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Palazzo Greco. Salone Amorelli, corso Matteotti 29, Siracusa

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Programma

Venerdì 23
ore 9.00 Saluti istituzionali

ore 9.30 Prima Sessione REGALITA’ e LEGALITA’
Presiede Marina Valensise (Consigliere Delegato Fondazione Inda)
Guido Paduano (Filologo classico e direttore della rivista “Dioniso”) Sessant’anni di Convegni Inda
Guido Avezzù (Università di Verona) “Tutto sul Re”: ruoli di potere in Eschilo
Sotera Fornaro (Università di Sassari) Il potere delle emozioni e le emozioni del potere: il caso
delle Antigoni

                                                                                                      Q
Introduce la discussione Alessandro Grilli (Università di Pisa)
                                                                                                            uesto convegno è stato pensato,               privato, interagiscono molto di più di
Venerdì 23 ottobre                                                                                          dai miei colleghi della redazione di          quanto si possa immaginare: nell’Antigo-
ore 15.30 Seconda Sessione GERARCHIA e RETORICA                                                       “Dioniso” e da me, come un momento di               ne Creonte, considerato da se stesso e da
Presiede Margherita Rubino (Università degli studi di Genova)                                         riflessione sulla natura dialogica e con-           molti critici l’alfiere dell’ideologia dello
Maria Serena Mirto (Università di Pisa) Quando la retorica svuota il potere: strategie euripidee      flittuale del teatro antico, e sulla funzione       Stato, in realtà è ossessionato dal terrore
per sospendere i rapporti gerarchici                                                                  drammaturgica dei rapporti di forza al              che venga meno la relazione patriarcale,
Walter Lapini (Università di Genova) Regalità e degradazione eroica nell’Elena di Euripide            suo interno. Molte possono essere le spe-           ottusamente repressiva delle istanze fem-
Gianna Petrone (Università di Palermo) Senati columen. Smascheramento dei padri e crisi               cifiche aree di interesse; si va dalla pro-         minili e giovanili. In Plauto i padri gab-
dell’autorità nella commedia plautina                                                                 blematica compatibilità delle istituzioni,          bati si possono sovrapporre ai patres con-
Introduce la discussione Guido Paduano (Filologo classico e direttore della rivista “Dioniso”)        e soprattutto dei sentimenti democratici            scripti romani, le colonne del Senato che
                                                                                                      del pubblico, con le monarchie mitolo-              Ibsen avrebbe chiamato le “colonne della
Sabato 24 ottobre ore 9.00-13.00
Terza Sessione TRAME COMICHE DEL POTERE                                                               giche che ospitano l’azione delle tragedie          società”. Come mostra quest’ultimo esem-
Presiede Guido Paduano (Filologo classico e direttore della rivista “Dioniso”)                        (e con la più potente e ostile monarchia            pio, molto spesso la dinamica teatrale non
Michael Lloyd (University College Dublin) Power and Politeness in Aristophanes [in video]             contemporanea che ospita l’unica trage-             trascrive il reale, ma da peculiari situazio-
Elena Fabbro (Università di Udine) Democrazia e potere di Demo                                        dia “storica”, i Persiani di Eschilo) fino          ni intellettuali ed emotive estrae procedi-
Nicola Cadoni (Traduttore) «Oggi farò da me/senza lezione». La rivolta di Strepsiade                  all’estremo opposto, la feroce collusione           menti in grado di smantellare i poteri noti
Introduce la discussione Francesco Morosi (Scuola Normale Superiore)                                  tra commedia e vita politica nel teatro di          e consolidati, generando paradossali con-
                                                                                                      Aristofane.                                         tropoteri: il vertice sta, a mio parere, nelle
                                                                                                      Ma si pensi anche alla rappresentazione             finzioni demiurgiche della Clitennestra
                                                                                                      dell’autorità nel microcosmo familiare,             di Eschilo e della Medea di Euripide, che
                                                                                                      che struttura le relazioni fra congiunti,           sono le più potenti che abbiano occupato
                                                                                                      considerate da Aristotele fondative della           la scena prima dell’Otello di Shakespeare,
                                                                                                      tragedia, e dominanti nella Commedia                e che conferiscono volontà e facoltà di do-
                                                                                                      Nuova e nell’intero percorso della com-             minio alla parte più oppressa del genere
                                                                                                      media europea. I due campi, politico e              umano.
                                                                                                                                                                                       Guido Paduano

