Si dissolvono le illusioni sul vaccino anti-morbillo - Comilva

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Si dissolvono le illusioni sul vaccino anti-morbillo - Comilva
Associazione COMILVA Onlus
                                           Coordinamento del Movimento Italiano per la Libertà di Vaccinazione

                             Si dissolvono le illusioni
                             sul vaccino anti-morbillo
                                             Il CDC riporta che nessuno negli Stati Uniti, è morto di morbillo
                                             negli ultimi 12 anni. Nel frattempo dobbiamo registrare 98
                                             decessi correlati al vaccino anti-morbillo dal 2003. Durante tale
                                             periodo di tempo, sono stati segnalati al sistema di reporting
                                             Vaccine Adverse (VAERS) 694 casi di disabilità correlate al vaccino
                                             anti-morbillo. La mortalità infantile a causa di morbillo è di 200 a
                                             400 volte maggiore nei bambini malnutriti nei paesi meno
                                             sviluppati rispetto a quelli che vivono nei paesi sviluppati; come
                                             la nutrizione migliora, le complicazioni e le morti diminuiscono
                                             gradualmente. Questi sono solo alcuni dati che devono farci
                                             riflettere sulla reale necessità di avere oggi un programma
 La dott.sa Suzanne Humpries                 mondiale di vaccinazione contro il morbillo: a fronte di una
                                             monocultura vaccinale che si dimostra sempre più invasiva - tanto
da mettere in seria discussione anche le libertà personali e il diritto all’istruzione dei non vaccinati – abbiamo
il dovere di andare oltre le apparenti sicurezza che ci vengono inculcate sulla pratica vaccinale acquisendo la
giusta consapevolezza dei fatti, anche attraverso un excursus storico, come ci viene proposto dalla dott.sa
Suzanne Humphries nel libro “Dissolving Illusions About the Measles Vaccine”.

Riprendendo le conclusioni di questo lavoro, oggi abbiamo il dovere di analizzare razionalmente e
obiettivamente i rischi e i benefici di qualsiasi programma di vaccinazione, piuttosto che fare affidamento
su campagne fondate sulla paura, progettate dai produttori di vaccini a caccia di profitto e promosse
attraverso le agenzie governative di regolamentazione e di definizione delle politiche sanitarie, insieme
con i media coinvolti in questa rete di conflitti di interesse

Il lavoro che vi proponiamo è stato pubblicato su mercola.com,
http://articles.mercola.com/sites/articles/archive/2015/03/24/dissolving-illusions-measles-
vaccine.aspx?e_cid=20151215Z2_DNL_SECON&utm_source=content&utm_medium=email&utm_content=s
econ&utm_campaign=20151215Z2&et_cid=DM92568&et_rid=1264443417 il 24 marzo 2015 ed è tratto
proprio dall’omonimo testo scritto da Suzanne Humphries, MD e Roman Bystrianyk,
http://www.amazon.com/Dissolving-Illusions-Disease-Vaccines-Forgotten/dp/1480216895 . Le note
integrative al lavoro pubblicato su mercola.com sono tratte da: http://drsuzanne.net/2015/10/why-dr-
suzanne-humphries-an-anti-vaccine-activist-is-lying-to-you-about-measles/

 Sede Legale             Corrispondenza                                 Codice Fiscale: 91128880407
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                                                                                                            marzo 2016

Introduzione

Questo articolo è stato tratto lavoro della Dottoressa
Suzanne Humphries “Dissolving Illusions”, con il               La posta in gioco è molto più
contributo del dottor Mercola, Barbara Loe Fisher e
Sayer Ji. Se avete un sincero interesse per questo
                                                               grande del morbillo. Si tratta
argomento vi consigliamo vivamente di acquistare una           di portare l'intera
copia di questo libro eccellente.
                                                               popolazione ad accettare il
Nel numero del 24 marzo 2015 di The Journal of
American Medical Association (JAMA) [1] si sostiene            concetto che la vaccinazione
che il consenso della comunità scientifica è a favore dei      è un modo più efficace per
vaccini per l'infanzia, considerati sicuri ed efficaci,
secondo il CDC e l’OMS fra i 10 grandi successi del 20°        mantenersi in salute …
secolo.

Con questa considerazione delle vaccinazioni, non c'è da meravigliarsi più di tanto se, da quando a circa una
cinquantina di visitatori di Disneyland (California) è stato diagnosticato il morbillo all'inizio del 2015, l'intero
paese è stato sottoposto a un fuoco di fila incessante di articoli dei media tradizionali che hanno accusato i
bambini non vaccinati per un’epidemia di morbillo che, al 16 marzo 2015, consisteva di ben 176 casi [2], un
numero decisamente insignificante di casi su una popolazione di 320 milioni di persone.

Il modo in cui funzionari della sanità pubblica e i media hanno alimentato la paura irrazionale sul morbillo
e l’hanno utilizzato per promuovere leggi che vietino tutte le esenzioni non mediche alle vaccinazioni - o
per perseguire penalmente ed incarcerare gli obiettori - fa pensare che stiamo vivendo in una sorta di
romanzo fantascientifico distopico (Il termine distopia è stato coniato come contrario di utopia ed è utilizzato
in riferimento alla rappresentazione di una società fittizia, nella quale alcune tendenze sociali, politiche e
tecnologiche avvertite nel presente sono portate a estremi negativi, N.d.R. ).

Non si era mai vista una tale campagna di disinformazione, così ben coordinata, per denigrare praticamente
chiunque metta in discussione l'efficacia e la sicurezza dei vaccini e per garantire la continua espansione dei
programmi di vaccinazione del CDC [3].

Mentre alcuni sostengono che il supporto a questa campagna sia semplicemente orientato a tutelare la
"salute pubblica", si è completamente persa la capacità di esercitare la professione giornalistica in modo
equo ed equilibrato. Praticamente ogni mezzo di informazione ha abboccato con tutto l’amo alla propaganda
prodotta da Big Pharma e non è riuscito a ricercare con attenzione o analizzare in modo indipendente i fatti.

La posta in gioco è molto più grande del morbillo. Si tratta di portare l'intera popolazione ad accettare il
concetto che la vaccinazione è un modo più efficace per mantenersi in salute, per rafforzare l’immunità
naturale, ottimizzare la funzione immunitaria e quindi è essenziale per la prevenzione delle malattie e le gravi
complicazioni da malattie infettive.
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I media trascurano completamente i conflitti di interesse insiti nel partenariato finanziario pubblico-privato
tra industria e agenzie governative e il fatto che Big Pharma ha avuto nel 2015 [4] un profitto pari a 35 miliardi
di dollari dalle vendite dei vaccini, cifra che si prevede arrivi a più di 57,8 miliardi di dollari entro il 2019 [5].

Il CDC afferma che negli Stati Uniti dal 2003 nessuno è morto da
infezione acuta da morbillo: ma quanti morti a causa delle vaccinazioni
anti-morbillo sono stati segnalati da allora?

Se dovessimo dar credito alle storie raccontate nei media sul morbillo in America oggi (ma non solo in
America, N.d.R.), sembra che i bambini che contraggono il morbillo vengano ricoverati in ospedale in gran
numero e che regolarmente muoiano per le complicazioni della malattia.

