2233//2244 oottttoobbrree - Palazzo Greco. Salone Amorelli, corso Matteotti 29, Siracusa
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23/24 ot to b re Palazzo Greco. Salone Amorelli, corso Matteotti 29, Siracusa 1
Programma Venerdì 23 ore 9.00 Saluti istituzionali ore 9.30 Prima Sessione REGALITA’ e LEGALITA’ Presiede Marina Valensise (Consigliere Delegato Fondazione Inda) Guido Paduano (Filologo classico e direttore della rivista “Dioniso”) Sessant’anni di Convegni Inda Guido Avezzù (Università di Verona) “Tutto sul Re”: ruoli di potere in Eschilo Sotera Fornaro (Università di Sassari) Il potere delle emozioni e le emozioni del potere: il caso delle Antigoni Interviene Alessandro Grilli (Università di Pisa) Venerdì 23 ottobre ore 15.30 Seconda Sessione GERARCHIA e RETORICA Presiede Margherita Rubino (Università degli studi di Genova) Maria Serena Mirto (Università di Pisa) Quando la retorica svuota il potere: strategie euripidee per sospendere i rapporti gerarchici Walter Lapini (Università di Genova) Regalità e degradazione eroica nell’Elena di Euripide Gianna Petrone (Università di Palermo) Senati columen. Smascheramento dei padri e crisi dell’autorità nella commedia plautina Interviene Guido Paduano (Filologo classico e direttore della rivista “Dioniso”) Sabato 24 ottobre ore 9.00-13.00 Terza Sessione TRAME COMICHE DEL POTERE Presiede Guido Paduano (Filologo classico e direttore della rivista “Dioniso”) Michael Lloyd (University College Dublin) Power and Politeness in Aristophanes [in video] Elena Fabbro (Università di Udine) Democrazia e potere di Demo Nicola Cadoni (Traduttore) «Oggi farò da me/senza lezione». La rivolta di Strepsiade Interviene Francesco Morosi (Scuola Normale Superiore) 2
Q uesto convegno è stato pensato, dai miei colleghi della redazione di “Dioniso” e da me, come un momento di privato, interagiscono molto di più di quanto si possa immaginare: nell’Antigo- ne Creonte, considerato da se stesso e da riflessione sulla natura dialogica e con- molti critici l’alfiere dell’ideologia dello flittuale del teatro antico, e sulla funzione Stato, in realtà è ossessionato dal terrore drammaturgica dei rapporti di forza al che venga meno la relazione patriarcale, suo interno. Molte possono essere le spe- ottusamente repressiva delle istanze fem- cifiche aree di interesse; si va dalla pro- minili e giovanili. In Plauto i padri gab- blematica compatibilità delle istituzioni, bati si possono sovrapporre ai patres con- e soprattutto dei sentimenti democratici scripti romani, le colonne del Senato che del pubblico, con le monarchie mitolo- Ibsen avrebbe chiamato le “colonne della giche che ospitano l’azione delle tragedie società”. Come mostra quest’ultimo esem- (e con la più potente e ostile monarchia pio, molto spesso la dinamica teatrale non contemporanea che ospita l’unica trage- trascrive il reale, ma da peculiari situazio- dia “storica”, i Persiani di Eschilo) fino ni intellettuali ed emotive estrae procedi- all’estremo opposto, la feroce collusione menti in grado di smantellare i poteri noti tra commedia e vita politica nel teatro di e consolidati, generando paradossali con- Aristofane. tropoteri: il vertice sta, a mio parere, nelle Ma si pensi anche alla rappresentazione finzioni demiurgiche della Clitennestra dell’autorità nel microcosmo familiare, di Eschilo e della Medea di Euripide, che che struttura le relazioni fra congiunti, sono le più potenti che abbiano occupato considerate da Aristotele fondative della la scena prima dell’Otello di Shakespeare, tragedia, e dominanti nella Commedia e che conferiscono volontà e facoltà di do- Nuova e nell’intero percorso della com- minio alla parte più oppressa del genere media europea. I due campi, politico e umano. Guido Paduano 3
