CORONAVIRUS: PERCHE' di Fulvio Grimaldi - CHI

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CORONAVIRUS: PERCHE' di Fulvio Grimaldi - CHI
CORONAVIRUS:   CHI,   COME,
PERCHE’ di Fulvio Grimaldi
                                                 La      prima
                                                 cosa, nella
                                                 temperie in
                                                 cui,       con
                                                 terrorismo
                                                 mediatico,
                                                 reclusione,
                                                 punizioni,
                                                 hanno immerso
                                                 i cittadini
                                                 per privarli
                                                 della
                                                 capacità di
capire, distinguere, agire, addossando agli stessi soggetti
che la subiscono il senso di colpa per la perdita di
fondamentali diritti costituzionali, è attraversare lo
specchio deformante in cui tutti vengono rappresentati untori
gli uni degli altri e che occulta chi è alle nostre spalle.

Al ricatto sulla salute e sulla vita, propria e dei propri
cari, succedaneo a quello sperimentato sulla sicurezza
minacciata da terrorismo e clima, si aggiunge il più viscoso
raggiro della retorica della resistenza, del papale “siamo
tutti nella stessa barca”,dell’“andrà tutto bene”, dei
soffietti allo stare in casa di VIP dello spettacolo e dello
sport, del patriottismo di consolidati venditori di patria e
sovranità.

Sostituire a questa chiamata alle armi — corredata da tutti
gli ammennicoli linguistici della guerra santa contro il male,
che ci recluta per chi è intento a sacrificarci al suo
interesse (non diversamente da altre guerre,1915 e 1940) —,
una resistenza partigiana, che parta da demistificazione e
informazione corretta,    dovrebbe   essere   la   priorità   del
cittadino consapevole.

L’evidenza di una cospirazione a fini non dichiarati, ma che
l’esperienza storica rende di facile individuazione, è data
dalla compattezza del fronte politico-mediatico che non
ammette crepe e che, se si verificano, le sigilla con il
cemento della repressione. Nel percorso dell’intera
operazione, non è stato data alla cittadinanza l’opportunità
di sentire una sola voce, scientifica o mediatica, che
mettesse in dubbio la vulgata ufficiale. Viviamo la
criminalizzazione del dissenso, addirittura dell’onere
socratico del dubbio, dell’ineluttabile logica antidogmatica,
sia ippocratica che galileiana. Siti e voci della rete che
presentino opinioni alternative, vengono denunciate e se ne
chiede l’oscuramento. Il protagonista di tutte le grandi
campagne vaccinali, Roberto Burioni, del noto San Raffaele di
Milano, clinica privata di Don Verze, cara all’ex-governatore
CL Formigoni (corruzione e sei anni di carcere), arriva a
diffidare legalmente una delle maggiori autorità della nostra
virologia, Maria Rita Gismondo, dell’ospedale pubblico “Sacco”
di Milano Si era permessa valutazioni sdrammatizzanti su un
virus che non differisce, per contagi ed effetti letali, da
quelli influenzali di altri anni.

Le tecniche di subornazione delle coscienze e conoscenze
comprendono travisamenti e occultamenti. Travisati totalmente
sono i contagi e i decessi. Inizialmente trasparivano, sebbene
a fatica, numeri in cui si distingueva tra morti CON Covid-19
e morti PER Covid-19, precisando che i secondi erano
pochissimi e i primi avevano per causa diretta, non il virus,
ma fino a tre pregresse patologie gravi, anche terminali,
oltre a un’età media superiore agli ottant’anni. Si moriva di
polmonite, diabete, collassi cardiocircolatori, a cui si
aggiungeva l’influenza. Da un certo momento in poi, tutti
rinunciano a questa specifica e i morti diventano tutti,
indistintamente, da coronavirus.
Chi finisce sotto un tram, ma si ritrova con un raffreddore,
rischia di essere assegnato alla morìa virale. Quando segni di
insofferenza allo stato d’assedio iniziano a serpeggiare tra i
reclusi, si alza il volume. I morti in ospedale, in terapia
intensiva, non bastano. Se ne trovano altri. Nelle case.
Ipotetici, ma da includere nel conto. Con un tampone che
all’80% produce falsi positivi si possono trovare contagiati
anche in vetta al Monte Bianco. Peccato, poi, che anziani
malandati e depressi dal lockdown, privi del sole e della
relativa vitamina D, necessaria all’immunodifesa, privi di
movimento, privi di presidi medici, privi di una socialità che
è quanto gli resta di vita, siano poi morti prematuramente per
davvero. Eugenetica?