                                                2                                                                                                     3
23 ottobre ore 9.00 - Prima Sessione - REGALITÀ E LEGALITÀ

                 Guido Paduano
                 Sessant’anni di Convegni Inda
                 L   a data che ricordiamo oggi è forse il
                     momento più significativo – per quan-
                 to a questa distanza si possa esprimere un
                                                                    cui invece si svolgevano le rappresentazio-
                                                                    ni. Il mio intento è ripercorrere sommaria-
                                                                    mente quel percorso prestando soprattutto
                 giudizio storico – dell’INDA e in generale         attenzione al carattere interdisciplinare dei
                 delle sorti del teatro antico in Italia.           convegni: mi riferisco non solo alla dialet-
                 Nel 1960 infatti un convegno conciso, ma           tica tra testo e messinscena, che ha inner-
                 di altissimo profilo accompagnò, direi ar-         vato e perturbato la disciplina teatrologica
                 monicamente, l’Orestea di Vittorio Gas-            della sua fondazione, ma anche alla relazio-
                 sman che si avvaleva della parola di uno dei       ni con la storia (e il discusso problema del
                 maggiori, se non il maggiore poeta italiano        teatro come fonte), la storia delle religioni
                 del Novecento, Pier Paolo Pasolini. Ispi-          e del costume; mi riferisco ancor più alla
                 randosi a quel modello si instaurò a partire       prospettiva della ricezione, come ponte tra
                 dal 1965, nella gestione di Antonino Sam-          letteratura antica e moderna, e agli stu-

23 ottobre
                 martano, e poi in quella di Giusto Monaco,         di storici e teorici sulla traduzione, ponte
                 la prassi dei grandi convegni internazionali       a sua volta tra l’ermeneutica e l’autonoma
                 biennali, che si alternavano alle annate in        espressione letteraria.

             4                                                  5
23 ottobre ore 9.00 - Prima Sessione - REGALITÀ E LEGALITÀ                                             23 ottobre ore 9.00 - Prima Sessione - REGALITÀ E LEGALITÀ

 Guido Avezzù                                                                                           Sotera Fornaro
“Tutto sul Re”: ruoli di potere in Eschilo                                                              Il potere delle emozioni e le emozioni del potere:
                                                                                                        il caso delle Antigoni
 Q    uesto contributo si propone di conside-         analogia o per contrasto, la configurazione