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23 ottobre ore 9.00 - Prima Sessione - REGALITÀ E LEGALITÀ Guido Paduano Sessant’anni di Convegni Inda L a data che ricordiamo oggi è forse il momento più significativo – per quan- to a questa distanza si possa esprimere un cui invece si svolgevano le rappresentazio- ni. Il mio intento è ripercorrere sommaria- mente quel percorso prestando soprattutto giudizio storico – dell’INDA e in generale attenzione al carattere interdisciplinare dei delle sorti del teatro antico in Italia. convegni: mi riferisco non solo alla dialet- Nel 1960 infatti un convegno conciso, ma tica tra testo e messinscena, che ha inner- di altissimo profilo accompagnò, direi ar- vato e perturbato la disciplina teatrologica monicamente, l’Orestea di Vittorio Gas- della sua fondazione, ma anche alla relazio- sman che si avvaleva della parola di uno dei ni con la storia (e il discusso problema del maggiori, se non il maggiore poeta italiano teatro come fonte), la storia delle religioni del Novecento, Pier Paolo Pasolini. Ispi- e del costume; mi riferisco ancor più alla randosi a quel modello si instaurò a partire prospettiva della ricezione, come ponte tra dal 1965, nella gestione di Antonino Sam- letteratura antica e moderna, e agli stu- martano, e poi in quella di Giusto Monaco, di storici e teorici sulla traduzione, ponte la prassi dei grandi convegni internazionali a sua volta tra l’ermeneutica e l’autonoma biennali, che si alternavano alle annate in espressione letteraria. 5
23 ottobre ore 9.00 - Prima Sessione - REGALITÀ E LEGALITÀ Guido Avezzù “Tutto sul Re”: ruoli di potere in Eschilo Q uesto contributo si propone di conside- rare come Eschilo configuri i ruoli di potere ricoperti dai suoi personaggi: regine analogia o per contrasto, la configurazione di situazioni drammatiche affini: è il caso delle allocuzioni di Eteocle, di Creonte e di (Atossa; Clitennestra), re (Serse vs Dario; Edipo, nelle quali le diverse soluzioni pro- Eteocle; Pelasgo) e usurpatori (Egisto; ma poste dagli autori non sono determinate, o si è tentati di includere anche Zeus). Non non esclusivamente, dall’intreccio, ma in- intendo ricostruire una presunta ideologia staurano una sorta di dialettica a distanza eschilea – comunque soggetta alle provo- fra le figure di potere. In queste dinastie di cazioni dettate dalla storia di Atene e dalla sovrani di tragedia possiamo osservare sol- cronaca della sua politica, perciò non ne- tanto i comportamenti di capostipiti e di cessariamente univoca – quanto, invece, di epigoni, quanto alla cronologia drammati- esplorare il modo in cui il personaggio am- ca, come appunto nei casi rappresentati dai mantato del dominio possa essere recepito Sette contro Tebe, dall’Antigone e dall’Edipo dal pubblico, nell’immediato contesto del re, ma i re popolavano le scene e perciò pos- dramma e in rapporto ad altri ruoli teatrali siamo immaginare la competente familiari- di potere dei quali si conservi il ricordo. Si tà del pubblico con anaktes, basileis, dyna- considererà, inoltre, l’ipotesi che il modo in stai e tyrannoi, coi loro tratti caratteriali e cui un personaggio è rappresentato nell’e- il modo di esercitare il potere peculiare a sercizio del potere possa ispirare poi, per ciascuno di loro. 6
23 ottobre ore 9.00 - Prima Sessione - REGALITÀ E LEGALITÀ Sotera Fornaro Il potere delle emozioni e le emozioni del potere: il caso delle Antigoni R ileggere l’Antigone oggi, ancora in piena emergenza politica e sociale per la pan- demia, induce a interpretare nuovamente politico efficace per un’auspicata salvezza della polis, necessità obbligata da una vio- lenta crisi, e non dalla natura tirannica e anche la fenomenologia delle emozioni re- dall’arbitrio di Creonte; così dobbiamo ri- stituita dal testo della tragedia, ed in parti- considerare anche le emozioni di Antigone, colare delle emozioni nella strategia comu- espressione nei secoli di un generico uma- nicativa del potere. Quel che è cambiato, nitarismo, dato che abbiamo permesso (e nella nostra lettura, è l’atmosfera emotiva in permettiamo) che i nostri morti muoiano cui viviamo, che ci porta a riconsiderare le soli e soli vengano seppelliti, in obbedienza emozioni del potere di cui si serve Creonte, a un decreto dello Stato, senza per questo la paura in primo luogo, come strumento provare vergogna. Interviene Alessandro Grilli (Università di Pisa) 7