Sotto coperta, invisibili, finiscono le decine, centinaia, di
esperti internazionali, anche di chiarissima fama accademica.
Personaggi al vertice della sanità pubblica dei rispettivi
paesi e anche dell’UE, come il virologo tedesco Wolfgang
Wodarg, accademico all’Università di Flensburg, presidente
dell’Assemblea del Consiglio d’Europa e responsabile della
sanità pubblica del suo Land. Scienziati, esperti europei,
americani,    asiatici,   che  mettono   in   discussione
interpretazioni e la bontà dei mezzi e metodi impiegati,
ricordando opportunamente quanto si era verificato in passate
occasioni di pandemie che tali non erano. Ci si ricordi della
“febbre suina”, H1N1, del 2009, promossa a pandemia dagli
stessi propagandisti OMS e Big Pharma. Il risultato fu un
decorso breve, con appena 10mila decessi, meno della consueta
influenza e molto meno della più letale epidemia del 2018 (che
scoprì le strutture lombarde nella stessa condizione di caos e
inadeguatezza, provocata da trent’anni di saccheggio della
sanità pubblica).      Quanto alle società farmaceutiche,
ottennero dai governi ordinativi per milioni di vaccini, poi
inutilizzati e finiti nelle discariche e incamerarono miliardi
di dollari del contribuente.

Il tentativo di asfaltare ogni divergenza dal dogma proclamato
da un “Comitato Tecnico-scientifico”, che, nelle sue
posizioni, più o meno coincide con il “Patto Trasversale per
la Scienza”, fondato dal dr. Burioni e che ne sostiene la
dottrina, ha subito qualche contraccolpo da voci in rete. A
ciò dovrà ora porre rimedio la “task force” che sia il
governo, sia la RAI, hanno nominato per reprimere le “fake
news”. Il giudizio su ciò che fake è, o non lo è, non è
demandato a un’autorità indipendente. Basterebbe questo.

Evitiamo, nonostante molti precedenti storici, di proporre una
versione “complottista”, per cui il virus sarebbe stato
diffuso intenzionalmente, in vista di profitti esorbitanti da
vaccino e di concentrazione di poteri. Ma resta la certezza
dell’utilizzo prefigurato e pianificato che se ne è fatto. A
New York, nel novembre scorso, con la John Hopkins University,
la Fondazione Bill e Melinda Gates, da sempre impegnata nella
lotta alla sovrappopolazione e nella promozione della
vaccinazione universale, insieme alle maggiori multinazionali
della farmaceutica, fa attuare la simulazione di una pandemia
da coronavirus del tipo apparso poi a Wuhan, con previsione di
60 milioni di morti. Poche settimane dopo – la coincidenza! –
nella zona a più alto inquinamento e più alta densità
elettromagnetica da G5 della Cina – scoppia l’epidemia, poi
magistralmente contenuta e sconfitta. Lo stesso fenomeno si
ripete in Padania, nella zona a più alto inquinamento d’Europa
e a più alta densità di 5G d’Italia. Vi sarà qualche
fondamento nella denuncia di mille scienziati per cui smog e
il bombardamento elettromagnetico da 5G provocano cadute
immunitarie?