Ma se guardiamo l'ultimo rapporto (13 marzo 2015), pubblicato dal California Department of Health, ci
rendiamo conto che su 133 casi di morbillo segnalati in quello Stato da dicembre 2014, 20 persone sono state
ricoverate in ospedale mentre l’81% dei casi si sono risolti senza la necessità di cure speciali e non ci sono
stati morti [6].

Inoltre, mentre il 43% dei casi si sono verificati in soggetti che non erano stati vaccinati, il 15% si sono verificati
in soggetti già vaccinati: ancora, il 56% dei casi sono stati registrati in adulti oltre i 20 anni solo il 18% dei casi
riguardavano bambini o ragazzi in età scolare, tra i 5 ei 19 anni, mentre il 15% erano bambini di età da uno a
quattro anni, l’11% infine erano bambini sotto l’anno di età.

Se esaminiamo i dati dei report sulla mortalità per morbillo del governo americano tra il 2005 e il 2015,
troviamo sei adulti e un bambino (Nazional Vital Statistics, [7]) e i decessi sono sempre legati a complicazioni
legate al morbillo. Solo ad un bambino, un maschio tra uno e quattro anni, è stata fatta una autopsia per
confermare questa correlazione. Tuttavia, da una corrispondenza privata fra il dott. Meryl Nass (MD) e il CDC
sulle morti da morbillo negli USA il CDC ha risposto per iscritto che, "Le ultime morti documentate negli Stati
Uniti, direttamente imputabili all’infezione acuta da morbillo, si sono verificate nel 2003" [8]

Vicky Debold, PhD, RN, che opera come volontario per il National Vaccine Information Center (NVIC), ha
condotto una ricerca indipendente sui dati di mortalità per morbillo negli Stati Uniti e ha trovato una
discrepanza tra ciò che il CDC ha riferito ad dott. Nass e le informazioni pubblicate dal National Vital Statistics.
Il dott. Debold afferma, "Solo un caso di morte per morbillo in un bambino tra uno e quattro anni, in seguito
ad encefalite, è stato confermato dall’autopsia negli Stati Uniti. Il resto dei decessi per morbillo segnalati dopo
il 2003 riguardano sei adulti senza alcuna conferma dalle autopsie (2 nel 2009, 2 nel 2010, 2 nel 2012). Fra gli
adulti sono stati registrati un caso di morte per encefalite post-morbillo, uno per polmonite post-morbillo,
mentre due decessi sono stati attribuiti al morbillo senza alcuna particolare complicazione”.
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Morti per morbillo: sono 98 o 980?

Il dott. Debold, incuriosito dal fatto che il CDC non aveva riconosciuto - nella risposta data al dott. Nass - il
caso del bambino morto nel 2005 (apparentemente per morbillo o per eventuali complicazioni) ha avviato
un’indagine per scoprirne il motivo e per verificare se, eventualmente, il caso non fosse correlabile alla
vaccinazione MPR. Cercò nei rapporti VAERS (Vaccine Adverse Events System) utilizzando il database
MedAlerts [9], e trovò cinque decessi associati al virus del morbillo contenuto nei vaccini MPR e verificatisi
in USA nel 2005, in maschi di età compresa tra uno a quattro anni.

Uno di questi casi del 2005 riporta sintomi quali "febbre lieve, encefalite non infettiva ed encefalopatia" dopo
vaccinazione con i vaccini MPR, Varicella ed Influenza di un bambino di un anno, morto cinque giorni dopo
la sessione vaccinale (ID VAERS # 250504 ).

Il rapporto dell'autopsia indica "sindrome da morte improvvisa dell'infanzia, SIDS" come causa di morte;
tuttavia, non vi era alcuna menzione di un RASH o altri sintomi simili correlabili al morbillo così come al
vaccino MPR stesso. Possiamo dire quindi che i decessi per morbillo negli USA dal 2003 variano da zero a
sette: ma quanti sono stati gli eventi avversi alla vaccinazione MPR registrate nel VAERS che hanno portato
alla morte dei soggetti vaccinati negli ultimi 12 anni?

Dalla ricerca nel database MedAlerts, troviamo la registrazione di 98 morti in seguito a vaccinazioni MPR o
MPRV segnalati nel VAERS, verificatisi tra il 2003 e il 2015. Inoltre, ci sono state, nello stesso lasso di tempo,
694 segnalazioni di disabilità in seguito a vaccinazioni MPR o MPRV. E' stato inoltre stimato che gli eventi
avversi registrati nel VAERS corrispondono a meno del 10% di quelli che in realtà si verificano [10, 11].

Considerando il fatto che ci sono stati 98 decessi per complicazioni correlate alla vaccinazione MPR/MPRV e
694 segnalazioni di disabilità negli ultimi 12 anni, se questi dati corrispondono al 10% degli eventi reali
potremo dedurre che il numero effettivo di morti e disabilità correlate al vaccino che si sono verificati a
partire dal 2003 potrebbero essere ben 980 (morti) e 6.940 (disabilità).

Purtroppo, molti pediatri descrivono le complicazioni correlabili alle vaccinazioni come una "coincidenza",
affermando che “non ci sono prove” a dimostrazione dell’ipotesi di una correlazione tra gli eventi e questa è
una delle ragioni che sono alla base delle scarse segnalazioni. Naturalmente, molti medici e operatori sanitari
respingono totalmente ogni possibile ipotesi di reazione avversa ai vaccini.

La storia del morbillo

Guardando i dati del periodo pre-vaccino in Inghilterra, il tasso di mortalità è diminuito di quasi il 100%. La
letteratura medica del tempo indica che il morbillo dal 1950 era considerato una malattia lieve. Nel 1962
[105] nel Regno Unito, ci sono stati 184,895 casi di morbillo e 39 decessi, vale a dire 1 decesso ogni 4.740
casi. Ma oggi il CDC ci dice che "ogni 1000 casi di morbillo, ci sono da 1 a 2 decessi": se anche questo fosse
vero, che cosa è cambiato da allora?
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I dati USA per il morbillo nel 1962, secondo CDC [106] erano i seguenti: "Nel decennio precedente il rilascio
dell’autorizzazioni del vaccino a virus vivo contro il morbillo - nel 1963 – venivano riportati una media di
549.000 casi di morbillo e 495 decessi ogni anno. In realtà, quasi ogni americano veniva colpito dal morbillo
nell’arco della vita e si può stimare quindi che si verificassero dai 3 ai 4 milioni di casi di morbillo ogni anno".
Quindi, 495 morti ogni 4.000.000 di casi corrispondono a 1 decesso ogni 8080 casi di morbillo, un rapporto
ben lungi dai valori dichiarati dal CDC.

Anche una revisione informale della letteratura disponibile rivelerà che la riduzione della mortalità per
morbillo non è attribuibile in modo particolare alla vaccinazione, quanto piuttosto alle migliorate condizioni
nutrizionali. La mortalità infantile per morbillo è infatti ancora oggi da 200 a 400 volte maggiore nei bambini
malnutriti che vivono nei paesi sottosviluppati. E' chiaro a tutti che, con il miglioramento delle condizioni
nutrizionali, l’ottimizzazione dei livelli di vitamina D e A, le complicazioni e le morti per morbillo
diminuiscono radicalmente.

