5 Il fantasy COMPETENZE DI BASE - Edizioni Simone

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PERCORSO                 5
Il fantasy
COMPETENZE DI BASE
❱ Leggere, comprendere e interpretare testi di vario tipo

ABILITÀ
❱   Padroneggiare le strutture della lingua presenti nei testi
❱   Applicare strategie diverse di lettura
❱   Individuare natura, funzione e principali scopi comunicativi ed espressivi di un testo
❱   Cogliere i caratteri specifici di un testo letterario

CONOSCENZE
❱ Le caratteristiche del genere letterario del “fantasy”
❱ Il contesto storico di riferimento di alcuni autori e opere

       Lo stretto sentiero si era spalancato all’improvviso sul bordo di un lago nero. Appolaiato in cima a un’alta
       montagna sullo sfondo, con le finestre illuminate che brillavano contro il cielo pieno di stelle, sorgeva un
     grande castello con molti torri e torrette. «Non più di quattro per battello» avvertì Hagrid. Insieme a Harry e
                              Ron salirono Neville e Hermione. «Tutti a bordo?» gridò Hagrid. «Bene… SI PARTE!»
                                                                Harry Potter e la Pietra Filosofale, J.K. Rowling
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caratteristiche del genere
ORIGINI E SVILUPPO                                          nia, una saga di sette volumi (il primo è edito nel
Mondi immaginari, creature fantastiche come                 1950), di Cleve Staples Lewis, amico e collega
stregoni ed elfi, oggetti magici dai grandi poteri:         all’Università di Oxford di Tolkien.
queste le caratteristiche principali del genere fan-        Il genere conosce una nuova linfa a partire dagli
tasy, che appassiona tanti lettori, soprattutto le          anni Settanta: del 1977 è La spada di Shannara, il
generazioni più giovani.                                    primo romanzo di un lungo ciclo, dello scrittore sta-
La letteratura fantasy è un genere relativamente            tunitense Terry Brooks; e del 1979 è La storia infi-
recente.                                                    nita del tedesco Michael Ende, da cui è stato tratto
❱ Il capostipite è, infatti, considerato uno scrittore      un film, vero e proprio cult degli anni Ottanta.
  inglese del Novecento: John Ronald R. Tolkien.            Tra il 1995 e il 2000 esce la trilogia Queste oscure
Con il suo romanzo Lo Hobbit, pubblicato nel 1937,          materie di Philip Pullmann.
e la trilogia Il Signore degli Anelli, uscita tra il 1954   ❱ Destinati a un successo mondiale senza prece-
                                                              denti sono, tuttavia, i romanzi dell’inglese J.K.
e il 1955, ha fornito tutti gli elementi, dall’ambien-
                                                              Rowling, che hanno come protagonista il ma-
tazione ai personaggi, dagli intrecci alle tematiche,         ghetto Harry Potter.
che sono stati continuamente ripresi e rielaborati
                                                            La scrittrice inglese ha introdotto nel genere ele-
da autori successivi.
                                                            menti innovativi, come l’ambientazione in un mon-
Appassionato studioso di leggende e saghe nor-
                                                            do che ha contatti e analogie con quello umano.
diche medievali, Tolkien fa rivivere nella Terra di
                                                            Una terra tutta fantastica, quella di Alagaesia, è
Mezzo, il mondo da lui creato, un Medioevo fan-
                                                            invece l’ambientazione della saga Il Ciclo dell’ere-
tastico.
                                                            dità creata dall’americano Christopher Paolini, che
Tale gusto si ritrova anche nelle Cronache di Nar-
                                                            inizia a scrivere alla sola età di quindici anni.

 Un Medioevo fantastico è molto spesso l’ambientazione prediletta della narrazione
 fantasy.

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caratteristiche del genere

Le avventure nel Mondo Emerso sono raccontate             ❱ Elfi, nani, maghi, stregoni, draghi: questi sono,
dall’italiana Licia Troisi, nata a Roma nel 1980.           difatti, i personaggi tipici del genere.

Oggi spopolano i romanzi dello statunitense Ge-           La magia è una delle presenze più caratteristiche
orge R. R. Martin, autore della saga Cronache del         del mondo fantasy: tanti sono i personaggi con
ghiaccio e del fuoco. Statunitense è anche Rick           poteri sovrannaturali e tanti gli oggetti magici, per
Riordan, autore della saga Percy Jackson e gli Dei        il cui possesso il più delle volte si compiono avven-
dell’Olimpo, in cui il giovane protagonista scopre        turosi viaggi o violente guerre. E così spesso ci si
che le divinità greche esistono ancora e che lui          imbatte in bacchette, spade magiche, amuleti dai
stesso è un semidio.                                      poteri straordinari, libri o specchi incantati.
Un discorso a parte merita il romanzo Anna di Nic-        Tali oggetti, non diversamente da quanto accade
colò Ammaniti, suggestiva contaminazione di ge-           nelle fiabe, talvolta sono dati al protagonista da
neri, tra fantasy e noir, fantascienza e romanzo di       un aiutante.
formazione.                                               ❱ Anche nel genere fantasy, infatti, è possibile in-
                                                            dividuare un sistema dei personaggi, costituito
L’AMBIENTAZIONE SPAZIO-TEMPORALE                            dall’eroe-protagonista, a cui si oppone un anta-
                                                            gonista, e da aiutanti dell’uno e dell’altro.
❱ In genere, sul modello offerto da Tolkien, le vi-
  cende della narrazione fantasy si svolgono in un        L’eroe-protagonista, sempre onesto e coraggioso,
  mondo fantastico, completamente diverso dal             incarna valori positivi, ai quali si oppone la
  nostro.
                                                          malvagità dell’antagonista e dei suoi aiutanti.
Un mondo talvolta del tutto separato, talvolta,
invece, collegato in qualche modo con il mondo            LA RICERCA
umano, attraverso un varco, come nelle Cronache           Il protagonista, generalmente, ha una sorta di
di Narnia, dove per giungere in una terra incantata       “missione” da compiere: cercare un oggetto, un
è sufficiente entrare in un armadio.                      luogo, un personaggio.
❱ Il tempo in cui è ambientata la narrazione è di         ❱ La “ricerca” è un meccanismo tipico del genere
  solito un indefinito passato, dai caratteri vaga-         fantasy. E si unisce inevitabilmente al tema del
  mente medievali; può tuttavia anche essere il             viaggio.
  presente o il futuro.
                                                          Un luogo, il Monte Fato, è la meta del viaggio di
                                                          Frodo e dei suoi compagni; la ricerca di una per-
I PERSONAGGI                                              sona, il fratellino, è la ragione del viaggio di Anna,
Il protagonista è, quasi sempre, un giovane
                                                          protagonista del singolare romanzo di Ammaniti.
«eroe», che può essere una creatura fantastica
come lo hobbit Frodo nei romanzi di Tolkien, o un         LA LOTTA TRA IL BENE E IL MALE
ragazzo apparentemente normale, ma dotato                 Nell’avventurosa ricerca del protagonista prende
di poteri magici, come Harry Potter, o ancora un          forma la netta opposizione tra “buoni” e “cat-
ragazzino del mondo reale come Bastian della              tivi”, tra il bene e il male. E, così, nelle pagine dei
Storia infinita.                                          romanzi fantasy prendono forma epocali battaglie
Quest’ultimo, attraverso la lettura di un libro, si ri-   o duelli tra l’eroe e il “nemico”. Infatti
troverà coinvolto nel regno di Fantasia, popolato
                                                          ❱ un altro elemento caratteristico e immancabile
da esseri fantastici e magici.                              della narrazione fantasy è la lotta tra il bene e
                                                            il male, nella quale a trionfare è sempre il bene.