23 ottobre ore 15.30 - Seconda Sessione - GERARCHIA E LEGALITÀ Maria Serena Mirto Quando la retorica svuota il potere: strategie euripidee per sospendere i rapporti gerarchici L ungi dal mettere in scena situazioni re- alistiche o aderenti a un’articolazione sociale verosimile, in cui siano rispecchiati mondo in cui agisce. L’Ecuba è la tragedia che offre gli esempi più significativi di come la parola persuasiva o una vera e propria i ruoli di potere che la strutturano, la dram- tecnica oratoria siano in grado di minare maturgia euripidea privilegia uno scambio concretamente la rappresentazione dei ruoli dialettico che garantisca il massimo spazio di potere: la gerarchia tra chi domina e chi al confronto dei caratteri. è subordinato finisce così per avere valore Ethos e valori di ciascuno sono così mes- accidentale e non può dirsi immutabile, in si a nudo in rapporto alle circostanze e, se un quadro che vede nei rovesci della sorte e talora la forma stilizzata sembra andare a nell’instabilità il comune denominatore del- detrimento della coerenza del personaggio, la condizione umana. Al centro dell’analisi la personalità di chi s’impegna nell’arte di sarà dunque soprattutto la protagonista di argomentare e persuadere resta ben rico- questa tragedia, nelle situazioni che la vedo- noscibile anche quando adotta una tattica no colmare la distanza sociale con apparen- che alla nostra cultura appare artificiosa, ai te naturalezza, senza tenere conto dei rap- limiti del virtuosismo agonistico, per ade- porti di forza e anzi facendo leva su modelli guarsi alla polifonia e all’imprevedibilità del relazionali alternativi. 8
23 ottobre ore 15.30 - Seconda Sessione - GERARCHIA E LEGALITÀ Walter Lapini Regalità e degradazione eroica nell’Elena di Euripide N ell’Elena euripidea, il naufrago e lacero re Menelao bussa alla porta di Teoclimeno, re dell’Egitto, in cerca di aiuto, comici o addirittura satireschi, bensì come uno snodo necessario della trama: è infatti dall’esito di questo incontro fra Menelao ma viene respinto sgarbatamente da una e la portinaia che i futuri avvenimenti vecchia portinaia. Si tratta di una scena che dipendono totalmente. da sempre fa discutere. I più vedono in essa Nella scena dei vv. 777ss. ogni comicità un pezzo di comicità ‘pura’, in cui Menelao è esclusa. Nella scena della porta una reciterebbe il ruolo del pitocco, dell’alazon, componente umoristica non può essere dell’ottuso, del vanitoso umiliato: un negata: essa però non ha lo scopo di esempio di come Euripide si compiace di screditare l’autorevolezza di un grande degradare e maltrattare i grandi totem della eroe dell’epos come Menelao, bensì di tradizione letteraria. Ma un confronto con mostrare quanto sia difficile per lui inserirsi la lunga sticomitia dei vv. 777ss. permette di in una realtà in cui gli ideali omerici non leggere la scena della porta in modo diverso, costituiscono più l’interezza dell’orizzonte non come un gratuito innesto di elementi morale. 9