Inoltre, sperimentando l'infezione naturale del morbillo durante l'infanzia si possono conferire benefici per
la salute e anche vantaggi nella speranza di vita e nella prevenzione di malattie autoimmuni e
infiammazioni croniche, tra cui il cancro, il che significa attivare il nostro sistema immunitario (SI) a tutto
vantaggio delle nostre capacità di auto-difesa [12].

Superare quindi una infezione naturale da morbillo significa effettivamente acquisire una protezione di lunga
durata verso la malattia che, se contratta in età adulta porta a complicazioni maggiori.

Ci sono poi evidenze in letteratura che confermano come il vaccino a virus attenuati per il morbillo non solo
possa causare la malattia stessa - senza la possibilità di eliminare il virus dall’organismo - ma anche che questo
venga poi diffuso attraverso le secrezioni corporee e nelle urine [13].

Non dobbiamo minimizzare i potenziali effetti letali del morbillo, che però normalmente non si manifestano
in popolazioni ben nutrite. Nel corso del 1800, si sono verificate epidemie di morbillo circa ogni due anni negli
Stati Uniti e in Inghilterra. Durante queste epidemie, quando le condizioni igieniche non ottimali e la
malnutrizione erano la norma, alcuni reparti ospedalieri traboccavano di bambini affetti da morbillo e la
mortalità per polmonite e per altre complicazioni raggiungevano il 20%. Tuttavia, dagli anni ‘60, le morti per
morbillo erano scese a livelli bassissimi sia in Inghilterra che negli Stati Uniti. In Inghilterra, il declino della
malattia dal picco massimo raggiunto era arrivata alla sorprendente soglia del 99,96% prima che il vaccino a
virus vivi attenuati fosse introdotto, nel 1968.

La letteratura medica degli anni ‘50 ci racconta che la malattia era generalmente considerata lieve, e che i
medici non raccomandavano di prevenirla. Non c'era nessuna volontà di impedire la diffusione del morbillo,
ed era raro l’intervento medico per ottenerne la guarigione. L'infezione si risolveva in una settimana e i medici
affermavano che le madri raccontavano come i loro figli ottenessero un beneficio generale nella salute una
volta superata la malattia.
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Non ci sono state quindi al tempo particolari iniziative per prevenire le infezioni da morbillo, anche nei
bambini più piccoli, nei quali la malattia non era particolarmente grave. Questo era l'atteggiamento
prevalente della medicina nel 1959. Cos’e successo in seguito?

                                                    Foto per gentile concessione del College of Physicians di
                                                    Filadelfia, la storia dei vaccini. [104]

                                                    Nel 1963, sono stati introdotti, come sappiamo, due
                                                    vaccini contro il morbillo. Il primo è stato il vaccino a virus
                                                    uccisi che ha dimostrato la sua inefficacia nella protezione
                                                    dalla malattia. Coloro che furono vaccinati con questo
                                                    vaccino e vennero poi in contatto con il virus selvaggio si
                                                    ammalarono di una forma molto più grave di morbillo.
                                                    Secondo la letteratura questa situazione si è protratta per
                                                    quasi 16 anni [52].

                                                        Allo stesso tempo, veniva introdotto un vaccino del
                                                        morbillo ottenuto dal virus vivo, lievemente attenuato,
che causò effetti collaterali talmente gravi da richiedere
la somministrazione di gammaglobuline per ridurli e           Negli anni del cosiddetto
mitigare nel contempo la gravità della malattia che si
sviluppava anche nei soggetti vaccinati. La cosa curiosa
                                                              declino della malattia negli
è che, chiunque si ammalava di morbillo dopo la               Stati Uniti, tra il 1963 e il
vaccinazione, non veniva segnalato. Questi erano gli
unici due "vaccini" in uso negli Stati Uniti, fra il 1963 e il1968, le vaccinazioni hanno
1968, ovvero nel periodo in cui assistiamo al cosiddetto
"declino del morbillo".
                                                              prodotto una coltre di "casi
Il calo dei casi segnalati può essere solo un artefatto
                                                              di morbillo non-selvaggio"
statistico simile a quello che viene definito "l’effetto      neutralizzato con le
aspettativa". Negli anni del cosiddetto declino della
malattia negli Stati Uniti, tra il 1963 e il 1968, le         gammaglobuline: questi
vaccinazioni hanno prodotto una coltre di "casi di
morbillo non-selvaggio" neutralizzato con le
                                                              casi, indotti dal vaccino,
gammaglobuline: questi casi, indotti dal vaccino, hanno       hanno semplicemente preso
semplicemente preso il posto del morbillo selvaggio.
                                                              il posto del morbillo
                                                              selvaggio …
Si dissolvono le illusioni sul vaccino anti-morbillo - Comilva
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                                                            Si dissolvono le illusioni sulla vaccinazione anti morbillo
                                                                                                           marzo 2016

      L'effetto aspettativa, noto anche come effetto Rosenthal, è l'effetto di distorsione dei risultati di
      un esperimento dovuto all'aspettativa che i soggetti sperimentali hanno verso i risultati stessi. È
      conosciuto soprattutto nel campo della ricerca medica e nelle scienze sociali. Il disegno
      sperimentale in cui i soggetti non sono al corrente di alcune delle procedure sperimentali è detto
      "cieco semplice" (single-blind control procedure). Per controllare sia l'effetto aspettativa dovuto
      al soggetto che quello dovuto all'osservatore, si adotta il disegno sperimentale in doppio cieco
      (double blind), o in triplo cieco, in cui anche le analisi statistiche vengono svolte da un ricercatore
      all'oscuro degli obiettivi dell'esperimento.

Quando i medici o le autorità sanitarie sono nel panico, l'immunoglobulina continua ad essere utilizzata
ancora oggi. Il CDC [101] e i vari operatori sanitari [102], [103] negli Stati Uniti hanno le proprie linee guida
per l'uso di immunoglobuline nei casi di morbillo.

Negli anni che vanno dal 1963 al 1968 i medici che utilizzavano il vaccino a virus vivo del morbillo - che causava
un numero elevato di stati febbrile e casi sintomatici - erano così preoccupati che di solito somministravano
simultaneamente le immunoglobuline. Tutto questo è ben documentato, e la pratica non si è fermata fino a
quando non venne reso disponibile un vaccino sufficientemente attenuato, qualche anno più tardi, nel 1968.
L’utilizzo delle immunoglobuline in quegli anni aiutò a far apparire i casi di morbillo dei vaccinati meno gravi,
anche se erano casi di morbillo clinici, e senza l’utilizzo delle gammaglobuline, il loro decorso sarebbe stato
molto più severo. Così questi casi di morbillo “modificati” non sono mai stati considerati come casi di
morbillo, e questo ha contribuito a creare il “declino” dei casi di malattia (casi clinici) nell’era post-vaccino.

Quando fu autorizzato il primo vaccino a virus inattivato (ucciso) contro il morbillo, nel 1963, il tasso di
mortalità per morbillo in alcuni stati, come il Massachusetts, aveva già raggiunto lo zero. Nello stesso anno,
tutto il New England registrava solo cinque decessi attribuiti al morbillo.