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incontri
John R.R. Tolkien
John Ronald Reuel Tolkien è unanimemente riconosciuto il grande maestro del genere fantasy.
Grazie a una conoscenza approfondita delle leggende e saghe medievali nordiche e a una fantasia
potente e straordinaria ha immaginato degli esseri del tutto nuovi, gli hobbit, e definito interamen-
te il loro mondo. Ciò che infatti colpisce subito il lettore è la precisione con cui è presentato questo
universo fantastico, di cui giungiamo a conoscere nei dettagli anche, per esempio, il calendario
                        utilizzato o il tipo di scrittura.
                         Gli hobbit sono esseri «minuscoli; anche i più alti fra loro sono più piccoli
                             dei Nani, sebbene meno tozzi e robusti». Hanno visi gioviali, occhi viva-
                              cissimi e piedi ricoperti da un folto pelo riccio e castano. Il luogo in cui
                               vivono è la Contea nella Terra di Mezzo. Sono timidi, riservati e, soprat-
                                tutto, calmi e pacifici.
                                In un mondo che ha vissuto la tragedia delle due guerre mondiali (non
                               bisogna dimenticare che Lo Hobbit è pubblicato nel 1937, la trilogia Il
                               Signore degli Anelli nel 1954-1955) l’autore inglese dà vita al sogno di
                              un popolo «amante della pace, della calma e della terra ben coltivata».
                             Tolkien, punto di riferimento imprescindibile per tutti gli scrittori di fan-
                            tasy, negli ultimi anni ha conosciuto grande fama e grande popolarità, so-
                              prattutto presso le giovani generazioni, grazie alle trasposizioni cinema-
                                  tografiche dirette da Peter Jackson, con l’attore statunitense Elijah
                                    Wood nei panni dello hobbit Frodo Baggins.

                             Dalla nascita in Sudafrica alla Grande Guerra
                               John Ronald R. Tolkien nacque nel 1892 in Sudafrica da genitori inglesi. Alla sola età
                               di tre anni perse il padre e si trasferì con la madre e il fratello in Inghilterra, nei dintorni
                               di Birmingham. Nel 1904 perse anche la madre e fu affidato al sacerdote cattolico
                               padre Francis Morgan, che si occupò della sua istruzione. Completò gli studi all’Uni-
                               versità di Oxford.
                               Nel 1915 prese parte alla prima guerra mondiale combattendo sul fronte occidenta-
                               le: esperienza, questa, che lo segnò nel profondo.
                             La carriera universitaria e il gruppo dei coal – biters
                               Sposatosi con Edith Bratt, con la quale avrebbe trascorso tutta la vita, nel 1919 in-
                               traprese l’insegnamento universitario, prima a Leeds e poi a Oxford. Con alcuni colle-
                               ghi di Oxford e amici, fondò il gruppo dei coal – biters, i “mangiatori di carbone”, dedito
                               allo studio delle antiche letterature nordiche.
                             Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli
                               La conoscenza appassionata della mitologia e della letteratura nordiche ebbe un
                               ruolo non secondario nel mondo immaginato nel romanzo Lo Hobbit, pubblicato nel
                               1937, e nella trilogia del Signore degli Anelli (La Compagnia dell’Anello, pubblicato nel
                               1954, Le due Torri e Il ritorno del Re, entrambi usciti nel 1955), opere caratterizzate
                               da un avvincente stile epico. Negli anni successivi lo scrittore si dedicò a un’opera
                               iniziata già da anni, Il Silmarillion, che tuttavia non portò mai a conclusione. Morì in
                               Inghilterra nel 1973.

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Il Signore degli Anelli
La trilogia
  Il Signore degli Anelli è una trilogia, costituita da La Compagnia dell’Anello, romanzo
  pubblicato nel 1954, Le due Torri e Il ritorno del Re, entrambi usciti nel 1955. Pur se
  editi in origine separatamente, vanno considerati tre parti di un’unica opera, volumi-
  nosa e affascinante. Le vicende sono ambientate nell’immaginaria Terra di Mezzo,
  dove vivono gli Hobbit, cui si affiancano Nani, Elfi, Uomini e Orchi.
La trama
  Lo Hobbit Frodo Baggins ha ricevuto in eredità dallo zio Bilbo un anello magico. Si
  scopre che tale anello è l’Anello Unico, forgiato dal potente Signore del Male, Sauron.
  Tale oggetto è in grado di controllare tutti gli altri anelli del potere e tutte le popola-
  zioni della Terra di Mezzo. Dai popoli liberi del continente viene, dunque, deciso che
  Frodo, accompagnato da altri viandanti, intraprenda il viaggio verso il Monte Fato. Qui,
  nella voragine infuocata racchiusa all’interno del Monte, Frodo dovrà gettare l’Anello,
  facendolo sparire per sempre. Nella missione il protagonista sarà aiutato da altri tre
  Hobbit, Sam, Merry e Pipino, dal Nano Gimli, dall’Elfo Legolas, dal saggio stregone
  Gandalf, e da due Uomini, Boromir e Aragorn. Questa è la Compagnia dell’Anello che
  affronterà un viaggio lunghissimo, pieno di avventure e di ostacoli.
  Alla fine, saranno Frodo e Sam a portare a compimento la missione. Sauron è quindi
  finalmente sconfitto, ma nella Terra di Mezzo, dopo l’incontro con il Male, nulla potrà
  essere come prima.

 Frodo, interpretato
 dall’attore Elijah
 Wood, è l’eroe
 protagonista del
 capolavoro fantasy
 Il Signore degli Anelli.

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❱ T1 L’ospitalità degli Elfi
Frodo e i suoi compagni di viaggio giungono a Caras Galadhon, capitale del Regno di Lórien, abitato dagli
Elfi silvani, detti Galadhrim. Ad accoglierli in questo meraviglioso regno fatto di alberi è l’Elfo Haldir, che li
condurrà dai sovrani, il Sire Celeborn e Dama Galadriel.

        Genere            Opera                            Anno      Tema                              Difficoltà
                                                                     Accoglienza della Compagnia
                          Il Signore degli Anelli,
 Romanzo fantasy
                          La Compagnia dell’Anello
                                                           1954      dell’Anello nel Regno elfico di        •
                                                                     Lórien

  La Compagnia                   Il sole stava tramontando dietro le montagne, e le ombre si oscuravano
dell’Anello si rimette        nei boschi, quando essi si rimisero in cammino. Il loro sentiero s’inoltra-
in cammino: è
immediatamente                va tra gruppi d’alberi ove già era penetrato il crepuscolo. La notte discese
evidente il tema del          sotto le fronde mentre avanzavano, e gli Elfi accesero le loro lampade
“viaggio”, tipico del         d’argento.
genere fantasy.
                              D’un tratto furono di nuovo all’aperto, sotto un pallido cielo notturno
                              punteggiato da qualche stella precoce. Si stendeva innanzi a loro un am-
                              pio spazio senza alberi, di forma ovale e dalle estremità ricurve. Al di là vi
                              era un profondo fossato, immerso in tenue ombra, ma l’erba sull’orlo era
                              verde, memore dell’ardore del sole scomparso. Ancor oltre, si ergeva alto
  Si coglie dunque            un verde muro che circondava un verde colle ove si affollavano gli alberi
subito la natura              d’oro più imponenti che avessero visto in tutto il paese. Impossibile pre-
fantastica degli
ambienti e dei                cisare la loro altezza: giganteggiavano nel vespero come torri viventi. Tra
personaggi. Tale mondo        i loro rami frondosi e le loro foglie sempre vibranti, brillavano innumere-
fantastico è tuttavia         voli luci, verdi, oro e argento. Haldir si rivolse alla Compagnia.
descritto con precisione
“realistica” e ricchezza di
                                 «Benvenuti a Caras Galadhon!», disse, «Questa è la città dei Galadhrim
particolari.                  ove dimorano il Sire Celeborn e Galadriel, la Dama di Lórien. Ma da qui