                                                                                                        R
      rare come Eschilo configuri i ruoli di          di situazioni drammatiche affini: è il caso
                                                                                                             ileggere l’Antigone oggi, ancora in piena        politico efficace per un’auspicata salvezza
 potere ricoperti dai suoi personaggi: regine         delle allocuzioni di Eteocle, di Creonte e di
                                                                                                             emergenza politica e sociale per la pan-         della polis, necessità obbligata da una vio-
 (Atossa; Clitennestra), re (Serse vs Dario;          Edipo, nelle quali le diverse soluzioni pro-
                                                                                                        demia, induce a interpretare nuovamente               lenta crisi, e non dalla natura tirannica e
 Eteocle; Pelasgo) e usurpatori (Egisto; ma           poste dagli autori non sono determinate, o
                                                                                                        anche la fenomenologia delle emozioni re-             dall’arbitrio di Creonte; così dobbiamo ri-
 si è tentati di includere anche Zeus). Non           non esclusivamente, dall’intreccio, ma in-
                                                                                                        stituita dal testo della tragedia, ed in parti-       considerare anche le emozioni di Antigone,
 intendo ricostruire una presunta ideologia           staurano una sorta di dialettica a distanza
                                                                                                        colare delle emozioni nella strategia comu-           espressione nei secoli di un generico uma-
 eschilea – comunque soggetta alle provo-             fra le figure di potere. In queste dinastie di
                                                                                                        nicativa del potere. Quel che è cambiato,             nitarismo, dato che abbiamo permesso (e
 cazioni dettate dalla storia di Atene e dalla        sovrani di tragedia possiamo osservare sol-
                                                                                                        nella nostra lettura, è l’atmosfera emotiva in        permettiamo) che i nostri morti muoiano
 cronaca della sua politica, perciò non ne-           tanto i comportamenti di capostipiti e di
                                                                                                        cui viviamo, che ci porta a riconsiderare le          soli e soli vengano seppelliti, in obbedienza
 cessariamente univoca – quanto, invece, di           epigoni, quanto alla cronologia drammati-
                                                                                                        emozioni del potere di cui si serve Creonte,          a un decreto dello Stato, senza per questo
 esplorare il modo in cui il personaggio am-          ca, come appunto nei casi rappresentati dai
                                                                                                        la paura in primo luogo, come strumento               provare vergogna.
 mantato del dominio possa essere recepito            Sette contro Tebe, dall’Antigone e dall’Edipo
 dal pubblico, nell’immediato contesto del            re, ma i re popolavano le scene e perciò pos-
 dramma e in rapporto ad altri ruoli teatrali         siamo immaginare la competente familiari-
 di potere dei quali si conservi il ricordo. Si       tà del pubblico con anaktes, basileis, dyna-
 considererà, inoltre, l’ipotesi che il modo in       stai e tyrannoi, coi loro tratti caratteriali e
 cui un personaggio è rappresentato nell’e-           il modo di esercitare il potere peculiare a
 sercizio del potere possa ispirare poi, per          ciascuno di loro.                                 Introduce la discussione Alessandro Grilli (Università di Pisa)

                                                  6                                                                                                       7
23 ottobre ore 15.30 - Seconda Sessione - GERARCHIA E LEGALITÀ                                         23 ottobre ore 15.30 - Seconda Sessione - GERARCHIA E LEGALITÀ