Teniamo anche presente il quadro generale di quegli anni: questi erano i morti prima dell’uso di vaccini contro
il morbillo, nel 1960, quando le morti per asma erano 56 volte maggiori, per incidenti in generale 935 volte
maggiori, per incidenti automobilistici 323 volte maggiori, per malattie cardiache 9.560 volte maggiori … e
così via. Perché così tanta enfasi, e così sproporzionata, per le morti da morbillo?

La mortalità del morbillo è diminuita di oltre il 98% negli Stati Uniti già prima dell’introduzione del primo
vaccino. Il declino del tasso di mortalità era, ed è uno dei migliori indicatori, il più significativo del generale
miglioramento della salute. Ecco perché tutti i paesi misurano i loro progressi dal declino della mortalità e
dalla maggiore aspettativa di vita. Ecco perché quando i medici si arrabbiano perché i genitori non accettano
di vaccinare o di somministrare farmaci spesso dicono: "Ma il vostro bambino potrebbe morire!"
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                                                                                                           marzo 2016

L’immunità di gregge non funziona per il morbillo

                                                                                               Il dottor Alexander
                                                                                               Langmuir            è
                                                                                               conosciuto come "il
                                                                                                              padre
                                                                                                  dell’epidemiologia
                                                                                               delle        malattie
                                                                                               infettive".

                                                                                          Nel 1949, ha creato
                                                                                          la      sezione     di
                                                                                          epidemiologia       di
                                                                                          quello che divenne
poi il CDC. Ha anche diretto la Polio Surveillance Unit che è stata avviata nel 1955, dopo che i problemi con la
sicurezza del vaccino antipolio sono diventati di dominio pubblico. Secondo il dottor Langmuir e molti altri
esperti, il vaccino contro il morbillo avrebbe dovuto eradicare questa malattia - che si verificava
normalmente durante l’infanzia - già nel 1967. Ma, naturalmente tutto ciò non è accaduto.

Piuttosto, uno studio del 1994 ha indicato che, a fronte
dell’aumento delle coperture vaccinali, il morbillo è           "Le popolazioni dove si è
diventato una malattia riscontrabile in tutte le fasce di       raggiunta una copertura
età nelle popolazioni in cui era stata vaccinata la
maggioranza dei bambini. Questa sorpresa "non troppo            vaccinale contro il morbillo
sorprendente …" mette seriamente in discussione la
teoria secondo cui il vaccino contro il morbillo possa
                                                                pari al 99%, attraverso
indurre la cosiddetta "immunità di gregge", fornendo            programmi di vaccinazione
una completa protezione contro eventuali focolai di
morbillo.                                                       obbligatoria, si stanno
Come ammesso e pubblicato nei rapporti degli stessi             ancora sperimentando
CDC e documentato nella letteratura medica, focolai di
morbillo si sono verificati nelle popolazioni scolastiche
                                                                consistenti focolai ben oltre
vaccinate con percentuali che andavano dal 71% al               ogni previsione dell'OMS …
99,8% [14].

Potrebbe essere stato "sorprendente" al momento, ma è diventato oramai un fatto normale che focolai di
morbillo si sviluppino in popolazioni scolastiche vaccinate anche oltre il 98% [15].

Ancor più recentemente, uno studio condotto nella provincia di Zhejiang, in Cina, mostra che le popolazioni
dove si è raggiunta una copertura vaccinale contro il morbillo pari al 99% - attraverso programmi di
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                                                                                                              marzo 2016

vaccinazione obbligatoria – si stanno ancora sperimentando consistenti focolai ben oltre ogni previsione
dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Tutto ciò mette in discussione il ruolo del vaccino MPR per
una protezione duratura contro l'infezione da morbillo [16].

Abbiamo sempre letto che il morbillo è un singolo virus sierotipo, il che significa che i suoi antigeni di
superficie sono abbastanza ben conservati (anche se è un virus a RNA, il che di solito lo porta ad essere
piuttosto instabile a livello genetico). Da quando è stata utilizzata la tecnologia PCR (La reazione a catena
della polimerasi (in inglese PCR sta per Polymerase Chain Reaction, è una tecnica di biologia molecolare che
consente la moltiplicazione di frammenti di acidi nucleici dei quali si conoscano le sequenze nucleotidiche
iniziali e terminali), sono stati identificati otto cluster virali del virus del morbillo e 24 diversi genotipi [82]. In
passato, l'ipotesi di partenza è stata sempre quella che il virus del morbillo contenuto nel vaccino potesse
coprire tutti i ceppi.

Tuttavia, questo non spiega come mai l'OMS abbia riportato elevati tassi di morbillo in alcuni paesi con alti
tassi di vaccinazione, come ad es. la Cina, che ha una copertura vicina al 99% [83].

La risposta fornita in questo caso è che comunque il vaccino funziona ma che la Cina è così grande ed affollata
da giustificare un numero così elevato di casi di morbillo. Ma se questo fosse vero allora come avrebbero
potuto i ceppi virali descritti da Finsterbusch [84] eludere gli anticorpi indotti dal vaccino nei test di
laboratorio? [85]

La "spiegazione" fornita in questo lavoro è che alcuni ceppi non sono riconosciuti dagli anticorpi derivati dal
vaccino contro il morbillo, salvo poi entrare in piena contraddizione affermando che questi potevano ancora
efficacemente essere neutralizzati dal siero policlonale umano indotto dal vaccino. Ma poi affermano … "Le
implicazioni della variante [mutante] L397 non sono facili da valutare, ma i risultati ottenuti per altri virus
puntano a un certo potenziale di rischio per quanto riguarda la fuga dagli anticorpi prodotti con la
vaccinazione o un'infezione precedente".

Il virus H1, con la sostituzione L397, è quella prevalentemente circolante in tutta la Cina, che ha più di 100.000
casi di morbillo ogni anno.

I ceppi mutanti sono una reale preoccupazione per molti scienziati che studiano il morbillo, perché sanno che
i virus selvaggi eludono gli anticorpi indotti dal vaccino. Sanno che una percentuale dei casi di morbillo si
verificano con due o anche con tre dosi di vaccino e sanno che i sieri delle persone vaccinate non possono
sempre neutralizzare il virus selvaggio. Questo dà un vantaggio al virus, perché può mutare nella persona
vaccinata in quanto non viene rapidamente neutralizzato; nello stesso modo anche gli antibiotici causano
mutazione batterica, quando i batteri bersaglio non sono effettivamente eliminati.

Sappiamo che oggi la stessa cosa sta avvenendo in misura molto maggiore con il vaccino della parotite, come
evidenziato da due ex virologi della Merck, che hanno fatto causa all’azienda richiamandosi al False Claims
Act (Il False Claims Act, chiamato anche "Legge Lincoln" è una legge Federale Americana che impone la
responsabilità sulle persone e società che frodano i programmi governativi), affermando che la Merck ha
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                                                                Si dissolvono le illusioni sulla vaccinazione anti morbillo
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mentito e costantemente gonfiato illegalmente la potenzialità del suo vaccino contro la parotite. Il vaccino è
stato testato contro il ceppo virale indebolito, in modo tale che gli anticorpi prodotti dal vaccino potessero
superare i test di neutralizzazione in misura sufficiente il virus selvaggio: ma questo sta dando al virus
selvaggio della parotite un vantaggio adattivo all'interno della popolazione vaccinata infettata.