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non possiamo entrare, poiché i cancelli non sono rivolti a nord; dobbia-
mo giungere sino al lato sud, e la via non è breve, perché la città è gran-
de».
Vi era una strada lastricata1 con pietre bianche, che costeggiava l’orlo del
fossato. Essi la percorsero verso ovest, con la città che s’innalzava all’in-
finito come una verde nube sulla loro sinistra; man mano che la notte si
faceva più fonda, le luci si moltiplicavano e la collina parve incendiata
di stelle. Giunsero infine a un bianco ponte, al di là del quale si aprivano
le porte della città, rivolte a sud-ovest, e poste tra due bracci delle mura
che in quel punto si prolungavano affiancandosi, in modo che tra essi si
formava un corridoio; erano alte e forti, e molte lanterne le illuminavano.
Haldir bussò e disse qualcosa: il cancello si aprì silenziosamente, ma di
guardie Frodo non vide traccia. I viaggiatori entrarono, e le porte si chiu-
sero alle loro spalle. Percorsero un viale incassato2 fra i bracci delle mura,
ed entrarono nella Città degli Alberi. Non si vedeva nessuno, e non si
udivano passi sui sentieri; ma nell’aria vibravano molte voci, tutt’intor-
no e sulle loro teste. Dall’alto del colle giungeva un canto, come limpida
pioggia gocciolante sulle foglie.
Percorsero molti sentieri e salirono molte scalinate, e infine arrivarono
nei luoghi eccelsi3, e videro innanzi a loro, in mezzo a un ampio pra-
to, scintillare una fontana. La illuminavano lampade d’argento sospese ai
rami degli alberi, e l’acqua scrosciava in una vasca d’argento dalla qua-
le scorreva un candido ruscello. Sul lato sud del prato s’innalzava il più
maestoso degli alberi; l’imponente fusto era liscio e irradiava il bagliore

1. lastricata: pavimentata.
2. incassato: chiuso.
3. eccelsi: altissimi.

                                                                        PERCORSO 5 ❱ Il fantasy   7
5 Il fantasy COMPETENZE DI BASE - Edizioni Simone
cangiante della seta grigia; si rizzava verso il cielo, accompagnato, da una
                               certa altezza in poi, dai primi rami che aprivano le loro immense membra
                               sotto un’ombrosa nube di fogliame. Contro il tronco poggiava una gran-
                               de scala bianca ai piedi della quale sedevano tre Elfi. Saltarono in piedi
                               all’avvicinarsi dei viaggiatori, e Frodo vide che erano alti e portavano una
                               grigia cotta di maglia e una lunga cappa bianca.
                               “Qui dimorano Celeborn e Galadriel”, disse Haldir. “E loro desiderio che
                               saliate a conversare con loro”.
                               Uno degli Elfi custodi trasse allora da un piccolo corno un limpido squil-
                               lo, al quale risposero tre note dall’alto delle fronde. “Vi precederò”, disse
                               Haldir. “Che Frodo mi segua insieme a Legolas. Gli altri possono salire
                               nell’ordine che preferiscono. È un lungo percorso per chi non è abituato
                               a simili scale, ma potrete riposare durante la salita”.
  Viene inventato                Mentre si arrampicava lentamente, Frodo passò molti flet4: alcuni da un
anche un linguaggio            lato, altri dal lato opposto, altri ancora costruiti intorno al tronco, sì che la
specifico: nota, ad
esempio, i termini flet e      scala li attraversava. A grande altezza da terra giunse infine su un ampio
talan.                         talan5, pari al ponte di una nave. Ivi si ergeva una casa di tali dimensioni
                               da poter quasi fungere da dimora per gli Uomini abitanti sulla terra. Egli
                               vi entrò al seguito di Haldir, e si trovò in una stanza ovale al centro della
                               quale cresceva il fusto del grande albero, che si affusolava6 avvicinandosi
                               alla sommità, ed era pur sempre un pilastro dall’ampia circonferenza.
                               La camera era immersa in una tenue luce; le pareti erano verdi e argento,
                               e il soffitto dorato, molti Elfi erano lì seduti. Vicino al tronco, su due sedie
                               sormontate da un baldacchino di rami viventi, sedevano a fianco a fianco
                               Celeborn e Galadriel. Si alzarono ad accogliere gli ospiti, secondo l’usanza
                               degli Elfi, e anche di coloro che fra loro venivano considerati come po-
                               tenti re. Erano molto alti, e la statura della Dama pari a quella del Signore. I
                               loro volti erano gravi e belli. Le vesti erano bianche, e i capelli della Dama
                               di un oro intenso, e quelli del Sire Celeborn d’argento, lunghi e lucenti;
                               nessuna traccia d’età, salvo forse la profondità dei loro occhi, penetranti
                               come lance, eppur impenetrabili, abissi di arcaici ricordi7.
                               Haldir condusse Frodo al loro cospetto, e il Signore gli diede il benvenuto
                               nella propria lingua. Dama Galadriel non pronunciò parola, ma mirò a
                               lungo il suo viso.
  Non soltanto                   «Siedi ora accanto a me, Frodo della Contea!», disse Celeborn. «Quando
la narrazione, ma              saranno giunti tutti parleremo insieme».
anche i dialoghi sono
caratterizzati da uno          Egli salutò cortesemente ognuno dei compagni, chiamandoli per nome
stile epico e da un            man mano che entravano. […]
registro nel complesso         Quando tutti gli ospiti furono seduti innanzi a lui, il Signore li osservò
alto.
                               nuovamente. «Qui ve ne sono otto», disse. «Nove dovevano partire, se-
                               condo quanto riferivano i messaggi. Forse vi è stato qualche cambia-

4.   flet: piattaforme tra gli alberi.
5.   talan: anche esso è una piattaforma, ma più grande.
6.   si affusolava: si snelliva, si restringeva.
7.   abissi di arcaici ricordi: i loro occhi profondi sono abissi in cui si conservano ricordi antichissimi; gli Elfi vivono
     anche migliaia di anni, mentre gli hobbit generalmente 100-120 anni.