La risposta italiana non assomiglia a quella cinese, o
sudcoreana. E’ un caos inenarrabile di ordini, contrordini,
autorità in ordine sparso, con la sciagurata dirigenza
lombardo-veneta che esibisce tutta la sua incompetenza,
arroganza secessionista e si tira dietro un premier che, pur
nella sua estrosità comunicativa notturna, sciolta dal
consenso parlamentare, di ukase in ukase, riduce il popolo ai
domiciliari e allo stato d’assedio. L’OMS, strettamente
intrecciato, operativamente e finanziariamente, a Big Pharma,
propone al mondo il “modello Italia”.
Il sociocidio globale determinato dal collasso della vecchia
economia, senza, in Occidente, le minime salvaguardie di
protezione collettiva che hanno i paesi fuori dalla cintura
imperialista, farà sembrare la depressione del ’29 un
acquazzone. Chissà se anche stavolta si potranno impiegare i
milioni di disoccupati e miserabili per l’estensione bellica
dell‘Impero. Il nuovo assetto di classe dovrebbe essere
determinato da una concentrazione di potere senza precedenti
nei vertici apolidi e cosmopolitici di una tecnocrazia
scientifico-digitale dotata di strumenti di controllo
biologici totali. Sparirà l’economia di vicinato, tessuto
sociale e culturale di garanzia collettiva e convivenza,
divorata da monopoli e oligopoli. Le mafie, in perenne
collusione con le classi dirigenti, si gonfieranno dei resti
della devastazione. Nazioni intere, cui sarà negato l’ingresso
nel “nuovo mondo”, saranno ridotte a sacche di miseria e
mendicità. Secondo Goldman Sachs, i prestiti all’Italia
dovranno salire a oltre 165 miliardi di euro. Il premier che
farnetica di una “prossima primavera”, lo dica a chi quel
debito pubblico dovrà ripagarlo ai soliti strozzini, con gli
interessi.

L’uso geopolitico dell’operazione è già in atto. In questa
prima fase assistiamo al tentato genocidio di paesi
disobbedienti, a cui sanzioni USA-UE-ONU, per l’occasione
intensificate, impediscono di procurarsi farmaci e cure: Iran,
Venezuela, Siria, Iraq, Nordcorea, altri. La demonizzazione
della Cina, alimentata dal discorso del “virus cinese”, si
intensifica e punta a contrastare il superamento economico,
tecnologico e produttivo degli Usa da parte di Pechino. Ma
anche a neutralizzare l’attrazione di un’Europa,     garrotata
dall’ UE, per le prospettive di progresso e pace che comporta
la via della Seta. Un progetto infrastrutturale e di scambi
che unisce l’Eurasia all’America Latina e all’Africa, già
consacrato in diverse forme di collaborazione e sostenuto
dalla più avanzata tecnologia militare della Russia e dalle
immense materie prime di quel paese. Del resto il soccorso che
paesi “nemici”, Cina, Russia, Cuba, hanno portato ai paesi
colpiti, confrontato con l’ignavia e il cinico egoismo di
entità “amiche” come UE e Usa, dovrebbe aver aperto qualche
dubbio sull’opportunità della nostra collocazione.
E’ un mondo distopico quello che si vorrebbe fare uscire da
questa crisi. L’Alleanza Globale per l’Immunizzazione da
Vaccino (GAVI) di Bill Gates, sostenuta da fautori della
riduzione demografica, come Kissinger e Soros, un partneriato
pubblico-privato cui partecipano le maggiori società del
farmaco e che finanzia anche l’OMS, ha lanciato nell’autunno
scorso, sempre da New York, la cosiddetta Agenda ID2020. Si
tratta di un programma di vaccinazione universale coatta, che
imprima ai neonati un’identità digitale in grado di
archiviarne e rivelarne i dati per tutta la vita. A Davos, nel
gennaio scorso, è stato licenziato. Verrà sperimentato
quest’anno in Bangladesh. Poi dovrebbe toccare a tutti.

Un mondo di sorvegliati, controllati, manipolati, in mano a
una cupola tecnico-scientifica-digitale. Non ci si poteva
arrivare che attraverso la paura per la salute e la vita.
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