ABC dell'osservazione visuale - Presentazione - Circolo Astrofili Veronesi
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[ABC dell’osservazione visuale] Presentazione Se, invece di brillare costantemente sulle nostre teste, le stelle potessero essere viste solo da un singolo punto del globo, gli uomini non cesserebbero di recarvisi in folla per contemplare e ammirare le meraviglie dei cieli. Seneca Questo è uno spazio destinato ai soci e ai frequentatori del CAV interessati all’osservazione del Cielo. È questa un’attività che l’uomo ha praticato fin dagli albori dei tempi e che gli ha consentito la scansione dei giorni e delle stagioni, per l’agricoltura, la pastorizia e tutte le attività umane, l’orientamento nelle migrazioni e nella navigazione, ma ha anche generato miti, religioni, poesia. Solo in epoca recentissima è diventata patrimonio della scienza e fino a buona parte dell’800 gli astronomi erano avventurosi osservatori visuali del firmamento incollati all’oculare, aggrappati ai gradini di una lunga e infida scala perché gli strumenti diventavano sempre più potenti e quindi più alti. L’osservazione costituisce una integrazione ‘pratica’ insostituibile della semplice conoscenza teorica così riccamente perseguita e coltivata nel CAV. Da sempre esiste un gruppo di soci che la pratica e la promuove attraverso le periodiche uscite osservative. La Sezione mira a dare maggiore risalto ed evidenza a tale gruppo e alle attività che persegue, fornire uno spazio per pubblicare, a beneficio di tutti, i risultati delle osservazioni, individuali e di gruppo, ad aggregare i soci e i frequentatori che osservano il cielo per loro conto rimanendo così praticamente ignoti e invisibili ai loro colleghi. E soprattutto a stimolare nei giovani e non che si avvicinano al CAV e ne frequentano conferenze e corsi la voglia e l’opportunità di diventare astrofili praticanti. Inquinamento luminoso, impegni della vita scolastica, lavorativa, famigliare e sociale e, per di più, al momento presente, limitazioni agli spostamenti imposti dal contenimento della pandemia, costituiscono barriere ora insormontabili, sempre ardue, riguardo le uscite sul campo. Nell’anno appena trascorso si è sperimentata una modalità osservativa da remoto utilizzando l’Osservatorio Monte Baldo che ha incontrato un notevole successo. Anche se mediata dalla tecnologia tale modalità di osservazione del cielo rimane comunque una valida alternativa in grado di attrarre, guidare e connettere i soci per osservare gli oggetti celesti di cui si parla nelle conferenze e nei corsi. 1
Questo spazio raccoglierà anche tali esperienze fruibili poi in qualsiasi momento. I possibili progetti osservativi a tema e i cataloghi di oggetti sono praticamente infiniti, tutti potenzialmente stimolanti, istruttivi ed evocativi. Ma iniziamo con ordine. Le guide Questa prima parte è rivolta a chi inizia a frequentare il CAV, con la speranza di incoraggarli a diventare soci praticanti, cioè osservatori del cielo. Vengono fornite in maniera sommaria solo informazioni essenziali, in maniera semplice. Sul sito sono rinvenibili una marea di conoscenze, di cui fornisco i link, e due guide scaricabili, una molto semplice: “L’Apprendista astrofilo” e una completa: “Osservare il cielo” Nel corso di questa trattazione fornisco un supporto alla lettura di alcuni suoi passaggi in modo da renderli utili e comprensibili anche al principiante con nessuna nozione precedente. L’inquinamento luminoso L’inquinamento luminoso ci ha rubato il cielo stellato dai luoghi in cui viviamo http://www.osservatoriomontebaldo.it/inquinamento-luminoso.html. L’immagine di apertura mostra la Pianura Padana fotorafata dal satellite di notte… e risulta… illuminata a giorno! le Prealpi e gli Appennini sono ancora molto illuminati; solo procedendo verso Nord e addentrandosi alquanto tra le Alpi la situazione migliora un poco. I monti iniziano ad essere bui, ma in valle la luce ìmpera sempre. Poco sotto, a destra, cliccando su di un rettangolo grigio titolato: “SQM—ultima lettura OMB” si accede alle misure della brillanza del cielo, il cui significato è spiegato appena più sotto nel trafiletto dal titolo: “SQM: Sky Quality Meter”. Se non si possiede strumento analogo a quello montato all’OMB, si può valutare la qualità del cielo utilizzando la “Scala di Bortle”, estesamente descritta appena sotto. Scendendo ancora nella schermata si trova il planisfero dell’inquinamento luminoso che utilizza la scala di colori di Pierantonio Cinzano e colleghi (http://www.lightpollution.it/dmsp/artbri.html) dove il rosso indica inquinamento massimo, passa poi per l’arancione, il giallo, il verde, il blu per arrivare al nero dove l’inquinamento è assente. È evidente dalla mappa che solo il mare aperto, i deserti, i paesi disabitati, si trovano in area nera. Tutte le aree abitate sono inquinate, in misura più o meno grave. Ma non è il caso di rinunciare. Si tratta di scegliere gli oggetti celesti dell’osservazione in relazione al grado di inquinamento del sito in cui si osserva. In altre parole il programma osservativo dipende da dove si osserva. 2