In uno studio molto interessante fatto nel 2000 [86], il dott. Klingele e collaboratori esaminarono la resistenza
di diversi ceppi di virus del morbillo (da ceppi virali selvaggi a ceppi virali contenuti nei vaccini), nel siero di
due differenti gruppi di controllo: madri naturalmente immuni della Nigeria e in bambini di 12 anni vaccinati
dal Lussemburgo. Lo scopo era quello di verificare la capacità di questi soggetti di neutralizzare il virus del
morbillo in vitro e il risultato fu che il siero dei bambini vaccinati aveva una capacità notevolmente inferiore
di neutralizzare il ceppo virale del virus selvaggio (rispetto a quello vaccinico) in confronto a quello delle
madri nigeriane naturalmente immuni.

Le conclusioni di questi scienziati furono che vi era una differenza qualitativa piuttosto che quantitativa tra il
gruppo dei vaccinati e quello dei naturalmente immuni.

      "Le differenti capacità di neutralizzazione possono essere attribuite sia alla diversità antigenica
      del virus selvaggio e all'introduzione della vaccinazione in tutto il mondo con vaccini che hanno
      diffuso virus con una diversità antigenica molto limitata".

Sanders e altri [87], invece affermano che è quasi impossibile per i vaccini non garantire una copertura per
tutti virus del morbillo in virtù della stabilità e delle caratteristiche della proteina H.

Ma Schrag [88] ha documentato anche una diverso
punto di mutazione nel gene H che impediva
                                                                   Oggi ci dobbiamo porre seri
all’anticorpo monoclonale di legarsi alla proteina H. Sulla        interrogativi sulla stabilità
questione che tale punto di mutazione non possa
rappresentare un problema, Schrag dichiara: "Nel                   del virus del morbillo in
contesto degli sforzi per eradicare il virus del morbillo,
l’evidenza di un alto tasso di mutazione suggerisce che la
                                                                   popolazioni altamente
possibilità per alcuni ceppi virali di bypassare l’effetto di      vaccinate, in cui avviene una
neutralizzazione prodotto dal vaccino va seriamente
presa in considerazione".                                          significativa pressione
È stato scritto quindi che la proteina H sarebbe la più            immunitaria sul virus in
probabile fonte di guai se la sua parte destra dovesse
                                                                   circolazione, in virtù delle
mutare, ma anche che se ciò dovesse accadere il fatto
sarebbe clinicamente insignificante, almeno secondo le             infezioni virali asintomatiche
modalità con cui sono state condotte le sperimentazioni.
Ma le mutazioni – e quindi le problematiche di inefficacia         della stessa popolazione
del vaccino - sono collegate esclusivamente alla stabilità         vaccinata …
della proteina antigenica H?
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Kweder [89] ha dimostrato che le mutazioni non
avvengono solo nelle proteine H, bensì nelle proteine H,          I neonati erano una volta
F o M che sono in grado di facilitare la resistenza del
virus del morbillo alla neutralizzare in campioni di siero
                                                                  protetti da madri che
umano. In questo studio si è riscontrato che la resistenza        avevano acquisito immunità
immunitaria è dovuta a particolari mutazioni che
possono verificarsi in una qualsiasi di queste tre                naturale verso il morbillo e
proteine che influenzano a distanza - piuttosto che
                                                                  la potevano trasferire al
direttamente - la conformazione nativa della testa
globulare MV-H (MV, Measles Virus, virus del morbillo,            bambino nel periodo
N.d.r.) e quindi i suoi epitopi (l’epitopo è quella parte di
antigene che lega l'anticorpo specifico, la singola
                                                                  neonatale, mentre ora
molecola di antigene può contenere diversi epitopi                questo non avviene più …
riconosciuti da anticorpi differenti).

Kweder ha affermato che le proteine H, F e M agiscono di concerto in una cellula infettata e quindi le loro
interazioni - essendo ostacolate - potrebbero consentire diverse mutazioni nella testa globulare MV-H ed
avere un effetto sull’epitopi MV-H. E queste mutazioni - in nessuno dei tre geni delle proteine M, H e F –
dovrebbero sfuggire alla neutralizzazione anti-MV nel siero.

      "Se gli individui vaccinati, normalmente protetti dagli anticorpi anti-MV, sono suscettibili a ceppi
      virali selvaggi del morbillo, questo solleva preoccupazioni non solo per le complicanze
      neurologiche del virus, ma anche per la sua eradicazione. Il ceppo virale selvaggio del morbillo
      può così accettare le mutazioni che non compromettono il riconoscimento del recettore ma
      permettono di sfuggire al sistema immunitario: questo fatto mette in evidenza l'importanza di
      mantenere il controllo di sempre nuovi ceppi emergenti del virus".

Altra letteratura sta emergendo, ponendo seri interrogativi sulla stabilità del virus del morbillo in
popolazioni altamente vaccinate in cui avviene una significativa pressione immunitaria sul virus in
circolazione, in virtù delle infezioni virali asintomatiche della stessa popolazione vaccinata.

Un documento pubblicato nel 2011 da Shi [90] proponeva proprio una indagine sulla variazione genetica nei
ceppi virali selvaggi del virus del morbillo e affermava che sta diventando abbastanza significativo cominciare
a pensare ad una "nuova età dell'oro dei vaccini" sviluppando i vaccini attuali e creandone di nuovi, al fine di
aggirare il crescente problema della deriva antigenica tra le popolazioni altamente vaccinate.

La Cina ha un tasso di vaccinazione dei bambini tra il 98,5% e il 99% a seconda delle varie regioni. Nonostante
questi tassi così alti l’incidenza del morbillo ha avuto una marcata recrudescenza: ricordiamo che dal 1990 in
Cina è stato implementato un programma di vaccinazione di massa che prevede due dosi vaccinali.

Shi ha scoperto che i bambini vaccinati recentemente avevano una capacità quattro volte inferiore a
neutralizzare i virus del morbillo selvaggio rispetto al virus del vaccino, e ha espresso la preoccupazione che
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i vaccini attuali non siano efficaci contro i ceppi circolanti del virus selvaggio. Inoltre ha documentato la deriva
genetica significativa nei geni H e N tra vaccino e virus selvaggi, e ha suggerito che questa deriva è una delle
ragioni per l'aumento del numero di casi di morbillo segnalati in Cina di recente.

E la cosa peggiore è che i neonati sono stati i più colpiti dall’infezione, seguiti dalla fascia di età da 1 a 2
anni: i neonati erano una volta protetti da madri che avevano acquisito immunità naturale verso il morbillo
e la potevano trasferire al bambino nel periodo neonatale, mentre ora questo non avviene più. Inoltre, i
bambini di 1-2 anni di età non sono nemmeno solidamente protetti dai vaccini che contengono virus diversi
dai ceppi virali selvaggi che circolano, e stanno sviluppando il morbillo in una fascia di età in cui i problemi
neurologici sono più frequenti. Ironia della sorte, questo è il motivo per cui ci viene detto che dobbiamo
vaccinare e per proteggere questi bambini!