Maria Serena Mirto
Quando la retorica svuota il potere: strategie euripidee
per sospendere i rapporti gerarchici                                                                   Walter Lapini
L   ungi dal mettere in scena situazioni re-
    alistiche o aderenti a un’articolazione
                                                      mondo in cui agisce. L’Ecuba è la tragedia
                                                      che offre gli esempi più significativi di come
                                                                                                       Regalità e degradazione eroica nell’Elena di Euripide
sociale verosimile, in cui siano rispecchiati
i ruoli di potere che la strutturano, la dram-
maturgia euripidea privilegia uno scambio
                                                      la parola persuasiva o una vera e propria
                                                      tecnica oratoria siano in grado di minare
                                                      concretamente la rappresentazione dei ruoli
                                                                                                       N     ell’Elena euripidea, il naufrago e
                                                                                                             lacero re Menelao bussa alla porta di
                                                                                                       Teoclimeno, re dell’Egitto, in cerca di aiuto,
                                                                                                                                                            comici o addirittura satireschi, bensì come
                                                                                                                                                            uno snodo necessario della trama: è infatti
                                                                                                                                                            dall’esito di questo incontro fra Menelao
dialettico che garantisca il massimo spazio           di potere: la gerarchia tra chi domina e chi     ma viene respinto sgarbatamente da una               e la portinaia che i futuri avvenimenti
al confronto dei caratteri.                           è subordinato finisce così per avere valore      vecchia portinaia. Si tratta di una scena che        dipendono totalmente.
Ethos e valori di ciascuno sono così mes-             accidentale e non può dirsi immutabile, in       da sempre fa discutere. I più vedono in essa         Nella scena dei vv. 777ss. ogni comicità
si a nudo in rapporto alle circostanze e, se          un quadro che vede nei rovesci della sorte e     un pezzo di comicità ‘pura’, in cui Menelao          è esclusa. Nella scena della porta una
talora la forma stilizzata sembra andare a            nell’instabilità il comune denominatore del-     reciterebbe il ruolo del pitocco, dell’alazon,       componente umoristica non può essere
detrimento della coerenza del personaggio,            la condizione umana. Al centro dell’analisi      dell’ottuso, del vanitoso umiliato: un               negata: essa però non ha lo scopo di
la personalità di chi s’impegna nell’arte di          sarà dunque soprattutto la protagonista di       esempio di come Euripide si compiace di              screditare l’autorevolezza di un grande
argomentare e persuadere resta ben rico-              questa tragedia, nelle situazioni che la vedo-   degradare e maltrattare i grandi totem della         eroe dell’epos come Menelao, bensì di
noscibile anche quando adotta una tattica             no colmare la distanza sociale con apparen-      tradizione letteraria. Ma un confronto con           mostrare quanto sia difficile per lui inserirsi
che alla nostra cultura appare artificiosa, ai        te naturalezza, senza tenere conto dei rap-      la lunga sticomitia dei vv. 777ss. permette di       in una realtà in cui gli ideali omerici non
limiti del virtuosismo agonistico, per ade-           porti di forza e anzi facendo leva su modelli    leggere la scena della porta in modo diverso,        costituiscono più l’interezza dell’orizzonte
guarsi alla polifonia e all’imprevedibilità del       relazionali alternativi.                         non come un gratuito innesto di elementi             morale.

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23 ottobre ore 15.30 - Seconda Sessione - GERARCHIA E LEGALITÀ

Gianna Petrone
Senati columen. Smascheramento dei padri e crisi
dell’autorità nella commedia plautina
I  l teatro plautino mette in scena la crisi
   dell’autorità del pater familias sia nei con-
fronti del figlio sia nei riguardi del servo, fa-
                                                         Demeneto nell’Asinaria, la squalificazione
                                                         del buon Alcesimo nella Casina, la degra-
                                                         dazione di Demifone nel Mercator danno
cendo assistere agli inconvenienti prodotti              scacco alle gerarchie. Nell’Epidicus, che in
dalla rivalità amorosa tra padri e figli, e alla         diverso equilibrio annovera invece un padre
sconfitta dell’intelligenza dei padroni, vitti-          premuroso, l’attacco dello schiavo, con la
me della beffa dello schiavo.                            presa in giro del padrone, configura ugual-
L’espressione senati columen colpisce con                mente un ribaltamento, con la supremazia
farsesca ironia un’incapacità di occupare il             della saggezza di Epidico su quella dei vec-
ruolo di potere da parte di padri o padroni              chi. La continuità dell’immagine giuridica
inattendibili, mentre l’adozione di metafore             in questa commedia, dove il protagonista
senatorie nell’intrigo dello schiavo costrui-            ‘detta legge’ ma sente anche alle costole il
sce nell’ quest’ultimo una fantasia di potere            castigo, riveste l’azione dello schiavo con i
alternativo. Lo smascheramento del vecchio               colori di una paradossale autorità.