Semplificando al massimo propongo questa gradazione: 1. balcone di casa, cortile o giardino sotto casa; 2. fuori città, nelle immediate vicinanze; 3. Le Prealpi; 4. Le Alpi della cresta di confine verso Austria, Svizzera, Francia, alcune aree interne della Sardegna e della Corsica e isole piccole come il Giglio e, a me cara, Linosa (27 miglia nautiche da Lampedusa); 5. Siti esotici: in Namibia e Cile esistono addirittura osservatori amatoriali a disposizione degli astrofili. Il balcone di casa e dintorni della casa stessa. Chi possiede un balcone con una buona visuale del cielo senza ostruzioni non deve far altro che uscire, installare lo strumento e osservare. Lampioncini nei dintorni non costituiscono un impedimento assoluto purché la loro luce non entri nel cammino ottico, cioè il percorso dei raggi, dello strumento. Le conchiglie in gomma dell’oculare bloccano la luce dall’intromettersi tra strumento e occhio e, se non bastano, un telo scuro che copra testa parte dello strumento serve egregiamente allo scopo. L’inquinamento è dato dalla luce complessiva della città, delle illuminazioni stradali, delle fabbriche, degli stadi, luce proiettata verso l’alto in barba alle leggi anti-inquinamento luminoso. Va ad illuminare il pulviscolo e l’umidità dell’aria producendo lo stesso effetto che fanno gli abbaglianti dell’auto nella nebbia. Le luci ‘locali’ possono essere schermate come detto sopra. Dal balcone si possono osservare solo oggetti celesti luminosi e cioè: sole (con filtro solare apposito posto prima dell’obiettivo!), luna, pianeti, stelle luminose e alcuni oggetti non stellari. Come orientarsi nel cielo Si utilizza un Atlante Stellare, oppure un Programma Planetario su computer, smartphone o tablet. Per ora utilizziamo le mappe contenute in “Osservare il cielo”. Suggerisco di procedere così: 3
Individuare la carta del cielo della stagione in corso tra le pagine 37 e 112, cioè le mappe tipo questa e individuate la costellazione ben posizionata alla data e ora della vostra osservazione. Notare che tra p, 33 e p 36 sono elencate le cosiddette costellazioni cirumpolari cioè quelle attorno al Polo Nord che sono sempre visibili nell’avvicendarsi delle stagioni. Date anche un’occhiata tra a p. 31 dove viene chiaramente illustrata la posizione di due costellazioni chiave, il Carro Maggiore e Cassiopea nelle varie stagioni e a p. 32 le posizioni di Sirio e della costellazione di Orione, entrambe ben visibili, nelle posizioni all’inizio e ala fine di una serata invernale. Sotto, le posizioni ad inizio e fine serata estiva del triangolo estivo, un raggruppamento triangolare di stelle che appartengono a costellazioni diverse, Deneb (Cigno), Vega (Lira) e Altair (Aquila), stelle molto luminose, che vi aiutano ad orientarvi nel cielo. Scelta la costellazione che volete esplorare, dovete andare a mappe più dettagliate, contenute tra le pp. 151 e 158 sulle quali sono anche disegnati molti oggetti stellari e non stellari. La p. 158 rappresenta le costellazioni dell’emisfero Sud e non serve alle nostre latitudini. Un poco alla volta organizzatevi a scrivervi l’elenco delle costellazioni per ciascuna delle sette mappe da p. 151 a 157 per sveltire il reperimento della mappa con la costellazione che vi interessa. Per esempio, la mappa a p. 151 contiene le costellazioni: Cassiopeia, Cepheus, Draco, Cigno, ma solo parte di esso, perché alcune cosellazioni debordano in altre mappe. Alla base di ciascuna mappa c’è un elenco di oggetti non stellari conenuti nella mappa stessa (sotto il titolo “Nomi propri degli oggetti”). Tenete presente che sulla mappa sono rappresentati, e poi elencati, alcuni oggetti che un principiante con un modesto telescopio sotto il cielo dei dintorni della città non può neanche lontanamente sognarsi di poter rintracciare. Consultate quindi con cura le pp. da 161 a 334, preziosissime, dove sono elencati dei percorsi stagionali di ricerca degli oggetti accessibili ad un principiante, ed anche ad un osservatore più evoluto, con cartine molto dettagliate per individuarli. Ogni stagione esordisce con una tabella degli oggetti proposti che include loro caratteristiche ed osservabilità ad occhio nudo ed al binocolo. Che siano osservabili al telescopio è ovvio. Attenzione che l’ossevabilità è calibrata rispetto ad un cielo perfetto, non certo quello che trovate nei siti qui proposti. Queste pagine costituiranno il vostro cavallo di battaglia per il primo anno o due di attività osservativa. Tenete presente che parecchi degli oggetti elencati richiederanno il passaggio ad un sito più buio di quello di cui stiamo parlando adesso, cioè di un sito suburbano appena fuori città. Vediamo adesso alcuni esempi di oggetti osservabili. 4
Percorso 6: oggetti dell’inverno: supponiamo che per magia il coprifuoco notturno venga revocato oggi stesso, 31 gennaio, così che sasera possiamo recarci a Campo Specula. Scendiamo dall’auto ben coperti (fermi all’addiaccio di notte si congela in un attimo. Più oltre parlerò anche del vestiario), con lampada frontale rossa addosso e binocolo al collo; scarichiamo il telescopio e montiamolo, posizioniamo una seggiolina, forse anche un tavolino a meno ché non preferiamo rifugiarci in macchina per consultare le carte. Andiamo a p. 73 di “Osservare il cielo”, solleviamo la cartina sopra la testa rovesciata e orientiamoci verso Nord. Così il Nord della cartina coincide con il Nord terrestre. Vediamo di riconoscere le costellazioni nel cielo: Carro maggiore ad Est, Cassiopea con la sua W rovesciata in questa stagione, ad Ovest. Pagina 29 ci mostra come individuare la Stella Polare a partire dal Carro Maggiore. Ma adesso andiamo a p. 249, oggtti dell’inverno, il primo in lista è M34. Alla p. successiva, 250, vi è la descrizione dell’oggetto, che appartiene alla costellazion del Perseo, ed una mappa dettagliata per individuarlo. Ma come contestualizzare questa mappa? Tornare a p. 151 dove la costellazione del Perseo è rappresentata per intero in basso a sinistra, con la stella Algol, la variabili di cui ho già parlato, accanto alla quale si trova appunto M34. Adesso sapete dove guardare: individuate la costellazione e Algol al binocolo e vi chiarite le idee. È possibile che M34 sia già visibile al binocolo come un batuffolo evanescente. Comunque, puntate il telescopio ad Algol. Tornate a p. 250 e notate come M34 si trovi al vertice di un triancolo rettangolo con angolo retto in Algol, su di un cateto lungo 3 volte l’altro cateto che va da Algol alla stella denominata Rho. Per chiarire il concetto, inserisco qui una mappa tracciata da me Puntate il telescopio in quel punto e vedrete l’ammasso aperto M34 come rappresentato nell’immagine a fondo nero alla destra della mappina. Trovo l’immagine piuttosto pessimista e posso assicurarvi che al telescopio l’ammasso appare più evidente. Come spiegato a p. 163 l’immagine rappresenta l’oggetto come appare al telescopio per gli oggetti elencati su sfondo giallo o rosso nella tabella; come appare al binocolo per quelli su sfondo verde. 5