Shi continua nel suo lavoro affermando che, oggi i ceppi virali di morbillo (selvaggi) in circolazione
corrispondono solo ad un 16-36% dei ceppi virali presenti nel vaccino, che comprendono il ceppo Edmonston.
Questo lavoro rappresenta un punto di svolta nella valutazione dell’efficacia dei vaccini anti-morbillo. Così
come tutti i vaccini e gli antibiotici, anche questo vaccino nel tempo perde la sua efficacia a causa della
mutazione virale.

      "Le alterazioni genetiche nel genotipo MV H1 e le conseguenti modifiche antigeniche possono
      aver contribuito ad un aumento dell'incidenza di casi di morbillo osservati durante l’epidemia in
      una popolazione altamente vaccinata. Le evidenze emergenti indicano che nei ceppi virali
      selvaggi è in atto una variabilità genetica, e che i vaccini esistenti potrebbero non essere più in
      grado di proteggere efficacemente le popolazioni dalle varianti del morbillo" [91].

Per poter confermare questa tendenza anche gli altri paesi dovranno iniziare ad affrontare la situazione così
come hanno fatto in Cina.

Senza fare questo, nessuno può essere sicuro che i virus mutanti non siano in circolazione. Qualcuno forse è
in grado di stabilire l’esistenza di virus selvaggi che infettano persone vaccinate ma parzialmente
immunizzate, che mutano nel loro organismo e poi vengono rilasciati nell’ambiente? L'unico modo per
saperlo sarebbe quello di testare ogni persona per analizzare i cambiamenti del genotipo sulle proteine
importanti. Questo viene fatto? No, certamente no. E che dire di tutti i fallimenti vaccinali secondari o dei
casi “subclinici” di malattia nei soggetti vaccinati?

Il virus del morbillo può circolare nelle popolazioni vaccinate sieropositive e nelle persone naturalmente
immuni, una volta che il livello di protezione immunitaria scende. Gli studi dimostrano che le infezioni si
possono sia manifestare come fallimenti vaccinali secondari (casi clinici) oppure possono essere solo
responder immunitari secondari e asintomatici.

Peter Aaby [92] ha riconosciuto che nei primi tempi del suo lavoro, in Africa, le infezioni da morbillo erano
comuni nel vaccinati, e che in questi casi il morbillo si manifestava in una forma più mite rispetto al normale,
e che questo era senza dubbio "un incoraggiamento per la vaccinazione". Quindi, anche allora si sapeva bene
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che il vaccino non protegge contro tutti i ceppi virali circolanti: “'le infezioni lievi da morbillo possono essere
la migliore dimostrazione del valore della vaccinazione, piuttosto che affermazioni invisibili come la
protezione permanente o l'immunità permanente ..."

Queste persone, lievemente infette o asintomatiche, sono probabili candidati alla diffusione del virus senza
saperlo, [93].

Le persone naturalmente immuni, anche nelle zone a bassa circolazione del virus, avevano probabilmente
sempre avuto la capacità di trasmettere i virus, ma prima dell’introduzione dei vaccini, la maggior parte dei
bambini erano protetti da madri naturalmente immuni: durante l'allattamento al seno e con il trasferimento
placentare avevano un alto livello di protezione.

Oggi, non solo le persone naturalmente immuni possono essere dei vettori asintomatici, ma anche i soggetti
vaccinati, in quanto l’immunità indotta dal vaccino è più debole e di più breve durata: dati i livelli attuali di
copertura vaccinale allora, le persone vaccinate sono oggi i più probabili vettori della malattia. Diversi studi
dimostrano che queste persone parzialmente immuni possono essere protette dalla malattia, ma non dalle
infezioni [94].

Nell’epoca della vaccinazione abbiamo un problema
aggiuntivo e cioè che titoli anticorpali sono più bassi e       I soggetti vaccinati danno al
più probabilità di svanire nel tempo, rispetto ad una
infezione naturale da morbillo [95]. Secondo Damien, la
                                                                patogeno il vantaggio della
suscettibilità alla risposta immunitaria subclinica             possibilità di mutazione.
secondaria è dalle 5 alle8 volte superiore dopo la
vaccinazione che non dopo l'infezione naturale [96].            Questo è già stato stabilito
Quindi, se il morbillo continua a circolare tra le persone
                                                                nel caso del batterio della
vaccinate, abbiamo creato un nuovo ambiente per il
virus del morbillo selvaggio, un ambiente dove la               pertosse, dove i vaccinati
mutazione del virus renderà il vaccino probabilmente
sempre più inutile.                                             hanno di fatto “coltivato” un
E’ ben noto che in qualsiasi tipo di infezione, se
                                                                nuovo ceppo mutante,
l'organismo ospitante è immuno-compromesso o                    perché la loro immunità
comunque non in grado di eliminare rapidamente il
virus, il patogeno ha un vantaggio adattivo e può vivere        polmonare è più debole dei
più a lungo, replicarsi e mutare, nel tentativo di eludere
il sistema immunitario.
                                                                soggetti immunizzati
I soggetti vaccinati danno al patogeno il vantaggio della
                                                                naturalmente …
possibilità di mutazione. Questo è già stato stabilito nel
caso del batterio della pertosse, dove i vaccinati hanno di fatto “coltivato” un nuovo ceppo mutante, perché
la loro immunità polmonare è più debole dei soggetti immunizzati naturalmente.
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                                                             Si dissolvono le illusioni sulla vaccinazione anti morbillo
                                                                                                            marzo 2016

Nel corso del tempo, emerge quindi un quadro diverso nella dinamica fra la popolazione e i patogeni infettivi,
e spesso quello che si manifesta non è il quadro che i progettisti dei programmi di vaccinazione pensavano
in origine. A causa delle preoccupazioni a riguardo della compromissione della salute pubblica nel caso che
troppe persone smettano di vaccinarsi, "non è possibile avanzare nemmeno il minimo dubbio, più o meno
fondato che sia, circa la sicurezza dei vaccini” [97]. Questa affermazione storica è oggi ancora più attuale, nel
momento in cui nessuno esprime dubbi sull'efficacia dei vaccini, non solo riguardo la loro sicurezza.

      "In popolazioni completamente vaccinate la risposta immunitaria secondaria asintomatica è
      risultata essere del 66%" [98].

La dott.sa Diana Griffin ha stabilito che l’inoculazione di vaccini prodotti con virus vivi attenuati per il morbillo
nei primati non ha prodotto sintomi clinici, così come non è stato possibile riscontrare viremia né il diffondersi
per le vie respiratorie [99]. Come per i vaccini contro la pertosse, il vaccino contro il morbillo non dà origina
ad una forte immunità locale nelle vie respiratorie, e quindi si può dedurre che i soggetti vaccinati non
avranno lo stesso livello di resistenza in caso di ri-esposizione al virus e questo è esattamente ciò che è stato
osservato in numerosi studi sulla pertosse. Ma questo non è stato ancora studiato in relazione al morbillo.