     8   Percorsi di lettura
5 Il fantasy COMPETENZE DI BASE - Edizioni Simone
mento nelle decisioni, di cui non siamo stati avvertiti. Elrond8 è lontano,
ci divide una profonda oscurità e durante tutto l’anno le ombre si sono
fatte sempre più lunghe».
«No, non vi furono cambiamenti nelle decisioni», disse Dama Galadri-
el, parlando per la prima volta. La sua voce era chiara e armoniosa ma
più profonda del tono solito di una donna. «Gandalf il Grigio partì con
la Compagnia, ma egli non ha varcato i confini di questa terra. Diteci
dov’egli si trova; grande è il mio desiderio di parlare nuovamente con lui.
Non posso io vederlo da lontano, a meno ch’egli non passi i cancelli di
Lothlórien9: è avvolto da grigia foschia, e il cammino dei suoi piedi e del
suo pensiero sono a me nascosti».
«Ahimè!», disse Aragorn. «Gandalf il Grigio cadde nell’ombra. Egli rimase
a Moria ove soccombette».
A tali parole tutti gli Elfi della sala gridarono dal dolore e dallo stupore.
«Queste sono notizie assai funeste», disse Celeborn, «le più funeste che
siano giunte qui in lunghi anni pieni di sofferenze». Si rivolse a Haldir.
«Perché nulla di tutto ciò mi è stato detto?», chiese in lingua elfica.
«Non abbiamo parlato a Haldir delle nostre imprese e dei nostri scopi»,
disse Legolas, «da principio eravamo stanchi, e il pericolo incombeva10
troppo vicino; poi dimenticammo quasi il nostro dolore, mentre cammi-
navamo nella gioia dei dolci sentieri di Lórien».
«Grande è pure il nostro dolore, e la perdita insostituibile”, disse Frodo,
“Gandalf era la nostra guida, e ci condusse attraverso Moria; e allorquando
pareva non vi fosse più speranza di scampo, egli ci salvò, sacrificandosi».
                     (Quinta edizione Bompiani Vintage, 2013; trad. di V. Alliata di Villafranca –
                    riveduta e aggiornata in collaborazione con la Società Tolkieniana Italiana)

8. Elrond: Elrond è un Mezzelfo, cioè discendente degli Elfi e degli Uomini. Ha deciso di far parte degli Elfi e ha sposato
    la figlia di Celeborn e Galadriel. È stato mandato lontano dal Regno e ha fondato Gran Burrone, una delle ultime
    roccaforti contro Sauron, il Signore del Male.
9. Lothlórien: altro nome del Regno di Lórien.
10. incombeva: era imminente, sovrastava minaccioso.

                                                                                                      Nell’adattamento
                                                                                                      cinematografico
                                                                                                      di Peter Jackson
                                                                                                      Galadriel è
                                                                                                      interpretata dall’attrice
                                                                                                      australiana Cate
                                                                                                      Blanchett.

                                                                                           PERCORSO 5 ❱ Il fantasy      9
5 Il fantasy COMPETENZE DI BASE - Edizioni Simone
LAVORARE PER COMPETENZE
                           ❱ Comprensione e analisi
                            Completa il testo scegliendo opportunamente tra le quattro opzioni proposte.
                            Verso ............................................ 1. la Compagnia dell’Anello giunge a Caras Ga-
                            ladhon, capitale di Lórien, dove dimorano i ............................................ 2. Celeborn e
                            Galadriel. Frodo e i suoi compagni sono accolti e guidati da ........................................ 3.
                            Caras Galadhon è la bellissima “Città degli ............................................” 4. Su un ampio
                            ............................................ 5., pari al ponte di una nave, si erge un’enorme casa. Entra
                            per primo Frodo, seguito poi dagli altri compagni. Vi è una grande sala .......................
                            ..................... 6., dove sono molti Elfi, Celeborn e Galadriel. Celeborn chiede perché ..
                            .......................................... 7. il Grigio non sia più con la Compagnia. Egli, in realtà, si è
                            sacrificato per salvare i suoi compagni.
                            Il brano appena letto appartiene al ............................................ 8. libro della trilogia Il
                            Signore degli Anelli, capolavoro del genere fantasy. Il carattere .................................
                            ........... 9. dello spazio rappresentato in questo tipo di narrazione appare immedia-
                            tamente evidente, basti pensare a questa città costruita in una fitta vegetazione.
                            Fantastici sono anche i ............................................ 10.: la Compagnia dell’Anello, for-
                            mata essa stessa da Hobbit, Elfi, Nani e Uomini, giunge presso la popolazione dei
                            Goladhrim, Elfi silvani.

                              1.     A. sera              B. mattina           C. l’alba             D. notte
                              2.     A. capitani          B. guerrieri         C. sovrani            D. mezzelfi
                              3.     A. Elrond            B. Haldir            C. Aragorn            D. Gandalf
                              4.     A. Elfi              B. Arcobaleni        C. Alberi             D. Uomini
                              5.     A. albero            B. flet              C. colle              D. talan
                              6.     A. tonda             B. quadrata          C. rettangolare       D. ovale
                              7.     A. Gandalf           B. Elrond            C. Haldir             D. Aragorn
                              8.     A. primo             B. secondo           C. terzo              D. ultimo
                              9.     A. realistico        B. mimetico          C. fantastico         D. originale
                             10. A. temi                  B. caratteri         C. personaggi         D. termini

                           ❱ Competenza digitale
                            Arricchisci e approfondisci le notizie relative alla trilogia Il Signore degli Anelli. Prova,
                            poi, a farne in Power Point una presentazione (prima edizione e trama in breve di cia-
                            scun libro, protagonista e personaggi principali, rappresentazione spazio-temporale,
                            temi ecc.).

10   Percorsi di lettura
grammatica in azione                                           riflessione sulla lingua

❱ I connettivi
D’un tratto furono di nuovo all’aperto, sotto un pallido cielo nottur­no punteggiato da qualche
stella precoce. Si stendeva innanzi a loro un ampio spazio senza alberi, di forma ovale e dalle
estremità ricurve. Al di là vi era un profondo fossato, immerso in tenue ombra, ma l’erba sull’or­
lo era verde, memore dell’ardore del sole scomparso.

  I connettivi sono parti invariabili del discorso (congiunzioni, avverbi, preposizioni o locuzioni) che hanno la
  funzione di collegare fra loro parti del testo.
  Sono tantissimi e di diversa tipologia:
  • temporali (prima, dopo, allora, qualche giorno fa, una volta, adesso, mentre…);
  • spaziali (dove, lì, sopra, sotto, all’interno, all’esterno, verso…);
  • logico-causali (quindi, dunque, insomma, di conseguenza, pertanto…);
  • prescrittivi (innanzitutto, in primo luogo, poi, infine, in conclusione…);
  • esplicativi (cioè, infatti, ad esempio, in altre parole, per quanto riguarda, in sintesi …);
  • avversativi (ma, invece, tuttavia, eppure, al contrario, ciononostante, malgrado…);
  • d’importanza (prima di tutto, oltre a ciò, anche pure, a questo punto, in primo luogo…);
  • conclusivi (affinché, allo scopo di, allora, pertanto, quindi, insomma…);
  • ipotetici (ammettendo che, ipoteticamente, nel caso in cui, se è vero che…);
  • di somiglianza (come, analogamente, anche, mentre…).
  Per individuare la correttezza d’uso di un connettivo è necessario leggere con attenzione la frase in cui è
  inserito, cercando di cogliere il nesso logico in base al quale il connettivo collega le parti del testo.