Avete appena effettuato un operazione composta di due componenti: Ricerca geometrica: avete costruito un triangolo su stelle ben visibili per individuare precisamente la zona dove si trova l’oggetto cercato; Star-hop: cioè saltellare di stella in stella: partire da una stella luminosa per arrivare, di stella in stella, all’oggetto. Vederemo più oltre come vengono utilizzati allo scopo binocolo e componenti diverse del telescopio. Riassumendo: orientarsi nel cielo individuando le principali costellazioni con le mappe tra le pp. 37 e 112; affinare l’individuazione delle costellazioni con le mappe tra le pp. 151-157. Affidarsi alle liste di oggetti con cartine dettagliate contenute tra le pp. 161 e 334; fare la spola tra le cartine dettagliate appena nominate e quelle tra le pp. 151 e 157. Concludendo: in siti osservativi appena fuori la città è già possibile osservare oggetti del profondo cielo: abbiamo appena individuato un ammasso aperto nella costellazione invernale di Perseo, M34. Per oggetti più impegnativi è opportuno prepararsi ad una trasferta più lunga e passiamo così al punto successivo che riguarda siti osservativi a distanza di un’ora circa dalla città. 6
Oggetti da osservare Sole Ricordare quanto anche riportato su etichette applicate a qualsiasi strumento ottico: non osservare mai il sole né ad occhio nudo, né tantomeno con uno strumento ottico. Ciò porterebbe a danni permanenti della retina e cecità. Qui http://www.astrofiliveronesi.it/sun.html trovate ampio materiale per dedicarvi all’osservazione solare. Luna Può costituire un progetto osservativo per tutta una vita da astrofilo, tante sono gli spunti osservativi offerti dal nostro satellite. Essa ruota attorno alla terra in circa 28 giorni mostrando la stesa faccia, e le posizioni reciproche di terra, luna e sole fanno sì che la sua superficie venga illuminata per porzioni che cambiano di giorno in giorno dando origine alle fasi lunari descritte in maniera estesa a p. 26 di “Osservare il cielo”. Un detto popolare recita: “Gobba a ponente, luna crescente; gobba a levante, luna calante”, coè: quando la parte illuminata della luna è verso ovest la luna sta "crescendo" (da falcetta sta andando verso la luna piena), quando invece la parte illuminata è verso est la luna sta "calando" (dalla luna piena sta andando verso la luna nuova, cioè la non visibilità nel cielo). Qui http://www.astrofiliveronesi.it/moon.html trovate le fasi lunari del periodo in corso. Le serate più favorevoli per l’osservazione sono quelle della settimana di luna crescente, dalla falcetta di 4-5 giorni fino a gibbosa crescente infatti la luna piena è illuminata dal sole a perpendicolo e l’assenza di ombre non consente di osservare dettagli. La zona denominata ‘terminatore’, cioè la linea che separa l’emisfero oscuro da quello illuminato della Luna (o di un pianeta), dove i raggi del sole sono tangenti alla superficie e le ombre massime mettono in rilievo monti, valli e crateri. La luna crescente offre queste condizioni favorevoli in prima serata, per la comodità dell’astrofilo. Condizioni favorevoli occorrono ugualmente nel periodo di luna calante, che però avviene nella seconda parte della notte. Sul sito del CAV di cui ho messo il link più sopra trovate anche altri link ai siti NASA, ESA ed altri e splendidi e dettagliatissimi atlanti lunari. Il primo, degli astrofili di Chiavari, è on-line, facile da consultare sia cliccando sul settore di interesse della mappa globale presentata in apertura, oppure cliccando su “Indice delle formazioni lunari” e cercare poi per nome quella di interesse. Il secondo non mi funziona. Il terzo consente di scaricare un atlante: nella 7
videata che si apre cliccando, trovate sulla sinistra un elenco in azzurro, cliccate su: “scaricatelo gratis”, prendetevi un caffè durante il download (lento) di 133Mb. Installatelo (vi offre solo inglese e francese), apritelo, cliccate sull’icona in alto a sinistra, AtLun, impostate Italia, 45.5 N 11 E (sede del CAV) o le coordinate del vostro sito osservativo, e buon divertimento! Potete variare i dati immessi nel menu Configuration, compreso l’ingrandimento in base a lunghezza focale dello strumento e oculare. Per default mostra la lunacom’è alla data e ora del computer, ma nell’ultimo menu in alto a destra vi offre la possibilità di scegliere data e ora arbitrarie in base alle quali varia la topografia e fornisce tutti i dati rilevanti. Salendo con gli ingrandimenti si è sempre più esposti alle variazioni del “seeing”, termine che si riferisce alle perturbazioni dovute alla turbolenza dell’atmosfera e che fanno tremolare l’immagine fino a renderla praticamente inguardabile se si sale generosamente con gli ingrandimenti. Un cattivo seeing dipende da fenomeni locali, come quando si osserva su di un terreno asfaltato d’estate (è raccomandabile piazzare lo strumento su di un prato), oppure sottovento ad ostacoli che creano turbolenza, o dalle correnti a getto ad alta quota la cui presenze viene riportata in un sito come questo: https://www.netweather.tv/charts-and-data/jetstream. Osservando le stelle ad occhio nudo ci si rende immediatamente conto se il seeing è favorevole alle osservazioni ad alto ingrandimento oppure no: quando le stelle lampeggiano evidentemente è quasi sicuro che il seeing non è favorevole. Pianeti Mercurio