23 ottobre ore 15.30 - Seconda Sessione - GERARCHIA E LEGALITÀ Gianna Petrone Senati columen. Smascheramento dei padri e crisi dell’autorità nella commedia plautina I l teatro plautino mette in scena la crisi dell’autorità del pater familias sia nei con- fronti del figlio sia nei riguardi del servo, fa- Demeneto nell’Asinaria, la squalificazione del buon Alcesimo nella Casina, la degra- dazione di Demifone nel Mercator danno cendo assistere agli inconvenienti prodotti scacco alle gerarchie. Nell’Epidicus, che in dalla rivalità amorosa tra padri e figli, e alla diverso equilibrio annovera invece un padre sconfitta dell’intelligenza dei padroni, vitti- premuroso, l’attacco dello schiavo, con la me della beffa dello schiavo. presa in giro del padrone, configura ugual- L’espressione senati columen colpisce con mente un ribaltamento, con la supremazia farsesca ironia un’incapacità di occupare il della saggezza di Epidico su quella dei vec- ruolo di potere da parte di padri o padroni chi. La continuità dell’immagine giuridica inattendibili, mentre l’adozione di metafore in questa commedia, dove il protagonista senatorie nell’intrigo dello schiavo costrui- ‘detta legge’ ma sente anche alle costole il sce nell’ quest’ultimo una fantasia di potere castigo, riveste l’azione dello schiavo con i alternativo. Lo smascheramento del vecchio colori di una paradossale autorità. Interviene Guido Paduano (Filologo classico e direttore della rivista “ Dioniso”) 10
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24 ottobre ore 9.00 - Terza Sessione - TRAME COMICHE DEL POTERE Michael Lloyd Power and Politeness in Aristophanes particular has little meaning in more col- T he most influential model for under- standing politeness is the ‘face threat’ theory of Brown and Levinson (1987), ac- lectivist societies (e.g. Watts 2003: 101–7). Another objection is that the theory is too abstract, and takes too little account of what cording to which every act of politeness is is actually regarded as polite in particular oriented to a specific face threat. They dis- societies. tinguish two kinds of face. The first, termed Aristophanes’ heroes are ordinary people positive face, is the want to be approved of or faced with challenges which require them admired. The positive face of the hearer in a to approach important or intimidating in- talk exchange would be threatened (e.g.) by dividuals who might assist their plans (e.g. criticism or abuse. The positive face of the Strepsiades in Clouds and Dicaeopolis in speaker would be threatened (e.g.) by an Acharnians). These individuals thus have apology or a confession. The second kind of significantly more power than the heroes, face, termed negative face, is the want not to and face-threat politeness theory correctly be imposed upon or impeded. The negative predicts that they will be addressed politely. face of the hearer would be threatened by a The situation is reversed at the end of a play, request or a threat, and that of the speaker where the hero is now in control and treats by expressing thanks or accepting an offer. other people impolitely (e.g. Peisetaerus in The seriousness of a face-threatening act de- Birds). Impoliteness demonstrates his pow- pends not only on the view taken of the act er after he has succeeded, an aspect of the itself in a particular culture, but also on the comic fantasy of having no need to respect relative power of speaker and hearer and on the face of others (see generally Bousfield the social distance between them. & Locher 2008). The paper uses ‘discursive’ One objection to Brown and Levinson’s politeness theory to assess how this behav- theory is that it assumes too individualistic iour should be evaluated. a notion of face, and that negative face in Bibliography D. Bousfield, e M.A. Locher, Impoliteness in Language: Studies on its Interplay with Power in Theory and Practice (Berlin e New York, 2008) P. Brown, e S. C. Levinson, Politeness: Some Universals in Language Usage (Cambridge, 1978; 2nd ed., 1987) R. J. Watts, Politeness (Cambridge, 2003) 12