Perché questa cosa è così importante? Per la stessa ragione per cui gli antibiotici creano batteri mutanti, e lo
fanno in modo molto più “efficace” in coloro che sono trattati più spesso, permettendo ai batteri
sopravvissuti di avere il tempo sufficiente per ingannare l'antibiotico e cambiare la sua caratteristica. Questa
è oramai un’evidenza scientifica disponibile, in particolare per quanto riguarda gli antibiotici e i vaccini
antibatterici, ed è una realtà che si è manifestata in un periodo di tempo relativamente breve. Con i vaccini
virali, a causa del carattere del patogeno e dell’interazione immunitaria, il lasso di tempo intercorso per le
prime manifestazioni del fenomeno è stato molto più lungo, ma adesso è iniziato ed è evidente.

Il vaccino anti morbillo non conferisce una copertura immunitaria
permanente

Un fattore chiave da considùerare quindi è che il vaccino contro il morbillo non crea un'immunità
permanente. I Vaccini conferiscono solo immunità artificiale temporanea e a volte non ci riescono
nemmeno (soggetti non responder): questo è il motivo per cui i funzionari della sanità pubblica
raccomandano dosi multiple di questo vaccino (come di altri) per aumentare l’immunità artificiale acquisita.

Così, anche se in precedenza il CDC informava che gli adulti nati prima del 1958 non dovevano vaccinarsi, ora
afferma invece che "le persone che sono nate durante o dopo il 1957 che non hanno evidenza di immunità
contro il morbillo dovrebbero vaccinarsi con almeno una dose di vaccino MPR" [17]. Questo cambio di rotta
inizia a partire dall’epidemia di morbillo verificatesi a Disneyland nei primi mesi del 2015; alcuni medici di
sanità pubblica stanno suggerendo a tutti gli adulti di sottoporsi ad un richiamo del vaccino MPR perché 1
adulto su 10 precedentemente vaccinato può essere suscettibile alla malattia a causa della perdita di
immunità acquisita artificialmente [18].
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                                                           Si dissolvono le illusioni sulla vaccinazione anti morbillo
                                                                                                          marzo 2016

Vi è abbondanza di prove che un numero crescente di bambini e adulti vaccinati per il morbillo negli Stati
Uniti e in tutto il mondo contraggono continuamente il morbillo, anche dopo due dosi di vaccino MPR [19,
20, 21]

                                                                         I bambini piccoli al di sotto dell’anno
                                                                         di età che in passato erano protetti
                                                                         dall’infezione grazie agli anticorpi
                                                                         ricevuti con l’allattamento materno,
                                                                         che avevano sperimentato l’infezione
                                                                         naturale da morbillo ed erano guariti
                                                                         durante      l'infanzia,    ora    sono
                                                                         suscettibili all’infezione fin dalla
                                                                         nascita. Questo perché la maggior
parte delle giovani madri oggi sono state vaccinate e gli anticorpi materni acquisiti attraverso la vaccinazione
contro il morbillo sono molto meno protettivi degli anticorpi acquisiti attraverso l’infezione naturale [22, 23].

Non sappiamo ancora quale sarà la futura politica globale per quanto riguarda la vaccinazione contro il
morbillo per le prossime generazioni ed in particolare per la popolazione anziana (che in genere dovrebbe
aver acquisito una immunità naturale contro la malattia), per i bambini e per i giovani e adulti che, in quanto
vaccinati contro il morbillo, hanno acquisito una immunità artificiale e che, soprattutto, sarebbero chiamati
a “conferire immunità a tutta la comunità".

Alcuni esperti hanno previsto che le epidemie di morbillo potranno diventare sempre più normali in futuro.
Uno studio in particolare suggerisce che, anche con una buona risposta immunitaria alla vaccinazione, questa
duri solo da 15 a 20 anni al massimo [24, 25]. In realtà, l’evidenza attuale è che l’immunità acquisita a fronte
della vaccinazione contro il morbillo comincia a calare già dopo 10 anni [26].

Se questo è vero, allora potrebbe esserci una recrudescenza della malattia a fronte di un periodo di
relativamente bassa incidenza della stessa, condizione che caratterizza il periodo attuale. Inoltre, sappiamo
che in una percentuale che varia tra il 2% e il 10%, la vaccinazione non ha assolutamente alcun effetto nel
produrre immunità [27].

Infine, consideriamo che l’epidemia di morbillo verificatasi a Disneyland, in California, è principalmente
associata ad uno dei 22 genotipi di morbillo conosciuti a livello globale - il ceppo B3 - che ha causato anche
recenti epidemie nelle Filippine [28]. Attualmente, i vaccini contro il morbillo utilizzati negli Stati Uniti – ma
anche negli altri paesi - sono stati prodotti utilizzando un genotipo del morbillo di tipo “A”: teniamolo
presente, anche se gli scienziati hanno dichiarato, "non ci sono differenze biologiche note tra virus di genotipi
diversi" … (ma noi sappiamo bene che questo non è assolutamente vero almeno nel caso dell’influenza …
N.d.r.) [29].

I virus contenuti nei vaccini contro il morbillo di oggi sono stati ulteriormente attenuati, ciononostante
sussistono ancora problemi per il contagio da virus vaccinali, come dimostra la letteratura disponibile. E se ci
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sono questo tipo di contagi fra le persone vaccinate, questi continuano a non essere considerati “casi di
morbillo”. Lo dimostra la cronaca recente: sempre in California (2015), venne in un primo momento
diagnosticato il morbillo ad una bambina [53], ma quando tornata in Alaska vennero ripetuti i test e si scoprì
che si trattava di una infezione di morbillo da vaccino il suo caso è stato ritirato dal conteggio dei casi. La
stessa situazione si è verificata con un altro bambino canadese [54]. Il numero dei casi di morbillo "ritirati" in
tutto il mondo è stupefacente, e questi sono tipicamente i casi in cui a fronte della diagnosi “clinica” del
morbillo - fatta in genere negli ospedali - le comunità infantili in cui erano inseriti vengono sistematicamente
“sterilizzate” con vaccinazioni di massa di tutti gli altri bambini e del personale che è a contatto con loro. Poi,
dopo alcune settimane, si viene a scoprire che i casi diagnosticati erano da attribuire al vaccino MPR e quindi
non compariranno nemmeno nelle statistiche.

Le vaccinazione di massa quindi sono in grado di fermare i focolai di malattia endemica, eliminando la
trasmissione del virus selvaggio e la circolazione all'interno della comunità, ma non inducono un'immunità
permanente nei vaccinati. E’ noto infatti che il vaccino del morbillo comporta una infezione subclinica ed è
per questo motivo che la trasmissione del morbillo selvaggio si interrompe.

Questo è il motivo per cui abbiamo bassi livelli di morbillo selvaggio oggi. Lo stesso discorso vale per il vaccino
poliovirus orale. Il vaccino non conferisce quindi immunità permanente, non "migliora" la salute, e comunque
rappresenta di per sé un certo rischio. Piuttosto ci sono benefici per la salute dalla guarigione della malattia
infettiva contratta per via naturale e questo è evidente, anche nelle fasce più povere dell'Africa [55].

Sappiamo inoltre che il virus del morbillo è efficacemente utilizzato in dosi elevate nel tentativo di trattare
alcuni tipi di cancro: il trattamento del cancro deve utilizzare dosi di virus del morbillo estremamente alte per
ottenere l'effetto desiderato. Nel mondo sviluppato oggi, dove una buona alimentazione è possibile, dove la
vitamina A è facilmente accessibile un po’ dovunque, dove conosciamo l’importanza di mantenere un sistema
immunitario sano, non vi è alcun motivo per temere, come conseguenza di un’infezione naturale da morbillo,
qualsiasi tipo di encefalite o di diventare cieco.