1. Il periodo “Non ho rispettato il limite di velocità e ho preso una multa” è costituito da due frasi connesse
   dalla congiunzione e, che le collega logicamente introducendo

        A. un confronto rispetto a quanto viene detto prima
        B. una limitazione rispetto a quanto viene detto prima
                                                                                                 i   invalsi 2015-2016
        C. una conseguenza rispetto a quanto viene detto prima
        D. una precisazione rispetto a quanto viene detto prima

2. Leggi il seguente testo e cerchia tutti i connettivi che riesci a individuare.
   Natale si stava avvicinando. Un mattino di metà dicembre, il castello di Hogwarts si svegliò sotto una pesante
   coltre di neve. Il lago era diventato una spessa lastra di ghiaccio e i gemelli Weasley erano stati puniti per aver
   fatto un incantesimo alle palle di neve, che si erano messe a inseguire Quirrell do­vunque andasse, rimbalzan-
   do sul retro del suo turbante. I pochi gufi che riuscivano a fendere il cielo temporalesco per conse­gnare la
   posta dovevano poi essere accuditi da Hagrid prima di poter riprendere il volo.
   Tutti quanti non vedevano l’ora che cominciassero le vacan­ze. Mentre nella sala comune di Grifondoro e nella
   Sala Grande ardevano fuochi scoppiettanti, i corridoi pieni di spifferi erano gelidi e un vento sferzante faceva
   sbattere le imposte nelle aule. Il peggio erano le lezioni del professor Piton, che si tenevano nei sotterranei,
   dove il respiro si condensava in nuvolette e tutti cer­cavano di starsene il più vicino possibile ai calderoni bol-
   lenti.
                                         (J. K. Rowling, Harry Potter e la Pietra Filosofale, Salani; trad. di M. Astrologo)

                                                                                       PERCORSO 5 ❱ Il fantasy         11
grammatica in azione

3. Leggi la seguente frase.
   “Per essere sicuri di acquistare un buon prodotto, bisogna rivolgersi a personale specializzato e accertarsi che
   il serramento sia conforme alla normativa vigente, che abbia cioè superato i test anti-scasso previsti dalla
   legislazione”.
   Con quale delle seguenti parole puoi sostituire “cioè” senza alterare il significato del testo?
                A. infatti
                B. invece
                C. prima
                                                                                                                                                                                                                                                                   i          invalsi 2013-2014

                D. dunque

4. Nel testo che segue individua il connettivo sbagliato e sostituiscilo con uno corretto. Attenzione: non
   sempre c’è l’errore.
   Invece (……………………………..) nella locanda di Brea gli Hobbit si apprestavano a dormire, la Terra di Buck era
   immersa nell’oscurità; una leggera nebbia era sparsa verso (……………………) nelle conche e sotto (……………………)
   il fiume. La casa di Crifosso era buia e si­lenziosa. Grassotto Bolgeri aprì cautamente la porta e scrutò le
   tenebre. Un sentimento di paura mai (……………………………..) crescente si era impadronito di lui quel giorno
   (……………………………..), ed era incapace di starsene tranquillo o di andare a letto: nell’aria irrespirabile della not-
   te incombeva una minaccia. Quindi (……………………………..) guardava nel buio, un’ombra nera si mosse dentro
   (………………) gli alberi; il cancello parve aprirsi da solo e rinchiudersi attraverso (……………………………..) il più piccolo
   rumore. Fu colto dal panico, indietreggiò e per un attimo (……………………………..) rimase in piedi sull’ingresso, tre-
   mante. Eppure (……………………………..) chiuse la porta a chiave.
   La notte avanzava. Giunse il suono attutito di cavalli condotti furtiva­mente per il viale. Fuori (……………………………..)
   del cancello si fermarono, ma (…………………) tre figure nere si re­carono, strisciando per terra come ombre nella
   notte, sopra (……………………………..) alla facciata della casa. Una si fermò dietro (……………………………..) alla porta e le
   altre ai due lati dell’edificio; rimasero lì, immobili come ombre di pietra, mentre (……………………………..) passavano
   le ore. La casa e gli alberi silenziosi parevano aspettare trattenendo il fiato.
                                       (J. R. R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Bompiani; trad. di V. Alliata Di Villafranca)

5. In ognuno dei periodi che seguono collega le due frasi con il connettivo adatto.

   Esempio: Lo credevo onesto …… e invece …… è un ladro.
                                                                                                                                                                                                                                                                   i          invalsi 2010-2011

   a.      Ho solo pochi indizi ……………………….. non sono ancora in grado di indicare il colpevole.
   b.      I ragazzi accettarono la sfida ……………………….. non sembrare vigliacchi.
   c.      Lo scriverò sui muri e lo griderò nelle strade e nelle piazze …………………… tutti lo sappiano.
   d.      D. I negozi erano ancora aperti ………………………… fosse già tardi.

6. Scrivi quattro periodi costituiti ciascuno da due proposizioni unite tra loro dal connettivo indicato.
   a. tuttavia: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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   b. ammettendo che: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
   ..............................................................................................................................................................................

   c. quindi: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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   d. mentre: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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 12            Percorsi di lettura
❱ T2 La malvagità dell’Anello
Siamo all’ultimo capitolo della Compagnia dell’Anello, il primo romanzo della trilogia Il Signore degli Anelli.
Lo Hobbit Frodo, designato dal Consiglio Portatore dell’Anello, e quindi a capo di tutta la Compagnia, deve
prendere una decisione importante: la situazione è di estremo pericolo, gli Orchi sono dovunque… bisogna
proseguire insieme verso ovest, incontro alle guerre del regno di Gondor, o a est verso la Paura e l’Ombra?
O ancora sciogliere la compagnia e proseguire da solo? Si allontana dunque dal gruppo per poter riflettere
con più calma.

       Genere           Opera                                 Anno      Tema                                Difficoltà
                                                                        Il potere inquietante e sinistro
                        Il Signore degli Anelli,
 Romanzo fantasy
                        La Compagnia dell’Anello
                                                              1954       dell’Anello rischia di intaccare        •
                                                                           l’integrità della Compagnia

       Improvvisamente qualcosa lo destò dai suoi pensieri; la strana
       sensa­zione di una presenza dietro di sé, come se due occhi ostili lo
       stessero fis­sando. Balzò in piedi, voltandosi, ma con grande sorpre-
       sa vide solo Boromir1, il cui volto sorrideva affettuosamente.
5      «Ero in apprensione per te, Frodo», disse avvicinandosi. «Se, come
       dice Aragorn, gli Orchi sono nelle vicinanze, nessuno di noi do-
       vrebbe gi­rovagare da solo, e tu meno di tutti: pensa a tutte le cose
       che dipendono da te! Anche il mio cuore è pesante. Permetti che
       rimanga qui a parlare qualche minuto, ora che ti ho trovato? Sareb-
10     be per me un gran conforto. Quando si è in molti, ogni dialogo di-
       venta un’interminabile discussione. Ma in due si raggiunge a volte
       la saggezza».
       «Sei gentile», disse Frodo. «Ma non vi è dialogo che possa aiutarmi.
       So quel che dovrei fare, ma ho paura, Boromir, paura».
15     Boromir rimase un attimo silenzioso. Rauros2 ruggiva ininterrotta­
       mente. Il vento mormorava fra i rami degli alberi. Frodo rabbrividì.
       Improvvisamente Boromir andò a sedersi accanto a lui. «Sei certo
       di non soffrire inutilmente?», disse. «Desidero aiutarti. Hai bisogno
       di consigli nella tua ardua scelta. Non gradisci il mio?».
20     «Credo di conoscere già il consiglio che mi daresti, Boromir», disse
       Frodo. «Sembrerebbe saggio, se il cuore non mi mettesse in guar-
       dia».
       «In guardia? In guardia contro che cosa?», domandò brusco Boro-
       mir.
25     «Contro i ritardi. Contro la via che pare più agevole. Contro lo scrol-
       larmi di dosso il peso che grava sulle mie spalle. Contro... ebbene,
       poiché vuoi che te lo dica, contro la fiducia nella forza e nella sin-
       cerità degli Uomini».