Potere e Politeness in Aristofane I l modello più influente per capire la politeness (cortesia) è la teoria della fa- ce-threat di Brown e Levinson (1987), se- tiva ha poco significato in società più col- lettiviste (es. Watts 2003: 101-7). Un’altra obiezione è che la teoria è troppo astratta, condo cui ogni atto di cortesia è orientato a e prende troppo poco in considerazione ciò una specifica minaccia rispetto alla face del che è visto come cortese in determinate so- destinatario. Si distinguono due tipi di face. cietà. Gli eroi di Aristofane sono persone La prima, chiamata face positiva, è il de- comuni messe di fronte a sfide che richie- siderio di essere approvati o ammirati. In dono loro di avvicinarsi a individui impor- uno scambio verbale, la face positiva dell’u- tanti o ostili, che potrebbero assisterli nei ditore potrebbe essere minacciata, p. es., loro piani (p.es. Strepsiade nelle Nuvole e dalla critica o dall’abuso. La face positiva Diceopoli negli Acarnesi). Questi individui dell’oratore potrebbe essere minacciata, p. hanno perciò assai più potere degli eroi, e la es., da una scusa o da una confessione. teoria della politeness e della minaccia alla Il secondo tipo face, chiamato face negati- face predice correttamente che ci si rivol- va, è il desiderio di non subire imposizioni gerà a loro in maniera cortese. o essere ostacolato. La face negativa dell’u- La situazione è rovesciata alla fine dell’ope- ditore potrebbe essere ostacolata da una ra, poiché l’eroe ha ora il controllo e tratta richiesta o da un pericolo, e quella dell’o- gli altri in maniera scortese (es. Pisetero ratore dall’espressione di gratitudine o negli Uccelli). La scortesia dimostra il pote- dall’accettazione di un’offerta. La serietà di re che il personaggio ha acquisito dopo che un’azione di face-threat dipende non solo ha ottenuto successo. da come una particolare cultura considera Un aspetto dell’immaginazione comica è l’azione stessa, ma anche dal potere relativo dunque quello di non avere bisogno di ri- dell’oratore e dell’uditore e dalla distanza spettare la face altrui (v. in generale Bou- sociale tra essi. sfield e Locher 2008). Il mio intervento usa Un’obiezione alla teoria di Brown e Levin- la teoria della politeness ‘discorsiva’ per ve- son è che essa assume una nozione di ‘ face’ rificare come questo comportamento deb- troppo individualistica, e che la face nega- ba essere valutato. Bibliografia Bousfield, D. e Locher, M.A., Impoliteness in Language: Studies on its Interplay with Power in Theory and Practice (Berlin e New York, 2008) Brown, P. e Levinson, S. C., Politeness: Some Universals in Language Usage (Cambridge, 1978; 2nd ed., 1987) Watts, R. J., Politeness (Cambridge, 2003) 13
24 ottobre ore 9.00 - Terza Sessione - TRAME COMICHE DEL POTERE Elena Fabbro Democrazia e potere di Demo L a situazione iniziale dei Cavalieri e l’a- zione che si sviluppa prima del colpo di scena finale col ringiovanimento di Demo, Paflagone: la molla drammaturgica decisiva consiste infatti nell’assunto che l’impresa può riuscire soltanto a un demagogo più il vecchio che col suo nome, per eccellenza spregevole di lui. È questa una formulazione parlante, costituisce un’allegorica personifi- efficace della chiusa compattezza del siste- cazione della politeia ateniese – non mette ma politico ateniese e del suo inarrestabile in scena affatto “il potere di Demo” ma, con decadimento. L’impresa ha successo al cul- un rovesciamento tutt’altro che sconosciuto mine di un inesausto scontro di adulazio- alla dinamica del comico, il potere su Demo, ne e violenza tra i due rivali; la più nitida che da presunto soggetto si trasforma in og- rappresentazione dell’odio politico che si getto e vittima del potere medesimo. Il rove- conosca, che comunica anche il piacere di sciamento è speculare, in quanto a detenere una sopraffazione riscattata e ribaltata, ma il potere è uno schiavo (v. 44) che porta il non può sostituire il finale della Comme- nome