e Venere sono pianeti interni, cioè in orbita posta più vicina al Sole rispetto a quella della Terra; Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno e Plutone, sono pianeti esterni, ruotano cioè in orbite più lontane dal Sole rispetto a quella della Terra. Mercurio e Venere sono quindi osservabili poco dopo il tramonto o poco prima del sorgere del Sole. Quelli esterni, nel corso della notte. ”Apprendista astrofilo” contiene informazioni di base sui pianeti e sulla loro osservazione. E nella rubrica “Il cielo del mese” trovate le informazioni sulle loro caratteristiche e la loro posizione nel cielo mese per mese: http://divulgazione.uai.it/index.php/Archivio_Cielo_del_Mese. Cliccare su pianeti e accanto a ciascuno vedete in che posizione si trova, Est, Sud, Ovest e la costellazione in cui si trova. Dopo di che tornate alla videata precedente, scendete giù a “Carte del Cielo” e aprite quella Est, Sud o Ovest dove prima avete visto si trova il pianeta. Immaginate di rivolgervi verso il punto cardinale corrispondente e di tenere la carta davanti e in alto, individuate la costellazione e la posizione del pianeta che state cercando. Una carta interattiva del cielo in tempo reale la trovate qui, sul sito di Sky and Telescope: https://skyandtelescope.org/observing/sky-at-a-glance/: 8
cliccare in alto a destra “INTERACTIVE STAR CHART” e quando esce l’avviso se consentite di accedere alla propria posizione date l’OK. La mappa corrisponderà alla vostra posizione. Altrimenti inserite le vostre coordinate nel rettangolo “Enter manually”. Sintetizzando al massimo: Mercurio: si allontana poco dal Sole e quindi la sua osservazione è ardua sempre, in particolare dalla città, richiede almeno il binocolo ed espone al rischio che entri nel campo visivo il Sole, evento fatale. Consultare”Il cielo del mese” per sapere se visibile all’alba o al tramonto e per conoscere i giorni in cui è più lontano dal Sole. Osservato anche ad ingrandimenti sostanziosi con un telescopio non mostra dettagli sulla sua superficie. Però mostra fasi come la Luna. Essendo osservabile basso sull’orizzone, richiede un orizzonte libero da ostacoli e risente fortemente della attenuazione data dagli strati bassi dell’atmosfera e dal seeing. Venere è un astro luminosissimo, il più luminoso del cielo, che si osserva dopo il tramonto o prima del sorgere del Sole, quindi tendenzialmente basso sull’orizzonte (anche se arriva ad una certa altezza quando al massimo della distanza dal Sole). Al telescopio, ed anche al binocolo, mostra le fasi come la Luna. Però non aspettatevi di vedere particolari della superficie. Marte: è il primo pianeta esterno, molto simile alla Terra, attualmente letteralmente invaso da sonde terrestri che lo stanno studiando approfonditamente e ne hanno mappato la superficie con grande dettaglio https://mars.nasa.gov/ . Per la sua orbita ellittica si avvicina alla Terra ogni due anni e vi rimane per qualche mese ad una distanza che consente osservazioni amatoriali, che rimangono comunque impegnative perché richiedono un paio di centinaia di ingrandimenti per notare qualche dettaglio e quindi sono molto sensibili al “seeing”. Comunque si riesce di regola a vedere la calottina polare ghiacciata e alcune aree che si stagliano sul colore ruggine di fondo. Giove: gassoso, il re dei pianeti, essendo molto grande, con un diametro undici volte quello terrestre, è agevolmente osservabile con telescopi amatoriali che evidenziano facilmente le colorate bande parallele, ricche di vortici quando aumentate l’ingrandimento con un buon seeing, poste alle diverse latitudini ed una sorprendente macchia rossa che corrisponde ad un perenne ciclone che potrebbe contenere più volte la nostra Terra. La sua visibilità la potete calcolare qui: https://skyandtelescope.org/observing/interactive-sky-watching-tools/transit-times- of-jupiters-great-red-spot/ Tenete conto che il pianeta ruota su se stesso in circa 10 ore, quindi la visibilità della macchia rossa dura poco prima e dopo l’ora calcolata. http://divulgazione.uai.it/index.php/File:Giove1.png mostra l’aspetto del pianeta al momento attuale. Già ad un binocolo sono visibili le quattro lune maggiori già scoperte da Galileo; Io, Europa, Ganimede e Callisto in perenne movimento, che nelle loro rivoluzioni passano sia davanti al pianeta, generando un puntino nero sulla sua superficie (eclissi), oppure dietro il pianeta, scomparendo alla vista. Trovate la loro 9
posizione qui https://skyandtelescope.org/wp-content/plugins/observing- tools/jupiter_moons/jupiter.html. Saturno: pure gassoso e gigante (diametro nove volte quello della Terra), il Signore degli Anelli. La sua vista vi può avvincere e far diventare astrofili per tutta la vita. Bastano pochi ingrandimenti ad evidenziarli, ma superiori a quelli offerti dai binocoli più diffusi. L’anello più esterno è denominato A, separato dall’anello B più interno dalla Divisione di Cassini, una sottile striscia scura che richiede ingrandimenti medi e un buon seeing per essere evidenziata, più interno di tutti è l’elusivo anello C, di difficile osservazione. Saturno possiede un gran numero di satelliti. Quelli visibili amatorialmente sono Encelado, Dione, Titano, Teti e Rea https://skyandtelescope.org/wp-content/plugins/observing- tools/saturn_moons/saturn.html Urano e Nettuno: pianeti ghiacciati, pure giganti. Per la loro lontananza appaiono come semplici dischetti azzurri anche ad alti ingrandimenti e senza dettagli. Interessante seguirne il loro spostamento quotidiano rispetto le stelle di fondo. Plutone: pianeta di ghiaccio, più piccolo della nostra Luna. Su di una orbita fortemente ellittica si sta allontanando ed è già ad una distanza per cui la sua osservazione richiede un telescopio di grande diametro (oltre i 30cm) e cielo buio. Ma non appare altro che come