1. Boromir: Boromir è, accanto ad Aragorn, rappresentante degli Uomini nella Compagnia dell’Anello, che, “capita-
   nata” dallo Hobbit Frodo Baggins, è costituita, inoltre, dagli Hobbit Sam, Merry e Pipino, dal Nano Gimli, dall’Elfo
   Legolas e dal saggio stregone Gandalf, che morirà durante la missione.
2. Rauros: si tratta delle cascate di Rauros.

                                                                                     PERCORSO 5 ❱ Il fantasy         13
L’Anello che lo
 hobbit Frodo e la
 sua Compagnia
 hanno il compito di
 distruggere è stato
 forgiato da Sauron,
 signore del Male, e
 possiede un enorme
 potere, in grado di
 rendere malvagio
 tutto ciò che viene
 fatto con esso.

                                    «Eppure quella forza ti ha a lungo protetto nel tuo piccolo paese
                              30    lon­tano, quantunque ne fossi ignaro».
                                    «Non metto in dubbio il valore della tua gente. Ma il mondo sta
                                    cam­biando. Le mura di Minas Tirith3 sono forse robuste, ma non
                                    abbastanza. Se dovessero cedere, cos’accadrebbe?».
                                    «Troveremmo sul campo una morte intrepida. Ma vi è ancora
                              35    speran­za che le mura non cedano».
                                    «La speranza non esiste, finché esiste l’Anello», disse Frodo.
                                    «Ah! L’Anello!», ripeté Boromir, e lo sguardo gli si illuminò. «Non è
                                    forse uno strano destino, dover soffrire tanta paura e tante incer-
                                    tezze per un oggetto così minuto? Un oggetto così minuto! E io l’ho
                              40    appena intravi­sto un attimo nella Casa di Elrond4. Permetti che gli
                                    dia un altro sguardo?».
                                    Frodo levò gli occhi su Boromir. Il suo cuore divenne improvvisa­
                                    mente gelido. Scorse una strana luce negli occhi del compagno di
                                    viag­gio, il cui volto era però gentile e amichevole. «È meglio che
                              45    rimanga na­scosto», rispose.
                                    «Come preferisci. Io non ci tengo», disse Boromir. «Permetti che
                                    al­meno te ne parli? Sembra infatti che tu pensi soltanto al pote-
                                    re che l’A­nello conferirebbe al Nemico, se egli se ne impadronisse:
                                    soltanto cioè al cattivo impiego di esso, e non ai suoi lati positivi. Il
                              50    mondo sta cambian­do, dici. Minas Tirith cadrà, se l’Anello non ver-
                                    rà annientato. Ma per­ché? Indubbiamente è ciò che accadrebbe, se
                                    fosse in mano al Nemico: ma perché dovrebbe accadere se l’Anello
                                    fosse nelle nostre mani?».

3. Minas Tirith: capitale del Regno di Gondor, di cui è nativo Boromir.
4. Elrond: Mezzelfo, cioè discendente degli Elfi e degli Uomini, ha deciso di far parte degli Elfi e ha sposato la figlia dei
   sovrani Celeborn e Galadriel. Anch’egli combatte con coraggio contro Sauron, il Signore del Male.

 14     Percorsi di lettura
«Non hai udito ciò che fu detto al Consiglio?», disse Frodo. «Perché
55     noi non possiamo adoperarlo, e tutto ciò che viene fatto con esso
       diventa malvagio».
       Boromir si alzò, camminando avanti e indietro con impazienza. «E
       così tu vai avanti», gridò. «Gandalf, Elrond... tutta questa gente ti ha
       in­segnato a pensare in quel modo. Forse ciò che dicono è valido
60     per loro; forse questi Elfi e Mezzielfi e Stregoni combinerebbero
       qualche guaio. Eppure a volte mi chiedo se siano effettivamente
       saggi e non semplicemente timidi. Comunque, a ognuno la pro-
       pria razza. Gli Uomini dal cuore sincero non si lascerebbero mai
       corrompere. Noi di Minas Tirith siamo rimasti fedeli attraverso anni
65     e anni di sofferenze. Non bramiamo il potere del Re di Angmar,
       ma solo la forza necessaria per difenderci, per difendere una giusta
       causa. E meraviglia! nell’ora del bisogno il fato mette alla luce l’A-
       nello del Potere. È un dono, ne sono convinto: un do­no ai nemici           SPAZIO AL LESSICO
       di Mordor5. È pura follia non adoperarlo, non adoperare il potere del       La parola temerari non
70     Nemico per lottare contro di lui. I temerari, gli spietati, sono costoro    può essere sostituita
                                                                                   da:
       gli unici che potranno vincere. Che cosa non farebbe un guerrie­ro
                                                                                      A. arditi
       in un’ora come questa, un grande capo? Che cosa non sarebbe ca-
                                                                                      B. impavidi
       pace di fare Aragorn? Oppure, se egli rifiuta, perché non Boromir?             C. audaci
       L’Anello mi conferirebbe il potere del Comando. Come caccerei via              D. implacabili
75     i nemici da Mordor! E allora tutti gli uomini si raggrupperebbero
       intorno alla mia bandiera».
       Boromir camminava in lungo e in largo, parlando sempre più con-
       citato. Pareva quasi aver dimenticato Frodo, nell’esaltare muraglie e
       armi e il radunarsi degli uomini; faceva progetti per grandi alleanze
80     e gloriose vittorie future; e dopo aver distrutto Mordor, diveniva egli
       stesso un potente re, saggio e benevolo. D’un tratto si arrestò agi-
       tando le braccia.
       «E ci ordinano di gettare via l’Anello!», gridò. «Non dico distrugger-
       lo, che sarebbe probabilmente un bene, se la ragione ci consentisse
85     di sperarvi. Ma lungi da ciò, l’unico piano che ci viene proposto, è di
       man­dare un Mezzuomo inerme dritto a Mordor, offrendo al Nemi-
       co la mi­gliore opportunità d’impadronirsi da sé dell’Anello. Follia!».
       «Certo te ne rendi conto, amico mio?», disse, voltandosi di scatto
       nuovamente verso Frodo. «Dici di avere paura. Se così è, anche il
90     più ar­dito ti comprenderebbe. Ma non credi che sia il tuo buonsen-
       so che si ri­bella?».
       «No, ho paura», disse Frodo. «Semplicemente paura. Ma sono felice
       che tu mi abbia parlato apertamente. Ogni cosa è più chiara adesso
       nella mia mente».
95     «Allora verrai a Minas Tirith?», gridò Boromir. I suoi occhi brillava­no
       nel viso impaziente.
       «Mi fraintendi», disse Frodo.