anch’esso parlante di Paflagone, e che dia, se ammettiamo come ipotesi di lavoro ogni indizio, a cominciare dal mestiere di che il suo schema comico e il suo messag- conciapelli, assimila al demagogo Cleone gio sia conforme a tutte le altre commedie appena reduce dal trionfo di Pilo. Si tratta di di Aristofane, che inscenano la realizza- un meccanismo che Aristofane rimetterà in zione di una felicità individuale o sociale, moto due anni dopo nelle Vespe nel serrato o di entrambe (e da questo punto di vista i agone tra padre e figlio inteso a dimostra- Cavalieri ne annullano grazie all’allegoria la re il rapporto di douleia che inchioda lui, distinzione), ma comunque piena e assolu- come ogni altro eliasta, ai demagoghi, pa- ta. Il finale della commedia, una delle scene droni effettivi delle risorse economiche. Il aristofanee più controverse e tuttora inten- confronto tra le due strutture drammatiche samente dibattute, contempla dunque non mostra coerenza anche nei mezzi con cui il la sostituzione di un demagogo con un al- potere viene esercitato e che già nel prologo tro, ma la rimozione del perverso paradosso dei Cavalieri vengono descritti con preci- del padrone-schiavo. Sicchè Demo, grazie sione didattica. Il primo consiste nella finta a una palingenesi lanciata su una direttrice sollecitudine per il bene di quel Demo (o regressiva in ambedue i sensi previsti dall’al- demo, in un continua tensione tra letterale legoria, torna padrone di se stesso, della sua e figurato), descritto come credulone e sen- casa e dunque il popolo, caratterizzato in sibile alle blandizie; il secondo in un’aggres- una logica patriottico-imperialistica, torna sività, autentica ma al contempo ostentata, a esercitare una sovranità diretta. che ha la sua icona nell’immagine diffusa di In tal senso, si spiegano il silenzio e l’emargi- Cleone come belva urlante e la sua realizza- nazione del Coro nel finale della commedia zione nell’incessante azione di calunnia ed - I Cavalieri che rappresentano una parte esautoramento nei confronti degli avversa- del dibattito politico, sia pure la parte sana, ri politici. Con queste stesse armi Demo è raggiunto l’obiettivo di scalzare il nemico vessato dal Salsicciaio, un personaggio che politico, si fanno da parte di fronte ad una i servi onesti e il coro dei cavalieri evocano collettività unitaria e risanata, rappresentata dal nulla con la precisa missione di scalzare in via esclusiva da Demo. 14
24 ottobre ore 9.00 - Terza Sessione - TRAME COMICHE DEL POTERE Nicola Cadoni «Oggi farò da me/senza lezione». La rivolta di Strepsiade C he cosa sono le Nuvole. A prima vista: vanitose divinità del nul- la cui è devota la macchietta falso-socratica, Le Nuvole sono un coro comico che ha mire tragiche. Con malizia da dee euripidee per- seguono il fine eschileo di guidare il citta- paradigma di una nuova figura di intellet- dino della finzione verso il suo buffo pathei tuale vacuo cialtrone avido. mathos di mazzate; e di guidare il cittadino Per contro: solenni e inafferrabili meraviglie reale, preda ormai pigra e facile, a riappro- negli sprazzi lirici forse più ispirati dell’in- priarsi di anticorpi contro un potere che tera produzione aristofanea. Ben oltre: l’in- tenta di oliare i propri aggressivi ingranaggi venzione più ambiziosa, multiforme e in- apponendo vaporosi fiocchi intorno al vuo- compresa del teatro di Aristofane. to pneumatico. Interviene Francesco Morosi (Scuola Normale Superiore) 15
Segreteria organizzativa Elena Servito- Francesco Morosi Addetto stampa Gaspare Urso Grafica Carmelo Iocolano Si ringraziano Associazione Amici dell’Inda Anita Gentile Il Convegno si potrà seguire in diretta sulla pagina facebook della Fondazione Inda info: indafondazione.org - mail: elena.servito@indafondazione.org 16
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