TRUCCHI E MAGIE AL CASTELLO DI RE CALVINO
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Progetto integrato INTERCLASSE SECONDE Scuola Primaria Plesso: Mattei – Carnovali – S. Uguzzone TRUCCHI E MAGIE AL CASTELLO DI RE CALVINO Un excursus sulle più incredibili trasformazioni • tra fantasia e realtà • tra magia e logica • tra immaginazione e storia • tra sentimenti e natura 1
Dopo l’esperienza dello scorso anno scolastico, durante il quale sono emerse in tutte le classi difficoltà di adeguamento dei bambini alla vita scolastica e problematiche connesse con l’adattamento al mondo della realtà, le insegnanti ritengono di approntare un progetto che aiuti gli alunni ad ampliare i loro orizzonti umani e conoscitivi senza mortificarne la fantasia, l’intuizione, la creatività. Lo scopo del nostro progetto è quindi o favorire le esigenze di crescita globale degli alunni, o valorizzare interessi, cultura e potenzialità di inventiva o educare alla molteplicità delle rappresentazioni e all’utilizzo di diversi codici espressivi. o stimolare la consapevolezza dei connotati della realtà che è in noi ed intorno a noi. Si vuole pertanto costruire un ambiente di apprendimento che aiuti i bambini di sette anni non solo ad approcciarsi alla realtà, ma anche a proiettarsi nell’immaginario per poter conoscere se stessi, le proprie risorse e possedere le chiavi per entrare nella realtà attraverso strade nuove. Per conseguire tale scopo, abbiamo articolato il nostro progetto in quattro momenti. I MODULO - Dal castello dei destini incrociati al castello di re Calvino Il castello dei destini incrociati è il titolo di un romanzo di Italo Calvino, che abbiamo scelto come punto di partenza sia in omaggio allo scrittore a cui è intitolato il nostro istituto scolastico, sia perchè inizia proprio con una descrizione del castello. Nel nostro progetto il castello dei destini incrociati simboleggia la dimensione fantastica e magica nella quale i nostri alunni sono ancora totalmente immersi, mentre il castello di re Calvino corrisponde idealmente alla scuola di appartenenza; rappresenta quindi la dimensione reale, con la quale i bambini vengono a contatto ogni giorno di più grazie anche all’esperienza scolastica che stanno vivendo. 2
INCIPIT Lettura della parte introduttiva del libro “Il castello dei destini incrociati” di Italo Calvino, opportunamente rielaborata ed adattata nel linguaggio per la fruizione da parte dei bambini di 7 anni., con un sottofondo musicale adeguato, che rievochi, mediante l’uso del ritmo e degli strumenti musicali, l’atmosfera magica e avventurosa del bosco. Il castello dei destini incrociati In mezzo a un fitto bosco, un castello dava rifugio a tutti coloro che la notte aveva sorpreso in viaggio: cavalieri e dame, cortei reali e semplici viandanti. Passai per un ponte levatoio sconnesso, scesi da cavallo in una corte buia, dove degli stallieri silenziosi presero in consegna il mio cavallo. Ero senza fiato; le gambe mi reggevano appena: da quando ero entrato nel bosco, a causa delle avventure che mi erano capitate (incontri, apparizioni, duelli) non riuscivo a mettere ordine nei miei pensieri. Salii una scalinata e mi trovai in una sala alta e spaziosa: sedevano a cena attorno a una tavola illuminata dai candelieri molte persone, certamente anch'essi ospiti di passaggio, che mi avevano preceduto per le vie della foresta. Provai, a guardarmi intorno, una sensazione strana, o meglio erano due sensazioni distinte, che si confondevano nella mia mente. Mi pareva di trovarmi in una corte troppo ricca rispetto a un castello così rustico e fuori mano; e ciò non solo per gli arredi preziosi, ma anche per la calma che regnava tra i commensali, tutti belli di persona e vestiti elegantemente. Nello stesso tempo avvertivo un senso