5. Mordor: è uno dei regni di Arda, nel continente della Terra di Mezzo.

                                                                           PERCORSO 5 ❱ Il fantasy      15
«Ma almeno per un breve periodo verrai?», insistette Boromir. «La
                                 mia città è ormai vicina; e dista da Mordor poco più di Tol Brandir.
                           100   Ab­biamo trascorso molto tempo in zone selvagge, e prima di po-
                                 ter fare qualunque mossa, è indispensabile che tu sia al corrente
                                 delle posizio­ni del Nemico. Vieni con me, Frodo», disse. «Hai biso-
                                 gno di riposa­re, prima dell’impresa, se essa è davvero inevitabile».
                                 Posò una mano sul­le spalle dello Hobbit con un gesto affettuoso;
                           105   ma Frodo sentì che la ma­no tremava d’eccitazione repressa. Fece
                                 un rapido passo indietro, guar­dando allarmato l’Uomo, alto quasi il
                                 doppio di lui, e infinitamente più forte.
                                 «Perché sei così ostile?», disse Boromir. «Io sono un animo sincero,
                                 e non un ladro, né un predone. Ho bisogno del tuo Anello: ormai
                           110   lo sai; ma ti do la mia parola che non desidero tenerlo per sempre.
                                 Perché non lasci che metta almeno alla prova il mio piano? Presta-
                                 mi l’Anello! ».
                                 «No! No!», gridò Frodo. «Il Consiglio ha dato a me l’incarico di por­
                                 tarlo».
                           115   «È per colpa della nostra stessa follia che il Nemico ci sconfigge-
                                 rà», urlò Boromir. «Che rabbia mi fai! Idiota! Idiota e testardo! Corri
                                 capar­biamente a buttarti nelle braccia della morte, e rovini la nostra
                                 causa. Se dei mortali hanno diritti da rivendicare sull’Anello, sono
                                 gli Uomini di Nùmenor, e non i Mezzuomini. È tuo solo per un
                           120   malaugurato caso. Avrebbe potuto essere mio. Doveva essere mio.
                                 Dammelo!».
                                 Frodo non rispose, ma si allontanò tanto da mettere fra sé e Boro-
                                 mir la grande pietra piatta. «Suvvia, suvvia, amico!», disse con tono
                                 più dol­ce l’Uomo di Minas Tirith. «Perché non sbarazzartene? Per-
                           125   ché non libe­rarti dal dubbio e dalla paura? Puoi far ricadere la colpa
                                 sulle mie spalle, se vuoi; dire, per esempio, che essendo molto più
                                 forte me ne sono impa­dronito con la violenza. Sappi che sono mol-
                                 to più forte di te, Mezzuomo», urlò; e d’un tratto si lanciò su Frodo,
                                 balzando al di là della pietra. Il suo bel viso amichevole era defor-
                           130   mato dalla rabbia; un fuoco infuriava nei suoi occhi.
                                 Frodo si spostò, mettendo di nuovo il sasso fra loro. Vi era una sola
                                 cosa ch’egli potesse fare: tremando, tirò fuori l’Anello appeso alla
                                 cate­nella e se l’infilò velocemente al dito, proprio al momento in
                                 cui Boromir si lanciava nuovamente su di lui. L’Uomo rimase come
                           135   boccheggiante, con lo sguardo per un momento fisso, e poi si mise
                                 a correre come un folle, cercando ovunque fra gli alberi e le rocce.
                                 «Sciagurato imbroglione!» urlò. «Lascia che ti metta le mani addos­
                                 so! Ora capisco le tue intenzioni. Vuoi portare l’Anello a Sauron, e
                                 ven­dere tutti noi. Aspettavi solo il momento giusto per abbando-
                           140   narci. Che tu e tutti i Mezzuomini siate dannati alla morte e all’o-
                                 scurità!». Inciampò in un sasso, e cadde bocconi disteso per terra.
                                 Per qualche tempo rimase immobile, come fulminato dalla propria
                                 maledizione; poi scoppiò im­provvisamente in lacrime.

16   Percorsi di lettura
Alzandosi si passò una mano sugli occhi, asciugandosi le lacrime.
145            «Che ho detto?», gridò. «Cosa ho fatto? Frodo, Frodo! », chiamò
               ripetu­tamente. «Torna! Sono stato colto da una crisi di follia, ma ora
               è passata. Torna!».
                                                   (Quinta edizione Bompiani Vintage, 2013; trad. di V. Alliata di Villafranca –
                                                 riveduta e aggiornata in collaborazione con la Società Tolkieniana Italiana).

LAVORARE PER COMPETENZE
❱ Comprensione e analisi
 1. Sintetizza in poche righe (cinque-sei) il contenuto del brano.
 2. Boromir è apparentemente sereno, ma è in realtà in preda al potere malefico
    dell’Anello: sottolinea i passi del brano in cui appaiono evidenti i segni della
    “crisi di follia”, come lo stesso Boromir la definisce.
 3. Che cosa desidera realmente Boromir?
 4. Come si comporta Frodo? Quali aspetti del suo carattere vengono fuori da
    questo episodio?
 5. Perché secondo te, alla fine del brano, Boromir “scoppia a piangere”?

❱ Competenza grammaticale e lessicale
 6. Qual è il valore grammaticale del termine sottolineato nella seguente frase?
             “In guardia? In guardia contro che cosa?”, domandò brusco Boromir.
                         A. Aggettivo qualificativo
                         B. Aggettivo sostantivato
                         C. Aggettivo con valore avverbiale
                         D. Aggettivo indefinito

 7. Che tipo di proposizione subordinata è presente nel breve testo che segue?
             “Eppure quella forza ti ha a lungo protetto nel tuo piccolo paese lontano, quan-
             tunque ne fossi ignaro”.
 Proposizione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

 8. Trova un sinonimo per ciascuno degli aggettivi tratti dal brano.
             a. temerario                                   ............................................................................................................

             b. spietato                                    ............................................................................................................

             c. concitato                                   ............................................................................................................

             d. inerme                                      ............................................................................................................

             e. ardito                                      ............................................................................................................

             f. impaziente                                  ............................................................................................................

             g. immobile                                    ............................................................................................................

                                                                                                                                                                                                                                         PERCORSO 5 ❱ Il fantasy   17
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❱ T3 J. K. Rowling
          A lezione di volo
 L’AUTRICE
 Scrittrice britannica, Joanne Rowling nasce nel 1965. Ha dato vita al personaggio del
 giovane mago Harry Potter, protagonista di una saga che ha conosciuto un successo
 mondiale di proporzioni eccezionali. Sette sono i romanzi della serie: il primo è
 «Harry Potter e la Pietra Filosofale», pubblicato per la prima volta nel 1997, l’ultimo,
 il settimo, è «Harry Potter e i Doni della Morte», del 2007.
 Il suo nome è legato indissolubilmente a questi romanzi, anche se, in realtà, la
 Rowling è autrice di altri libri, non soltanto per ragazzi.
Il brano è tratto dal primo libro della lunga e fortunata saga di Harry Potter. Harry
frequenta la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. E adesso è arrivato il momento
della lezione di volo sulla scopa…

 Genere                 Opera          Anno     Tema                                             Difficoltà
                        Harry Potter
                                                Lezione di volo alla Scuola di magia e
 Romanzo fantasy        e la Pietra    1997
                                                stregoneria                                           •
                        Filosofale

Harry non avrebbe mai creduto possibile incontrare un ragazzo più
odioso di Dudley
          Dudley; questo, prima di conoscere Draco Malfoy.
                                                       Malfoy Tuttavia,
i Grifondoro del primo anno frequentavano con i Serpeverde soltanto
il corso di Pozioni e quindi non doveva sopportarlo troppo a lungo. O
per lo meno fu così fino a quando, nella bacheca della sala comune di
Grifondoro, non comparve un avviso che sollevò un lamento di protesta
generale. Il giovedì successivo sarebbero iniziate le lezioni di volo, cui
Grifondoro e Serpeverde avrebbero partecipato insieme.
«Ti pareva!» commentò cupo Harry. « Proprio quello che ho sempre
desiderato: rendermi ridicolo a cavallo di una scopa sotto gli occhi di
Malfoy».
Aveva aspettato con ansia le lezioni di volo, più di qualsiasi altra cosa.