Introduce la discussione Guido Paduano (Filologo classico e direttore della rivista “ Dioniso”)          24 ottobre
                                                    10                                                                11
24 ottobre ore 9.00 - Terza Sessione - TRAME COMICHE DEL POTERE

Michael Lloyd
Power and Politeness in Aristophanes                                                                                     Potere e Politeness in Aristofane

T    he most influential model for under-
     standing politeness is the ‘face threat’
                                                                       particular has little meaning in more col-
                                                                       lectivist societies (e.g. Watts 2003: 101–7).
                                                                       Another objection is that the theory is too
                                                                                                                         I  l modello più influente per capire la
                                                                                                                            politeness (cortesia) è la teoria della fa-
                                                                                                                         ce-threat di Brown e Levinson (1987), se-
                                                                                                                                                                                           tiva ha poco significato in società più col-
                                                                                                                                                                                           lettiviste (es. Watts 2003: 101-7). Un’altra
                                                                                                                                                                                           obiezione è che la teoria è troppo astratta,
theory of Brown and Levinson (1987), ac-
                                                                       abstract, and takes too little account of what    condo cui ogni atto di cortesia è orientato a                     e prende troppo poco in considerazione ciò
cording to which every act of politeness is
                                                                       is actually regarded as polite in particular      una specifica minaccia rispetto alla face del                     che è visto come cortese in determinate so-
oriented to a specific face threat. They dis-
                                                                       societies.                                        destinatario. Si distinguono due tipi di face.                    cietà. Gli eroi di Aristofane sono persone
tinguish two kinds of face. The first, termed
                                                                       Aristophanes’ heroes are ordinary people          La prima, chiamata face positiva, è il de-                        comuni messe di fronte a sfide che richie-
positive face, is the want to be approved of or
                                                                       faced with challenges which require them          siderio di essere approvati o ammirati. In                        dono loro di avvicinarsi a individui impor-
admired. The positive face of the hearer in a
                                                                       to approach important or intimidating in-         uno scambio verbale, la face positiva dell’u-                     tanti o ostili, che potrebbero assisterli nei
talk exchange would be threatened (e.g.) by
                                                                       dividuals who might assist their plans (e.g.      ditore potrebbe essere minacciata, p. es.,                        loro piani (p.es. Strepsiade nelle Nuvole e
criticism or abuse. The positive face of the
                                                                       Strepsiades in Clouds and Dicaeopolis in          dalla critica o dall’abuso. La face positiva                      Diceopoli negli Acarnesi). Questi individui
speaker would be threatened (e.g.) by an
                                                                       Acharnians). These individuals thus have          dell’oratore potrebbe essere minacciata, p.                       hanno perciò assai più potere degli eroi, e la
apology or a confession. The second kind of
                                                                       significantly more power than the heroes,         es., da una scusa o da una confessione.                           teoria della politeness e della minaccia alla
