, in generale, grandi      tutti i giorni. Ogni tanto ci piace dilettar-
     amanti dei motori, ma lo squisito tenore      ci in pista in occasione di una qualche
     qualitativo di questa casata ci ha defini-    uscita molto tranquilla per preservarne
     tivamente sedotto, inducendoci a perse-       l’integrità. È incredibile quanto sia vera
     verare in una raccolta durata un’intera       nelle sensazioni che restituisce, quanto
     vita. Il possesso fine a se stesso non ci     gli intenti dei progettisti e dei preparato-
     è però mai interessato, se non accom-         ri si riflettano in maniera inequivocabile
     pagnato da approfondimenti e ricerche         sulla guida: leggerezza, infinita, sia in
     svolte regolarmente presso gli archi-         accelerazione sia in frenata. Reattività,
     vi dell’azienda. Il bello di coltivare una    potenza, precisione e affidabilità grazie
     passione è anche saperne condividere,         alla mano di molti tecnici d’estrazione
     tramandare gli aspetti peculiari alle         aeronautica che vi avevano lavorato».
     generazioni future». I proprietari, mal-                                    di Elias Bertini
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