Dudley l’odioso cugino di Harry. Harry, infatti, è stato affidato all’età di un anno agli zii ed è con loro
Dudley:
che ha vissuto a lungo, prima di scoprire di essere un mago. I suoi genitori, James e Lily, sono stati uccisi
dal malefico Lord Voldemort.
Draco Malfoy:
       Malfoy anch’egli studente a Hogwarts, è acerrimo nemico di Harry. Appartiene ai Serpeverde,
mentre Harry ai Grifondoro. Serpeverde e Grifondoro sono due delle Case in cui è suddivisa la scuola. Le
altre due sono Tassofrasso e Corvonero.

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«Non sai ancora se ti renderai veramente ridicolo» disse Ron con grande
buonsenso. «Comunque, ho sempre sentito Malfoy vantarsi di quanto è
bravo a giocare a Quidditch
                    Quidditch, ma scommetto che sono tutte balle».
Indubbiamente Malfoy parlava molto del volo. Strepitava lamentandosi
del fatto che gli allievi del primo anno non entravano mai a far parte
della squadra della propria Casa, e millantava avventure mirabolanti che
finivano sempre con lui che sfuggiva per un pelo ai Babbani a bordo di
elicotteri. […]
Quel pomeriggio, alle tre e mezzo, Harry, Ron e gli altri Grifondoro
correvano giù per la scalinata d’ingresso alla volta del parco, per la
loro prima lezione di volo. Era una giornata chiara e ventosa e l’erba
si increspava sotto i loro passi mentre scendevano giù per una collina
verso un prato in direzione opposta alla Foresta Proibita,
                                                  Proibita le cui chiome
ondeggiavano, nere, in lontananza.
I Serpeverde erano già arrivati e per terra c’erano anche venti scope
ordinatamente disposte in tante file.

Ron è il più caro amico di Harry.
Ron:
Quidditch: è un gioco molto popolare nel mondo magico di Harry Potter. Si gioca con la palla a cavallo di
Quidditch
manici di scopa.
Babbani: persone “normali”, che non hanno poteri magici.
Babbani
Foresta Proibita:
        Proibita è una foresta nelle vicinanze della scuola di Hogwarts, il cui accesso è negato agli
studenti.

                                                                               Da questo primo
                                                                               episodio all’ultimo
                                                                               della saga, l’attore
                                                                               londinese Daniel
                                                                               Radcliffe è il volto sul
                                                                               grande schermo di
                                                                               Harry Potter.

                                                                           PERCORSO 5 ❱ Il fantasy        19
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Giunse l’insegnante, Madame Hooch. Era una donna bassa, coi capelli
grigi e gli occhi gialli come un falco.
«Be’, che cosa state aspettando?» sbraitò. «Ciascuno prenda posto accanto
a una scopa. Di corsa, muoversi!».
Harry abbassò lo sguardo sulla sua scopa. Era vecchia e alcuni rametti
sporgevano formando strani angoli.
«Stendete la mano destra sopra la vostra scopa» disse Madame Hooch di
fronte a loro, «e dite: ‘Su!’».
«SU!» gridarono in coro.
A Harry, la scopa saltò immediatamente in mano, ma fu una delle poche.
Quella di Hermione Granger si era limitata a rotolare per terra e
quella di Neville non si era neanche mossa. Forse le scope, come i cavalli,
sentivano quando avevi paura, pensò Harry; c’era stato un tremito,
nella voce di Neville, che aveva tradito chiaramente il suo desiderio di
rimanere con i piedi piantati in terra.
A quel punto, Madame Hooch mostrò a tutti come montare il manico di
scopa senza scivolare verso il fondo, e poi passò in rassegna le file per
correggere la presa. Harry e Ron se la godettero un mondo quando disse
che erano anni che Malfoy usava la presa sbagliata.
«E ora, quando suonerò il fischietto, datevi una spinta premendo forte
i piedi per terra » disse Madame Hooch. «Tenete ben salde le scope e
sollevatevi di un metro circa; poi tornate giù inclinandovi leggermente in
avanti. Al mio fischio... tre... due...».
Ma Neville, nervoso e sovreccitato com’era, nel timore di rimanere a
terra, si diede la spinta prima ancora che il fischietto avesse sfiorato le
labbra di Madame Hooch.
«Torna indietro, ragazzo!» gridò lei, ma Neville si stava sollevando
in aria come un turacciolo esploso da una bottiglia... tre metri... sei
metri... Harry vide che era terreo in volto mentre guardava il suolo che
si allontanava sempre più, vide che gli mancava il fiato, poi lo vide
scivolare dal manico, e...
SBAM! Un tonfo, uno schianto sinistro e Neville era lì sull’erba, faccia a
terra, come un fagotto informe.

Hermione Granger:
           Granger studentessa appartenente alla Casa di Grifondoro.
Neville: Neville Longbottom, anch’egli dei Grifondoro, è cresciuto con la nonna, la strega Augusta.
Neville

 20    Percorsi di lettura
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La sua scopa salì sempre più in alto e poi si allontanò come andasse alla
deriva verso la Foresta Proibita, scomparendo alla vista.
Madame Hooch era china sul ragazzo, con il viso altrettanto pallido.
«Polso rotto» la udì bofonchiare Harry. «Coraggio, ragazzo... non è niente,
alzati».
Poi si rivolse al resto della classe.
«Nessuno si muova mentre io lo accompagno in infermeria. Lasciate le
scope dove si trovano o sarete espulsi da Hogwarts».
Neville, con il volto rigato dalle lacrime e reggendosi il polso, si avviò
zoppicando insieme a Madame Hooch, che lo cingeva con il braccio.
Non erano ancora fuori dalla portata di voce che Malfoy scoppiò in una
sonora risata.
«Hai visto che faccia, quel gran salame che non è altro?».
Gli altri Serpeverde si unirono a lui nel prenderlo in giro.
«Guardate! » disse Malfoy facendo un balzo in avanti e raccogliendo
qualcosa fra l’erba. «E quello stupido aggeggio che gli ha mandato la
nonna».
«Da’ qui, Malfoy» disse tranquillamente Harry. Tutti tacquero all’istante
per godersi la scena.
Malfoy sorrise maligno.
«Penso che la metterò in un posticino dove Longbottom dovrà andarsela a
riprendere... cosa ne dite, per esempio... della cima di un albero?»
«Dammela!» gridò Harry, ma Malfoy era già balzato sulla sua scopa ed era
decollato».
Harry afferrò la sua scopa,
«No!» gridò Hermione Granger. « Madame Hooch ci ha detto di non
muoverci... Ci caccerai tutti nei guai!».
Harry la ignorò. Sentiva il sangue pulsargli nelle orecchie. Inforcò la
scopa, calciò forte il suolo e via, si levò in alto, con il vento che gli
scompigliava i capelli e in un impeto di gioia selvaggia si rese conto di
aver scoperto una cosa che sapeva fare senza bisogno di studiare... era
facile, era meraviglioso.
                                (Riduz. e adatt.; Adriano Salani Editore, Milano, 1998; trad. di M. Astrologo)

stupido aggeggio:
        aggeggio si tratta di una Ricordella, una piccola sfera di vetro che diventa rossa se il
proprietario ha dimenticato qualcosa.

                                                                              PERCORSO 5 ❱ Il fantasy    21
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