di disordine, come se si trattasse non di un’abitazione signorile, ma d'una locanda di passaggio, dove persone tra loro sconosciute, di diversa condizione e paese, si trovano a convivere per una notte. Di fatto, il castello, essendo da tempo abbandonato e da molti anni visitato solo come luogo di sosta, si era a poco a poco degradato a locanda, e i castellani relegati al ruolo di oste e di ostessa, pur sempre ripetendo i gesti della loro ospitalità. Questi pensieri, a dire il vero, mi occuparono solo per un istante, perché era più forte il sollievo di ritrovarmi sano e salvo in mezzo a una buona compagnia e l'impazienza di intrecciare conversazioni con i presenti e scambiare con i compagni di viaggio i resoconti delle avventure trascorse. Ma a questa mensa, a differenza di ciò che avviene solitamente, nessuno proferiva parola. Quando uno degli ospiti voleva chiedere al vicino che gli passasse il sale o il pepe, lo faceva con un gesto e ugualmente a gesti si rivolgeva ai servi perché gli tagliassero una fetta di arrosto di fagiano o gli versassero mezzo calice di vino. Deciso a rompere quel silenzio inquietante, feci per sbottare in un'esclamazione clamorosa come: "Buon pro!" "Alla buon'ora!" "Qual buon vento! ", ma dalla mia bocca non uscì alcun suono. Il tambureggiare dei cucchiai, il tintinnio dei calici e il tramestio delle stoviglie bastavano a convincermi che non ero diventato sordo: non mi restava che supporre d'essere muto. Me lo confermarono i commensali, muovendo anch'essi le labbra in silenzio con aria rassegnata: era chiaro che 3
la traversata del bosco era costata a ciascuno di noi la perdita della favella. Terminata la cena in un mutismo interrotto solo dai rumori della masticazione, restammo seduti a guardarci in viso, con il pensiero di non poterci scambiare le molte esperienze che ognuno di noi aveva da comunicare. A quel punto, sulla tavola appena sparecchiata, il castellano posò un mazzo di carte da gioco. Erano carte più grandi di quelle con cui si gioca normalmente, e oltre a coppe, denari, spade e bastoni vi si potevano riconoscere figure dipinte a smalto: re regine cavalieri e fanti, vestiti con sfarzo come per una festa principesca. C’erano inoltre altre carte con figure simboliche che sembravano arazzi d'un teatro di corte. Incominciammo a spargere le carte sul tavolo, scoperte, come per imparare a riconoscerle e dare loro il giusto valore nei giochi eppure non sembrava che alcuno di noi avesse voglia d'iniziare una partita. Uno dei commensali tirò a sé le carte sparse, lasciando sgombra una larga parte del tavolo; ne prese una e la posò davanti a sé. Tutti notammo la somiglianza tra il suo viso e quello della figura, e ci parve di capire che con quella carta egli voleva dire "io " e che s'accingeva a raccontare la sua storia. Prima fase:IL BOSCO Seconda fase:IL CASTELLO Terza fase:DALLA FIABA AL MONDO INTERIORE. Quarta fase: DAL SE’ EMOTIVO AL SE’ AFFETTIVO: “LA STORIA PERSONALE” Quinta fase:LE CARTE 4
II MODULO - Nel castello di re Calvino… Nella seconda fase del progetto i bambini entrano nel castello di re Calvino ed iniziano a perlustrarlo, così imparano ad osservare e ad esplorare la realtà spaziale che li circonda, privilegiando l’uso dei cinque sensi. INCIPIT Si organizza una caccia al tesoro all’interno del castello di re Calvino (la scuola) per spingere i bambini a perlustrare l’ambiente. La caccia al tesoro porta al ritrovamento di un contenitore misterioso che non può essere aperto se non in un momento successivo. Prima fase:CASE ED EDIFICI Seconda fase: LA SCUOLA VISTA DA FUORI Terza fase: ORIENTARSI…PER ESPLORARE LA SCUOLA Quarta fase: RAPPRESENTIAMO UNO SPAZIO VISSUTO: L’AULA Quinta fase: PRIME SCOPERTE SCIENTIFICHE ESPLORANDO IL GIARDINO DELLA SCUOLA 5