una stellina. La missione New Horizons ha inviato una sonda che ha effettuato un passaggio ravvicinato il 14 luglio 2015 e inviato a terra immagini dettagliatissime della sua superficie ghiacciata e molto aspra. Concludendo sui pianeti. Quelli osservabili con soddisfazione sono Venere, Marte (ogni 2 anni), Giove, Saturno. Mentre Venere e Giove, e Marte nel periodo biennale, sono così luminosi da essere facilmente individuabili nel cielo, Saturno richiede maggiore attenzione e la mappa di riferimento del periodo facilita il compito. Stelle Le nozioni teoriche sono ampiamente trattate da p. 7 a 12 di “Osservare il cielo”. Sono raggruppate in costellazioni, argomento trattato da p. 29 ad addirittura 113 di “Osservare il cielo” e le costellazioni visibili per il mese corrente a Nord, Est, Sud, Ovest sono riportate qui: http://divulgazione.uai.it/index.php/Cielo_di_Gennaio_2021#COSTELLAZIONI. Il cielo molto inquinato della città però non consente di vedere le costellazioni nella loro interezza, ma solo le stelle più luminose,diciamo dalla magnitudine -1 alla +2 (vedere la definizione di magnitudine a p. 10 di “Osservare il cielo”). Se prendiamo la carta delle costellazioni invernali, a p 72 di “Osservare il cielo”, la solleviamo sopra la testa, verso il cielo guardando verso Sud, la possiamo usare per riconoscere le stelle 10
visibili che coincidono perfettamente con la mappa alle ore 21 del 15 gennaio (alle rispettive ore nelle altre date riportate in basso a sinistra). Potremo vedere Sirio, nel Cane Maggiore, Rigel e Betelgeuse in Orione, subito sopra un poco ad Ovest Aldebaran del Toro e invece ad Est, Procione, del Cane Minore, a Nord di Aldebaran, Capella dell’Auriga. A questo punto se non vogliamo cadere all’indietro, rovesciamo la carta e giriamoci verso Nord. Potremo notare per la sua caratteristica forma la costellazione di Cassiopea, una W che appare rovesciata in questa stagione. Per la sua inconfondibile forma la osserviamo anche sotto un cielo inquinato nonostante le sue componenti siano al massimo di 2^ grandezza. In inverno, quindi, ci va molto bene perché il cielo è ricco di stelle luminose che ci consentono di orientarci almeno all’ingrosso anche sotto un intenso inquinamento luminoso. Cosa osservare? Colore delle stelle: ad occhio nudo, meglio al binocolo, meglio ancora al telescopio, le stelle mostrano i loro splendidi colori che rispecchiano la loro natura come spiegato a p. 9 di “Osservare il cielo”. Sirio è blu, Righel blu-bianca, Betelgeuse rossa, Aldebaran arancio, Procione bianca tendente al giallo, Capella giallo oro. Stelle doppie e multiple: una percentuale tuttora dibattuta, ma sembrerebbe consistente, di stelle, almeno per quanto riguarda le stelle delle dimensioni del nostro Sole o più grandi, fanno parte di sistemi binari o multipli. La loro osservazione costituisce un programma affascinante. Le stelle dello stesso sistema possono essere di colore e dimensioni fortemente diversi. La carta del cielo invernale in prima serata presentata sopra offre Rigel come stella doppia, ma piuttosto impegnativa; facile invece al telescopio Gamma Andromedae (Almach), la stella di mezzo della costellazione, che presenta un piacevole contrasto di colori. La principale è arancione, mentre la secondaria, a una decina di secondi d’arco di distanza, è blu: 11
https://en.wikipedia.org/wiki/Gamma_Andromedae#/media/File:Almach_double_star. jpg. Se si ha la pazienza di attendere che il Grande Carro salga nel cielo dopo mezzanotte, si può ammirare la superclassica delle coppie, il sistema Mizar-Alcor:. Mizar e Alcor sono separabili ad occhio nudo da chi possiede una vista normale e costituisce da tempo immemorabile un test celeste di acuità visiva. Al telescopio si gode dell’immagine seguente https://en.wikipedia.org/wiki/Mizar#/media/File:Mizar_and_Alcor.jpg: Mizar è la stella a destra, Alcor quella a sinistra. Si nota come Mizar sia a sua volta una doppia. Non appartiene al sistema la stella più debole, a metà tra le due, in basso nell’immagine, denominata Sidus Ludovicianum. Sotto il cielo inquinato della città è ai limiti della visibilità di un piccolo telescopio, essendo di magnitudine 7,5.Chiudo l’argomento con il sito https://www.astroleague.org/al/obsclubs/urban/urbanls.html che contiene una piccola lista delle stelle doppie più famose visibili sotto un cielo urbano nel corso dell’anno. Stelle variabili La loro luminosità muta nel tempo, in maniera estremamente varia e in tempi altrettanto assai variabili da stella a stella (p. 10 di “Osservare il cielo”). Nella cartina del cielo invernale individuate la costellazione del Perseo. Contiene Algol, tra le più famose stelle variabili: La sua magnitudine, muta dalla normale di 2,12, a 3,39 ogni 2 giorni, 20 ore e 49 minuti per un periodo di 10 ore. 12
Indicazioni esatte su quando e come osservare il fenomeno le trovate qui: https://skyandtelescope.org/observing/the-minima-of-algol/. Nella prima cartina viene mostrata la costellazione del Perseo, con Algol e le magnitudini della Epsilon (2.9), della Kappa (3.8) e della Gamma di Andromeda (2.1) che servono di paragone.Scendete giù nella videata e trovate la scritta: “Please enter a date”. Basta che clicchiate nel rettangolo sulla destra ed appare la data odierna. Notare che gli americani mettono prima la cifra del mese, e dopo quella del giorno. Regolatevi così se volete immettere una data diversa da quella odierna. Cliccate su “Calculate” ed appaiono sotto date e ore in Tempo Univesale che è l’ora di Greenwich (meno un’ora rispetto quella italiana con l’ora solare; meno due ore con l’ora legale). L’ora è quella centrale delle 10 ore di durata del fenomeno. Un’altra classica variabile, capostipite di tutta una categoria è la Delta del Cefeo, ma non la propongo qui perché specie chi è alle prime armi avrebbe