face, termed negative face, is the want not to
                                                                       and face-threat politeness theory correctly       Il secondo tipo face, chiamato face negati-                       face predice correttamente che ci si rivol-
be imposed upon or impeded. The negative
                                                                       predicts that they will be addressed politely.    va, è il desiderio di non subire imposizioni                      gerà a loro in maniera cortese.
face of the hearer would be threatened by a
                                                                       The situation is reversed at the end of a play,   o essere ostacolato. La face negativa dell’u-                     La situazione è rovesciata alla fine dell’ope-
request or a threat, and that of the speaker
                                                                       where the hero is now in control and treats       ditore potrebbe essere ostacolata da una                          ra, poiché l’eroe ha ora il controllo e tratta
by expressing thanks or accepting an offer.
                                                                       other people impolitely (e.g. Peisetaerus in      richiesta o da un pericolo, e quella dell’o-                      gli altri in maniera scortese (es. Pisetero
The seriousness of a face-threatening act de-
                                                                       Birds). Impoliteness demonstrates his pow-        ratore dall’espressione di gratitudine o                          negli Uccelli). La scortesia dimostra il pote-
pends not only on the view taken of the act
                                                                       er after he has succeeded, an aspect of the       dall’accettazione di un’offerta. La serietà di                    re che il personaggio ha acquisito dopo che
itself in a particular culture, but also on the
                                                                       comic fantasy of having no need to respect        un’azione di face-threat dipende non solo                         ha ottenuto successo.
relative power of speaker and hearer and on
                                                                       the face of others (see generally Bousfield       da come una particolare cultura considera                         Un aspetto dell’immaginazione comica è
the social distance between them.
                                                                       & Locher 2008). The paper uses ‘discursive’       l’azione stessa, ma anche dal potere relativo                     dunque quello di non avere bisogno di ri-
One objection to Brown and Levinson’s
                                                                       politeness theory to assess how this behav-       dell’oratore e dell’uditore e dalla distanza                      spettare la face altrui (v. in generale Bou-
theory is that it assumes too individualistic
                                                                       iour should be evaluated.                         sociale tra essi.                                                 sfield e Locher 2008). Il mio intervento usa
a notion of face, and that negative face in
                                                                                                                         Un’obiezione alla teoria di Brown e Levin-                        la teoria della politeness ‘discorsiva’ per ve-
                                                                                                                         son è che essa assume una nozione di ‘ face’                      rificare come questo comportamento deb-
                                                                                                                         troppo individualistica, e che la face nega-                      ba essere valutato.
Bibliography                                                                                                             Bibliografia
D. Bousfield, e M.A. Locher, Impoliteness in Language: Studies on its Interplay with Power in Theory and Practice        Bousfield, D. e Locher, M.A., Impoliteness in Language: Studies on its Interplay with Power in Theory and Practice
(Berlin e New York, 2008)                                                                                                (Berlin e New York, 2008)
P. Brown, e S. C. Levinson, Politeness: Some Universals in Language Usage (Cambridge, 1978; 2nd ed., 1987)               Brown, P. e Levinson, S. C., Politeness: Some Universals in Language Usage (Cambridge, 1978; 2nd ed., 1987)
R. J. Watts, Politeness (Cambridge, 2003)                                                                                Watts, R. J., Politeness (Cambridge, 2003)