III MODULO:Trucchi e magie nel castello di re Calvino In questa fase i bambini, grazie ad esperienze vissute e ad esperimenti osservati, si rendono conto che non occorrono formule magiche ed incantesimi: la realtà si trasforma continuamente. Unica pozione indispensabile è il tempo. Questa fase è caratterizzata soprattutto dall’osservazione di alcuni fenomeni naturali, come il viaggio del sole nel cielo o il viaggio dell’acqua, come i mutamenti stagionali o i cambiamenti sul proprio corpo o su altri esseri viventi per effetto del trascorrere del tempo (dal bruco alla farfalla, dal girino alla rana) e dalla partecipazione ad alcune esperienze riguardanti la trasformazione della materia (dall’uva al vino, dal grano al pane, dal latte al formaggio, dalla creta al vaso…). INCIPIT Viene aperto il contenitore misterioso, all’interno del quale i bambini trovano degli oggetti magici (libro di incantesimi, bacchetta magica, boccetta con una pozione…). In particolare il vecchio librone delle formule magiche attira la curiosità dei bambini. Aprendolo si leggono meravigliosi incantesimi: come trasformare l’uva in vino, come da un bicchiere di latte si ottiene una formaggella, come far sbocciare un fiore meraviglioso da una vecchia cipolla… Si conducono i bambini a riflettere che non occorrono oggetti magici per assistere a meravigliose “magie”… 6
Prima fase: CON IL SUCCEDERSI DELLE STAGIONI LA NATURA SI TRASFORMA Seconda fase: IL PAESAGGIO INTORNO A NOI: SCOPRIRNE LE PIU’ IMPORTANTI TRASFORMAZIONI Terza fase: COME CAMBIA IL NOSTRO CORPO Quarta fase: LE METAMORFOSI DI ALCUNI ANIMALI Quinta fase: LE TRASFORMAZIONI ALIMENTARI Sesta fase: IL LAVORO ARTIGIANALE:L’UOMO TRASFORMA LA MATERIA Settima fase: ANALIZZARE TRASFORMAZIONI IN CAMPO MATEMATICO (NUMERI, SPAZIO E FIGURE) 7
IV MODULO - Realtà…creativa! Quest’ ultima fase serve a far capire ai bambini che l’immaginario e il fantastico non devono essere considerati antitetici alla realtà, né un ‘luogo’ dove rifugiarsi. Anzi la fantasia e l’immaginazione sono doti fondamentali a cui attingere, per interpretare correttamente la realtà e crescere in modo sereno ed equilibrato. INCIPIT Si propone agli alunni di entrare in un museo virtuale dove vedranno alcune opere di pittori e scultori e ascolteranno la lettura di alcune liriche e brani di musica classica. Si fa loro apprezzare la fruizione artistica, favorendo anche un atteggiamento di silenzio, di ascolto, di riflessione, e si fa considerare che gli artisti propongono, attraverso le loro opere, un’ interpretazione della realtà. Ciò permetterà ai bambini di capire che del meraviglioso mondo della fantasia e non debbono buttar via nulla, ma che, trasformata in capacità creatività può aiutarci a capire e vivere meglio la realtà stessa. Questo il senso del percorso di tutto l’anno scolastico che si conclude con la produzione, nei laboratori, di diverse interpretazioni della realtà, attraverso l’invenzione collettiva di fiabe e l’uso di differenti modalità di rappresentazione 8
Questa ultima fase del progetto, che riguarda la creatività e l’utilizzo dei linguaggi non verbali, si innesta nel progetto- laboratorio che ogni plesso ha elaborato. I prodotti realizzati confluiranno in un momento finale durante la festa del nostro istituto scolastico. Si riportano di seguito le sintesi dei progetti di laboratorio. PROGETTO LABORATORIO IL CASTELLO DELLE FIABE 9
Raggruppamento alunni PER GRUPPI DI ALUNNI Ambiti LINGUA ITALIANA ARTE E IMMAGINE TECNOLOGIA E INFORMATICA Prima fase: LE FUNZIONI DELLE FIABE 10
Seconda fase: LE CARTE DELLE FUNZIONI Terza fase: GIOCHIAMO AD INVENTARE UNA FIABA 11
Quarta fase: COSTRUIAMO LA SCENA Quinta fase: LE SEQUENZE DEL LA “NOSTRA” FIABA 12
Sesta fase: TRASFERIAMO SUL PC I NOSTRI LAVORI 13
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