eccessiva difficoltà ad individuare la costellazione stessa del Cefeo sotto un cielo cittadino. Oggetti non stellari Sono detti anche oggetti del cielo profondo, comprendono gli ammassi stellari aperti o galattici, gli ammassi globulari, le nebulose (5 tipi: a riflessione, ad emissione, nebulose oscure, residui di supernove e nebulose planetarie: pp. 137-139 di “Osservare il cielo”), le galassie. Questi sono i tipi più noti. Non ci addentriamo qui nelle svariate altre categorie di oggetti esotici che popolano il cielo. Gli oggetti non stellari vengono trattati esaurientemente da p. 131 a 145 di “Osservare il Cielo” cui rimando. Ecco una lista di tali oggetti visibili in un cielo cittadino: https://www.astroleague.org/al/obsclubs/urban/urbanld.html . La prima colonna contiene la sigla che denota il catalogo di appartenenza e il numero d’ordine. I cataloghi vengono illustrati a p. 145 di “Osservare il cielo”. La maggior parte degli oggetti è designato NGC, il ché significa che sono elencati nel “New General Catalogue” che raccoglie tutti i tipi di oggetti descritti prima e numerati per longitudine da Ovest ad Est (più precisamente per “Ascensione retta”: vedere p. 17 di “Osservare il cielo”, come risulta dalla seconda colonna). Il loro numero è di 7.840. In terza colonna avete la declinazione, cioè la latitudine celeste, segue la magnitudine, la denominazione secondo il Catalogo di Messier (lettera di designazione: M), di cui parlerò estesamente più oltre, il tipo in lingua inglese di quelli che ho elencato prima; le dimensioni; la costellazione di appartenenza; seguono due colonne con le pagine in cui vengono riportati in due diffusi atlanti stellari. 13
Ammassi aperti: il cielo invernale ci offre due esempi splendidi e osservabili anche sotto un cielo inquinato: M45, le Pleiadi, appena a Nord-Ovest dei Aldebaran, nella costellazione del Toro. Chiaramente visibili anche al binocolo. Più sparpagliato è l’ammasso delle Iadi, una formazione a V che accompagna Aldebaran. Ammassi globulari: per poterne osservare un esemplare dalla città dobbiamo purtroppo attendere l’estate per avere ben posizionato M13 nell’Ercole, il globulare più spettacolare del cielo Boreale, oppure tirare le 3 di notte in maggio. Nebulose: qui invece l’inverno ci offre, perfettamente posizionato in prima serata, l’esempio più spettacolare, la Grande Nebulosa di Orione, M42. 14
È una nebulosa ad emissione e riflessione, vicina al nostro sistema solare (in senso astronomico: si tratta comunque di 1.300 anni luce) e pertanto appare molto luminosa ed estesa. Per individuarla prendete nota della posizione rispetto le stelle che compogono la costellazione di Orione che già conosciamo, con Betelgeuse e Rigel, senz’altro visibili. Ma anche sotto un cielo inquinato l’inconfondibile forma di Orione si riesce quasi sempre ad individuare nella sua interezza. Il punto luminoso cerchiato nella foto sovrastante contiene quattro stelle disposte a trapezio, tanto che l’ammasso stellare (appartiene alla categoria degli ammassi aperti descritti sopra) viene appunto denominato Trapezio. È individuabile in un piccolo telescopio già a 50 ingrandimenti. Qui tutti i dettagli: https://skyandtelescope.org/observing/star-trapping-in-orions-trapezium/ Un esemplare di un altro tipo di nebulose, quelle cosiddette planetarie (p. 139 di “Osservare il cielo”) è osservabile sotto il cielo inquinato della città perché sono luminose, tra gli oggetti del profondo cielo, ed emettono luce nella banda meno disturbata dalle lampade ai vapori di mercurio dell’illuminazione stradale. Le cose vanno peggiorando con la diffusione dei led, purtroppo. Ma consiglio di cercarle nel cielo cittadino dopo averle individuate ed osservate bene sotto cieli migliori perché rimangono oggetti più impegnativi di quelli descritti finora. Quanto alle nebulose oscure e ai residui di supernova… meglio lasciar perdere. Galassie La loro osservazione è letteralmente ‘uccisa’ dall’inquinamento luminoso. Ma la trionfale grande Galassia di Andromeda, la più vicina alla nostra Via Lattea, denominata M31 secondo il catalogo di Messier, si riesce sì a osservarla dalla città. Trovate qui un resoconto di una mia osservazione al binocolo dal centro di Verona: https://dobsoniani.forumfree.it/?t=78183339. 15
Troverete le mappe per individuare la posizione nella costellazione appunto di Andromeda alle pp. 59-60 di “Osservare il cielo” La stagione adatta è l’autunno. Con l’esperienza, e dopo averle osservate sotto cieli migliori, imparerete ad individuare dalla città anche le altre galassie della lista di cui ho riportato il link all’inizio della trattazione degli oggetti non stellari. Siti osservativi Fuori città, nelle immediate vicinanze. Incominciamo a prendere in considerazione i siti osservativi elencati dal CAV qui: http://www.astrofiliveronesi.it/siti-osservativi.html Il più vicino è Campo Primo, alla Quarta Torre, sulle Torricelle (7Km, 10 minuti). Beh, tutto sommato rimane un sito ‘cittadino’, ma che consente un cielo un poco più buio verso Nord ed Est del balcone di casa situato in città. Meglio è il Merenghero, a Costagrande, sopra Avesa (10Km, 15 minuti). Qui ho osservato una buona parte della lista dei 110 oggetti di Messier, ma era la fine del secolo scorso e da allora le cose sono cambiate molto in peggio. Vale quanto già detto per Campo Primo, migliora il cielo verso Nord. Are Zovo, sopra Quinzano (15Km, 20 minuti). In questa zona ho effettuato la mia prima osservazione con il mio primo telescopio, un dobson da 25cm, e sono riuscito fortunosamente a centrare la Nebulosa di Andromeda nonostante la presenza di una luna gibbosa olre il primo quarto. Vale quanto detto per il precedente: a Sud rimane il bagliore della città. Campo Specula, San Rocco di Piegara (18Km, 20 minuti), già ci si allontana dalla città a