Il nostro corpo ha due diverse modalità principali di far agire il sistema
immunitario

Ci sono due sistemi che ci aiutano in caso di malattia: uno è un sistema innato che è sempre pronto a
funzionare e l'altro è, per così dire, la parte più adattabile. Questa parte “adattabile” è costituita dalle risposte
immunitarie Th1 e Th2. La risposta Th1 è conosciuta come il braccio cellulo-mediato, mentre la risposta Th2
è nota come il braccio umorale o anticorpale. La maggior parte dei vaccini stimolano preferenzialmente la
risposta Th2 (o umorale) del sistema immunitario.

Quando si tratta di vaccini contro il morbillo, è noto ad esempio che i bambini allattati al seno sviluppano
maggiormente una risposta immunitaria di tipo Th1, mentre quelli allattati artificialmente tendono a
sviluppare una risposta di tipo Th2 [30] che è in realtà meno desiderabile.
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                                                               Si dissolvono le illusioni sulla vaccinazione anti morbillo
                                                                                                              marzo 2016

La misura degli anticorpi riflette solo una certa forma di immunità ma non rappresenta una correlazione
perfetta, come ci indicano coloro che guariscono e restano immuni al morbillo senza produrre anticorpi. Il
beneficio di misurare solo la risposta umorale per determinare l'efficacia del vaccino è che l’informazione si
può ottenere facilmente con un esame del sangue. Se si riscontrano gli anticorpi specifici indotti dal vaccino,
si presume che la persona in questione possa essere immune e protetta contro quell'infezione.

Se l’ipotesi è che l’immunizzazione della “comunità” si ottiene attraverso la vaccinazione allora risulta
semplice verificarlo attraverso la prova che ognuno abbia, sostanzialmente, acquisito un elevato livello di
anticorpi.

La prova dell’importanza e dell'efficacia del sistema immunitario innato e della risposta immunitaria di tipo
Th1 viene dagli individui che geneticamente non sono in grado di produrre anticorpi. Questa condizione è
nota come a-gamma-globulinemia. Quando individui con questa condizione genetiche sono stati esposti al
morbillo sono guariti altrettanto bene come coloro che erano in grado di produrre normali anticorpi [31] e
potevano contare anche su una protezione futura verso l’infezione.

Questa scoperta "sconcertante" è stata fatta già nel 1960, quando i programmi di vaccinazione contro il
morbillo erano appena agli inizi e dimostra che la produzione di anticorpi, non è un elemento necessario per
la guarigione dall’infezione naturale dal morbillo.

Una ricerca pubblicata recentemente indica che l'immunità mediata da anticorpi non è necessaria per
neutralizzare virus come quelli della stomatite vescicolare (VSV), [32] e mette in discussione la motivazione
principale per l’utilizzo sistematico dei vaccini per indurre l'aumento dei titoli anticorpali e produrre immunità
contro tutte le malattie infettive.

L'immunità umorale può giocare solo un ruolo secondario nell’affrontare naturalmente malattie come il
morbillo e altre malattie "prevenibili con la vaccinazione". La ragione per cui più persone guariscono
completamente e risultano protette dopo infezioni acute sembra essere il fatto che queste hanno una
immunità innata, che non richiede una qualche memoria della malattia o una precedente esposizione alla
stessa, senza il coinvolgimento di anticorpi specifici preformati. L'altro motivo per cui non vengono re-
infettati è dovuto all’acquisizione di immunità cellulo-mediata dal contagio.

L'immunità innata comporta l'attivazione dei globuli bianchi del sangue, inclusi i macrofagi, le cellule Natural
killer - o cellule NK o Linfociti NK - e linfociti T antigene-specifici, nonché il rilascio di varie citochine (proteine
del sistema immunitario) in risposta alla sfida di microbi patogeni. Questo tipo di risposta immunitaria innata
si attiva nella maggior parte delle persone con il funzionamento del sistema immunitario, a prescindere della
vaccinazione, e dipende in larga misura dalla presenza di nutrienti essenziali. Quando l'immunità cellulare è
compromessa - per esempio quando sia in atto una leucemia – allora un’infezione da morbillo può essere
letale.
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Se prima dell’infezione fosse necessario lo sviluppo di anticorpi IgG per recuperare dalla malattia o per
sopravvivere ad essa, nessuno sarebbe mai guarito da qualsiasi cosa per la quale non avesse una immunità
precostituita o una memoria immunitaria protettiva incrociata, chiamata anche immunità eterologa

Da un articolo del dott. Casadevall leggiamo: "Un'osservazione paradossale che coinvolge la “AMI”
[l’immunità mediata da anticorpi] è che le IgG specifiche spesso si formano dopo che l’organismo ha
recuperato dalla malattia [Inizialmente e precocemente si formano IgM, gli anticorpi precoci, meno efficaci
delle IgG che arrivano un po' dopo, N.d.r.] In effetti, un aumento del titolo IgG nel siero è un metodo
consolidato per diagnosticare molte malattie infettive. Questa osservazione solleva la questione del perché le
IgG si formano dopo il recupero della maggior parte delle malattie infettive. Richiamarsi alla necessità di
prevenire le recidive è una risposta che non può soddisfare più di tanto se la risposta cellulare innata iniziale
si è dimostrata adeguata per vincere il primo attacco della malattia” [100].

La formazione degli anticorpi IgG del morbillo, mentre sono parte della naturale risposta immunitaria, sono
l’ultima cosa che avviene nella fase di recupero dalla malattia. Questi aspetti del sistema immunitario non
sono normalmente valutati nella discussione sull’efficacia delle vaccinazioni perché il focus rimane sempre
sul mito che i vaccini forniscono l’unico mezzo affidabile e sicuro per “diventare immuni” verso le malattie.

È un bene che la sopravvivenza dalle infezioni o lesioni in genere non dipenda dagli anticorpi, altrimenti molti
pazienti nefropatici sarebbe in gravi difficoltà a causa del fatto che non riescono a sviluppare anticorpi in
modo sufficiente dopo la vaccinazione. Si tratta di immunologia di base [107], che qualsiasi genitore di buon
senso può capire.

La vaccinazione anti morbillo può essere considerata un’opzione
razionale?

                                           Perché dovremo vaccinare tutte le persone sane che vivono nei
                                           paesi sviluppati, che possono avere accesso a una buona e sana
                                           alimentazione, a livelli adeguati di igiene e assistenza sanitaria e
                                           che non sono normalmente soggetti a complicazioni da morbillo,
                                           ai rischi noti e meno noti dei vaccini MPR, ottenendo così una
                                           quadro generale peggiore rispetto all’epoca pre-vaccino?

                                         Quale sarà il risultato di una continua rivaccinazione con dosi di
                                         richiamo di vaccino anti-morbillo? E cosa succederà se la
                                         riprogrammazione del nostro sistema immunitario indotta dal
                                         vaccino in realtà riducesse la nostra capacità di rispondere
efficacemente alle sfide poste nel mondo reale da altri patogeni infettivi?
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