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24 ottobre ore 9.00 - Terza Sessione - TRAME COMICHE DEL POTERE                                             24 ottobre ore 9.00 - Terza Sessione - TRAME COMICHE DEL POTERE

Elena Fabbro
Democrazia e potere di Demo
L   a situazione iniziale dei Cavalieri e l’a-
    zione che si sviluppa prima del colpo di
scena finale col ringiovanimento di Demo,
                                                       Paflagone: la molla drammaturgica decisiva
                                                       consiste infatti nell’assunto che l’impresa
                                                       può riuscire soltanto a un demagogo più
il vecchio che col suo nome, per eccellenza            spregevole di lui. È questa una formulazione
parlante, costituisce un’allegorica personifi-         efficace della chiusa compattezza del siste-
cazione della politeia ateniese – non mette            ma politico ateniese e del suo inarrestabile
in scena affatto “il potere di Demo” ma, con           decadimento. L’impresa ha successo al cul-
un rovesciamento tutt’altro che sconosciuto            mine di un inesausto scontro di adulazio-
alla dinamica del comico, il potere su Demo,           ne e violenza tra i due rivali; la più nitida
che da presunto soggetto si trasforma in og-           rappresentazione dell’odio politico che si
getto e vittima del potere medesimo. Il rove-          conosca, che comunica anche il piacere di
sciamento è speculare, in quanto a detenere            una sopraffazione riscattata e ribaltata, ma
il potere è uno schiavo (v. 44) che porta il           non può sostituire il finale della Comme-
nome anch’esso parlante di Paflagone, e che            dia, se ammettiamo come ipotesi di lavoro
ogni indizio, a cominciare dal mestiere di             che il suo schema comico e il suo messag-
conciapelli, assimila al demagogo Cleone               gio sia conforme a tutte le altre commedie
appena reduce dal trionfo di Pilo. Si tratta di        di Aristofane, che inscenano la realizza-
un meccanismo che Aristofane rimetterà in              zione di una felicità individuale o sociale,
moto due anni dopo nelle Vespe nel serrato             o di entrambe (e da questo punto di vista i
agone tra padre e figlio inteso a dimostra-            Cavalieri ne annullano grazie all’allegoria la
re il rapporto di douleia che inchioda lui,
come ogni altro eliasta, ai demagoghi, pa-
                                                       distinzione), ma comunque piena e assolu-
                                                       ta. Il finale della commedia, una delle scene        Nicola Cadoni
droni effettivi delle risorse economiche. Il
confronto tra le due strutture drammatiche
                                                       aristofanee più controverse e tuttora inten-
                                                       samente dibattute, contempla dunque non             «Oggi farò da me/senza lezione». La rivolta di Strepsiade
mostra coerenza anche nei mezzi con cui il             la sostituzione di un demagogo con un al-
potere viene esercitato e che già nel prologo
dei Cavalieri vengono descritti con preci-
sione didattica. Il primo consiste nella finta
                                                       tro, ma la rimozione del perverso paradosso
                                                       del padrone-schiavo. Sicchè Demo, grazie
                                                       a una palingenesi lanciata su una direttrice
                                                                                                            C    he cosa sono le Nuvole.
                                                                                                                 A prima vista: vanitose divinità del nul-
                                                                                                            la cui è devota la macchietta falso-socratica,
                                                                                                                                                                    Le Nuvole sono un coro comico che ha mire
                                                                                                                                                                    tragiche. Con malizia da dee euripidee per-
                                                                                                                                                                    seguono il fine eschileo di guidare il citta-
sollecitudine per il bene di quel Demo (o              regressiva in ambedue i sensi previsti dall’al-      paradigma di una nuova figura di intellet-              dino della finzione verso il suo buffo pathei
demo, in un continua tensione tra letterale            legoria, torna padrone di se stesso, della sua       tuale vacuo cialtrone avido.                            mathos di mazzate; e di guidare il cittadino
e figurato), descritto come credulone e sen-           casa e dunque il popolo, caratterizzato in           Per contro: solenni e inafferrabili meraviglie          reale, preda ormai pigra e facile, a riappro-
sibile alle blandizie; il secondo in un’aggres-        una logica patriottico-imperialistica, torna         negli sprazzi lirici forse più ispirati dell’in-        priarsi di anticorpi contro un potere che
sività, autentica ma al contempo ostentata,            a esercitare una sovranità diretta.                  tera produzione aristofanea. Ben oltre: l’in-           tenta di oliare i propri aggressivi ingranaggi
che ha la sua icona nell’immagine diffusa di           In tal senso, si spiegano il silenzio e l’emargi-    venzione più ambiziosa, multiforme e in-                apponendo vaporosi fiocchi intorno al vuo-
Cleone come belva urlante e la sua realizza-           nazione del Coro nel finale della commedia           compresa del teatro di Aristofane.                      to pneumatico.
zione nell’incessante azione di calunnia ed            - I Cavalieri che rappresentano una parte
esautoramento nei confronti degli avversa-             del dibattito politico, sia pure la parte sana,
ri politici. Con queste stesse armi Demo è             raggiunto l’obiettivo di scalzare il nemico
vessato dal Salsicciaio, un personaggio che            politico, si fanno da parte di fronte ad una
i servi onesti e il coro dei cavalieri evocano         collettività unitaria e risanata, rappresentata
dal nulla con la precisa missione di scalzare          in via esclusiva da Demo.                            Introduce la discussione Francesco Morosi (Scuola Normale Superiore)

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Segreteria organizzativa
Elena Servito- Francesco Morosi

Addetto stampa
Gaspare Urso

Grafica
Carmelo Iocolano

Si ringraziano
Associazione Amici dell’Inda
Anita Gentile

          Il Convegno si potrà seguire in diretta sulla pagina facebook della Fondazione Inda
              info: indafondazione.org - mail: elena.servito@indafondazione.org

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