Nord-Est e si sale in quota. Non male! Monte Comun, Alcenago (20Km, 25 minuti). Anche questo in quota sulle colline a Nord della città, e ad Est della Valpantena. Buono. Finetti, Monte Cimo, Val Tramigna (37Km, 45m). Non ha caratteristiche molto diverse dai siti precedenti e la maggiore distanza non lo indica come appetibile se non a chi abita ad Est di Verona, quindi più vicino ad esso. E con questo abbiamo chiuso con questa categoria di siti. Che cosa si può osservare? Beh, un programma… “suburbano” che comprende quello cittadino ma con molto maggiore agio perché si riesce finalmente ad individuare le costellazioni anziché solo le principali loro stelle. E qui si mette mano agli oggetti del profondo cielo con un certo metodo… Le Prealpi: tra i siti elencati accorderei la preferenza all’Osservatorio Monte Baldo (60Km, 50 minuti). Nonostante la distanza è favorito dal poter utilizzare l’autostrada fino ad Affi con tempi di percorrenza complessivi ancora contenuti. Inoltre l’osservatorio fornisce supporto logistico (caldo), umano ed esperto per la presenza, durante le numerose serate di apertura, di soci anziani del CAV. Piazzando lo strumento all’interno del recinto si è anche su area privata e protetta. Io personalmente sono affezionato a Bocca di Selva (40Km, 50 minuti), dove ho passato numerosissime serate. Raggiungibile rapidamente da Verona, dall’autunno a primavera offre il vantaggio di una stalla vuota con antistante gettata di cemento dove si posizionano agevolemente gli strumenti e si è al riparo dalla fastidiosa brezza fredda che spira quasi costantemente da Nord. 16
Ci si arriva per una sterrata di un paio di centinaia di metri a sinistra e in discesa rispetto al rifugio e all’ampio parcheggio. Purtroppo la sconsideratezza degli animalisti che favoriscono l’aumento di numero di lupi in zona, non controbilanciata da un incremento di prede, quindi con un ecosistema completamente squilibrato, costituisce, a mio avviso un pericolo o comunque un fattore di paura. Ho visto più volte gli occhietti ‘lupigni’ brillare alla luce della mia torcia frontale e quando sono da solo ammetto di avere paura e di non godermi pienamente la serata. Passo Fittanze è un altro sito amato dal CAV e per molti anni sede delle uscite visualiste. Le caratteristiche di cielo sono analoghe. Monte Loffa ha avuto il suo momento di gloria con il CAV una ventina di anni fa, è ad una altitudine un poco minore; ma il cielo è più o meno lo stesso, come quello degli altri siti. Parpari, Sopra Erbezzo, Malga Modo. Dipende dalla comodità di accesso a partire dalla residenza di ciascuno, dalle preferenze individuali, dalla presenza di rifugi illuminati in zona etc. Un discorso a parte merita Pozza Morta (44Km, 55 minuti). Si deve proseguire per alcuni chilometri sulla strada sterrata oltre Bocca di Selva e compiere anche un tratto peraltro proibito dalla forestale. È il sito posto a maggiore altitudine tra quelli dei Lessini, totalmene isolato, anche se guardando giù dalla forcella si vedono le luci di Ala e la Valle dell’Adige. Fa molto “impresa” ma sostanzialmente non offre un cielo migliore del molto più comodo Bocca di Selva. Cosa offrono in più questi siti a circa un’ora dalla città? Beh, è quanto di meglio si possa trovare in provincia e a tale distanza di percorrenza e sono qualificati dal CAV con tre stelle: *** Sito astronomico ottimo, di primaria importanza, o di sicuro rendimento. Ottimo mi sembra a dir poco eccessivo. L’inquinamento luminoso a Sud arriva oltre i 45 gradi in altezza per cui il cielo è sufficientemente buio solo verso lo Zenit e a Nord dove incombe il Baldo. All’Osservatorio Monte Baldo (OMB) è montato uno strumento che misura il ‘buio’ del cielo http://www.osservatoriomontebaldo.it/sqm--sky-quality-meter.html scendendo nella videata si arriva a Media = SQM 20.835 = mv 5.29. 20.835 indica la luminanza del fondo cielo misurata in magnitudini per arcosecondo quadrato (nella videata è spiegato per esteso questo parametro) con risultante magnitudine limite per le stelle ad occhio nudo pari 5.29. Si tratta di valori tutto sommato modesti che migliorano solo quando vi sia nebbia in pianura che fa da schermo all’inquinamento luminoso. Comunque questi sono i siti che passa il convento. Per trovare cieli migliori bisogna fare più di 250Km di strada, arrivare per esempio ai confini dell’Austria al termine della Val Venosta, oppure ancora più lontano per noi, nel Cadore, nei dintorni di Sappada. Tutto sommato, ad un’ora da Verona, con uno strumento medio, o anche modesto, si riesce ad osservare tutti gli oggetti riportati in “Osservare il cielo” e molti altri di pari, o anche maggiore, difficoltà con un programma osservativo che ci può tenere impegnati per tutta una vita. Incominciamo da una lista ‘storica’. 17
Gli oggetti del Catalogo di Messier. Questi è stato il più famoso astronomo di fine settecento. Prolifico scopritore di comete, è stato il primo a mettere insieme un catalogo di oggetti non stellari che con i modesti strumenti del tempo potevano essere scambiati per comete. Il catalogo comprene 110 oggetti, così classificabili: Galassie: 40 Ammassi globulari: 28 Ammassi aperti: 25 Ammassi aperti con nebulosità: 6 Addensamento della Via Lattea: 1 (M24) Asterismo: 1 (M73) Stella doppia: 1 (M40) Nebulose planetarie: 4 Nebulose ad emissione: 1 (M43) Nebulosa a riflessione: 1 (M78) Residuo di supernova: 1 (M1) Duplicato: 1 (M102) Iniziamo con un esempio tratto sempre dalle liste di “Osservare il cielo”. Andiamo alla tabella di p. 265. Esordisce con M1, residuo di supernova, nel Toro. Individuiamo la posizione della costellazione nella mappa di p. 73, comprende la stella Aldebaran, già più volte citata, l’occhio del Toro, dalla cui testa (le Iadi) si dipartono le due corna verso sinistra nella mappa, una che sale verso la stella Elnath dell’Auriga, ed un’altra più in basso verso una stella il cui nome troviamo nella mappa a p. 153, Zeta Tauri o Alheka. E un poco più ad Nord-Est vi è segnato appunto M1. Adesso andiamo alla mappina più dettagliata di p. 266. Ci aiuta? Non tanto. Il residuo di supernova non è visibile al binocolo, né all’equivalente montato sul telescopio, detto cercatore (ne parlerò più avanti). Mettetevi all’oculare a 30-40 ingrandimenti, con un campo visivo di 1 grado, 1 grado e ½, e cercate in zona. Questione di pazienza e di esperienza. È come cercare un ago in un pagliaio attraverso il buco della serratura, perché è un nebulosa piuttosto debole. Notate infatti nella immagine su sfondo nero a destra della mappina, come è debole l’oggetto! La cosa principale è sapere bene cosa aspettarsi di vedere. Se un astrofilo esperto ve la trova e ve la mostra, poi sarà molto più facile per voi ritrovarla, una volta visto cosa attendervi e dove cercarla. Per un esordiente da solo… la vedo dura. Quali metodi ulteriori esistono perché un osservatore alle prime armi possa riuscirci da solo? 18
Sovrapporre alla mappa, centrato sull’oggetto in questione, un cerchio tracciato su lucido del diametro che corrisponde al campo visivo del cercatore che in tipicamente è di circa 5° (parleremo di questo accessorio più avanti: per ora basti dire che si tratta di un piccolo cannocchiale con un crocicchio di puntamento, montato in parallelo al telescopio e collimato, cioè puntato esattamente verso lo stesso punto del telescopio stesso). In una pagina vuota, alla fine di questo scritto, è riprodotto tale cerchio, da stampare su lucido e da tenere come segnalibro tra le stampe delle mappe di “Osservare il cielo”. Il cerchio è di proporzioni tali che sovrapposto alle mappe dettagliate fornite per ogni singolo oggetto di “Osservare il cielo ” tra le pp. 161 e 334, mostra cosa si vede nel campo visivo del cercatore quando esso, e quindi anche il telescopio stesso cui è fissato e con cui è collimato, sia centrato sull’oggetto così come mostra la figura seguente: Nel caso di oggetti luminosi, essi saranno visibili anche nel cercatore. M1 certamente non è visibile nel cercatore, ma se vedete nel cercatore il campo cerchiato nella figura precedente, il suo crocicchio è puntato dove si trova M1, che potrete osservare passando all’oculare del telescopio. Una mappa più dettagliata come la seguente, che contiene la Zeta Tauri denominata anche Aleka come risulta dalla mappa di p. 266, in basso a sinistra, ma anche la stella denominata 114 a metà mappa a destra, al vertice di un triangolo isoscele allungato con alla base 2 stelline che sono l’una di 6^ e l’altra di 7^ magnitudine e che pure appaiono in questa mappa più dettagliata. 19
Per individuare M1 si utilizzano congiuntamente i due metodi già illustrati prima, il geometrico e lo star-hop. 1. geometrico: date alcune stelle, costruiamo segmenti e triangoli che ci consentono di valutare per approssimazione la posizione dell’oggetto. 2. star-hop,cioè saltelli di stella visibile in stella visibile col cercatore fino ad arrivare all’oggetto anche se ancora invisibile. M1 si trova sul prolungamento della base del triangolo nella direzione della freccia alla distanza doppia della base del triangolo. La posizione è confermata dalle tre stelline cerchiate nella mappa, di 7^ e 8^ magnitudine. Tutte le stelle citate sono visibili in un binocolo e nel cercatore del telescopio. M1 non è visibile né al binocolo, né nel cercatore. Ma, come col metodo precedente, la mappa ci aiuta a puntare il telescopio su M1 per poterlo poi vedere all’oculare del telescopio stesso. Notare che sulla mappa, attorno a M1, sono tracciati tre cerchi concentrici di diverso diametro: il più esterno corrisponde a 4° (gradi), quello di mezzo a 2°, quello più interno a ½°. Si tratta dei cerchi concentrici di uno speciale puntatore che viene descritto più avanti, il Telrad. Il cerchio più esterno, di quattro gradi, approssima anche il campo visivo del binocolo e del cercatore, che abbiamo detto in genere essere attorno ai 5°. I cerchi interni di minore diametro si riferiscono al campo visivo del telescopioche con diversi oculari e ingrandimenti da una trentina ad un centinaio ci offre un campo visivo infatti compreso tra poco meno di 2° e ½°. Quindi c’è una corrispondenza tra i cerchi tra cciati sulla mappa e il campo visivo di cercatore e telescopio permettendoci di valutare le distanze tra l’oggetto e le stelle di campo. Questo esempio che illustra la ricerca di un oggetto difficile serve egregiamente a dimostrare l’importanza di mappe dettagliate, di modi per valutare le distanze su tali mappe e trovarne le corrispondenze sul cielo. Fortunatamente molti degli oggetti del catalogo di Messier sono più luminosi, più estesi, o entrambi, visibili addirittura ad occhio nudo se non al binocolo o al cercatore, e quindi molto più facili da puntare. 20
Suggerisco caldamente al principiante di acquisire esperienza iniziando dagli oggetti più facili, quelli cioè visibili già al binocolo (e al cercatore), elencati su sfondo verde nella tabella di p. 163 e nelle tabelle successive specifiche per stagione. Ma vi sono anche molti altri oggetti altrettanto e più impegnativi di M1. E gli oggetti di altri cataloghi più completi di quello di Messier sono di regola più impegnativi da rintracciare, anche se ancora alla portata di un piccolo telescopio. Quindi, mano a mano che sviluppate esperienza, potrete spremere il vostro piccolo telescopio, rintracciare e osservare un gran numero di oggetti. Qui https://1drv.ms/u/s!AtiGgxkk40lnhPARutWUwaxB0a6m9Q?e=Q0EAMd sono disponibili da scaricare mie mappine dettagliate per un buon numero di oggetti di Messier e ho in progetto di completare la lista progressivamente. 21
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